27 gennaio: il Giorno della Memoria. Non ci sono più i forni crematori ma esistono ancora i soprusi.
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Non ci sono più i forni crematori ma esistono ancora i soprusi. I giovani devono riconoscerli per sapere da che parte stare. Il compito delle Istituzioni è anche quello di infondere nelle nuove generazioni la cultura del rispetto e dell’identità. Questa mattina in occasione della Giornata della Memoria il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau ha presentato nel corso di una conferenza stampa il progetto “I Viaggi della Memoria” insieme all’assessore della Pubblica istruzione, Claudia Firino. All’incontro con i giornalisti sono intervenuti il presidente e il segretario regionale dell’Arci Sardegna, Marino Canzoneri e Franco Uda, Roberto Filippini uno dei sessantadue studenti che il 2 febbraio partirà a Cracovia insieme alla tutor Maria Chiara Devoto.
Alla conferenza stampa hanno partecipato anche i sindaci dei comuni della Sardegna che sostengono il progetto. Dal 2012 l’associazione Arci Sardegna promuove “I Viaggi della Memoria”, un progetto educativo che parte dalla memoria storica dell’Olocausto per tentare di approdare a dei percorsi di cittadinanza attiva. In sei edizioni, oltre 400 ragazze e ragazzi sardi, di età compresa tra i 18 e i 25 anni, grazie al contributo delle pubbliche amministrazioni della Sardegna, hanno partecipato al progetto che prevede un corso di formazione storica, il viaggio nella città di Cracovia con la visita al ghetto ebraico, la Fabbrica di Oskar Schindler, il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau e infine il percorso di restituzione presso i propri comuni di appartenenza.
Nato nel 2005, il Treno della Memoria, ha visto in dodici anni la partecipazione di circa 20 mila giovani provenienti da tutta Italia, che sono tornati da questa esperienza più maturi, più critici e più interessati alle problematiche della realtà che li circonda.
Il progetto nel 2016 ha goduto del patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati e dell’Agenzia Nazionale per i Giovani e del sostegno e/o patrocinio della Provincia Autonoma di Bolzano, della Provincia Autonoma di Trento, della Provincia di Trieste e di oltre cinquanta comuni italiani. In Sardegna da sei anni, grazie al partenariato dell’ARCI sarda, questa opportunità viene offerta anche ai giovani dell’isola. L’associazione sarda cura tutto il percorso educativo prima della partenza e dopo il rientro, avvalendosi di educatori esperti che sono i punti di riferimento costanti per le ragazze e i ragazzi sardi. Nell’isola “I Viaggi della Memoria” godono del patrocinio e del sostegno della Presidenza del Consiglio regionale, dell’assessorato della Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e il contributo della Fondazione di Sardegna. Diciannove i comuni che quest’anno hanno scelto di sostenere l’iniziativa: Arbus, Banari, Capoterra, Fonni, Gavoi, Gonnesa, Guspini, Iglesias, Lodine, Masainas, Olzai, Oniferi, Orani, Pabillonis, Sarule, Sassari, Sant’Antioco, Silius e Villamassargia.
«Un progetto rivolto direttamente ai giovani – sottolinea il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau – che sin dall’inizio di questa legislatura abbiamo scelto di sostenere. Sono convinto che si tratti di un utilissimo investimento in civiltà, grazie al percorso educativo e formativo che io stesso, qualche anno fa, ho avuto modo di seguire, quando da sindaco ho deciso di partire a Cracovia insieme ai ragazzi di Sassari. È stata un’esperienza unica, intensa e coinvolgente che tutti dovrebbero avere la possibilità di vivere. I giovani che partecipano ai viaggi diventano i nuovi testimoni dell’Olocausto e preziosi custodi della memoria, importante antidoto sociale».
Pensato per accompagnare le giovani generazioni alla scoperta e alla comprensione della complessità del mondo che le circonda, a partire dal passato e dalle sue narrazioni, il progetto propone un percorso strutturato in grado di alimentare una relazione continua tra storia, memoria e cittadinanza.
«Oggi il nostro pensiero deve andare a tutti coloro che hanno pagato con la vita la propria identità, la propria appartenenza a una comunità – sottolinea l’assessore della Pubblica istruzione, Claudia Firino -. Dobbiamo ricordare con rispetto i morti e il coraggio dei sopravissuti, ma abbiamo anche la responsabilità di promuovere in ogni modo la conoscenza di un dramma che ha colpito migliaia di persone, perché non si ripeta mai più. Per questo – aggiunge l’assessore Firino – abbiamo il dovere di contrastare ogni forma di violenza e odio e diffondere la cultura del rispetto, della diversità, perché a ogni popolo siano garantiti quei diritti che possano favorire una convivenza pacifica tra le persone.»
In questi sei anni sono stati coinvolti oltre 40 comuni della Sardegna e hanno collaborato più di 30 scuole e istituti scolastici. L’edizione del 2017 vedrà partire, dal 2 al 8 febbraio, 56 giovani (36 ragazze e 20 ragazzi), studenti delle scuole medie superiori e dell’Università sarde.
I giovani partecipanti sono stati formati da uno staff di 10 tutor di età compresa tra i 25 e i 32 anni che hanno preso parte al progetto nelle scorse edizioni. Hanno partecipato a tre giornate di formazione a Trento, a cura dell’associazione Deina, e a due seminari formativi in Sardegna, a cura dell’ARCI. Cinque di loro accompagneranno i giovani nel viaggio.
«Si tratta di un progetto che dalla Memoria mira a formare una generazione di giovani cittadini – chiarisce il segretario regionale dell’Arci Sardegna, Franco Uda – che abbiano interiorizzato la lezione della Storia e sappiano spenderla consapevolmente nelle pratiche della democrazia partecipata. Non possiamo prescindere dalla più grande tragedia del ‘900 se vogliamo far nascere una cittadinanza europea che guardi al futuro con le solide radici della memoria condivisa del Vecchio Continente».