22 November, 2024
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Non si ferma la mobilitazione delle segreterie regionali di FP CGIL, CISL FP e UIL FPL, sulla vertenza AIAS. Questa mattina hanno inviato una nota al presidente della Regione Sardegna Christian Solinas, all’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu, al capigruppo del Consiglio regionale, ai lavoratori, alla questura di Cagliari, agli organi di informazione ed alla direzionale generale AIAS, con la quale annunciano la convocazione dell’assemblea dei lavoratori AIAS davanti al Palazzo del Consiglio regionale, in via Roma, a Cagliari, per le ore 15.00 di giovedì 18 luglio.

«Per i lavoratori – scrivono in una nota Roberta Gessa (FP CGIL), Davide Paderi (CISL FP) e Fulvia Murru (UIL FPL) – vanno previste tutte le prerogative in base all’art. 11 del CCNL AIAS del 2010/2012. La situazione AIAS e Fondazione richiede concretezza e determinazione da parte della politica regionale – Andiamo sotto il Consiglio regionale – concludono Roberta Gessa, Davide Paderi e Fulvia Murru – proprio per chiedere soluzioni urgenti rispetto alla gravità della vicenda, sia per i lavoratori che per la tenuta dei servizi.»

Il Centro AIAS di Cortoghiana.

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Le segreterie regionali FP CGIL, CISL FP e UIL FPL, hanno chiesto un incontro all’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, sulla vertenza AIAS. Nella richiesta. inviata per conoscenza al presidente della Giunta regionale, Christian Solinas ed al presidente della commissione Sanità Domenico Gallus, i segretari Roberto Gessa, Davide Paderi e Fulvia Murru «visto l’approssimarsi della conclusione dei lavori del tavolo tecnico da Lei istituito in occasione dell’ultimo incontro con il Prefetto di Cagliari, chiedono un incontro per avere contezza delle risultanze del percorso da Lei scelto per prendere visione dello stato dell’annosa vertenza».

«È sconcertante – aggiungono Roberto Gessa, Davide Paderi e Fulvia Murru – come si continui a consentire che l’ingente quota di risorse economiche pubbliche impegnate nei servizi forniti dal soggetto accreditato AIAS, che opera in una condizione monopolista, da molti anni non venga destinata in via prioritaria ad onorare i crediti dovuti a chi svolge quei servizi, mandando sul lastrico intere famiglie.»

«Crediamo sia giunto il momento di dare una soluzione definitiva alla vertenza, poiché nessuna giustificazione può essere addotta e nessun sotterfugio deve essere più accettato perché in Sardegna nessun altro lavoratore ha dieci mesi di stipendi non pagati – concludono Roberto Gessa, Davide Paderi e Fulvia Murru -. Si chiede pertanto un incontro urgente per discutere delle eventuali decisioni assunte dall’Assessore per il superamento della crisi che ricade da anni sui lavoratori e sui servizi erogati.»

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«La nuova Giunta regionale non vanifichi le cose buone fatte finora in alcuni settori della Sanità sarda, ma cerchi di migliorare perché sulla salute dei cittadini non si deve arretrare ma andare sempre avanti anche se il processo di riforma sarà certamente lungo e complicato. Vanno invece assolutamente cambiate tutte le cose che non hanno prodotto risultati e che hanno creato problemi nei vari territori della Sardegna.»

E’ l’appello formulato alla futura Giunta regionale dalla segretaria generale della UIL FPL Sardegna Fulvia Murru che auspica «una buona riforma sanitaria condivisa che, pur in un ambito di risorse economiche ridotte, sia in grado di soddisfare la sempre crescente domanda sanitaria con scelte razionali che orientino bene gli investimenti e le azioni pubbliche».

«Il tema della Sanità è centrale nella vita dei cittadini e per ogni nuova Giunta è uno dei primi temi nell’attività di governo regionale – sottolinea la numero uno della Uil FPL -. Abbiamo tutti diritto a una sanità a misura delle nostre necessità ma soprattutto abbiamo bisogno di buone pratiche e non di retorica. I cittadini si aspettano servizi efficienti e di facile accesso mentre il personale vorrebbe lavorare in condizioni ottimali: ben organizzati, con una formazione continua e un buono stipendio.»

«La situazione attuale vede le Aziende Sanitarie sarde in profonda trasformazione con un lento e faticoso adeguamento alla nuova riforma organizzativa – evidenzia Fulvia Murru -, la UIL FPL non ha mai condiviso l’istituzione dell’ASL unica e, mentre i tanti che oggi ne prendono le distanze la votavano convintamente, le organizzazioni sindacali confederali della funzione pubblica erano in piazza a protestare. E’ vero che le riforme richiedono determinazione e coraggio e i progetti possono essere ambiziosi e innovativi, ma se sono talmente complessi da rischiare di peggiorare le già difficili condizioni di accesso ai servizi da parte dei cittadini e creare disagi al personale è sicuramente meglio fermarsi a riflettere e aprire un confronto con gli operatori del settore.»

Secondo la UIL FPL Sardegna è in primo luogo necessario ripensare percorsi e modalità assistenziali che valorizzino le attività assistenziali presenti negli ospedali più periferici e garantiscano servizi più prossimi ai cittadini. «L’obiettivo non dovrebbe tanto essere quello di stilare delle classifiche parlando di livelli – spiega Fulvia Murru – quanto piuttosto identificare le aree di debolezza del sistema sanitario sardo basandosi sul confronto effettivo con i cittadini e confrontandosi con i loro rappresentanti in modo da potersi concentrare sulle azioni di miglioramento necessarie del “sistema.»

Altro aspetto non secondario, sulla base di quanto riscontrato fino ad oggi, è secondo la UIL FPL l’assenza di una cultura del controllo e della verifica dei risultati che ha portato la politica a considerare interventi di governo solo quelli che comportano stanziamenti. Per far questo sarebbe necessario il rafforzamento dei controlli delle gestioni da parte della Regione o dell’Assessorato competente, oggi spesso debolissimi.

«Non si può pensare di intervenire sulla rete ospedaliera tagliando posti letto e accorpando discipline specialistiche se non si ha idea di cosa rimane dei servizi territoriali e come verranno riorganizzati – sostiene ancora Fulvia Murru -. Bisogna razionalizzare soprattutto per dare servizi migliori, efficienti, appropriati e di qualità e per cercare di abbattere la vergogna delle lunghe liste di attesa.»

La UIL FPL sarda evidenzia inoltre che nei territori dove la riforma prevede una diminuzione degli attuali servizi stanno nascendo centri specialistici privati non convenzionati. «E’ necessario garantire almeno gli attuali standard assistenziali perché dove arretra il pubblico arriva subito il privato: in un territorio vasto come la Sardegna i presidi periferici vanno tenuti aperti, riorganizzati e valorizzati in assenza di valide alternative. È fondamentale garantire un’equa distribuzione dei servizi sanitari su tutto il territorio per evitare una disparità di trattamento nella fruizione delle cure. Bisogna anche tener presente la penalizzante geografia di questi territori e l’isolamento causato dall’attuale rete viaria regionale. Noi non diciamo che in questi presidi bisogna portare le alte specialità ma avere almeno quanto previsto dalla norma nazionale per i presidi di base.»

«Insomma – conclude la segretaria generale della UIL FPL Sardegna – occorre una riforma seria che metta al primo posto il cittadino, il malato, l’utente e che privilegi la competenza: una buona riforma sanitaria è assolutamente necessaria, ma se non è condivisa non crediamo possa portare buoni risultati, qualsiasi sia il Governo Regionale in carica.»

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«Un risultato per niente scontato, ma frutto di un lavoro di capacità e perseveranza sindacale.»

La segretaria generale della UIL Fpl Sardegna, Fulvia Murru, esprime la sua soddisfazione per l’accordo integrativo relativo ai lavoratori del comparto sanitario regionale siglato oggi dalla RAS e da UIL, CGIL, NURSIND UP, FIALS e FSI.

«L’accordo – spiega la segretaria della Uil Fpl Sardegna – prevede le risorse aggiuntive disponibili da quest’anno per i circa 17mila lavoratori del comparto della sanità pubblica sarda. Queste somme, che ammontano a svariate centinaia di euro pro capite, saranno elargite attraverso gli strumenti del salario accessorio, della produttività e della contrattazione integrativa. Si tratta di un altro tassello aggiunto con i fatti e non soltanto a parole – conclude Fulvia Murru -: il nostro impegno a favore dei lavoratori continua.»

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Venerdì 21 dicembre, alle ore 14.30, presso sala congressi T-Hotel in Via dei Giudicati 66, a Cagliari, si terrà una assemblea aperta a tutti i cittadini organizzata dalle segreterie regionali di Uil Fpl e Uil Trasporti sui temi della funzione pubblica e dei trasporti in Sardegna.

All’evento sono stati invitati i candidati governatori ufficiali Massimo Zedda (centrosinistra), Christian Solinas (centrodestra), Francesco Desogus (Movimento 5 Stelle) ed Andrea Murgia (Autodeterminatzione) che risponderanno alle domande della segretaria generale UIL FPL Sardegna Fulvia Murru e del segretario generale UIL TRASPORTI Sardegna William Zonca.

 

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La commissione Bilancio, presieduta da Franco Sabatini (Pd) ha svolto questa mattina una serie di audizioni con l’obiettivo di approfondire e valutare alcune proposte modificative presentate al testo della legge di Stabilità, principalmente in materia di Trasporti e Sanità.

In particolare, il direttore dell’Aspal, Massimo Temussi, è stato chiamato ad illustrare la situazione dei lavoratori della ex Saremar che non sono stati riassorbiti dalla società privata che è subentrata nei collegamenti tra la Sardegna e le isole di Carloforte e La Maddalena. Il dottor Massimo Temussi, su invito del presidente Franco Sabatini, ha di fatto escluso la necessità di ulteriori stanziamenti per i 254 ex Saremar, considerato concluse le azioni a suo tempo poste in essere attraverso i voucher per la riqualificazione professionale e gli assegni per l’accompagnamento alla pensione.

L’assessore dei Trasporti, Carlo Careddu, ha invece assicurato una puntuale verifica amministrativa sugli emendamenti tendenti a introdurre nuove tratte e collegamenti Arst.

L’amministratore dell’Arst, Chicco Porcu, ha preliminarmente evidenziato i positivi risultati del bilancio (9 milioni di perdite nel 2017 a fronte del pareggio nel 2018) e si è confrontato con il consigliere di Art. 1 – Sdp, Eugenio Lai, sulle norme in favore dei cosiddetti assuntori, confermando le difficoltà per la corretta applicazione della legge approvata dal Consiglio regionale lo scorso agosto.

Successivamente i funzionari dell’assessorato della Sanità, con in testa la direttrice delle politiche sociali, Stefania Manca, hanno escluso la necessità di ulteriori stanziamenti in favore degli ambiti Plus per la gestione associata dei servizi alla persona, come invece ipotizzato in alcuni emendamenti presentati al testo della manovra 2019.

Sul reddito di libertà (stanziamento di 300 mila euro per il 2018) la dottoressa Stefania Manca ha denunciato una generale carenza del personale e oggettive difficoltà per garantire l’espletamento degli adempimenti stabiliti nella legge 33/2018  ed ha riferito quindi alla commissione la decisione dell’assessorato di procedere con l’assegnazione delle risorse agli enti gestori degli ambiti Plus, dove insistono le cinque case di accoglienza per le vittime delle violenze.

La direttrice delle politiche sociali ha inoltre rassicurato il capogruppo Pds, Gianfranco Congiu, sugli stanziamenti necessari per la riapertura del centro antiviolenza di Macomer, mentre ha mostrato perplessità sulla proposta avanzata dalla capogruppo Fi, Alessandra Zedda, per il trasferimento agli Enti locali, entro il primo trimestre dell’anno, delle risorse destinate ai sofferenti mentali.

I lavori si sono dunque conclusi con le audizioni della segretaria regionale Uil-Fpl, Fulvia Murru, e del suo omologo della Cisl-Fp, Massimo Cinus, che hanno chiesto la riapertura della contrattazione aziendale in favore dei 23mila lavoratori della sanità che da venti anni attendono l’adeguamento stipendiale. Il presidente della commissione, Franco Sabatini, ha quindi annunciato lo stanziamento di undici milioni di euro per dare piena attuazione al contratto nazionale recentemente approvato ed ha ribadito l’impegno per la stabilizzazione di circa 700 lavoratori nonché l’assunzione attraverso i concorsi di altri 500 addetti. 

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«Le crescenti tensioni e strumentalizzazioni relative alla vertenza AIAS sono indirizzate male, in quanto, purtroppo, cercano di colpire non la causa della crisi ma invece chi sta cercando faticosamente di far rispettare le regole, dare qualità al servizio e tutela e salvaguardia del lavoro.»

Lo scrivono, in una nota, i segretari regionali di FP CGIL Roberta Gessa, CISL FP Davide Pateri e UIL FPL Fulvia Murru.

«Il pagamento dello stipendio è un diritto sacrosanto in tutti i settori; per CGIL, CISL e UIL è una coerenza col diritto e la civiltà del lavoro. Nella vertenza AIAS questo diritto p da tempo venuto meno, come sono venute meno le relazioni sindacali ed il dialogo necessario, soprattutto in un’azienda in crisi da anni come AIAS – aggiungono Roberta Gessa, Davide Pateri e Fulvia Murru -. Da tempo AIAS ha scelto di rompere con CGIL, CISL e UIL e licenziare una serie di dirigenti sindacali, rei solo di aver espresso opinioni libere e non offensive. La regola, prevista in altri contratti ed appalti e dal 2017 prevista in Sardegna finalmente per questo settore, mette tutti gli operatori di fronte ad una responsabilità aziendale importante. Pagare lo stipendio per poter avere il rinnovo della convenzione. ATS non ha, purtroppo, applicato in questi mesi alcune parti fondamentali della delibera della Giunta regionale. Perciò ATS ha in parte favorito AIAS, non applicando del tutto la delibera, ad esempio rispetto ai rigidi vincoli delle verifiche mensili sulla regolarità stipendiale e previdenziale. Addirittura oggi ATS paga AIAS prima di tutti.»

«E’ oggettivo che non è colpa di Arru se AIAS non paga gli stipendi correnti ed arretrati. Non è colpa di Arru se AIAS non trova una società che fornisce una fidejussione valida che sblocchi le risorse. Non è colpa di Arru se i soldi che AIAS ha già preso da ATS e dai Comuni non sono andati tutti ai lavoratori e che quelli che ancora mancano per le mensilità dovute ai lavoratori, sono molto ma molto superiori al credito reale vantato dall’Associazione – sottolineano ancora Roberta Gessa, Davide Pateri e Fulvia Murru -. Nei confronti di Arru non siamo stati teneri in occasione della riforma e abbiamo anche realizzato un grande sciopero generale, ma non ci sono mai state azioni violente e offensive della sua persona. Al netto delle polemiche appositamente confuse, per CGIL, CISL e UIL – concludono Roberta Gessa, Davide Pateri e Fulvia Murru – tutti i lavoratori AIAS devono lavorare con serenità professionale e la garanzia del salario. Dopo anni di disperazione, gli utenti e i lavoratori in un settore così delicato, non meritano una simile situazione, che non è stata creata da altri se non dal vertice AIAS.»

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Dopo la rescissione del contratto tra Regione Sardegna ed AIAS annunciata oggi in una conferenza stampa dall’assessore regionale della Sanità Luigi Arru e del direttore generale dell’ATS Sardegna Fulvio Moirano, ora è attesa la reazione dell’AIAS.

Ieri, presso la struttura AIAS di Cortoghiana, si è tenuta l’assemblea dei dipendenti organizzata dai sindacati CSS – UGL – FIALS – ISA – CONFINTESA, e dal Comitato spontaneo dipendenti AIAS, firmatari dell’accordo del 24 luglio scorso, che – si legge in una nota -, «dopo essere stato illustrato e a lungo dibattuto con moltissimi interventi è stato approvato con voto unanime dai lavoratori e collaboratori AIAS presenti.

L’Assemblea ha sottolineato che ora la vertenza si deve focalizzare sui due punti principali dell’accordo:

– Proroga della convenzione ATS/AIAS almeno fino al 31 dicembre 2018;

– Rispetto degli impegni assunti dall’Assessore on. Arru e dal Direttore Generale ATS dr. Moirano con la delegazione dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali il 19/07/2018 su:

– pagamenti delle quote sociali dovute dai comuni;

– pagamento quote relative alle prestazioni già effettuate dai lavoratori e dovute dall’Azienda Tutela Salute, che sbloccherebbero di fatto il pagamento degli stipendi di tutti i dipendenti AIAS attualmente senza retribuzione da circa 9 mesi.

L’Assemblea ha votato all’unanimità la partecipazione alla manifestazione che si è tenuta a partire dalle ore 9.00 ad oltranza fino alla certezza delle determine richieste – sotto il palazzo della direzione ATS-Sardegna in Via Pier della Francesca, 1 Selargius»

Il 27 luglio i segretari regionali di FP CGIL Roberta Gessa, CISL FP Davide Pateri e UIL FPL Fulvia Murru, hanno inviato una lettera-diffida al presidente dell’AIAS di Cagliari, Anna Paola Randazzo, invitandola a non applicare l’accordo sottoscritto dalla stessa AIAS con le organizzazioni sindacali autonome.

Lunedì, 30 luglio, la presidente dell’AIAS di Cagliari, Anna Paola Randazzo, ha inviato una contro-diffida alle stesse organizzazioni sindacali, pubblicata ieri nel sito aziendale.

«Riscontriamo la Vs. del 27 luglio u.s.. Ne contestiamo integralmente il contenuto. L’accordo sindacale del 24 Luglio 2018 è legittimo, valido ed efficace – scrive Anna Paola Randazzo -. Con riferimento alla Vs. pseudo diffida inviataci in data 28/07/2018, si ricorda ai Firmatari della Stessa che l’AIAS Cagliari è libera di portare avanti consultazioni, trattative e di sottoscrivere accordi con qualsiasi Sigla Sindacale, ancor più se firmataria del CCNL vigente AIAS, quando ritiene, secondo coscienza e conoscenza della propria disponibilità economica, di compiere qualsiasi azione a tutela, salvaguardia e a favore dei propri dipendenti.
Per quanto riguarda le OO.SS. CISL e UIL, abbiamo conferito specifica delega  all’AIAS Nazionale di coinvolgere le Segreterie Nazionali delle Stesse per la “FIRMA PER ADESIONE” dell’Accordo siglato in data 24/07/2018 dalla scrivente Associazione e dalle OO.SS. firmatarie del Contratto (UGL, FIALS e ISA) e da altre OO.SS. autonome, ma che hanno iscritti tra i dipendenti, oltre ai Rappresentanti del Comitato Spontaneo dei Dipendenti a seguito di Loro specifica richiesta di incontro.
Ricordiamo alle OO.SS. in indirizzo e all’AIAS Nazionale, che l’adesione al CCNL vigente AIAS da parte della CISL è avvenuta in costanza di un procedimento ex art. 28, legge n. 300/70 promosso dalla stessa O.S. in Sardegna, conclusosi per Essa negativamente. 
Per quanto riguarda la CGIL non possiamo non rimarcare che quest’ultima Organizzazione Sindacale non è firmataria del CCNL, e, quindi Essa può chiedere un confronto solo su espressa delega del singolo dipendente.
La firma dell’accordo del 24 luglio è solo l’ultimo atto che segue una serie di incontri tra l’AIAS e le OO.SS, comprese CGIL CISL e UIL, che qui ci preme riepilogare.  
Come a Voi ben noto, già in data 06/06/2018, la scrivente Associazione nell’incontro presso l’Hotel Panorama, non solo Vi ha sensibilizzato per trovare una soluzione concreta alla situazione venutasi a creare a causa del “gravissimo” inadempimento della ATS ed, in generale, dell’Amministrazione Sanitaria Regionale,  ma Vi ha anche informato sulla situazione creatasi a seguito delle Vostre richieste alla ATS di revoca delle Convenzioni, datate 10 Aprile e 10 Maggio u.s., e ha proposto, quindi, come a tutti gli altri Sindacati presenti, di concordare insieme un eventuale PIANO DI RIENTRO DELLE MENSILITA’ ARRETRATE con modalità e tempi compatibili con le allora disponibilità finanziarie. 
Al contrario, le Vs. OO.SS. hanno perseverato in un’azione sindacale sostanzialmente priva di contenuti e totalmente scollegata alla realtà dei fatti, che volutamente non avete mai rappresentato in maniera corretta e veritiera anche agli organi di stampa.
Vi ricordiamo di avervi invitato a partecipare all’incontro tenutosi in data 11/06/2018 con le altre OO.SS. firmatarie del CCNL per informarVi di un ipotesi da Noi predisposta per il rientro delle mensilità arretrate,  al quale non avete partecipato e non avete fatto sapere il motivo della Vs. assenza.

Ricordiamo inoltre che dopo tale vostra mancata partecipazione avete continuato le Vs. “interlocuzioni” dirette ed unilaterali con l’assessore alla Sanità e l’ATS senza coinvolgere l’AIAS e le OO.SS. firmatarie del CCNL, UGL FIALS e ISA, ed affermando falsamente di rappresentare tutti i lavoratori per reiterare specifiche richieste di revoca delle convenzioni;  atteggiamento questo che prefigura una chiara e manifesta volontà di “ingerire nella gestione delle attività” dell’AIAS di Cagliari.
Pertanto,
a) Nel frattempo, procederemo, a seconda dei pagamenti che verranno effettuati dai Comuni e dall’ATS, a rispettare il piano di rientro previsto nell’accordo del 24/07/2018.
b) Restiamo in attesa di ricevere Vostre eventuali proposte alternative concrete e attuabili;
nel mentre Vi diffidiamo
– dal portare avanti la Vostra volontà di chiedere la revoca dei Contratti tra l’AIAS e l’ATS;
– di avere interlocuzioni che abbiano quale oggetto l’attività dell’AIAS con qualsiasi Amministrazione Pubblica senza la presenza dei rappresentanti dell’AIAS.»
Oggi nella vertenza si è inserita l’iniziativa dell’ATS Sardegna che ha annunciato la rescissione del contratto tra Regione Sardegna e AIAS. Lo scontro è sempre più duro.

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I segretari di Funzione pubblica CGIL Roberta Gessa, CISL Funzione pubblica Davide Pateri e UIL FPL Fulvia Murru, hanno chiesto un incontro urgente al presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru, all’assessore regionale della Sanità Luigi Arru, al direttore generale dell’ATS Sardegna Fulvio Moirano e alla commissione Salute del Consiglio regionale, «per definire tutti gli aspetti, urgenti e non più rinviabili, relativi alla vertenza AIAS, in primo luogo per il tema stipendi, che viene anche in questa fase messo da parte mentre le mensilità arretrate crescono».

«Alle notizie, peraltro confermate, di ulteriori risorse che sono state liquidate in questi giorni a favore di AIAS – aggiungono i tre segretari sindacali – non corrispondono impegni precisi per un immediato pagamento degli stipendi arretrati sia del medio periodo che per quelli nel frattempo accumulati. Essendo confermata la notizia che ATS sta pagando regolarmente le fatture, ma gli stipendi non sono allineati neppure alle fatture attuali liquidate, è chiaro che c’è un’oggettiva crisi aziendale che non sembra trovare soluzioni. Anzi tutto peggiora.»

«Restando per ora solo sul merito del tema stipendi, mettendo come priorità assoluta la disperazione delle famiglie che non possono essere coinvolte ancora una volta nel gioco delle responsabilità o delle alchimie politiche, si chiede un incontro urgente per definire il tema stipendi, entro il 20 luglio 2018 – sottolineano ancora i tre segretari sindacali -. Se AIAS non paga gli stipendi, nonostante le risorse appena liquidate, come può la politica far finta di nulla? I famosi tavoli tecnici, molto partecipati, producono solo conferme che i crediti AIAS reali sono pochi e gli stipendi arretrati sono troppi. Quando si faranno tavoli tecnici per gli stipendi dei lavoratori? Quando si parlerà di famiglie disperate che non hanno speranze con questa politica lontana dalla gente?»

«Se il Consiglio regionale, in particolare la commissione Salute, si scorda ciò che ha votato sulla vertenza AIAS e ora tenta di ritardare o pasticciare le soluzioni utili ai lavoratori e alla tenuta del servizio, le nostre preoccupazioni crescono e, purtroppo, si aprono scenari di caos ai danni dei lavoratori e dei pazienti. Giovedì 19 luglio, alle 16.00, si terrà nel capoluogo un’assemblea dei lavoratori, per valutare la situazione sempre più compromessa e disperata e decidere nuove azioni di mobilitazione. Si chiede – concludono Roberta Gessa, Davide Pateri e Fulvia Murru – vista la gravità della situazione e l’oggettiva sottovalutazione politica e istituzionale delle conseguenze e rischi, un’urgente convocazione del tavolo presso la Presidenza, per definire un percorso di tutela e garanzie del lavoro e del servizio.»

 

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I segretari regionali FP CGIL Roberta Gessa, FP CISL Davide Pateri e UIL FPL Fulvia Murru, hanno chiesto un incontro urgente all’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, e al direttore generale dell’ATS Sardegna, Fulvio Moirano, per proseguire la discussione sulla vertenza dei lavoratori AIAS. Al fine di avere maggiore chiarezza sullo stato attuale della vertenza, relativamente agli stipendi e al quadro dei pagamenti, i tre segretari regionali di categoria hanno chiesto il coinvolgimento del datore di lavoro e concludono la nota contenente la richiesta di incontro, confermando «una forte preoccupazione per i lavoratori AIAS, in una fase aziendale critica che dura da troppo tempo».