22 November, 2024
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«Come cambia la sanità a Carloforte?» E’ il tema dell’assemblea pubblica che si terrà lunedì pomeriggio, a partire dalle 16.30, al Cine Teatro Mutua di Carloforte, organizzata dal gruppo Articolo Uno – Movimento Democratico e Progressista. Interverranno l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru; il direttore dell’ATS Fulvio Moirano; la dottoressa Rita Ecca; la dottoressa Maddalena Giua, direttrice della ASSL di Carbonia; Luca Pizzuto, consigliere regionale di Art. 1 – Sdp; Pietro Cocco, capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale. I lavori verranno coordinati da Riccardo Cardia.

 

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Il Direttore generale dell’Ats (Azienda per la tutela della salute) Fulvio Moirano ha partecipato ai lavori della commissione Sanità, presieduta da Raimondo Perra (Psi), con un’audizione sugli atti aziendali della stessa Ats e delle altre aziende sanitarie.

«Vivendo qui mi sono reso conto che il Dm 70 (che definisce gli standard qualitativi, quantitativi, strutturali e tecnologici dell’assistenza ospedaliera) non può essere applicato in Sardegna così com’è e, soprattutto in alcuni territori della Regione, occorre trovare soluzioni diverse – ha detto Fulvio Moirano -. La Giunta, direi in modo ragionevole, ha utilizzato questi spazi di autonomia senza i quali la situazione della sanità sarda sarebbe stata davvero molto diversa.»

Dopo aver annunciato che, una volta approvati gli atti aziendali, l’Ats entrerà a regime entro la fine dell’estate, Moirano ha messo l’accento sul alcuni grandi “mali” della sanità sarda sui quali ha concentrato il suo lavoro: la mancanza di gare pubbliche per l’acquisizione di beni e servizi, le liste d’attesa, il personale.

Dovremo fare centinaia di gare importanti e non sarà facile, ha spiegato il manager, aggiungendo che «l’Ats costituirà a breve una struttura amministrativa specializzata in questo tipo di attività, senza trascurare il ricorso a centrali di acquisto presso altre Regioni, in modo da accorciare i tempi, spuntare prezzi migliori e raggiungere risultati economici positivi».

Per quanto riguarda le liste d’attesa, Fulvio Moirano ha sottolineato che sono in qualche modo il frutto di 8 gestioni diverse che hanno determinato una bassa qualità dell’offerta pubblica: «Solo il 50% delle prenotazioni affluisce ai Cup mentre una quota rilevante è dei primari, uno squilibrio che va corretto e ci lavoreremo anche con un progetto speciale di miglioramento inserito nel budget 2017».

Sul personale, il Direttore generale dell’Ats ha confermato l’attenuazione del blocco del turn over (su 1000 uscite potranno esserci 660 ingressi) che sarà accompagnato da una verifica molto precisa sull’impiego delle risorse umane e professionali nelle varie strutture. «In Sardegna – ha aggiunto Moirano – c’è una spesa molto elevata per il personale, concentrato in larga parte negli ospedali ed utilizzato spesso in modo non appropriato, in alcuni casi gli organici sono sotto dimensionati ma in altri c’è un surplus e molte unità sono collocate (per vari motivi) fuori turno». «Il discorso – ha continuato – va esteso anche agli interinali per i quali ci sono margini soprattutto per quanti hanno maturato una certa anzianità».

Affrontando il problema del disavanzo del sistema sanitario regionale, attorno ai 300 milioni, il Direttore dell’Ats ha affermato che «per 220 milioni è attribuibile alle aziende ed in parte ai cosiddetti extra Lea (ad esempio farmaci contro l’epatite C molto diffusa in Sardegna), spese straordinarie che non sono un male in assoluto ma che comunque aprono un buco cui va data copertura».

Sui risultati economici della gestione, al netto della rete ospedaliera, Mirano ha assicurato risparmi attorno ai 90 milioni precisando che «il bilancio 2017 sarà quello in cui si potranno verificare gli effetti concreti delle varie misure di razionalizzazione introdotte nel sistema».

«Sono consapevole delle difficoltà – ha concluso il manager piemontese – ma credo di saper fare il mio mestiere e che qui in Sardegna ci sia lo spazio per far bene.»

Nel dibattito che si è sviluppato dopo la relazione del Direttore generale dell’Ats hanno preso la parola numerosi consiglieri regionali: Edoardo Tocco e Alessandra Zedda di Forza Italia, Micheloe Cossa dei Riformatori, Angelo Carta del Psd’Az, Luigi Ruggeri e Rossella Pinna del Pd, Augusto Cherchi del Pds, Giorgio Oppi dell’Udc, Luca Pizzuto di Art 1-Sinistra per la Democrazia ed il Progresso, Emilio Usula e Fabrizio Anedda del Misto.

Dopo la pausa di domani per i lavori del Consiglio, la commissione riprenderà i lavori giovedì con le audizioni dei responsabili dell’azienda ospedaliera Brotzu e delle due Aziende ospedaliero universitarie di Cagliari e Sassari.

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L’assessore regionale della Sanità Luigi Arru ha partecipato ad un confronto con la commissione Sanità, presieduta da Raimondo Perra, sulle linee-guida degli Atti aziendali per l’Ats (l’Azienda unica per la tutela della salute), l’azienda Brotzu di Cagliari e le Aziende ospedaliero-universitarie.

«Abbiamo predisposto un rapporto sulla sanità sarda – ha detto Luigi Arru – con i dati disponibili prima del 2014 e formulato proposte sulla base del quadro normativo tracciato dal Decreto ministeriale 70 all’interno del quale ci sono comunque spazi significativi per la Regione. Il nostro lavoro ha l’obiettivo principale di mettere a punto uno schema coerente per la riforma della sanità sarda ed è stato particolarmente difficile in una realtà complessa come la nostra dove non c’erano dati disponibili anteriori al 2014 sui Lea (livelli essenziali di assistenza), sul rispetto degli indicatori scientifici e delle procedure amministrative, perché non si facevano gare da 3 anni con costi maggiori del 30% rispetto alla media nazionale.»

«Abbiamo quindi deciso di ridurre il numero delle aziende – ha aggiunto l’assessore – perché ci è sembrata la scelta migliore per definire un nuovo quadro di regole a garanzia della qualità e dell’appropriatezza di servizi e prestazioni. L’approvazione delle linee guida – ha concluso Luigi Arru – rappresenta perciò un passaggio fondamentale per consentire alle aziende di operare e al tempo stesso una necessità per far partire concretamente la riforma, senza per questo voler limitare le prerogative sia della commissione che del Consiglio regionale.»

Prima dell’intervento dell’assessore Arru, la commissione ha espresso un’articolata valutazione del documento, sia con osservazioni critiche e perplessità su alcuni punti, che con proposte e suggerimenti di integrazioni e miglioramenti del testo.

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri regionali Augusto Cherchi (Pds), Cesare Moriconi, Rossella Pinna e Luigi Ruggeri del Pd, Emilio Usula del Misto-Rossomori, Alessandra Zedda ed Edoardo Tocco di Forza Italia, Giorgio Oppi dell’Udc, Luca Pizzuto di Art. 1 – Sinistra per la Democrazia per il Progresso.

Le audizioni della commissione proseguiranno domattina, alle 10.00, con l’intervento del Direttore generale dell’Ats Fulvio Moirano.

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Con l’audizione dell’assessore dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza sociale, Luigi Arru, sono iniziati questa mattina i lavori della commissione Sanità. Sotto la presidenza dell’on. Raimondo Perra, il parlamentino ha affrontato gli indirizzi dell’atto aziendale dell’Azienda per la Tutela della Salute, delle Aziende ospedaliere universitarie e dell’Azienda ospedaliera Brotzu.

L’assessore Arru ha illustrato gli schemi dei provvedimenti, rispondendo ad alcune domande dei commissari su temi di attualità tra i quali l’organizzazione dei dipartimenti e l’assistenza sociosanitaria ai migranti. Ha garantito inoltre un impegno ad accertare i contenuti del bando per l’elisoccorso.

Da più parti politiche è stata sollecitata la presidenza della commissione perché sia convocato a breve il direttore generale della Sanità sarda, Fulvio Moirano.

A causa della concomitanza della conferenza dei capigruppo, il presidente Perra ha sospeso l’audizione dell’assessore Arru (che riprenderà lunedì 22 maggio, alle 10.00) e ha detto: «In questi primi momenti di esame sono già emerse alcune criticità relative al mancato riconoscimento della specialità della Regione Sardegna e la commissione non potrà certo rimanere inerte davanti a una restrizione degli ambiti di potere legislativo in materia sanitaria. Confidiamo però sul fatto che il proseguo della audizione e soprattutto il resto dei lavori della commissione possano arrivare all’approvazione di leggi armoniche e in tempi rapidi

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Durissima presa di posizione del Partito dei Sardi sulla riforma sanitaria regionale e dopo le accuse lanciate dal direttore generale dell’Azienda tutela della salute contro la Regione, sfida il super manager, Fulvio Moirano.

«Il direttore generale smetta di sparare nel mucchio accusando la politica regionale di rallentare la riforma sanitaria. Fulvio Moirano faccia nomi e cognomi, indicando con chiarezza quali forze politiche stiano ostacolando la riorganizzazione della rete ospedaliera, e perché», dichiara Gianfranco Congiu, presidente del Gruppo PdS in Consiglio regionale.

«A meno che Moirano non ritenga che contestare la mancanza di un’appropriata analisi delle esigenze dei vari territori dell’isola, valorizzando le specificità della regione sarda in un’ottica di definizione delle reali necessità sanitarie dei territori e ad assecondarle attuando politiche organizzative adeguate, significhi “ostacolare” – precisa Gianfranco Congiu – allora il Partito dei Sardi non accetta di essere incluso nel calderone di accuse generiche di cui non sente nella più assoluta di far parte.»

Riguardo alla riforma sanitaria il Partito dei Sardi contesta da tempo la mancanza di un’appropriata analisi delle esigenze dei vari territori dell’Isola: «La sanità sta diventando come un gigantesco puzzle in cui emergono caselle nuove senza avere la contezza del disegno complessivo», incalza Augusto Cherchi, componente della VI Commissione consiliare.

«Moirano non può generalizzare. Specifichi senza mezzi termini quali sono le forze politiche responsabili di questo rallentamento, faccia senza esitazione nomi e cognomi, perché sia chiaro a tutti dove risiedano le responsabilità dei ritardi», aggiunge Gianfranco Congiu. «Il PdS, con il consigliere Augusto Cherchi, chiede da oltre un anno che la riorganizzazione della rete ospedaliera sia portata in discussione nella VI commissione consiliare. È evidente che se questo non è ancora successo, è perché la maggioranza della Commissione è contraria affinché questo avvenga, e la riunione di ieri con un solo gruppo e non con tutta la coalizione, certifica dove alberga la frammentarietà delle posizioni», precisa ancora il capogruppo del PdS. «Chiediamo quindi a Moirano di circostanziare le sue dichiarazioni, e di chiarire una volta per tutte al Consiglio e ai sardi se lui ritenga che la delibera con cui la Giunta regionale, nel 2015, ha definito la nuova rete ospedaliera della Sardegna, sia sufficiente per raggiungere gli obiettivi che gli sono stati richiesti; perché il sospetto è che, con questa tipologia di atti aziendali, lo stesso direttore generale stia andando oltre le disposizioni indicate dalla giunta regionale esautorando il Consiglio di una delle sue funzioni.»

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«E’ inaccettabile che il direttore generale dell’azienda tutela della salute Fulvio Moirano si sottragga ad un confronto con la commissione sanità del Consiglio regionale. Nel frattempo, si apprende di un summit con il Partito democratico che esautora di fatto il ruolo del parlamentino.»

La denuncia arriva dal capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis e dal consigliere regionale dello stesso gruppo Edoardo Tocco, vice presidente della commissione che si occupa delle problematiche della sanità isolana.

«Nessun processo – sottolineano Pietro Pittalis ed Edoardo Tocco -. Ci sembra doveroso analizzare il nuovo modello della sanità isolana e i criteri della riorganizzazione ospedaliera, con diverse criticità da portare all’attenzione dei vertici dell’Ats. Ci sono regole che pensiamo vadano rispettate con una collaborazione della commissione nelle scelte per trovare una soluzione positiva alle emergenze della sanità isolana. Il Partito democratico – concludono Pietro Pittalis ed Edoardo Tocco – non rappresenta l’unica forza politica presente in Consiglio regionale e chiediamo un confronto con il direttore generale all’insegna delle scelte condivise.»

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Si è svolto ieri a Sassari un convegno sulle politiche sanitarie organizzato dal Circolo Intregu, Life e dal gruppo del Pd al Senato. Tra i numerosi qualificati ospiti, c’era Federico Gelli, responsabile nazionale Sanità del Partito democratico.

«Le riforme approvate e proposte a livello nazionale hanno lo scopo di riavvicinare medici e cittadini – ha detto nel suo intervento Federico Gelli, iniziato dalla vicenda vaccini -. Sono provvedimenti che partono proprio dall’ascolto delle istanze che arrivano da addetti ai lavori e pazienti. È il caso della legge sulla sicurezza delle cure e sula responsabilità degli esercenti le professioni sanitarie, approvata nei mesi scorsi ma anche della nuova norma sui vaccini alla quale stiamo già lavorando. Siamo finiti sul Financial Times e sul New York Times con relativi consigli di vaccinarsi per il morbillo prima di partire per l’Italia, come si fa per le malattie tropicali. In pochi anni siamo scesi sotto la soglia della protezione di gregge e i casi di morbillo dal 2015 al 2016 sono triplicati. Siamo già al lavoro su una legge nazionale al Senato che renda i vaccini obbligatori per le iscrizioni a scuola e daremo grande importanza alla fase di ascolto. E proprio l’ascolto è stata una delle basi su cui costruire la nuova legge sulla responsabilità dei medici e sulla sicurezza delle cure approvata lo scorso 28 febbraio. il primo aspetto importante – ha detto Gelli – è che non si tratta di un provvedimento del governo ma di una legge di iniziativa parlamentare dunque non calata dall’alto. È il frutto di mesi di lavoro e di incontri che ha portato a compimento la legge, dopo innumerevoli tentativi mai arrivati a conclusione in questi, grazie anche al fatto di aver ricevuto carta bianca dal governo, dalla maggioranza e dal Pd. L’impatto della medicina difensiva nei budget della sanità ha prodotto costi che erano oramai diventati insostenibili con oltre 12 miliardi di costi e 300mila cause giacenti nel contenzioso legale in sanità un fenomeno da bloccare e su cui era indispensabile intervenire, e lo abbiamo fatto con il supporto della commissione bilancio che al Senato vedeva come relatore il senatore Silvio Lai.

Ma la nuova norma affronta e disciplina anche il tema della sicurezza delle cure per i pazienti che diventa parte integrante del sistema salute. Dunque si fa carico non solo della tutela ma anche della sicurezza. Elemento centrale della legge è la prevenzione del rischio, bisogna impedire che un errore o un rischio diventi un danno a carico del paziente. Abbiamo quindi inserito la nascita delle funzioni di risk management ed elaborazione del rischio. Queste funzioni dovranno confluire in un centro regionale per il rischio clinico e la sicurezza nelle cure. Così un evento sentinella diventa un patrimonio che deve essere messo a disposizione della prevenzione.

Per quanto riguarda la responsabilità penale degli esercenti le professioni sanitarie: la riforma prevede la punibilità nel caso l’evento si sia verificato per imperizia ed esclude la punibilità quando sono state rispettate le raccomandazioni previste dalle linee guida e, in mancanza di queste, alle buone pratiche clinico-assistenziali. Siamo riusciti ad inserire nel codice penale una fattispecie dedicata esclusivamente agli esercenti le professioni sanitarie.

La parte che riguarda la responsabilità civile è quella forse più importante. Anche in questo caso le novità vanno a vantaggio sia dei pazienti, che rispetto ad oggi avranno strade ancora più privilegiate per poter ottenere il risarcimento del danno, anche con la possibilità di un’azione diretta nei confronti delle compagnie assicurative della struttura ospedaliera sia attraverso il tentativo ci conciliazione. Vantaggi anche per gli esercenti le professioni sanitarie perché in caso di azione diretta del paziente nei loro confronti l’onere della prova spetterà a questi ultimi, al contrario di quello che accade invece in caso di azione nei confronti della struttura sanitaria. È una legge sulla quale riponiamo molte speranze ed è un punto da cui partire – ha concluso Federico Gelli – per migliorare le tutele dei professionisti ma anche per dare maggiore sicurezza alle cure per i cittadini.»

Il convegno ha affrontato anche i temi delle riforme in campo regionale e, conseguentemente, era molto atteso l’intervento del direttore dell’ATS Fulvio Moirano.

«L’Azienda Unica per ora ancora non c’è. Fino alla definizione dell’atto aziendale tutto rimane come era prima – ha detto Fulvio Moirano -. Nei giorni scorsi sono state emanate dalla Giunta regionale le linee guida dell’atto aziendale, entro 20 giorni arriveranno le eventuali osservazioni della commissione sanità e poi avremo 30 giorni per definire l’atto aziendale. È necessaria però anche la riorganizzazione delle reti di offerta che anch’essa fa parte integrante del processo di riforma. Così come la nascita dell’Areus, la nuova Azienda regionale per l’emergenza urgenza. Mi è stato dato anche il compito di migliorare la qualità dei LEA che in Sardegna non sono tra i peggiori rispetto al resto dell’Italia ma neanche tra i migliori. E poi c’è la riduzione dei costi ed il miglioramento dei servizi e della sicurezza delle cure dei cittadini.»

Per il direttore dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Sassari Antonio D’Urso l’incarico attualmente ricoperto è una grande opportunità professionale. «Stiamo partendo praticamente da zero e siamo pronti anche a raccogliere la sfida della nuova Legge Gelli per quanto riguarda gli aspetti legati al rischio clinico. Questa norma è una grande occasione anche per le aziende e per fare una corretta e adeguata gestione del rischio clinico ma questo solo se non si disperde lo sforzo straordinario fatto e se la norma non viene interpretata come un libro delle procedure».

Il rettore dell’Università di Sassari Massimo Carpinelli si è soffermato sul ruolo, le competenze e le funzioni dell’Ateneo. «La nuova legge è certamente una grande occasione da sfruttare per quanto riguarda la gestione del risk managemente ma serve anche una revisione della legge 517 del 1999. L’attuale modello di governance disciplinato da quella norma infatti non appare ancora attuale e non sembra assicurare il giusto ruolo alla ricerca ed alla formazione, elementi cardine delle AOU insieme ovviamente all’assistenza sanitaria. La proposta dunque è di lavorare alla definizione di una governance più forte ed adeguata ma anche di attivare una rete nazionale delle AOU e soprattutto di fare in modo che la ricerca diventi il perno delle attività».

Cesco Scanu, presidente provinciale dell’ordine dei medici di Sassari ha voluto prima di tutto esprimere soddisfazione per la nuova legge sulla responsabilità dei medici. «Le nostre esigenze sono state ascoltate e sono state riportate nella legge. La data del 28 febbraio rimarrà nella storia della medicina italiana perché era una legge attesa da almeno 20 anni. Questo provvedimento risponde alle sacrosante esigenze di tutela della salute dei cittadini e consegna dignità alle professioni sanitarie. Sicuramente a noi sanitari potrà permettere di svolgere con maggiore serenità la nostra professione. Bisognerà però anche intervenire su alcuni aspetti, ad esempio per quanto riguarda le polizze assicurative per i neo laureati che spesso non possono permettersele.»

Tra gli interventi anche quello del presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau. «La legge Gelli è una norma che rasserena l’ambiente e consente di risparmiare e di porre fine alla medicina difensiva e offre garanzie per il miglioramento della qualità dei servizi. Per quanto riguarda la riforma sanitaria in Sardegna auspico che l’atto aziendale, strumento riorganizzativo della azienda unica, si possa fare contando su una nuova rete ospedaliera. Occorre per questo che giunta e maggioranza si incontrino per concordarne una rapida approvazione in aula, altrimenti la azienda unica rischia di basarsi su una rete ospedaliera superata. Sono consapevole che sulla proposta della giunta siano state riscontrate ostilità da parte dei territori, ostilità che vanno superate con l’ascolto da parte delle parti politiche e garantendo l’avvio di nuovi servizi prima di cancellarne altri».

I lavori del convegno sono stati coordinati da Carla Fundoni, capogruppo del PD in consiglio comunale. “Quella di oggi è stata un’utile occasione per presentare le ottime riforme nazionali del PD in tema di sanità. Il giudizio sulla legge Gelli è sicuramente molto positivo così come il lavoro dei rappresentati sardi del partito in Parlamento.»

Tra questi anche il senatore del PD Silvio Lai, relatore in commissione Bilancio del provvedimento presente al dibattito.

«Questa legge – ha detto – può far risparmiare 30 miliardi di euro in Italia e 100 milioni di euro solo in Sardegna che fino ad oggi venivano spesi per esami ed indagini inutili prescritti solo per la medicina difensiva. Dati che confermano la bontà e l’utilità della nuova normativa.»

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L’on. Edoardo Tocco (FI) lancia l’allarme sui nuovi limiti imposti dalla Giunta Pigliaru alle strutture sanitarie accreditate.

«In base ad una lettera inviata dal direttore generale dell’Azienda per la tutela della salute, le case di cura accreditate – spiega Edoardo Tocco, vice presidente della commissione Sanità – saranno autorizzate a proseguire, sino al prossimo 31 maggio, l’erogazione delle prestazioni poste in essere, ma con limiti di spesa rispetto a quanto assegnato. Un provvedimento che si traduce in nuovi vincoli con quote di risorse spendibili sino ad un certo tetto». Una situazione che – secondo Edoardo Tocco – potrebbe avere ripercussioni negative sulle prestazioni per i pazienti: «E’ davvero paradossale che si diano delle scadenze. I centri sono vitali e, in tantissimi casi, vanno a colmare il vuoto della sanità pubblicaNon si comprende, dunque, il motivo di questi vincoli anche nella stipula dei contratti. Il metodo seguito sembra quello di bocciare chi raggiunge risultati. I servizi offerti dalle strutture accreditate hanno la capacità di incidere sia in termini di qualità della vita che sull’economia isolana – conclude Edoardo Tocco -. E’ indispensabile un summit con il manager della Asl unica Fulvio Moirano per stilare dei progetti intesi a coniugare la sanità pubblica con quella privata e andare incontro alle esigenze dei cittadini».

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I Riformatori sardi hanno tenuto stamane una conferenza stampa, nel Palazzo del Consiglio regionale, per denunciare i tempi lunghissimi delle liste d’attesa nel sistema sanitario pubblico della Sardegna. 

Un anno e mezzo per una mammografia all’Ospedale Businco di Cagliari, un anno per una colonscopia al SS. Trinità, quasi nove mesi per una visita cardiologica al Sirai di Carbonia e per una ginecologica a Olbia, otto per un consulto oculistico a Bono. Sono i casi più eclatanti estratti dalle liste d’attesa delle Asl sarde e denunciati questa mattina dai Riformatori sardi.

«In Sardegna i tempi di attesa per una visita specialistica sono di circa 4 mesi contro i 30 indicati dal Piano nazionale – ha detto il coordinatore regionale dei Riformatori Pietrino Fois – tutto questo accade nonostante la Regione destini il 60% del suo bilancio alla copertura delle spese del sistema sanitario.»

«Una situazione che va contro il Codice del Consumo che impone alle amministrazione pubbliche di rispettare precisi standard di qualità nell’erogazione dei servizi sanitari – ha aggiunto il presidente del partito Roberto Frongia – i cittadini hanno diritto a ricevere prestazioni adeguate. In Sardegna purtroppo questo non accade, la disorganizzazione è palese.»

Diverse le cause che influiscono sull’allungamento delle liste d’attesa secondo il deputato Pierpaolo Vargiu, componente della Commissione sanità della Camera: «In Sardegna sono ancora pochi gli investimenti in nuove tecnologie, indispensabili per adeguare l’offerta e monitorare l’appropriatezza delle prestazioni – ha detto Pierpaolo Vargiu – spesso i macchinari sono obsoleti e la classificazione delle prestazioni è fuori controllo. Altra questione riguarda le risorse umane: anche in questo caso servono investimenti per la formazione del personale medico. Una soluzione potrebbe essere rappresentata dal potenziamento dei servizi territoriali e della medicina 2.0 per la gestione dei pazienti da “remoto” – ha aggiunto Vargiu – i malati cronici devono essere intercettati prima che vadano ad intasare le liste d’attesa, altri potrebbero essere gestiti in modo semplice e rapido con l’utilizzo delle nuove tecnologie».

Le informazioni sulle liste d’attesa – hanno spiegato gli esponenti dei Riformatori sardi – sono stati estrapolate dai siti delle Asl sarde. «Si tratta di dati ufficiali – ha detto Attilio Dedoni, consigliere regionale e presidente della Commissione d’inchiesta sui costi della Sanità – il nuovo manager dell’Ats Fulvio Moirano sembra essere interessato ad altro. Preoccupa il fatto che le lungaggini riguardino anche gravi patologie, non c’è una Asl che si salvi. E’ una questione sulla quale si deve intervenire con urgenza, la politica ha il dovere di correggere se stessa senza aspettare che arrivi la magistratura».

Secondo i Riformatori sardi, la Sardegna dovrebbe guardare con attenzione alle pratiche virtuose di altre regioni italiane come l’Emilia Romagna che ha adottato soluzioni molto positive per la riduzione delle liste d’attesa. «Oggi è in via di definizione il nuovo Piano nazionale per la gestione delle liste d’attesa, alcune regioni hanno già approvato i loro piani, la Sardegna è invece in ritardo. Eppure – ha concluso Pierpaolo Vargiu – la nostra spesa sanitaria continua a crescere: secondo un recente studio dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Roma la spesa media pro capite della nostra Regione è di 2062 euro contro i 1838 della media nazionale».

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Il vice presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale, Edoardo Tocco (Forza Italia), sollecita un confronto in commissione con l’assessore della Sanità Luigi Arru e il direttore dell’Azienda per la tutela della salute Fulvio Moirano.

«La commissione Sanità deve conoscere ed approfondire i criteri che saranno adottati nell’elaborazione delle linee guida per l’organizzazione della rete ospedaliera, con il futuro disegno delle strutture in Sardegna – dice Edoardo Tocco –. Non vogliamo che siano atti calati dall’alto. Le riforme sinora approvate, con il varo della Asl unica regionale, hanno partorito la nuova geografia della sanità in Sardegna. Ora la giunta cercherà di tradurre questo processo con provvedimenti ulteriori. E’ però necessario il coinvolgimento della commissione.»

«Le problematiche emerse negli ultimi giorni, con la soppressione dei punti nascita in diversi territori e il processo di smembramento di alcuni presidi – aggiunge Edoardo Tocco – avrebbero comportato un confronto con il direttore dell’Ats. Non è possibile che, a distanza di alcuni mesi, la commissione non abbia ancora avuto un contraddittorio con i nuovi vertici della Asl unica isolana. Un esame che dovrà approfondire le carenze dei vari ospedali, i concorsi e le selezioni per mettere fine alla cronica insufficienza del personale nelle diverse strutture. I numeri del nuovo quadro economico dell’Azienda per la tutela della salute – conclude Edoardo Tocco – possono determinare, infatti, un arretramento dei servizi sanitari nell’Isola. Vogliamo invece che si possa investire soprattutto nel potenziamento delle piccole strutture e nella salvaguardia delle prestazioni specialistiche fornite ai pazienti.»