22 November, 2024
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Il manager unico della sanità sarda, Fulvio Moirano, ha nominato ieri, in collaborazione con il responsabile della direzione sanitaria Francesco Enrichens e quello della direzione amministrativa Stefano Lorusso, i direttori generali delle otto aree socio-sanitarie (Assl) istituite con la riforma proposta dalla Giunta ed approvata dal Consiglio regionale, al posto delle otto Asl.

I nuovi direttori generali che entreranno in carica lunedì 2 gennaio 2017, sono i seguenti:

Cagliari: Paolo Tecleme

Sassari: Giuseppe Pintor

Olbia: Pierpaolo Pani

Nuoro: Andrea Marras

Lanusei: Pino Frau

Oristano: Mariano Meloni

Sanluri: Antonio Onnis

Carbonia: Maria Maddalena Giua.

Il commissario straordinario della Asl 7, Antonio Onnis, dunque, viene spostato nell’area socio-sanitaria del Medio Campidano, mentre nel Sulcis Iglesiente arriva Maria Maddalena Giua, 61 anni, laureata in Giurisprudenza, Dirigente Amministrativo a tempo indeterminato, Responsabile della struttura complessa “Area Amministrativa Territoriale” alla Asl 8 di Cagliari.

 

 

 

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Non si placano le polemiche sul trasferimento del Punto nascite dall’ospedale Sirai di Carbonia all’ospedale Cto di Iglesias. Ad intervenire sull’argomento oggi è il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci che definisce quella adottata «una scelta folle che auspichiamo venga scongiurata».

«Disagi per le future mamme di Carbonia e del Sulcis e mobilità passiva destinata a crescere – sottolinea Ignazio Locci -. Dal 26 ottobre tutte le attività di Ginecologia, Ostetricia e Sala parto (e con esse anche il personale medico e infermieristico) saranno trasferite dal Sirai di Carbonia al Cto di Iglesias, per volontà della dirigenza della Asl 7, sorda alle innumerevoli richieste dai noi avanzate nei mesi scorsi ed alle legittime rivendicazioni di associazioni e cittadini. Da mesi sosteniamo l’inutilità di una decisione che, per innumerevoli ragioni, non potrà che creare danno ai cittadini del Sulcis, alimentando la mobilità passiva verso gli ospedali del capoluogo. Ormai è chiaro che la volontà della Giunta regionale e della dirigenza della Asl 7, suo braccio armato, è quella di smantellare i servizi del Sulcis a vantaggio delle strutture sanitarie di Cagliari. Ma sappiano, Arru e compagnia, che non resteremo a guardare mentre portano avanti il loro piano scellerato.»

«Una decisione talmente immotivata e strumentale, che lascia sgomenti – aggiunge il consigliere regionale di Sant’Antioco -. Così come lascia di stucco l’avviso diramato dalla Asl 7 in merito al trasferimento, rivolto a future mamme e bambini, nel quale si sottolinea che presso il Cto di Iglesias sono presenti “ambienti di degenza più confortevoli e spazi più ampi per il nido”. Ciò che però viene omesso è che sempre al Cto mancano i servizi di Rianimazione, Cardiologia, Chirurgia H24 e Centro trasfusionale. Come dire: facciamo nascere i bambini in ambienti “più confortevoli” ma pazienza se malauguratamente dovessero insorgere complicazioni che richiedono Rianimazione o qualsiasi altro servizio. Una follia di cui non si riesce a capire la ratio. E se questo non fosse sufficiente per evidenziare quanto tale decisione sia sbagliata, oltreché impopolare ed osteggiata dai cittadini e dalla politica, indipendentemente dall’appartenenza, si aggiunga che per i residenti nel Sulcis e nel Basso Sulcis, l’ospedale di Carbonia è sempre stato un punto di riferimento anche per la sua centralità: facilmente raggiungibile da tutti (compresi i cittadini di Iglesias).»

«Anche se la frittata è ormai fatta, chiediamo ancora una volta ad Arru e alla dirigenza Asl 7 di ritornare sui loro passi. Reclamiamo l’impegno del sindaco di Carbonia Paola Massidda (anche in virtù della mozione presentata dalla consigliera Daniela Garau ed approvata all’unanimità dal Consiglio) e di medici e infermieri del Sirai di Carbonia, al fine di scongiurare (o quantomeno ridimensionare) un’azione che è destinata a creare danni macroscopici. Confidiamo, infine, nel buon senso di Fulvio Moirano, neo manager della Asl unica della Sardegna, affinché (almeno lui!) si renda conto che scegliere il Cto di Iglesias come unico punto nascite per una popolazione di 120mila abitanti (di cui buona parte di Carbonia e del Basso Sulcis) – conclude Ignazio Locci -, è una scelta folle, arbitraria, dettata soltanto da un disegno politico perverso.»

CTO Iglesias 1 copia

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«Non è immaginabile che nella fase di avvio dell’ATS l’assessore della Sanità si defili dal confronto con i sindacati. La parte politica non può delegare al direttore generale la gestione di un momento così cruciale e delicato: riforma si deve necessariamente attuare con il pieno coinvolgimento delle rappresentanze dei lavoratori o sarà un calvario. E come sempre il prezzo lo pagheranno gli utenti». Lo dice il consigliere regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa.

«Il presidente Francesco Pigliaru ha nominato un manager capace come Fulvio Moirano, di grande livello e la cui elevata professionalità – aggiunge Michele Cossa -. Questo è sicuramente uno dei presupposti fondamentali per il decollo della riforma. Ma chi sarà a dare gli indirizzi politici se non l’assessore regionale? Ed è pensabile che gli indirizzi politici vengano elaborai senza che ci sia condivisione con chi quotidianamente opera nel sistema sanitario sardo, personale sanitario e non sanitario. Personale che vive nella preoccupazione a causa della nebbia nella quale la giunta regionale sembra muoversi: ritiene davvero di gestire un settore che assorbe la metà del bilancio regionale senza (o contro) i veri protagonisti del servizio?»

«Purtroppo – conclude Michele Cossa – quello che sta accadendo è la cartina di tornasole di una gestione pasticciata e pressappochista.»

Michele Cossa 718 copia

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Primo incontro ufficiale per Fulvio Moirano con i sette commissari delle Aziende sanitarie sarde. Come direttore generale della ASL di Sassari, che ha due mesi e mezzo di tempo per chiudere l’accorpamento delle altre ASL, Moirano ha fatto il punto della situazione affiancato dal Direttore generale dell’Assessorato della Sanità, Giuseppe Sechi, e dal capo di Gabinetto, Gianni Salis. All’ incontro erano presenti anche i dirigenti dell’Assessorato e l’amministratore unico dell’agenzia in house della Regione Sardegna.it, David Harris.
Il direttore generale ligure ha chiesto a tutti i commissari rapide informazioni sullo stato dei pagamenti, sugli adempimenti informatici e il sistema centralizzato, sulla situazione dei bilanci e sul personale, sull’accreditamento degli erogatori privati.
Nei prossimi giorni il confronto proseguirà con singoli incontri.
Sia ai commissari che al direttore generale della ASL 1 sono stati dati obiettivi dalla Giunta regionale, con i passaggi necessari a favorire l’incorporazione.

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L’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, ha presentato oggi alla stampa il futuro direttore generale dell’Azienda unica Fulvio Moirano ed il nuovo direttore generale dell’Aou sassarese Antonio D’Urso, ed ha esposto a grandi linee quelli che saranno i programmi della Asl: L’Ats nasce per dare tutela al sistema sanitario e «gli obiettivi primari che cercheremo di realizzare sono la riduzione dei tempi d’attesa per le prestazioni sanitarie e l’offerta di una capillarità di servizi che garantisca la prossimità dei territori». L’incontro si è svolto nella sede della Asl regionale, alla presenza del rettore dell’Ateneo di Sassari, Massimo Carpinelli, del direttore generale dell’assessorato Sanità, Giuseppe Sechi, dei commissari uscenti delle aziende sassaresi, Giuseppe Pintor e Agostino Sussarellu. Il manager ligure Fulvio Moirano si è insediato alla guida della Asl 1 di Sassari ma prenderà in mano il timone della Sanità sarda il 1° gennaio 2017, quando l’Azienda per la tutela della salute sarà una realtà operativa.
L’assessore Arru ha ringraziato i commissari uscenti ed ha parlato dei programmi della Asl unica.

Palazzo della Regione 3 copia

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«Norme e riforme devono trovare uomini e donne adatti per portarle avanti: noi abbiamo scelto quelli giusti per cambiare la sanità sarda». Così il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha presentato oggi alla stampa, con l’assessore della Sanità, Luigi Arru, i nuovi manager delle Aziende sanitarie e ospedaliere della Regione: Fulvio Moirano per la Asl di Sassari e poi Ats, Antonio D’Urso per la guida dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari, Graziella Pintus per l’Azienda Brotzu e Giorgio Sorrentino, per l’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari. Alla presentazione ha partecipato anche il presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale, Raimondo Perra.
«E’ un risultato di cui, come Giunta, siamo orgogliosi, e che arriva dal grande lavoro portato avanti dall’assessorato, dalla nostra maggioranza in Consiglio regionale, dalla commissione Sanità» – ha proseguito il presidente Pigliaru -. Ringraziamo chi ha lavorato come commissario nelle Asl in questo lungo periodo, in una situazione certamente non facile. E ringraziamo chi porta ora qui la sua professionalità e lo fa con entusiasmo. La capacità di attrarre competenze essenziali per crescere è il segno di quella società aperta che la Sardegna sta dimostrando di essere.»

Luigi Arru ha aggiunto che, facendo gioco di squadra, «Abbiamo portato a casa un obiettivo impegnativo, dopo un percorso scosceso, ma affrontato sempre con grande intesa con il Presidente. Siamo soddisfatti – ha detto l’assessore – per le scelte e non c’è stata alcuna preclusione per manager sardi: in questa fase occorreva qualcuno che fosse già pronto per la sfida del piano di rientro e dell’incorporazione delle Asl». Presentando Antonio D’Urso («individuato per la grande esperienza in processi di fusione»), Arru ha ricordato l’importante lavoro del commissario Giuseppe Pintor ed i risultati raggiunti.

Il direttore generale della Asl di Sassari, Fulvio Moirano, entrerà ufficialmente in servizio dal 15 ottobre: «So che sarà impegnativo – ha detto – ma mi piacciono le sfide. La Sardegna non è una Regione cosiddetta canaglia, ma ha un forte disavanzo abbinato a una bassa qualità dei Lea (livelli essenziali di assistenza). Non sono venuto qui per tagliare, credo che i bilanci si mettano a posto riorganizzando le reti di offerta dei servizi. Sarà importante portare a casa la riforma della rete ospedaliera e le cure sul territorio».

Prenderà ufficialmente la guida dell’Aou di Sassari dal 14 ottobre Antonio D’Urso e, come Moirano, ha un contratto per cinque anni. «Non ho timore di affrontare questa nuova esperienza – ha detto ai giornalisti – né paura, ma rispetto e voglia di mettere a disposizione della comunità i miei valori professionali e le mie competenze».

Direttore generale dell’Azienda Brotzu, dopo esserne stata il commissario per oltre due anni, Graziella Pintus ha ricordato il percorso di incorporazione degli ospedali Businco e Microcitemico, concluso lo scorso anno. «Non è stato semplice – ha detto – ma abbiamo raggiunto risultati rilevanti: dall’aumento dei trapianti al punto di accesso di Pronto soccorso pediatrico e, a breve, completeremo il trasferimento della chirurgia pediatrica».

Anche il direttore generale dell’Aou di Cagliari, Giorgio Sorrentino, ha illustrato per grandi linee il lavoro fatto in questi anni da commissario: «Presto concluderemo il trasferimento del Pronto soccorso al Policlinico, abbiamo un reparto di emodinamica all’avanguardia e una rianimazione finalmente unificata e da undici posti. Vogliamo e possiamo valorizzare ancor più l’Azienda universitaria e, quanto fatto finora, ha concluso, si è reso possibile grazie alla collaborazione degli operatori della sanità».

Palazzo della Regione 3 copia

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Il capogruppo del Partito Democratico Pietro Cocco e il collega Luigi Ruggeri (PD) plaudono alla scelta di Fulvio Moirano, nuovo manager della Asl unica.

«Quella del professor Moirano è un’ottima scelta – dice Pietro Cocco che esprime soddisfazione per la designazione di alto profilo fatta dal presidente Pigliaru e dall’assessore Arru sul manager chiamato a guidare la Sanità in Sardegna -. Sono certo che il prof. Moirano, di cui sono note le capacità, la competenza e la professionalità in materia è la persona giusta per affrontare e risolvere le emergenze, ridurre i costi della Sanità e migliorare i servizi per tutti i cittadini della nostra isola.»

«Le dichiarazioni degli esponenti di centrodestra sono inammissibili, ancor più incredibili se si pensa al disastro che i loro manager hanno lasciato in eredità – conclude Pietro Cocco -, a dimostrazione del fatto che non conta dove sei nato ma lavorare per il bene dei Sardi.»

«C’è da essere orgogliosi che un manager con la caratura di Moirano abbia scelto la Sardegna per misurarsi sul progetto di ASL unica. Complimenti quindi a Pigliaru e Arru, che hanno usato qualche giorno in più per assicurare alla Sardegna un risultato prestigiosissimo – aggiunge Luigi Ruggeri -. E’ la garanzia del senso e dell’utilità di una Azienda sanitaria unica, alla quale si chiede di efficientare i servizi azzerando sovrapposizioni, sprechi e inappropriatezza assistenziale. Di fronte ad un numero uno nazionale, le polemiche sul suo luogo di nascita suonano ridicole e provinciali.»

«Come se i sardi bravi dovessero ricevere veti locali, se chiamati a dirigere fuori dalla Sardegna. Ma le polemiche sono anche molto sospette, dato che quelli che invocano il reato di lesa sardità sono gli stessi che hanno usato la sanità come un proprio feudo per promuovere carriere e incarichi sulla base della fedeltà al padrino politico. Con Moirano e la lealtà istituzionale dell’assessore Arru – conclude Luigi Ruggeri – abbiamo la sicurezza che la sanità resterà distante dagli appetiti politici.»

Pietro Cocco e Luigi Ruggeri respingono le critiche giunte dai colleghi dell’opposizione di centrodestra, ma va sottolineato che forse le critiche più dure alla scelta di Fulvio Moirano sono arrivate da consiglieri e assessori del centrosinistra, vedi quanto ha scritto ieri nel suo blog l’assessore dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda, che «il curriculum di Moirano è oggettivamente indiscutibile, ma è anche vero che noi avevamo detto e continuiamo a dire che esistono in Sardegna le risorse umane, culturali e professionali per affrontare la sfida audace della Asl unica, ossia di una Asl, voluta contro la nostra posizione, di 24.000 km/quadrati e di un milione e mezzo di abitanti, che agirà in territori con orografia, infrastrutturazione e istruzione assolutamente diseguale. I giornali dicono che Moirano è una scelta del Presidente ed è vero; noi la subiamo per ragion di Stato, come abbiamo subito la Asl unica e vigileremo su come il differenziale curricolare si tradurrà in un differenziale di risultato».

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La Giunta regionale ha ufficializzato nella tarda mattinata la nomina di Fulvio Moirano direttore generale dell’Azienda per la tutela della Salute. La scelta, maturata per un percorso breve ma molto accidentato per le forti opposizioni emerse nella maggioranza di centrosinistra che sostiene la Giunta Pigliaru, passa attraverso un passaggio intermedio che è quello di direttore generale della Asl 1 di Sassari, che entro il 31 dicembre 2016, incorporerà le sette aziende sanitarie della Sardegna. Fulvio Moirano, 63 anni, di Quiliano (provincia di Savona), è dal luglio 2014 direttore generale dell’assessorato della Sanità della Regione Piemonte, dopo aver diretto dal 2009 al 2014 Agenas, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari. In passato è stato commissario dell’IRCCS Ifo di Roma e dell’IRCCS Spallanzani.
«Si tratta di un grande e stimato professionista, con competenze in sanità che pochissimi possono vantare – ha dichiarato il presidente della regione Francesco Pigliaru -. La sfida che stiamo portando avanti è difficile e ambiziosa: vogliamo migliorare rapidamente i conti ma soprattutto la qualità della sanità per i nostri cittadini. Per farlo avevamo promesso che avremmo cercato la persona più adatta per affrontarla e vincerla. Oggi siamo orgogliosi di aver mantenuto questa fondamentale promessa e ciò – ha concluso il presidente Pigliaru – anche grazie anche alla piena disponibilità e collaborazione dimostrata dalla Regione Piemonte e dal presidente Sergio Chiamparino in particolare.»
La Giunta, valutando positivamente l’operato dei commissari, ha nominato Graziella Pintus direttore generale dell’Azienda ospedaliera Brotzu e individuato Giorgio Sorrentino, con la piena intesa dell’Università, come direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari. L’esecutivo ha inoltre dato il via libera alla delibera che modifica le retribuzioni, adeguandole al tetto previsto per le posizioni apicali della Pubblica Amministrazione. La prossima settimana si terrà la conferenza stampa di presentazione.

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L’ormai quasi certa nomina del manager ligure Fulvio Moirano, dal luglio 2014 direttore della sanità piemontese, dopo aver diretto dal 2009 al 2014 Agenas, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari, sta creando nuovi problemi nella maggioranza di centrosinistra che sostiene la Giunta Pigliaru. Dopo lo stop alla candidatura di Francesco Nicola Zavattaro, imposto a Pigliaru sia all’interno della Giunta sia da alcuni partiti della maggioranza, nei giorni scorsi sembrava aver preso consistenza la candidatura di Giorgio Sorrentino, attuale commissario straordinario dell’Azienza ospedaliero-universitaria di Cagliari, ma il presidente Pigliaru non ha abbandonato la strada intrapresa per portare un “continentale” alla guida della sanità sarda, strada che lo ha portato in Piemonte, dove opera, con grandi consensi, Fulvio Moirano.

La scelta di un manager “continentale” continua ad avere forti oppositori, tra i quali c’è l’assessore dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda, leader del Partito dei Sardi, forza politica in continua ascesa, sia numerica sia di incidenza sulle scelte strategiche della coalizione. Stamane, nel suo blog “Sardegna e Libertà – Magazine”, Paolo Maninchedda ha scritto un intervento che nella prima parte si sofferma dettagliatamente sull’imponente lavoro svolto dal suo assessorato (è di ieri l’approvazione della legge di riforma di Area, l’Agenzia regionale per l’edilizia abitativa) e nella seconda dedica un passaggio durissimo alla scelta del manager che andrà a guidare la Asl unica nell’Isola.
«Mentre una persona si fa un mazzo tanto, nel frattempo accade che arriva Moirano – scrive Paolo Maninchedda -, ma non in colloqui diretti fra assessori, no, così sarebbe troppo democratico e volgare, troppo ordinario, arriva oggi dagli organi di stampa e nei giorni scorsi dal gossip dei corridoi e da qualche gentile confidenza di qualche raffinato collega della Giunta. Lo schema, di una violenza degna delle spade insanguinate del Settecento, sempre accompagnate da cipria e vasellina, è che prima si inchioda per benino il prigioniero, poi gli si chiede di dialogare. E infatti il prigioniero ripercorre a memoria tutto il turpiloquio appreso sui banchi di scuola e non trova la parola giusta da dirsi, ma consuma gli affetti, quelli li consuma fino in fondo.
Prima di tutto la verità. Mesi fa il Presidente ci aveva, come dire, scandagliato sul curriculum di Moirano che è oggettivamente indiscutibile, ma è anche vero che noi avevamo detto e continuiamo a dire che esistono in Sardegna le risorse umane, culturali e professionali per affrontare la sfida audace della Asl unica, ossia di una Asl, voluta contro la nostra posizione, di 24.000 km/quadrati e di un milione e mezzo di abitanti, che agirà in territori con orografia, infrastrutturazione e istruzione assolutamente diseguale. I giornali dicono che Moirano è una scelta del Presidente ed è vero; noi la subiamo per ragion di Stato, come abbiamo subito la Asl unica e vigileremo su come il differenziale curricolare si tradurrà in un differenziale di risultato. Nel frattempo tutto ciò che avevamo detto sulla sanità sarda si sta avverando ed è uno scenario tutt’altro che rassicurante, sia in termini finanziari che di servizi; nel frattempo, ovviamente, la Versailles delle siringhe ha già prenotato contee e marchesati, baronie e viscontati in camice bianco, sempre però ostentando in pubblico il candido volto delle vergini immacolate. A noi piacciono le donne praticanti, quelle che amano la vita e rimangono caste (concetto troppo complesso per la volgarità dei tempi, che mi riservo di spiegare in un sermoncino domenicale su che cosa sia realmente la castità, che è cosa diversa dall’astinenza). Noi siamo convinti che le grandi riforme hanno bisogno di profonde conoscenze, di grandi capacità di dialogo, di impegno di tutta la classe dirigente per raggiungere il risultato. Noi vogliamo trasformare la classe dirigente sarda in classe dirigente di Stato; non la odiamo; non la disprezziamo e vogliamo lavorarci. Su questi temi ci si confronterà, in pubblico però, non in privato.»
«Leggo poi sul giornale che Nicola Selloni, segretario del CD, lamenta sul piano umano una telefonata mancata. Sull’adesione di Roberto Desini al Partito dei Sardi sono state dette e scritte cose così gravi e volgari che, per abitudine, penso debbano essere fatte decantare, perché alla lunga la verità, che è semplice e banale e legata alla bellezza della libertà umana e alla complessità dei rapporti umani (appunto), verrà fuori e allora è probabile che le persone oneste che in passato ho conosciuto sentiranno lo scrupolo di chiedere scusa. Nel frattempo, una certezza – conclude Paolo Maninchedda -: noi non siamo a caccia di nuovi ruoli e responsabilità, siamo a caccia di un pronunciamento forte del Presidente sui temi della sovranità sarda; noi vogliamo andare alle prossime elezioni sotto la bandiera dell’indipendenza della Sardegna.»

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