22 November, 2024
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Un super corso di chirurgia per apprendere le migliori tecniche in una realtà immersiva e assolutamente all’avanguardia in Italia. È quello che hanno messo in campo, ieri lunedì 16 e oggi martedì 17 ottobre, l’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari e l’Università degli Studi di Cagliari, nelle aule del Centro formazione della Facoltà di Medicina.Si tratta del corso CCrISP (Care of the Critically Ill Surgical Patient), un corso interattivo realizzato dal Royal College of Surgeon of England che coniuga le conoscenze teoriche e le abilità pratiche necessarie per prendersi cura dei pazienti chirurgici complessi e ad alto rischio di complicanze.

Docenti competenti di entrambe le specialità chirurgiche e anestesiologiche provenienti dall’Ospedale Niguarda di Milano e dall’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo hanno guidato gli specializzandi nell’acquisire, attraverso lezioni a piccoli gruppi e casi clinici, un metodo di approccio e gestione del malato chirurgico critico.

Sono stati affrontati temi importanti come la sepsi, le Insufficienze d’organo, l’equilibrio acido/base, gli aspetti nutrizionali e altri importanti argomenti.

Il corso è stato richiesto dal Dipartimento di Scienze chirurgiche diretto dal prof. Piergiorgio Calò, direttore della Chirurgia generale dell’Aou di Cagliari, insieme al preside della facoltà di Medicina prof. Luca Saba (direttore della Radiologia del Policlinico Casula), al coordinatore delle Scuole di specializzazione prof. Gabriele Finco (direttore dell’Anestesia del Policlinico Casula) e ha visto protagonista il prof. Luigi Zorcolo, direttore della Chirurgia Colon proctologica dell’Aou.

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I 10 direttori delle strutture del DAI di Chirurgia del presidio ospedaliero Duilio Casula di Monserrato, prof. Piergiorgio Calò, prof.ssa Elisabetta Cotti, prof. Enrico Erdas, prof. Andrea Figus. prof. Adolfo Pisanu, prof. Roberto Puxeddu, prof. Luigi Zorcolo, prof. Roberto Montisci, dott. Mauro Cabras e prof. Gabriele Finco, hanno inviato una segnalazione al direttore generale dell’AOU di Cagliari, dott. Giorgio Sorrentino e al direttore sanitario, dott. Nazzareno Pacifico (e, per conoscenza, al magnifico rettore dell’Università di Cagliari, prof.ssa Maria Del Zompo e al pro rettore, prof. Francesco Marongiu, ai sensi dell’art. 20 lett. f. del dlgs n. 81/2008, slla diffusione del Coronavirus nel presidio ospedaliero.

«In queste ore assistiamo tutti con viva preoccupazione al dilagare dei contagi del virus SARCOV2 nel nostro Presidio Ospedaliero – scrivono i 10 direttori -. Duole però constatare, a nostro parere, che tale situazione scaturisce non dalla fatalità, ma bensì dall’insufficienza delle misure di prevenzione e protezione fin qui poste in essere che, si ritiene (e si tratta di una conferma di quanto già riferito), debbano essere riviste e/o aggiornate. L’aumento incontrollato dei casi di positività al virus SAR-COV2 tra i degenti e tra il personale sanitario dimostra, a nostro avviso, la presenza di un cluster di contagio all’interno del Policlinico che mette a grave rischio la salute non solo degli operatori sanitari e dei pazienti, ma anche quella dell’intera area metropolitana di Cagliari. In tale contesto, l’assenza di una risposta drastica può avere dei risvolti drammatici che è necessario scongiurare con la massima rapidità di azione. È spiacevole ma doveroso sottolineare come in tempi non sospetti avessimo già più volte lamentato i pericoli correlati a scelte gestionali perseguite con la convinzione che, trattandosi di un Presidio no-Covid, il rischio di una diffusione interna del virus sarebbe stato estremamente contenuto – aggiungono i 10 direttori – Già in data 24/03/2020 il Dipartimento di Chirurgia, sulla scorta dell’esperienza maturata in altre realtà ospedaliere e delle sempre più numerose evidenze scientifiche, aveva richiesto un urgente aggiornamento del protocollo utilizzato per i pazienti che accedono al Policlinico tramite Pronto Soccorso. Era stato infatti presentato un documento ben articolato che, tra le altre cose, prevedeva la creazione di spazi adeguati, separati dal resto dell’ospedale, gestiti da operatori dotati di DPI secondo procedure identiche a quelle adottate presso i centri COVID. Di fatto, tale documento attende ancora di essere ratificato e tutte le nostre richieste, ivi compreso lo screening di tutto il personale sanitario del Dipartimento, ad oggi, sono rimaste disattese. Si deve, al riguardo, constatare che in altre realtà ospedaliere della nostra Regione protocolli simili a quello proposto sono, invece, operativi già dagli inizi di marzo, ed il fatto che attualmente il nostro presidio versi in tale situazione concorre a spiegare quali conseguenze possano determinarsi a causa del mancato recepimento dei suggerimenti indirizzati da parte di chi lavora sul campo e che ha, forse, una più chiara percezione delle situazioni di rischio specifico o, se anche questo non fosse, un’altra visione sulla quale vale la pena confrontarsi, tanto più quando il rischio paventato si concretizzi. Suggerimenti che costituiscono, peraltro, un preciso obbligo per i lavoratori, i quali, ai sensi dall’art. 20, comma 2 lett. f) del DLGS n. 81/2008, “devono […] segnalare immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto le deficienze dei mezzi e dei dispositivi di cui alle lettere c) e d) (n.d.r. i DPI) nonché qualsiasi eventuale condizione di pericolo di cui vengano a conoscenza.” In particolare, si deve ancora una volta rilevare come il filtro del Pronto Soccorso si sia dimostrato inefficace, come anche l’ultimo episodio che ha coinvolto il collega dimostra (difatti, pur avendo una sintomatologia e una TC chiaramente indicative di COVID-19, è stato trattenuto in OBI e successivamente trasferito al settore Broncopolmoniti no COVID-19 sulla base di un tampone falsamente negativo, e tenuto 48 ore in un ambiente chiaramente inadeguato in quanto non messo a norma per pazienti COVID-19). Il dipartimento di Chirurgia oggi sta pagando a caro prezzo questa linea di condotta. Un nostro caro collega, a causa della presenza dell’infezione virale all’interno dell’ospedale, ha sviluppato una polmonite da Covid-19 e si trova ora ricoverato. Molti altri operatori sanitari e pazienti sono stati infettati e non è imprevedibile che l’ondata dei contagi non si fermi a breve, con l’ovvia conseguenza che, purtroppo, non è possibile escludere che altre persone possano essere coinvolte nell’immediato periodo. Alla luce di quanto sopra esposto, chiediamo alle SSVV che vengano urgentemente valutate e messe in atto le seguenti proposte, che riteniamo indispensabili per la sicurezza del nostro Ospedale e di tutta la comunità:

1) Isolamento del Policlinico Universitario “Duilio Casula”, bloccando gli accessi al PS e qualsiasi altro ricovero per un periodo che consenta l’identificazione e l’implementazione delle misure operative necessarie a riaprire la struttura in condizioni di massima sicurezza per i pazienti e gli operatori;

2) All’interno di queste ultime, la predisposizione immediata di un reparto “COVID” (il blocco C potrebbe essere un luogo adeguato, previa completa separazione delle due corsie). Tale reparto dovrà essere totalmente isolato dal resto dell’ospedale e gestito da personale che rimane nel reparto per tutto il turno, si veste e sveste secondo le procedure in stanze dedicate, secondo un percorso consono al trattamento dei pazienti COVID positivi;

3) che venga ratificato il protocollo da noi presentato per gestire i pazienti sospetti;

4) che venga predisposta una sala operatoria “COVID”, dove operare i casi sospetti o confermati che non possano essere trasferiti. Tale sala operatoria dovrà essere totalmente separata dal resto del blocco operatorio e pertanto la soluzione temporanea che prevede l’utilizzo della sala 1 deve essere necessariamente rivista;

5) Ci sia consentito aggiungere che riteniamo inappropriati e fuorvianti i comunicati stampa redatti in questi ultimi giorni in cui, da un lato, si assicura la popolazione che la situazione è sotto controllo, dall’altro, si giustificano i casi COVID positivi con comportamenti imprudenti da parte del personale. Riteniamo, infatti, che tali notizie non solo non siano corrette ma anche offensive nei confronti dei colleghi coinvolti, ai quali va tutta la nostra incondizionata solidarietà e gli auguri per una pronta guarigione. È incontrovertibile inoltre, che i dati epidemiologici siano indicativi del fatto che i sanitari siano a rischio di contagio della malattia piuttosto che il veicolo per il contagio.

6) Si richiede l’immediata chiusura del Bar e la disattivazione dei distributori di bevande che rappresentano un ulteriore rischio di diffusione del virus.»

«Si comunica, infine, che allo scopo di adempiere all’obbligo di sicurezza posto dall’art. 20 lett. f. cit. ultima parte (con riferimento all’obbligo di adoperarsi “direttamente, in caso di urgenza, nell’ambito delle proprie competenze e possibilità e fatto salvo l’obbligo di cui alla lettera f) per eliminare o ridurre le situazioni di pericolo grave e incombente”) – concludono i 10 direttori delle strutture DAI di Chirurgia del presidio ospedaliero Duilio Casula – per i 14 giorni  successivi alle festività Pasquali, il Dipartimento di Chirurgia sospenderà completamente l’elezione, garantendo esclusivamente gli interventi in regime di urgenza ed emergenza ed i casi dei pazienti non trasportabili.

Con l’auspicio che le nostre richieste non vengano ulteriormente disattese, porgiamo i nostri più cordiali saluti.»

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Visite per terapia antalgica, terapia medica farmacologica del dolore, blocchi antalgici anestetici e peridurali, agopuntura per anestesia, mesoterapia, iniezione di sostanze terapeutiche nell’articolazione o nel legamento, iniezione di sostanze terapeutiche ad azione locale, irrigazione di ferita, elettroterapia antalgica: sono alcuni dei trattamenti erogati dalla Servizio Cure Palliative, Ambulatoriali per la terapia del Dolore e Hospice diretta dal responsabile ff dr. Marhil Wesam, negli ambulatori di Iglesias (Palazzina Hospice), Carbonia (Ospedale Sirai), e Carloforte (Poliambulatorio). E’ possibile richiedere anche terapie domiciliari concordate col MMG (dolore maligno da neoplasia).

Nel 2019, in netto aumento rispetto agli anni precedenti, sono stati oltre 11.000 gli accessi per i pazienti oncologici e tracheostomizzati ed oltre 2.600 gli accessi per terapie antalgiche e altri trattamenti.

Le prestazioni, eseguite da Medici Anestesisti e Oncologi (terapisti del dolore e cure palliative) coadiuvati da personale infermieristico specializzato, sono destinate a pazienti con dolore acuto e cronico benigno e maligno.

Grazie alle attività svolte per il territorio, alla stretta collaborazione con la Struttura di Terapia del Dolore dell’Ospedale Oncologico Businco di Cagliari diretta dal dott. Sergio Mameli ed alla convenzione con l’Università degli studi di Cagliari – Facoltà di Medicina e Chirurgia presieduta dal prof. Gabriele Finco, dallo scorso dicembre il Servizio è sede di tirocinio per gli studenti del 1° Master Regionale “Cure palliative/Terapia del Dolore”: gli specializzandi, coordinati e affiancati dal personale medico e infermieristico si preparano sul campo a gestire strategie assistenziali globali, interprofessionali e di elevata qualità finalizzate alla cura della persona affetta da patologia ad andamento cronico evolutivo.

Le cure Palliative in Italia e in Sardegna. La legge sulle cure palliative e terapia del dolore approvata il 15 marzo 2010 rappresenta un grande risultato per il nostro sistema sanitario e posiziona il nostro Paese tra quelli più aggiornati in questo ambito assistenziale. Prevede la realizzazione di una rete nazionale per le cure palliative e terapia del dolore e la costruzione di una rete territoriale di strutture sanitarie e assistenza domiciliare, che provveda a garantire le cure palliative e la terapia del dolore su base regionale, volte ad assicurare la continuità assistenziale del malato dalla struttura ospedaliera al suo domicilio. La rete è costituita dall’insieme delle strutture sanitarie, ospedaliere, territoriali e assistenziali, delle figure professionali e degli interventi diagnostici e terapeutici disponibili nelle regioni e nelle province autonome, dedicati all’erogazione delle cure palliative e al controllo del dolore in tutte le fasi della malattia.

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GiorgioLaNasa-BarabaraJaneBainMag16

La scienziata inglese Barbara Jane Bain in ateneo. Docente di ematologia al prestigioso Imperial College di Londra, prende parte al programma curato dalla direzione Ricerca dell’ateneo e finanziato con un milione di euro dalla Regione. Da marzo a novembre 65 specialisti internazionali dissertano all’Università di Cagliari su fisica, diritto, economia, chimica, fisica, medicina, ingegneria, letteratura, geologia, matematica e scienze sociali

La facoltà di medicina, con Giorgio La Nasa – direttore scuola specializzazione in ematologia e centro trapianti midollo spinale, ospedale Binaghi – attento e abile e nel cogliere l’insieme delle preziose valenze scientifiche, cliniche e didattiche, ospita la scienziata britannica, Barbara Jane Bain. Classe ‘41, tra le massime autorità mondiali del settore, docente di ematologia all’Imperial College di Londra, tempio internazionale della cultura medica e non solo, la professoressa è approdata all’ateneo di Cagliari anche per la forte valenza della sua ultima ricerca “Blood film and bone marrow morphology”. Su “Pellicola del sangue e morfologia del midollo osseo” ha dissertato dal 19 maggio – e fino al 2 giugno – con gli allievi, gli specialisti e il pool del professor La Nasa e con gli studenti della facoltà presieduta dal professor Gabriele Finco. Oltre trent’anni di esperienza nell’insegnamento di ematologia, pubblicazioni e testi raccomandati anche dal Royal College of Patology, la professoressa Bain è icona di una strada proficua e di pregio quale è quella sostenuta dall’ateneo con i Visiting Scientist. Prosegue a gonfie vele il programma curato dalla direzione Ricerca dell’ateneo e finanziato con un milione di euro dalla Regione (legge 7 agosto 2007, n. 7: “Promozione ricerca scientifica e innovazione tecnologica in Sardegna”). Da marzo a novembre di quest’anno saranno 65 gli specialisti giunti nelle strutture dell’Università di Cagliari e provenienti dai cinque continenti. Al centro degli incontri, relazioni e docenza specifica di elevato profilo accademico. Un valore aggiunto per studenti, ricercatori e docenti.

«Gli incontri dei Visiting scientists si sono aperti nel mese di marzo e si chiudono a novembre. La permanenza dei docenti in ateneo – spiega il pro rettore per la Ricerca scientifica, Micaela Morelli – oscilla tra i quindici giorni e i quattro mesi. La nostra Università avvia e sostiene il programma Visiting Scientist, in coerenza con l’obiettivo strategico teso a migliorare l’attrattività internazionale. Un percorso che prevede una selezione di progetti di ricerca congiunti per il conferimento di borse di ricerca a studiosi di comprovata esperienza scientifica, impegnati stabilmente e continuativamente all’estero in attività di ricerca.»

Il programma prevede che i Visiting Scientist svolgano la propria attività nelle strutture di ricerca dell’Università. Il loro contributo deve consentire: 1) lo sviluppo della qualità dell’attività di ricerca; 2) il trasferimento di conoscenze e competenze finalizzate ad accrescere le capacità di ricercatori, gruppi di ricerca, dottorandi e studenti dell’ateneo; 3) lo sviluppo delle reti di collaborazione e di partenariati per la presentazione di progetti di ricerca internazionali.

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Andrea Mura 2

Domani, giovedì 19 maggio, a partire dalle ore 17.00, nell’aula magna (Rossa) dell’asse E della facoltà di Medicina – Cittadella universitaria di Monserrato – il grande velista Andrea Mura terrà una lezione magistrale agli studenti dei tre anni del corso di laurea in Scienze motorie. All’incontro presenzieranno il rettore Maria Del Zompo, il presidente di medicina, Gabriele Finco, i docenti della facoltà, autorità civili e politiche.

Rigore, coerenza e impegno: professionale, sociale e sportivo. Ma anche testimonial per promozione del rispetto e dei valori fondamentali dell’etica nello sport. Andrea Mura è considerabile un maestro per passione e dedizione verso lo sport e la vela in particolare. Ma anche e, soprattutto, per l’aspetto umano e lavorativo. Elementi centrali nel corso di laurea in scienze motorie e sportive. Fisicamente preparato per affrontare la fatica fisica nel suo grado estremo di sopportazione, dimostrata nelle numerose regate in solitario dove il freddo, ha messo in pratica vari insegnamenti del corso quali Metodologia dello sport, metodi e didattiche delle attività sportive, psicologia dello sport, Oltre agli elementi di primo soccorso per sé e i compagni di regata, abilità linguistica e comprensione ed uso dell’alimentazione adatta per lo sport estremo. Un testimonial di pregio anche per saper gestire un’impresa con la fondazione della veleria omonima, in perfetta linea con quanto si insegna nel corso dell’ateneo di Cagliari (economia aziendale, economia e gestione delle imprese). In breve, un atleta preparato da un punto di vista psicologico, motorio-alimentare e finanziario.

L’iniziativa, oltre a coniugare esperienze e insegnamenti di forte impatto, ha l’intento di evidenziare quanto sia e possa essere proficuo l’utilizzo dello sport per promuovere la Sardegna nel mondo. La nostra isola è campo di regata ideale per tutte le specialità veliche. «Il fatto che Cagliari sia sede della vela se le Olimpiadi del 2024 verranno assegnate all’Italia, è un altro aspetto che ci conforta e ci spinge a perseguire – spiega il professor Loviselli – quel che l’università è tenuta a favorire: azioni e iniziative volte a diffondere una rinnovata cultura sportiva nella piena consapevolezza e condivisione delle sue finalità educative, formative e sociali, in grado di favorire l’inserimento nel mondo del lavoro».