21 November, 2024
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«Per il rilascio dell’autorizzazione regionale alla pesca del corallo rosso è previsto il pagamento di 1500 euro, un importo ritenuto congruo per il valore commerciale della risorsa e del fatturato delle imprese del settore. Le risorse finanziare provenienti dai versamenti dovuti per il rilascio della tassa potrebbero essere destinate ad attività di formazione e ricerca scientifica sul corallo rosso.»

Lo precisa l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, che chiarisce alcuni aspetti del decreto firmato nei giorni scorsi.

Per i termini previsti per il pagamento, il decreto prevede che la ricevuta del versamento della tassa annua dovuta per il rilascio dell’autorizzazione dovrà essere caricata da parte degli operatori ammessi in graduatoria sul sistema Sportello unico dei servizi (Sus) entro e non oltre il termine indicato nella notifica (presente sul Sus e inviata anche via mail all’indirizzo indicato dal richiedente) con la quale è comunicata l’accettazione dell’istanza. «Qualora ci fossero delle necessità di dilazionare questo termine di pagamento in conseguenza dell’emergenza Covid-19spiega l’assessore dell’Agricoltura lo si potrà prevedere, inserendo nel decreto una deroga all’accertamento dell’effettivo versamento della tassa regionale per il rilascio delle autorizzazioni.»

«Per quanto riguarda invece la certificazione medicaaggiunge Gabriella Murgiabisogna considerare la particolare complessità della pesca del corallo rosso che viene svolta a profondità elevate e che pertanto necessita, oltre che di una consolidata esperienza nelle tecniche di immersione subacquea anche di condizioni di salute certificate a garanzia della tutela degli stessi operatori. Su questo punto non è possibile prevedere alcuna deroga, ma solo un eventuale dilazione dei termini. Pertanto, il rilascio dell’autorizzazione potrà avvenire solo qualora l’operatore sia in grado di produrre la certificazione medica prevista nel decreto.»

La piattaforma Sus prevede il caricamento di questa certificazione medica per poter concludere la procedura di presentazione dell’istanza. Nel caso in cui fosse necessaria una tempistica diversa da quella prevista (20 aprile) per la presentazione della documentazione si potrà caricare una dichiarazione d’impegno a presentare la certificazione medica richiesta, fermo restando che questi operatori potranno essere inseriti in graduatoria solo con riserva e autorizzati all’esercizio della pesca solo dopo presentazione del certificato medico di abilitazione.

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«Siamo pronti a intervenire subito per aiutare le nostre aziende agricole che, già duramente colpite dall’emergenza Coronavirus, hanno visto le loro coltivazioni devastate da eventi atmosferici avversi, come gelate e brinate, che ci sono stati segnalati in questi giorni.»

Lo ha detto oggi l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, che ha attivato le procedure perché vengano effettuati i sopralluoghi per verificare la possibilità del ristoro dei danni subiti.

«Laddove ricorrano i presupposti di legge – ha concluso l’assessore Gabriella Murgiala Giunta regionale potrà così valutare l’attivazione di misure compensative per danni da eventi assicurabili, in casi eccezionali da essa individuati.»

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«Dobbiamo imparare a percepire l’agricoltura sarda come una grande opportunità, considerata l’alta qualità dei nostri prodotti, senza dimenticarci di trovare soluzioni a tutte quelle problematiche che si sono accumulate negli anni e che stiamo affrontando con molta attenzione.»

Lo ha detto l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, oggi a margine di Fieragricola, la rassegna internazionale dedicata all’agricoltura e alla zootecnia in programma fino a sabato primo febbraio a Verona.

«In questi giorni in cui il dibattito sul ‘green deal’ è di stretta attualità – ha aggiunto l’assessore regionale dell’Agricoltura – la mia presenza qui a Verona è doverosa per riflettere sulle sfide che il mondo delle campagne dovrà affrontare nei prossimi anni e sul contributo che vorrà dare nel percorso per la salvaguardia della terra. La nostra agricoltura deve quindi proseguire nel solco del rispetto dell’ambiente, puntando sulle nuove tecnologie per garantire la massima qualità delle produzioni agroalimentari e una maggiore competitività alle aziende nel lungo periodo.»

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«Stiamo monitorando la situazione e siamo pronti a sostenere in ogni modo il nostro comparto agroalimentare, dai vini ai formaggi, che con le sue eccellenze rappresenta un’attività trainante dell’intera economia sarda.»
Lo dichiara l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, in vista della conclusione della procedura di consultazione avviata dal Dipartimento del commercio degli Stati Uniti, che potrebbe introdurre nuovi dazi sulle importazioni.

«Grazie alle loro indiscusse qualità – commenta l’assessore regionale dell’Agricoltura – i prodotti sardi stanno conquistando fette di mercato sempre più ampie affermandosi in tutto il mondo. Non possiamo certo permettere che lo sviluppo delle nostre aziende venga messo a rischio ed è per questo che stiamo seguendo con attenzione l’evolversi degli avvenimenti che si susseguono in uno scenario internazionale difficile. E siamo pronti a intraprendere tutte le procedure, sollecitando anche l’intervento del Governo, per tutelare le nostre imprese e i nostri lavoratori.»

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«La Sardegna è tra le prime sei regioni d’Italia per capacità di spesa del Psr. Un risultato importante che ci consente di centrare gli obiettivi programmati e di guardare con ottimismo al conseguimento del prossimo obiettivo fissato al 31 dicembre del 2020.»

Così l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, commenta gli ultimi dati, pubblicati da Agea sul sito della Rete rurale nazionale, sulla situazione dell’avanzamento della spesa dei Psr (i Programmi di sviluppo rurale) italiani, cofinanziati dal fondo comunitario Feasr, al 31 dicembre 2019.

«Dalla tabella relativa alle spese effettivamente sostenute – sottolinea l’assessore regionale dell’Agricoltura – emerge che il Psr della Sardegna ha registrato una spesa complessiva di oltre 624 milioni di euro, pari al 48,39% della dotazione complessiva da spendere entro il 31 dicembre 2023. Rispetto agli obiettivi fissati al 31 dicembre 2019 (N+3), il Psr Sardegna ha ottenuto un livello di spesa pari a oltre il 126%. Rilevante la spesa registrata nell’ultimo mese del 2019 con il pagamento di oltre 29.000 domande per un importo complessivo di 66,5 milioni di euro.»

In allegato la tabella con i dati sull’avanzamento della spesa dei Psr

PSR_avanzamento_31.12.2019_FINALE_per_N_3_al_31_12_2019

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«Noi non ci siamo dimenticati dei nostri pastori. Anzi, abbiamo più volte sollecitato il Governo a trovare soluzioni in tempi rapidi per quello che è diventato un grande problema sociale.»

Lo precisa l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, che nei giorni scorsi ha inviato una lettera al ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, per chiedere un intervento urgente per dare continuità amministrativa, così come promesso nella suo primo incontro con i rappresentanti dei pastori in Sardegna, alla legge 44, il cosiddetto ‘decreto emergenza’, a cominciare dal monitoraggio del latte.

«Gli allevatori – scrive l’esponente della Giunta Solinas – lamentano il fatto che nessuna delle proposte da loro avanzate sia stata considerata e applicata e che, a distanza di quasi un anno, non siano stati adottati i provvedimenti ritenuti necessari per modificare e regolamentare l’impostazione del sistema produttivo. La necessità di poter regolare il rapporto con i trasformatori, con un contratto redatto secondo le prescrizioni stabilite dal Regolamento Ue 1308 del 2013, sulla base del costo di produzione del latte, del suo prezzo di mercato e non di quello di vendita del pecorino romano, è per gli allevatori condizione imprescindibile in quanto, a loro avviso, l’unica che potrebbe assicurare maggiore stabilità al reddito aziendale.»

«Ad aggravare la situazione – sottolinea l’assessore Gabriella Murgia – l’avvio della nuova campagna produttiva, con le regole di sempre e impostata sul sistema degli acconti, un prezzo per il latte proposto dai trasformatori industriali ancora al di sotto del costo di produzione e la mancata definizione del prezzo del latte della scorsa campagna e dei relativi saldi.»

A tutto questo si aggiunge «l’eccessiva rigidità delle attuali vincolanti procedure, che si ritiene debbano essere snellite, per far fronte all’emergenza, che non consente e anzi preclude alle aziende in difficoltà di poter accedere anche alle misure del Psr». Diventa poi inderogabile, è scritto ancora nella lettera al ministro, »l’applicazione immediata dell’articolo 3 della legge 44 del 2019, per quanto attiene la tracciabilità del latte ovino prodotto in Sardegna».

Ed è per questo che l’assessore dell’Agricoltura chiede al ministro “l’emissione dei decreti attuativi che dovranno regolare l’applicazione di norme già in vigore, che per la Sardegna si ritengono urgenti, e la convocazione della Conferenza Stato-Regioni, nell’ambito della quale dovrà deliberarsi la puntuale applicazione delle misure previste dalla legge 44. Solo dopo l’applicazione della regolamentazione europea – spiega Gabriella Murgia – si potrà prevedere un disegno di legge a regia regionale (già pianificato) per la definitiva risoluzione delle problematiche dei pastori che non vedono riconosciuto il loro lavoro al pari di altri».

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L’assessore regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, ha inviato oggi una lettera al ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, per chiedere «il rispetto delle promesse fatte dal Governo sulla vertenza del latte ovino in Sardegna, che sta raggiungendo gravi livelli di allarme sociale».

«Nessun impegno è stato finora mantenuto – sottolinea l’assessore Gabriella Murgia – e ciò sta comportando nell’Isola un enorme disagio, tenendo conto che le persone occupate nel comparto ovicaprino sardo sono ben più numerose dei dipendenti dell’Ilva di Taranto, con un indotto ancor maggiore. Salvare centinaia di posti di lavoro è un dovere. Solo che per le acciaierie inquinanti lo Stato ha stanziato miliardi di euro, mentre per un sistema economico che tutela e difende l’ambiente non si intende spendere neppure un soldo.»

L’assessore Gabriella Murgia richiama quindi il Governo «ad un atteggiamento di responsabilità istituzionale, per consentire a decine di migliaia di allevatori di poter continuare a svolgere con dignità il proprio lavoro».

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La Cia Sardegna chiama a raccolta iscritti ed istituzioni per analizzare e pianificare le azioni da intraprendere in merito alla programmazione della nuova PAC 2021-2027.

Venerdì 20 dicembre, alle ore 10.00, al Centro congressi “L’Anfora”, a Tramatza, al km 103 della strada statale 131, sono convocate l’assemblea regionale e le tre assemblee provinciali Cagliari-Sud Sardegna, Nord Sardegna e Sardegna Centrale. Alla giornata dedicata all’informazione e al dibattito riguardo alla definizione della nuova Politica Agricola Comune in via di stesura in sede europea, parteciperanno l’assessora regionale all’Agricoltura, Gabriella Murgia, il responsabile nazionale del dipartimento Sviluppo agroalimentare e Territorio della Cia, Pino Comacchia, il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino. I lavori saranno aperti dall’intervento del presidente regionale della Cia Sardegna, Francesco Erbì, e proseguiranno con l’obiettivo di fare il punto sui problemi del comparto agricolo sardo, e sulle ricadute che potranno derivare dalla prossima approvazione della PAC 2021-2027.

La Cia Sardegna invita a partecipare all’evento tutte le forze istituzionali, politiche e sociali del territorio, nonché le organizzazioni professionali agricole e dei tecnici che operano nel settore, in modo da poter fornire un’informazione completa e qualificata ai associati e agli agricoltori sulla normativa comunitaria in via di approvazione.

Sul tema della nuova PAC, la Cia Sardegna, attraverso le parole del presidente regionale, Francesco Erbì, ha già lanciato nei giorni scorsi un appello alla politica e alle istituzioni regionali affinché si avvia una mobilitazione a difesa delle prerogative dell’agricoltura sarda, evitando che le imprese isolane risultino in qualche modo svantaggiate dall’adozione delle nuove norme.

«La Pac non è in discussione; serve agli agricoltori e allevatori sardi ma alcuni elementi contenuti nelle proposte di regolamento non sono accettabili. Sono previste azioni ingiustificate di riduzione del budget attuale del 5% sui pagamenti diretti e del 15% sul programma di sviluppo rurale – ha ammonito Francesco Erbì -. Uno degli argomenti più controversi, sicuramente da osteggiare, è la proposta di convergenza esterna, secondo cui tutti gli stati membri devono ricevere la stessa quantità di risorse a parità di superfici agricole impegnate nei processi di produzione. Questo genererebbe una situazione di forte squilibrio che penalizzerebbe l’agricoltura regionale oltremodo, creando vere e proprie crisi di competitività e di mercato e portando alla chiusura una moltitudine di imprese che vedono nelle risorse provenienti dalla PAC il 30-40% del reddito d’impresa», ha concluso il presidente della Cia sarda.

 

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«L’enoturismo è una delle tante esperienze turistiche possibili in Sardegna. Vogliamo valorizzarlo per rafforzare l’offerta turistica, guardando con attenzione al percorso finora svolto dai viticultori che hanno contribuito ad affermare in tutto il mondo il nome della Sardegna, conosciuta come terra di eccellenze.»

Lo ha detto il presidente della Giunta regionale, Christian Solinas, questa mattina nel Business center dell’aeroporto di Cagliari, durante l’incontro “Enoturismo: in Sardegna quali prospettive?” organizzato dall’assessorato regionale del Turismo, in collaborazione con l’agenzia Laore, al quale sono state invitate le aziende del settore vitivinicolo.

«La Sardegna ha le carte in regola per candidarsi a diventare una meta ricercata dagli appassionati, dove vivere questa esperienza turistica – ha aggiunto Solinas -. Il vino è un elemento forte della nostra cultura, perciò sosterremo concretamente il percorso di crescita fatto in questi anni dalle cantine sarde.»

«La Regione intende svolgere un ruolo di regia e di coordinamento tra gli operatori del settore, individuando alcuni obiettivi indispensabili affinché l’enoturismo porti benefici al turismo, soprattutto nella prospettiva di un’effettiva destagionalizzazione dei flussi – ha sottolineato l’assessore regionale del Turismo, Gianni Chessa -. Vino e turismo sono un binomio vincente, ricco di cultura e di tradizione, ed è necessario valorizzare cantine, vitigni e territori, creando una filiera con altre attività produttive. L’attenzione della Regione si focalizzerà su formazione, accoglienza e marketing, pilastri fondamentali per una crescita reale ed un concreto salto di qualità dell’enoturismo, che rappresenta una buona occasione di sviluppo economico e occupazionale.»

Sono intervenuti anche gli assessori regionali dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, dell’Industria, Anita Pili, del Lavoro, Alessandra Zedda, dei Trasporti, Giorgio Todde, e dell’Urbanistica, Quirico Sanna.

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Questa mattina, a partire dalle ore 10.30, nel Business center dell’aeroporto di Cagliari, si terrà l’incontro “Enoturismo: quali prospettive in Sardegna?”, organizzato dall’assessorato regionale del Turismo, in collaborazione con l’agenzia Laore.

Interverranno gli assessori regionali del Turismo, Gianni Chessa, dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, dell’Industria, Anita Pili, del Lavoro, Alessandra Zedda, dei Trasporti, Giorgio Todde, e dell’Urbanistica, Quirico Sanna. In programma anche gli interventi di Piero Maieli, presidente Commissione Attività produttive del Consiglio regionale, Luigi Cao (Laore), Maurizio De Pascale (Unioncamere), Valentina Argiolas, presidente del movimento Turismo e vino, e Giorgio Pitzanti.