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La V commissione presieduta da Piero Maieli ha accolto la richiesta presentata dal consigliere di minoranza Gianfranco Satta (Progressisti) che sollecitava un’accelerazione delle procedure di stabilizzazione di 252 lavoratori (agronomi, veterinari e amministrativi) rimasti senza occupazione dopo la messa in liquidazione di Aras.
La decisione è arrivata al termine delle audizioni dell’assessore all’agricoltura Gabriella Murgia e degli ex direttori delle agenzie regionali Argea e Laore, Gianni Ibba e Maria Ibba. Maggioranza e opposizione si sono dunque trovate d’accordo sulla necessità di attuare al più presto le disposizioni contenute nella legge 47 approvata dal Consiglio regionale lo scorso 20 dicembre.
Nel corso dell’audizione, l’assessore all’agricoltura Gabriella Murgia ha annunciato che il bilancio di Laore sarà all’attenzione dell’esecutivo nella seduta di domani.
«Il documento contabile ha appena ottenuto il parere positivo dell’assessorato alla Programmazione – ha spiegato Gabriella Murgia – venerdì sarà approvato in Giunta. Ci sono però alcuni aspetti da verificare sulla copertura finanziaria. Un’altra questione riguarda i possibili malumori che questo piano di stabilizzazioni potrebbe avere sul personale della Regione assunto con concorso pubblico e da anni in attesa di un avanzamento di carriera. Alcuni dipendenti potrebbero infatti sentirsi scavalcati da altri colleghi arrivati attraverso una semplice selezione per titoli. E’ mio dovere segnalare queste criticità.»
Il presidente Piero Maieli ha accolto con soddisfazione il voto unanime della commissione e annunciato un’audizione dei sindacati per la prossima settimana: «E’ nostro intento sentire tutte le parti in causa, per questo abbiamo deciso di convocare anche i rappresentanti dei sindacati confederali. La commissione sta lavorando con grande senso di responsabilità come dimostra il voto unanime di questa mattina, arrivato dopo una lunga, e a tratti vivace, discussione».
La Commissione, nella seduta odierna, si è occupata anche dello stato di avanzamento dei bandi del PSR.
Il direttore uscente di Argea, Gianni Ibba, ha fornito i numeri aggiornati al 26 giugno scorso: «E’ una situazione in chiaroscuro – ha detto Gianni Ibba -. L’aspetto positivo è dato dal raggiungimento dell’obiettivo di spesa fissato al 31 dicembre 2019: su 1,3 miliardi di euro di stanziamento sono stati erogati 537 milioni. L’aspetto negativo è invece rappresentato dall’alto numero di istruttorie non ancora chiuse.»
Gianni Ibba ha poi spiegato alla commissione la complessità delle procedure e le difficoltà operative su alcune misure del Piano di sviluppo rurale. «La Sardegna, storicamente, ha un alto grado di efficienza – ha proseguito l’ex numero uno di Argea – siamo quinti in Italia per capacità di spendita delle risorse europee. A differenza di altre regioni, però, spendiamo molto per le misure di sostegno e meno per quelle di sviluppo. Alcuni bandi, come quello sull’ammodernamento delle aziende, hanno infatti avuto poche risorse disponibili (circa 70 milioni di euro) rispetto alla richieste presentate (1.300). Per questo circa 400 aziende rimarranno fuori».
Altra criticità riguarda le due misure indirizzate ai giovani sardi (pacchetto giovani e primo insediamento in agricoltura). «Siamo riusciti per ora ad accontentare solo 850 richieste delle circa 3.000 pervenute per i due bandi. La procedura a sportello ha funzionato male. Sono arrivate troppe domande rispetto alle risorse disponibili».
Alla seduta della Commissione sono intervenuti anche i rappresentanti della Federazione degli Ordini dei dottori agronomi e forestali della Sardegna. Il presidente Ettore Crobu ha segnalato le criticità operative e burocratiche incontrate dai professionisti nella redazione dei progetti: «Chiediamo di rivedere in futuro le procedure per permettere a tutti gli operatori di lavorare al meglio – ha detto Ettore Crobu – noi siamo disponibili a dare il nostro contributo per migliorare il sistema». Agronomi e forestali hanno avanzato alcune proposte: l’eliminazione delle procedure a sportello, la pubblicazione dei bandi contestualmente all’apertura delle domande; l’ampliamento dei tempi per la presentazione dei progetti (8 mesi); la visualizzazione in tempo reale delle disponibilità finanziarie per le singole misure del Psr attraverso un contatore telematico; la possibilità di presentare nuove domande in caso di bocciatura della prima istanza.
Dalla Federazione dei professionisti, infine, è arrivata anche la richiesta di regole certe e chiare sui bandi: «Chi presenta i progetti deve avere un quadro esauriente da subito – ha concluso Ettore Crobu – per molte misure abbiamo dovuto far fronte a difficoltà interpretative che hanno rallentato la redazione delle domande e, nel peggiore dei casi, ne hanno determinato la bocciatura».