A nome del comitato che, in soli dieci giorni ha raccolto oltre undicimila firme per la salvaguardia del presidio sanitario e che minaccia la restituzione dei certificati elettorali, sono intervenuti Raffaele Manca e Gabriella Pinna. In sintesi, le specifiche richieste avanzate dai cittadini riguardano: garanzie sull’efficacia dell’istituendo centro di emergenza territoriale (Cet) in sostituzione del pronto soccorso, nonché la risoluzione delle problematiche inerenti le carenze nell’organico che obbligano, i medici impiegati a Ghilarza ed in particolare i chirurghi, a coprire turni in pronto soccorso e nel vicino ospedale di Oristano.
«Il tutto – hanno spiegato Manca e Pinna – a discapito dei servizi offerti nella struttura del Delogu che nel volgere di un breve periodo ha visto smantellato anche il sistema di prestazioni in day surgery (chirurgia di giorno) nonostante abbia rappresentato, per anni, un corretto modello organizzativo e gestionale per l’intero servizio sanitario isolano».
L’assessore della Sanità, dal canto suo, ha escluso intenti penalizzanti per le strutture ospedaliere dei piccoli centri («non c’è alcuna volontà di dismettere l’ospedale di Ghilarza») ed ha difeso le riforme che – a suo giudizio – hanno caratterizzato in positivo il suo mandato alla guida della sanità isolana: la costituzione della centrale unica di acquisto, l’istituzione della cosiddetta Asl unica (Ats), il progetto di riordino della rete ospedaliera, l’attivazione del servizio di elisoccorso. «Dobbiamo abbandonare vecchi concetti e visioni obsolete – ha insistito l’assessore – e comprendere che attraversiamo un momento di profonde riforme, così come affermo che per Ghilarza, piuttosto che insistere nella difesa di venti posti letto di medicina, sarebbe più utile individuare, nell’abito di un’organizzazione di rete ed alla luce dell’invecchiamento della popolazione, una specifica funzione rappresentata dalla creazione di una struttura destinata alle cure dei problemi legati alla demenza».
I consiglieri regionali, Pietro Cocco (Pd), Augusto Cherchi (Pds), Giorgio Oppi (Udc), Oscar Cherchi (Fi) e Attilio Dedoni (Riformatori), seppur con differenti sottolineature critiche, hanno difeso l’ospedale di Ghilarza e chiesto, a salvaguardia delle strutture sanitarie operanti nei piccoli centri dell’isola, l’applicazione del piano di riordino della rete ospedaliera, lamentando nel contempo, il mancato rispetto delle disposizioni in essa contenute da parte del direttore generale dell’Ats.
A conclusione dell’incontro, il presidente del Consiglio ha sintetizzato i comuni impegni delle forze politiche rappresentante nell’assemblea sarda: difesa delle deroghe al noto D.M. 70 esplicitate all’interno del piano di riordino della rete ospedaliera; attivazione puntuale delle previsioni del piano di riordino della rete ospedaliera; nessuna chiusura del pronto soccorso dell’ospedale di Ghilarza senza la contestuale attivazione del centro di emergenza territoriale dell’Areus, procedere con le stabilizzazioni al fine di limitare le carenze di organico nel sistema della sanità sarda e ridurre così i disagi, soprattutto negli ospedali dei piccoli centri.