21 November, 2024
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Dopo le anteprime, al via il XXXVI festival “Ai confini tra Sardegna e Jazz”. Concerti “Jazz Around” dal 27 sino al 30 agosto nel borgo medievale di Tratalias, Sant’Antioco, Masainas (Is Solinas) e Carloforte. Dal 31 al 4 settembre: laboratori e spettacoli tra piazza del Nuraghe, spiaggia di Porto Pino e località Candiani. Sempre in piazza, la mostra dedicata a Basilio Sulis, in collaborazione con Luciano Rossetti.

Le numerose presenze per i primi due spettacoli di anteprima del festival “Ai confini tra Sardegna e Jazz” testimoniano l’affetto che il pubblico nutre per la manifestazione targata Punta Giara, arrivata alla 36ª edizione.

Nonostante le restrizioni, la forza trainante della musica e della cultura è riuscita a portare sull’isola appassionati e amanti del genere, creando un precedente che fa ben sperare per le prossime date del festival che prenderà il via ufficialmente il 27 agosto.

A rinnovare questa prima edizione senza il suo fondatore Basilio Sulis, come anticipato dagli organizzatori, saranno gli spettacoli diffusi, i quali caratterizzeranno la prima tranche del festival (dal 27 al 31 agosto) e la coda (dal 5 all’8 settembre).

Prima tappa, venerdì 27 agosto, Borgo Medievale di Tratalias, dove dalle 21,00, si esibirà la formazione di Gabriele Mitelli O.N.G. “Crash” (Gabriele Mitelli – pocket tromba, genis russo, elettronica; Enrico Terragnoli – chitarra elettrica; Gabrio Baldacci – chitarra elettrica baritono; Mark Sanders – batteria).

Sabato 28 agosto il festival approderà a Sant’Antioco, a Is Pirixeddus, sempre con Gabriele Mitelli, stavolta in trio, insieme a John Edwards al contrabbasso e Mark Sanders alle percussioni.

Gabriele Mitelli è uno dei più giovani e interessanti trombettisti e compositori italiani. In pochi anni ha suonato con alcuni dei più importanti musicisti della musica jazz e di confine tra cui Ralph Alessi, Markus Stockhausen, Gianluca Petrella e Giovanni Guidi, Cristiano Calcagnile, Beppe Scardino, Tino Tracanna.

Lo spettacolo è ad ingresso gratuito (prenotazioni presso Infopoint, via Roma 47, Sant’Antioco, telefono +39 3701115900, Email welcometosantantioco@gmail.com).

Il 29 agosto, al tramonto nella splendida spiaggia di Is Solinas (Masainas), alle 19,00, il polistrumentista Dudù Kouate in solo, con un set di strumenti tipicamente africani, tra cui percussioni, flauti e liuto berbero, guidati dalla voce del griot senegalese.

Tiene seminari sulla storia degli strumenti tradizionali africani cercando di tracciare i confini territoriali delle popolazioni e divulgando la tradizione culturale africana attraverso racconti di fiabe musicate.

Il musicista sarà anche impegnato, dal 31 agosto al 4 settembre, con i seminari “Percussion for Kids” per i bambini dal 5 ai 10 anni che si svolgeranno con il maestro Dudu Kouatè presso la spiaggia di Porto Pino, dalle ore 10.00 alle 12.00, con un’esibizione finale il 4 settembre. Il seminario si svolge con la collaborazione della Associazione ANSPI di Sant’Anna Arresi. Iscrizioni già disponibili contattando i numeri 3385931627 e 3400764611.

La prima parte dei concerti si chiuderà il 30 agosto al Parco Urbano del Generale a Carloforte, Isola di San Pietro.

Alle 21,00 saliranno sul palco Paolo Angeli e Hamid Drake. Uno dei più grandi percussionisti del jazz contemporaneo, accompagnato alla chitarra-cello dal musicista gallurese, che porta dentro di sé una Sardegna che scalpita e cerca di emergere sotto ogni nota.

Dal 31 agosto il festival tornerà alle origini, in piazza del Nuraghe, sino al 4 settembre per poi ricominciare con i concerti itineranti sino all’8 settembre. Tutte le informazioni e gli appuntamenti di questa seconda parte della manifestazione saranno comunicati nel fine settimana.

In piazza del Nuraghe, come già accennato, sempre dal 31 agosto al 4 settembre. verrà installata una mostra fotografica con alcuni ritratti di Basilio Sulis scelti e curati dal fotografo Luciano Rossetti.

«Un omaggio per ricordare il fondatore, il visionario ispiratore, l’anima del festival che ha portato i migliori musicisti jazz al mondo in un piccolo paese alla periferia dell’impero, come lui amava dire. Trentasei pannelli come le edizioni del festival.»

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A causa di problemi di salute del Maestro Tyshawn Sorey, la programmazione della giornate del festival “Ai confinata Sardegna e Jazz” nella data di domani, 7 settembre, subirà le seguenti modifiche: A-Septic e Snake Platform Extendet. Il progetto Conduction n. 200 sarà invece rimandato a data da destinarsi, anche in attesa di un miglioramento delle condizioni di salute del Maestro. Questo progetto sarà realizzato nel prossimo autunno a Cagliari. 

A seguito di questi eventi, pertanto, il concerto degli Snake Platform sarà anticipato al 7 settembre anziché tenersi il 9 settembre. Annullati quindi il concerto in piazza del Nuraghe del 9 settembre, la manifestazione troverà la sua conclusione sempre il 9 settembre con il concerto a San Giovanni Suergiu, in località Palmas Vecchio, presso la Chiesa romanica, dove si esibiranno Sandro Satta, Bruce Ditmas, Antonello Salis e Paolo Damiani nel progetto “The man of the long canes”, in omaggio a Carlo Mariani.

Per chi volesse richiedere il rimborso parziale della quota del biglietto acquistato per la data del 7 settembre l’associazione culturale Punta Giara prega l’invio di una richiesta vai e-mail al seguente indirizzo: comunicazione@santannarresijazz.it . 

Ieri, intanto, il Festival ha vissuto una serata indimenticabile. Prima il concerto di Rob Mazurek e Gabriele Mitelli, al tramonto, sulla spiaggia di Is Solinas. Rob Mazurek prima ha interpretato un brano con i piedi nell’acqua, rivolto verso l’orizzonte, poi ha concluso l’esibizione, immergendosi interamente in acqua con Gabriele Mitelli, fino quasi a scomparire, in un’atmosfera “magica”.

La serata in piazza del Nuraghe è iniziata con i Sant’Anna Arresi Black Quartet (David Murray al sax, Jaribu Shahid al contrabbasso, Chad Taylor alla batteria e James Brandon Lewis al sax); ed è proseguita con il Pride Of Lions, quartetto formato da Joe McPhee (sax), Daunik Lazro (sax), Jousha Abrams (basso), Guillaume Séguron (basso) e ancora Chad Taylor (batteria)

La sesta serata, alle 21.30, inizierà con la ONG “crash”, formata da Gabriele Mitelli alla tromba, Gabrio Baldacci alla chitarra, Enrico Terragnoli al basso e Cristiano Calcagnile alla batteria; sarà poi la volta di Alexander Hawkins Quartet, anch’egli presenza amata dal Festival, con questo nuovo progetto in quartetto, con Elaine Mitchener alla voce, Neil Charles al contrabbasso e, infine, Stephen Davis alla batteria.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10217429280431876/

 

                                                                          

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Al giro di boa il XXXIII Festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz” si divide tra la spiaggia di Is Solinas e Piazza del Nuraghe.

Dopo l’esibizione di ieri sera con la Chicago London Underground, ritorna Rob Mazurek, questa volta in duo con Gabriele Mitelli, alle 19.00 (ingresso gratuito) sulla spiaggia di Is Solinas, al tramonto.  

Più tardi, sul palco di piazza del Nuraghe, si esibiranno Pride Of Lions, quartetto formato da Joe McPhee (sax), Daunik Lazro (sax), Jousha Abrams (basso), Guillaume Séguron (basso) e Chad Taylor (batteria) che, attraverso l’improvvisazione aperta accoglie il lirismo e l’astrazione di un progetto tutto made in Sant’Anna Arresi: i Sant’Anna Arresi Black Quartet (David Murray al sax, Jaribu Shahid al contrabbasso, Tyshawn Sorey alla batteria e James Brandon Lewis al sax).

Compiuto il giro di boa, domani aprirà la sesta serata la ONG “crash”, formata da Gabriele Mitelli alla tromba, Gabrio Baldacci alla chitarra, Enrico Terragnoli al basso e Cristiano Calcagnile alla batteria; sarà poi la volta di Alexander Hawkins Quartet, anch’egli presenza amata dal Festival, con questo nuovo progetto in quartetto, con Elaine Mitchener alla voce, Neil Charles al contrabbasso e, infine, Stephen Davis alla batteria.

                      

 

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Due diverse produzioni originali nel palinsesto della quarta giornata di Time in Jazz, il festival in pieno svolgimento (da mercoledì 8 fino a giovedì prossimo, 16 agosto) tra Berchidda, il paese natale del direttore artistico Paolo Fresu, ed altri sedici centri del nord Sardegna. La prima, alle 11.00, nella chiesa di San Giovanni Battista nelle campagne di Mores, vede in azione il vibrafonista Pasquale Mirra ed il chitarrista Gabrio Baldacci (già impegnati due giorni prima nei ranghi del quartetto di Gabriele Evangelista nel sito archeologico Sa Mandra Manna nei pressi di Tula), stavolta in compagnia del sassofonista Vincenzo Saetta.

La seconda produzione del giorno è invece a Olbia, alle 18.00 nella Chiesa di San Paolo, ed è tutta nel segno di un dialogo tra contrabbassi: quelli di Matteo Bortone (protagonista il giorno prima col suo trio ClarOscuro a Bortigiadas), e di Marco Bardoscia (reduce a sua volta dal concerto col progetto “Lumină” al Museo del Vino di Berchidda); nel curriculum di quest’ultimo tre album a suo nome, una quarantina come sideman, progetti importanti come il B.A.M. con il quartetto d’archi Alborada e Rita Marcotulli, oltre a collaborazioni di rilievo jazzisti come Paolo Fresu, Gianluca Petrella, Ernst Reijseger, Perico Sambeat e Bojan Z, tra gli altri. Un nuovo concerto della serie “Mediterranea”, il progetto che coinvolge musicisti under 35.

Fra i due concerti, alle 15.00, a Berchidda, nello spazio davanti alla Biblioteca Comunale, appuntamento giornaliero con il progetto “Periferie Urbane” organizzato con il sostegno di MiBACT e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”. I giovani musicisti under 35 del festival incontrano i migranti, la popolazione ed il pubblico in un dialogo all’insegna dell’arricchimento culturale e, insieme, umano; di scena in questa occasione il batterista Emanuele Maniscalco (anche lui “in prestito” dall’organico di “Lumină”).

Chiusura di giornata alle 21.30 nella necropoli di Museddu, nei pressi di Cheremule, tappa ormai abituale del festival, che farà da suggestiva cornice alla prima uscita in terraferma (dopo il “concerto navale” del giorno prima a bordo del traghetto della Corsica Ferries-Sardinia Ferries da Livorno ai Golfo Aranci) della Fanfaraï Big Band. Con due album all’attivo ed un terzo in lavorazione, questo gruppo tesse i legami tra culture e continenti differenti, fra tradizione e contemporaneità. Dalla strada al palco, la formazione è maturata grazie alla sua ricerca di un suono potente e al suo lavoro scenico, preservando tuttavia una forte capacità di unire e coinvolgere il pubblico. Rivisitando i patrimoni musicali arabo-andaluso, gnawa, berbero o chaâbi, Fanfaraï fa dialogare gli strumenti tradizionali di diverse provenienze – darbouka, guellal, karkabou, oud e guembri magrebini, congas cubane – con una solida sezione di ottoni, basso, e batteria.

 

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Time in Jazz edizione numero trentuno ai blocchi di partenza: mercoledì (8 agosto) prende il via il festival internazionale ideato e diretto da Paolo Fresu nel suo paese natale, Berchidda, ma che come sempre abbraccia tanti altri centri del nord Sardegna, incluso il capoluogo di provincia, Sassari, che apre la lunga serie di concerti con un’anteprima domani sera (martedì 7).

Nel fitto calendario spiccano artisti internazionali come Steve Coleman and Five Elements, il tunisino Dhafer Youssef, gli svedesi Jan Lundgren e Nils Landgren, la Fanfaraï Big Band, accanto a una folta e variegata rappresentanza del jazz italiano che abbraccia diverse generazioni di musicisti: Enrico Rava alla guida del suo gruppo Tribe (Gianluca Petrella, Giovanni Guidi, Gabriele Evangelista, Fabrizio Sferra), Gegè Munari, Greta Panettieri, Gabrio Baldacci, Luca Bulgarelli, Pasquale Mirra, Francesco Lento, Vincenzo Saetta, Enrico Zanisi, William Greco, Emanuele Maniscalco, Carla Casarano, Matteo Bortone, Marco Bardoscia, Stefano Tamborrino, Francesco Diodati, il giovane batterista berchiddese Giovanni Gaias e i Plus 39, ovvero il gruppo composto dai migliori allievi della scorsa edizione del Seminario Nuoro Jazz.

A questi nomi si aggiungono quelli dei protagonisti di “Time is Over”, appuntamento “dopo concerto” curato da Gianluca Petrella: Mop Mop (Andrea Benini) con Pasquale Mirra, il progetto “Aforemention” di Tommaso Cappellato, dj Gruff con lo stesso Petrella, e altri ospiti a sorpresa, tra groove e ritmi africaneggianti, hip-hop e scratch. A fare da scenario alle nove giornate del festival, spazi e ambienti che variano dai boschi montani agli scorci marini, dalle stazioni ferroviarie alle chiesette di campagna, dalle piazze agli altri luoghi notevoli dei sedici comuni che, insieme a Berchidda, costituiscono il “circuito” del trentunesimo Time in Jazz: Arzachena, Bortigiadas, Cheremule, Erula, Loiri Porto San Paolo, Mores, Olbia, Ozieri, Ploaghe, Posada, San Teodoro, Sassari, Sorso, Telti, Tempio Pausania e Tula. Accanto alla musica, trovano spazio come sempre varie iniziative di promozione e sensibilizzazione ambientale, presentazioni di novità editoriali e la selezione di documentari curata dal regista Gianfranco Cabiddu, la mostra CasArte – Casa d’Arte Time in Jazz e i laboratori creativi di strada, questi ultimi all’interno del progetto “Mediterranea” realizzato con il contributo del Bando “Sillumina 2018 – Periferie Urbane – Migranti” (sostenuto e promosso da SIAE), con il coinvolgimento di cittadini stranieri e di artisti under 35.

 

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Paolo Fresu _2015 (ph © Roberto Cifarelli1905)

Ultimi preparativi per la trentunesima edizione di Time in Jazz, il festival internazionale ideato e diretto da Paolo Fresu, in programma da mercoledì 8 a giovedì 16 agosto a Berchidda, paese natale del trombettista, e vari altri centri e località del nord Sardegna, compreso il capoluogo di provincia, Sassari, che apre la lunga serie di concerti con un’anteprima martedì 7.

È un’edizione che, abbandonando per una volta la consuetudine di ruotare intorno a un tema caratterizzante, sceglie come titolo un numero: XXXI. «Ciò che vogliamo fare per i prossimi 3 anni – spiega Paolo Fresu nelle sue note di presentazione – è giocare sui numeri romani XXXI, XXXII, XXXIII perché ci appassiona ed è stimolo per nuove connessioni artistiche e creative. Del resto, se abbiamo fatto 30 possiamo fare 31 e, dopo l’edizione del 2020, proveremo a ‘dire 33’ per comprendere se lo stato di salute di Time in Jazz è buono. Perché lo sia continueremo ad impegnarci come abbiamo fatto in questi primi 30 anni. Con passione e dedizione. Mettendoci all’ascolto di quelle che sono le novità della musica contemporanea in campo internazionale ma senza dimenticare il jazz italiano che, sempre di più, è presente in seno al programma del nostro festival».

Su queste coordinate si svilupperanno dunque le nove giornate della prima metà di agosto in terra sarda; un calendario come sempre fitto di proposte differenti, con il consueto occhio di riguardo per il jazz italiano e in particolare per i suoi giovani esponenti (alcuni dei quali, riprendendo la positiva esperienza dell’anno scorso, saranno coinvolti anche come volontari nelle varie branche dell’organizzazione del festival): un vasto e variegato cast che abbraccia diverse generazioni di musicisti e – come già annunciato già dalla conferenza stampa di presentazione dello scorso marzo – comprende i nomi di Enrico Rava con il suo gruppo Tribe (Gianluca Petrella, Giovanni Guidi, Gabriele Evangelista, Fabrizio Sferra), Gegè Munari, Greta Panettieri, Enrico Zanisi, William Greco, Emanuele Maniscalco, Carla Casarano, Matteo Bortone, Vincenzo Saetta, Gabrio Baldacci, Francesco Lento, Pasquale Mirra, Marco Bardoscia, Stefano Tamborrino, Francesco Diodati, Luca Bulgarelli, oltre ai quasi esordienti Plus 39, ovvero il gruppo composto dai migliori allievi della scorsa edizione del Seminario Nuoro Jazz, e al batterista berchiddese Giovanni Gaias.  

Accanto agli italiani, una qualificata pattuglia di artisti internazionali: il sassofonista americano Steve Coleman con i Five Elements, il suonatore di oud e cantante tunisino Dhafer Youssef, la formazione franco-algerina-marocchina Fanfaraï Big Band e, in arrivo dalla Svezia, il pianista Jan Lundgren ed il trombonista Nils Landgren con i rispettivi progetti.

A questi nomi vanno poi aggiunti quelli dei protagonisti di “Time is Over”, l’appendice ai concerti in programma nelle quattro serate (quelle da domenica 12 a mercoledì 15) sul palco “centrale” del festival, quello allestito nella piazza del Popolo a Berchidda: un momento “dopofestival” curato da Gianluca Petrella, all’insegna di groove e ritmiche africaneggianti, hip-hop e scratch con ospiti di volta in volta diversi come Mop Mop (Andrea Benini) con Pasquale Mirra, il progetto “Aforemention” di Tommaso Cappellato, dj Gruff con lo stesso Petrella, e altri a sorpresa. Sono più di trenta gli eventi musicali che si succederanno nell’arco delle nove giornate del festival, dal mattino a notte fonda, come sempre in spazi e scenari differenti: dai boschi montani agli scorci marini, dalle stazioni ferroviarie alle chiesette di campagna, dalle piazze agli altri luoghi notevoli dei sedici comuni che, insieme a Berchidda, costituiscono il “circuito” del trentunesimo Time in Jazz: Arzachena, Bortigiadas, Cheremule, Erula, Loiri Porto San Paolo, Mores, Olbia, Ozieri, Ploaghe, Posada, San Teodoro, Sassari, Sorso, Telti, Tempio Pausania e Tula.

 

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Venerdì 30 agosto andrà in scena la penultima serata del festival Ai Confini Tra Sardegna e Jazz. Il primo set sarà affidato ai Konstrukt, formazione turca che ha fatto dell’improvvisazione la propria bandiera. La formazione composta da Umut Çağlar (chitarra), Korhan Futaci (sax), Korhan Argüden (batteria), Zün Usta (percussioni) ha conquistato il rispetto di tutto l’ambito improvvisativo europeo collaborando con musicisti del calibro di Evan Parker e Peter Brotzman.

Il gruppo raggiunge un incredibile livello di energia e forza nella sua musica attraverso lucide ed inventive composizioni che potremo ascoltare in esclusiva italiana con la partecipazione speciale del sassofonista della Sun Ra Arkestra, Marshall Allen.

Il secondo concerto della serata sarà della formazione sperimentale Suncage. Lo scultore Pinuccio Sciola unirà le sue meravigliose pietre sonore ad una formazione innovativa composta da musicisti sardi tra i quali Marcellino Garau e Francesco Medda ed il Modular Quartet.

Il progetto che si intitola Le Memorie dell’Universo è una prima assoluta dedicata a Sun Ra e concettualmente parla della memoria che le pietre portano dentro, residui di universo che parlano delle stelle e della loro vita. Il concerto sarà un omaggio personale di Sciola che conobbe personalmente il figlio del Sole e rimase incantato dalla sua musica e dall’energia positiva che letteralmente irradiava.

Ieri sera, intanto, dopo il forfait di Cecil Taylor determinato da seri problemi di salute, il Festival ha vissuto grandi emozioni, prima con il concerto della pianista Angelica Sanchez, compositrice ed insegnante di musica, già protagonista nei progetti di Rob Mazurek, poi con Dinamitri Jazz Folklore Septet (esclusiva mondiale) special guest Amiri Baraka – Dimitri Grechi Espinoza (alto sax), Simone Padovani (percussions), Gabrio Baldacci (electric guitar), Giuseppe Scardino (bariton sax), Emanuele Parrini (violino), Paolo Durante (hammond, keys, electronics), Andrea Melani (drums).