22 November, 2024
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Lunedì 10 dicembre la sala Blu del Centro Culturale di Iglesias ha ospitato, alla presenza di un pubblico molto numeroso, la cerimonia di premiazione dei vincitori del Concorso Solidarnosu, che ormai dal 2010 gratifica gli studenti delle scuole superiori di Iglesias, che, pur partendo da situazioni di difficoltà, sono riusciti ad ottenere risultati brillanti nell’anno scolastico 2017/2018.

Le condizioni del bando prevedevano un voto minimo di 80/100 per l’esame di maturità ed una media minima di 7,5 per gli studenti delle altre classi, ma i migliori fra i premiati hanno ottenuto 94/100 all’esame di maturità ed una media di 9,11/10 nella classe 3ª del Minerario Asproni.

La cerimonia, alla quale il Rotary Club di Iglesias ha voluto dare quest’anno una particolare importanza per la presenza del governatore del Distretto 2080 del Rotary, arch. Patrizia Cardone, venuta appositamente da Roma per partecipare alla consegna dei premi per i quali il distretto aveva messo a disposizione un generoso contributo.

Alla cerimonia hanno presenziato, partecipando anche direttamente alla consegna dei premi, i sindaci di Iglesias, Mauro Usai, di Buggerru, Laura Cappelli e di Gonnesa, Hansal Cabiddu, il vicesindaco di Iglesias, Claudia Sanna, l’assessore della Pubblica istruzione del comune di Iglesias, Alessandro Lorefice, l’assessore del comune di Gonnesa Simone Franceschi e dirigenti e docenti degli Istituti superiori di Iglesias.

La cerimonia, che è stata aperta dagli interventi del presidente del Rotary Club di Iglesias, Daniele Riva, dell’ideatore del Premio Solidarnosu, il past president del Rotary Club, Gaetano Ranieri, del governatore del Distretto 2080 e del sindaco di Iglesias, ha avuto momenti di commozione e, dopo aver visto l’alternarsi sul palco dei 23 studenti e delle personalità che li hanno premiati, si è conclusa con la foto ricordo di tutti i premiati sul palco.

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Si è svolta nella tarda mattinata, nel medau di Is Serafinis, la cerimonia commemorativa delle vittime della tragedia dell’ERLAAS. Sono passati 68 anni dal terribile incidente che il 26 giugno del 1950 costò la vita a 16 operai dell’Ente Regionale per la Lotta Antianofelica in Sardegna. L’iniziativa è stata organizzata dai Comuni di Carbonia e Gonnesa, in collaborazione con il Circolo Acli di Cortoghiana. In quella tragica giornata partì dal centro gonnesino il camion che stava conducendo a lavoro gli operai, prima di capovolgersi, in un terribile incidente stradale, sulla strada statale 126, all’altezza del Medau di Is Serafinis, luogo in cui stamattina, presso la stele commemorativa, il vicesindaco Gian Luca Lai, il sindaco di Gonnesa Hansal Cristian Cabiddue ed il prof. Gaetano Ranieri, presidente del Rotary Club di Iglesias, hanno deposto una corona d’alloro per ricordare le 16 vittime che perirono in quella situazione fatale.
«Esprimiamo solidarietà e vicinanza a tutti i parenti delle vittime per una ricorrenza tragica alla quale l’Amministrazione Comunale di Carbonia partecipa attivamente per ricordare le tante azioni positive compiute dagli operai dell’ERLAAS, capaci di debellare – grazie anche al supporto della Fondazione Rockefeller – una malattia che stava decimando la popolazione sarda nell’immediato secondo dopoguerra – ha detto il vicesindaco Gian Luca Lai -. L’ERLAAS operò dal novembre 1946 al dicembre 1950, riuscendo a realizzare l’obiettivo della totale sconfitta dell’endemia. Un risultato straordinario per Carbonia e per l’intera nostra regione.»

Caduti che sono i martiri, forse gli unici, ma certamente i più numerosi, di quell’esercito di liberazione della Sardegna dalla malaria, dalla dittatura di Is Tintulas (l’Anopheles Labranchiae), che ha fatto sì che dagli 80.000 casi di malaria riscontrati fra il 1943 ed il 1945, con 150 morti, si è passati ai 341 casi del 1948 ed all’eliminazione totale della malaria dopo il 1950.

La cerimonia ha avuto il suo commovente apice nel racconto di Bruno Rigato, con ogni probabilità l’unico testimone vivente dei tentativi di salvataggio di coloro che erano rimasti schiacciati sotto il camion e che ancora vivi chiedevano aiuto.

 

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Lunedì scorso si è tenuta presso il Teatro “Electra” ad Iglesias la manifestazione conclusiva della XVIII edizione del Festival della musica “Gian Piero Cartocci” riservato alle Scuole Medie ad Indirizzo Musicale.

Quest’anno il Festival ha visto la partecipazione di ben 26 scuole ed oltre 1.500 allievi provenienti da tutta la Sardegna, dimostrando la sua grandissima vitalità ed importanza. Nel pomeriggio sono stati assegnati le borse di studio e gli altri premi stabiliti da una commissione formata da musicisti e docenti del Conservatorio: il pianista Gianluca Erriu, il violinista Giovanni Langiu, la flautista Sara Ligas e il chitarrista Nicola Demontis.

Le 8 borse di studio, per un totale di circa 2.000 €, messe in palio dal Rotary Club di Iglesias, che da molti anni sostiene il Festival con un importante contributo, e dall’Istituto Comprensivo “Pietro Allori”, sono state assegnate ai primi vincitori assoluti di alcune categorie:

  • Le orchestre da oltre 20 elementi degli Istituti comprensivi “S. Farina – San Giuseppe” di Sassari e n. 4 di Quartu Sant’Elena,
  • L’orchestra della categoria da 9 a 19 elementi dell’Istituto Comprensivo “A. Loru” n. 1 di Villacidro
  • Il coro dell’Istituto Comprensivo “E. Marcias” di Terralba
  • Il gruppo di 2 voci/violini, 2 flauti e 1 chitarra della Scuola Secondaria di I grado “D. Alighieri” di Selargius
  • Il duo di chitarre Laura Melis – Lorenzo Piras della  Scuola Secondaria di I grado “U. Foscolo”  di Cagliari
  • Il duo di piano a 4 mani Alessia De Prezzo – Yoann Valdes dell’ Istituto Comprensivo “E. Puxeddu” di Villasor
  • Il pianista solista Giacomo Puddu della Scuola Secondaria di I grado “D. Alighieri” di Selargius.

I vincitori delle borse di studio, escluse le due grandi orchestre ed il coro, si sono esibiti sul palco richiamando gli applausi entusiastici del foltissimo pubblico (il teatro era strapieno).

Il pomeriggio è stato condotto con mano esperta da Claudio Secci, che ha intervistato, fra gli altri, la dirigente scolastica dell’Istituto Allori, Franca Fara, il presidente del Rotary Club di Iglesias, Gaetano Ranieri ed il maestro Gianluca Erriu.

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Quest’anno il Rotary Club di Iglesias ha voluto aggiungere alle usuali attività in favore del territorio ed in particolare dei giovani (borse di studio e concorsi) una nuova iniziativa, il progetto “Talenti di Iglesias”, tendente ad aiutare i giovani talenti dei Comuni della zona con iniziative volte ad offrire ai giovani segnalati un aiuto per inserirli in contesti formativi importanti per loro crescita. Il bando era aperto, a sportello, agli studenti dei Licei, degli Istituti Tecnici e di Istituti di Istruzione Superiore di Iglesias e ai residenti nei comuni di Iglesias, Buggerru, Domusnovas, Gonnesa, Musei, Portoscuso e Villamassargia.

Domani, mercoledì 14 marzo, alle 11.30, nell’Aula Magna dell’IPSIA/IPIA, in via Canepa 17 ad Iglesias, verranno premiate con una somma in denaro di 1.000 euro, due studentesse dell’Istituto Alberghiero IPIA Galileo Ferraris, che hanno acquisito il diritto di frequentare uno stage della durata di tre settimane presso lo Chateau de Montvillargenne, struttura di grandissimo livello nei pressi di Parigi.

«Poiché in molti casi può essere sufficiente una somma anche modesta per dare promettenti opportunità a giovani talenti – dice Gaetano Ranieri, presidente del Rotary Club di Iglesias -, il Rotary conta sugli imprenditori della zona per ottenere altre sponsorizzazioni per le proprie iniziative.»

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Quale sviluppo per il futuro del Sulcis Iglesiente? A questa domanda ha cercato di dare una risposta, martedì sera, il prof. Paolo Savona, in Piazza Municipio a Iglesias, davanti ad un numeroso e qualificato pubblico, in un incontro organizzato dal Rotary Club di Iglesias.

Dopo gli interventi introduttivi del prof. Gaetano Ranieri, presidente del Rotary Club di Iglesias, e del “padrone di casa”, il sindaco di Iglesias, dr. Emilio Gariazzo, il prof. Savona, su invito del  moderatore del dibattito, l’ing. Riccardo Porcu, direttore della comunicazione istituzionale della Regione, ha esposto le sue considerazioni e la sua “ricetta” per lo sviluppo futuro del territorio.

L’insigne economista ha illustrato le sue idee partendo dalla premessa che non vi sono possibilità di sviluppo per le attività industriali, a basso valore aggiunto e con la palla al piede dei trasporti e dei  forti consumi energetici (e a questo proposito il prof. Savona non ha risparmiato qualche critica alle Partecipazioni Statali che hanno “regalato” al territorio quelle attività). Secondo il prof. Savona, la ripresa ed il successivo sviluppo della Sardegna, ed in particolare del Sulcis Iglesiente, devono passare attraverso lo sviluppo del turismo, ma non del turismo dei 20 milioni di presenze, a basso costo, ma di un turismo di fascia medio-alta, per turisti che possono spendere, basato sulla valorizzazione delle bellezze della Sardegna e dei prodotti sardi (che costano di più di quelli importati all’ingrosso, ma lasciano benefici economici sul territorio). Per portare in Sardegna i turisti di questo tipo, occorre una seria ed organica programmazione che, a parere del prof. Savona, non c’è e non c’è mai stata; devono essere previsti un adeguato sviluppo delle infrastrutture e delle strutture ricettive, la messa in rete delle attrattive della Sardegna e delle produzioni sarde e, cosa altrettanto importante, l’eliminazione delle molte manchevolezze che non vengono facilmente accettate da che è abituato a trovare altrove situazioni migliori. Il prof. Savona ha citato a questo proposito, fra le altre, la mancata raccolta dei rifiuti, la scarsa cura, sorveglianza e pulizia delle spiagge, la segnaletica inadeguata, se non addirittura mancante, la mancata regolamentazione del parcheggio dei camper.

La relazione del prof. Savona ha trovato la sostanziale condivisione degli on. Salvatore Cherchi e Francesco Sanna, che hanno fra l’altro sottolineato gli errori della Regione e gli ostacoli posti dalle istituzioni alla nuove iniziative, cui va attribuita per buona parte la mancanza di adeguate strutture ricettive (l’on. Sanna ha sottolineato che nel Sulcis Iglesiente non c’è un albergo a 5 stelle).

Dopo gli interventi di alcuni altri presenti al dibattito e le risposte del prof. Savona, il prof. Ranieri ha chiuso la serata sottolineando la necessità di valorizzare i siti archeologici sardi, facendo della cultura una delle molle dello sviluppo.

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Venerdì 12 maggio, nella sala dell’Archivio Storico Comunale di Iglesias hanno avuto luogo le premiazioni del Concorso “Giovanna Mossa Trincas”, riservato ai giovani studenti delle scuole primarie e secondarie di primo livello, che il Rotary Club di Iglesias organizza ormai da 7 anni per onorare la memoria di Giovanna Mossa Trincas, moglie di uno dei soci fondatori del Club, poetessa e scrittrice, iglesiente doc, innamorata della sua città, benvoluta ed ammirata da tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerla.

Il tema di questa edizione era “Racconta i tuoi amici” e chiedeva ai ragazzi di affrontare il tema utilizzando qualsiasi espressione “artistica”: uno scritto consistente in un tema in italiano, oppure una descrizione commentata di un fatto di vita vissuta, una cronaca possibilmente locale, una favola, una poesia, una storia inventata o anche un disegno, un dipinto, una scultura, una foto commentata.

Durante la cerimonia, allietata dalle composizioni di Roberto Santucci, suonate al piano dallo stesso maestro e preceduta dall’intervento del presidente del Rotary, ing. Marco Slavik, cui ha poi fatto seguito il saluto del sindaco di Iglesias, dr. Emilio Gariazzo, i componenti della Commissione giudicatrice, Enrico Trincas, figlio di Giovanna, Gaetano Ranieri e Betty Medde, hanno proceduto alla consegna dei premi, consistenti in buoni acquisto del Centro Commerciale Naturale “Centro Città” di Iglesias, denominati “Alfonsini” e spendibili nelle oltre 20 attività commerciali del centro storico di Iglesias aderenti al circuito, per un totale di 1.000 euro.

I premi sono stati assegnati ai ragazzi di quattro scuole, due di Iglesias (la scuola elementare “Nivola” di Serra Perdosa, che ha fatto la parte del leone, e la scuola elementare di via Roma) e due di Portoscuso (la scuola primaria “Angius” e la scuola elementare di Paringianu) alla presenza dei due sindaci, il già citato Emilio Gariazzo e Giorgio Alimonda.

Per la prima volta è stato assegnato un primo premio assoluto al bellissimo diario scritto a due mani da due ragazze della 1ª media di Portoscuso, Giulia Alimonda e Chiara Montaldo.

La premiazione si è svolta in un clima reso effervescente dagli applausi entusiasti dei compagni dei vincitori, in una sala affollata da genitori, ragazzini, soci del Rotary di Iglesias e socie della F.I.D.A.P.A. di Iglesias, associazione di cui Giovanna Mossa Trincas era stata una fondatrice.

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S’Assòtziu Culturàle “Sa Nuraxìa”, con il patrocinio del comune di Carbonia organizza per il 7 aprile, presso la Sala Astarte (Grande Miniera di Serbariu), Carbonia, un incontro con prof. Gaetano Ranieri, professore ordinario di Geofisica Applicata, il primo al mondo ad aver utilizzato uno scanner che permette di sezionare in profondità il terreno. Questa tecnica è stata utilizzata nel sito di Mont’e Prama, presso Cabras, dove sono state riscontrate ben 56.000 “anomalie”, cioè elementi non naturali e quindi creati dall’uomo. Si ipotizzano templi, costruzioni, muri, santuari e altre statue. Giganti che aspettano solo di essere portati fuori dallo strato di terra. Un’enorme città del periodo dei Nuraghi, un periodo in cui la Sardegna era protagonista del Mediterraneo.

Il professor Ranieri illustrerà il lavoro svolto con il suo team e racconterà il sottosuolo di Mont’e Prama e i sui tesori nascosti: «Dall’indagine a distanza allo scavo archeologico in tempo quasi reale: il caso di Mont’e Prama».

Giovedì 13 agosto, alle 21.15, SuperQuark manda in onda l’intervista realizzata con Gaetano Ranieri da Barbara Bernardini. Le ricerche innovative dell’Università di Cagliari nel campo dell’archeologia e, in particolare, l’impiego del georadar nell’area dell’Oristanese, da parte dello staff del professor Ranieri, sono al centro del servizio della popolare e pluripremiata trasmissione di divulgazione scientifica ideata e condotta da Piero Angela. Le immagini del servizio sono state realizzate a Mont’e Prama, in rettorato e nella facoltà di Ingegneria di piazza d’Armi.

I ricercatori dell’Ateneo si muovono sul campo con il georadar: lo strumento non ha eguali in campo mondiale. L’équipe di Gaetano Ranieri analizza le immagini del sottosuolo. Le radiografie elaborate evidenziano «una serie di puntini rossi. In realtà si tratta di strade, muri, tombe e forse altre statue. Abbiamo rilevate circa sessantamila anomalie, Mont’e Prama è la più grande scoperta archeologica nel Mediterraneo occidentale negli ultimi cinquant’anni». Di fatto, oltre ai giganti, stando ai rilievi degli esperti, il sito di fronte a Is Arutas e allo stagno di Cabras conterrebbe anche un santuario nuragico, una necropoli, edifici e centinaia di reperti.

Uno scanner con le ruote, capace di radiografare il terreno tanto da poter mettere in luce i dettagli del sottosuolo. Il georadar utilizzato dallo staff del professor Ranieri si è mosso e si muove nell’area del sito di Cabras vasta sei ettari. Le “anomalie” mostrate dallo strumento e le elaborazioni grafiche evidenziano che le conformazioni rilevate corrispondono a strade ed edifici. «A Mont’e Prama – aggiunge Gaetano Ranieri – abbiamo eseguito la stessa ricerca che in Marocco ci ha consentito di scoprire l’anfiteatro romano di Volubilis e il tempio di Ercole a Lixus. Abbiamo analizzato soltanto sei ettari e trovato tanti indizi che ci fanno pensare che esistano strutture di grande interesse archeologico. E non si tratta di conformazioni geologiche. Dai nostri rilievi presumo che ci sarà da scavare per anni. Sarebbe bello che qui venissero a lavorare gli esperti delle più prestigiose università internazionali.»

Ordinario di geofisica applicata (facoltà di Ingegneria, Università di Cagliari), già docente al Politecnico di Torino, Gaetano Ranieri ha oltre trent’anni di esperienza didattica nella disciplina, ha diretto il corso di perfezionamento in Difesa del suolo e tutela dell’ambiente, il dipartimento di Georisorse e territorio e il dottorato di ricerca in Ingegneria geologico-ambientale. È stato tra i primi al mondo ad applicare tecniche di tomografia sismica allo studio di beni architettonici, di metodologie geofisiche per la caratterizzazione di rifiuti urbani, per la riabilitazione di suoli desertificati e per la disinfezione elettromagnetica delle acque e per l’agricoltura di precisione.

«Abbiate passione e perseveranza, qualsiasi cosa voi facciate. Concimate la vostra idea, non arrendetevi mai». Gaetano Ranieri – docente di Geofisica applicata, alla ribalta internazionale per le ricerche sui Giganti di Mont’e Prama – sferza affettuosamente i circa centoventi ragazzi iscritti alla terza edizione del ContaminationLab dell’ateneo di Cagliari. La giornata conclusiva di presentazione del CLab 2015 racconta di competenze e servizi del territorio. Interventi, relazioni e confronto serrato grazie a relatori di vaglia. I docenti dell’università di Cagliari – nell’aula magna di Medicina, Cittadella universitaria, Monserrato – spaziano su dinamiche, appeal, apertura internazionale e determinazione, anche passionale, indispensabile per alimentare le idee di talento che conducono alla nascita delle start up e all’esaltazione del territorio con percorsi tecnologici e innovativi.

«Con la contaminazione potete trovare idee vincenti. Ma chiedetevi sempre che società volete e in che modo la vostra idea può migliorare voi e il mondo che vi circonda» rimarca Paola Meloni (dipartimento Ingegneria meccanica, chimica e dei materiali). «La chimica offre numerose applicazioni interdisciplinari. Ad esempio, il recupero dei metalli dai rifiuti incrementa vari spin off e permette di trarre spunti per la chimica verde» rilancia Angela Serpe (dipartimento Scienze chimiche e geologiche). Per Michele Saba (dipartimento di Fisica) il bersaglio è «una delle principali industrie al mondo: quella energetica. Adesso l’energia si produce con il ricorso ai combustibili fossili. Un’industria che andrà rovesciata per un approdo all’energia sostenibile: passaggio che offre enormi opportunità e permette di inserirsi in maniera intelligente e meditata sui mercati internazionali». Fernanda Velluzzi e Andrea Loviselli (dipartimento Scienze mediche) rimarcano un aspetto: «L’integrazione delle competenze è fondamentale per dare gambe e futuro a qualsiasi idea. Innovazione e ricerca vanno di pari passo, ciascun lavoro risponde a domande precise e ne suscita altre». Tassello vincente condiviso e rilanciato da Gianni Fenu (dipartimento Informatica): «La trasversalità della nostra disciplina permette di individuare percorsi fecondi. L’esperienza insegna che proprio la commistione disciplinare è foriera di idee vincenti. Sappiate trovarle». Alla mattinata conclusiva della presentazione di CLab interessanti intervenuti anche di Sebastiano Banni (dipartimento Scienze Biomediche), Carlo Luglié (dipartimento Storia, beni culturali e territorio), Rita Cannas e Maria Manconi (dipartimento Scienze della vita e dell’ambiente)

«In questi tre giorni si è percepita una modalità di trasmissione del sapere universitario più vivace e con maggiore appeal. I ragazzi devono cogliere appieno le opzioni insite nella contaminazione. Ma attenzione: contaminarsi non significa essere superficiali. Tutt’altro. L’idea di start up è indispensabile quanto il possedere competenze profonde, conoscenza e voglia di condividere i lavori e la ricerca. Mettere assieme questi fattori – spiega Annalisa Bonfiglio, pro rettore Territorio e innovazione – significa alimentare nel modo migliore processi e percorsi virtuosi». Anche dal direttore scientifico di ContaminationLab, Maria Chiara Di Guardo, input ad alto valore aggiunto: «In tre giorni CLab ha mostrato un’offerta ricca sia di opportunità, sia di conoscenze. Il percorso di eccellenza del nostro ateneo si amplia in un contesto che conferma la validità dei progetti, con i ragazzi che percepiscono le opzioni attuali e future. Un aspetto di cui possiamo essere soddisfatti? L’università di Cagliari parla sempre più la lingua dei suoi allievi».

Giovedì 17 luglio, dalle 17.00, l’#aula magna della facoltà di Ingegneria – piazza d’Armi – ospita la conferenza-dibattito sul tema “Vedere nel sottosuolo della Sardegna” – Viaggio tra i tesori nascosti di #Mont’e Prama”.

L’evento verte sulle potenzialità delle tecnologie georadar per l’indagine archeologica. Metodiche e apparecchiature innovative che consentono di conoscere i grandi tesori che ancora giacciono nel sottosuolo della nostra regione. Al tempo stesso, la tecnologia permette di approfondire la conoscenza della storia della Sardegna. Ai lavori intervengono le figure scientifiche e accademiche impegnate anche a #Mont’e Prama (Cabras, Oristano). Tra queste, Gaetano Ranieri (docente Geofisica applicata, Università Cagliari), Raimondo Zucca (Storia e Archeologia del Mediterraneo antico, Università Sassari) e il direttore dei lavori, Alessandro Usai (Soprintendenza Beni Archeologici, Cagliari e Oristano).

Ai lavori sono previsti gli interventi di Alessandra Carucci (presidente facoltà Ingegneria e Architettura, Cagliari), Giorgio Giacinto (Aeit Sardegna), Mariano Cugurullo (Rotary Club Cagliari Sud) e Marco Edoardo Minoja (Soprintendente Beni Archeologici, Cagliari e Oristano).