22 December, 2024
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Il decreto legge di riforma e riordino delle Province approvato dal Governo Monti è incostituzionale. L’ha sentenziato oggi la Corte Costituzionale, accogliendo il ricorso presentato da otto regioni.

Questo è il testo integrale della sentenza:

«La Corte costituzionale nell’odierna camera di consiglio ha dichiarato l’illegittimità costituzionale:

dell’art. 23, commi 4, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 20 bis del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito con modificazioni dall’art. 1, comma 1, della legge 22 dicembre 2011, n. 214;

degli artt. 17 e 18 del decreto-legge 6 luglio 2012 n. 95, convertito con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge 7 agosto 2012, n. 135

per violazione dell’art. 77 Cost., in relazione agli artt. 117, 2° comma lett. p) e 133, 1° comma Cost., in quanto il decreto-legge, atto destinato a fronteggiare casi straordinari di necessità e urgenza, è strumento normativo non utilizzabile per realizzare una riforma organica e di sistema quale quella prevista dalle norme censurate nel presente giudizio.»

Appresa la sentenza, il ministro per le Riforme costituzionali, Gaetano Quagliarello, ha dichiarato che il pronunciamento della Corte «rende ancora più importante intervenire attraverso le riforme costituzionali sull’intero Titolo V, in particolare per semplificare e razionalizzare l’assetto degli enti territoriali».

E’ indubbio che la sentenza della Corte Costituzionale accende ancora di più il dibattito in Sardegna, dove con il referendum del 6 maggio 2012 sono state cancellate le quattro nuove Province di Carbonia Iglesias, Olbia Tempio, Medio Campidano ed Ogliastra, per le quali, unitamente alla Provincia di Cagliari, il Consiglio regionale venerdì scorso ha deciso il commissariamento e ieri la Giunta Cappellacci ha nominato i commissari.