22 December, 2024
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«Il prossimo autunno sarà avviata la procedura di licenziamento collettivo per i 249 dipendenti dell’Aras che dovrebbero essere riassunti in Laore: ma ora che l’assessore regionale dell’Agricoltura Gabriella Murgia ha annunciato di voler sopprimere le agenzie Agris e Laore quale sarà il futuro dei lavoratori?”»

Se lo chiede la segretaria generale della UILA UIL Sardegna Gaia Garau dopo che, questa mattina i liquidatori dell’Aras hanno annunciato l’imminente avvio delle procedure di licenziamento collettivo.

«I lavoratori stanno aspettando ancora l’emanazione del bando per essere riassunti in Laore – ha spiegato Gaia Garau  – ma  l’annuncio dell’assessore Murgia di voler trasferire i lavoratori di Agris e Laore alle dirette dipendenze dell’assessorato per colmare le lacune di organico ci lascia molto perplessi. I lavoratori di Aras sono tecnici: quali mansioni potrebbero svolgere in assessorato?»

L’ARAS è una associazione privata che in questi anni ha svolto in convenzione con la Regione Sardegna un’importante attività di informazione e formazione nei confronti delle aziende agropastorali nell’ambito della misura 14 del Programma di Sviluppo Rurale dedicata al benessere degli animali.

«Oltre alla messa in sicurezza dei lavoratori Aras – ha concluso Gaia Garau – solleciteremo l’assessore Murgia a prendere posizione sulla vertenza dei dipendenti delle Associazioni provinciali degli Allevatori, con il reintegro dei 37 lavoratori licenziati e un impegno concreto conseguente alle rassicurazioni date dalla quinta commissione del Consiglio regionale

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Il progetto di accorpamento delle associazioni provinciali degli allevatori deciso a livello nazionale deve essere portato a termine assicurando il mantenimento dei livelli occupazionali e garantendo l’efficienza del sistema dei controlli e della selezione genetica nelle aziende zootecniche.

E’ l’obiettivo della commissione “Attività Produttive” del Consiglio regionale che in mattinata ha sentito i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil e una delegazione dei lavoratori delle ex Apa. «Per avere un quadro completo della situazione avremmo voluto sentire anche i commissari di Apa e Aipa – ha detto il presidente della Commissione Piero Maieli – ma oggi, per impegni improrogabili, non hanno potuto assicurare la loro presenza. Contiamo di sentirli al più presto. Magari già dalla prossima settimana».

In audizione i sindacati hanno ripercorso le principali tappe che hanno portato al commissariamento delle associazioni provinciali degli allevatori: «Il progetto voluto da Aia (Associazione nazionale degli allevatori) ha avuto effetti devastanti in tutta Italia – hanno detto i rappresentanti di Cgil Cisl e Uil – in Sardegna sono state liquidate le associazioni di Cagliari e Sassari e accorpate quelle di Oristano e Nuoro. Il piano di riorganizzazione ha lasciato fuori molti dipendenti: 37, dei 93 in organico, sono stati licenziati. Gli ex dipendenti di Cagliari e Oristano lamentano inoltre il pagamento di oltre un anno di stipendi arretrati».

«In questi mesi non abbiamo avuto nessuno confronto con i Commissari delle Apa – ha detto la segretaria della Uila Gaia Garau – la crisi finanziaria è derivata da una cattiva gestione delle associazioni. Il prezzo di questa triste vicenda è tutto sulle spalle dei lavoratori. Serve una soluzione in tempi rapidi per porre rimedio a una situazione drammatica.»

«L’assessorato aveva individuato insieme a noi un percorso per garantire il riassorbimento del personale in esubero – ha ricordato Bruno Olivieri della Fai-Cisl – chiediamo che quel percorso non venga interrotto. Le Apa sono destinatarie di un importante intervento pubblico, 2/3 delle risorse provengono dalla Regione.»

Tre le richieste avanzate dal segretario regionale della Flai-Cgil, Anna Rita Poddesu: riassorbimento delle 37 unità licenziate, pagamento degli stipendi arretrati, ripristino del governo delle Apa. Su quest’ultimo punto ha insistito il rappresentante del sindacato: «Sta mancando l’assistenza al patrimonio zootecnico della Sardegna – ha detto Anna Rita Poddesu – serve una posizione molto forte. Occorre cambiare il sistema e ridimensionare il ruolo preponderante assunto da alcune associazioni di categoria all’interno delle Apa. L’interesse da tutelare è quello degli allevatori e dell’intero comparto zootecnico».

All’audizione dei sindacati ha partecipato anche l’assessore dell’Agricoltura Gabriella Murgia che ha assicurato il massimo impegno della Regione: «C’è un protocollo d’intesa firmato nel febbraio del 2019 tra Regione e l’Associazione regionale degli allevatori (AARS) che deve essere attuato – ha detto Gabriella Murgia – oltre al problema dei lavoratori c’è un altro aspetto importante da sottolineare: il settore zootecnico sardo ha una sua specificità che merita di essere seguita con attenzione».

Dai lavoratori è arrivata una proposta operativa: approvare un piano aggiuntivo di intervento che preveda l’aumento delle giornate di controllo nelle aziende: «Questo – hanno detto – garantirebbe il reintegro dei lavoratori licenziati. Un altro aspetto da valutare è la decisione di indirizzare i finanziamenti regionale a un sistema, svincolato da Aia, che abbia davvero a cuore la selezione genetica delle razze sarde ».

«C’è bisogno di una valutazione attenta di tutte le problematiche del settore – ha detto il presidente Piero Maieli al temine dell’audizione – per questo, oltre ai commissari, sentiremo nei prossimi giorni anche i rappresentanti delle associazioni di categoria.»

La Commissione riprenderà i lavori ne pomeriggio. In programma le audizioni  dei rappresentanti sindacali di Filtcem CGIL, Femca CISL, Flaei CISL e Uiltec UIL sulle questioni relative alla produzione di energia elettrica e termica in Sardegna e una delegazione di amministratori locali sui danni provocati nei loro territori dall’invasione di cavallette.

 

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«Data l’importanza strategica del comparto zootecnico nell’economia della Regione continuiamo a non comprendere per quale motivo si debba assistere allo smantellamento delle strutture che contribuiscono alla sua grandezza, fornendo agli allevatori un servizio impoverito ed inadeguato

La segretaria regionale della Uila Uil Sardegna Gaia Garau esprime soddisfazione dopo l’audizione dei sindacati del comparto in merito alla vertenza delle APA, le associazioni provinciali allevatori, che da decenni svolgono un insostituibile lavoro a favore degli allevatori sardi occupandosi delle attività legate alla vendita e all’acquisto dei capi, dei controlli, della tenuta dei Libri genealogici e dell’organizzazione delle mostre.

«Le attività svolte da questi lavoratori sono fondamentali per il comparto zootecnico sardo», ha detto Gaia Garau durante l’audizione in cui ha ripercorso la storia delle quattro APA della Sardegna (AIPA Cagliari, APA Oristano, AIPA Nuoro e AIPA Sassari) che dal 2018 sono oggetto di un progetto di ristrutturazione e commissariamento da parte dell’AIA (Associazione Italiana Allevatori) a causa di difficoltà finanziarie dovute ad un’amministrazione inadeguata.

«L’AIA aveva annunciato la liquidazione delle APA qualora la Regione non fosse intervenuta a sanare lo scoperto – ha spiegato Garau -: nel 2018 i lavoratori hanno assistito ad uno svilente balletto delle responsabilità che ha visto da una parte gli amministratori delle APA accusare LAORE del blocco dei finanziamenti e dall’altra l’Agenzia regionale a sua volta accusare le associazioni private, di predisporre una rendicontazione non conforme. I dipendenti – ha aggiunto – sono stati usati come un mero strumento di questa trattativa, diventando le uniche vittime della guerra tra Assessorato e Commissari dell’AIA. Gli interventi dell’assessorato dell’Agricoltura non hanno in alcun modo variato gli esiti di questa vertenza”.

Dopo il commissariamento 13 lavoratori dipendenti delle quattro associazioni sono stati licenziati in tronco. Le AIPA di Cagliari e Sassari sono state liquidate e i dipendenti – che non hanno percepito per più di un anno la retribuzione – ad oggi hanno ricevuto tutti una lettera di licenziamento e rischiano di non veder saldato il loro credito nei confronti del datore di lavoro.

Tutto questo – denunciano i sindacati – è avvenuto senza che i Commissari incontrassero le organizzazioni sindacali nonostante le richieste, le manifestazioni di protesta e gli interventi dell’Assessorato. Il 16 luglio 2018, inoltre, i Commissari hanno proceduto al trasferimento di ramo d’azienda dell’AIPA di Nuoro-Ogliastra all’APA di Oristano che è stata rinominata A.A.R.S. (Associazione Allevatori Regionale della Sardegna), garantendo per questi lavoratori il mantenimento delle condizioni economiche e normative in essere.

«Ad oggi – ha spiegato Gaia Garau – i dipendenti vivono con incertezza questa fase di ristrutturazione. I circa 50 lavoratori rimasti operano su tutto il territorio regionale dovendo garantire il servizio nelle due province rimaste scoperte e  sono stati trasferiti, senza preavviso in due sedi separate, entrambe in territorio di Arborea.»

Ecco la richiesta di un maggiore impegno da parte della politica regionale a tutela dei lavoratori. «Il precedente Consiglio Regionale ha affrontato in diverse occasioni il tema delle APA senza tuttavia trovare soluzioni alla vertenza», ha concluso Gaia Garau, ricordando l’ordine del giorno votato il 14 marzo 2018 che impegnava l’assessore dell’Agricoltura e la Giunta alla erogazione degli stipendi arretrati, a interrompere le procedure di licenziamento in corso e presentare entro 45 giorni una proposta legislativa per valorizzare l’attività di assistenza tecnica nel settore zootecnico sardo.

«Tutti questi impegni sono stati disattesi, per questo chiediamo un intervento finalmente risolutivo da parte della politica regionale

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Gaia Garau è la nuova presidente del Comitato provinciale INPS di Cagliari. La segretaria generale della Uila Sardegna è stata eletta all’unanimità questa mattina durante la cerimonia di insediamento del comitato che si è svolta presso la sede di viale Regina Margherita. Nell’incontro la direzione provinciale INPS ha annunciato l’intenzione di smaltire la giacenza di ricorsi arretrati con il trasferimento di due funzionari appositamente dedicati, dando al Comitato piena disponibilità dei locali per adempiere al meglio il proprio lavoro.

«E’ un incarico che assumo con grande senso di responsabilità, ringraziando la mia organizzazione per avermi dato questa opportunità e tutto il Comitato per la fiducia accordatami – ha detto Gaia Garau subito dopo l’elezione -. Il compito del Comitato è quello di verifica e di controllo. La sede di Cagliari eroga più della metà delle prestazioni di tutta l’isola e siamo consapevoli del momento di difficoltà che vive l’INPS in tutta la Sardegna con la sospensione della decisione sulla chiusura di molte sedi, la strutturale carenza di organico dovuta al blocco del turn-over e la mole di ricorsi giacenti. La presenza al suo interno di tutte le parti sociali – ha aggiunto la neo presidente – è una garanzia per i cittadini e anche un bell’esempio dalla funzione che sindacati, associazioni datoriali e istituzioni possono svolgere, gratuitamente, nell’interesse collettivo. Sono sicura che svolgeremo il nostro compito cercando di andare incontro alle esigenze di tutti nei limiti che ci impone la legge, in continuità con il comitato che ci ha preceduti. Lavoreremo – ha concluso Gaia Garau – a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati e più in generale di tutti i cittadini del sud Sardegna e dell’area metropolitana di Cagliari».

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«Chiediamo alla Regione Sardegna di trovare urgentemente una soluzione definitiva ai problemi dei dipendenti dell’Agenzia Forestas: una soluzione concreta e reale che permetta un miglioramento dei salari e la valorizzazione delle professionalità

Lo afferma la segretaria generale della Uila Uil Sardegna Gaia Garau dopo la decisione del Consiglio dei ministri che, su proposta del ministro degli Affari regionali e le autonomie Erika Stefani, ha deciso di impugnare la legge della Regione Sardegna n. 43 del 19/11/201 (“Norme in materia di inquadramento del personale dell’Agenzia FoReSTAS”), in quanto – si legge nelle motivazioni del ricorso – «alcune disposizioni in materia di personale eccedono dalla competenza statutaria e si discostano altresì dalle norme contenute nella legislazione statale in materia di contrattazione collettiva, in violazione dell’art. 117, secondo comma, lettera l), della Costituzione, la quale riserva alla competenza esclusiva dello Stato l’ordinamento civile».

«Il Consiglio dei ministri ha sollevato dubbi di costituzionalità sulla legge regionale su cui i sindacati confederali avevano espresso tantissime perplessità: ora si dovrà attendere il giudizio definitivo della Corte Costituzionale ma si rischia rimanere intrappolati in una ulteriore fase di stallo – spiega Gaia Garau evidenziando come la decisione del Consiglio metta ora a rischio anche l’allungamento dei contratti degli operai semestrali -. La Regione affronti con coraggio la questione prevedendo una norma sulla stabilizzazione definitiva di questi operai slegandola dalla questione contrattuale – conclude la segretaria della Uila Uil Sardegna -. Per ora sarebbe già un passo in avanti sbloccare l’ultima tranche degli aumenti previsti dall’accordo sottoscritto da UILA, FAI FLAI a giugno 2018 inerenti dell’indennità di vacanza contrattuale dal 2010, per i quali l’Agenzia sostiene debba intervenire un ulteriore accordo. Sono soldi dei lavoratori già stanziati dalla regione, tenuti inutilmente in ostaggio.»

 

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In commissione “Attività Produttive” si sono svolte stamane diverse audizioni su tre diverse tematiche: legge finanziaria 2018, crisi del settore pesca e situazione dei lavoratori avventizi dei Consorzi di Bonifica.

La soluzione per i 180 lavoratori precari dei Consorzi di Bonifica di Oristano e della Sardegna Meridionale potrebbe arrivare con la prossima legge finanziaria. L’assessore all’Agricoltura Pierluigi Caria ha infatti annunciati in Commissione la presentazione di un emendamento per la stabilizzazione dei lavoratori. «E’ un’operazione che non comporta costi aggiuntivi per le casse della Regione – ha detto Pier Luigi Caria – la Giunta intende dare attuazione a quanto previsto dalla legge 6 del 2008».

Sulla vertenza degli avventizi dei Consorzi di Bonifica, la Commissione ha sentito in mattinata anche i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil. Da tutti è arrivata la richiesta di procedere in tempi rapidi alla stabilizzazione dei lavoratori: «Il ruolo dei Consorzi di bonifica, alla luce degli ultimi eventi calamitosi, è sempre più importante sul fronte della prevenzione ambientale e della mitigazione del rischio idrogeologico – ha detto Manuele Incani della Fai Cisl – attualmente i Consorzi di Oristano e della Sardegna Meridionale hanno organici carenti e ricorrono a lavoratori avventizi. Molti di questi prestano la loro opera da oltre 25 anni. E’ arrivato il momento di riconoscere il loro lavoro. Sarebbe un atto di giustizia e un passo in avanti per garantire servizi più efficienti».

«E’ un’operazione a basso costo – ha aggiunto Gaia Garau della Uila-Uil – attualmente i lavoratori precari impiegati per 8 mesi percepiscono un’indennità superiore rispetto ai lavoratori assunti a tempo indeterminato. Il loro passaggio nella pianta organica dei Consorzi comporterebbe un esborso minimo, circa 800mila euro per 180 lavoratori. La stabilizzazione consentirebbe inoltre di garantire le attività di manutenzione del territorio per tutto l’anno.»

«C’è una legge vecchia di 10 anni (la n.6 del 2008 ndr) che non è mai stata applicata – ha affermato Gabriele Virdis della Flai Cgil – la Regione ha il dovere di applicarla e di procedere alle stabilizzazioni previste. Chiediamo che i lavoratori precari, impegnati attualmente per 8 mesi all’anno, vengano assunti a tempo indeterminato. Chiediamo inoltre di dare certezza anche agli operai che vengono chiamati saltuariamente (escavatoristi, saldatori, etc.).»

A favore della stabilizzazione si sono espressi tutti i consiglieri di maggioranza e opposizione Gianluigi Rubiu e Gianni Lampis di Fratelli d’Italia, Antonio Solinas, Mario Tendas, Valerio Meloni, Piero Comandini ed Alessandro Collu del Pd.

La Commissione ha sentito in mattinata i rappresentanti degli armatori di Porto Torres, Lorenzo Nieddu e Costantino Cossu.

«Da tre anni non riceviamo gli indennizzi per il fermo biologico – hanno detto Cossu e Nieddu – subiamo inoltre il peso dei vincoli regionali che si aggiungono a quelli nazionali. Il nostro settore è in forte difficoltà, serve un intervento urgente della Regione.»

Secondo i rappresentanti degli armatori turritani, le attuali norme sulla pesca a strascico penalizzano fortemente i pescatori sardi: «Le prescrizioni nazionali ci impediscono di pescare entro le 3 miglia dalla costa, la Regione impone un ulteriore limite che porta il divieto a 4 miglia. Così è troppo».

L’ex assessore all’agricoltura Oscar Cherchi è intervenuto nel dibattito per chiarire la questione degli indennizzi: «L’Unione Europea vieta i risarcimenti per il fermo biologico perché li considera aiuti di stato. L’unica possibilità di intervento è rappresentata dai fondi erogati con il regime de minimis – ha detto Oscar Cherchi – quanto ai limiti, si possono apportare delle modifiche ma serve un pronunciamento del Comitato regionale della Pesca nel quale credo che anche voi siate rappresentati».

Più attenzione per il settore ha invocato il consigliere di Fratelli d’Italia Gianluigi Rubiu: «La competenza è attualmente in capo all’assessorato dell’Agricoltura già oberato da mille incombenze – ha detto Gianluigi Rubiu – da tempo chiedo di istituire un Dipartimento per la Pesca che si occupi dei problemi specifici del settore».

Sulle parti di competenza della manovra finanziaria 2018, la Commissione ha sentito gli assessori dell’Agricoltura e dell’Industria Pierluigi Caria e Maria Grazia Piras.

«Le esigenze del mio assessorato hanno trovato quasi tutte copertura finanziaria – ha detto Pier Luigi Caria – in particolare abbiamo reperito i 17 milioni di euro necessari al funzionamento di tutti i Gal della Sardegna. In questo modo potranno essere recuperati anche i due Gal della Romangia e dell’Anglona inizialmente esclusi dai Piani di azione locale 2014-2020.»

Pier Luigi Caria ha poi espresso rammarico per l’esito della partita sugli accantonamenti. «Senza quei soldi da restituire allo Stato avremmo potuto soddisfare tante altre richieste. In ogni caso presenteremo alcuni emendamenti per ottenere risorse aggiuntive per i piani integrati di filiera (10 milioni di euro), per il primo insediamento dei giovani in agricoltura (25 milioni) per il bando sulle strade rurali (15 milioni). Se accolto, l’emendamento sul primo insediamento in agricoltura consentirebbe di evadere tutte le domande presentate e non finanziate a causa dell’esaurimento dei fondi del Psr».

L’assessore Maria Grazia Piras invece ha spiegato che una grossa fetta degli stanziamenti per l’industria previsti nella manovra 2018 anche quest’anno andranno a coprire le spese delle società partecipate (Igea, Carbosulcis e Nuova Mineraria Silius). «Abbiamo poi previsto uno stanziamento per la miniera di Olmedo – ha detto Maria Grazia Piras – l’avviso di vendita è purtroppo andato deserto. Ora, in attesa di un’eventuale interessamento all’acquisto, è necessario mettere il sito in sicurezza e garantire le attività di  sorveglianza».

L’assessorato, infine, ha inserito in bilancio anche le risorse per la metanizzazione dell’Isola: «Abbiamo rifinanziato il capitolo che lo scorso anno era stato svuotato per coprire le emergenze del settore ovicaprino».

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Gaia Garau.

Gli esecutivi di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil hanno deciso la proclamazione di una manifestazione unitaria in vista della discussione sul disegno di legge per la modifica dell’inquadramento contrattuale dei lavoratori dell’Agenzia Forestas che approderà in Consiglio regionale il prossimo 7 novembre. Molti lavoratori forestali sono convinti che verrà applicato il contratto dei dipendenti dell’amministrazione regionale, ma la realtà – sostengono i sindacati – è che dovrà essere comunque stipulato un contratto di comparto funzionale alle attività che svolge l’Agenzia Forestas che non sono propriamente amministrative. Per questo i confederali sono determinati a respingere con forza qualsiasi proposta peggiorativa delle condizioni dei lavoratori.

«Il Consiglio regionale sardo pensa di poter approvare un disegno di legge che mira a modificare unilateralmente l’inquadramento e le condizioni di lavoro del personale dell’Agenzia, ma nessuna decisione in materia contrattuale può essere presa senza un confronto con i sindacati maggiormente rappresentativi – sottolinea la segretaria della UILA Sardegna Gaia Garau -. Deve essere chiaro che la nostra posizione non è mai stata puramente oppositiva, ma siamo contrari a un disegno di legge che crea ulteriori disuguaglianze tra i lavoratori, ma qualora la regione intervenisse con delle proposte migliorative saremmo disponibili a discuterle

«Se la politica ha a cuore le sorti economiche e normative dei forestali non deve far altro che rimettere alla contrattazione il compito di trovare le soluzioni ai problemi che condizionano l’attività di Forestas – sostiene la segretaria generale della Flai Cgil Rita Poddesu -. Se invece qualcuno pensa che il sindacato confederale rinunci al ruolo negoziale sancito dalla Costituzione si sbaglia di grosso perché non rinunceremmo mai a garantire il riconoscimento professionale, a tutelare i lavoratori semestrali e a garantire migliori condizioni economiche che vorrebbero essere negate.»

Bruno Olivieri, segretario generale della FAI Cisl Sardegna, scongiura l’applicazione del PL 536 perché ritiene che sia un provvedimento dannoso per gli operai forestali e soprattutto per il personale precario. “Siamo preoccupati per questo intervento politico che entra a gamba tesa sul tema del contratto – evidenzia Bruno Olivieri -. Per noi la soluzione si deve ricercare nella contrattazione, strumento in seno al sindacato e tuttavia, siamo disponibili a trovare strumenti risolutivi e migliorativi a tutela di tutti i lavoratori dell’Agenzia Forestas.»

Le conseguenze peggiorative della riforma, sulle quali FAI- FLAI e UILA hanno espresso da mesi il loro dissenso, sono molteplici: la proposta di inserire tutto il personale operaio in un’unica categoria consentirebbe all’amministrazione di non dover più pagare le mansioni superiori e non dover più svolgere le selezioni; il personale operaio perderebbe le indennità che oggi ha nella sua busta paga; sarebbero sacrificati sull’altare delle imminenti elezioni regionali oltre 1250 lavoratori semestrali e 100 trimestrali, esclusi dal DDL e dallo stesso pericolosamente descritti come “lavoratori a tempo parziale”. La posizione di questi lavoratori e la futura possibilità di una loro stabilizzazione – secondo i sindacati – verrebbe infatti messa a rischio dalle implicazioni normative che questo progetto di legge porta con sé.

I sindacati confederali avevano già presentato le loro proposte di miglioramento nella piattaforma per il rinnovo del contratto integrativo, aprendo anche la strada a un rinnovo in sede regionale del contratto collettivo, vista l’impasse della trattativa nazionale bloccata dall’assenza di una controparte.

Da Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil arriva quindi un richiamo forte alla politica isolana che non ha ancora risposto alle loro richieste stringenti. «Siamo consapevoli dell’urgenza di stipulare un contratto che, pur nella consapevolezza di rappresentare lavoratori che operano alle dipendenze della regione Sardegna, sia capace di risolvere tutte le questioni che nel tempo hanno condizionato negativamente l’attività svolta in Forestas – concludono i rappresentanti sindacali -. La Regione metta i lavoratori nelle condizioni di poter avere in tempi brevi uno strumento contrattuale adatto alle attività da loro svolte. Ogni altra soluzione utile solo a soddisfare esigenze di pochi non potrà trovare il nostro consenso».

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La commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale conferma il suo sostegno ai lavoratori Aras e Apa impegnati in una dura vertenza in difesa del loro posto di lavoro. Nella tarda serata di ieri ha incontrato i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Confederdia che hanno illustrato i contenuti dell’incontro avuto in mattinata con gli assessori all’Agricoltura e al Personale Pier Luigi Caria e Filippo Spanu. I sindacati hanno espresso soddisfazione per il percorso avviato dalla Regione con il Ministero per ottenere l’applicazione della legge 3 del 2009 che prevede l’assorbimento del personale Ara all’interno dell’Agenzia Laore. «Auspichiamo una risposta in tempi brevi da parte del Governo – hanno detto Raffaele Lecca (Cgil), Bruno Olivieri, Gaia Garau (Uil) e Osvaldo Ibba (Confederdia) – la situazione di incertezza sta mettendo a dura prova i lavoratori e, a lungo andare, potrebbe mettere a rischio la qualità dei servizi erogati». Dopo la decisione dei vertici di Aras di mettere in liquidazione la società, nonostante il parere contrario della Regione, i lavoratori lamentano il mancato pagamento di due stipendi e della quattordicesima. «Nonostante questo i dipendenti Aras continuano a svolgere il proprio lavoro pagando di tasca le spese per gli spostamenti nelle aziende zootecniche – hanno sottolineato i sindacati – questa situazione non è più sopportabile». I sindacati chiedono l’applicazione della legge 3 a tutto il personale Aras, compresi i lavoratori a tempo indeterminato che hanno maturato tre anni di anzianità, e garanzie sulla prosecuzione delle attività finora svolte a favore di oltre 10mila azienda agropastorali.

«Siamo alla ricerca della migliore soluzione possibile per tutti i lavoratori – ha detto il presidente della Commissione Luigi Lotto – la Commissione lavora fianco a fianco con la Giunta perché il percorso previsto dalla legge n.3/2009 si concluda nel più breve tempo possibile. Oggi è necessario assicurare ai lavoratori il pagamento delle spettanze arretrate ma ancora più importante è lavorare perché gli stipendi vengano pagati anche in futuro e per garantire alle aziende sarde un servizio essenziale.»

Critiche all’operato della Giunta e dell’Agenzia Laore sono state invece espresse dai consiglieri Antonello Peru (Fi), Gianni Lampis (FdI) e Marco Tedde (Fi): «Ci sono forti ritardi – hanno detto gli esponenti della minoranza – la responsabilità è tutta della Giunta che non ha dato seguito all’ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale lo scorso mese di marzo. Quel documento dava 45 giorni di tempo all’esecutivo per predisporre un disegno di legge ad hoc. Sulla mancata applicazione della legge del 2009 non si può negare il ruolo decisivo giocato dall’Agenzia Laore». Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha invece sollecitato una soluzione rapida come quella trovata per i precari dell’Ats: «I soggetti in campo sono gli stessi (Regione, sindacati e Ministero) – ha affermato Luigi Crisponi – non si capisce perché in un caso si procede alle stabilizzazioni e nell’altro si frappongono tutti questi ostacoli».

Dubbi sul percorso individuato dalla Regione sono stati manifestati anche dal consigliere di maggioranza Antonio Gaia (Upc): «Sull’applicazione della legge del 2009 non possono esserci tempi certi – ha detto Antonio Gaia – il rischio è trovarsi tra qualche mese a discutere delle stesse cose. Ci sono altri strumenti tecnico-legislativi per risolvere la questione».

Un plauso all’azione della Giunta è stato invece rivolto da Fabrizio Anedda («La Regione è parte lesa») ed Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp): «Non esistono altre soluzioni all’applicazione della legge n. 3 – ha sottolineato Eugenio Lai – bene ha fatto la Giunta a seguire questo percorso affiancata dall’Agenzia Laore che da tempo è impegnata per dare una prospettiva di lavoro ai dipendenti Aras».

Il presidente Luigi Lotto, a conclusione dei lavori, ha invitato i lavoratori a fare fronte comune con la Regione: «Non siamo noi la controparte. Siamo in attesa di una risposta del Governo. Per il momento non c’è una soluzione alternativa all’applicazione della legge n.3, se arriverà una risposta negativa dal Governo penseremo a una soluzione diversa. Intanto occorre spingere per la nomina di un commissario ad acta che superi gli ostacoli rappresentati dalla procedura di liquidazione e garantisca la prosecuzione dei servizi assicurati da Aras e dia una prospettiva futura ai lavoratori».

 

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Garantire per almeno altri quattro mesi le attività di assistenza tecnica in zootecnia svolte dall’associazione regionale allevatori della Sardegna (Aras), nonostante la messa in liquidazione dell’associazione ed a fronte dell’anticipazione, da parte dell’agenzia per l’attuazione dei programmi regionali in campo agricolo (Laore), delle somme relative al secondo quadrimestre 2018 e quantificate in circa 4.600.000 euro. È questa l’ipotesi che nelle prossime ore vedrà impegnati tecnici e amministratori regionali e che ha registrato una sostanziale condivisione nella Quinta commissione del Consiglio regionale, a conclusione della sessione di audizioni che sul tema ha avuto come protagonisti i sindacati, i commissari di Aras ed i vertici di Laore.

Una situazione, quella dell’Aras e delle Apa, particolarmente complicata e che richiede – a giudizio dei sindacati e dei commissari del parlamentino presieduto da Luigi Lotto (Pd) – una soluzione immediata per non perdere i circa 47 milioni di euro destinati alle aziende sarde, a valere sulla misura relativa al cosiddetto benessere animale, le cui domande scadono il prossimo 15 giugno e che non possono essere riconosciute in sede comunitaria senza la necessaria attività (notificata in sede Ue) dell’Aras.

Ma non solo, sono a rischio i 296 dipendenti dell’associazione regionale allevatori e gli 81 lavoratori delle quattro associazioni provinciali (Apa). Non è un segreto, infatti, che agli stessi lavoratori sia già stata comunicata, quale data ultima per la trasmissione delle lettere di licenziamento, quella del prossimo 6 giugno.

Il caso che contrappone i commissari di Aras e i vertici di Laore nasce dalle controversie relative alla rendicontazione delle attività svolte nel 2014, 2015, 2016 e 2017 ed è precipitato a seguito della formalizzazione del mancato riconoscimento, da parte di Laore, di un presunto credito di Aras pari a 1.987.761 euro (a fronte di un contributo complessivo di 54.200.000  euro) per il periodo sopra indicato. Da qui la messa in liquidazione dell’associazione regionale allevatori a cui segue la nota di Laore che, il 16 maggio dichiara, non solo di non avere alcun debito con Aras ma di vantare crediti nei confronti dell’associazione allevatori per 2.075.708 euro, ed un’altra comunicazione, datata 17 maggio 2018, con la quale l’assessorato regionale degli Enti locali evidenzia che a seguito dello scioglimento dell’Aras, tutti gli immobili funzionali all’esercizio dei servizi resi, devono ritornare nella disponibilità dell’amministrazione regionale.

Nel corso delle rispettive audizioni i commissari Aras (Vitangelo Tizzano e Enrico Leccisi) e i vertici Laore (Maria Ibba, direttore generale; Tonino Selis, direttore del servizio attività zootecniche) anche sollecitati dagli interventi dei consiglieri Piermario Manca (Pds), Marco Tedde (Fi), Gianni Lampis (FdI), Luigi Crisponi (Riformatori), Fabrizio Anedda (Misto), Gianmario Tendas (Pd), Franco Sabatini (Pd), Piero Comandini (Pd), Gianluigi Rubiu (Udc), Antonello Peru (Fi) e Gaetano Ledda (Psd’Az – La Base), hanno ribadito le proprie ragioni ed hanno sostenuto con forza la correttezza del rispettivo operato. In particolare, i dirigenti di Laore, hanno insistito sulla necessità di poter effettuare verifiche efficaci e stringenti sulla rendicontazione delle attività svolte da Aras ed hanno anche dichiarato piena disponibilità per un contradditorio, così da far venir meno le anomalie che, a giudizio di Ibba e Selis, non consentono all’agenzia Laore di poter erogare le somme che l’associazione allevatori vanta come presunto credito per le annualità comprese tra il 2014 e il 2017.

La preoccupazione per il futuro lavorativo degli oltre 350 addetti impiegati  tra Aras ed Apa è stata invece manifestata dalle rappresentanze sindacali.

Confederdia, con Osvaldo Ibba, Giuseppe Lai e Paola Naitana, ha affermato con nettezza il proprio favore per il ricorso alle previsioni contenute nella legge 3 del 2009 che all’articolo 2 comma 40 autorizza l’agenzia Laore a inquadrare, attraverso prove selettive concorsuali per soli titoli, il personale dipendente Aras alla data del 31 dicembre 2016. Per la piena applicazione di tali disposizioni serve però il via libera del ministero per superare i vincoli assunzionali imposti alle pubbliche amministrazioni.

Gaia Garau (Uil), Raffaele Lecca (Cgil) e Francesco Piras (Cisl) hanno confermato, in via di principio, il proprio sostegno per l’inquadramento del personale Aras in Laore, ma non hanno nascosto le perplessità sulla effettiva possibilità per l’ottenimento della necessaria deroga ministeriale al fine del superamento dei vincoli nelle assunzioni. I confederali, evidenziando la professionalità e la disponibilità di tutti i dipendenti Aras, e sottolineando il mancato pagamento degli stipendi, a partire dalla retribuzione di dicembre scorso, hanno mostrato disponibilità a valutare la prosecuzione del lavoro e delle attività attualmente svolte da Aras ed Apa anche attraverso la costituzione di una nuova società o di una nuova associazione, in accordo con Laore e la Regione.

A margine delle audizioni sulla vertenza Aras, la commissione ha ascoltato l’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, sulla situazione della Keller. L’audizione, richiesta dal consigliere FdI, Gianni Lampis, ha consentito di fare il punto sulla  fabbrica di Villacidro che, fondata nel 1983 per produrre carri ferroviari, è stata liquidata nel 2011. Lo stabilimento (250.000 metri quadrati di superficie) è stato acquisito dal locale consorzio industriale per rilanciarne le attività ma dopo i tre bandi di vendita del tribunale di Cagliari, è andato deserto anche il bando ad offerta libera pubblicato dal consorzio industriale. L’assessore ha quindi informato i commissari del coinvolgimento di Invitalia al fine di individuare operatori interessati allo stabilimento della Keller. Il consigliere Lampis, ricordando che il prossimo dicembre scadranno gli ammortizzatori per gli ultimi cento lavoratori beneficiari, ha sollecitato il ricorso a tutti gli strumenti utili a garantire un reddito agli ex Keller.

Il presidente della commissione Luigi Lotto, ha domandato invece all’assessore Maria Grazia Piras notizie sul futuro della miniera di Olmedo e la responsabile dell’Industria ha assicurato che entro la fine del mese sarà pubblicato il bando per la concessione della miniera auspicandone esiti positivi anche in considerazione del miglioramento dei prezzi nel mercato della bauxite.

L’ulteriore argomento trattato dalla Quinta commissione è stata la proposta di legge n. 506 (Lotto e più) che ha l’obiettivo di regolamentare la lavorazione, la trasformazione e il confezionamento di prodotti agricoli esclusivamente aziendali. Luca Saba (Coldiretti), Pietro Tandeddu (Copagri) e Serafino Casula (Confagricoltura) hanno espresso un giudizio sostanzialmente positivo sulla proposta ed hanno rimarcato la necessità chiarezza in ordine all’applicazione delle disposizioni in materia di igiene e sanità, così da non ingenerare confusione e fraintendimenti  tra gli operatori agricoli.

Il direttore generale dell’assessorato della Sanità, Giuseppe Maria Sechi e la responsabile dei servizi veterinari, Daniela Mulas, hanno confermato la piena applicazione delle norme nazionali e comunitarie in materia di igiene, somministrazione e lavorazione degli alimenti, nonché hanno suggerito di attendere le annunciate linee guida ministeriali in materia di home food e home restaurant.

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Europa > Sardegna è il tema del convegno-dibattito che si terrà venerdì 12 gennaio, alle 17.30, a Teulada, presso l’albergo Belvedere per approfondire le questioni relative al turismo e allo sviluppo locale con particolare riferimento ad allevamento, pesca ed agricoltura.            

Interverranno gli europarlamentari Renato Soru (Partito democratico) e Salvatore Cicu (Forza Italia), il direttore regionale della Coldiretti Luca Saba e la segretaria della Uila Pesca Gaia Garau.

Coordinerà i lavori Paolo Dessì, consigliere regionale del Gruppo Misto.