2 November, 2024
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Questo pomeriggio, alle 16.30, presso la Sala Blu del Centro Culturale, in via Deledda, si terrà la presentazione del libro “Il Sindacalista” di Antonio Ulargiu, che avrò il piacere di coordinare.

Interverranno, tra gli altri, il sindaco di Iglesias, Mauro Usai, e il segretario generale della Cisl sarda, Gavino Carta.

Giampaolo Cirronis

La sala convegni del Lù Hotel, a Carbonia, ha ospitato l’XI Congresso della Cisl del Sulcis Iglesiente. 

Coraggiosi nel presente, protagonisti nel futuro è il tema sul quale si è sviluppato l’appuntamento congressuale, aperto dalla relazione del segretario uscente Salvatore Vincis. A seguire, il saluto del vicesindaco di Carbonia, Michele Stivaletta; il saluto degli invitati in rappresentanza di Cgil e Uil; il dibattito congressuale e l’intervento del segretario regionale, Gavino Carta.

I lavori della mattina sono stati conclusi da Giorgio Graziani, segretario confederale della Cisl nazionale, e dalla presentazione della mozione congressuale e l’elezione del Consiglio generale territoriale, del collegio dei sindaci, dei delegati UST del Sulcis Iglesiente al Congresso USR Cisl.

Il Consiglio generale procederà all’elezione del segretario generale, dei componenti la segreteria, del comitato esecutivo, del presidente dei sindaci e del componente designato in Consiglio generale USR.

Durante lo svolgimento dei lavori, abbiamo intervistato il segretario regionale, Gavino Carta.

Più chiarezza e qualche correttivo, per assicurare pari condizioni fra i territori e garantire la ripresa del tessuto produttivo da nord a sud della Sardegna: è quanto chiedono Cgil, Cisl e Uil regionali in riferimento alla bozza del decreto sulla transizione energetica, con l’auspicio che venga firmato al più presto dal presidente Draghi.

«Non c’è più tempo per tergiversare hanno detto i segretari Samuele Piddiu, Gavino Carta e Francesca Ticcaè necessario dar corso subito alla metanizzazione recuperando il divario fra la Sardegna e il resto d’Italia, una condizione inaccettabile che deve essere sanata.»

A fronte della situazione di grave incertezza e preoccupazione, Cgil, Cisl e Uil non possono non evidenziare la posizione della Regione, poco chiara e contraddittoria negli atti: chiamata a dare un parere istituzionale vincolante sulla bozza di decreto, non si esprime con opposizioni formali e poi ne prende le distanze attraverso la stampa e in modo confuso.

È quindi evidente che manca una proposta chiara della Regione, sia sulla bozza che sull’intero percorso della transizione energetica nell’Isola: «Per evitare ulteriori confusioni hanno detto i segretari generalioccorre costruire quella proposta, in modo chiaro e partecipato, insieme alle parti sociali, per portarla con forza al confronto con il governo nazionale».

Secondo i sindacati, il governo nazionale può e deve licenziare il decreto con le opportune modifiche per garantire, senza margini di incertezze o interpretazioni, tempi e modalità di realizzazione delle infrastrutture. Le aziende invece, dovranno strutturarsi per contribuire a rendere attrattive le aree industriali sulle quali dovranno sorgere i poli energetici per la nuova generazione di energia, elettrica e termica da gas oggi, da idrogeno e biogas in futuro.

Per centrare l’obiettivo e correre spediti verso la de-carbonizzazione senza rischiare il collasso del Sistema Sardegna, occorre che la bozza renda espliciti alcuni punti. Eccoli: i volumi della fornitura, perché le quantità di Gnl non possono essere subordinate a futuri calcoli ma sono un dato prioritario da definire subito; tariffe in linea con il mercato italiano e non per un periodo limitato; certezza sulla Fsru nella zona industriale di Porto Torres e relativa rete di collegamento con l’area di Sassari; previsione della rete di interconnessione tra rigassificatori e bacini di stoccaggio, anche con riguardo alle aree del Nuorese dell’Ogliastra e della Gallura. In riferimento alla Fsru al Sud occorre superare le incertezze sulla realizzazione nel Sulcis Iglesiente e definire investimenti in maniera da arrivare in tempi rapidi alla infrastrutturazione dell’area di Cagliari e del sud Sardegna.

Infine, sulle nuove produzioni da Fer, le indicazioni contenute nella bozza, sia per le nuove installazioni di impianti che per gli accumuli, dovranno essere oggetto di specifica programmazione che definisca tipologie, ubicazione, connessione alle filiere green e specifici iter autorizzativi con relativi tempi di realizzazione. Un progetto complessivo di transizione non può che puntare sulla diversificazione, per evitare gli effetti speculativi che stanno determinando i rincari delle bollette elettriche e la crisi di intere filiere, comprese quelle energivore.

A partire dai dati sul Prodotto Interno Lordo in Sardegna, sul reddito delle famiglie sarde e sul mercato del lavoro, potrebbero essere necessari tre anni per tornare ai valori di crescita del 2019 e per sconfiggere gli effetti provocati dalla pandemia e dai provvedimenti adottati per contrastarla. Pure valutando l’ultima previsione del centro studi della Confindustria che prevede per l’Italia una variazione del + 6,1, e in attesa di verificare per la Sardegna il dato reale di fine anno, si è di fronte a una lunga fase temporale dove è indispensabile recuperare le conseguenze della crisi pandemica con una progettualità e una strategia di governo che solo un Patto sociale e l’unità di intenti può garantire nella
individuazione degli obiettivi, nella tempestiva approvazione delle riforme e dei provvedimenti necessari, nella condivisione anche in fase attuativa, nella tempestività della spesa, nella mobilitazione delle migliori risorse umane, nella unità dei sardi per garantire un confronto e un dialogo fattivo tra Regione e Governo nazionale. La CISL sarda propone dunque alla Regione un Patto sociale incentrato su alcuni punti prioritari  per promuovere la crescita e per rilanciare il l lavoro: un Osservatorio Regione e Parti sociali ed economiche e un confronto costante sulle scelte e la spesa riguardanti le diverse fonti di finanziamento, Fondi strutturali europei, PNRR, PON( per quanto verrà trasferito in Sardegna) e Bilancio regionale; un programma pluriennale di politiche attive del lavoro basato sulla occupabilità e sulla formazione per migliorare le competenze dei lavoratori con risorse adeguate e vincolate a una loro cantierabilità per annualità; una legge quadro sulla inclusione sociale che rafforzi la legislazione esistente, quanto a misure e risorse finanziarie, in tema di lotta alle povertà e tutela e diritti degli  anziani; una riforma sanitaria incentrata sulla territorialità dei servizi di prevenzione e cura, la copertura delle sedi vacanti dei medici di famiglia nelle diverse comunità, le visite tempestive e le cure per i soggetti fragili e gli anziani; l’avvio di un confronto tra Stato e Regione per un reale riconoscimento dello status di insularità e per il diritto alla mobilità delle persone e delle merci riconoscendo le pari opportunità e costi rispetto alle altre regioni del Paese.
Alcuni dati che appresso riportiamo attestano gli effetti prodotti dalla pandemia e l’esigenza di una programmazione e rapidità di spesa per ridurre i tempi della ripresa della crescita nell’Isola.
La variazione del PIL (Prodotto Interno Lordo) in Sardegna nel 2019 è stata del +1,4 %.Sempre nel 2019 il PIL regionale era pari a 20.356 euro. Nel Mezzogiorno era pari a 18.511, nel Centro-Nord a 33.796. Nel quinquennio 2015-2019 la variazione del PIL è stata in Sardegna del + 0,7%. Da evidenziare che in Europa a partire dal 2014 era in atto una fase espansiva della economia. Il PIL per abitante della Sardegna era nel 2019 il 69% di quello della media europea. Nel 2020, in Sardegna, a seguito del diffondersi della pandemia, e in conseguenza anche dei provvedimenti adottati per contenerlo, si registra una caduta del tasso annuale del PIL del – 9,7%. Nel 2021, su dati SVIMEZ, la proiezione di crescita è stimata al + 3,2% e per il 2022 al 3,3%. Da evidenziare che nel 2020 la riduzione del reddito delle famiglie sarde è stata del – 5,1%, mentre del 10,9% è stato il calo dei consumi. Si è avuto altresì un calo degli occupati del – 4,6%, attutito dalla CIG e nonostante il blocco dei licenziamenti e le misure di sostegno alle imprese. Sempre nel 2020 il tasso di disoccupazione giovanile nell’Isola era pari al 40,9%, rispetto al 43,3% del Mezzogiorno e al 29,4% dell’Italia, mentre il più generale tasso in Sardegna era al 13,3%, rispetto al 15,9 del Mezzogiorno e al 9,2 dell’Italia. La tendenza in atto per il 2021, relativamente al mercato del lavoro e così come evidenziata dai dati del primo trimestre, è una leggera crescita congiunturale per il lavoro dipendente, con netta prevalenza del tempo determinato.
A partire da questi dati, come già sottolineato, potrebbero essere necessari tre anni per tornare ai valori di crescita del 2019, che pure non erano eccezionali. Ma i tempi si ridurrebbero qualora la Regione predisponesse una strategia, un programma e una capacità di spesa adeguata alla gravità del momento.
Ecco perché la CISL ritiene indispensabile ed urgente che tutte le fonti di finanziamento per la crescita, lo sviluppo e il lavoro vengano attivate e i progetti cantierati con efficacia ed efficienza diverse dal passato anche recente. Ciò, lo ripetiamo, a partire dalle risorse del PNRR e dalla nuova programmazione dei Fondi strutturali europei, dal PON (Piano Operativo Nazionale che programma le risorse europee sul versante nazionale), dalle leggi nazionali e regionali. Alle politiche e agli interventi di natura più strutturale per promuovere la crescita abbattendo le storiche diseconomie dell’Isola (energia, continuità territoriale, infrastrutturazione e reti per garantire connessioni e collegamenti), è indispensabile affiancare misure e risorse adeguate di politica attiva del lavoro, di formazione professionale e dell’istruzione, sia per sostenere i lavoratori in una fase di recupero del trend di crescita, sia per recuperare il divario tra le competenze richieste dal mercato del lavoro e quelle offerte dai lavoratori, sia per avviare un nuovo modello dove coesistano e s’impongano i valori delle competenze, della formazione durante tutto l’arco della vita, dell’alta formazione e della giustizia sociale.

Il Segretario Generale
Gavino Carta

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Salvatore Vincis, 58 anni, è il nuovo segretario generale della Cisl del Sulcis Iglesiente. Lo ha eletto questa sera il Congresso straordinario, al termine una giornata di lavoro nella Sala Astarte della Grande Miniera di Serbariu, con 40 voti su 41 votanti.

Il Congresso e l’elezione di Salvatore Vincis alla segreteria, pongono fine ad un lungo periodo di commissariamento, durato 18 mesi, iniziato nel marzo dell’anno scorso, quando la segreteria nazionale decise di affidare la guida temporanea della Cisl sulcitana a Piero Ragazzini (oggi assente al Congresso, bloccato da un’influenza), che con la collaborazione di Antonio Ceres ha ricostruito il mosaico organizzativo, senza fermare l’attività ordinaria delle federazioni e del sistema dei servizi.
La continuità operativa è stata evidenziata nel suo intervento, in apertura dei lavori, dopo la breve relazione introduttiva del sub commissario Antonio Ceres, dal segretario generale regionale Gavino Carta.

«La Cisl territoriale – ha detto Gavino Carta – è stata presente in tutte le vertenze con proposte e azioni di lotta a livello locale, regionale e nazionale. Nessun tavolo contrattuale ci ha visti assenti e l’unità interna all’organizzazione ci rende più forti in un momento in cui non si deve ammainare la bandiera dell’industria, che ancora può dare molto al territorio nato con fortissima vocazione industriale , in armonia con l’ambiente e lungo le nuove frontiere tecnologiche che si sono aperte, mentre devono perseguire altri linee produttive nelle seconde e terze lavorazioni, nel turismo, nell’agricoltura, nella ricerca.»

Il segretario nazionale confederale, Ignazio Ganga, intervenuto in rappresentanza della segretaria Anna Maria Furlan, ha indicato nelle politiche per l’infrastrutturazione della Sardegna (viabilità, trasporti, metanizzazione) le priorità programmatiche, grazie al Recovery Fund, veramente alla portata della Sardegna, a condizione che si sappiano destinare le risorse in arrivo, verso progetti non di piccolo cabotaggio, ma in grado di riallineare la Sardegna ai livelli delle regioni del Nord Italia.
Al congresso sono interventi 82 delegati in rappresentanza di tutte le categorie e dei servizi aderenti alla confederazione sindacale della Cisl (solo la metà dei quali ha partecipato alla votazione che ha eletto il nuovo segretario) e come invitati, i segretari generali di tutte le 7 Cisl territoriali della Sardegna e i segretari delle federazioni regionali.

Domani pubblicheremo le interviste realizzate con il segretario regionale Gavino Carta ed il segretario nazionale confederale Ignazio Ganga.

 

         

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Mercoledì 30 settembre il Congresso straordinario della Cisl del Sulcis Iglesiente eleggerà il nuovo segretario territoriale, ponendo così fine alla gestione commissariale che si protrae da quasi un anno e mezzo.

L’assise congressuale, dal titolo “Il futuro del territorio al centro della nuova Cisl”, si terrà presso la Sala Astarte sita nel complesso museale della Grande Miniera di Serbariu, nel rispetto delle norme e delle procedure anti Covid, con 82 delegati in rappresentanza di tutte le categorie e dei servizi aderenti alla confederazione sindacale della CISL eleggeranno i propri dirigenti.
A suggellare l’importanza che la Cisl a livello nazionale e regionale pone verso la struttura territoriale, la presenza del segretario nazionale confederale, il sardo Ignazio Ganga e quella del segretario regionale Gavino Carta con la
segreteria regionale.
Saranno presenti come invitati i segretari generali di tutte le 7 Cisl territoriali della Sardegna e i segretari delle federazioni regionali.
Il programma dei lavori che inizieranno alle ore 9,00 con la distribuzione dei materiali e gli accreditamenti dei delegati, proseguirà con gli adempimenti statutari e l’elezione delle commissioni congressuali e degli uffici.
Ad aprire gli interventi saranno i saluti delle autorità civili locali.
A seguire Il commissario straordinario Piero Ragazzini nel frattempo ed assurto all’ importante carica di segretario generale nazionale dei pensionati, traccerà nella sua relazione il cammino percorso nella sua gestione e dal suo staff, e i risultati ottenuti di quello che malgrado le difficoltà per la perdurante gravissima crisi del territorio, può contare dai dati ufficiali certificati riscontrati alla fine del censimento 2019, su 15.208 iscritti, pari al 12,2 per cento dei 124.239 residenti nel Sulcis Iglesiente, attestandosi come prima organizzazione del territorio, da sempre radicata tra i lavoratori, lavoratrici e cittadini dell’intero Sulcis Iglesiente.
Si andrà avanti con lo spazio dedicato al dibattito congressuale, che entrerà nel merito delle numerose problematiche che investono in tutti i settori economici produttivi e sociali il territorio e si concluderà con gli interventi del Segretario regionale Gavino Carta e del segretario confederale.
Si passerà subito poi all’apertura dei seggi per l’elezione del Consiglio generale che verrà convocato immediatamente dopo una breve pausa, per l’elezione del Segretario generale dei componenti della Segreteria, del Comitato esecutivo, del presidente collegio dei sindaci, del designato al consiglio generale Regionale e del
responsabile del coordinamento donne.
Si concluderà così la gestione commissariale che ha governato l’organizzazione sindacale nel territorio, protrattasi oltre il periodo previsto di 12 mesi, la cui scadenza era stata indicata per il mese di aprile 2020, ma le prescrizioni dovute alla pandemia da Covid-19, hanno obbligato ad una proroga di alcuni mesi.
Su queste basi si ritornerà alla normale gestione amministrativa e politica il sindacato Cisl nel Sulcis Iglesiente, con il gruppo dirigente regolarmente eletto.

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Dopo quasi 1 anno e mezzo di commissariamento, il congresso straordinario della CISL del Sulcis Iglesiente il 30 settembre eleggerà la nuova segreteria. Il congresso, intitolato “Il futuro del territorio al centro della nuova Cisl”,
si terrà presso la Sala Astarte, nel complesso museale della Grande Miniera di Serbariu nel rispetto delle norme e delle procedure anti Covid. 82 i delegati che, in rappresentanza di tutte le categorie e dei servizi aderenti alla confederazione sindacale della CISL, eleggeranno i propri dirigenti.
Vanno segnalate le presenze della segretaria nazionale Anna Maria Furlan e del segretario regionale Gavino Carta, che confermano l’importanza che la CISL a livello nazionale e regionale pone verso la struttura territoriale. Saranno presenti, inoltre, come invitati, i segretari generali di tutte le 7 CISL territoriali della Sardegna ed i segretari delle Federazioni regionali.
Il programma dei lavori, che inizieranno alle ore 9,00, con la distribuzione dei materiali e gli accreditamenti dei delegati, proseguirà con gli adempimenti statutari e l’elezione delle commissioni congressuali e degli uffici.
Ad aprire gli interventi saranno i saluti delle autorità civili locali. A seguire Il commissario straordinario Piero Ragazzini. oggi Segretario Generale Nazionale dei Pensionati, traccerà nella sua relazione il cammino percorso nella sua gestione e dal suo staff, e «i risultati ottenuti di quello che, malgrado le difficoltà per la perdurante gravissima crisi del territorio, può contare dai dati ufficiali certificati riscontrati alla fine del censimento 2019, su 15.171 iscritti, pari al 12,2 per cento dei 124.239 residenti nel Sulcis Iglesiente, attestandosi come prima organizzazione del territorio, da sempre radicata Il dibattito congressuale si concluderà con gli interventi del Segretario Regionale Gavino Carta e della Segretaria Nazionale Anna Maria Furlan. Seguirà l’apertura dei seggi per l’elezione del Consiglio Generale che verrà convocato immediatamente dopo una breve pausa, per l’elezione del Segretario Generale, dei componenti della Segreteria, del Comitato Esecutivo, del presidente collegio dei sindaci, del designato al Consiglio generale regionale e del responsabile del coordinamento donne.
Si concluderà così la gestione commissariale che ha governato l’organizzazione sindacale nel territorio, protrattasi oltre il periodo previsto di 12 mesi, la cui scadenza era stata indicata per il mese di aprile 2020, ma le prescrizioni dovute alla pandemia da Covid-19, hanno obbligato ad una proroga di alcuni mesi.
La CISL del Sulcis Iglesiente ritornerà così alla normale gestione amministrativa e politica, con il gruppo dirigente regolarmente eletto.

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Martedì 30 giugno 2020, dalle ore 17,00, a Casa Fenu, in via Santa Maria a Villamassargia, si svolgerà un dibattito sulla sanità, su un progetto per un nuovo ospedale d’eccellenza nel Sulcis Iglesiente. L’incontro, coordinato da Giampaolo Cirronis, sarà così strutturato: nella prima parte, il comune di Villamassargia presenterà la proposta sottoposta alla Regione Sardegna. A seguire, il confronto con le istanze dei sindacati e degli ordini professionali che potranno intervenire con un proprio contributo.

Hanno confermato la loro presenza: Raimondo Ibba, ex consigliere regionale e per diversi anni presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Cagliari; Angela Quaquero, presidente dell’Ordine degli psicologi della Sardegna; Graziano Lebiu, presidente dell’OPI di Carbonia Iglesias; Antonello Congiu (delegato da Michele Carrus), segretario della Camera del Lavoro CGIL della Sardegna Sud Occidentale; Gavino Carta, segretario generale della CISL sarda; Francesca Ticca, segretaria generale della UIL sarda; Maria Porru, presidente dell’Ordine dei Tecnici Sanitari.

Nel rispetto delle norme per il contrasto al Covid-19, l’incontro si terrà in presenza con distanziamento fisico, senza pubblico e con trasmissione in diretta streaming per consentirne a tutti la visione.

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I segretari generali di CGIL, CISL e UIL Sardegna, Michele Carrus, Gavino Carta e Francesca Ticca, hanno chiesto al presidente della Regione, Christian Solinas, l’apertura urgente di un confronto sulla riforma sanitaria in Sardegna.

«In diverse occasioni abbiamo condiviso l’esigenza di aprire un confronto sulle linee guida di una riforma sanitaria in Sardegna, che Lei stesso ci aveva rassicurato di voler svolgere prima di avviare l’iter consiliare conseguente alle decisioni della Giunta. Abbiamo invece registrato, successivamente, che il testo della riforma è stato esitato senza alcun nostro coinvolgimento preliminare e poi trasmesso alla competente Commissione consiliare, la quale, peraltro, non ci risulta abbia ancora svolto audizioni né convocato le Segreterie Confederaliscrivono in una nota Michele Carrus, Gavino Carta e Francesca Ticca -. Registriamo nel contempo anche un tentativo strumentale di apertura di un confronto sulla riforma da parte dell’assessore della Sanità con i soli sindacati del comparto (i quali se ne sono peraltro correttamente sottratti), senza che egli abbia mai, finora, avuto il benché minimo impulso a incontrare il sindacato generale e interloquirvi. Ciò sembra sottendere una visione dei problemi che si colloca agli antipodi di quanto da Lei dichiarato, quando l’anno scorso condividemmo un metodo di confronto e un orizzonte di contenuti tematici – tra cui questa ed altre riforme – circa la validità della partecipazione dei corpi sociali alla vita democratica delle stesse istituzioni. In questo caso, sembrerebbe che il tema della garanzia del diritto alla salute dei cittadini attraverso i servizi e gli acquisti pubblici, la loro programmazione, la loro distribuzione nel territorio, le loro qualità e caratteristiche, il loro finanziamento, le modalità e l’equilibrio complessivo di gestione efficiente ed efficace della sanità; le compatibilità di bilancio e l’alimentazione del fabbisogno che l’intera comunità regionale esprime, complessivamente e su questo aspetto così rilevante della sua esistenza, che è variamente intrecciato con altri ambiti della vita associata, attività istituzionali, produttive, servizi; un settore nel quale operano direttamente e indirettamente molte decine di migliaia di persone, appartenenti a diversi comparti contrattuali, ma al quale sono interessati tutti i cittadini, in quanto fruitori o finanziatori dei servizi, e tra questi sono i lavoratori dipendenti e i pensionati, nel loro insieme, coloro i quali concorrono in misura enormemente preponderante, attraverso tasse, contributi e imposte, a fornire alla collettività le risorse necessarie alle prestazioni sociali; ecco, è quasi come se tutte queste questioni siano affrontabili e risolvibili sul piano della condivisione delle scelte fondamentali attraverso una discussione con i soli rappresentanti sindacali del settore, alla stessa stregua di quanto potrebbe farsi per la contrattazione di lavoro o l’organizzazione del servizio degli addetti del comparto (cose peraltro rilevantissime e alle quali, infatti, le stesse confederazioni sono direttamente partecipi, così come condividono con le proprie federazioni di categoria valutazioni e orientamenti sulle tematiche generali, per le ovvie implicazioni che legano tra loro le une e le altre).»

«Così facendo non si sconvolge soltanto una consuetudine consolidata nelle normali relazioni con il sindacato confederale e con le forze sociali in Sardegna, e nel nostro Paese, ma si tradisce una concezione auto-referenziale che non appartiene in alcun modo alla nostra realtà e alla nostra cultura associativa e che, pertanto, non potrebbe neppure produrre il risultato di una condivisione di scelte che travalicano di gran lunga, per contenuto, il solo ambito settorialeaggiungono Michele Carrus, Gavino Carta e Francesca Ticca -. Spiace dover rilevare queste cose così evidenti, Presidente, ma poiché non è la prima volta che il confronto su temi di interesse generale è svolto da esponenti della Sua Giunta soltanto attraverso queste modalità, non ci resterebbe che concluderne che ciò esprima il vero orientamento politico della Sua maggioranza, malgrado le Sue differenti dichiarazioni. Forse risiede qui anche la ragione per cui non abbiamo ancora avuto riscontro alle diverse richieste che Le abbiamo inoltrato, e deriva da questo quella fatica che sembra accompagnare la creazione di tavoli di confronto con il sindacato, che da ultimo non riesce a interloquire neanche su materie sulle quali di recente erano state trovate opportune intese, le quali restano in gran parte inapplicate e bisognose di un Suo intervento risolutivo. Infine, siamo certi che non Le sfugga come l’emergenza sanitaria del Covid-19 contribuisca sensibilmente a rideterminare priorità e obiettivi di riforma della sanità, a partire dalle linee guida nazionali sul necessario rafforzamento delle terapie intensive e semi-intensive, sul reclutamento del personale sanitario, sulla medicina territoriale e la prevenzione, sulle residenze sanitarie, ed altro ancora, ciò che presumibilmente comporta la revisione di proposte maturate in altri contesti, oltre che l’individuazione degli interventi prioritari per il 2020 su cui convogliare le risorse stanziate dal Governo, a iniziare dai 42 milioni di euro del decreto “Rilancio”, da rendere strutturali ma che già dall’autunno prossimo dovranno essere operativi – concludono Michele Carrus, Gavino Carta e Francesca Ticca -. Per tutte queste ragioni, Le chiediamo di attivare presso la Presidenza della Giunta, con l’urgenza del caso, un primo momento di confronto sulla riforma del sistema sanitario in Sardegna con le Organizzazioni Sindacali confederali CGIL, CISL e UIL.»

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Fatto inedito nella prassi consiliare consolidata, anche l’audizione della rappresentanza delle agenzie formative, come quella con le rappresentanze sindacali sulle misure lavoro della giunta, entrambe previste in sequenza nel pomeriggio odierno, è stata disertata dai componenti consiglieri di maggioranza, rendendo invalida e quindi impraticabile la riunione stessa, che pertanto non ha potuto discutere i temi importanti all’ordine del giorno: «Problematiche del sistema della Formazione professionale in Sardegna nell’emergenza sanitaria, proposte di intervento».

Tuttavia, come CISL Sarda riteniamo utile intervenire nel dibattito e proporre una riflessione su un tema cosi decisivo per la vita delle persone e delle nostre comunità.

Le conseguenze dell’emergenza sanitaria, e delle decisioni adottate per contrastare il Coronavirus sul versante economico e sociale, sono pesantissime. Lo attestano i principali indicatori economici e sociali, ma soprattutto sono visibili nel diffuso e consistente disagio espresso da gran parte della popolazione, e di quanti attendono di ricevere le provvidenze messe in campo dal Governo.

Sono indispensabili dunque misure strutturali in grado di sostenere le imprese, ma evitando che i decreti governativi portino a un loro ulteriore ed eccessivo indebitamento nel tentativo di rafforzare la loro ricapitalizzazione. Si tratta invece di potenziare la struttura imprenditoriale e il loro capitale per fare ripartire una fase espansiva dell’economia, insieme a politiche attive del lavoro e formative promosse, in questo caso, dalla Regione, e utili a rispondere, sul lato dell’offerta, all’acquisizione ed aggiornamento di competenze e ai bisogni di una parte consistente della popolazione.

La fase recessiva in corso non sarà purtroppo di breve durata, e sul mercato del lavoro è fondamentale allora immettere adeguate misure di politiche attive.

La formazione professionale svolge, in questo contesto, una funzione insostituibile nel mondo del lavoro e nelle stesse politiche attive. E’ indispensabile che l’una e le altre siano di nuovo operative, con maggiori risorse e con tempi attuativi brevissimi, per incidere positivamente sulle conseguenze prodotte dalla lunga sospensione produttiva, e in un’economia peraltro da tempo in grande difficoltà.

La Regione Sardegna, in questa direzione, deve rendere visibile e operativo un programma aggiuntivo di misure e attività formative, con protocolli sanitari e di prevenzione utili a garantire la piena operatività delle Agenzie formative, in aula con lezioni frontali, e di partecipazione alle attività pratiche e di laboratorio. Senza ovviamente escludere, laddove necessario, la formazione in Fad e in E-learning, con gli indispensabili sostegni finanziari alle agenzie e all’utenza per i costi sostenuti a causa della sospensione dell’attività, e per quelli conseguenti al ri-orientamento dell’attività didattica e organizzativa. Sul versante dei costi conseguenti al lungo blocco delle attività, che sostanzialmente ancora perdura, e chissà per quanto tempo ancora, né il Governo né la Regione hanno predisposto specifici interventi a sostegno. Le misure sul credito d’imposta e i benefici previsti per le imprese hanno infatti limitazioni e procedure complesse che non li rendono facilmente praticabili per le Agenzie formative. Diversamente dalla scuola dove i costi sono ovviamente e interamente a carico della spesa statale.

Si tratta invece di mettere in campo, da parte della Regione, delle iniziative e degli atti a favore della formazione, quale settore strategico per il lavoro e lo sviluppo, necessitati dall’emergenza in atto, e peraltro rispondenti ai documenti programmatici dell’attuale Giunta, che nel Programma Regionale di Sviluppo 2020-2024, approvato con delibera il 5 marzo 2020, così lo titolava: «L’identità che si costruisce nel fare per creare valore e sviluppo sostenibile per i Sardi e la Sardegna».

Il fare, relativamente alla formazione professionale, veniva indicato nel capitolo “Principali ambiti d’intervento” e nel sottotitolo “L’identità professionale”, con la seguente dicitura a carattere programmatico: «…La Regione si pone l’obiettivo di rafforzare l’identità professionale come strumento e mezzo per garantire migliori condizioni di vita.(…..) Tutto ciò andrà effettuato attraverso un rafforzamento delle competenze e delle qualifiche professionali finalizzate alla creazione di posti di lavoro…».

Oggi, il fare significa sostanzialmente tre cose: rendere subito operativa la ripartenza delle attività formative con modalità frontale, e con i dispositivi di sicurezza, garantire da parte della Regione la copertura dei costi dovuti all’emergenza sanitaria e anche l’adozione della rendicontazione a costi standard, la pubblicazione di avvisi e bandi per nuove attività formative e di supporto soprattutto alle politiche attive del lavoro e a quelle inclusive sul piano sociale.

Più di una Regione ha già dato precise indicazioni con protocolli utili a una sicura ripartenza delle attività in aula e nei laboratori, mentre sulla copertura dei costi causati dall’emergenza è urgente uno specifico provvedimento, da valutare se in sede legislativa o se con atto amministrativo, da parte dell’Assessorato del Lavoro.

Sul versante delle nuove attività è necessario avviare subito gli avvisi relativi al programma ASSIST per le categorie più in difficoltà sul piano sociale (alleanze strategiche per lo sviluppo dell’innovazione sociale nei territori della Sardegna) e TVB (Tirocini, Voucher, Bonus), e un programma straordinario formativo di aggiornamento, orientamento, qualificazione, riqualificazione, ed eventuale accompagnamento e ricollocazione di quanti usufruiscono dei benefici di integrazione del reddito e assistenziali, in capo ai provvedimenti varati per contrastare l’emergenza sanitaria e le sue conseguenze sul piano sociale ed economico.

In questa direzione, più volte, si sono espresse le rappresentanze delle Agenzie formative, ma, per ora, senza risultati.

Eppure si è di fronte a un mercato del lavoro che ha impattato in dimensioni senza precedenti con l’emergenza sanitaria, a un crollo della domanda di lavoro, a un impoverimento di intere categorie sociali, a una difficoltà diffusa e consistente di tenere in vita la propria intrapresa in tutti i territori dell’Isola, pena un forte e forse insostenibile indebitamento.

Le misure di integrazione del reddito, necessarie e da garantire velocemente a tutti i richiedenti, non sono reiterabili per lunghissimo tempo, vuoi per i costi a gravare sull’INPS e sul debito pubblico, e perché l’attività produttiva e dei servizi deve riprendere quanto prima. In tutti casi, lo si deve ancora sottolineare, almeno una parte delle migliaia di lavoratori coinvolti necessitano di adeguati servizi all’impiego, di attività di tutoraggio e accompagnamento al lavoro, e di attività formativa.

Gavino Carta

Segretario Generale

Cisl Sardegna