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Fatto inedito nella prassi consiliare consolidata, anche l’audizione della rappresentanza delle agenzie formative, come quella con le rappresentanze sindacali sulle misure lavoro della giunta, entrambe previste in sequenza nel pomeriggio odierno, è stata disertata dai componenti consiglieri di maggioranza, rendendo invalida e quindi impraticabile la riunione stessa, che pertanto non ha potuto discutere i temi importanti all’ordine del giorno: «Problematiche del sistema della Formazione professionale in Sardegna nell’emergenza sanitaria, proposte di intervento».
Tuttavia, come CISL Sarda riteniamo utile intervenire nel dibattito e proporre una riflessione su un tema cosi decisivo per la vita delle persone e delle nostre comunità.
Le conseguenze dell’emergenza sanitaria, e delle decisioni adottate per contrastare il Coronavirus sul versante economico e sociale, sono pesantissime. Lo attestano i principali indicatori economici e sociali, ma soprattutto sono visibili nel diffuso e consistente disagio espresso da gran parte della popolazione, e di quanti attendono di ricevere le provvidenze messe in campo dal Governo.
Sono indispensabili dunque misure strutturali in grado di sostenere le imprese, ma evitando che i decreti governativi portino a un loro ulteriore ed eccessivo indebitamento nel tentativo di rafforzare la loro ricapitalizzazione. Si tratta invece di potenziare la struttura imprenditoriale e il loro capitale per fare ripartire una fase espansiva dell’economia, insieme a politiche attive del lavoro e formative promosse, in questo caso, dalla Regione, e utili a rispondere, sul lato dell’offerta, all’acquisizione ed aggiornamento di competenze e ai bisogni di una parte consistente della popolazione.
La fase recessiva in corso non sarà purtroppo di breve durata, e sul mercato del lavoro è fondamentale allora immettere adeguate misure di politiche attive.
La formazione professionale svolge, in questo contesto, una funzione insostituibile nel mondo del lavoro e nelle stesse politiche attive. E’ indispensabile che l’una e le altre siano di nuovo operative, con maggiori risorse e con tempi attuativi brevissimi, per incidere positivamente sulle conseguenze prodotte dalla lunga sospensione produttiva, e in un’economia peraltro da tempo in grande difficoltà.
La Regione Sardegna, in questa direzione, deve rendere visibile e operativo un programma aggiuntivo di misure e attività formative, con protocolli sanitari e di prevenzione utili a garantire la piena operatività delle Agenzie formative, in aula con lezioni frontali, e di partecipazione alle attività pratiche e di laboratorio. Senza ovviamente escludere, laddove necessario, la formazione in Fad e in E-learning, con gli indispensabili sostegni finanziari alle agenzie e all’utenza per i costi sostenuti a causa della sospensione dell’attività, e per quelli conseguenti al ri-orientamento dell’attività didattica e organizzativa. Sul versante dei costi conseguenti al lungo blocco delle attività, che sostanzialmente ancora perdura, e chissà per quanto tempo ancora, né il Governo né la Regione hanno predisposto specifici interventi a sostegno. Le misure sul credito d’imposta e i benefici previsti per le imprese hanno infatti limitazioni e procedure complesse che non li rendono facilmente praticabili per le Agenzie formative. Diversamente dalla scuola dove i costi sono ovviamente e interamente a carico della spesa statale.
Si tratta invece di mettere in campo, da parte della Regione, delle iniziative e degli atti a favore della formazione, quale settore strategico per il lavoro e lo sviluppo, necessitati dall’emergenza in atto, e peraltro rispondenti ai documenti programmatici dell’attuale Giunta, che nel Programma Regionale di Sviluppo 2020-2024, approvato con delibera il 5 marzo 2020, così lo titolava: «L’identità che si costruisce nel fare per creare valore e sviluppo sostenibile per i Sardi e la Sardegna».
Il fare, relativamente alla formazione professionale, veniva indicato nel capitolo “Principali ambiti d’intervento” e nel sottotitolo “L’identità professionale”, con la seguente dicitura a carattere programmatico: «…La Regione si pone l’obiettivo di rafforzare l’identità professionale come strumento e mezzo per garantire migliori condizioni di vita.(…..) Tutto ciò andrà effettuato attraverso un rafforzamento delle competenze e delle qualifiche professionali finalizzate alla creazione di posti di lavoro…».
Oggi, il fare significa sostanzialmente tre cose: rendere subito operativa la ripartenza delle attività formative con modalità frontale, e con i dispositivi di sicurezza, garantire da parte della Regione la copertura dei costi dovuti all’emergenza sanitaria e anche l’adozione della rendicontazione a costi standard, la pubblicazione di avvisi e bandi per nuove attività formative e di supporto soprattutto alle politiche attive del lavoro e a quelle inclusive sul piano sociale.
Più di una Regione ha già dato precise indicazioni con protocolli utili a una sicura ripartenza delle attività in aula e nei laboratori, mentre sulla copertura dei costi causati dall’emergenza è urgente uno specifico provvedimento, da valutare se in sede legislativa o se con atto amministrativo, da parte dell’Assessorato del Lavoro.
Sul versante delle nuove attività è necessario avviare subito gli avvisi relativi al programma ASSIST per le categorie più in difficoltà sul piano sociale (alleanze strategiche per lo sviluppo dell’innovazione sociale nei territori della Sardegna) e TVB (Tirocini, Voucher, Bonus), e un programma straordinario formativo di aggiornamento, orientamento, qualificazione, riqualificazione, ed eventuale accompagnamento e ricollocazione di quanti usufruiscono dei benefici di integrazione del reddito e assistenziali, in capo ai provvedimenti varati per contrastare l’emergenza sanitaria e le sue conseguenze sul piano sociale ed economico.
In questa direzione, più volte, si sono espresse le rappresentanze delle Agenzie formative, ma, per ora, senza risultati.
Eppure si è di fronte a un mercato del lavoro che ha impattato in dimensioni senza precedenti con l’emergenza sanitaria, a un crollo della domanda di lavoro, a un impoverimento di intere categorie sociali, a una difficoltà diffusa e consistente di tenere in vita la propria intrapresa in tutti i territori dell’Isola, pena un forte e forse insostenibile indebitamento.
Le misure di integrazione del reddito, necessarie e da garantire velocemente a tutti i richiedenti, non sono reiterabili per lunghissimo tempo, vuoi per i costi a gravare sull’INPS e sul debito pubblico, e perché l’attività produttiva e dei servizi deve riprendere quanto prima. In tutti casi, lo si deve ancora sottolineare, almeno una parte delle migliaia di lavoratori coinvolti necessitano di adeguati servizi all’impiego, di attività di tutoraggio e accompagnamento al lavoro, e di attività formativa.
Gavino Carta
Segretario Generale
Cisl Sardegna