20 November, 2024
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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Gli interventi degli assessori del Lavoro e del Personale, Virginia Mura e Gianmario Demuro, hanno aperto il ciclo di audizioni della Seconda commissione sulla proposta di legge n. 315 che punta a una nuova disciplina dei servizi e delle politiche per il lavoro. Il presidente della commissione, Gavino Manca (Pd) ha evidenziato, in apertura di seduta, la condivisione bipartisan della proposta avanzata dal parlamentino del lavoro che tiene conto anche delle intervenute modifiche normative introdotte con il programma di riforme approvato al livello statale: il “Job Act”.

Gavino Manca ha definito la proposta all’esame della commissione «un buon testo che supera il dettato della legge 20 del 2005, per offrire nuove prospettive alla Sardegna su un tema chiave come è quello del lavoro».

La proposta di legge si compone di 44 articoli e si suddivide in quattro aree principali: la prima indica le finalità e disciplina compiti e funzioni della Regione, la seconde parte è incentrata sull’agenzia regionale del lavoro che sarà trasformata in Aspal “Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro”; la terza parte definisce le misure di politica attiva del lavoro e individua strumenti e principi per l’erogazione dei servizi e la realizzazione degli interventi; la quarta, infine, contiene le norme attuative e transitorie, nonché la clausola valutativa per misurare l’efficacia delle azioni intraprese.

L’assessore Mura ha dichiarato una sostanziale condivisione sull’impianto normativo ed ha anche evidenziato la “disastrosa situazione” in cui hanno operato i centri per l’impiego, nonché gli sforzi compiuti dall’attuale amministrazione per garantirne il miglioramento dei servizi

L’assessore del Personale, Demuro, ha auspicato tempi rapidi “per una nuova disciplina delle politiche per il lavoro” e nel merito della proposta di legge, ha invitato i commissari ad una più approfondita valutazione circa l’opportunità, nelle more dell’implementazione del sistema informativo unico, di prevedere in legge la realizzazione di un sistema informativo delle politiche del lavoro e della formazione professionale («dobbiamo far lavorare insieme i diversi sistemi informativi della Regione e i tempi dell’innovazione e dell’informatica non corrispondono a quelli che sono necessari per l’approvazione di una legge»).

Il direttore dell’agenzia regionale del lavoro, Massimo Temussi, ha incentrato il suo intervento sulle parti della proposta di legge attinenti la dotazione organica massima prevista (800 unità) per l’agenzia ed ha fornito il quadro attuale del personale (322 dipendenti dalle amministrazioni provinciali, 300 dell’agenzia, 86 dipendenti a tempo indeterminato e 6 inserimenti per le norme sulla disabilità) evidenziando inoltre la necessità di garantire le risorse necessarie anche per il trasferimento all’Arl del “personale delle province a tempo determinato, il cui rapporto di lavoro è in corso al momento del trasferimento, nonché del personale con altre tipologie di contratti o con rapporti di collaborazione coordinata e continuativa e in corso, per lo svolgimento delle attività relative all’esercizio in via esclusiva delle funzioni trasferite dalla legge” (articolo 37 comma 1 lettera c) della proposta di legge 315).

I consiglieri Paolo Zedda (Soberania e Indipendentzia), Roberto Desini (Sovranità, democrazia e lavoro), Rossella Pinna (Pd), intervenuti nel breve dibattito che è seguito alle tre audizioni, hanno confermato sostegno all’iniziativa e il presidente della commissione, Gavino Manca, a conclusione della seduta, si è detto ottimista sui tempi di approvazione della nuova legge che si propone di ridisegnare i servizi e le politiche per il lavoro in Sardegna.

Le audizioni sulla proposta di legge 315 proseguiranno domani, mercoledì 13 aprile, a partire dalle 9.30, con gli interventi dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali: Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Fed.Ro, Sadirs e Confsal.

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Portal 1 copiaLavoratori ex Ila alla Torre Civica copia 

Questa mattina la commissione Lavoro, presieduta da Gavino Manca (Pd), ha incontrato in audizione i rappresentanti sindacali e una delegazione dei lavoratori ex Ila che, con l’occupazione delle aule consiliari dei municipi di Gonnesa e Carbonia, hanno rilanciato la vertenza che ormai da otto anni riguarda i 166 lavoratori della fabbrica dei laminati di alluminio a Portovesme.

Daniela Piras (Uil), Roberto Forresu (Cgil) e Rino Barca (Cisl), i tre segretari confderali dei metalmeccanici protagonisti alcune settimane fa della clamorosa occupazione di uno dei silos dello stabilimento ex Alcoa,  hanno ripercorso le tappe della complessa vicenda ex Ila ed hanno evidenziato la mancata attuazione ed il superamento dell’accordo sottoscritto nel luglio del 2012 con Regione e gli imprenditori interessati allo stabilimento, per il collocamento dei lavoratori in mobilità e il reintegro dei dipendenti entro 18 mesi dalla sigla dell’intesa.

«Quel progetto – ha detto Daniela Piras (Uil) – è sostanzialmente fallito e serve un’alternativa credibile e realizzabile per definire un piano di ricollocamento dei lavoratori ma ciò che è urgente è garantire i necessari interventi di sostegno per coloro che vivono il dramma della mancanza del lavoro e dell’assenza degli ammortizzatori sociali.»

Richieste ribadite sia dalla Cgil con Roberto Forresu  («la situazione ormai non regge più e nell’immediato serve affrontarla con gli ammortizzatori sociali») e Franco Bardi («lo stabilimento è stato smantellato e l’accordo del 2012 non è più applicabile, servono dunque interventi per il sostegno al reddito») che dalla Cisl con Rino Barca che ha posto l’accento anche sul rilancio, con l’intervento del Governo, della filiera dell’alluminio nel Sulcis («deve essere riconosciuta come una produzione strategica per l’Italia»).

Marco Cao e Enzo Ligas hanno testimoniato le difficoltà dei lavoratori e rammentato alla commissione l’ormai imminente scadenza (giugno 2016) dei benefici degli ammortizzatori sociali per gli ultimi 40 dipendenti ex Ila che ne usufruiscono.

Nel breve confronto sviluppatosi in commissione, Pietro Cocco (Pd), Ignazio Locci (Fi), Gianluigi Rubiu (Udc), e Alessandro Collu (Pd), seppur con differenti sfumature politiche, hanno manifestato, nel corso dei rispettivi interventi,  pieno sostegno a sindacati e lavoratori per la vertenza  ex Ila (e più in generale per tutte quelle in atto nel Sulcis) ed hanno dichiarato massima disponibilità per un nuovo incontro “operativo” in commissione Lavoro.

Il presidente della commissione, Gavino Manca, a conclusione dei lavori, ha assicurato la calendarizzazione del nuovo incontro “entro le prossime due settimane” e, pur ribadendo la complessità della vertenza ex Ila, ha schematicamente illustrato i possibili interventi per fronteggiare l’emergenza segnalata dalle rappresentanze sindacali e dai lavoratori: flexicurity, incremento del fondo “prestito previdenziale”, cantieri di inclusione sociale, corsi di riqualificazione professionale.

«Serve uno sforzo comune – ha concluso Gavino Manca – per dare almeno un altro anno di sostegni ai lavoratori ex Ila, in attesa di un serio progetto di ricollocazione che possa realizzarsi anche con l’intervento del Governo».

 

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Isola de La Maddalena 84 copia

«Il G7 non è mai volato via dalla Sardegna, non fosse altro perché non c’è mai atterrato, il contrario di quanto è accaduto nel 2009, quando il G8, invece, è stato scippato ai sardi.» Lo ha detto oggi Gavino Manca, consigliere regionale del Partito Democratico, rispondendo a quanti hanno sollevato il problema, non più tardi di ieri il collega di maggioranza Roberto Desini, del gruppo Sovranità, Democrazia e Lavoro.

«E’ vero però che quando ad Olbia il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha affermato che avrebbe posto rimedio ai disastri del G8 mancato alla Maddalena, in Sardegna in tanti ci siamo adoperati (in testa il presidente Pigliaru) perché si potesse realizzare il sogno di ospitare nell’isola il nuovo vertice dei grandi – ha aggiunto Gavino Manca -. Al momento non c’è una comunicazione ufficiale che indichi nella Sicilia il sito prescelto ma è innegabile che le possibilità di vedere il prossimo G7 alla Maddalena sembrano essersi ridotte, anche per l’emergere di una serie di delicate questioni attinenti la sicurezza. Il tutto non significa però il venir meno dell’impegno assunto pubblicamente dal presidente Renzi per sanare lo scempio rappresentato dalle  strutture realizzate per il G8 abortito del 2009 e poi abbandonate ed in rovina alla Maddalena. Per questo mi sento di condividere il rammarico e la preoccupazione di quanti in queste ore lamentano l’occasione perduta ma prendo le distanze da quanti, invece, strumentalmente e scompostamente riattivano stantie e inutili proteste di stampo rivendicazionista.»

«A costoro ricordo che il Governo Renzi, che tanto criticano perché “non è pervenuto” sulle decennali questioni aperte in Sardegna, è il medesimo che nell’arco degli ultimi due anni, solo per citarne alcune, ha stanziato solo per opere pubbliche da realizzare in Sardegna, 230 milioni di euro  per le strade; 180 milioni di euro per gli ospedali e 100 milioni per gli interventi post alluvione. Ma soprattutto – sul piano prettamente politico – rammento che la maggioranza che governa in Regione e i democratici della Sardegna, in particolare, considerano il Governo Renzi come un Governo con cui confrontarsi (anche con toni aspri, quando serve) per meglio cogliere occasioni e opportunità di crescita e sviluppo – ha concluso Gavino Manca – e non già un’occasione per scaricare fallimenti e frustrazioni tipiche degli opportunismi politici».

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Gianmario Demuro 55

I problemi dei precari della Regione sono stati esaminati nella seduta congiunta di I e II commissione con l’assessore degli Affari generali Gianmario Demuro. Sono 1.101 i precari transitati a vario titolo nel sistema regionale (amministrazione centrale, enti e agenzie) negli ultimi dieci anni. Di questi, 152 sono ancora in servizio.

I dati sono stati forniti dall’assessore agli Affari Generali Gian Mario Demuro che ha illustrato nei dettagli i risultati del monitoraggio sul fenomeno del precariato sollecitato da una risoluzione approvata all’unanimità dalla Prima e Seconda Commissione il 14 ottobre scorso.

Dalla ricognizione assessoriale rimangono fuori i 1.703 precari dell’Ente Foreste, destinatari di specifici programmi di stabilizzazione, e i 301 dei Cesil-Csl, attualmente in forza all’Agenzia del Lavoro e in procinto di ottenere un provvedimento di stabilizzazione grazie a uno specifico provvedimento di legge che sarà discusso dal Consiglio subito dopo l’approvazione della manovra finanziaria.  Un monitoraggio a parte sarà invece necessario per i precari delle Asl, delle province e delle società in house.

«La Regione non si è comportata bene con le persone contrattualizzate in questi anni – ha detto Demuro – è arrivato il momento di recuperare serietà attraverso soluzioni percorribili nel rispetto dei vincoli di bilancio e delle disposizioni di legge.»  

I presidenti delle Commissioni Lavoro e Autonomia Gavino Manca e Francesco Agus hanno espresso apprezzamento per il lavoro svolto dall’assessorato e auspicato un percorso rapido per il superamento del precariato.

«Serve ora un ulteriore approfondimento sulla situazione nelle Asl, nelle province e nelle società in house – ha detto Manca – il Consiglio dovrà darsi tempi rapidi per avanzare proposte da discutere con la Giunta. Sarebbe opportuno definire il quadro complessivo entro il prossimo mese di giugno. L’obiettivo è chiudere la partita entro i prossimi 3 anni tenendo conto di tutti gli strumenti utili per l’accesso alla pubblica amministrazione come la mobilità e i concorsi pubblici.» 

Giudizio condiviso dal presidente Francesco Agus: «Giugno credo sia un termine ragionevole per avanzare una proposta operativa. I numeri del precariato in carico alla Regione e ai suoi enti strumentali sono contenuti – ha detto Agus – la nostra non è una situazione drammatica come quella di altre Regioni, il problema è risolvibile. Ora occorre evitare il ricorso a strumenti tampone per risolvere le emergenze. Senza un provvedimento definitivo i precari attualmente in servizio rischiano di andare a casa».

Conclusa l’audizione sul precariato, la Prima Commissione ha sentito gli assessori all’Industria Maria Grazia Piras e agli Affari Generali Gian Mario Demuro sul disegno di legge per la semplificazione dei procedimenti amministrativi. Il provvedimento sarà esaminato dalla Commissione subito dopo l’approvazione della manovra finanziaria.

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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Slitta a domani per le 11.30 il parere, inizialmente previsto per oggi, della Seconda commissione sulla Manovra finanziaria 2016-2018. L’annuncio è stato dato dal presidente della commissione Lavoro e Cultura, Gavino Manca (Pd), a conclusione delle audizioni degli assessori Virginia Mura e Claudia Firino. Nel documento saranno contenute – così ha dichiarato Gavino Manca – le proposte integrative che la commissione formulerà anche alla luce delle indicazioni e dei suggerimenti emersi nel corso del ciclo di audizioni con il mondo del lavoro, della cultura e dello spettacolo.

L’assessore del Lavoro, Virginia Mura, ha quindi illustrato le parti di competenza della Manovra 2016 ed ha sottolineato la priorità nella spesa dei fondi europei (Fse, Feasr, Fesr), evidenziando che un primo monitoraggio della stessa è previsto nel 2018 a metà cioè del ciclo di programmazione (2014-2020).

Tra le attività programmate sono cinque le azioni mirate per la formazione professionale che contano su 46.705.000 euro di stanziamento (26.100.000 solo per la formazione nell’ambito dello sviluppo della green e blue economy) mentre gli avvisi già pubblicati ammontano a poco più di 7 milioni di euro (5.300.000 per la formazione nell’ambito della Flexicurity – 2,5 milioni – e 2,8 milioni di quota dell’avviso relativo al contratto di ricollocazione per il quale si sono accreditate 14 agenzie formative). Sempre nell’ambito della formazione professionale, nel paragrafo relativo alle attività territoriali, si evidenziano 1.292.000 euro di spese per le attività formative presso le sedi dei centri regionali di formazione professionale. Per l’occupazione giovanile sono disponibili 36.100.000 euro (14 milioni per i tirocini a valere sul programma garanzia giovani) e per le azioni mirate per l’occupazione femminile le risorse ammontano a 10.600.000 euro (7 milioni per i percorsi di sostegno alla creazione di impresa e al lavoro autonomo). Per la creazione di impresa (auto imprenditorialità, sostegno alle start up innovative) le disponibilità sono pari a 15.700.000 euro, mentre il fondo rotativo per il microcredito prevede un impegno di 78.500.000 (le domande per il 4° avviso sono 1.065). L’assessore ha quindi fatto un elenco di otto situazioni non contemplate nella proposta di finanziaria che richiederebbero un integrazione di fondi pari a 7 milioni di euro: si va dai 100.000 euro che servirebbero per l’acquisto dei materiali necessari per i corsi nei centri regionali di formazione professionale, ai 2.5 milioni di euro per la quota del fondo per l’occupazione rivolta agli operatori del sistema della formazione ma ci sono anche i 650.000 euro del fondo regionale per l’occupazione, relativi agli interventi a sostegno dei lavoratori in mobilità, da restituire all’Inps per oneri contributivi.

A seguire, l’assessore della Cultura e dello Spettacolo, Claudia Firino, ha illustrato le parti del bilancio di competenza della commissione ed ha ricordato che, l’ammontare  dei fondi a disposizione, nel complesso, è di importo pari a quello del 2015. Tra le scelte definite “qualificanti l’azione dell’assessorato”, Claudia Firino, ha evidenziato la particolare attenzione per alcuni settori “in sofferenza”. A questo proposito l’assessore ha rimarcato le poste in aumento per lo spettacolo (da 6.5 a 7.5 milioni di euro) e per il comparto cinema (da 3.4 milioni a 4 milioni di euro), nonché la costituzione di un nuovo capitolo di bilancio con dotazione pari a 500mila euro per il fondo emergenze archeologiche. Per la pubblica istruzione da segnalare gli interventi sul trasporto degli studenti disabili (da 6 milioni aumentano di 3 milioni per arrivare a 9 milioni) mentre risultano confermati gli stanziamenti del 2015 (22 milioni di euro) per le università di Cagliari e Sassari.

Sul tema del diritto allo studio, Claudia Firino, ha quindi annunciato che, in vista del prossimo anno scolastico, la Regione applicherà la soglia massima consentita per i parametri Isee, la cui modifica in termini più restrittivi promossa dal governo, ha comportato una riduzione del 22% della platea degli idonei nelle graduatorie per borse di studio, accesso ai servizi dell’Ersu e all’esenzione dal pagamento delle tasse universitarie.

Negli undici capitoli di spesa riferiti alla Lingua sarda le risorse ammontano a 2.5 milioni di euro e tale importo è stato oggetto della sottolineatura critica del consigliere dei Rossomori, Paolo Zedda, che ha dichiarato: «Serve fare di più perché tale importo rappresenta la metà della cifra minima che veniva stanziata nella scorsa legislatura». La consigliera del Pd, Rossella Pinna, ha invece invitato l’assessore a promuovere iniziative concrete per risolvere il problema del trasporto degli studenti del piccolo comune di Segariu.

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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

«Per il settore del cinema in Sardegna il 2015 è stato un anno di svolta perché, anche grazie alla certezza delle risorse disponibili fino al 2018 (3 milioni), è stato possibile impostare una buona programmazione pluriennale”.

Lo ha dichiarato Marco Benoni, vice presidente della Fondazione Sardegna Film Commission, davanti alla seconda commissione (Lavoro-Cultura) presieduta dall’on. Gavino Manca (Pd) che ha avviato un ciclo di audizioni di tutti i soggetti che operano nei settori del cinema, dello spettacolo e della cultura.

Nel suo intervento, Benoni ha espresso un giudizio positivo sulla finanziaria, sottolineando fra l’altro che «la legge sul cinema sta iniziando a dare i suoi frutti» ma ha chiesto alla Regione «uno sforzo ulteriore”» in termini di risorse aggiuntive per consentire alla Fondazione di sviluppare la sua capacità di attrarre nuove produzioni cinematografiche in Sardegna, ruolo che già svolgono da tempo e con successo le diverse Film Commission regionali.

Per l’associazione Moviementu, Paolo Floris si è soffermato sulle ricadute positive dei bandi regionali «che hanno fatto respirare il settore consentendo la ripartenza di molte attività ed aprendo nuovi spazi alle diverse anime della cinematografia sarda».

Nella sua doppia veste di portavoce della associazioni che operano nello spettacolo Marco Benoni ha ricordato «la crisi di cui il settore soffre da molti anni, dovuta in parte alla congiuntura globale ed in parte ad una specificità della Sardegna che, dal 2011 ad oggi, ha registrato una riduzione delle risorse fra il 30 ed il 35%»«Il mondo dello spettacolo non è volontariato – ha aggiunto – ma un campo in cui lavorano professionisti ed imprese e circa 1000 persone; la strada maestra, dunque, è quella della continuità ed occorrono risorse maggiori per garantire al settore il minimo vitale». Proponiamo, ha concluso, «che il fondo per lo spettacolo passi dagli attuali 7.5 milioni ad almeno 10.5».

A nome di Assoartisti-Confesercenti Maria Virginia Siriu ha richiamato l’attenzione della commissione sulle realtà più piccole, lamentando che «la revisione dei criteri per l’assegnazione dei fondi introdotta dalla Regione nel 2013 ha determinato un taglio reale delle risorse di circa il 50%: siamo oltre la soglia di pericolo».

Concetta Vacca, di Assobande, ha posto l’accento sulla gravità della crisi che attraversa il mondo della cultura, affermando che «il movimento bandistico è fatto da volontari, soprattutto giovani, che fanno musica gratuitamente nei grandi e nei piccoli centri pagando i diritti Siae; ora siamo a rischio estinzione perché le risorse della Regione sono le uniche su cui possiamo contare».

Bustianu Pilosu, coordinatore dell’associazione Campos che riunisce autori, artisti e musicisti della tradizione sarda (più di 1000 secondo un primo censimento) ha messo in evidenza la peculiarità della cultura tradizionale «per certi aspetti più famosa nel mondo che in Sardegna, che finora si è dimostrata capace di vivere di niente (appena 60.000 euro) e, di fatto, è fuori dalla normativa regionale di settore; chiediamo di poter essere inseriti con una voce stabile, per la realtà che rappresentiamo e soprattutto per il grandissimo numero di appassionati».

Il presidente della commissione Gavino Manca ha ricordato nelle conclusioni che «nonostante una situazione generale di grande difficoltà, già dal 2015 la Regione ha dato segnali concreti al mondo della cultura, un settore su cui vogliamo continuare ad investire perché riteniamo che possa dare un contributo importante alla crescita della Sardegna». «Al di là del perimetro della finanziaria di quest’anno – ha proseguito – faremo un ragionamento complessivo, sia per valutare i risultati delle leggi di settore e vedere come e dove migliorarle, che per verificare alcune situazioni specifiche che, in un contesto per molti aspetti positivo, hanno fatto registrare penalizzazioni eccessive».

Ne parleremo, ha infine annunciato, subito dopo la legge di riforma del lavoro.

Subito dopo è stata la volta della Federazione della Stampa e dell’Ordine dei Giornalisti. Per la Fnsi il segretario regionale Celestino Tabasso ha affermato che, «dopo l’intervento forte della Regione che ha dato sollievo al settore televisivo in profonda crisi, restano le emergenze di nuovi media come la radiofonia ed i giornali on line ai quali occorre rivolgere molta attenzione, anche perché hanno costi di esercizio più bassi rispetto ai media tradizionali ed un grande radicamento nei territori». «In prospettiva – ha concluso – crediamo sia urgente una riforma della legge regionale sull’editoria, all’interno della quale il settore dell’informazione va separato, a nostro giudizio, da quello dell’editoria classica, ed aperto ai nuovi mezzi di comunicazione».

Il presidente dell’Ordine Francesco Birocchi si è soffermato invece sul dato occupazionale della crisi dell’informazione in Sardegna, ricordando che «più della metà del circa 500 professionisti attivi in Sardegna è precario o non ha un contratto stabile, il settore è attraversato da una crisi strutturale da cui si può iniziare ad uscire anche con il sostegno pubblico a nuovi mezzi come il web ma soprattutto assicurando una crescita nella qualità».

A nome degli Editori sardi dell’Ares (di cui fanno parte 26 case editrici sarde in cui lavorando circa 200 persone) Simonetta Castia ha lamentato il sostanziale “disimpegno della Regione”, disimpegno che a suo giudizio si è manifestato anche con un taglio significativo delle risorse assegnate in alcune occasioni molto importanti per l’editoria sarda, come la Fiera del Libro, il progetto per l’Editoria digitale, il bando per la competitività delle imprese e la promozione della cultura della Sardegna. Anche gli editori hanno sollecitato la riforma della legge sull’editoria (la n. 22/98) utilizzando i contributi della commissione mista di esperti che, hanno ancora sottolineato criticamente, «esiste da tempo ma non è mai stata convocata».

Nel rappresentare la situazione di una realtà storica della Sardegna come l’Isre (Istituto superiore regionale etnografico) il presidente Bruno Murgia ha messo l’accento sulla capacità dell’istituto di «allargare il suo campo di azione nella cultura, veicolando con nuovi mezzi espressivi il grande messaggio identitario della Sardegna». «Chiediamo risorse aggiuntive – ha detto – per fare e non per esistere, abbiamo grandi progetti e persone molto motivate a realizzarli ma per competere e far emergere la qualità delle nostre proposte anche nella cultura c’è bisogno di specialisti».

Nella Fondazione Nivola, ha osservato la presidente Giuliana Altea, «c’è molto volontariato a cominciare dal consiglio di amministrazione ma soprattutto la volontà di proporre alla Sardegna (e non solo) una programmazione aperta alle altre realtà dell’isola ed alle più importanti istituzioni culturali ma i fondi regionali ci consentono appena di coprire i costi di funzionamento». «Abbiamo bisogno di più risorse – ha concluso – perché pensiamo di poter dare col nostro lavoro una spinta alla diversificazione delle nostre attività per conquistare spazi di autonomia che ci rendano sempre meno dipendenti dal sostegno della Regione».

Come rappresentante della Coop Athena di Tempio, che dal 1998 gestisce il sistema bibliotecario della Gallura, Immacolata Sanna ha rivolto un appello alla Regione per un settore che «tutti i giorni fornisce ai cittadini servizi gratuiti di qualità ma viene considerato la Cenerentola della cultura». La Sanna ha poi espresso preoccupazione per l’impostazione della finanziaria relativa al settore, con cui i costi del sistema bibliotecario regionale vengono ripartiti fra Regione e Comuni, con questi ultimo che dovranno farsi carico del 15% delle spese. I Comuni non ce la faranno, ha sostenuto la Sanna, «e quelli più piccoli saranno costretti a chiudere le biblioteche».

Luigi Manias ha richiamato l’attenzione della commissione sulla specificità della Biblioteca gramsciana, «il fondo librario più articolato d’Italia con oltre 5.000 volumi che rappresentano un riferimento specialistico per studiosi e ricercatori». «Dal 2007 – ha ricordato – abbiamo costituito una onlus che, attraverso una rete sempre più sviluppata di collaborazioni nazionali ed internazionali, ha realizzato eventi culturali legati all’opera gramsciana; chiediamo alla Regione di poter proseguire questo percorso virtuoso».

Assente il presidente della Fondazione Garibaldi Mario Birardi, è toccato al capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta sollevare il problema della presenza della Regione nell’istituzione, nata in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia ed ospitata a Caprera nel forte di Abbuticci, risalente alla seconda guerra mondiale e completamente ristrutturato. E’un luogo, ha detto fra l’altro Zanchetta, «che racconta la vita e l’opera di Garibaldi al mondo e la Sardegna non può essere assente da questo formidabile veicolo di cultura».

La commissione, infine, ha ascoltato i rappresentanti delle Scuole civiche di musica, 41 strutture presenti in un territorio comprendente 100 comuni, con 12.000 alunni ed 800 docenti.

A nome delle scuole, Andrea Santucciu ha espresso apprezzamento per l’intervento aggiuntivo operato dalla Regione lo scorso anno, che ha permesso alle scuole di operare in un quadro di maggiore stabilità. «Le scuole civiche di musica – ha ricordato – sopperiscono anche alle carenze dello Stato nella pubblica istruzione, nei territori come nel rapporto con le Università». Sulla finanziaria, Santucciu ha chiesto alla Regione un ulteriore sforzo per assicurare la continuità didattica delle strutture ed un nuovo regolamento per impostare una programmazione pluriennale ed incrementare gli iscritti.

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Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

La settimana di lavoro delle commissioni consiliari regionali inizia domani mattina, alle 10.00, con le comunicazioni urgenti dell’assessore della programmazione Raffaele Paci, in commissione Bilancio.

Audizioni dalle 11.00 in commissione Lavoro e Cultura, presieduta da Gavino Manca. Per esprimere un parere sulle parti di competenza della manovra finanziaria saranno sentiti: alle 11.00 la  Fondazione Sardegna FILM Commission, Moviementu e le  Scuole Civiche di Musica della Sardegna; alle 12 l’AGIS Sardegna, il COSASS – Federcultura Sardegna, la Federazione bande musicali della Sardegna, il Teatro stabile della Sardegna, C.A.M.P.O.S., ASSO e Artisti-Confesercenti.

Le audizioni proseguiranno alle 15,30. Saranno sentiti, sempre sulla manovra: alle 15,30 l’Associazione Editori Sardi e l’Associazione Stampa Sarda; alle 16,15 la  Fondazione Nivola, la Coop Athena Tempio Pausania, l’ISRE di Nuoro, la Fondazione memoriale Giuseppe Garibaldi, la Biblioteca Gramsciana; alle 17,45 i lavoratori in utilizzo Sulcis Iglesiente, le organizzazioni sindacali del Parco Geominerario (USB-FISMIC), i lavoratori in utilizzo. I lavori della Seconda Commissione proseguiranno mercoledì alle 9,30 con il seguente ordine del giorno: l’audizione dell’assessore del Lavoro sulle parti di competenza della manovra finanziaria 2016-2018 e sulla programmazione del Fondo Sociale Europeo (FSE); l’audizione dell’assessore della pubblica istruzione sulle parti di competenza della manovra finanziaria 2016-2018. La commissione, al termine delle audizioni, esprimerà un parere sulle parti di competenza della manovra finanziaria 2016-2018. Occorrendo i lavori proseguiranno nel pomeriggio.

La Commissione Ambiente, presieduta da Antonio Solinas,  è convocata mercoledì alle 17,00. All’ordine del giorno l’elezione di un vicepresidente e l’audizione dell’Assessore regionale dei Lavori pubblici sulle parti di competenza della manovra finanziaria 2016-2018. I lavori proseguiranno giovedì alle 10,00 con l’esame del disegno di legge 218 legge forestale della Sardegna.

La  commissione Attività produttive, presieduta da Luigi Lotto,  è convocata martedì alle 17.00. All’ordine del giorno l’espressione del parere sulle parti di competenza della manovra finanziaria 2016-2018; l’esame delle proposte di legge. n. 93 (disposizioni in materia di tutela della panificazione e dei pani tipici della Sardegna), e n. 290 (disciplina dell’attività di panificazione e norme per la tutela dei pani tipici della Sardegna); l’espressione del parere sul disegno di legge 254 (norme sulla qualità della regolazione e di semplificazione dei procedimenti amministrativi). I lavori della Commissione proseguiranno mercoledì, alle 10,00, con le audizioni sulla proposta di legge. 127 (norme per la riorganizzazione del comparto ippico ed equestre) e, alle 15,30, con le audizioni sulla proposta di legge 127 (norme per la riorganizzazione del comparto ippico ed equestre). Giovedì, alle 10,00, proseguono le audizioni sulla proposta di legge 127 (norme per la riorganizzazione del comparto ippico ed equestre).

La commissione Salute e politiche sociali, presieduta da Raimondo Perra, è convocata mercoledì alle 11.00. Sarà sentito l’assessore regionale del Lavoro sulle parti di competenza della manovra finanziaria.

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Tuerredda 12

È tutto pronto a Cagliari per il Sardinian Job Day. L’iniziativa organizzata dalla Regione è in programma negli spazi della Fiera venerdì e sabato prossimi (12 e 13 febbraio): due ricche giornate che offriranno un programma fitto di appuntamenti, nel segno del lavoro nel settore turistico, tema a cui è dedicata questa terza edizione della manifestazione.
Il Sardinian Job Day allestisce nei padiglioni fieristici uno spazio interamente dedicato al lavoro, alle sue opportunità e ai suoi problemi, in cui – dalle 8.00 alle 18.00 – seguire convegni, seminari, laboratori e fare una visita agli stand degli oltre trenta espositori presenti. Un ambiente vivace, in cui si parlerà di politiche attive e di servizi per il lavoro in compagnia di esperti, addetti ai lavori, operatori e rappresentanti istituzionali, e in cui non mancherà l’occasione di trovare reali occasioni di occupazione. I colloqui di selezione che si svolgeranno nella due giorni saranno, infatti, 1.535 per i rapporti di lavoro e 395 per i tirocini, sulla base delle richieste delle aziende pervenute online, da ottobre dello scorso anno, sul sito www.sardinianjobday.it.
L’occasione di incontro tra domanda e offerta di lavoro è una delle attività che qualifica il Job Day fin dalla sua prima edizione. In questi mesi al sistema informativo dell’Agenzia sono arrivati 265 annunci per 1.613 posti di lavoro e 54 annunci per 119 opportunità di tirocinio. Hanno risposto 2.286 persone, presentando complessivamente 10.862 candidature per le offerte di lavoro e 5.422 per i tirocini. Tra le candidature sono stati preselezionati, a cura degli operatori dell’Agenzia regionale per il Lavoro e dei Csl, i profili più allineati alle competenze richieste. Solo i preselezionati sono stati invitati a sostenere il colloquio al Job Day in una delle 53 postazioni appositamente allestite. Le figure più ricercate sono quelle del cameriere, del cuoco chef e dell’accompagnatore turistico, ma sono numerose le richieste per altri ruoli, dal maître fino ai ruoli di direzione e management di strutture ricettive.
Nel corso della manifestazione vi saranno anche due momenti di confronto pubblico. Nella prima giornata, venerdì 12, è in programma con inizio alle 10.00 un convegno sui temi del lavoro nel turismo: aperto dai saluti del sindaco di Cagliari Massimo Zedda e moderato dal giuslavorista Romano Benini il dibattito sarà avviato da Massimo Temussi, direttore dell’Agenzia regionale per il Lavoro e animato dagli interventi del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti, del presidente della II commissione del Consiglio regionale Gavino Manca, del presidente dell’Anpal (Agenzia Nazionale Politiche attive del Lavoro) Maurizio Del Conte, con le conclusioni affidate agli assessori del Lavoro Virginia Mura e del Turismo Francesco Morandi. Sabato 13, alle 11.30, è in programma un confronto pubblico tra il presidente della Regione Francesco Pigliaru e il ministro del Lavoro Giuliano Poletti sulle opportunità di lavoro per i giovani dopo il Jobs Act. Agli appuntamenti saranno presenti gli studenti dell’ultimo anno di alcuni istituti superiori. Sul sito www.sardinianjobday.it è possibile registrarsi ad ogni singolo evento.
Seminari, laboratori e stand. Per tutti i visitatori del SJDT 2016 sarà possibile seguire oltre trenta seminari di approfondimento sulle diverse tipologie di turismo e sulle sue professioni e veri e propri mini corsi dove aumentare le proprie competenze sulla ricerca attiva del lavoro in cui, con l’ausilio di esperti di orientamento, saranno forniti utili consigli su come predisporre un cv che venga preso effettivamente in considerazione, su come curare la propria reputazione sul web e sull’importanza delle tecniche di coaching. Nell’area saranno inoltre presenti gli stand di oltre trenta espositori: spazi dove acquisire informazioni da associazioni, aziende e istituzioni, tra cui il ministero del Lavoro presente con la Casa del Welfare.
Il Sardinian Job Day Turismo 2016 è organizzato dall’Agenzia regionale per il lavoro in partenariato con gli assessorati del Lavoro e del Turismo, la Provincia di Cagliari, la Fiera internazionale della Sardegna e l’Ufficio scolastico regionale. Maggiori informazioni su Sardinianjobday e all’indirizzo mail: sjdt2016@agenzialavorosardegna.it

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Il presidente della seconda commissione del Consiglio regionale, Gavino Manca (Pd), ha espresso soddisfazione per l’approvazione del Piano di dimensionamento delle istituzioni scolastiche, ridefinizione della rete scolastica e dell’offerta formativa, ed ha sottolineato fra l’altro che «la decisione della Giunta di non esercitare il potere sostitutivo ha creato le migliori condizioni per arrivare a risultati condivisi».

«Questo – ha aggiunto Gavino Manca – è necessariamente, anche per la scuola sarda, un anno di transizione perché con la riforma degli Enti locali appena approvata dal Consiglio cambiano completamente sia lo scenario di riferimento che i soggetti territoriali che concorrono alla programmazione regionale in materia.»

«Questi profondi cambiamenti – ha concluso il presidente della commissione – ci devono spingere a moltiplicare i nostri sforzi per affrontare le scadenze che abbiamo di fronte e, sotto questo profilo, la priorità è quella di varare al più presto una legge organica di riforma dell’istruzione, perché la legge 31/84 parla non solo di una scuola che non esiste ormai da tempo ma anche di un mondo che non c’è più. Con la nuova legge intendiamo esercitare fino in fondo i nostri poteri autonomistici perché crediamo che la nostra Regione abbia bisogno di un sistema sardo della pubblica istruzione, per dimostrare concretamente che quella di puntare su questo settore è una precisa scelta strategica del Governo regionale, coerente negli obiettivi di fondo con le iniziative messe in campo dal Governo centrale con il programma nazionale della Buona scuola.»

Gavino Manca

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Gavino Manca

La Seconda Commissione “Lavoro e Cultura” esprimerà oggi il parere sul Piano di dimensionamento scolastico deliberato dalla Giunta regionale lo scorso 14 gennaio. Il parlamentino presieduto da Gavino Manca ha concluso nella tarda serata di ieri le audizioni dell’assessore alla Pubblica Istruzione Claudia Firino e del direttore dell’Ufficio scolastico regionale Francesco Feliziani. Questa mattina saranno invece sentiti i rappresentanti di Anci, Associazione degli Enti locali e sindacati. Con il parere della Commissione, la Giunta potrà adottare la delibera definitiva che dovrà poi essere recepita dall’Ufficio scolastico regionale per procedere alla definizione della rete scolastica e dell’offerta formativa.

Sui contenuti del Piano, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Francesco Feliziani ha espresso alcune perplessità sulla riorganizzazione della rete scolastica. «A parte l’accorpamento delle scuole di Mamoiada e Fonni non si registrano altri interventi rilevanti – ha sottolineato Feliziani – si sarebbe potuto fare di più in termini di riduzione e razionalizzazione delle realtà sottodimensionate. In Sardegna rimangono ancora troppe le autonomie scolastiche». Francesco Feliziani ha auspicato interventi di respiro pluriennale che consentano una programmazione più efficace.

Per quanto riguarda invece l’offerta formativa, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale ha segnalato una proliferazione di indirizzi. «Probabilmente non c’è stata la giusta attenzione per evitare competizioni tra scuole limitrofe. In una regione dove diminuisce la popolazione scolastica (circa 2500 studenti in meno ogni anno) l’aumento degli indirizzi favorisce la polverizzazione delle iscrizioni». 

Subito dopo la Commissione ha sentito l’assessore Firino che ha illustrato i principi ispiratori del Piano. «Quest’anno la Regione ha dettato le linee guida e rinunciato ad esercitare il potere sostitutivo seguendo le indicazioni arrivate dai piani approvati dalle conferenze provinciali. Ciò ha portato a un ampliamento degli indirizzi che, se da un lato arricchisce l’offerta formativa, dall’altro rischia di creare un’ipertrofia degli indirizzi stessi. E’ un elemento su cui ragionare se si vuole raggiungere l’obiettivo di valorizzare le eccellenze». Il caso più eclatante, segnalato dal consigliere Pierfranco Zanchetta, è quello della Gallura dove la conferenza provinciale ha chiesto l’attivazione dell’indirizzo nautico presso l’Istituto “Deffenu” di Olbia pur essendo già presente nello storico Istituto Tecnico Nautico “Domenico Millelire” di La Maddalena.     

Claudia Firino si è poi soffermata su alcuni casi di accorpamento di istituti che hanno creato malumore nei territori (Ghilarza, Budoni, Sant’Antonio di Gallura, Thiesi, Selargius, etc.). «Lavoriamo per creare le condizioni migliori. In alcuni casi si è trattato di errori materiali (accorpamento Sant’Antonio di Gallura con Calangianus ndr), in altri si è deciso di procedere agli accorpamenti anziché optare per istituti  globali perché questo avrebbe penalizzato le scuole superiori a vantaggio delle primarie dove si concentra un maggior numero di studenti. In ogni caso, si è cercato di trovare un equilibrio tra le diverse esigenze avanzate dai singoli territori».