22 November, 2024
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Si è conclusa il 6 dicembre la decima edizione del Puntodivista Film Festival in compagnia di Matteo Persico, Gavino Murgia e Manuela Loddo.

Tre i cortometraggi premiati:

Miglior soggetto: “From Hasakah with love“, regia di Mohammed Farahani (Iran)

Miglior regia: “Buffet”, regia di Santa de Santis e Alessandro D’Ambrosi (Italia)

Miglior film: “Black ring”, regia di Hasan Can Dağli (Turchia).

Nuovi sguardi e nuove storie che raccontano temi di grande attualità o viaggi introspettivi: testimonianze di diverse realtà e diversi paesi come Italia, Cina, Iran, Giappone, Sardegna, Spagna, USA, Turchia, racchiuse in “pellicole” che non superano i quindici minuti di durata e realizzate con un budget il più delle volte ridottissimo. La decima edizione del Puntodivista Film Festival, Concorso internazionale itinerante di cinematografia diretto da Romano Usai, si è conclusa il 6 dicembre con le premiazioni dei corti finalisti, scelti dalla commissione artistica presieduta dal regista e direttore della fotografia Pippo Ciliberto. Il premio come miglior soggetto e premio dei giovani di questa edizione sono stato assegnati al cortometraggio “From Hasakah with love” diretto dal regista iraniano Mohammed Farahani: «Una storia di estrema attualità che, con lucida durezza, ci racconta il dramma di un popolo», ha spiegato la giuria. Ha ritirato il premio Mahdj Ede, direttore di produzione del film.

Premio miglior regia e premio del pubblico invece a “Buffet” degli italiani Santa de Santis e Alessandro D’Ambrosio, per la capacità di aver scelto e guidato con mano sicura personaggi dal sapore felliniano in una grottesca satira, specchio amaro dei tempi attuali.

Premio per il Miglior Film infine a al regista turco Hasan Can Dağli per l’opera “Black Ring” con la seguente motivazione: «La forza delle immagini che sanno ben raccontare il dramma espresso dal contenuto dell’opera, evidenziate con tinte emotivamente forti, esaltate da un ottima fotografia e marcate da una appropriata colonna sonora; un giusto equilibrio che abilmente grazie a un cambio cromatico rende la metafora del mettersi in mostra del potere». Per lui ha ritirato la targa Andrea di Blasio (in rappresentanza della produzione).

La passione e la voglia di andare avanti, di raccontare attraverso le immagini il loro punto di vista sul mondo, è la motivazione più importante, un’urgenza interiore che non può fermarsi, malgrado le enormi difficoltà, come hanno raccontato in occasione della premiazione, sul palco del Puntodivista Film Festival. La partecipazione ai concorsi diventa fondamentale: un canale alternativo a quello ufficiale e vetrina per farsi conoscere e per confrontarsi con altri registi del mondo e con il pubblico. Cortometraggi in arrivo da tutto il mondo e ospiti prestigiosi che si raccontano tra musica, fumetto e film: da dieci anni i caratteri distintivi del Puntodivista Film Festival. La serata di chiusura ha visto subito dopo la premiazione delle opere in finale, davanti a una sala gremita, l’incontro con i Grandi del Cinema, una serata dedicata alla grande diva del cinema Anna Magnani, tra le immagini e le parole di Matteo Persico, scrittore ed esperto di cinema, e autore di una biografia dell’attrice romana (“Anna Magnani. Biografia di una donna”, Odoya), e le divagazioni musicali del grande sassofonista e jazzista Gavino Murgia, sugli interventi interpretativi di Manuela Loddo.

Nella foto della premiazione, i tre finalisti, da sinistra:

Mahdj Ede, direttore di produzione del film “From Hasakah with love”

Santa de Santis, regista insieme ad Alessandro D’Ambrosio di “Buffet”

Andrea di Blasio, in rappresentanza della produzione del Miglior Film “Black Ring”

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Dalla classica al jazz, sino al tango e alle sonorità che accompagnano le danze tradizionali dell’Europa orientale. Dal 29 ottobre al 17 dicembre nello storico Teatro Electra di Iglesias torna il Festival di musica da camera, giunto quest’anno alla XIX edizione.

Organizzato dall’associazione culturale Anton Stadler, sotto la direzione artistica del musicista e compositore Fabio Furìa, anche stavolta il festival richiamerà nella cittadina mineraria alcuni tra i più grandi nomi della musica internazionale: il sassofonista Roberto Ottaviano, i pianisti Pietro Laera ed Edoardo Bruni, la violoncellista Katharina Gross, sino al jazzista Gavino Murgia e allo stesso direttore artistico Fabio Furìa.

Il cartellone si apre domenica 29 ottobre (tutti gli appuntamenti saranno alle 19.00) con: “Dreams made on sand!”, una produzione firmata Anton Stadler: protagonisti saranno il fuoriclasse del jazz Roberto Ottaviano (nella sua pluridecennale carriera ha collaborato con musicisti da Dizzy Gillespie a Chet Baker e Mario Schiano) e il versatile pianista Pietro Laera che proporranno un concerto in cui musica classica e jazz si fondono mostrando come la musica sia capace di sfuggire alle etichette. Il 5 novembre arriva il Trio Garnerama formato da Fabrizio Crivellari (flauto), Edoardo Bruni (pianoforte) e Peter Lanziner (contrabbasso): improvvisazione, virtuosismo e abilità tecnica costituiranno la cifra di “Jazzy”  un appuntamento capace di infiammare il pubblico.

Il 12 novembre è la volta del duo formato da Emilia Zamuner (voce) e Marco Ciampi (pianoforte) con il concerto “Dal classico al jazz”, una serata in cui saranno proposti una carrellata di brani che spazieranno dall’“Ave Maria”, scritto da Riccardo Cocciante per il musical “Notre dame de Paris” a Sergej Rachmaninov, sino a George Gershwin.

Il 3 dicembre saranno protagonisti Katharina Gross, violoncellista richiesta in tutto il mondo sia come solista sia in formazioni cameristiche, e Matteo Falloni, pianista vincitore di numerosi concorsi. Il duo proporrà al pubblico dell’Electra il concerto “Songs, dances and fairy tales”, un affascinante viaggio dall’Europa orientale, con le sue danze tradizionali e canzoni raccolte da Bela Bartok, alle melodie della musica popolare norvegese di Edvard Grieg.

Il 17 dicembre il sipario sull’edizione 2017 del Festival di musica da camera si chiude con un’altra produzione a firma Anton Stadler che vedrà sul palco una formazione tutta sarda: il bandoneonista Fabio Furìa, il sassofonista Gavino Murgia e il pianista Walter Agus, protagonisti del concerto intitolato “Made in Sardinia”. Si tratta di una anteprima assoluta durante la quale il trio eseguirà per la prima volta anche alcuni brani scritti apposta per l’occasione dal compositore cagliaritano Matteo Martis.

Accanto alla programmazione della domenica, anche quest’anno il Festival offre ai più giovani l’occasione di avvicinarsi alla  musica, con tre appuntamenti pensati per le scuole in programma sempre nel Teatro Electra. Si comincia lunedì 6, alle 10.00, con il concerto “Jazzy”. Lunedì 13 alla stessa ora sarà proposto “Dal classico al jazz”, mentre il 27 novembre la mattina è dedicata a “Tango experience”, un suggestivo viaggio musicale in Argentina, e nei sobborghi di Buenos Aires, dove il tango è nato, in compagnia di Fabio Furìa e della pianista Maura Porru.

 

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Dalla classica al jazz, sino al tango e alle sonorità che accompagnano le danze tradizionali dell’Europa orientale. Dal 29 ottobre al 17 dicembre, nello storico Teatro Electra di Iglesias, torna il Festival di musica da camera, giunto quest’anno alla XIX edizione.

Organizzato dall’associazione culturale Anton Stadler, sotto la direzione artistica del musicista e compositore Fabio Furìa, anche stavolta il festival richiamerà nella cittadina mineraria alcuni tra i più grandi nomi della musica internazionale: il sassofonista Roberto Ottaviano, i pianisti Pietro Laera ed Edoardo Bruni, la violoncellista Katharina Gross, sino al jazzista Gavino Murgia ed allo stesso direttore artistico Fabio Furìa.

Il cartellone si apre domenica 29 ottobre (tutti gli appuntamenti saranno alle 19.00) con: “Dreams made on sand!”, una produzione firmata Anton Stadler: protagonisti saranno il fuoriclasse del jazz Roberto Ottaviano (nella sua pluridecennale carriera ha collaborato con musicisti da Dizzy Gillespie a Chet Baker e Mario Schiano) ed il versatile pianista Pietro Laera che proporranno un concerto in cui musica classica e jazz si fondono mostrando come la musica sia capace di sfuggire alle etichette. Il 5 novembre arriva il Trio Garnerama formato da Fabrizio Crivellari (flauto), Edoardo Bruni (pianoforte) e Peter Lanziner (contrabbasso): improvvisazione, virtuosismo e abilità tecnica costituiranno la cifra di “Jazzy” un appuntamento capace di infiammare il pubblico.

Il 12 novembre è la volta del duo formato da Emilia Zamuner (voce) e Marco Ciampi (pianoforte) con il concerto “Dal classico al jazz”, una serata in cui saranno proposti una carrellata di brani che spazieranno dall’“Ave Maria”, scritto da Riccardo Cocciante per il musical “Notre dame de Paris” a Sergej Rachmaninov, sino a George Gershwin.

Il 3 dicembre saranno protagonisti Katharina Gross, violoncellista richiesta in tutto il mondo sia come solista sia in formazioni cameristiche, e Matteo Falloni, pianista vincitore di numerosi concorsi. Il duo proporrà al pubblico dell’Electra il concerto “Songs, dances and fairy tales”, un affascinante viaggio dall’Europa orientale, con le sue danze tradizionali e canzoni raccolte da Bela Bartok, alle melodie della musica popolare norvegese di Edvard Grieg.

Il 17 dicembre il sipario sull’edizione 2017 del Festival di musica da camera si chiude con un’altra produzione a firma Anton Stadler che vedrà sul palco una formazione tutta sarda: il bandoneonista Fabio Furìa, il sassofonista Gavino Murgia ed il pianista Walter Agus, protagonisti del concerto intitolato “Made in Sardinia”. Si tratta di una anteprima assoluta durante la quale il trio eseguirà per la prima volta anche alcuni brani scritti apposta per l’occasione dal compositore cagliaritano Matteo Martis.

Accanto alla programmazione della domenica, anche quest’anno il Festival offre ai più giovani l’occasione di avvicinarsi alla  musica, con tre appuntamenti pensati per le scuole in programma sempre nel Teatro Electra. Si comincia lunedì 6 alle10 con il concerto “Jazzy”. Lunedì 13 alla stessa ora sarà proposto “Dal classico al jazz”, mentre il 27 novembre la mattina è dedicata a “Tango experience”un suggestivo viaggio musicale in Argentina, e nei sobborghi di Buenos Aires, dove il tango è nato, in compagnia di Fabio Furìa e della pianista Maura Porru.

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Si chiude domani, domenica 15 ottobre, la prima edizione di How to Film the World, il ciclo di incontri, masterclass e proiezioni organizzato dal Carbonia Film Festival per la direzione artistica di Francesco Giai Via. Un progetto fortemente votato alla formazione, elemento centrale de La Fabbrica del Cinema, motore organizzativo della manifestazione insieme al Centro Servizi Culturali di Carbonia della Società Umanitaria di Carbonia diretto da Paolo Serra.

Sarà Ben Russell il grande ospite della giornata conclusiva, regista statunitense che con il suo cinema a cavallo fra etnografia e sperimentazione anima – da oltre 10 anni – la scena internazionale dei festival e degli spazi dedicati all’arte contemporanea.

Ben Russell sarà protagonista, alle 11.00 alla Fabbrica del Cinema, di una masterclass gratuita (come tutti gli eventi di HTFTW) e aperta a tutti sino a esaurimento posti. Alle 17.00 invece appuntamento con la proiezione di “Good Luck”, al Cine-Teatro Centrale. A seguire l’incontro di Ben Russell con il pubblico.

Alle 19.30, l’ultimo degli Aperitivi Sonori, al Convivino, con il djset di Braxa. Mentre a far calare il sipario su How to Film the World sarà il reading TRA-MUDAS Tra-ballu Tra-ditu: sul palco Gavino Murgia e i suoi musicisti (Roberto Cecchetto e Cristiano Calcagni) insieme all’attore Valentino Mannias, che porterà in scena le parole di Marcello Fois tratte dal testo “Senza Buccia”.  Appuntamento alle 21.00 al Cine-Teatro Centrale.

  

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Seconda giornata, venerdì 13 ottobre, per la prima edizione di How to Film the World, il ciclo di incontri, masterclass e proiezioni organizzato dal Carbonia Film Festival per la direzione artistica di Francesco Giai Via. Un progetto fortemente votato alla formazione, elemento centrale de La Fabbrica del Cinema, motore organizzativo della manifestazione insieme al Centro Servizi Culturali di Carbonia della Società Umanitaria diretto da Paolo Serra.

Una giornata che vedrà la rassegna, dopo l’anteprima cagliaritana di giovedì, spostarsi a Carbonia, con protagonista il regista danese di origini palestinesi Mahdi Fleifel.

Si comincia al mattino, alle 9.30, alla Fabbrica del Cinema, con un incontro riservato alle ragazze e ai ragazzi dell’IIS G.M. Angioy, che potranno dialogare con i registi Luca Bellino e Silvia Luzi (impegnati il giorno prima a Cagliari per la proiezione de “Il cratere”).

Nel pomeriggio, alle 16.00 sempre alla Fabbrica del Cinema, è in programma la masterclass di Mahdi Fleifel, regista che ha affrontato con humor e poesia il tortuoso percorso del popolo palestinese, e che esplorerà il rapporto fra autobiografia e grandi eventi della storia. Un appuntamento gratuito (come tutti quelli di HTFTW) e aperto a tutti sino a esaurimento posti.

Alle 19.30 spazio al primo dei molti momenti conviviali offerti dal Carbonia Film Festival, con il djset di Meine Fotze al Suzie Q di via Fosse Ardeatine.

Dalle 21.00 spazio invece alla proiezione dei lavori di Fleifel, al Cine-Teatro Centrale di piazza Roma: sullo schermo “A world not ours” e “Xenos”A seguire l’incontro con il regista.

How to Film the World prosegue sabato con il premio Oscar László Nemes e domenica con il regista statunitense Ben Russell. In programma nel fine settimana anche l’atteso primo set in Sardegna del nuovo talento della disco italiana d’autore Jolly Mare (sabato 14 ottobre), e la chiusura in musica (domenica 15 ottobre) con il reading “TRA-MUDAS Tra-ballu Tra-ditu”: sul palco Gavino Murgia e Valentino Mannias su un testo di Marcello Fois.

 

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Comincia domani con una giornata di incontri e proiezioni, a Cagliari, “HOW TO FILM THE WORLD”, la manifestazione organizzata dal Carbonia Film Festival per la direzione artistica di Francesco Giai Via, in programma sino a domenica 15 ottobre. Un progetto che sviluppa la vocazione alla formazione, elemento centrale de La Fabbrica del Cinema di Carbonia, portando in Sardegna alcuni fra i più significativi autori del cinema mondiale per masterclass, proiezioni e incontri con il pubblico e gli studenti.

Giovedì 12 ottobre doppio appuntamento tra la Cineteca Sarda ed il cinema Odissea, con l’obiettivo puntato sul racconto del nostro Paese. Come filmare l’Italia? è il focus della giornata che vedrà tra gli ospiti alcuni tra i più interessanti registi italiani: Daniele Gaglianone, Alfie Nze, Silvia Luzi e Luca Bellino.

Si comincia alle 18.00, quando in Cineteca verranno proiettati i lavori di Gaglianone (in collaborazione con Alfie Nze) Granma e Joy, due corti che rimettono in discussione il punto di vista su un tema come quello dei migranti, ribaltando con una consolidata sensibilità luoghi comuni e facili semplificazioni. Seguirà, sempre in Cineteca, un incontro con i due registi (dopo quello in mattinata a Carbonia con gli studenti delle scuole medie e superiori).

Nella serata, alle 21,30 all’Odissea, prima regionale per Il cratere, l’esordio alla finzione (ma estremamente contaminata con i processi propri del documentario) di Silvia Luzi e Luca Bellino, recentemente presentato con grande successo a Venezia nell’ambito della Settimana della Critica. Seguirà l’incontro con gli autori.

Da venerdì 15 ottobre HOW TO FILM THE WORLD si sposta invece a Carbonia, con masterclass, proiezioni e incontri con tre grandi registi internazionali: Mahdi Fleifel, il premio Oscar László Nemes e Ben Russell. In programma anche djset e momenti conviviali, tra cui l’atteso primo set in Sardegna di Jolly Mare (sabato 14 ottobre), nuovo talento della disco italiana d’autore. Sarà in musica anche la chiusura (domenica 15 ottobre), con il reading TRA-MUDAS Tra-ballu Tra-ditu: sul palco Gavino Murgia e Valentino Mannias su un testo di Marcello Fois.

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Edizione speciale la numero quindici del Grande Teatro dei Piccoli. Dal 14 ottobre al 24 dicembre la stagione di teatro per famiglie targata Is Mascareddas fa ritorno con una doppia programmazione tra Monserrato, al MoMoTI e il capoluogo Cagliari, al Teatro Massimo. Otto gli spettacoli portati in scena da una selezione tra le migliori compagnie di teatro ragazzi italiane: da Ravenna il narratore e animatore Vladimiro Strinati e la formazione Drammatico Vegetale, una realtà consolidata come quella dello stabile d’innovazione per l’infanzia di Sassari La Botte e il Cilindro, da Gorizia il CTA, Centro Teatro Animazione e Figure, da Empoli Giallo Mare Minimal Teatro, da Modena I Burattini della Commedia. Completano il parterre di formazioni in campo per la stagione i padroni di casa e per la danza un’altra storica compagnia isolana come l’ASMED.

La formula del calendario è quella consueta: otto fine settimana con recite tutte il sabato e la domenica alle 17.00 per le famiglie e il lunedì alle 11.00 per le scuole.

Il via alla stagione – sabato 14 e domenica 15 ottobre per le famiglie (e lunedì 16 ottobre per le scuole) – è a Monserrato al MoMoTI, il teatro di Is Mascareddas in via 31 marzo 1943, con lo spettacolo de La Botte e il Cilindro “Il lupo e l’agnello”, adattamento firmato da Francesco Enna delle più celebri favole del greco Esopo e del latino Fedro. Nella piéce diretta da Pier Paolo Conconi, Stefano Chessa, Luisella Conti e Nadia Imperio si divertono a raccontare le fiabe utilizzando diversi linguaggi: narrazione, pupazzi, coreografie ed ombre.

Il 21 e 22 ottobre per le famiglie e il 23 ottobre per le scuole l’esordio della stagione a Cagliari nella sala M2 del Teatro Massimo (in viale Trento) con “Cip Cip Bau Bau”, del CTA di Gorizia. Un appuntamento, questo, inserito nel programma della rete dei festival d’autunno a Cagliari 10Nodi. La nuova produzione della centro teatrale friulano racconta ai più piccoli una lingua particolare e affascinante, quella che intorno a loro parlano tanti piccoli amici a quattro zampe, o che svolazzano con becco e piume.  

Il 4 e 5 novembre per le famiglie (e il 6 per le scuole) si ritorna al MoMoTI per l’arrivo di maestro burattinaio: il modenese Moreno Pigoni de I Burattini della Commedia con lo spettacolo di teste di legno “Il Dottore Innamorato”. Nella commedia brillante della tradizione emiliana il protagonista è il dottor Balanzone desideroso di prendere moglie. La prescelta è la figlia di Sandrone, la bella Lisetta.

L’11 e 12 novembre per le famiglie e il 13 novembre per le scuole un altro appuntamento al Teatro Massimo, inserito nel programma di 10Nodi: “Accadueo”, della compagnia di Empoli Giallomare Minimal Teatro, spettacolo con otto piccole storie originali sull’acqua. In scena oltre l’attrice Vania Pucci, l’artista multimediale Giulia Rubenni, creatrice dal vivo di forme, veri e propri quadri, che tramite la videoproiezione diventano la scenografia dove l’attrice si muove e racconta.

Il 25 e 26 novembre e il 27 novembre al Teatro Massimo va in scena “Il Vento e la Fanciulla”, produzione di teatro danza proposta da ASMED, una fiaba che prende spunto da antiche leggende Mongole diretta da Senio Giovanni Barbaro Dattena, con coreografia di Cristina Locci e musica di Michele Uccheddu. Sul palcoscenico con il regista e la coreografa Matteo Corso, Luana Maoddi, Sara Manca. I costumi sono di Stefania Dessì con le allieve dell’Istituto Professionale per i Servizi Sociali Sandro Pertini (Cagliari) e con la collaborazione di Uwe Endler.

Il mese di dicembre si apre al MoMoTI con l’attore e burattinaio di Ravenna Vladimiro Strinati e lo spettacolo “Nicola e il mare”. Scritto da Strinati con Danilo Conti, che ne firma la regia, ed Antonella Piroli, la pièce attinge dalla suggestione e dalla riscrittura di fiabe come ColaPesce, Il Sale. Il tema è quello del rapporto con la natura, con la genesi dell’esistenza, con le fiabe e i miti popolari che ci propongono uomini che conoscono il valore degli elementi.

Con “Uno, due, tre…”, dei ravennati Drammatico Vegetale si conclude la stagione al Teatro Massimo il 16 e 17 dicembre per le famiglie e il 18 dicembre per le scuole: una semplice storia di colori che pare ricavata da un quadro di Piet Mondrian, per attori e animazioni con oggetti e immagini. Un affresco a tre dimensioni raccontato da due attori di poche, anzi pochissime parole, ideato da Pietro Fenati, in scena con Elvira Mascanzoni. 

Ultimo appuntamento al MoMoTI il 23 e 24 dicembre per le famiglie (e venerdì 22 dicembre per le scuole) con “Giacomina e il popolo di legno”, omaggio de Is Mascareddas a due personalità fondamentali nella cultura del Novecento in Sardegna: Eugenio Tavolara e Tosino Anfossi. Sessanta pupazzi e marchingegni sono animati da Tonino Murru, Donatella Pau e Cristina Papanikas. La regia è di Karin Koller, le musiche originali del sassofonista e compositore nuorese Gavino Murgia. Il disegno luci è ideato da Loïc François Hamelin.

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Il chitarrista Carlo Ditta in trio con Luca e Sebastian Mannutza, il sassofonista Gavino Murgia alla testa del Blast Quartet, il gruppo Pirk Explosion con il trombettista Flavio Boltro in un omaggio elettrico a Miles Davis. Questi i protagonisti dei set in programma domani (venerdì 29) a Cagliari per la seconda serata di Forma e Poesia nel Jazz, il festival organizzato dall’omonima cooperativa, quest’anno alla sua edizione numero venti, in corso fino a domenica (primo ottobre) negli spazi ritrovati dell’ex Manifattura Tabacchi (biglietti a 18 euro).

Si comincia alle 19.00 con il trio formato dal chitarrista Carlo Ditta ed altri due musicisti cagliaritani: Luca Mannutza, pianista e organista tra i più apprezzati nel panorama del jazz italiano, e suo fratello Sebastian, batterista dalla grande musicalità. Nato a Firenze (nel 1971) ma trasferitosi presto a Cagliari, Carlo Ditta ha iniziato lo studio della chitarra da bambino, a otto anni, appassionandosi al blues, poi e al soul e infine al jazz. Determinante sarà l’incontro proprio con Luca Mannutza, con il quale approfondirà l’armonia e la tecnica della musica afroamericana. Nel 2012 esce il suo disco di esordio, “Talkin’ about Mr Green”, nel quale rende omaggio a uno dei chitarristi che più ha influenzato il suo stile, Grant Green, appunto; disco che riscuote il favore del pubblico e della critica ricevendo lusinghiere recensioni nelle riviste specializzate.

Il secondo set (ore 20) vede di scena un altro musicista sardo, il nuorese Gavino Murgia, sassofonista di fama internazionale, alla testa del Blast Quartet; una formazione di forte impatto, composta da musicisti di notevole esperienza, ognuno con una personalità ben precisa, alle prese con composizioni in gran parte originali dello stesso Murgia più qualche pezzo di Charles Mingus: il trombonista Mauro Ottolini, il contrabbassista Aldo Vigorito e il batterista Pietro Iodice. Un classico quartetto “pianoless”, acustico, la stessa formazione che ad aprile ha registrato il materiale per un disco di prossima uscita.

Altre sonorità e atmosfere nel concerto delle 21.30 con il “Miles Davis Electric Tribute” proposto dai Pork Explosion, band jazz fusion capitanata dal chitarrista cagliaritano Marcello Contu, con Peter De Girolamo alle tastiere, Frank Marino al basso e Daniele Russo alla batteria, che rinnova il suo incontro con un trombettista del calibro di Flavio Boltro, altro esponente di spicco del jazz “Made in Italy”, per ripercorrere la grande rivoluzione elettrica davisiana.  

A precedere il trittico di concerti, alle 18.00, il secondo dei quattro incontri con cui il musicista e musicologo Enrico Merlin accompagna ogni pomeriggio il suo uditorio, con competenza e verve, nei meandri della storia del jazz. Aneddoti, racconti, testimonianze di prima mano, ascolti guidati, riflessioni e provocazioni in quattro percorsi diversi proposti da varie prospettive: quella di due artisti icona del genere, un americano, Miles Davis, e un europeo, Michel Petrucciani, e attraverso l’evoluzione di due strumenti cardine: la tromba e il sassofono.

Gavino Murgia ( foto © Roberto Cifarelli )

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Grande successo di pubblico, lo scorso fine settimana a Seui, per la quarta edizione del festival “Seui in musica”.

La rassegna jazz organizzata dall’associazione culturale Kromatica, in collaborazione con il Conservatorio di Cagliari, per tre giorni ha visto alternarsi sul palco allestito in piazza San Giovanni musicisti di razza che dal pomeriggio a notte fonda hanno animato la vita del centro barbaricino.

Dal bandoneonista Fabio Furìa che, in duo con il pianista Walter Agus, venerdì ha contaminato il jazz con venature di tango, al sassofonista nuorese Gavino Murgia che sabato ha infiammato il pubblico nel concerto tenuto insieme al grande fisarmonicista Luciano Biondini. Sino all’Alessandro Diliberto Trio, protagonista di un’indimenticabile jam session in cui l’eclettico pianista cagliaritano si è esibito insieme a fuoriclasse del calibro del contrabbassista algherese Nicola Muresu e del batterista torinese Enzo Zirilli. Senza dimenticare gli Ozone Park, con il loro sound progressive e l’ensemble Manuela Mameli 4et che domenica ha visto sotto i riflettori oltre alla Mameli anche Paolo Carrus, Matteo Marongiu e Alessandro Garau.

Sono state applauditissime anche le performance degli ensemble composti da giovani, che si sono distinti per l’originalità delle loro proposte e per l’elevato livello tecnico e artistico dimostrato (la maggior parte di loro sono già diplomati al Conservatorio). Tra questi si sono imposti in particolare il Sofia Trio e i Just for the curious.

Particolarmente emozionante è stata inoltre “Il mio nome è Django”, la pièce teatrale ispirata alla vita del chitarrista Django Reinhardt, a cui è stata affidata la chiusura dell’edizione 2017 del festival. Un’opera curata da Paolo Putzu e Roberta Bochetta, accompagnata dalle musiche dei Mambo Django e dalla coreografia della ballerina Donatella Martina Cabras. Apprezzata è stata anche l’offerta pensata per i più piccoli: lezioni di propedeutica musicale tenuti dagli stessi musicisti protagonisti del festival.

Una scommessa vinta per il territorio, grazie ai migliaia di visitatori che si sono riversati nel paese per l’occasione, facendo registrare il tutto esaurito nei bed & breakfast di Seui e in quelli dei paesi vicini.

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Le ironiche ballate di Renzo Cugis e Samuele Dessì nello spettacolo “Si stava peggio quando si stava peggio”, l’incontro tra Filippo Martinez e Gavino Murgia nel reading “Suoni dal buio”, e Alberto Capitta con il suo romanzo “L’ultima trasfigurazione di Ferdinand”. L’ultima settimana del festival Street Books di Dolianova si apre con tre appuntamenti di grande richiamo, tutti ad ingresso gratuito e in programma alla Villa De Villa, con inizio alle 21.30.

Si parte lunedì 17 luglio con “Si stava peggio quando si stava peggio”, uno spettacolo di e con Renzo Cugis e le musiche in scena di Samuele Dessì. Un attore in scena con un musicista a suo fianco a fare da colonna sonora racconta storie più o meno personali e più o meno vere. Storie per raccontare che, se non ci sono più i gusti e le stagioni di una volta, è perché non ci siamo più noi. I noi di una volta. “Si stava peggio quando si stava peggio” è un invito a riconsiderare il passato per riconsiderare il presente e, un modo per tentare di combattere la nostalgia: inutile stato psicologico che invade il prezioso posto riservato ai ricordi ed alla memoria.

Un incontro insolito con un esito originale: da una parte l’autore, scrittore e regista (e tante altre cose ancora) Filippo Martinez, dall’altra il sassofonista Gavino Murgia. Insieme martedì 18 presentano il reading “Suoni da buio”. Come nella Pompei prima dell’eruzione, anche oggi viviamo “a luce spenta in un ambiente chiuso”. Il feroce dio Denaro ha dettato le sue priorità e l’umanità si è piegata ai suoi diktat di volgarità e violenza. Gavino Murgia sarà armato del suo sassofono, Filippo Martinez della sua voce. Avvolti dalle note di Gavino Murgia ascolteremo le parole di poeti sardi del ‘900 e di questo secolo: da Emilio Lussu a Felicina Trebini, da Antonio Gramsci a Luca Foschi, da Nino Nonnis a Sergio Atzeni, da Renzo Cugis a Marco Schintu. Musica e poesia: “Suoni dal buio” è un piccolo tentativo di resistenza di un mondo alla ricerca della luce.

Mercoledì 19 si torna ai libri con “L’ultima trasfigurazione di Ferdinand” (Il Maestrale). A presentare il romanzo sarà l’autore Alberto Capitta che dialogherà con Emanuele Cioglia. Nell’occasione, sarà attivo il servizio gratuito di bibliositting: i bambini a partire dall’età di sei anni potranno appassionarsi al divertimento della letteratura grazie al laboratorio creativo curato da Eliana Aramu “Gli Sporcelli e altri personaggi ripugnanti”, ispirato a Roald Dahl.