22 November, 2024
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Si è conclusa ieri la visita in Sardegna della delegazione interministeriale guidata dall’ex ministro della Coesione territoriale, Fabrizio Barca, che affiancata da uno staff tecnico della #Regione Sardegna sta valutando un territorio da inserire nella Strategia nazionale delle aree interne (#Programmazione 2014-2020). Alla fine la decisione spetterà alla Regione, che integrerà il finanziamento di circa 3,8 milioni di euro. I fondi saranno investiti contro lo spopolamento, promuovendo lo sviluppo economico e dei servizi sanitari, dell’istruzione e formazione professionale, della mobilità.
Dopo la visita ad Ales, nell’#Unione dei Comuni dell’Alta Marmilla, la delegazione si è spostata ieri a Teti, nella Comunità montana del Gennargentu – Mandrolisai.
Undici comuni sparsi fra un’area montana e collinare con ricchezze ambientali e archeologiche preziosissime.
Si va dall’ovicaprino, con la trasformazione dei prodotti nel caseificio di Meana Sardo, alla viticoltura, al settore del sughero, dei legnami, frutta secca e carni. Per il sindaco di Tonara, Pier Paolo Sau, è molto importante l’agroalimentare con la produzione del torrone, dove viene lavorato tutto il miele e la frutta secca della Sardegna.
«I dati sulle imprese, ogni mille abitanti – ha aggiunto il delegato ministeriale di Invitalia, Giovanni Carrosio – sono molto più alti rispetto alla media regionale sarda e rispetto alla media delle zone interne nazionali.»
La mobilità e i trasporti sono una forte criticità del territorio, che amministratori e imprenditori chiedono di rivedere e migliorare con urgenza.
«I nostri punti deboli – ha detto il sindaco di Tonara – sono l’enorme distanza dai servizi primari: scuole, ospedali, tribunali».
Sabrina Lucatelli, coordinatrice della missione ministeriale e in rappresentanza del #dipartimento dello Sviluppo economico, ha detto che è necessario anche «investire in servizi di trasporto pubblico ad hoc, con chiamata diretta come avviene già a Perugia. Sarebbe auspicabile poi cambiare il parco macchine con l’utilizzo di bus più piccoli». 
Sparsi nei paesi della Comunità montana esistono 6 musei, mentre rimane ancora sotto la media l’offerta dei posti letto nelle strutture di accoglienza.
Il dirigente scolastico dell’istituto comprensivo di Atzara, Luca Tedde, ha descritto le pluriclassi presenti in alcuni Comuni come «un luogo impossibile dove fare una buona scuola». In questa zona non è poi presente un centro educativo per i bambini da zero a tre anni.
«Non vogliamo tanti soldi – ha precisato Tedde – ma vogliamo spendere bene i soldi con un unico progetto che aiuti le scuole a sfruttare tutte le tecniche che la didattica mette in campo, per esempio le nuove tecnologie.»
Particolarmente interessanti sono stati gli interventi di Giobbe Lahouioui, studente e rappresentante della Rete della conoscenza, e dell’insegnante dell’Istituto agrario di Sorgono, Maurizio Fadda. Sul piano tecnico si è rilevato che l’abbandono scolastico è nella media rispetto alle altre zone interne, mentre «l’offerta formativa – ha detto Gerardo Cardillo, di #Invitalia – è coerente con le esigenze economiche del territorio».
Sul settore sanitario a Sorgono è presente il secondo ospedale della provincia dopo quello di Nuoro e la telemedicina non esiste. Diversi amministratori hanno fatto notare che «se un cittadino dovesse far visionare una radiografia fatta a Sorgono, in un altro centro sanitario, dovrebbe portarla personalmente anziché poter contare in un invio di posta elettronica fra le strutture». 
Fabrizio Barca, nella sua relazione finale, ha sottolineato che il tratto caratterizzante emerso dai dati di studio e dal confronto di oggi è legato alla specificità del fare impresa in queste aree: «Qui siete stati capaci di tradurre la specificità, il lavoro, prestando attenzione alla domanda del mercato globale».
Sul campo agroalimentare l’ex ministro ha poi suggerito di valorizzare la «tracciabilità e la comunicatività sui prodotti che nella vendita andrebbero più legati al territorio di provenienza». Sulla scuola e su un’istruzione da migliorare ha invece spiegato che l’accorpamento degli istituti deve essere una strada da prendere in considerazione per convogliare le risorse su un unico punto. Un modo per avere scuole migliori, con strumenti all’avanguardia che permettano una formazione qualitativamente più elevata.
La prossima mossa tocca alla Regione che a breve dovrà individuare uno dei due territori esaminati. La partenza del progetto pilota è prevista per gennaio 2015.