22 November, 2024
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Le emissioni di CO2 prodotte da agricoltura, trasporti, edilizia e rifiuti dovranno essere ridotte del 30% per il 2030 e la deforestazione dovrà essere compensata piantando nuovi alberi.

Questi sono gli obiettivi di due proposte di legge adottate oggi in via definitiva dal Parlamento europeo.

Gli obiettivi dell’UE dovranno essere trasformati in obiettivi nazionali vincolanti per i settori che non rientrano nell’attuale sistema comunitario di scambio delle quote di emissione, vale a dire l’agricoltura, i trasporti, l’edilizia e i rifiuti, che insieme rappresentano circa il 60% delle emissioni di gas ad effetto serra dell’Unione.

Questi tagli contribuiranno a rispettare l’impegno collettivo dell’UE di ridurre del 40% le emissioni di gas ad effetto serra in tutti i settori e riportarle ai livelli del 1990, come previsto dall’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.

«Abbiamo fatto del nostro meglio per concordare un ambizioso regolamento europeo in materia di azione sul clima, nonostante i tentativi di molti governi dell’UE di minare la nostra ambizione – ha affermato il relatore Gerben-Jan Gerbrandy (ALDE, NL) -. Grazie alle pressioni del Parlamento, siamo riusciti a ridurre il budget di carbonio consentito con le emissioni di circa quattro milioni di automobili. I governi europei dovranno fare di più e prima. Ritardare l’azione in favore del clima non è più possibile; questo regolamento chiede a tutti i governi di accelerare gli investimenti verdi per affrontare le emissioni provenienti da agricoltura, trasporti, rifiuti ed edifici.»

Il regolamento è stato approvato con 343 voti favorevoli, 172 contrari e 170 astensioni.

Il Parlamento ha adottato un’altra normativa volta a ridurre le emissioni di gas a effetto serra derivanti dall’uso del suolo e dalla silvicoltura e ad aumentare il livello delle emissioni assorbite dalle foreste per far fronte ai cambiamenti climatici. 

Attualmente, le foreste dell’UE assorbono l’equivalente di quasi il 10% del totale dei gas a effetto serra prodotti dall’Unione ogni anno.

La legge approvata stabilisce che i Paesi dell’UE dovranno garantire che la deforestazione sia bilanciata da nuovi alberi e introduce le misure da adottare per promuovere l’assorbimento di CO2 delle foreste, delle coltivazioni e dei pascoli.

I deputati hanno rafforzato queste disposizioni aggiungendo che, entro il 2030, gli Stati membri dovranno impegnarsi affinché l’assorbimento di CO2 superi le emissioni, in linea con gli obiettivi a lungo termine dell’UE e con l’Accordo di Parigi.

«Le attività LULUCF riguardano il contributo positivo dell’agricoltura e della silvicoltura per combattere i cambiamenti climatici – ha affermato il relatore Norbert Lins (PPE, DE) -. Il Parlamento si è impegnato per trovare un equilibrio tra flessibilità e le norme contabili comparabili per i 28 Stati membri. Sono convinto che siamo riusciti a rafforzare la bioeconomia – legno per edilizia, mobili e bioenergia (…) Con questa legislazione stiamo inviando un messaggio: desideriamo che le nostre foreste in Europa continuino a essere gestite in modo sostenibile e continuare a mantenere una forte silvicoltura in Europa», ha concluso.

Il regolamento è stato approvato con 574 voti favorevoli, 79 contrari e 32 astensioni.

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In vista del prossimo round dei colloqui climatici dell’ONU che si svolgono a Bonn dal 6 al 17 novembre, i deputati invitano l’UE a definire una strategia “emissioni zero” entro il 2018.

Nella risoluzione votata ieri, i deputati hanno approvato raccomandazioni per le Istituzioni dell’UE e per i Paesi in vista della riunione COP23 di novembre a Bonn. 

Poiché tutte le parti dell’UNFCCC sono invitate a comunicare entro il 2020 le loro strategie a lungo termine, i deputati esortano la Commissione a preparare entro il 2018 una strategia per una UE a zero emissioni entro il 2050, allo scopo di mantenere l’aumento della temperatura media mondiale ben al di sotto di 2 °C e proseguire gli sforzi per limitare tale aumento a 1,5 °C. 

Decisione statunitense “un passo indietro”, ma i deputati chiedono una forte risposta a livello mondiale

I deputati esprimono la proprio delusione per l’intenzione annunciata dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di ritirarsi dall’accordo di Parigi. Rilevando che tale decisione “rappresenta un passo indietro”, tuttavia i deputati si compiacciono delle ferme risposte dei governi di tutto il mondo in favore della piena attuazione dell’accordo di Parigi.

Nel documento si chiedono impegni concreti da parte dell’UE e a livello internazionale per trovare altre fonti di finanziamento. Le pratiche per i prestiti e per gli investimenti dovrebbero allinearsi con l’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura ben al di sotto dei 2°C, incluso l’abbandono degli investimenti in favore dei combustibili fossili. 

I deputati accolgono con favore lo sviluppo di sistemi di scambio di quote di emissione (ETS) a livello mondiale, ivi compresi i 18 sistemi di scambio delle emissioni attualmente operativi in quattro continenti. Incoraggiano la Commissione a promuovere collegamenti tra l’ETS dell’Unione e gli altri sistemi di scambio di quote di emissione, allo scopo di ridurre il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio (in inglese: carbon leakage).

 La risoluzione è stata approvata per alzata di mano. I deputati auspicano che la Conferenza di Bonn chiarifichi la struttura del “Dialogo di facilitazione” del 2018, che mira a fare il punto dei progressi compiuti dai governi verso l’obiettivo di lungo termine.

Una delegazione del Parlamento, guidata dalla presidente della commissione per l’ambiente, parteciperà alla conferenza dal 13 al 17 novembre.

Il Parlamento europeo sta attualmente lavorando su tre atti legislativi per attuare l’accordo di Parigi: la riforma del mercato del carbonio post-2020 (EU ETS) (relatrice Julie Girling), il regolamento del 2030 per la condivisione degli sforzi (relatore Gerben-Jan Gerbrandy) e il regolamentazione sulle emissioni di gas a effetto serra risultanti dall’uso del suolo, dal cambiamenti di uso del suolo e dalla silvicoltura (relatore Norbert Lins).

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I nuovi obiettivi obbligatori paese per paese di riduzione delle emissioni di gas serra, in linea con l’accordo di Parigi, sono stati adottati stamane dal Parlamento europeo, dopo un dibattito sul ritiro degli Stati Uniti.

Tali riduzioni consentiranno di raggiungere l’obiettivo generale dell’UE: un taglio del 40% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030. L’UE si impegna a effettuare questi tagli in linea con l’accordo di Parigi.

La legislazione ripartisce l’obiettivo UE in obiettivi vincolanti nazionali per i settori non coperti dal mercato UE del carbonio (ETS) quali l’agricoltura, i trasporti, l’edilizia e i rifiuti, che rappresentano il 60% delle emissioni di gas a effetto serra dell’Unione europea.

Ogni Stato membro dovrà seguire un percorso di riduzione delle emissioni, calcolato a partire da un punto di partenza nel 2018, anziché nel 2020 come proposto dalla Commissione, al fine di evitare un aumento delle emissioni nei primi anni o un rinvio delle riduzioni. 

Per l’Italia, l’obiettivo è meno 33% sul 2030. 

Per garantire la prevedibilità a lungo termine, i deputati hanno anche fissato un obiettivo per il 2050 per un livello di emissioni inferiore dell’80% rispetto ai livelli del 2005.

I deputati hanno modificato la proposta iniziale della Commissione per poter premiare gli Stati membri, con un PIL pro-capite inferiore alla media UE che hanno adottato o adotteranno prima del 2020 le misure necessarie, con una maggiore flessibilità durante la parte successiva del programma di riduzione.

Per aiutare gli Stati membri a raggiungere i loro obiettivi, il regolamento consente loro di “prendere in prestito” fino al 10% dell’indennità dell’anno successivo, riducendo così quella dell’anno in corso. 

La relazione legislativa è stata approvata con 534 voti favorevoli, 88 contrari e 56 astensioni. 

Il relatore Gerben-Jan Gerbrandy (ALDE, NL), ha dichiarato: «Il voto di oggi fornisce un segnale cristallino a Donald Trump: l’Europa agisce sui propri impegni nell’ambito dell’accordo di Parigi e sfrutta le opportunità di crescita verde, con o senza di te. Quasi tutti i gruppi politici hanno sostenuto questa legge sul clima forte ed ambiziosa». 

Il testo approvato rappresenta il mandato per i deputati per iniziare i negoziati con il Consiglio con l’obiettivo di raggiungere un accordo in prima lettura. I negoziati informali partiranno quando anche il Consiglio avrà espresso la propria posizione.

Il Parlamento ha inoltre discusso mercoledì mattina l’annuncio del presidente Usa Donald J. Trump di ritirarsi dall’accordo di Parigi con la presidente delle Isole Marshall Hilda Heine ed il presidente della Commissione Jean Claude Juncker.

«Il mondo sta guardando l’Europa – ha affermato Heine, sottolineando la vulnerabilità del suo paese al cambiamento climatico -. Con un’altitudine media di due metri sul livello del mare, non c’è un luogo per fuggire, per nascondersi” dal cambiamento climatico. (…) il mio paese rischia di diventare completamente inabitabile prima che il secolo finisca.»

Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani (PPE, IT) ha dichiarato: «Il cambiamento climatico è una delle sfide più urgenti che oggi affrontiamo. (…) Affrontando questa sfida, l’Unione sta creando nuove opportunità per i nostri cittadini e per l’industria. (…) In parole semplici, la decisione dell’amministrazione statunitense è un errore. Lavorando insieme con le nazioni di tutto il mondo possiamo offrire ai nostri cittadini un pianeta più pulito e più sicuro».

Il presidente Jean Claude Juncker ha dichiarato che l’UE non rinegozierà l’accordo di Parigi. I deputati si sono dichiarati, in gran parte, a favore dell’approvazione dell’accordo UNFCCC 2015 e della sua applicazione completa.