26 April, 2025
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Quale futuro per l’industria nel Sulcis Iglesiente? E’ il tema dibattuto martedì 1 aprile nell’incontro organizzato dalle segreterie territoriali FIOM-CGIL, FSM-CISL e UILM-UIL, nell’anfiteatro di piazza Marmilla, a Carbonia. All’invito degli organizzatori hanno risposto in tanti: sette sindaci (Pietro Morittu, Carbonia; Ignazio Atzori, Portoscuso; Pietro Cocco, Gonnesa; Debora Porrà, Villamassargia; Paolo Dessì, Sant’Anna Arresi; Andrea Pisanu, Giba, presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis; Marcellino Piras, Villaperuccio); due consiglieri regionali, Luca Pizzuto di Sinistra Futura e Gianluigi Rubiu di Fratelli d’Italia; amministratori di diversi Comuni del Sulcis Iglesiente; don Antonio Mura, responsabile della Pastorale per il Sociale e il Lavoro della diocesi di Iglesias; i sindacalisti Franco Bardi (segretario generale della Camera del Lavoro CGIL della Sardegna Sud Occidentale), Simona Fanzecco (CGIL Cagliari), Efisio Lasio (segretario SPI CGIL), Federico Matta (UIL territoriale); lavoratori di varie aziende; rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei pensionati; cittadini.

I lavori sono stati aperti dalla relazione del segretario regionale della FIOM CGIL Roberto Forresu, che a nome delle tre organizzazioni sindacali FIOM-CGIL, FSM-CISL e UILM-UIL, ha esposto le ragioni che hanno portato all’organizzazione dell’incontro, che ha parlato a braccio sulla base del testo che riportiamo integralmente.

«Grazie a tutti per la partecipazione, non era scontata la riuscita di un’iniziativa del genere. Il nostro ringraziamento va a tutti i sindaci del territorio per la disponibilità dimostrata immediatamente, ma soprattutto al sindaco di Carbonia Pietro Morittu per l’accoglienza e l’attenzione dimostrata sin dalla prima richiesta. Noi lo abbiamo scritto nel comunicato, abbiamo la convinzione che l’attenzione dedicata al territorio dalla politica ai massimi livelli, vada ricercata nelle mobilitazioni messe in campo in questo periodo. Contrariamente a quanto pensa qualcuno, non intendo le sole iniziative dei metalmeccanici, ma le metto insieme tutte, a partire da quella che i sindaci hanno promosso alla Portovesme srl, guarda caso qualche giorno prima della venuta dei ministri e della Presidente della Regione Alessandra Todde insieme agli assessori il 27 dicembre 2024. Così come hanno sicuramente dato risonanza i tanti appelli lanciati dalla Chiesa ed in particolare da don Antonio Mura, sempre presente a tutte le iniziative delle Lavoratrici e dei Lavoratori. Lo sono stati anche i tanti articoli sui giornali e sulle Tv, delle Confederazioni, dalle categorie, direttamente interessate agli accadimenti industriali contemporanei. Perché dico questo? Per sgomberare il campo da equivoci o da alibi, che vogliono assegnare titolo di prim’ordine ai metalmeccanici, colpevoli secondo alcuni, di voler primeggiare in una contesa che in realtà non ci appartiene. Vogliamo primeggiare in una contesa che mette al centro le difficoltà, che parla delle Lavoratrici e dei Lavoratori. Vogliamo lavorare fianco a fianco con tutti coloro che sentono il problema della decadenza industriale, come un problema proprio e non accettano le imposizioni aziendali, le delocalizzazioni industriali, la mancanza di politica industriale, che ci sta portando a perdere economia nel territorio, abitanti, giovani che sempre più spesso decidono di partire per cercare fortuna, o semplicemente lavoro altrove. Di sicuro abbiamo bisogno di chiarezza su quello che deve essere il futuro industriale del territorio e, allo stesso tempo, abbiamo urgenza che questa chiarezza venga a realizzarsi nel più breve tempo possibile. Perché come andiamo a ripetere da tempo, non esprimersi, o perdere del tempo nel decidere il futuro, equivale a bocciare prospettive di rilancio occupazionale e produttivo. Pensiamo a quanto sta avvenendo nella fabbrica di alluminio primario. Invitiamo tutti a pensare cosa deriva dalla fabbrica di alluminio primario. Qualsiasi prodotto che noi utilizziamo ha a che fare con l’alluminio, pensiamoci, pentole, infissi, telefonini, tv, motorini, biciclette, antenne, qualsiasi cosa ha a che fare con l’alluminio. Pensate che dal 2012 non si produce più un kg di alluminio in Italia. Uno pensa, beh sarà andato in crisi il mercato cosa ci possiamo fare? Eh no, il mercato dell’alluminio non è mai andato in crisi, anzi è sempre rimasto costante. Il Paese Italia ha semplicemente deciso di dipendere totalmente dalle produzioni straniere. Ma col passare del tempo ha fatto anche peggio, ha regalato lo stabilimento ad un privato, la Sider Alloys, anzi non è che l’ha solo ceduto, gli ha dato pure dei soldi, 148 milioni di euro dall’accordo di programma più 20 milioni di euro dall’Alcoa per il riavvio. In 4 anni si dovevano rioccupare oltre 500 persone e tornare alla produzione. Sapete cosa è accaduto? Pandemia, Via, Aia, PAUR, accordo bilaterale, piano industriale stravolto ogni sei mesi, hanno fatto passare sette anni inutilmente, dove di produzione non se ne parla neanche, e dove anziché fare il revamping per rilanciare lo stabilimento si è andati incontro ad uno smantellamento della sala elettrolisi e l’impianto è diventato una discarica a cielo aperto. Dopo la denuncia delle organizzazioni sindacali dei metalmeccanici ai massimi livelli, al prefetto, al MIMIT, all’assessore dell’Ambiente, alla Provincia, hanno cominciato a porre dei sigilli all’azienda. Siamo soddisfatti? Assolutamente no, perché il nostro unico intento è far ripartire quello stabilimento. Ci preoccupa che, nonostante tutto, il 27 marzo scorso sia venuta nuovamente Invitalia a visitare lo stabilimento, lo abbia fatto in compagnia di un’importante società straniera interessata all’acquisizione dello stesso, e dopo due di giri a vuoto, in cui non gli si è fatto vedere nulla di interessante, si torna a casa. Capite che c’è qualcosa nella politica che non funziona? Mesi e mesi a chiedere verifiche, controlli, poi avvengono, e si ricomincia da capo. Vogliamo, pretenderemo, che il 7 aprile prossimo, quando ci sarà una nuova convocazione al MIMIT, il Governo ci relazioni sulla visita in stabilimento, e ci chiarisca del perché una visita di quel valore, non viene affrontata con le dovute attenzioni. Vorrei ricordare che in quello stabilimento dovevano rientrare al lavoro oltre 500 unità, il picco massimo si è raggiunto a ottobre 2023 con poco più di 110 persone, oggi sono diventate meno di 70. Stiamo chiedendo la discontinuità rispetto a quanto avvenuto sino ad oggi. Sider Alloys, secondo noi, non è in grado di far ripartire un bel niente, il Governo assuma rapide decisioni che portino alla sostituzione in tempi brevi dell’attuale proprietà, alla quale non deve essere riconosciuto nessun altro tipo di finanziamento. Che attendono questo cambio, ci sono oltre 350 lavoratrici e lavoratori ancora in mobilità che hanno fatto lotte, subito denunce in conseguenze delle tante battaglie fatte per garantire il rilancio dello smelter di alluminio primario. Portovesme srl. La crisi della Portovesme, non è iniziata il 5 settembre 2024, lo sanno anche i muri, non prendiamoci in giro. Il patto con il territorio la Glencore lo decide quando alla guida dello stabilimento arriva l’attuale amministratore, che con azioni mirate decide di tagliare il personale incorporando determinate lavorazioni che prima erano di competenza degli appalti e vengono assegnate ai lavoratori diretti. Per un tozzo di pane vengono incorporate delle lavorazioni che danno qualcosa in più ai lavoratori ma riducono gli appalti all’interno dello stabilimento. Si passa nel giro di qualche anno da 1.500 lavoratori a 1.200, vengono interrotte le produzioni derivanti dal calcinato, prodotto nei reparti di arrostimento e lisciviazione, si ferma successivamente la linea del piombo, l’azienda nel periodo della pandemia decide di abbandonare le tariffe energetiche agevolate che attraverso accordi specifici le permettevano di avere costi energetici competitivi e passare per sua scelta al mercato del giorno prima. L’energia, non si consumava, c’era la pandemia, la gente era reclusa in casa, non si poteva uscire, i consumi energetici erano ridotti ai minimi termini, l’ente erogatore abbatteva i costi, quasi sino a regalarla l’energia. I profitti di quel momento erano esorbitanti, ma si sapeva che prima o poi sarebbero terminati. Passa la pandemia fortunatamente, ma questo mondo in cui viviamo non si fa mancare nulla, scoppiano le guerre aggiuntive, vicine come non mai, i mercati impazziscono per la mancanza di circolazione delle materie come avveniva precedentemente, i semiconduttori garantiti per le auto non si trovano più, mandando in crisi una delle più importanti filiere mondiali, quella dell’auto. I governi più industrializzati cominciano a interrogarsi sulle facili delocalizzazioni favorite negli anni, ma è tardi, è tremendamente tardi. Le guerre ci toccano da vicino, scelte discutibili impongono piani di investimento sul riarmo, il prezzo dell’energia elettrica torna ad aumentare a dismisura, e coloro che prima si erano avvantaggiati delle scelte derivanti dal mercato corrente, che prima avevano fatto utili a non finire, cominciano a porsi il problema del costo energetico. A come rinunciare volontariamente ad accordi energetici, favorevoli per guadagnare di più, intaschi soldi a palate dalle scelte che hai deciso di portare avanti, e non appena il mercato ti fa pagare il conto sulla tua ingordigia scarichi tutto sulla collettività? Allora diventa inconveniente produrre in Italia, ed ecco che si portano le produzioni di zinco in altri paesi come Spagna e Germania che garantiscono tariffe energetiche migliori delle nostre. Certo anche noi abbiamo bisogno di tariffe energetiche che permettono alle aziende di essere competitive, ma non abbiamo bisogno di aziende, che privatizzano gli utili e condividono le perdite, perché questo è quello che è avvenuto con Glencore. Che porta alla situazione attuale in cui si rinuncia a produrre zinco in Italia. Attenzione, si rinuncia a produrlo attraverso il processo elettrolitico, non si rinuncia alle produzioni attraverso il Waelz, dove vengono bruciati i fumi di acciaieria.

Veniamo al dunque. Quelle scelte, che ripeto, partono da lontano e non dal 5 settembre 2024, ad oggi fanno varcare i tornelli a poco più di 300 lavoratrici e lavoratori. Siamo davanti a un bivio, dettato dalle dichiarazioni dei ministri e della Presidente della Regione, fatte in fabbrica il 27 dicembre 2024, in cui hanno dichiarato strategiche le produzioni di piombo, zinco e alluminio. Vogliamo provare a conservarle davvero queste produzioni o vogliamo permettere che si continui a produrre solo attraverso i fumi di acciaieria, inventandosi i possibili rilanci produttivi derivanti dal litio e dalle black mass, o dalle filiere terminanti il ciclo con le batterie? Quanti anni ci vorranno? Soprattutto delle due l’una: mettiamo insieme due considerazioni: Glencore dichiara di non volere più produrre zinco in Italia e spara l’idea del litio in futuro. Il Governo dichiara che oltre a essere strategica la produzione di zinco, ci sono soggetti definiti importanti interessati allo stabilimento, e che questo non potrà essere fatto a spezzatino (parole del ministro Adolfo Urso), che quindi non ci potranno essere due galli nel pollaio. Quindi o si produce zinco o si punta al litio, tutte e due le cose non si possono perseguire, io propendo per la prima, sapete perché? Perché la seconda è un salto nel buio, perché la prima è un processo noto che occupava almeno mille persone, e vorrei provare a sfidare il Governo a rispettare gli impegni presi, ma il motivo più importante che fa pendere la bilancia verso quella decisione è essenzialmente uno: le imprese d’appalto e tutti i loro lavoratori, non reggono a lungo l’attuale situazione di 20 a lavoro e 80 in cassa integrazione, guardate che questa situazione l’abbiamo già vissuta in Eurallumina ed in Alcoa. Tutte le aziende in appalto sono fallite e noi vogliamo provare a non rivivere una situazione simile. Per questo siamo disponibili a mettere in campo ulteriori iniziative di lotta.

Poi ci sono le situazioni contingenti che sicuramente non sono meno importanti. Abbiamo urgente bisogno dell’arrivo del gas, della soluzione del DPCM Sardegna, perché sono soluzioni che potrebbero rilanciare l’Eurallumina, azienda che è pronta a mettere a correre un investimento imponente di oltre 300 milioni di euro e che permetterebbe l’assorbimento di gran parte della mano d’opera che sta per perdere il lavoro, che soddisferebbe la fame di lavoro delle aziende che fino a ieri hanno lavorato e in regime di monocommittenza in Glencore, e che permetterebbe di far trovare sfogo a nuove occupazione, non più attraverso gli ammortizzatori sociali CHE NON VOGLIAMO PIÙ, CHE SIA CHIARO. VOGLIAMO IL LAVORO! Così come diventa importante il futuro della centrale dell’Enel e fare in modo che continui la ricerca di appalto all’esterno. Con mano d’opera che non viene pagata, proveniente dall’esterno. È quanto sta accadendo in quella centrale. Vogliamo parlare, infine, dell’importanza del dragaggio del porto è di cosa potrebbe scaturire se si riuscisse a puntare sull’opportunità derivante dal polo nautico. Insomma, non solo crisi ma opportunità importanti che bisogna perseguire giorno dopo giorno. Il momento è adesso.»

Sono intervenuti, nell’ordine: don Antonio Mura, responsabile della Pastorale per il Sociale il Lavoro della Diocesi di Iglesias; Pietro Morittu, sindaco di Carbonia; Luca Pizzuto, consigliere regionale e segretario regionale di Sinistra Futura; Gianluigi Rubiu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia; Ignazio Atzori, sindaco di Portoscuso; Renato Tocco, segretario territoriale della UILM UIL; Andrea Pisanu, sindaco di Giba e presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis; Giuseppe Masala, segretario territoriale e componente della segreteria regionale della FSM CISL; Manolo Mureddu, assessore dei Lavori pubblici e dell’Ambiente del comune di Carbonia; Giacomo Guadagnini, presidente della commissione Lavori pubblici del comune di Carbonia e consigliere d’amministrazione del Consorzio industriale provinciale Carbonia Iglesias; Mauro Manca (FIOM CGIL,), Massimiliano Lampis, Mauro Usai (RSU CQ-NOL), Luigi Manca, un lavoratore della Portovesme srl in pensione, Elio Cancedda.

Al termine è stato sottolineato che l’incontro è la prima tappa di un nuovo percorso che le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici hanno deciso di iniziare, auspicando la massima unità fra tutte le segreterie e le categorie delle organizzazioni sindacali, le forze politiche e sociali, per rilanciare la vertenza dell’intero polo industriale di Portovesme e restituire al territorio quanto gli è stato tolto in termini di lavoro e quindi di economia, per costruire tutti insieme un futuro migliore a breve, medio e lungo termine, partendo dall’industria e diversificando il tessuto produttivo.

Vediamo le interviste realizzate al termine dell’incontro, in piazza Marmilla, con i segretari Roberto Forresu, Giuseppe Masala e Renato Tocco.

 

 

L’assessore regionale dell’Industria Emanuele Cani ha incontrato questa mattina il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna Massimo Deiana e il presidente del Consorzio Industriale Sulcis Iglesiente Massimo Melis, accompagnato dal consigliere di amministrazione Giacomo Guadagnini, per affrontare il tema del riavvio dell’iter per il dragaggio del porto industriale di Portovesme.

«Le parti coinvolte, in primis l’Autorità Portuale, hanno sottolineato l’urgenza del progetto di dragaggio, fondamentale per il rilancio dell’attività portuale del Sulcis Iglesiente che ha l’obiettivo di consentire l’attracco a imbarcazioni di maggiori dimensioni, alle quali l’accesso è attualmente precluso a causa di una profondità del fondale non sufficiente», spiega l’assessore Emanuele Cani.

Nel corso del confronto odierno sono stati analizzati tutti i principali aspetti tecnici relativi all’opera di escavo con l’intento di definire un cronoprogramma e abbreviare al massimo i tempi di realizzazione dello stesso.

 

Il tema di oggi è la difesa dei posti di lavoro e le strategie da mettere in campo.

Enel – Portovesme, produzioni di allumina, alluminio, piombo, zinco e Carbosulcis, uniche nello scenario nazionale, ad oggi sono destinate ad uscire fortemente ridimensionate, rischiando la chiusura definitiva. È presente nei lavoratori e nelle famiglie una forte disperazione, legata alla giustificata preoccupazione per la perdita del posto di lavoro.

Stiamo parlando di circa 6.000 posti tra diretti e indotto legati a questi settori che il territorio non si può permettere di sommare agli attuali 36.000 disoccupati.

L’accelerazione delle politiche di conversione energetica, la forte spinta alla decarbonizzazione, solo oggi temporaneamente rallentata, necessita di scelte precise, circoscritte e ambiziose nel settore mentre ad oggi, nonostante le pressioni politiche degli ultimi mesi, non si hanno idee chiare sul futuro energetico del nostro territorio e sulle politiche necessarie per dare risposte al sistema produttivo ed industriale del nostro territorio.

In tutta Italia, con la sola eccezione della Sardegna, esiste il metano, disponibilità nella transizione ritenuta indispensabile per aziende e famiglie. Condivido sulla transizione ma per il futuro, il Sulcis Iglesiente con il suo centro ricerca Sotacarbo S.p.A. deve diventare luogo per la sperimentazione nell’uso dell’idrogeno.

Il tema dell’energia a costi competitivi è la questione centrale che decide il futuro delle nostre fabbriche come anche la portualità deve essere considerata infrastruttura indispensabile per lo sviluppo del nostro territorio. Lo stesso progetto per il dragaggio del porto oggi nella responsabilità dell’Autorità di Sistema deve avere tempi certi perché è una componente indispensabile del polo industriale e del territorio.

Non risolvere questi problemi nei tempi e nelle modalità sopra enunciati, significa portare a chiusura le fabbriche nel nostro territorio.

Portovesme S.r.l.

Attualmente alla Portovesme operano 1.200 lavoratrici e lavoratori, se dovesse fermarsi la linea zinco resterebbe in esercizio solo il forno Waelz per il quale sono sufficienti 350 lavoratori.

Il caso della Portovesme S.r.l., con la fermata della linea piombo e la fermata della linea zinco prevista entro fine anno ufficializzata al Mise dall’azienda è solo l’ultimo tassello di questo processo di deindustrializzazione che sta determinando un nuovo e forte stato di tensione.

Potrebbero essere reali le motivazioni che sottendono questa scelta, cioè di non proseguire le produzioni di piombo, e anche dello zinco, a vantaggio di altri metalli come quelli rari, ma il nuovo progetto in fase di studio rappresenta una semplice enunciazione dell’azienda senza né tempi né date.

Eurallumina

Con un’occupazione storica di 450 unità, attualmente in fermata totale con attualmente 65 unità impiegate nella manutenzione.

All’Eurallumina va riconosciuto il fatto di aver continuato comunque a investire nel territorio per quindici anni, con una spesa annua di 20 milioni di euro e significativi investimenti in campo ambientale per circa 25 milioni di euro, i cui termini sono previsti per il 2025.

E’ di oggi l’accordo per la bozza del contratto tra Consorzio e Eurallumina per il diritto di superficie sul bacino fanghi rossi per la durata di venticinque anni con un canone annuo di 1.230.000 euro.

La condizione per il riavvio dello stabilimento è comunque legata alla disponibilità del metano a Portoscuso che consentirebbe subito un investimento di 300 milioni e un riavvio immediato dell’impianto.

L’intero progetto genererebbe un impatto sull’indotto di circa 1.500 posti di lavoro equivalenti.

SiderAlloys Italia S.p.A.

Attualmente le attività di preparazione al revamping vero e proprio sono in fase avanzata, essendo anche conclusa la fase della definizione dell’ingegneria di base con gli esperti.

Comunque il piano di riavvio della parte d’impianto considerato il cuore dello stabilimento ritarda ancora con una previsione della ripartenza per l’ultimo trimestre del 2025 per arrivare a regime alla fine del 2026, con tutti gli impianti in marcia.

Enel

Il numero di dipendenti è di 200 diretti e circa 300 indiretti.

Per la Centrale Enel Grazia Deledda a Portovesme il destino è segnato, nonostante la possibile chiusura possa essere posticipata al 2027.

Mentre arrivano le rassicurazioni sul reimpiego dei lavoratori diretti, ad oggi, a parte l’intenzione di Enel di intraprendere generiche iniziative di formazione, nessun impegno concreto arriva verso i lavoratori d’appalto, nonostante quanto previsto dal Jtf.  Ricordo che all’Italia è destinato un importo pari a 1,211 miliardi di euro e alla Sardegna potenzialmente dovrebbero arrivare circa 310 milioni di euro.

Carbosulcis S.p.A.

La Carbosulcis S.p.A., società interamente partecipata dalla Regione Autonoma della Sardegna con circa 113 lavoratori altamente specializzati; a partire dal 2015 si è sviluppata l’ipotesi di progetti alternativi fondamentali per una nuova vita della società, il più importante è il “progetto ARIA”, una proposta di due parchi fotovoltaici della potenza totale di circa 20 MW e di un parco eolico per una potenza di circa 12 MW.

Proposte che ad oggi scontano eccessivi ritardi.

Bonifiche

Un pezzo del nostro futuro è ovviamente legato anche a quel patrimonio materiale immateriale che l’attività estrattiva, carbone, piombo e zinco, ci ha lasciato in eredità.

L’impegno delle istituzioni, ciascuna per il suo ambito, è quello di restituire alle popolazioni i territori risanati e dare nuova vita al patrimonio attraverso la condivisione dei progetti da attuare.

Prevalentemente ogni soggetto si è limitato ad avanzare propri progetti, il più delle volte racchiusi nell’ambito comunale, dimenticando persino la motivazione della giusta transizione ambientale e occupazionale.

Il gas

La stessa mancanza del gas nella nostra isola ha dato all’amministratore delegato dell’Enel la scusa per rinunciare a qualsiasi ipotesi di riconversione della centrale.

Noi crediamo che ci sia ancora spazio per l’industria, un’industria sostenibile rappresenta oggi l’unico modello di sviluppo possibile per combinare esigenze di carattere economico, ambientale e sociale e raggiungere obiettivi concreti di profitto, responsabilità sociale e decarbonizzazione. A questo modello ci dobbiamo ispirare, sia per la grande industria che per la piccola e media impresa, con la consapevolezza che il nostro Continente non ha materie prime, ma le trasforma.

Giacomo Guadagnini

Il Gruppo Pd nel Consiglio comunale di Carbonia ha presentato una mozione per la convocazione di un Consiglio urgente sulle vertenze industriali aperte nel Sulcis Iglesiente

Dopo aver evidenziato che il Sulcis ha attualmente circa 30.000 disoccupati ed è in atto un serio pericolo di desertificazione del tessuto industriale di Portovesme con un alta possibilità di perdere altri 6000 posti di lavoro tra diretti, indiretti e indotto, verificato che la società Portovesme S.r.l. nel 2023 ha bloccato la produzione della linea piombo e ha annunciato la fermata della linea zinco che rappresenta l’80% dell’attuale produzione, dichiarando di voler mantenere in esercizio solo i forni Welz e preso atto che l’impianto Eurallumina ha congelato la produzione dal 2009 e che a oggi non si conoscono programmi certi per la ripresa, verificato che Sideralloys Italia S.p.A subentrata alla società Alcoa nel 2018, non è ancora in piena produzione e non si conoscono né i tempi, né i programmi per la piena ripresa produttiva; lo stesso dicasi per la sala elettrolisi ferma ormai da troppo tempo e, infine, considerato che la centrale Enel terminerà la produzione di energia da fonti fossili nel 2025 (si è in attesa di una proroga per il 2028) e attualmente non si conoscono i programmi per le produzioni alternative, i I consiglieri Giacomo Guadagnini, Ivonne Fraternale e Alberto Pili, con la mozione impegnano il sindaco Pietro Morittu a programmare con urgenza un Consiglio aperto con tutti i sindaci del territorio, con la presenza del presidente della Regione Alessandra Todde, con l’assessore dell’Industria Emanuele Cani, con i consiglieri regionali del Sulcis Iglesiente Alessandro Pilurzu, Luca Pizzuto e Gianluigi Rubiu, con le organizzazioni sindacali e con gli imprenditori, per individuare ogni possibile iniziativa a sostegno di tutte le vertenze aperte.

 

 

«Riteniamo importante che il parco di Monte Rosmarino ritrovi finalmente la propria valorizzazione, vorremmo che diventasse una grande ‘palestra’ a cielo aperto, spazio di condivisione e socialità restituito alla città, nella quale si possano praticare attività sportive che vadano a vantaggio di tutte e tutti: sportivi, anziani, bambini, un luogo senza barriere architettoniche che possa accogliere agevolmente anche la disabilità. Oggi abbiamo a disposizione esclusivamente per questo spazio verde 390mila € che possono essere investiti per sottrarre quello spazio ai vandali e scongiurare il rischio d’incendi.»

A dirlo è Giacomo Guadagnini, consigliere comunale del Partito democratico, presidente della II Commissione Lavori pubblici, Ambiente, Infrastrutture, Urbanistica, Protezione civile, Viabilità e Trasporti.

«Attraverso interlocuzioni con la cittadinanzaaggiunge Giacomo Guadagnini il gruppo del Partito democratico comunale effettua una proposta complessiva che mette a sistema sicurezza, ambiente e tempo libero.
Nello specifico le azioni da porre in essere sono:
a) Manutenzione straordinaria del canale di raccolta delle acque meteoriche;
b) Impermeabilizzazione parziale del laghetto;
c) Impianto di videosorveglianza;
d) Ripristino automatismo temporizzato di chiusura dei cancelli di ingresso al parco;
e) Manutenzione rete idrica, fontanelle comprese;
f) Manutenzione impianto di illuminazione;
g) Verifica funzionamento impianto antincendio;
h) Ripristino panchine;
i) Taglio dei pini secchi e pulizia del sottobosco.»
«A questo passaggio preliminare si aggiungerebbe la manutenzione straordinaria e l’implementazione di zone adibite ai giochi per i più piccoli, delle zone attrezzate con percorsi per l’attività sportiva, segnaletica e cestini per la raccolta differenziataconclude Giacomo Guadagnini -. E’ il momento di rendere fruibile a tutte e tutti un luogo troppo a lungo trascurato, abbiamo le risorse e abbiamo le idee, non ci resta che metterle in pratica!»

 

Questa mattina, presso la sala riunioni della Torre Civica, alla presenza di rappresentanti delle associazioni locali e dei consiglieri comunali Giacomo Guadagnini e Pino Giganti, è stato presentato alla stampa il ricco calendario di eventi che caratterizzerà l’estate nella città di Carbonia. 
Il sindaco Pietro Morittu, dopo aver preliminarmente espresso il cordoglio dell’Amministrazione comunale per l’incidente sul lavoro che ieri pomeriggio è costato la vita al nostro concittadino Omar Locci, ha annunciato che “il comune di Carbonia, in stretta collaborazione con la Pro Loco, i centri commerciali naturali e le associazioni locali, ha profuso un forte impegno per organizzare e proporre alla città un cartellone di appuntamenti estivi variegato, che coinvolgerà il centro, le periferie e le frazioni con una serie di iniziative capaci di andare incontro ai molteplici gusti della cittadinanza e dei visitatori”.
Una serie di appuntamenti enunciati con soddisfazione dall’assessora della Cultura, Sport e Spettacolo Giorgia Meli, “cominciati già nel mese di giugno con eventi di varia natura. Ultimo dei quali la rassegna cinematografica “Cinema Sotto le Stelle”, preceduta dalla gara ciclistica regionale corsa domenica scorsa a Cortoghiana, che ha fatto il paio con il campionato ciclistico per sole donne svoltosi poche settimane prima nella frazione di Bacu Abis. Tra i tanti appuntamenti previsti nelle prossime settimane spiccano “Notti a Monte Sirai”, il “Summer Sport Carbonia” organizzato dall’MSP nelle vie del centro che coinvolgerà circa 25 discipline sportive, gli spettacoli di danza e musica nell’Anfiteatro di piazza Marmilla, fino a “Calici sotto le stelle”.
Le attività culturali, sportive e gli spettacoli sono stati organizzati sempre in stretta sinergia con l’assessorato alle Attività produttive, guidato da Michele Stivaletta, il quale ha comunicato che “gli eventi previsti per luglio, agosto e Settembre, sono stati preceduti da appuntamenti importanti già svoltisi nel mese di giugno, tra cui in particolar modo il “Sulcis Iglesiente Espone”. Il 5 luglio cominceranno gli appuntamenti del mercoledì sera con “Nottinsieme”, dal 27 al 30 luglio avrà luogo la “Fiesta latina 2023”, punto di riferimento per lo street food internazionale, mentre dal 25 al 27 agosto Carbonia ospiterà la prima edizione del “Sulcis Beer Fest” con promozione artigianale, culturale e turistica, musica, mostre, esibizione di dj internazionali e street food”.
Tanti eventi per tutti i gusti.
Nei prossimi giorni verrà divulgato il programma dettagliato di “Estiamoinsieme 2023”.

La sala polifunzionale del comune di Carbonia questa mattina ha ospitato un’iniziativa di sensibilizzazione sui temi della corretta differenziazione dei rifiuti, del loro riciclo e riuso, e in generale sulle tematiche generali della tutela dell’ambiente urbano.
L’iniziativa, promossa di concerto dall’assessorato dell’Ambiente, in collaborazione con quello della Pubblica Istruzione e alla società De Vizia, si è svolta dapprima con una dimostrazione pratica sulla differenziazione dei rifiuti urbani, alla quale i giovani studenti hanno risposto con interesse e inaspettata competenza, e successivamente è proseguita nell’aula consiliare di piazza Roma con un incontro nel quale è stato distribuito materiale informativo-formativo sui vari argomenti trattati.
Oltre i giovani studenti della terza media e della quinta elementare dell’Istituto Comprensivo Sebastiano Satta, accompagnati dai loro docenti, hanno partecipato diversi rappresentanti di associazioni impegnate nel campo della preservazione ambientale e in generale del decoro urbano.
L’amministrazione è stata rappresentata  dall’Ambiente Manolo Mureddu, dalle assessore alla Pubblica Istruzione e Cultura, Antonietta Melas e Giorgia Meli, dal presidente della Commissione Ambiente Giacomo Guadagnini, dai consiglieri comunali Gianluca Arru, Pino Giganti e Rita Vincis, e dal Direttore della società De Vizia, Massimo Simbula.
«Abbiamo concepito e promosso questa iniziativa, in collaborazione della società De Viziaha spiegato l’assessore dell’Ambiente Manolo Muredduperché riteniamo fondamentale promuovere una cultura di rispetto dell’ambiente che passi dalla corretta differenziazione e smaltimento dei rifiuti, dalla lotta senza quartiere all’abbandono degli stessi, al loro riciclo e riuso, fino alla più ampia tutela della realtà che ci circonda sotto ogni punto di vista o direttrice. Preservare il luogo in cui viviamo, in ogni suo ambito, significa nell’immediato migliorare la qualità della vita di ogni persona, e al contempo contribuisce a lasciare un mondo migliore per le generazioni future. Ed è proprio con coloro che un domani saranno i veri protagonisti della nostra comunità, ovvero i nostri giovani studenti, intendiamo portare avanti questo percorso di promozione culturale e di buone pratiche di cittadinanza attiva anche nel campo ambientale. Oggiha concluso l’assessore Manolo Mureddu -, abbiamo lanciato l’idea di un’alleanza tra Amministrazione comunale, scuola, famiglie e associazioni, quale strumento vincente per contribuire a forgiare i cittadini del domani in un’ottica di costruzione di una comunità migliore dove il rispetto dell’Ambiente e, dunque, del “bene comune”, diventi finalmente una pratica imprescindibile.»
«L’iniziativa di oggi è stata molto importante sia per la tipologia di problematiche trattate che per la rinnovata volontà, ribadita dai presenti, di collaborare e costruire sinergie tra le istituzioni, comunale e scolastica, gli studenti, le famiglie e le associazioniha detto l’assessora della Pubblica istruzione Antonietta Melas -. A partire dal prossimo anno scolastico, come Amministrazione comunale, nello specifico gli assessorati della Pubblica istruzione e Ambiente, struttureremo una serie di azioni e iniziative tese alla costruzione di un percorso didattico-educativo finalizzato al rispetto dell’ambiente.»

 

Ieri mattina la Seconda Commissione Consiliare Permanente, presieduta dal consigliere Giacomo Guadagnini, alla presenza del sindaco Pietro Morittu, dell’assessore dei Lavori Pubblici e Ambiente Manolo Mureddu, e di diversi consiglieri comunali ha organizzato un secondo tavolo di lavoro e di analisi sulle Comunità energetiche, che fa seguito al precedente incontro del 10 marzo scorso.
Sono stati presi in esame 96 edifici del patrimonio comunale con caratteristiche idonee all’installazione di impianti fotovoltaici. Di questi ne sono stati selezionati 34 da inserire nella comunità energetica con costo a carico della società che si occuperà della concessione, per una potenza di 1,6 megawatt. Per i restanti 62 edifici è facoltà dell’Amministrazione comunale decidere se intervenire con risorse economiche derivanti dal proprio Bilancio oppure se con finanziamenti europei o regionali.
I prossimi passi nel percorso di realizzazione della prima comunità energetica a Carbonia consistono nella preparazione di un bando pubblico per la selezione della società concessionaria della nuova realtà, di cui potranno far parte oltre ai privati cittadini – in possesso o meno di un impianto di energia rinnovabile – anche piccoli imprenditori, artigiani e agricoltori.

Stamane il sindaco di Carbonia, Pietro Morittu, accompagnato dal presidente della Seconda Commissione consiliare permanente Giacomo Guadagnini, si è recato presso la Portovesme Srl, dove ha incontrato le
Rsu aziendali per manifestare anche fisicamente il sostegno alla vertenza, cercare di comprenderne gli ultimi sviluppi e studiare insieme quali azioni possano essere messe in campo dal comune di Carbonia a loro supporto. Successivamente il sindaco e il consigliere Giacomo Guadagnini hanno interloquito con l’amministratore delegato della Portovesme Srl per approfondire le tematiche in oggetto.

Questa mattina la sala polifunzionale del comune di Carbonia ha ospitato un incontro operativo sul tema delle comunità energetiche, un insieme di utenti che tramite la volontaria adesione ad un contratto collaborano con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno o più impianti energetici locali. Di una comunità energetica possono far parte oltre ai privati cittadini – in possesso o meno di un impianto di energia rinnovabile – anche piccoli imprenditori, artigiani ed agricoltori.

L’iniziativa è stata organizzata su proposta della Seconda Commissione Consiliare Permanente, presieduta dal consigliere Giacomo Guadagnini, e del sindaco Pietro Morittu, con la partecipazione degli assessori competenti, dei consiglieri comunali e dei tecnici del comune di Carbonia.

Nel corso dell’incontro sono state illustrate le indubbie potenzialità e i vantaggi ambientali, economici e sociali derivanti dalla partecipazione a una comunità energetica, a cui potranno aderire gratuitamente tutti i cittadini di Carbonia e le imprese, beneficiando pertanto delle agevolazioni e degli sconti sulle bollette elettriche previsti dal Governo per le comunità energetiche.