24 November, 2024
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Ridurre gli infortuni in edilizia con la psicologia e la giusta comunicazione tra titolari d’impresa e addetti.

E’ questo l’obiettivo di un progetto innovativo, quasi rivoluzionario, che in Sardegna, da 6 mesi vede coinvolte 10 aziende delle costruzioni, 100 addetti e uno psicologo del lavoro dell’Università di Cagliari, impegnati insieme nella creazione e condivisione di linguaggi e metodologie per la prevenzione degli incidenti nei cantieri.

Il “percorso sperimentale”, realizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza e dal Centro Studi di Relazioni Industriali dell’Università di Cagliari e dalla Cassa Artigiana dell’Edilizia della Sardegna, finanziato dall’INAIL Sardegna, in collaborazione con, fra gli altri, Confartigianato Imprese Sardegna, contribuirà a ridurre i rischi nei luoghi di lavoro, a evidenziare le cause degli incidenti favorendone le soluzioni, a supportare chi ha subito infortuni aiutandone il ricollocamento professionale e, soprattutto, a costruire un sistema condiviso della sicurezza tra imprese edili.

Infatti, supportando la comprensione delle norme da parte degli operai e riconoscendo l’importanza dei fattori soggettivi e sociali, come per esempio le competenze percepite individuali e di gruppo, recenti studi approfonditi registrano un sostanziale calo degli incidenti.

Il progetto, dal titolo “Progetto sicurezza nei cantieri edili. Approccio sistemico (individuo-gruppo-organizzazione-ambiente) alla prevenzione degli incidenti e delle malattie professionali nei cantieri edili delle piccole e medie imprese: implementazione di un modello scientifico delle competenze nel sistema di gestione della sicurezza e relative buone prassi”, è ideato e condotto dal ricercatore e psicologo del Lavoro dell’Università di Cagliari Diego Bellini.

Secondo Bellini «si è passati da una situazione nella quale agli addetti e al titolare, attraverso un linguaggio non condiviso, si somministravano semplici prescrizioni teorico-pratiche, a quella nella quale è la squadra che crea una comunicazione comune e comportamenti emozionali condivisi, attraverso i quali interpretare e applicare la sicurezza nel posto di lavoro. E’ un approccio innovativo alla cultura della sicurezza del lavoro nei cantieri – aggiunge lo psicologo dell’Università – che rappresenta sia una buona pratica, sia un servizio gratuito che, altrimenti, per le imprese sarebbe stato assai gravoso dal punto di vista economico».

«Il nostro obiettivo continuo, sul quale lavoriamo ormai da oltre 20 anni – afferma Giacomo Meloni, presidente della CAES, Cassa Artigiana dell’Edilizia della Sardegna – è portare a zero i dati sugli incidenti nei cantieri. Perché ogni infortunio, grave o lieve che sia – continua il Presidente – oltre al danno fisico dell’infortunato, rappresenta una pesantissima sconfitta per l’imprenditore, per i dipendenti e per il lavoro che si porta avanti quotidianamente. In più rappresenta un aggravio degli oneri sociali che vanno a ricadere su tutti: imprese o cittadini che pagheremo tutti in termini economici o di minori servizi. Tutto questo ci deve far ragionare sull’importanza e il grandissimo valore della prevenzioneInfine, dobbiamo ricordare che facendo prevenzione e non avendo infortuni, l’impresa può anche guadagnarci – conclude Giacomo Meloni – infatti, ogni anno l’INAIL premia le imprese virtuose con una diminuzione dell’importo del premio assicurativo».

In Sardegna, in ogni caso, diminuiscono gli infortuni sul lavoro e nelle costruzioni.

Lo confermano i dati dell’Analisi INAIL sulla nostra regione. Nei primi 10 mesi del 2018, le denunce registrate sono state 10.824 contro le 11.063 del periodo gennaio-ottobre 2017.

Nelle Costruzioni sarde, le denunce di infortunio registrate in occasione di lavoro nel periodo gennaio-ottobre 2018, sono 544 in calo (-18) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (gennaio-ottobre 2017), dinamica in controtendenza rispetto a quella rilevata a livello medio nazionale (+1.170).

Tra le imprese di “Costruzioni e impianti”, le denunce di infortuni salgono di 2 per l’Industria e mentre calano di 24 per l’Artigianato, in linea con le tendenze rilevate a livello nazionale (industria a +325 e artigianato a -723).

Sempre nei primi 10 mesi dell’anno 2018, sono invece complessivamente 11 le denunce di infortunio con esito mortale, 1 nel settore Costruzioni, registrata nell’Industria.

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«Nessuna sperimentazione sulla pelle dei cittadini afflitti da problemi di salute, dei loro famigliari, dei lavoratori e dei collaboratori AIAS.»

Lo afferma il segretario della CSS Giacomo Meloni in seguito alla notizia del mancato rinnovo della convenzione tra Regione e Aias e della contestuale nascita di Sas Domus, società in house che secondo l’assessore della Sanità Luigi Arru ed il direttore generale dell’ATS Fulvio Moirano dovrebbe prendere il posto di AIAS.

«Si tratta appunto di una sperimentazione per giunta basata su basi legislative precarie – aggiunge Giacomo Meloni – che potrebbe portare nel giro di pochi anni all’esternalizzazione del servizio. Inoltre la notizia secondo cui tutti i lavoratori Aias verrebbero stabilizzati suona come una mera promessa elettorale.»

Della nuova società in house sarebbe stato depositato l’atto costitutivo – scrive in una nota Giacomo Meloni -, mentre la Regione ha due debiti certificati nei confronti di AIAS. Il primo ammonta a 8,3 milioni di euro per le prestazioni già effettuate negli ultimi mesi del 2018, e il secondo – dello stesso importo – per effetto dell’ultima sentenza della Corte di Appello di Cagliari Sezione di Sassari.

Contro lo smantellamento dell’AIAS, la CSS, insieme all’Ugl, alla Fials, a Confintesa, ISA e al Comitato Spontaneo dei dipendenti invitano tutti i dipendenti e tutti i collaboratori a proseguire le azioni di lotta già intraprese con la stessa determinazione e compattezza fin qui dimostrata, partecipando alla mobilitazione con l’Assemblea Permanente che si terrà già da martedì 11 dicembre 2018, dalle ore 10.00, sotto il palazzo del Consiglio regionale, in via Roma, a Cagliari.

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Le imprese artigiane della Sardegna vogliono contare di più in Europa e, soprattutto, pretendono che il Governo Continentale tenga maggiormente in considerazione la rete delle piccole e medie aziende italiane.

Sono queste le principali richieste che una delegazione di Confartigianato Imprese Sardegna, a Bruxelles, ha formulato al Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, all’europarlamentare sardo, Salvatore Cicu, che ha ospitato il gruppo dirigente artigiano, e a diversi funzionari della Commissione Europea, durante una “tre giorni”, nella quale sono state affrontate tematiche relative alle problematiche che ostacolano l’attività e la crescita delle realtà produttive sotto i 15 dipendenti. In particolare, gli artigiani hanno discusso dell’accesso al credito, del sistema bancario e della lentezza dei programmi operativi regionali; ad oggi, infatti, è stato speso poco più del 10% delle risorse a disposizione. Tra gli altri argomenti affrontati, lo sviluppo della continuità territoriale per la Sardegna, le ricadute sull’Isola del nuovo ciclo della programmazione europea 2021-2027, le attività di SmeUnited a difesa delle PMI, la valorizzazione e la tutela dei prodotti agroalimentari isolani, la crescita delle giovani imprese, ma anche, le opportunità economiche e finanziarie per gli imprenditori ed il sistema legislativo dell’Unione europea.

La delegazione sarda, nell’incontro con il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, attraverso l’intervento del presidente di Confartigianato Sardegna, Antonio Matzutzi, ha sottolineato come le piccole realtà abbiano necessità di essere comprese e sostenute. «E’ necessario che l’UE ascolti con maggiore attenzione la voce delle micro e piccole imprese – ha sottolineato Matzutzi – ma, soprattutto, di quell’economia reale che rappresenta la vera forza della Sardegna e del nostro Paese. L’Istituzione Europea è l’unico strumento efficace per fermare i troppi “no” che oggi avvertiamo a tutti i livelli

«Non possiamo più considerare l’Europa come una semplice “fiera delle opportunità” attraverso la quale fruire delle risorse – ha invece evidenziato Stefano Mameli, segretario regionale di Confartigianato – l’UE è molto di più; è coesione sociale, è condivisione di diritti e doveri, è strategia comune

«Per questo – ha ripreso il presidente Antonio Matzutzi – in modo comune, è necessario ripensare un’Istituzione Europea più dinamica e disegnata a misura di piccola e media impresa, che nel Continente rappresenta il 98% del mondo produttivo

E i numeri confermano la necessità esposta dal presidente di Confartigianato Sardegna. Le micro e piccole imprese in Europa sono 23,8 milioni, il 98% delle attività produttive (91% 1-9 dipendenti, 7% 10-49 dipendenti, 1% 50-250 dipendenti, 1% oltre 250 dipendenti) e creano 75 milioni di posti di lavoro, contribuendo per 2/3 al PIL europeo.

Alle richieste poste dalla delegazione di Confartigianato Sardegna, ha risposto il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani.

«Le piccole e medie imprese hanno dimostrato grande capacità nel saper reagire e reggere ai momenti congiunturali difficili – ha dichiarato Antonio Tajani – ma l’imprenditoria che voi rappresentate ha bisogno di interventi per essere protetta dal punto di vista economico e per crescerePer questo, in questi anni – ha aggiunto il presidente – abbiamo lavorato sia alla direttiva europea sul ritardo dei pagamenti della Pubblica Amministrazione, che tutela la sopravvivenza delle piccole imprese, sia sui prestiti erogati dalle banche, fondamentali per la crescita del sistema imprenditorialeIn Europa – ha sottolineato Antonio Tajani – è necessario riscoprire la necessità di avere una vera politica comunitaria. Se si pensa che l’Europa significa mezzo miliardo di persone, è facile comprendere quale sia la responsabilità di chi li rappresenta. Bisogna quindi pensare a un’Europa più attenta ai bisogni di quel 98% di piccole imprese che rappresenta economia e lavoro per i territori e per le nuove generazioni
«Nel prossimo ciclo di programmazione europea 2021-2027 ci saranno tanti fondi a disposizione per piccole e medie e imprese in tanti settori – ha commentato l’Europarlamentare sardo, Salvatore Cicu – soprattutto, per l’export e il turismo ma anche per innovare, investire e aprire nuove strade verso l’internazionalizzazione. I fondi, purtroppo, sono ancora poco utilizzati per mancanza di capacità progettuale – ha concluso Salvatore Cicu – per accedervi, infatti, è necessario farlo con degli esperti che sappiano operare in maniera scientifica e professionale. Per questo è fondamentale che le imprese facciano rete e si consorzino.»

Gli imprenditori di Confartigianato Sardegna, nella Capitale belga in rappresentanza delle imprese associate, hanno convenuto come l’Europa sia una necessità alla quale non sia possibile rinunciare anche se, in questo momento, viene percepita come un ostacolo. Su questa “crisi d’identità europea”, quindi è necessario ripensare all’Istituzione che possa portare maggiore unitarietà e coesione tra popoli diversi ed economie.

Della delegazione, capitanata dal presidente regionale, Antonio Matzutzi, e dal segretario regionale, Stefano Mameli, hanno fatto parte anche la presidente ed il degretario di Confartigianato Sassari, Maria Amelia Lai ed Antonio Alivesi, il presidente ed il segretario di Confartigianato Oristano, Sandro Paderi e Marco Franceschi, il presidente e segretario di Confartigianato Nuoro-Ogliastra Giuseppe Pireddu e Pietro Mazzette, il presidente di Confartigianato Gallura, Giacomo Meloni, e la dirigente di Confartigianato Sud Sardegna, Norella Orrù.

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Nuova ferma presa di posizione della Confederazione Sindacale Sardabe dell’Assotziu Consumadoris Sardegna contro l’ampliamento degli stabilimenti della RWM.

«La Confederazione Sindacale Sarda e l’Assotziu Consumadoris SardignaOnlus ribadiscono la loro posizione di assoluta contrarietà rispetto alla possibilità che gli stabilimenti della RWM vengano ampliati», sostengono il segretario della CSS Giacomo Meloni ed il presidente dell’ACS – Onlus Marco Mameli in seguito alle indiscrezioni di un’imminente autorizzazione da parte del comune di Iglesias alla realizzazione dei reparti R200 e R210 oggetto di procedimento SUAP. «Un intervento capace di aumentare sino a tre volte la capacità degli stabilimenti di confezionare bombe, come rivelato dall’amministratore Fabio Sgarzi a La Nuova in un’intervista dello scorso luglio. Un progetto – quello dell’ampliamento dei due reparti – che si somma ai numerosi altri presentati nel corso degli ultimi due anni.»

«I documenti delle Nazioni Unite e numerose prove fotografiche dimostrano che gli ordigni prodotti a Domusnovas ed esportati dall’Arabia Saudita vengono utilizzati nell’atroce guerra dello Yemen che ha già fatto registrare oltre 17mila vittime civili, tra cui oltre 10.400 causati dagli attacchi aerei della coalizione a guida saudita, secondo le ultime stime dell’ONU – aggiungono Giacomo Meloni e Marco Mameli -. Questa è la prima ragione per cui l’ampliamento della Rwm e la produzione di bombe tout court realizzata a Domusnovas è inaccettabile. L’altra ragione alla base del nostro rifiuto è l’inaccettabile idea che una parte dei lavoratori sardi dipenda dall’economia di guerra, un vero e proprio ricatto simile alla dicotomia lavoro-salute che osserviamo nel caso delle lavorazioni industriali impattanti. Non si può, cioè, pensare di lavorare per morire, pregiudicare la vita del prossimo o addirittura confezionare ordigni utilizzati in contesti di guerra.»

«Ecco perché la CSS e l’ACS Onlus rivolgono un appello al sindaco di Iglesias Mauro Usai, al governatore Francesco Pigliaru e a tutta la classe politica sarda affinché – concludono Giacomo Meloni e Marco Mameli – la Regione ed il comune di Iglesias, gli enti, cioè, che si trovano a dover decidere sulle richieste della RWM rifiutino il ricatto sotteso ai progetti della RWM e facciano un primo passo concreto verso un’economia di pace adoperandosi per la riconversione della fabbrica delle bombe.»

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Sono 5 i Sì di Confartigianato Edilizia Sardegna per sollecitare l’approvazione della Legge Urbanistica.

Sì per dare certezze amministrative e normative a cittadini e imprese, SI per eliminare, ora e in futuro, ogni dubbio interpretativo, SI per affrontare le nuove necessità del mercato, SI per tagliare i tempi di approvazione dei progetti e burocrazia, SI per migliorare e riqualificare, con più facilità, il patrimonio esistente riducendo il consumo del suolo.

«I nostri Sì per la nuova Legge Urbanistica sono forti, concreti, motivati – afferma Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna e li diciamo con convinzione per scongiurare altri anni di incertezze, di impossibilità di lavorare con serenità e per non perdere l’occasione storica, forse unica e ultima, di mettere insieme, seppur nelle rispettive diversità, particolarità e necessità, maggioranza e opposizione, imprese e ambientalisti, cittadini e amministrazioni. Questi SI sono anche un impegno verso le imprese che continuano a soffrire e combattere la crisi verso i lavoratori che, ogni giorno nelle proprie aziende, lottano per il proprio posto di lavoro, e verso i territori che credono in un futuro migliore e in uno sviluppo che non sia fatto solo di promesse e parole

«Vogliamo essere più concreti e ribadire che siamo favorevoli alla proposta dell’Assessore Regionale dell’Urbanistica, Cristiano Erriu – aggiunge il presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna – che stabilisce regole chiare per un ordinato sviluppo urbanistico. Gli ampliamenti delle strutture ricettive, che necessitano di nuovi e più adeguati servizi da offrire alla clientela – precisa Giacomo Meloni – non comportano, come non lo è stato finora, un automatico deturpamento dell’ambiente o la sua cementificazione. Certamente è necessario rispondere concretamente alle necessità di un turismo chiamato a proporre strutture con standard adeguati alle aspettative di un target medio alto, sempre più esigente. Accogliamo con favore l’approvazione in Commissione Urbanistica dell’articolo che prevede gli incrementi volumetrici nella fascia dei 300 metri dal mare perché prevede delle regole equilibrate e finalizzate alla qualità urbanistica. Siamo inoltre favorevoli all’articolo 43 della Legge che riteniamo non debba essere stralciato

Confartigianato Edilizia Sardegna ricorda i numeri del comparto e della crisi dell’edilizia che continua ininterrottamente dal 2008.

Attualmente nell’Isola sono 22.378 le imprese attive delle costruzioni, di cui il 58,1% sono artigiane (13.011 realtà), che impiegano oltre 40mila addetti. Tra il 2008 e il 2017, il comparto ha perso il 34,4% della sua forza, con oltre 22mila imprese che hanno cessato definitivamente l’attività, lasciando per strada più di 45mila addetti.

Crollo verticale anche del valore aggiunto: tra il 2007 e il 2016 è calato del 27,7%, corrispondente a un mancato giro d’affari di 652 milioni di euro. Infatti, se nel 2007 era di 2 miliardi e 351milioni nel 2015 è passato a 1 miliardo e 657 milioni. Netta ripresa, invece, nel 2016 con +42 milioni di euro di crescita (+2,5%) rispetto all’anno precedente attestandosi a 1 miliardo e 699milioni di euro. Nel 2017 l’incidenza sul valore aggiunto delle Costruzioni sull’economia regionale della Sardegna è stata del 5,6%.

Secondo recenti calcoli, nell’Isola la riforma andrebbe a interessare circa 120mila persone, tra diretto, indotto e famiglie.

L’indotto coinvolgerebbe le imprese produttrici di materie prime e semilavorati (sabbie, cementi, malte ma anche marmi e graniti), quelle dell’autotrasporto merci, della lavorazione del ferro, degli infissi, dell’impiantistica e dei mobili, non dimenticando professionalità quali ingegneri, architetti, geometri e periti edili. Le famiglie interessate, invece, sarebbero quelle degli imprenditori e dei lavoratori.

«Crediamo non siano da sottovalutare anche gli investimenti che, con la nuova Legge, potrebbero arrivare da oltre Tirreno – riprende il presidente di Confartigianato Edilizia – piccole o grosse società che investirebbero, oltre che nella ristrutturazione o nella costruzione, anche in servizi e infrastrutture come, per esempio, strade e porti o attività legate alla salvaguardia del paesaggio, del rimboschimento, della tutela della flora e della fauna

Da Giacomo Meloni anche un passaggio sulle prossime elezioni. «Presto ci saranno le elezioni Regionali e sarà necessario far sapere a chi si candiderà, e ci rappresenterà, che occorrono norme urbanistiche che ci consentano di svolgere e far crescere la nostra economia, la nostra società e il nostro territorio, i quali sono “naturalmente” e fortemente orientati verso il turismo moderno e sostenibile, in sintonia con quanto il mercato ci chiede. Anche su questo ci sarà il nostro forte impegno di sensibilizzazione.»

Infine l’appello: «Per approvare la legge, che le nostre imprese attendono da 30 lunghi anni, il Consiglio ha solamente 200 giorni. Quindi, siamo alla vigilia di scelte che, a distanza di parecchi decenni, rappresenteranno un’importante sfida per il futuro dell’Isola, e che, in ogni caso, metteranno il comparto delle costruzioni della Sardegna al centro di un generale processo di revisione del sistema costruttivo. Ai Consiglieri diciamo: fate presto e scongiuriamo, insieme, la prosecuzione della paralisi dell’edilizia sarda.»

 

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Quasi 6mila imprese e 9mila posti di lavoro. In Gallura, seppur a regimi ridotti, il motore artigiano dell’economia gira ancora. Edilizia e impiantistica, lapideo e cura del verde, trasporti e autoriparazione ma anche, e soprattutto, servizi, ospitalità e ristorazione.

Un comparto, quello delle micro e piccole attività produttive, che nel nord est della Sardegna rappresenta il 24% delle 26.600 realtà imprenditoriali, in un territorio di 26 comuni, 160mila abitanti e quasi 75mila famiglie. Quindi, l’artigianato di Olbia-Tempio “combatte e resiste” anche se risente ancora dell’onda lunga della crisi (il 2017 si è chiuso con -81 imprese registrate all’Albo Imprese Artigiane della CCIAA), duramente colpito dai prestiti bancari sempre più asfittici (-5,9% confronto tra trimestre settembre 2017 e giugno 2017), da una fiscalità che ha superato il 60%, da una burocrazia ancora pesante, nonostante le nuove leggi regionali ne abbiano ridotto l’impatto, da inconcepibili sprechi, da riforme vessatorie, inutili o mai attuate, da un sistema socio economico ancora seriamente compromesso dalla disoccupazione, mitigato solo dalle occupazioni stagionali, e da un reddito pro-capite ancora basso (10.656 euro pro capite l’anno).

Sono questi i numeri sul tessuto produttivo della Gallura, che emergono dal dossier realizzato dall’Osservatorio sulle MPMI di Confartigianato Sardegna che, attraverso i dati UnionCamere e Istat di fine 2017, ha analizzato la struttura imprenditoriale di ogni singolo comune dell’ex provincia Olbia-Tempio.

E di questi dati, e delle prospettive del territorio, si è parlato dell’Assemblea elettiva di Confartigianato Gallura che ha riconfermato presidente l’uscente Giacomo Meloni (imprenditore edile olbiese di 52 anni), che nel prossimo quadriennio verrà affiancato dal direttivo composto da Salvatore Delrio (comparto nautica), Agostino Pirina (movimento terra), Simone Ballo (impianti), Luigi Dettori (impianti), Marina Manconi (agroalimentare), Pietro Pattitoni (movimento terra e trasporti), Giacomino Maludrottu (metalmeccanica) e Loredana Derosas (lavorazione lapidei), supportati dal collegio dei sindaci composto da Piermario Pirina (lavorazione legno), Giovanni Mellino (autotrasporto merci) e Gianluca Stara (tinteggiature e rifiniture edili).

Giacomo Meloni, alla platea, ha ricordato il dialogo quotidiano dell’associazione con la Politica e le Istituzioni, per la crescita del territorio, per la ricostituzione della Provincia, per l’abbattimento della burocrazia, per la concessione dei crediti e dei finanziamenti, per l’approvazione della legge Urbanistica e per lo sviluppo del turismo.

Troppo spesso i nostri interlocutori politici hanno tentato di metterci nell’angolo – ha detto il rieletto presidente – ma il dialogo con loro sta cambiando perché hanno capito che sottovalutare la forza di 6mila imprese, come spesso hanno fatto, non è servito a nessuno: ne’ a loro, ne’ al sistema produttivo che si è ribellato perché scavalcato da logiche e ragionamenti incomprensibili. Per questo a tutti, in più occasioni, abbiamo fatto capire che siamo impostanti per la crescita del territorio e che con questa nostra rivendicazione andremo avanti. Non ci basta più essere ascoltati esclusivamente quando si tratta di votare».

Giacomo Meloni ha poi affrontato la questione dell’autonomia e ricostituzione della “Provincia Olbia Tempio”: «Il nostro sistema produttivo deve rivendicare uno spazio di autonomia politica e amministrativa, oltre che economica, nel quadro regionale, con la consapevolezza che non ci sarà nessuno che ci concederà nulla che non saremo capaci di conquistarci da soli». Su questo argomento ha lanciato un allarme: «Presto dovremo confrontarci con un sistema politico, burocratico, amministrativo che vuole togliere ancora di più dai territori il potere decisionale e pianificatorio per metterlo in mano a soggetti che non possono cogliere tutte le differenze e le sensibilità territoriali: questo non possiamo concederlo a nessuno»”.

Ha poi puntato l’indice contro l’eccessiva tassazione e burocrazia: «Quando le aziende, per poter pagare le tasse sono costrette ad accendere un finanziamento, questo è un punto di non ritorno Siamo tutti consapevoli come questi 2 fattori stiano penalizzando la piccola e media impresa; tutti gli adempimenti, spesso inutili che ci sono, e il costo della macchina amministrativa, il fisco, il costo del lavoro con il cuneo fiscale sono temi sentiti e importanti e sappiamo bene che molte delle questioni che ci affliggono non vengono dal livello locale. Abbiamo il compito di sensibilizzare l’opinione pubblica e i nostri politici locali perché portino le questioni che ci riguardano a livello regionale o governativo. Dobbiamo agire anche a livello nazionale per cambiare questi due fattori negativi».

Infine il passaggio più atteso dagli imprenditori su turismo e urbanistica: «Presto ci saranno le regionali ed è necessario far sapere a chi ci rappresenterà che servono norme urbanistiche che ci consentano di svolgere e sviluppare la nostra economia, la nostra società e il nostro territorio, che sono “naturalmente” e fortemente orientati verso il turismo, secondo quello che anche il mercato ci chiedeVoglio essere preciso – ha aggiunto Giacomo Meloni – e dire chiaramente che siamo favorevoli alla proposta dell’assessore Cristiano Erriu e all’incremento delle volumetrie con regole chiare per le strutture ricettive anche all’interno della fascia dei 300 metri. Questo non significherebbe, come non lo è stato finora, deturpare l’ambiente o fare colate di cemento indiscriminate, ma dare risposte concrete alle necessità di un turismo, che per un certo target di clientela chiede servizi adeguati e camere con degli standard adeguati alle sue aspettative. Non ci sono motivazioni per sostenere che non si possono fare cambiamenti su strutture che già esistono e fare modifiche in assoluto. Quindi ci vuole un piano urbanistico adeguato».

Per il presidente di Confartigianato Gallura il tema dei servizi a supporto del turismo, che consentirebbero una fruibilità del territorio tutto intero quello costiero e quello interno, è un argomento molto caldo. «E’ necessario realizzare delle infrastrutture adeguate che rendano accessibile l’intero territorio – ha aggiunto – strutture che mettano veramente in relazione l’intera Gallura. Solo così potremo superare una diatriba che non ha più senso tra costa e interno perché continuiamo a chiamare interno anche territori che si possono collegare con massimo trenta minuti di percorrenza in una strada decente e che eviterebbero lo spopolamento dei paesi, la possibilità per chi ci visita in una stagione più lunga di quella balneare di fruire di tutte le nostre possibilità e delle nostre attrattive che devono essere messe in vetrina e rese fruibili».

L’ultima parte del discorso di Giacomo Meloni è stata dedicata anche all’export: «Siamo consapevoli di quanto sia importante accedere a nuovi mercati per i nostri settori tradizionali dell’agroalimentare, come hanno dimostrato i progetti di promozione, ma siamo altrettanto consapevoli di quanto siano necessari sia il supporto economico, sia la collaborazione tra imprese”.

Poi la riflessione finale: «Il mondo sta cambiando e dobbiamo farlo anche noi – ha concluso – dobbiamo prendere atto di questo cambiamento, anche per una piccola impresa locale ormai i competitors sono globali, ma lo sono anche le opportunità. Lavoriamo per valorizzare quello che abbiamo di originale e di unico che sono le nostre radici e il nostro modo di fare le cose, a regola d’arte con quei valori che sono tipici dell’artigianato, del made in Italy».

Dal dossier emergono altri dati importanti.

A livello settoriale si osserva che il 64,4% delle 1.743 imprese del Manifatturiero, pari a 1.123 unità, sono artigiane; il 56,5% delle 4.277 imprese delle Costruzioni, pari a 2.416 unità, sono artigiane e il 16,2% delle 12.589 imprese dei Servizi, pari a 2.036 unità, sono artigiane. In tutti e tre i macro-settori l’artigianato, nel periodo 2016-2017, registra una perdita: di -37 unità nel Manifatturiero, di -32 unità nelle Costruzioni e di 11 unità nei Servizi.  Nell’artigianato del territorio lavorano 8.928 addetti, di cui il 47,1%, pari a 4.202, sono dipendenti e gli altri 52,9%, pari a 4.726, sono indipendenti.

Nell’area territoriale in esame si contano 14.133 micro imprese con meno di 10 addetti che rappresentano il 96,7% del tessuto imprenditoriale dell’intero territorio e occupano 26.946 addetti, pari al 66,7% del totale.  Mentre le micro-piccole imprese con meno di 50 addetti sono complessivamente 14.565 e rappresentano il 99,7% del totale e danno lavoro a 34.226 addetti pari all’84,7% dell’occupazione del territorio.

Tra i comuni con il più alto tasso di imprenditorialità troviamo Olbia con 9.497 imprese, seguita da Arzachena, Tempio Pausania, La Maddalena e San Teodoro. Tra quelli maggior vocazione artigiana sempre Olbia in prima fila (2.098) seguita sempre da Arzachena, Tempio Pausania, La Maddalena e Santa Teresa Gallura. L’incidenza maggiore dell’artigianato sul totale delle imprese la troviamo a Sant’Antonio di Gallura (35,1%), seguito da Luras, Calangianus, Padru e Budoni. Infine il più alto reddito pro-capite (imponibile) è registrato a Loiri Porto San Paolo (12.164 euro), seguito da Golfo Aranci, La Maddalena, Palau e Aglientu.

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I lavoratori dell’AIAS aderenti alle segreterie CSS, UGL, FIALS, ISA e CONFINESA, riuniti in assemblea nella struttura AIAS di Decimomannu, hanno approvato all’unanimità un ordine del giorno sulla grave situazione in cui si trovano, che li vede rivendicare il pagamento degli stipendi arretrati.

L’ordine del giorno fissa tre obiettivi come vertenza nei confronti della Regione Sardegna:

1) flusso finanziario con coperture certe in direzione delle casse dell’AIAS mirato, innanzitutto al pagamento degli stipendi dovuti;

2) immediata conferma dell’attuale convenzione regionale all’AIAS;

3) accelerazione dei pagamenti all’AIAS da parte dei Comuni relativamente alle quote sociali e da parte dell’ATS per le prestazioni già effettuate nel 2017/2018.

I lavoratori, rappresentati sindacalmente da Giacomo Meloni e Carlo Piras della CSS, Lino Marrocu dell’UGL, Paolo Cugliara della FIALS, Diego Contu dell ISA ed Anselmo Piras della Confinesa, hanno deciso di mobilitarsi e di manifestare a Cagliari martedì 17 luglio 2018, dalle ore 9,00 alle ore 11,00 davanti alla sede del Consiglio regionale, in via Roma 25, e dalle ore 11,30 davanti alla sede dell’assessorato regionale della Sanità, in via Roma 223, con la precisa volontà di proseguire il sit-in fino al momento in cui la delegazione incaricata non avrà ottenuto i tre obiettivi oggetto della vertenza.

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«La Confederazione Sindacale Sarda – CSS per la prima volta è presente nelle strutture dell’AIAS e della Fondazione S. Randazzo della Sardegna con la costituzione della Rappresentanza Sindacale Aziendale il cui segretario è il dipendente Carlo Piras del Centro AIAS di Sestu.»

Lo annuncia con una nota, il segretario nazionale Giacomo Meloni.

«Questa scelta è motivata principalmente per la difesa dei posti di lavoro e degli stessi lavoratori e per mettere in sicurezza la stessa azienda che eroga servizi indispensabili all’interno di tutto il territorio dell’isola a soggetti portatori di handicap e bisognosi di assistenza 24 ore su 24 – aggiunge Giacomo Meloni -. E’ nostra convinzione che l’indebolimento dell’Azienda è dovuta alla elevata entità del credito che essa vanta nei confronti della Regione Sardegna che non paga da diversi anni gran parte delle prestazioni sanitarie dovute.

Il credito è consistente ed è pari a oltre 5 milioni per le quote sociali in capo ai comuni; mentre è di 6,9 milioni per le prestazioni sanitarie effettuate in capo all’ATS e di circa mezzo milione per le spese di trasporto, questi soldi servono immediatamente per evitare il serio rischio del blocco totale delle attività.

Vi è inoltre il contenzioso nei confronti delle vecchie Asl che ammonta a oltre 39 milioni di € di cui si sta in parte occupando il tribunale amministrativo e anche l’autorità giudiziaria che ha emesso i relativi decreti ingiuntivi a cui la Regione oppone resistenza immotivata.

La CSS nel rivendicare il pagamento degli stipendi arretrati ai lavoratori – conclude Giacomo Meloni – chiede all’Assessorato competente di rendere esigibili i crediti nei confronti dell’AIAS e Fondazione S. Randazzo della Sardegna, superando le attuali inaccettabili resistenze e di prorogare almeno al 31/12/2018 le convenzioni in atto.»

 

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Primi passi di semplificazione burocratica per l’edilizia. Dal 22 aprile scorso, infatti, per 58 piccoli interventi non serviranno più autorizzazioni, permessi e comunicazioni ai Comuni.

Per questo, liberamente, sarà possibile rifare pavimenti e tetti, mettere a norma gli impianti, abbattere barriere architettoniche nei centri storici, realizzare muretti, fontane e ricoveri per gli animali, allestire gazebo e pergolati, pompe di calore, di pannelli fotovoltaici ed elementi d’arredo.

Le novità arrivano con l’entrata in vigore del Glossario dell’edilizia libera, che elenca gli interventi di manutenzione degli interni, degli esterni e dei giardini che non avranno più bisogno della comunicazione alle amministrazioni locali, cilascia o qualsiasi altro permesso sia.

Novità che promettono di semplificare l’attuale giungla di normative ed autorizzazioni varie, costose, lente e spesso d’inutile intralcio al lavoro.

«Una semplificazione necessaria per abbattere i tempi e i costi, spesso ingiustificati, dei piccoli interventi di edilizia – commenta Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna – ovviamente, nessuna deroga al rispetto paesaggistico e architettonico, alle norme antisismiche e alle regole per la sicurezza di ville e appartamentiCome categoria abbiamo seguito la nuova normativa sull’edilizia libera, che avrebbe dovuto essere già operativa da febbraio 2017, fino a poche settimane fa anche solo per sostituire una finestra era richiesto un certo impegno burocratico, ora questo vincolo cade purché per i lavori inclusi nel glossario si proceda senza cambiare gli standard preesistenti

Le categorie d’intervento che rientrano nell’edilizia libera riguardano: manutenzione ordinaria, pompe di calore di potenza termica utile nominale inferiore a 12 kW, depositi di gas di petrolio liquefatti di capacità complessiva non superiore a 13 mc, eliminazione delle barriere architettoniche, attività di ricerca nel sottosuolo, movimenti di terra, serre mobili stagionali, pavimentazione di aree pertinenziali, pannelli fotovoltaici a servizio degli edifici, aree ludiche ed elementi di arredo delle aree di pertinenza, manufatti leggeri in strutture ricettive, opere contingenti temporanee. Tra gli interventi di manutenzione ordinaria, ad esempio, rientrano la sostituzione di pavimentazioni esterne ed interne, il rifacimento di intonaci interni ed esterni, il rinnovamento di opere di lattoneria, come grondaie e pluviali, la sostituzione di rivestimenti interni ed esterni e di serramenti e l’installazione o riparazione di controsoffitti.

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Arrivano segnali incoraggianti per il mercato immobiliare sardo. In Sardegna, nel 2017 sono stati registrati ben 12.462 contratti di compravendita per immobili residenziali, con un incremento del 6,1% rispetto al 2016.

Con questi dati, l’Isola si piazza al terzo posto per crescita in Italia, subito dopo Campania (+8,1%) e Calabria (+6,5%) contro una media nazionale del +4,9%.

E’ ciò che dimostra il dossier “Dinamica compravendite residenziali” elaborato dall’Osservatorio per le Micro e Piccole Imprese di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha analizzato i dati del 2017 dell’Agenzia delle Entrate.

L’analisi evidenza anche una sensibile frenata rispetto al 2016, periodo in cui si registrò un incremento del 18,3% rispetto al 2015.

I dati, per la maggior parte dei casi, segnalano tipologie di immobili usati, quindi da ristrutturare e valorizzare con interventi manutentivi specifici, o già ristrutturati, con un’elevata classificazione energetica.

«Questi sono, in ogni caso, numeri positivi anche se non paragonabili a quelli pre-crisi – afferma Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna – nel quale si registravano costanti crescite a due cifre. La leggera frenata rispetto al 2016 ci fa capire come sia necessario uno sforzo per rendere maggiormente appetibile e valorizzare il patrimonio immobiliare sardo – sottolinea Giacomo Meloni – un contributo potrà arrivare anche dalla prossima Legge Urbanistica, soprattutto nella semplificazione delle procedure, nel taglio dei tempi di approvazione dei progetti, nella certezza della loro regolarità amministrativa e nella riduzione del consumo del suolo attraverso la riqualificazione dell’esistente. Senza dimenticare – precisa il Presidente – l’introduzione del meccanismo dei bandi per l’attuazione dei nuovi insediamenti e la possibilità del miglioramento delle strutture turistiche esistenti ricordando che verrebbero facilitati anche gli interventi di demolizione, anche parziale, e ricostruzione per il miglioramento della qualità edilizia e ambientale.»

L’analisi dell’Osservatorio di Confartigianato Sardegna, osserva anche come nel 2017 Cagliari abbia registrato un + 9% contro il 16,9% del 2016, Oristano un + 6,2% contro l’8,4% del 2016, Sassari un +3,6% rispetto al +19,4% del 2016 e Nuoro +3,2% contro l’incredibile 26,4% del 2016.

«Dietro queste crescite ci sono due fattori -aggiunge Giacomo Meloni – i tassi favorevoli a cui vengono concessi oggi i mutui, con un ruolo importante anche del mutuo regionale e gli incentivi del Governo per le ristrutturazioni e il risparmio energetico che spingono a comprare l’usato e riqualificarlo

Gli ultimi dati sui bonus casa, ricordano come le detrazioni più richieste in Sardegna siano quelle connesse agli interventi di recupero del patrimonio edilizio (ristrutturazioni) che ammontano a 74 milioni di euro, pari al 79,9% dell’ammontare delle detrazioni che interessano la filiera della casa. Seguono le detrazioni connesse a interventi per l’efficientamento energetico, 15 milioni di euro, pari al 16,5% delle detrazioni. Importanti anche le detrazioni per l’arredo di immobili ristrutturati, che interessano esclusivamente il comparto dell’arredamento e ammontano a 3 milioni di euro, pari al 3,7% dell’ammontare delle detrazioni.

Da Giacomo Meloni, infine, l’ennesimo appello per una veloce approvazione del disegno di legge sull’Urbanistica: «Crediamo che questa possa essere un valido strumento per la pianificazione dell’intero territorio regionale per dare la possibilità a chi intende investire, di farlo in un quadro normativo chiaro e stabile e non soggetto alle mutazioni dello scenario politico».