27 December, 2024
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Murale di Francesco Del Casino a Nuxis sulla latitanza dell’avv. Salvatore Cadeddu (1812/1813).

Per Nuxis, nel Sulcis, e per i democratici sardi, in occasione de Sa Die de sa Sardinia, domenica 29 aprile sarà una giornata importante. Su iniziativa dell’associazione culturale “Le Sorgenti” di Nuxis, alle 10.00, dalla piazza Satta, vicina al Municipio, partirà la carovana per l’inaugurazione del “Cammino della Libertà”, lungo il percorso che, dal centro del Paese, conduce alla Grotta di Conch’e Cerbu, nei luoghi dove fra il novembre del 1812 e la primavera del 1813 fu latitante l’avv. Salvatore Cadeddu, capo della Rivolta di Palabanda.
Da Cagliari un pullman speciale parte domenica 29, alle ore 8,30, dal piazzale degli Uffici comunali di via Sonnino: per prenotazioni chiamare Giacomo Meloni tel. 331 8553428 (viaggio + pranzo al rinomato Ristorante Letizia euro 25,00).
Chi vuole recarsi in auto deve prenotare il pranzo, menù fisso 20,00 euro, al Ristorante Letizia tel. 0781 957021.
La Grotta è in un bel bosco, quindi una gita interessante sotto il profilo culturale, naturalistico e culinario.

A Nuxis due anni fa, a cura della Pro Loco, venne realizzato un murale meraviglioso da Francesco Del Casino, dedicato alla latitanza dell’avv. Salvatore Cadeddu, ora, in occasione de Sa Die de sa Sardinia, si inaugura il “Cammino della Libertà”, fino alla Grotta dove trovò rifugio Cadeddu.

Verrà evocato un fatto rilevante della storia sarda: nei dintorni di Nuxis, ad inizio Ottocento, il capo di Palabanda ha trovato rifugio per alcuni mesi. Dice Antioco Pabis in un memoriale del 1857, che l’avv. Salvatore Cadeddu, ispiratore della Rivolta di Palabanda, alla fine del 1812 si rifugiò nel Sulcis con l’intento di imbarcarsi nelle coste vicine per raggiungere la Corsica, luogo di primo asilo per gli esuli sardi, perseguitati dai Savoia. Pabis ci dà una descrizione così precisa dei luoghi della latitanza, il furriadroxiu di Tatinu, del rifugio, la grotta di Conch’e Cerbu, del capraro che lo accolse, Luigi Impera (i luoghi sono ancora di questa famiglia), da non poter essere messo in discussione, da non suscitare dubbi circa la sua attendibilità. Pabis, del resto, era di casa presso i Cadeddu, in quanto era precettore dei figli dell’avv. Giovanni, fratello di Salvatore Cadeddu.

Si parlerà della storia (sono previsti una relazione su Salvatore Cadeddu e i fatti di Palabanda di Andrea Pubusa e un intervento di Tore Cherchi, con canti e letture di Clara Murtas e Roberto Deiana), ma è interessante la figura del custode di Cadeddu. quel Luigi Impera, umile capraro, chiamato dalla rete dei democratici sardi del tempo ad una funzione molto delicata: nascondere e custodire il capo di Palabanda, una figura eminente della battaglia democratica dei sardi contro l’oppressione piemontese.

Questo ci dice che non solo Luigi Impera era uno spirito nobile, ma erano persone di alti principi anche quei pastori e contadini che lavoravano nella zona. Insomma, dalla vicenda emerge l’esistenza di una rete democratica nell’Isola che da Cagliari si irradia nelle campagne più periferiche e nel Sulcis. La partecipazione alla storia del tempo coinvolgeva non solo l’intellettualità e gli artigiani delle città, ma anche il mondo delle campagne.

La grande storia, del resto, sfiora Tattinu e quelle campagne anche sotto altro profilo. A Tattinu, insieme al padre, fu latitante uno dei suoi figli, Gaetano, anch’egli partecipe dei fatti di Palabanda. Gaetano nel 1813 riuscì dalla Gallura a riparare in Corsica ed ebbe un’avventura di grande rilievo. Fu uno dei pochi  ammessi al seguito di Napoleone nell’esilio dell’Isola d’Elba e nei cento giorni rientrò con lui in Francia. Lo seguì fino a Waterloo, dove fu fra i respondabili del servizio della ambulanze, ossia del soccorso ai feriti, dell’esercito di Napoleone. Poi ebbe una vita avventurosa che lo portò a chiudere i suoi giorni a Tunisi. Certamente anche Gaetano Cadeddu non è ricordato nella grande storia, ma ne fu protagonista insieme a quei milioni di uomini che si batterono contro la Restaurazione. E curioso notare che Gaetano da Tattinu, dalla Grotta di Conch’e Cerbu, passando dalla Corsica e dall’Elba, fu uno dei tanti che con Napoleone combatterono contro le potenze restauratrici a Waterloo. Da Tattinu a Waterloo per la libertà, vien da dire.

Insomma, questa vicenda ci invia un messaggio: e cioè che anche dalle periferie del mondo, possono venire contributi molecolari ma preziosi per fare la grande storia. La Grotta di Tattinu, ci lancia un preciso stimolo: anche noi dai tanti Sulcis del globo possiamo dare contributi importanti perché la storia abbia uno sviluppo accettabile, il popolo riprenda in mano i propri destini, l’uguaglianza avanzi, la democrazia trionfi. E possiamo farlo anche rendendo onore ai martiri di Palabanda.

Andrea Pubusa

La Grotta di Conch’e Cerbu, rifugio dell’avv. Salvatore Cadeddu (1812/1813).

 

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I sardi “vogliono bene” alle loro case e alle loro tasche. E quanto sia importante per loro avere abitazioni moderne, sane, meno dispendiose e ben arredate lo dimostrano i dati degli interventi relativi alle ristrutturazioni edilizie, al risparmio energetico e all’acquisto di arredi, dichiarati al fisco nel 2016, le cui detrazioni saranno restituite nell’arco dei prossimi 10 anni.

Secondo il dossier Agevolazioni fiscali che interessano la filiera della casa in Sardegna, realizzato dall’Osservatorio per le Micro e Piccole Imprese di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha analizzando i dati del 2016 del MEF-Dipartimento delle Finanze, nell’Isola la fruizione dei due sgravi è cresciuta in modo considerevole dai 42 milioni di euro del 2011, passando per 78 del 2015, fino ad arrivare agli attuali 93, ultimo dato disponibile relativo alle dichiarazioni dei redditi 2017.

«In Sardegna crediamo sempre più nella casa come bene fondamentale, da curare, tutelare e far crescere – afferma Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna – ciò ha consentito, in questi anni di crisi, sia di riqualificare una parte considerevole di patrimonio abitativo, sia di dare una boccata d’ossigeno a costruttori, impiantisti, produttori e installatori d’infissi, ingegneri, geometri e a tutto l’indotto.»

Tra le agevolazioni fiscali concesse alle persone fisiche hanno una grande rilevanza – dopo quelle relative alle spese sanitarie – le detrazioni relative alla “filiera della casa”.

Nelle dichiarazioni fiscali dei sardi relative al 2016 si contano 175 mila detrazioni sulla casa, pari al 16,7% del totale delle detrazioni, per un ammontare di 93 milioni di euro, pari al 5,5% dell’ammontare totale.

Le detrazioni più richieste sono quelle connesse agli interventi di recupero del patrimonio edilizio (ristrutturazioni) che ammontano a 74 milioni di euro, pari al 79,9% dell’ammontare delle detrazioni che interessano la filiera della casa e al 4,4% dell’ammontare del totale delle detrazioni; le detrazioni connesse a interventi per l’efficientamento energetico ammontano a 15 milioni di euro, pari al 16,5% delle detrazioni che interessano la filiera della casa e allo 0,9% dell’ammontare del totale delle detrazioni; le detrazioni per l’arredo di immobili ristrutturati, che interessano esclusivamente il comparto dell’arredamento, ammontano nell’anno a 3 milioni di euro, pari al 3,7% dell’ammontare delle detrazioni che interessano la filiera della casa ed allo 0,2% dell’ammontare del totale delle detrazioni.

Dall’analisi di lungo periodo (2012-2017) dei dati relativi alle detrazioni relative al recupero del patrimonio edilizio e al risparmio energetico che interessano la filiera della casa, si osserva che in Sardegna nell’ultimo anno per il recupero patrimonio edilizio, sia per il numero di contribuenti che per l’ammontare dell’importo in detrazione, vengono raggiunti valori più elevati rispetto a quelli registrati nei 5 anni precedenti.

Per le detrazioni connesse a interventi per l’efficientamento energetico, nel 2017, viene raggiunto il numero più elevato di contribuenti ma non il valore più alto dell’ammontare delle detrazioni, il cui picco massimo nei sei anni esaminati è stato raggiunto nel 2016 (26 milioni).

Dalle dichiarazioni 2017, emerge quindi che sull’Isola è aumentato il numero di detrazioni per il recupero del patrimonio edilizio e per il risparmio energetico dell’11,1% ma è diminuita la spesa detratta da questi sostenuta del 2,1%.

«I bonus fiscali per le ristrutturazioni edilizie e l’efficienza energetica rappresentano un vero e proprio mattone della ripresa – prosegue Giacomo Meloni – anche se non nascondiamo come il trend dell’edilizia in Sardegna rimanga ancora negativo. Però crediamo che una possibile inversione di tendenza e un consolidamento possa essere possibile solo lavorando tutti insieme, infatti, la capacità del settore delle costruzioni di agganciare la ripresa è condizionato sia dall’indice di fiducia di famiglie ed imprese, sia dalla chiarezza, costanza e definizione delle regole, sia dagli incentivi, affinché famiglie e pubblico possano programmare investimenti e il comparto possa essere rivitalizzato.»

Nonostante cresca il numero di chi ristruttura e adegua le case alle nuove normative, grazie anche ai bonus del Governo, il panorama residenziale della Sardegna versa ancora condizioni critiche, con abitazioni troppo vecchie e in cattive condizioni di salute e che consumano troppo.

Confartigianato Imprese Sardegna, ha analizzato l’età e lo stato di 512.310 edifici (case unifamiliari, ville, villette, case a schiera, palazzine, condomini anche con attività economiche al piano strada) costruiti prima del 1981 (322.515 unità) e dopo l’81 (189.795), secondo dati Istat.

Dall’indagine è risultato che il 17% (87.262 edifici) del totale degli immobili versano in pessime o cattive condizioni, ponendo l’isola al 6° posto in Italia tra le regioni con un patrimonio immobiliare vetusto, classifica che al non invidiabile primo posto vede la Calabria con una situazione mediocre-pessima per il 26,8% delle case mentre la media nazionale è del 16,8%. Dall’altra parte ben 425.044 sono in condizioni ottimali. Le case più vecchie e malandate si trovano a Sassari (il 19% sono in condizioni pessime o mediocri); segue l’Ogliastra con il 18,1%, Oristano con 17,9%, Medio Campidano con il 17,8%, Cagliari con il 16,8%, Carbonia-Iglesias con il 16,5%. Le più nuove sono a Olbia-Tempio con una percentuale di anzianità solo del 13,9%.

Stessa situazione per quanto riguarda il consumo di energia e il condizionamento; nell’Isola sono ancora troppe le case prive di isolamento termico; il 61,8% delle famiglie, infatti, risiede in abitazioni prive di intercapedini, cappotti esterni o interni. Ciò significa dispersione di calore in inverno ed accumulo di calore in estate, elevato uso dei sistemi di climatizzazione, e conseguente spreco di carburante o di energia elettrica.

«Per risollevare le imprese delle costruzioni – conclude il presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna – bisogna puntare su misure che favoriscano la manutenzione del patrimonio immobiliare. Per questo vanno rese permanenti le detrazioni fiscali per gli interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico degli edifici. Oltre a rilanciare le imprese delle costruzioni, si coglierebbero più obiettivi: riqualificazione del patrimonio immobiliare il 60% del quale risale a prima degli anni ‘70, emersione di attività irregolari e gettito per lo Stato, risparmio energetico e difesa dell’ambiente

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«No agli slogan, sì ai fatti che rimettano il settore delle costruzioni al centro delle politiche per la crescita dell’Italia anche la Sardegna: dobbiamo farci sentire

E’ questo il messaggio che le imprese edili sarde, attraverso il presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna, Giacomo Meloni, lanciano ai candidati in vista dell’appuntamento elettorale del 4 marzo.

Con il “Manifesto Costruzioni”, Confartigianato Edilizia, insieme ad altre Associazioni di Categoria e Ordini Professionali, chiede a tutte le forze politiche impegni concreti per rilanciare un settore determinante per la ripresa dell’economia italiana e sarda, sottolineando la “situazione eccezionale, di crisi e di emergenza” che da un decennio flagella la filiera dell’edilizia. Infatti, solo in Sardegna, tra il 2016 e il 2017 il settore (edilizia, impiantistica, installazione, progettazione e servizi connessi), ha perso lo 0,9% del totale delle aziende registrate, calo che tra le realtà artigiane è arrivato al 2,5% (341 realtà in meno) stabilizzandosi, alla metà dello scorso anno, sulle 22.470 imprese. Situazione che si è letteralmente abbattuta sugli addetti scesi a 36.967 nel primo trimestre di quest’anno contro i 44.734 dello stesso periodo del 2012 registrando, così, un saldo percentuale negativo del 17,4% e una perdita secca di 7.767 buste paga.

Le richieste delle imprese delle costruzioni spaziano dall’accelerazione delle opere pubbliche, alla semplificazione burocratica, vero macigno che blocca il Paese, a una politica fiscale a favore dello sviluppo e dell’ambiente, alla riduzione di costi troppo alti, adempimenti eccessivi e di tutti gli oneri non più sopportabili come il “cuneo fiscale”.

«Chi ambisce a prendere le redini del Governo Nazionale – sottolinea Giacomo Meloni – deve mettere le costruzioni al centro delle attività di crescita, per farle tornare a essere “vero motore del Paese”: la Politica a volte pare essere sorda e insensibile a queste nostre esigenze. Significherebbe – puntualizza il presidente degli artigiani edili – far crescere il Pil di mezzo punto in più l’anno e recuperare i 600mila posti di lavoro persi nel settore negli ultimi 10 anni.»

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Le imprese delle costruzioni della Sardegna non vedono ancora la ripresa. Tra il 2016 e il 2017 il settore (edilizia, impiantistica, installazione, progettazione e servizi connessi), ha perso lo 0,9% del totale delle aziende registrate, calo che tra le realtà artigiane è arrivato al 2,5% (341 realtà in meno). Situazione che si è letteralmente abbattuta sugli addetti scesi a 36.967 nel primo trimestre di quest’anno contro i 44.734 dello stesso periodo del 2012 registrando, così, un saldo percentuale negativo del 17,4% e una perdita secca di 7.767 buste paga.

In calo anche il valore aggiunto del settore, passato da 2miliardi 351milioni di euro del 2007, al miliardo e 684milioni di euro del 2014 fino al miliardo e 456 milioni del 2015 (ultimo dato utile disponibile), con una flessione netta totale negli ultimi 8 anni di circa 900 milioni.

Al contrario, in ripresa le compravendite: dopo il boom del 2008 (17.888 transazioni) si è passati alle 10.182 del 2015 e alle 12.037 del 2016 (incremento del 18,2%).

Tutto questo accade mentre il 17% delle case sarde versa in pessime condizioni, contro una media italiana del 16,8%, e non dimenticando che il 63% delle abitazioni dell’isola è stato realizzato prima del 1981.

Sono numeri che lasciano pochi dubbi quelli del dossier sull’Edilizia realizzato dall’Osservatorio per le PMI di Confartigianato Imprese Sardegna, su fonte Istat e UnionCamere.

«Ancora una volta i dati mettono in luce il ritardo delle costruzioni sarde nell’uscita dalla crisi – commenta Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna – e l’incertezza normativa non fa altro che rallentare la ripresa di un settore costantemente in balìa della “libera interpretazione delle leggi” e di attacchi, il più delle volte, gratuiti e ingiustificatiIn questi anni il comparto è sopravvissuto grazie ai micro-interventi di riqualificazione nelle abitazioni – sottolinea Giacomo Meloni – e agli interventi resi possibile dai vari Piani Casa. Quindi, pochissime grandi opere appaltate e pochissime nuove costruzioni realizzate.»

«E’ una situazione pericolosamente squilibrata che si protrae ormai da quasi 10 anni – aggiunge Giacomo Meloni – e le analisi confermano come le imprese non siano state messe in grado di sfruttare le importanti opportunità legate alla riqualificazione degli edifici e al risparmio energetico ovvero la rigenerazione energetica e statica del patrimonio esistente, per migliorare non solo la qualità e le prestazioni degli edifici ma anche per scongiurare i rischi crescenti per le persone e il territorio legati ai cambiamenti climatici

Giacomo Meloni poi si sofferma sulla proposta di Legge Urbanistica. «Siamo alla vigilia di scelte che, a distanza di 30 anni dall’ultima legge Urbanistica, rappresenteranno un’importante sfida per il futuro dell’Isola, e che, in ogni caso, metteranno il comparto delle costruzioni della Sardegna al centro di un generale processo di revisione del sistema costruttivo, per accompagnarlo, si spera, verso nuove opportunità e importanti processi di qualificazione, che necessiteranno anche di una riqualificazione delle maestranze. Per questo riteniamo fondamentali le proposte, contenute nel disegno di legge, approvato in Giunta ormai 6 mesi fa, che riguardano la semplificazione delle procedure, il taglio dei tempi di approvazione dei progetti e la certezza della loro regolarità amministrativa, la riduzione del consumo del suolo attraverso la riqualificazione dell’esistente, l’introduzione del meccanismo dei bandi per l’attuazione dei nuovi insediamenti e la possibilità del miglioramento delle strutture turistiche esistenti senza dimenticare che verrebbero facilitati anche gli interventi di demolizione, anche parziale, e ricostruzione per il miglioramento della qualità edilizia e ambientale.»

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Crescono gli infortuni nelle imprese della Sardegna: nel 2016 se ne sono contati più di 24 al giorno per un totale di 9.017, con un trend in crescita del 2,7% rispetto al 2015. Stessa tendenza anche nel comparto artigiano: 1.071 incidenti e percentuale in aumento dell’1,6%, in controtendenza con il dato nazionale che decresce del 3,8%.

Sono questi i numeri che emergono dal dossier “Trend infortuni nel 2016 in Sardegna”, realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato su dati INAIL, che ha analizzato la situazione regionale nell’Artigianato, nei Servizi e nell’Industria (ad esclusione dell’Agricoltura).

«Con questi numeri la nostra preoccupazione è doppia – afferma la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – da una parte le imprese artigiane sarde che calano (36.346 al 31 dicembre scorso, in calo dell’1,5% rispetto al 2015), dall’altra gli infortuni che aumentano. Quest’ultima situazione è dovuta anche a causa del “sommerso che, come hanno dimostrato recenti dati, negli anni della crisi è cresciuto. Questo è un segnale molto pericoloso.»

La nostra regione, si posiziona al (poco invidiabile) terzo posto nazionale nella triste classifica degli incidenti sul lavoro, preceduta da Molise (+8,1%) e Lazio (+4,3%) seguita da Campania (+1,1%) e Friuli (0,4%); tutte le altre regioni hanno registrato trend in diminuzione.

Dal Rapporto emerge come nelle realtà artigiane l’88,8% degli infortuni avvenga in occasione del lavoro mentre il restante 11,2% in itinere.

Il numero maggiore di infortuni si registra nelle “costruzioni e negli impianti”. Seguono poi quello nelle “lavorazione di metalli e macchinari”, poi “attività varie”, poi “trasporti e magazzinaggio” e nelle “lavorazioni agricole e alimentari”.

Confartigianato Sardegna ricorda come occorra moltiplicare gli sforzi per diffondere ovunque la cultura della sicurezza che si può raggiungere solamente attraverso un’opera continua d’informazione, formazione e sensibilizzazione. Anche attraverso l’azione degli stessi dipendenti che sempre più hanno la voglia, e la necessità, di essere promotori della propria sicurezza.

«Le imprese e le associazioni devono continuare ad avere come obiettivo quello di operare per portare a zero quei dati – sottolinea il presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna, Giacomo Meloni – perché ogni infortunio, grave o lieve che sia, oltre al danno fisico dell’infortunato, rappresenta una pesantissima sconfitta per l’imprenditore, per i dipendenti e per il lavoro che si porta avanti quotidianamente. In più rappresenta un aggravio degli oneri sociali – precisa il presidente Meloni – che andranno a ricadere sul sistema produttivo e sui cittadini e che verranno pagati in termini economici o di minori servizi. Tutto questo ci deve far ragionare sull’importanza e il grandissimo valore della prevenzione.»

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In Sardegna per più di 11.000 imprese tra artigiane e della piccola e media industria, con oltre 25mila dipendenti, è in arrivo il contratto di lavoro regionale.

Il contratto è stato sottoscritto dalle associazioni datoriali Confartigianato Edilizia Sardegna, Casartigiani Sardegna e dai sindacati Filca CISL e Fillea CGIL.

Grazie alla sigla, per la prima volta in Sardegna le imprese edili artigiane, che rappresentano circa il 70% delle imprese del settore, si doteranno di un contratto di lavoro costruito sulle specifiche e reali esigenze delle imprese artigiane e delle piccole e medie imprese industriali del settore.

«Da oggi abbiamo uno strumento che era sempre mancato nel panorama delle costruzioni della Sardegna e per il quale abbiamo lavorato per più di un anno – affermano Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna, e Ignazio Schirru, segretario regionale di Casartigiani – è importante che le imprese sappiano che con questa operazione si fa chiarezza sul Contratto da applicare e conseguentemente sulla regolarità contributiva.»

«Il Contratto regionale – sottolineano Giovanni Matta della Filca CISL ed Enrico Cordeddu ed Erika Collu della Fillea CGIL – adegua anche le retribuzioni dei lavoratori, legandole in parte all’andamento del settore e tuttavia, come richiesto dalle parti datoriali, salvaguardando le imprese in difficoltà.»

«Con questa firma – aggiungono Meloni e Schirru – per datori di lavoro e operatori, sono in arrivo due novità importanti: la certezza di poter applicare il contratto di lavoro specifico del settore, quindi riducendo il rischio di contenziosi, e la possibilità di applicare un contratto meno oneroso degli altri esistenti, pur salvaguardando il livello di prestazioni erogate al lavoratore e all’impresa.»

L’accordo prevede anche l’istituzione di un Osservatorio di settore che avrà il compito di monitorare lo stato dell’edilizia artigiana in Sardegna. L’Osservatorio si propone quale interlocutore della politica regionale, attraverso cui far pervenire le istanze del settore e le contraddizioni che vive: fortemente rappresentato nell’Isola, ma il più esposto agli effetti della crisi economica. Inoltre, saranno individuati strumenti nuovi a salvaguardia del livello di welfare erogato a lavoratori e imprenditori del settore.

Il contratto istituirà anche un sistema di prestazioni sanitarie a favore di lavoratori e datori, senza alcun aggravio per l’impresa.

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Dopo il via libera della conferenza dei servizi arrivato lo scorso 8 febbraio a Cagliari, continua ad essere caldissimo il dibattito sul progetto di rilancio produttivo dello stabilimento dell’Eurallumina di Portovesme.

L’architetto Fausto Martino, soprintendente per i Beni Archeologici per le province di Cagliari e Oristano, dopo aver espresso un parere negativo al termine della seconda giornata della conferenza dei servizi, lo scorso 31 gennaio, si è visto “scavalcato” dalla Regione e dagli altri soggetti facenti parte della conferenza dei servizi che hanno ritenuto «non vincolante il parere negativo del Mibact su alcuni aspetti di carattere paesaggistico» ma non s’arrende ed oggi in un’intervista rilasciata al TG3 regionale, ha detto di ritenere non conclusa la conferenza dei servizi, perché un ente pubblico come la Regione Sardegna, per ritenere non vincolante il parere negativo formulato da un altro ente pubblico, deve motivare la sua posizione, cosa che fino ad oggi non ha fatto.

Al soprintendente Fausto Martino ha replicato l’assessore dell’Urbanistica ed Enti locali Cristiano Erriu che ha ribadito che la conferenza si è conclusa e che il parere finale sulla valutazione di impatto ambientale spetta alla Regione dopo un attento esame della relazione fatta con i pareri dei 24 enti presenti nella conferenza dei servizi.

Numerose associazioni ambientaliste hanno rilanciato il NO alla ripresa produttiva di Eurallumina, in una conferenza stampa convocata dopo l’episodio intimidatorio, con minacce di morte, ricevuto da Angelo Cremone. La contrarietà al progetto è stata espressa con forza, oltreché dallo stesso Angelo Cremone, da Salvatore Lai, ex assessore regionale delle Giunte Palomba negli anni ’90 ed ex sindaco di Gavoi, oggi esponente dell’associazione Sardegna pulita; Giacomo Meloni, della Confederazione sindacale sarda; e Claudia Zuncheddu, medico, giornalista, ex consigliere regionale, oggi presidente dell’associazione “Sardigna libera”. Tutti portano avanti una battaglia contro l’industria pesante che ritengono altamente inquinante.

 

 

 

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Questa mattina, a Cagliari, in un incontro con l’assessore regionale dell’Urbanistica Cristiano Erriu sulla nuova Legge Urbanistica, Confartigianato Imprese Sardegna ha presentato i dati del “Sistema delle Costruzioni” della Sardegna.

In Sardegna, alla fine dello scorso settembre, erano 18.442 le imprese che si occupavano di edilizia: quelle artigiane erano 10.559 (il 57,3%). Al terzo trimestre 2016 si è registrata una flessione del 2,1%, con la relativa perdita di 297 aziende (saldo tra aperture e chiusure). Preoccupante il calo registrato nell’occupazione: tra tutte le imprese del comparto (edili, impiantisti, installatori, progettisti e servizi) si è passati dalle 58mila unità del 2008 alle 40mila del terzo trimestre 2016. Solo nell’ultimo anno, tra diretti e indiretti, si sono persi oltre 6.500 posti di lavoro.

I dati sono stati presentati da Confartigianato Imprese Sardegna, questa mattina a Cagliari, durante il convegno regionale sullo stato del comparto edile nell’Isola, dal titolo “Il Sistema delle Costruzioni in Sardegna e le norme sul governo del territorio”. Il dossier elaborato dall’Osservatorio MPI di Confartigianato Sardegna che ha analizzato una serie di dati, provenienti da fonti diverse, dal 2008 a oggi.

Maria Carmela Folchetti (presidente Confartigianato Imprese Sardegna), Stefano Mameli (segretario Confartigianato Imprese Sardegna) e Giacomo Meloni (presidente regionale di Confartigianato Edilizia Sardegna), si sono poi confrontati con Cristiano Erriu (assessore regionale degli Enti locali, Finanze e Urbanistica) sullo stato del settore e sulle prospettive e strategie della nuova legge urbanistica regionale.

L’intero comparto del “Sistema Casa” della Sardegna, che include tutte le tipologie d’imprese (artigiane e non) delle costruzioni, dell’impiantistica, dell’installazione, della progettazione e dei servizi connessi, alla fine del terzo trimestre 2016 assommava 22.701 imprese, in calo dello 2,2% rispetto al 2015. Di queste ben 13.612 (il 60,6%) erano imprese artigiane, anche queste in contrazione, nello stesso periodo, del -2,5%.

I dati sul comparto sono stati illustrati dal Segretario Regionale di Confartigianato, Stefano Mameli.

In Sardegna la spesa della Pubblica Amministrazione di Stato, Regione e Amministrazioni Locali, per acquisti, ricostruzione e manutenzione straordinarie di beni immobili, costruzione opere ecc., nel triennio 2012-2014 è calata del 24,1% rispetto al triennio precedente, contro una media nazionale del -20,9%. Questa, per il 73,4% viene coperta dalla Regione e dalle Amministrazioni Locali mentre solo il 26,6% viene finanziata dalle Amministrazioni Centrali (Stato, Anas, Enti di Previdenza ecc). La media italiana è del 74,4% a carico delle Amministrazioni Locali e regionali) e per il 25,6% a carico dell’Amministrazione Centrale.

La spesa delle sole Amministrazioni Locali e della Regione per beni e immobili in Sardegna è calata del 26,7% nell’ultimo triennio (2012-2014) rispetto al triennio 2009-2011. A livello nazionale il valore della spesa è calato del 19,5%.

La spesa dello Stato in Sardegna per la realizzazione di opere e immobili, nel triennio 2012-2014 è calata del 15,9% rispetto al triennio 2009-2011. A livello Nazionale la media è stata del -24,7%.

Sull’Isola gli investimenti in immobili nel triennio 2012-2014 hanno pesato per il 40,8% sulla spesa di Stato, Regione e Comuni, percentuale in calo rispetto ai trienni 2009-2011 (42,5%), 2006-2008 (41,5%) e 2003-2005 (42,0%).

Sull’isola, durante il triennio 2011-2014, gli investimenti in immobili sono calati del 24,1% rispetto al triennio 2009-2011.

Crescono, al contrario, le compravendite immobiliari (abitazioni e locali produttivi): nel secondo trimestre 2016, si è registrata una impennata del 27%. Il segno positivo si registra ormai da 5 trimestri consecutivi.

Positiva anche la compravendita di abitazioni: nel 2015 si è registrato un +8% rispetto al 2014.

Il 17% delle case sarde versa in pessime condizioni contro una media italiana del 16,8% Le abitazioni costruite prima del 1981, in Sardegna raggiunge il 63% contro una media nazionale del 74,1%

In Sardegna è ancora bassa l’intensità di utilizzo delle agevolazioni fiscali (interventi finalizzati al risparmio energetico e al recupero del patrimonio edilizio): l’incidenza delle detrazioni sul reddito imponibile pro capite è dello 0,41% rispetto alla media nazionale dello 0,71%. In Sardegna, nel 2014 (dichiarazione dei redditi del 2015), le detrazioni per interventi finalizzati al risparmio energetico hanno ammontato a 7,2 milioni di euro. Però pare intravedersi una ripresa dell’utilizzo degli incentivi. Infatti, a livello Nazionale, nei primi 10 mesi del 2016 cresce la loro dinamica: +16,2% rispetto ai primi 10 mesi dello scorso anno nel quale si registro una forte frenata (-15,1%).

Continua la discesa del valore aggiunto delle Costruzioni in Sardegna. I valori assoluti hanno registrato per il 2015 un giro d’affari di 1miliardo 456milioni di euro contro i 2miliardi e 456 del 2008. In percentuale il v.a. è calato del 13,6% rispetto al 2014 e del 40,7% rispetto al 2008.

Continua a crescere (a livello nazionale) l’uso del consumo del suolo (aree coperte da edifici, fabbricati, infrastrutture, aree estrattive, discariche, cantieri, cortili, piazzali e altre aree pavimentate o in terra battuta, serre e altre coperture permanenti, aeroporti e porti, aree e campi sportivi impermeabili, pannelli fotovoltaici e tutte le altre aree impermeabilizzate, non necessariamente urbane) passato dal 5,1% del 1989 al 7% del 2015.

Il presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna, Giacomo Meloni, nel suo discorso ha sottolineato le preoccupazioni delle imprese dell’edilizia: la tassazione sugli immobili, il fisco e la burocrazia, la concorrenza sleale da parte delle imprese che operano in nero e il problema degli appalti pubblici affidati a vere e proprie “scatole vuote” che dopo essersi aggiudicate le gare le subappaltano sottocosto e spesso senza pagare i fornitori.

Per Meloni «sullo sfondo di tutti queste problematiche c’è la mancanza di un quadro di norme chiaro e stabile che consenta alle imprese di capire cosa attendersi, in termini di norme e di regole, nell’arco di tempo di almeno cinque anni».

Poi le richieste su Piano Casa, Legge Urbanistica e pianificazione urbanistica comunali e regionale.

Sul “Piano casa” il Presidente ha sottolineato come questo non vada demonizzato “perché è stato uno strumento che ha contribuito a mantenere a galla il settore, ha consentito di valorizzare il patrimonio immobiliare per i piccoli proprietari ed è stato capace di dare risposte alle famiglie, garantendo la sussistenza di tante piccole imprese”.

Sulla “Legge Urbanistica” Meloni ha chiesto «certezza normativa e stabilità delle regole per un certo periodo di tempo». «E’ uno strumento che chiediamo con forza e urgenza perché è fondamentale fare una pianificazione di tutto il territorio regionale sardo dando la possibilità, a chi intende investire, di farlo dentro un quadro normativo chiaro e stabile e non soggetto alle mutazioni dello scenario politico.»

Un altro tema toccato da Meloni è il «rapporto tra la pianificazione urbanistica regionale e quella dei comuni». «E’ fondamentale che ogni comune approvi finalmente il piano urbanistico comunale – ha sottolineato il Presidente – affinché si diano certezze a chi vuole investire, sappiamo che ci sono su questo tema molte resistenze anche da parte dei comuni, ma se solo pochi hanno adottato il PUC una parte di responsabilità anche da parte del legislatore regionale ci dovrà pur essere, servono certezze normative e  snellimento delle procedure.»

Dai costruttori di Confartigianato poi la richiesta di una accelerazione da parte degli enti preposti per stabilire le regole e individuare le opere pubbliche necessarie per la tutela del territorio, dando stimolo ai lavori pubblici e liberando i territori che hanno subito questi problemi da blocchi burocratici che ne impediscono lo sviluppo (Olbia e la Gallura, Nuorese, Ogliastra, Capoterra Cagliaritano,  territori montani, ecc.)

«Siamo consapevoli che dobbiamo ripartire dalla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente – ha aggiunto Giacomo Meloni – abbiamo delle strutture, ricettive e di civile abitazione, che necessitano di una riqualificazione, ma non nascondiamoci che per invogliare i proprietari o gli investitori bisognerebbe creare delle condizioni di vantaggio a intervenire sul patrimonio immobiliare esistente. Questo può avvenire attraverso sgravi fiscali automatici, esenzioni da tributi locali per chi valorizza o recupera il patrimonio immobiliare, premialità volumetriche ai proprietari nei centri storici, possibilità di fare degli interventi a particolari condizioni anche  nelle zone F

Per Confartigianato Edilizia «una Legge Urbanistica deve anche tenere conto delle differenze territoriali e delle vocazioni specifiche dei territori. Non possiamo più pensare a un territorio regionale che sia pianificato con le stesse regole per esigenze diverse e per raggiungere obbiettivi diversi». «L’auspicio – ha detto Giacomo Meloni – è che nella nuova Legge venga messo da parte un approccio ideologico che vede in maniera negativa il settore, identificato come principale distruttore del patrimonio ambientale sardo o la categoria delle imprese edili come una categoria di speculatori nel senso più negativo del termine che non tengono conto degli interessi generali della collettività».

«Oggi – ha conclusp il presidente di Confartigianato Edilizia della Sardegna è possibile fare una buona edilizia, ne abbiamo bisogno tutti e possiamo costruire insieme, se ci metterete in condizione di ascoltare le nostre idee delle buone norme, ma più vicine alla realtà e più vicine alle esigenze delle imprese e dei cittadini.»

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Cristiano Erriu

Confartigianato Edilizia Sardegna apprezza la decisione, presa dell’assessore dell’Urbanistica e ratificata ieri dal Consiglio regionale, di prorogare fino alla fine del 2017 la data di scadenza della “Legge per il miglioramento del patrimonio edilizio esistente”,

«L’assessore Erriu, che poche settimane fa ci assicurò la proroga, è stato di parola – sottolinea Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna – così come i consiglieri regionali che hanno dimostrato di essere responsabili verso un settore che soffre ancora troppo». «L’estensione della norma – continua il Presidente – significa permettere alle imprese di continuare a respirare, in un momento in cui il comparto combatte la crisi con ogni mezzo». «Più volte avevamo chiesto la proroga del vecchio Piano Casa – aggiunge Meloni – perché, in modo tangibile, aveva fatto sopravvivere tante realtà. Senza ombra di dubbio, sia il primo che l’attuale, sono stati strumenti capaci di dare risposte alle famiglie garantendo contemporaneamente la sussistenza di tante aziende e di conseguenza posti di lavoro».

Ora l’associazione degli artigiani edili aspetta, con estrema celerità, di poter lavorare insieme all’Assessorato sulla prossima Legge Urbanistica in quanto ritiene indispensabile iniziare un percorso collaborativo, costruttivo e non di contrapposizione.

«E’ fondamentale che le imprese si muovano con la Regione e l’Assessorato – riprende Meloni – per dare un forte segnale di sensibilità e di comprensione dei problemi per il comparto. Imprese e dipendenti attendono con urgenza la nuova normativa e quindi è assolutamente da scongiurare che si arrivi alla fine del 2017 senza questa legge. Serve una stabilità delle regole per dare certezza a comparto e cittadini.»

In Sardegna, alla fine dello scorso giugno, erano 18.442 le imprese che si occupavano di costruzioni: quelle artigiane erano 10.559 (il 57,3%). Queste ultime, negli ultimi 12 mesi hanno registrato una flessione del 3%, con la relativa perdita di 328 aziende (saldo tra aperture e chiusure). Un calo senza eguali in Italia) è stato registrato dall’occupazione: tra tutte le imprese del comparto (edili, impiantisti, installatori, progettisti e servizi) si è passati dalle 67.101 unità del 2008 alle 31.494 del 2016: -53,1%, più che un dimezzamento della forza lavoro. Solo nell’ultimo anno, tra diretti e indiretti, si sono persi oltre 6.500 posti di lavoro.

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Tra il 2014 e 2015, le imprese sono calate del 3,2% (-461 unità) e gli addetti del 15,6% (-7mila occupati) mentre è cresciuto il valore aggiunto del comparto tra il 2013 e 2014: +8,2% per un controvalore di +137milioni di euro.

Sono questi i dati sulla Sardegna del Dossier “Trend delle Costruzioni”, realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, su fonte Unioncamere e Istat, che ha analizzato la situazione dell’edilizia sarda dal 2008 alla fine del 2015.

«Il settore non riparte perché la domanda, del privato e del pubblico, è insufficiente – afferma Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna – la disponibilità economica di famiglie e attività produttive non consente investimenti mentre gli enti pubblici non riescono a garantire adeguati bandi d’appalto per sostenere una ripresa concreta, per non parlare delle difficoltà che sta creando il nuovo Codice degli Appalti». «A ciò bisogna aggiungere la tassazione, di imprese e immobili, sempre troppo elevata –aggiunge Meloni – e la concorrenza sleale del sommerso, data dalle imprese che hanno chiuso e che si sono riproposte in un “mondo parallelo, sempre più incontrollabile».

Confartigianato Edilizia Sardegna ricorda come il settore si regga ancora sui bonus per ristrutturazioni e risparmio energetico, e sul “Piano Casa”, le uniche soluzioni concrete che, in questi anni di crisi devastante, hanno permesso a molte imprese di rimanere in vita, anche se la sola incentivazione del privato non basta più: serve la domanda pubblica.

Il tanto denigrato, bistrattato e accusato “Piano Casa”, quello vecchio e quello in scadenza alla fine dell’anno – prosegue il presidente degli edili di Confartigianato – per migliaia di imprese, e per i loro dipendenti, rappresenta tuttora un’àncora di salvezza: che nessuno ce lo tocchi, almeno finché non verrà approvata la legge urbanistica che, dovrebbe, “stabilizzare”, interventi di questo tipo ed il testo unico dell’edilizia. Abbiamo paura che si possa ripetere la stessa situazione di 2 anni fa dove per parecchi mesi, cittadini e imprese rimasero senza normativa di riferimento e sospesi tra leggi diverse”.

E proprio sulla nuova legge urbanistica, Confartigianato Edilizia Sardegna lancia un messaggio all’Assessore: «Di questo argomento, fondamentale per il prossimo sviluppo del settore, non sappiamo ancora nulla tranne che, come riportato sui giornali, alcuni hanno potuto già visionare il testo e fare delle osservazioni – sottolinea Meloni – per questo, nell’ottica della consueta collaborazione con l’assessorato dell’Urbanistica, anche la nostra Associazione è interessata a leggere la bozza per ragionare insieme di proposte ed eventuali miglioramenti».

Gli edili artigiani, in ogni caso, puntano sempre più sulla riqualificazione degli edifici e sul recupero dei centri urbani. «Crediamo fortemente nella ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente, sia pubblico che privato – specifica il presidente – per ridare dignità ai centri abitati e offrire lavoro alle imprese. A breve formalizzeremo una proposta all’assessore Cristiano Erriu e al presidente Pigliaru per chiedere incentivi, sgravi o defiscalizzazione sia per gli interventi di riqualificazione, sia per le attività artigianali che poi vorranno insediarsi negli edifici recuperati. Sarebbe un’ottima occasione per far rivivere il “cuore” dei nostri centri sempre più in difficoltà e contemporaneamente dare una boccata d’ossigeno all’edilizia».

Per ultimo Meloni sottolinea, ancora una volta, la gravosità del carico fiscale e burocratico verso le imprese e gli immobili: «Avere una impresa significa sfidare quotidianamente l’ignoto; tra mancati pagamenti, tasse da pagare con regolarità anche se non si lavora, adempimenti sempre più complicati e leggi che si “attorcigliano” l’una con l’altra, fare impresa è veramente una “impresa”. Meloni poi punta il dito sul caso dei lavoratori in distacco internazionale: “I controlli sono insufficienti; in questo modo avviene un fenomeno di dumping tra imprese con lavoratori assunti e operanti in Italia e imprese con lavoratori assunti in un paese prevalentemente dell’est europa e operanti in Italia senza rispettare le norme sul distacco, In questo modo il salario può essere uguale ma la contribuzione e la tassazione sono più basse fino anche a due terzi in alcuni casi». «In più – conclude – il carico fiscale continua a colpire in maniera devastante la proprietà privata. Sarebbe auspicabile, da parte del Governo una correzione delle politiche fiscali sull’immobiliare che hanno caratterizzato gli anni precedenti».

Nella nostra regione, le imprese delle costruzioni rappresentano circa il 37% del totale delle attività produttive artigiane. Tra le vecchie province, quella col più altro numero di aziende è Sassari (Gallura inclusa) con 5.199. Tra il 2009 e il 2015 questo territorio ha subito una riduzione del 16,9%. Solo nell’ultimo anno il calo è stato del 3,2%. Segue Cagliari con 4.673 imprese (calo del 17,4% tra il 2008 e 2015 e del 3% nell’ultimo anno. Segue Nuoro con 2.735 e un calo del 18,5% nel lungo periodo e del 3,2% nel breve. Chiude Oristano con 1.263 imprese e un calo del 15,1% tra il 2008 e il 2015 e del 4,7% nell’ultimo anno.

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