17 July, 2024
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In Sardegna crollano gli incidenti nelle costruzioni: meno 867 denunce negli ultimi 4 anni. Giacomo Meloni, neo presidente regionale di Confartigianato Edilizia: «Merito di prevenzione, formazione e responsabilizzazione di imprese e dipendenti». Al via la distribuzione del materiale antinfortunistico da parte della Cassa Artigiana dell’Edilizia.

In Sardegna diminuiscono gli infortuni in edilizia; dai 1.658 del 2010 si è passati ai 791 del 2014, registrando un calo di 867 casi. In modo specifico crollano nelle imprese artigiane (che rappresentano il 65% delle aziende del settore): si è passati da 864 incidenti del 2010 a 440 del 2014: ben 424 denunce in meno.

Responsabilizzazione di imprese e dipendenti, prevenzione, formazione ed informazione ma anche chiusura di numerose imprese delle costruzioni. Sono questi i principali fattori che hanno dato una svolta positiva a questa vera e propria “piaga”.

Lo dimostra l’analisi di Confartigianato Imprese Sardegna (“Infortuni sul lavoro denunciati da Imprese delle Costruzioni in Sardegna”) sugli ultimi dati disponibili dell’INAIL 2014.

«Finalmente possiamo parlare di “crollo” positivo: imprese e dipendenti, negli ultimi anni, stanno riconoscendo il valore della prevenzione e della formazione. Purtroppo, però, dobbiamo anche ammettere che in questo calo è forte anche la componente legata allachiusura delle imprese». E’ questo il primo commento di Giacomo  Meloni, neo Presidente Regionale di Confartigianato Edilizia-ANAEPA, eletto pochi giorni fa insieme al VicePresidente vicario Alberto Alberti.

Proprio per incentivare l’uso dei dispositivi di protezione individuale, in questi giorni la CAES-Cassa Artigiana dell’Edilizia della Sardegna, l’organismo bilaterale delle costruzioni costituito da Confartigianato Imprese Sardegna e Feneal-UIL, Filca CISL e Fillea-CGIL, sta provvedendo alla distribuzione del materiale antinfortunistico: elmetti, scarponi, guanti, occhiali e giubbottini saranno inviati direttamente a ogni dipendente delle imprese edili.

La comparazione dei dati dice anche che se il calo degli infortuni registrato tra tutte le attività produttive della Sardegna (tranne l’agricoltura) è stato del 25,7%, nel comparto dell’artigianato la diminuzione è stata del 41,1%. Nel solo settore dell’edilizia (totale imprese) il calo è stato del 52,3%, all’interno del quale le costruzioni artigiane hanno registrato un -49,1%.

«Il nostro obiettivo è portare a zero quei dati – aggiunge Meloni – perché ogni infortunio, grave o lieve che sia, oltre al danno fisico dell’infortunato, rappresenta una pesantissima sconfitta per l’imprenditore, per i dipendenti e per il lavoro che si porta avanti quotidianamente». «In più rappresenta un aggravio degli oneri sociali che vanno a ricadere su tutti: imprese o cittadini – sottolinea ancora il presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna – che pagheremo tutti in termini economici o di minori servizi. Tutto questo ci deve far ragionare sull’importanza e il grandissimo valore della prevenzione».

Dall’analisi degli ultimi dati INAIL disponibili sugli infortuni risulta che nel 2014 in Sardegna sono 791 gli infortuni denunciati da tutte le imprese delle Costruzioni, numero in continua decrescita dal 2010.

A livello di dinamica si rileva che nel 2014, rispetto al 2010, gli infortuni sul lavoro denunciati dal totale delle imprese delle costruzioni scendono del 52,3%, pari a 867 casi in meno. Mentre su base annua (2013-2014) gli infortuni denunciati dalle imprese del settore scendono del 18,5%, pari a179 casi in meno.

Tra le sole imprese artigiane delle costruzioni, invece, nel 2014 le denunce di infortunio sul lavoro sono state 440 (55,6%) sul totale di 791.

Anche in questo comparto si osserva una continua decrescita, dal 2010 al 2014, dei casi denunciati. Nel lungo periodo, 2010-2014, si osserva che gli infortuni denunciati dalle imprese artigiane delle Costruzioni scendono del 49,1%, pari a 424 casi in meno, dinamica più accentuata rispetto a quella rilevata per il totale delle imprese artigiane di ogni categoria artigiana (-41,1%).

Su base annua l’artigianato delle Costruzioni della Sardegna si dimostra più virtuoso registrando un calo del numero d’infortuni del -22,1% (-18,5% per il totale Costruzioni), pari a 125 casi in meno.

«Infine, dobbiamo ricordare che facendo prevenzione e non avendo infortuni, l’impresa può anche guadagnarci – conclude Meloni – infatti, ogni anno l’INAIL premia le imprese virtuose con una diminuzione dell’importo del premio assicurativo. Per il 2016 la riduzione è stata dell’8,16% sull’importo del premio dovuto.»

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Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

La commissione sanità, presieduta dall’on. Raimondo Perra (Psi) ha continuato il ciclo di audizioni sulla riforma della rete ospedaliera ascoltando l’Anci e le organizzazioni sindacali.

Il presidente dell’Anci Pier Sandro Scano, in apertura, ha respinto «l’impressione secondo la quale i Sindaci vogliono difendere lo statu quo, anzi sono perfettamente consapevoli di trovarsi di fronte ad una riforma radicale della sanità sarda e, per questo, sono molto attenti a vedere come si realizzerà in ogni paese l’equilibrio fra rete ospedaliera, rete dei servizi e struttura di emergenza-urgenza in una visione di sistema che ancora non c’è; questo è il sentimento comune che, fra l’altro, ha ispirato le grandi mobilitazioni registrate nei territori».

Scano ha poi invitato la commissione ad una riflessione sul rapporto fra geografia istituzionale (derivante dalla riforma degli Enti locali) ed organizzazione sanitaria sostenendo che «quella istituzionale, che necessariamente avrà tempi più lunghi, deve essere considerata prioritaria; sotto questo profilo non sarebbe utile considerare la scadenza del 1° luglio (data in cui si vorrebbe far partire la nuova rete) con rigidità».

«La riforma – ha concluso – deve dare ai sardi pari diritti a prescindere dal luogo di residenza, questo non vuol dire che si deve avere tutto dappertutto quanto che i servizi devono essere uguali; qui entrano in gioco le istanze dei territori alcune delle quali, come quelle del Sassarese e delle isole minori, appaiono degne della massima attenzione, in una ottica complessiva che non può prevedere aree intoccabili, Cagliari compresa.»

Successivamente la commissione ha ascoltato i rappresentanti sindacali del comparto sanità. Per la Uil Fulvia Murru ha parlato di una “mini-riforma” che lascia nell’incertezza questioni importantissime come le cure territoriali e l’emergenza-urgenza, lascia aperto il problema del coordinamento con la riforma degli Enti locali, sottovaluta l’emergenza del personale sottoposto ad un forte stress dal blocco del turn-over, apre un fronte carico di interrogativi con il Mater Olbia che «rischia di desertificare l’offerta sanitaria pubblica».

A nome della Cgil, Roberta Gessa ha affermato che, «si tratta di una riforma che parte dalla testa anziché dalla base e dimentica pilastri come la rete dei servizi e l’Areus», evitando inoltre di affrontare alcuni nodi centrali della sanità pubblica: prevenzione, presa in carico del paziente sul territorio, liste d’attesa. Una riforma con queste lacune «rischia di far implodere il sistema – ha concluso – anche perché tutte le piante organiche delle aziende sarde sono fortemente sottodimensionate».

Critico anche Davide Paderi della Cisl, nei confronti di una riforma «che dice cosa bisogna fare in modo giusto ma sbaglia non indicando come si deve fare, aprendo una fase di transizione carica di incertezze in un settore delicatissimo». Secondo Paderi, poi, «dalla riforma è assente il problema del lavoro e lo sblocco parziale del turn over non è sufficiente a risolvere la situazione di molti reparti che stavano letteralmente scoppiando».

Giacomo Meloni, della Css, ha messo l’accento sulle carenze di una riforma che «contiene scelte interessanti ma poi non stanzia risorse e non ha il coraggio di fare scelte coerenti», esprimendo poi preoccupazione per la presenza di una struttura come il Mater Olbia che «potrebbe sottrarre risorse preziose alla sanità pubblica».

L’Ugl infine, con Lino Marroccu, ha segnalato alla commissione che la riforma dimentica colpevolmente quello che dovrebbe essere il cuore del cambiamento del sistema sanitario, le liste d’attesa: «Nel settore privato bastano pochi giorni ma nel pubblico ci vogliono mesi».

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Pier Sandro Scano A

La commissione Sanità ha continuato oggi il ciclo di audizioni sulla riforma della rete ospedaliera ascoltando l’Anci e le organizzazioni sindacali.

Il presidente dell’Anci, Pier Sandro Scano, in apertura, ha respinto «l’impressione secondo la quale i sindaci vogliono difendere lo statu quo, anzi sono perfettamente consapevoli di trovarsi di fronte ad una riforma radicale della sanità sarda e, per questo, sono molto attenti a vedere come si realizzerà in ogni paese l’equilibrio fra rete ospedaliera, rete dei servizi e struttura di emergenza-urgenza in una visione di sistema che ancora non c’è; questo è il sentimento comune che, fra l’altro, ha ispirato le grandi mobilitazioni registrate nei territori».

Pier Sandro Scano ha poi invitato la commissione ad una riflessione sul rapporto fra geografia istituzionale (derivante dalla riforma degli Enti locali) ed organizzazione sanitaria sostenendo che «quella istituzionale, che necessariamente avrà tempi più lunghi, deve essere considerata prioritaria; sotto questo profilo non sarebbe utile considerare la scadenza del 1° luglio (data in cui si vorrebbe far partire la nuova rete) con rigidità».

«La riforma – ha concluso – deve dare ai sardi pari diritti a prescindere dal luogo di residenza, questo non vuol dire che si deve avere tutto dappertutto quanto che i servizi devono essere uguali; qui entrano in gioco le istanze dei territori alcune delle quali, come quelle del Sassarese e delle isole minori, appaiono degne della massima attenzione, in una ottica complessiva che non può prevedere aree intoccabili, Cagliari compresa.»

Successivamente la commissione ha ascoltato i rappresentanti sindacali del comparto sanità. Per la Uil Fulvia Murru ha parlato di una “mini-riforma” che lascia nell’incertezza questioni importantissime come le cure territoriali e l’emergenza-urgenza, lascia aperto il problema del coordinamento con la riforma degli Enti locali, sottovaluta l’emergenza del personale sottoposto ad un forte stress dal blocco del turn-over, apre un fronte carico di interrogativi con il Mater Olbia che «rischia di desertificare l’offerta sanitaria pubblica».

A nome della Cgil, Roberta Gessa ha affermato che, «si tratta di una riforma che parte dalla testa anziché dalla base e dimentica pilastri come la rete dei servizi e l’Areus», evitando inoltre di affrontare alcuni nodi centrali della sanità pubblica: prevenzione, presa in carico del paziente sul territorio, liste d’attesa. Una riforma con queste lacune «rischia di far implodere il sistema – ha concluso – anche perché tutte le piante organiche delle aziende sarde sono fortemente sottodimensionate».

Critico anche Davide Paderi della Cisl, nei confronti di una riforma «che dice cosa bisogna fare in modo giusto ma sbaglia non indicando come si deve fare, aprendo una fase di transizione carica di incertezze in un settore delicatissimo». Secondo Paderi, poi, «dalla riforma è assente il problema del lavoro e lo sblocco parziale del turn over non è sufficiente a risolvere la situazione di molti reparti che stavano letteralmente scoppiando».

Giacomo Meloni, della Css, ha messo l’accento sulle carenze di una riforma che «contiene scelte interessanti ma poi non stanzia risorse e non ha il coraggio di fare scelte coerenti», esprimendo poi preoccupazione per la presenza di una struttura come il Mater Olbia che «potrebbe sottrarre risorse preziose alla sanità pubblica».

L’Ugl infine, con Lino Marroccu, ha segnalato alla commissione che la riforma dimentica colpevolmente quello che dovrebbe essere il cuore del cambiamento del sistema sanitario, le liste d’attesa: «Nel settore privato bastano pochi giorni ma nel pubblico ci vogliono mesi».

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«Stiamo lasciando ad altri il futuro del nostro territorio, subendo quotidianamente la riforma degli Enti locali, della Sanità, della pianificazione infrastrutturale e dello sviluppo delle attività produttive. Stiamo mettendo nelle mani di terzi il futuro del nord est della Sardegna. Tutti insieme abbiamo l’obbligo di difendere la Gallura dalle cattive riforme e il dovere di governare il cambiamento che ci interessa da vicino. Non possiamo permetterci di essere disuniti e correre il rischio di essere estromessi dagli avvenimenti che avranno importanti effetti sulla popolazione e sulle imprese.»

Le parole di Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Gallura, sembrano quasi voler «suonare la carica» a un territorio che avrebbe condizioni e carte in regola per agganciare una nuova fase di crescita economica ma, ancora una volta, si trova in difficoltà nella difesa delle proprie idee e necessità.

«A parte il Tavolo delle Associazioni della Gallura, che riunisce le Associazioni d’impresa e i Sindacati territoriali – continua Meloni – non c’è ancora un soggetto unico capace di tutelare il territorio dalle cattive riforme o di proporre soluzioni per mantenere una certa autonomia politica e amministrativa.»

Per Confartigianato Gallura, ancora una volta il nord-est subisce dalla Regione, quasi in silenzio, riforme importanti come quella sanitaria o degli Enti locali senza però che queste riescano a sciogliere i nodi che tengono bloccato uno sviluppo importante.

«Abbiamo di fronte a noi una serie di condizioni che si stanno consolidando – riprende Meloni – che possono consentirci di essere ancora una volta il volano al quale agganciare una nuova fase di crescita economica». «Un po’ per capacità, ma soprattutto per fortuna – continua il Presidente – grazie alla nostra posizione geografica, alla presenza di fattori di contesto come un porto e un aeroporto i dati sulla crescita demografica e sulle imprese mostrano che, nonostante tutto, la Gallura e non solo Olbia continuano ad attrarre abitanti, ad avere tassi di giovinezza tra i più alti d’Italia, a non subire l’effetto ciambella dello spopolamento dell’entroterra a favore della costa poiché la popolazione dell’entroterra gallurese non è in picchiata, ma mantiene i numeri stabili».

Ma quali sono i punti di partenza? Per Giacomo Meloni sono «la legittima rivendicazione di una dotazione adeguata di strutture e di servizi, un presidio di rappresentanza istituzionale che governi l’area vasta della Gallura oltre alla chiara pianificazione di una serie di opere infrastrutturali che mettano davvero a rete questo territorio».

Sulle infrastrutture viarie il presidente di Confartigianato Gallura precisa: «Le strade in particolare sono il nostro principale problema, poiché con un territorio come il nostro sarebbe relativamente facile gestire servizi diffusi senza danneggiare un’area a favore di un’altra, se vengono messe in relazione le comunità attraverso vie di comunicazione dignitose. Le direttrici le conosciamo e abbiamo dibattuto molto in passato, riuscendo a dividerci anche su cose banali, ma per tutti è chiaro che la strada che collega Tempio a Olbia, la Olbia-Arzachena-Palau-Santa Teresa e, non ultimo, il collegamento con la direttrice tra Buddusò-Alà-Padru e Olbia siano i fondamenti di cui questo territorio necessita per poter garantire pari dignità, proprio attraverso la possibilità di muoversi con facilità».

Giacomo Meloni, poi lancia la proposta concreta: «Dobbiamo lavorare a un incontro con tutti i soggetti di buona volontà, a partire dai sindaci, per arrivare ai partiti e ai rappresentanti delle istituzioni. Un incontro programmatico nel quale aggiornare il livello delle informazioni e trovare le motivazioni di unità rispetto a quelle di divisione tra i vari territori, tra comunità comunali, tra aree dell’alta e bassa Gallura, tra piccoli e grandi centri».

«Questa riflessione aperta – conclude il presidente di Confartigianato Gallura – vuole essere un appello che viene dal mondo dell’artigianato e della piccola impresa, affinché tutti noi ci facciamo promotori di questa iniziativa di incontro dibattito di programmazione del nostro territorio per il bene delle nostre aziende e dei nostri cittadini.»

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Che fine ha fatto la Gallura nell’agenda politica della Regione? Quali passi sta facendo la politica territoriale per far valere le proprie richieste e posizioni? Dobbiamo pensare che vogliano tacitare le istanze giuste di questo territorio mettendo sul piatto la realizzazione del Mater Olbia?

Sono queste alcune delle domande che Confartigianato Imprese Gallura si pone alla luce di una presenza, nel nord est dell’isola, di una politica regionale e territoriale insoddisfacente, e di una conseguente, impalpabile programmazione e condivisione delle proposte.

«Mai come in questo periodo registriamo un differenziale sempre più ampio tra le proposte e le necessità delle imprese, e la capacità di risoluzione dei problemi da parte delle Istituzioni – afferma Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Gallura – il divario tra i tempi in cui si presentano le necessità e quelli con i quali si risolvono effettivamente, si stanno allargando a dismisura”. “Se da una parte il mondo dell’impresa è attivo nel cercare, e trovare soluzioni utili a un cambio di rotta – continua Meloni – dall’altra il mondo della politica e delle amministrazioni locali pare sopito, quasi in attesa di non si sa cosa.»

«Quello che ci lascia stupefatti è che a fronte di tagli, ridimensionamenti, restrizioni, gli altri territori regionali si muovono, si organizzano e studiano soluzioni, mentre la Gallura rimane fredda, distante, distaccata quasi in attesa del colpo di bacchetta magica o del coniglio dal cilindro – aggiunge il presidente – nel nostro territorio manca un coordinamento unitario tra portatori di interessi, manca il coinvolgimento del partenariato delle politiche e delle azioni; mancano le occasioni per incontrarsi e pianificare; mancano le occasioni di confronto alla pari.»

Secondo Confartigianato Gallura «anche gli investimenti importanti come il Mater Olbia o come quelli della Costa Smeralda vanno a inserirsi in un sistema sociale, politico, economico che di certo non agevola o favorisce l’insediarsi di queste potenzialità. La sensazione è che si stiano perdendo molte opportunità e che da quelle che si realizzano non si riesca a ottimizzare i ritorni per il sistema delle imprese e della società locali».

«Abbiamo anche la netta impressione che questo territorio sia indietro nella rappresentanza dei suoi interessi rispetto ad altri – sottolinea ancora Meloni – vediamo con quale senso di appartenenza e consapevolezza del ruolo in particolare a Nuoro, in Ogliastra, nel Sassarese si siano attivate importanti iniziative per perorare le cause della gestione del territorio e trovare spazi di autonomia e di competenze da esercitare per attrarre le relative risorse e poter autodeterminare il proprio futuro.»

Per l’Associazione degli artigiani «oggi le imprese hanno bisogno di operare in un contesto chiaro, di sapere quali politiche si intendono porre in essere su temi strategici come le infrastrutture, la pianificazione urbanistica, gli assetti degli enti locali, la dislocazione dei servizi pubblici come la sanità e la giustizia la cui conoscenza è fondamentale».

Gli artigiani chiedono alla politica che maturi la consapevolezza delle difficoltà delle imprese a mantenere i posti di lavoro, considerato il carico che grava su di loro in termini di oneri fiscali imposti dalla tassazione nazionale e locale, che ci sia un impegno per la distribuzione di lavoro le risorse pubbliche con gli appalti in sede locale, che questi siano impostati per favorire il chilometro zero e criteri di selezione delle imprese, e che tengano conto del ritorno in termini di reddito sul territorio secondo i recenti orientamenti anche del Parlamento nazionale in tal senso.

«Come Sistema delle imprese e lo abbiamo dimostrato e rivendicato insieme a tutto il tavolo delle associazioni Gallura in molte occasioni, abbiamo l’aspettativa che le Amministrazioni Locali si uniscano a noi – dice ancora Meloni – e si facciano portavoce di tutte le problematiche che sono in essere sulle spalle delle imprese». «Questo tipo di alleanza consentirebbe di ragionare sul costo della burocrazia dei servizi per costruire un rapporto tra imprese, cittadini e istituzioni che sia alla pari e improntato alla semplificazione e non, esclusivamente, alla rigida osservazione schematica di regole difficili da comprendere.»

«Solo così potremo essere veramente un soggetto territoriale autonomo ed autorevole – conclude il presidente di Confartigianato Gallura – capace di guardare al futuro con un’idea di prospettiva e non sempre concentrato a guardarsi l’ombelico per risolvere i problemi della quotidianità.»

Giacomo Meloni è il nuovo presidente della Cassa artigiana dell’edilizia della Sardegna, l’Ente bilaterale delle costruzioni costituito tra Confartigianato Imprese Sardegna e UGL, Unione Generale del Lavoro, che associa oltre 2.000 imprese artigiane e 7.000 lavoratori del settore.

Meloni, 50enne imprenditore edile di Olbia e attuale presidente di Confartigianato Gallura, è al primo mandato alla guida dell’organismo nato più di 25 anni fa per assistere, tutelare e formare le imprese e lavoratori del settore.

«Ho assunto la carica di presidente in un momento veramente difficile per l’economia della Sardegna e drammatico per il settore delle costruzioni – ha dichiarato il neo presidente – con molte imprese allo stremo, tante che falliscono più per crediti che per debiti e sempre più lavoratori che perdono lavoro e reddito.»

«E’ un intero settore produttivo dall’elevato valore professionale – ha continuato – che sembra destinato a scomparire per la lentezza della classe politica nell’avviare azioni volte allo sviluppo dell’edilizia pubblica e privata. Prima che sia troppo tardi servono misure coraggiose per aprire i cantieri e creare occupazione.»

«Attraverso la Cassa Artigiana dell’Edilizia la prospettiva – ha ripreso Meloni – è quella di potenziare sempre di più la collaborazione tra parti sociali non solo per continuare a fornire un servizio efficace agli iscritti, ma anche per incrementare su tutti i fronti il contrasto al lavoro nero o irregolare, al fine di sradicare dal campo dell’edilizia le “male erbe” che, specie in una difficile fase di crisi come quella attuale, creano concorrenza sleale e sottraggono linfa vitale alle imprese vere, sane e in regola con le normative vigenti.»

Il presidente ha manifestato, inoltre, la sua piena disponibilità ad affrontare con la dovuta efficacia le esigenze dei colleghi costruttori al fine di rispondere, anche tempestivamente, alle istanze provenienti dal comparto edile, imprese e lavoratori, in un momento particolarmente complesso e difficile, quale quello attuale.

Ha ribadito, inoltre, «la necessità di costruire un clima positivo tra le parti sociali, nella consapevolezza che, oggi più che mai, sarà necessario mettersi a servizio delle imprese e dei lavoratori per cercare di individuare azioni, iniziative e servizi sempre più efficaci, efficienti ed innovativi».

«La CAES da più di due decenni è riconosciuta come elemento di garanzia dell’applicazione sia del CCNL che del Contratto Integrativo regionale della Sardegna per i lavoratori del settore edile artigiano e della piccola impresa – ha concluso Meloni – ma in questi ultimi anni si è qualificata come ente bilaterale di assicurazione in tema di appalti pubblici insieme a INPS e INAIL, emettendo la dichiarazione liberatoria a fine lavori, garantendo quindi il committente sulla piena correttezza contributiva dell’impresa edile associata. Ruolo questo che intendo esaltare e valorizzare ulteriormente nei prossimi anni.»

Per questo ha espresso apprezzamento per le capacità dell’intera struttura organizzativa della CAES, grazie al lavoro ed alla collaborazione della quale, si riusciranno a raccogliere sfide importanti, consolidando il ruolo svolto dall’Ente a vantaggio del territorio.

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La presidente della Camera, Laura Boldrini, e il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, hanno incontrato i segretari delle organizzazioni sindacali. L’accelerazione dell’iter per la discussione alla Camera della mozione “vertenza Sardegna” è l’impegno assunto dalla presidente della Camera, a conclusione dell’incontro tenutosi negli uffici della presidenza del Consiglio, con i segretari regionali di Cgil (Michele Carrus), Cisl (Oriana Putzolu), Uil (Francesca Ticca), Ugl (Piergiorgio Piu) e Css (Giacomo Meloni).

«Alla presidente Boldrini – ha riferito il presidente dell’Assemblea sarda, Gianfranco Ganau – abbiamo rimarcato le ragioni della nostra specialità  e abbiamo ribadito il ruolo delle nostre  prerogative autonomistiche.»

Tra le priorità segnalate da Ganau vi è quella che riguarda l’assenza dei fondi per il pagamento degli ammortizzatori sociali in deroga (mancano all’appello 180 milioni di euro e migliaia di lavoratori sono senza alcun sostegno al reddito). Il presidente ha quindi citato ad esempio il caso delle lavoratrici della Leagler, ricevute a margine della seduta solenne del Consiglio regionale e che da quindici mesi sono senza stipendi, per denunciare la drammatica situazione di crisi che investe l’Isola e che penalizza migliaia di famiglie.

«La presidente Boldrini – ha concluso Gianfranco Ganau – ha dimostrato di avere ben compreso le difficoltà della Sardegna e la sofferenza dei sardi, così come ha dimostrato di essere a conoscenza dei gap che compromettono lo sviluppo e la crescita: dai trasporti, alle infrastrutture, passando per l’energia.»

La richiesta di un intervento della presidente della Camera, per garantire il pagamento degli ammortizzatori sociali in deroga, è stata ribadita, nel corso dei rispettivi interventi, anche dai segretari di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Css che hanno avanzato, tra le altre, la proposta di una sperimentazione nell’Isola del “reddito di inclusione” ed hanno rilanciato la riproposizione di un nuovo piano di rinascita per la Sardegna.

«Siamo a disposizione delle organizzazioni sindacali – ha dichiarato il presidente Ganau, a conclusione dell’incontro con la stampa – per affrontare insieme le troppe emergenze dell’Isola e restituire speranza ai tanti sardi che in questi anni difficili l’hanno perduta.»

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Confartigianato Imprese Sardegna interviene sullo slittamento della discussione in Aula della nuova legge sull’edilizia (DL 130) e sul conseguente allungamento dei tempi di approvazione.

«Non discutiamo sulla fondamentale necessità di approvare urgentemente la Finanziaria e il Bilancio del 2015 – afferma Giacomo Meloni, vicepresidente di Confartigianato Imprese Sardegna – ma dobbiamo sottolineare come i tempi per l’approvazione sulla nuova Legge sull’Edilizia andranno a dilatarsi in modo preoccupante.»

«Ricordiamo come le nostre preoccupazioni, con le conseguenti richieste di proroga espresse sin dallo scorso luglio – continua Meloni – che avrebbero consentito un miglior ragionamento sulla materia, non siano state ascoltate.»

«Ci preoccupa la mancanza di tempi certi – sottolinea ancora il vicepresidente di Confartigianato – e dobbiamo rilevare ancora una volta come i tempi della politica e della burocrazia non siano quelli delle imprese. E’ una situazione di stallo assolutamente pericolosa che non permette ai cittadini e alle aziende edili di programmare il proprio futuro. Sappiamo già di alcune aziende che, anche a causa del perdurare di questa incertezza unita alla crisi, non vedranno l’alba del 2015.»

Meloni ricorda come Confartigianato Imprese Sardegna chiese più volte alla Giunta e all’Assessore, per ovviare alla situazione di incertezza, la proroga del Piano Casa fino all’entrata in vigore della nuova legge in discussione.

Secondo gli artigiani sarebbe stato un atto di buon senso che non avrebbe ostacolato di certo l’iter della nuova legge, non avrebbe tolto nulla alla potestà legislativa regionale in materia ma avrebbe dato un tangibile contributo a rasserenare il clima in cui le imprese si trovano a operare in questo momento. Si sarebbe così consentito al Consiglio regionale di valutare attentamente e con serenità la nuova normativa dando anche un fattivo e ponderato contributo al suo miglioramento.

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La nuorese Maria Carmela Folchetti è la nuova presidente regionale di Confartigianato Imprese, prima donna alla guida di un’associazione artigiana della Sardegna e attualmente l’unica donna alla guida di un’associazione imprenditoriale. Lo hanno deciso i delegati regionali all’assemblea associativa che si è svolta questa mattina a Nuoro.

Folchetti, fotografa, 46 anni, guiderà l’associazione per il prossimo biennio. Nel suo incarico verrà affiancata dal nuovo vicepresidente vicario Antonio Matzutzi, 41enne imprenditore del lapideo di Oristano e supportato da altri due vicepresidenti: Giacomo Meloni, 48enne imprenditore edile di Olbia e Giampiero Lecis, autoriparatore di Cagliari.

L’assemblea ha provveduto a eleggere anche la Giunta regionale di cui fanno parte, oltre alla presidente e ai vicepresidenti, anche Mario Piras di Alghero, Luciano Murgia e Roberto Poddighe di Sassari, Carmine Arzu di Lanusei, Agostino Pirina di Olbia, Luca Murgianu di Cagliari e Giuseppe Giarrusso di Oristano.

La Presidente, nel suo primo discorso, ringraziando il presidente uscente, Luca Murgianu, per l’impegno svolto in questi ultimi 5 anni, ha cominciato ad analizzare la situazione politica, economica e sindacale della Sardegna, le prospettive del comparto e annunciato le prossime iniziative programmate dall’associazione.

La Folchetti ha poi ribadito il proprio impegno e quello di Confartigianato Sardegna per continuare il dialogo con il presidente della Regione, la Giunta e il Consiglio regionale, per dare coraggio, energia, credito e opportunità alle 37.877 imprese artigiane e ai 77.057 addetti, chiedendo l’approvazione definitiva del nuovo “Piano Casa”, appena licenziato dalla IV Commissione, il rilancio dell’attività edilizia anche con l’apertura dei cantieri e con la riqualificazione degli edifici esistenti, la velocizzazione dei pagamenti della Pubblica Amministrazione, l’allentamento della stretta creditizia bancaria, la riduzione della burocrazia, l’avvio della continuità territoriale merci, auspicando una rapida e concreta ripresa di tutti i settori produttivi della Sardegna.

«Noi artigiani siamo quelli che non si arrendono – ha detto nel suo discorso la Folchetti – perché crediamo nel valore dell’impresa, nella qualità del lavoro individuale, nella potenzialità del territorio, nell’investimento in tecnologia ma soprattutto noi siamo quelli che non abbandonano le loro radici ma credono nel presente e nel futuro.»

«Ogni territorio custodisce la qualità manifatturiera del made in Sardegna – ha continuato la neo presidente – se adeguatamente valorizzati, questi rappresentano un volàno strategico per la competitività dell’artigianato e delle Pmi. I dati ci raccontano di una vocazione imprenditoriale importante nonostante gli ostacoli naturali, gap infrastrutturali e svantaggi normativi che possono, anzi devono, essere affrontati nel prossimo nuovo periodo di programmazione dell’Unione europea (2014-2020), che pone al centro dell’agenda le PMI e l’ambiente.»

«Come artigiani non chiediamo favoritismi – precisa la Folchetti – ma pretendiamo pari opportunità con il resto dell’Italia e del Mondo. Per esempio chiediamo infrastrutture viarie e tecnologiche per essere competitivi non con le zone limitrofe, ma con il mondo intero. Abbiamo necessità di strade e di linee web ad alta velocità per la movimentazione dei beni che produciamo e per la veicolazione della conoscenza, della cultura e dei prodotti dell’ICT. Abbiamo necessità di utilizzare i prossimi Fondi europei per interventi finalizzati a sostenere le attività produttive e a colmare i gap infrastrutturali che comprimono le potenzialità economiche dei territori montani.»

Poi la Folchetti rilancia sul ruolo delle Associazioni Imprenditoriali: «In questo periodo dove l’assenza dello Stato si sente in ogni singola azione quotidiana, attuando un quotidiano smantellamento dei suoi presìdi, dove le Istituzioni abbandonano i propri cittadini, dove i Comuni sono ormai quasi impossibilitati a svolgere le proprie funzioni, per carenze di organico e finanziarie, le Associazioni d’Impresa rappresentano l’ultimo, forse l’unico, presidio di welfare territoriale. Queste rappresentano un “avamposto para istituzionale” insostituibile, perché conoscono pregi, carenze e necessità dei territori, delle imprese e delle persone,  sostituendosi, con grandissime difficoltà, alle Istituzioni stesse.»

Poi un primo messaggio al Presidente Pigliaru e alla Giunta: «A nome di Confartigianato Imprese Sardegna e di tutte le imprese artigiane, è necessaria una strategia di sviluppo che lavori e investa su ogni chilometro quadrato della nostra isola, affinché si possano porre le imprese al centro dello sviluppo e della creazione del lavoro, che le faccia migliorare. Sono necessarie le risorse pubbliche, ma è ancora più necessario, anzi fondamentale, conoscere le vere esigenze di imprenditori e comunità.»

«Chiediamo, infine – conclude la Folchetti -, di promuovere la perequazione territoriale (evitare, quindi, le discriminazioni territoriali ovvero una distribuzione più equa delle risorse); favorire l’autogoverno dei territori; investire in capitale umano; fare rete; far crescere la competitività del sistema.»

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Confartigianato Imprese Sardegna ricorda che mancano 8 giorni alla conclusione del Piano Casa della Sardegna anche se potrebbe esserci un “bonus” di 2 giorni per presentare le istanze ai Comuni.

Non è la tanto auspicata proroga della legge, ma si tratterebbe solo dell’applicazione di una norma del codice civile che farebbe slittare di fatto la scadenza a lunedì 1 dicembre.

L’ultimo ultimo giorno utile per sfruttare questo Piano Casa, infatti, cade di sabato e, come tutti sanno, gli Uffici Protocollo dei Comuni, che devono ricevere domande e progetti, non sono aperti. In questi casi, la legge dice che ogni qualvolta il “dies ad quem” cade in un pre festivo è prorogato di diritto “al primo giorno seguente non festivo”.

«Stiamo ricevendo molte richieste di chiarimento da parte degli operatori del settore, delle imprese e dei cittadini che necessitano di delucidazioni in merito – afferma Giacomo Meloni, della presidenza regionale di Confartigianato Imprese Sardegna – per sfruttare fino all’ultimo giorno la possibilità di questo Piano Casa». «Abbiamo scritto all’assessore regionale dell’Urbanistica, Cristiano Erriu – continua Meloni – affinché possa dirimere il dubbio al comparto dell’edilizia e ai cittadini ma soprattutto possa supportare gli Uffici Comunali che stanno ricevendo migliaia di pratiche dagli Uffici Tecnici privati”. 

Meloni ricorda come più la data di scadenza si avvicina, più gli studi tecnici di geometri e ingegneri subiscono una vero e proprio “assalto” all’ultimo minuto, ricevendo richieste per pratiche che per smaltirle non basterebbero 2 anni, con la certezza che tantissimi cittadini rimarranno fuori.

Di riflesso anche sulle imprese si stanno moltiplicando le occasioni di lavoro sicuro per i prossimi 3-4 anni. Anche in questo caso, paradossalmente, non ci sarà il tempo di soddisfare tutte le richieste: infatti il lavoro dovrà essere portato a termine, come impone la legge, entro i prossimi 18 mesi.

In conclusione Giacomo Meloni pone una domanda: «Se il problema dell’accumulo delle pratiche negli uffici tecnici comunali è palese, vista la carenza di personale e l’ingente mole di lavoro, quando potrà essere controllata tutta la documentazione?».