21 November, 2024
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Da giovedì 17 a domenica 20 ottobre, a Carbonia, si celebrerà la Festa Patronale di Gesù Divino Operaio, organizzata dalla Parrocchia di via Mazzini guidata da don Giampaolo Cincotti. «Una bellissima iniziativa che ogni anno dà appuntamento a centinaia di nostri concittadini per commemorare Gesù Divino Operaio con una serie di festeggiamenti civili e religiosi organizzati da una delle principali parrocchie cittadine, punto di ritrovo, aggregazione e socializzazione di un’ampia comunità di fedeli», ha detto il sindaco Paola Massidda. La parrocchia di via Mazzini comprende un territorio cittadino molto vasto, che annovera circa 5.000 persone.

La Festa Patronale, intitolata “La Parrocchia e il Ministero dell’Accolitato”, comincerà giovedì 17 ottobre e si protrarrà fino a domenica 20 ottobre, con tante iniziative non soltanto a sfondo religioso ma anche civile. Il principale evento religioso è previsto per domenica 20 ottobre, allorché alle ore 17.00, verrà celebrata la Santa Messa presieduta dal Vescovo della Diocesi di Iglesias, monsignor Giovanni Paolo Zedda, con il conferimento del ministero dell’accolitato al seminarista Fulvio Sanna. Al termine della messa si svolgerà la processione religiosa in via Quintino Sella, viale Trento, via Risorgimento, via Mazzini e rientro in Chiesa. Tra le manifestazioni civili spicca sabato 19 ottobre, alle ore 21.00, al Teatro Centrale di piazza Roma, la rappresentazione “Una matassa imbrogliata” organizzata da La Clessidra Teatro con il patrocinio del comune di Carbonia. Domenica 20 Ottobre spazio anche alla manifestazione ciclistica “Pedala Suor 80”, alla scoperta dell’operato nella città di Carbonia delle Suore Orsoline di San Girolamo di Somasca. Il raduno si terrà alle ore 9.00, presso piazza Caterina Cittadini. La manifestazione sportiva è organizzata dall’A.S.D. Sulcis Bike Cross Country.

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Sono numerose le iniziative organizzate dalle parrocchie di Carbonia per la “Settimana Santa”: dalla Via Crucis alla Processione delle Palme e alla Processione dell’Incontro.

Al fine di consentire lo svolgimento in sicurezza delle celebrazioni religiose e salvaguardare l’incolumità pubblica dei tanti cittadini che vi parteciperanno, il comune di Carbonia, viste le istanze presentate da don Giampaolo Cincotti, don Luigi Sulas, don Marco Farris, dalla signora Elisa Puddu e da don Massimiliano Congia, ha deciso di adottare opportuni provvedimenti in materia di circolazione stradale.

 

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Da giovedì 18 a domenica 21 ottobre, a Carbonia, si celebrerà la festa patronale di Gesù Divino Operaio, organizzata dalla parrocchia di via Mazzini guidata da don Giampaolo Cincotti. Una festa che cade in occasione di un’altra importante ricorrenza, i 65 anni dalla fondazione dell’omonima parrocchia.

«Si tratta di una bellissima iniziativa che ogni anno dà appuntamento a centinaia di nostri concittadini per commemorare Gesù Divino Operaio con una serie di festeggiamenti civili e religiosi organizzati da una delle principali parrocchie cittadine, punto di ritrovo, aggregazione e socializzazione di un’ampia comunità di fedeli», ha detto il sindaco Paola Massidda.
La parrocchia di via Mazzini comprende un territorio cittadino molto vasto, che conta circa 5.000 persone.
La festa patronale, intitolata “La Parrocchia e i Ministeri laicali”, comincerà giovedì 18 ottobre e si protrarrà fino a domenica 21 ottobre, con tante iniziative non soltanto a sfondo religioso ma anche civile. Tra queste ultime si segnala sabato 20 ottobre, alle ore 21.00, una serata musicale con il quintetto “Criminal Quartet & Percussions”; domenica 21 ottobre, alle ore 9.00, una “Biciclettata alla scoperta della storia della nostra parrocchia” e, alle ore 21.00, una serata folkloristica con “Ballo sardo e cantori dialettali”.

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Festa grande questa sera, a Carbonia, per il 100° compleanno di Maria Lisci, residente a San Giovanni Suergiu ma ospite di parenti nella città mineraria. Maria Lisci ha salutato il grande traguardo raggiunto circondata dall’affetto dei tre figli Giancarlo, Antonio e Lidia Loche, dei sei nipoti e dei cinque pronipoti.

Maria Lisci è rimasta vedova un paio di anni fa, quando il marito s’è fermato all’età di ben 103 anni…

Per festeggiare Maria Lisci è arrivata a Carbonia, da San Giovanni Suergiu, anche il sindaco Elvira Usai che nella sua ancora breve esperienza da primo cittadino è già alla seconda festa per un centenario. Il 23 novembre scorso il traguardo del secolo di vita era stato raggiunto da Eraldo Secchi. A nome dell’Amministrazione comunale, Elvira Usai ha donato a Maria Lisci una targa.

A festeggiare Maria Lisci è arrivato anche il parroco della chiesa di Gesù Divino Operaio, don Giampaolo Cincotti.

Per la festa sono state preparate due torte, sulle quali Maria Lisci ha spento la candelina del secolo di vita, e tanti dolci sardi.

        

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L’11 aprile 1920 nasceva a Gairo Modesto Melis. La sua vita è stata segnata profondamente dalle atrocità della 2ª guerra mondiale e dalla deportazione nei campi di concentramento di Mauthausen e Gusen, dai quali è tornato “miracolosamente” alla fine del conflitto e nei quali è voluto ritornare il 12 settembre 2014, per cercare di capire, a distanza di 69 anni, come sia stato possibile sopravvivere a quell’inferno.

Per ricordare Modesto Melis, un piccolo grande uomo venuto a mancare lo scorso 9 gennaio, ripropongo oggi l’articolo, con un ricco album fotografico, pubblicato la sera di quel grigio giorno d’inverno, reso gelido dalla notizia che, chi lo ha conosciuto nell’arco della sua lunga esperienza di vita (in particolare i familiari, dalla moglie Lucia ai figli Bruno, Teresa e Renato, ai nipoti e a tutti i parenti), non avrebbe mai voluto apprendere. E l’articolo scritto da Nadia Pische dopo la cerimonia funebre, celebrata nella chiesa di San Ponziano l’11 gennaio, anche in questo caso allegato un album fotografico.

«Ho conosciuto Modesto Melis cinque anni fa, quando Giuseppe Mura mi ha proposto la pubblicazione di un libro in cui intendeva ricostruire la sua storia, vissuta da Carbonia a Mauthausen e ritorno. Sono stati cinque anni intensi, nel corso dei quali Modesto Melis ha incontrato migliaia di persone, soprattutto giovani, ai quali ha raccontato le sue incredibili esperienze di vita, per non dimenticarle ed evitare che l’essere umano possa ripeterle in futuro.

Nella copertina del libro “L’animo degli offesi”, scritto da Giuseppe Mura, è riportata una breve riflessione di Modesto Melis che riporto testualmente.

«Com’è stato possibile che proprio io, tra migliaia di altri i cui corpi sono stati combusti nei forni e le ceneri sparse sul terreno a concimare i campi, sia sopravvissuto? E’ una domanda che ancora, dopo che da decenni sono scomparsi gli incubi che tormentavano le mie notti, mi travaglia e, di soppiatto, si insinua spesso tra i miei pensieri.

In quelle giornate nel lager, pur nella nebbia che mi ottenebrava la mente, ero sempre consapevole, in ogni attimo di quella parvenza di esistenza, che la morte era sempre in agguato, pronta a cogliermi per un nonnulla. Anche quando strappavo dai mucchi di cadaveri quei poveri brandelli umani, sapevo che di lì a poco anch’io sarei potuto finire ad ingrossare quel macabro cumulo e, a quella fine che appariva ineluttabile, pensavo, non sarei sfuggito.»

E’ difficile scrivere su Modesto Melis, ora che il suo lungo percorso di vita è giunto al termine. Mi tornano alla mente gli incontri in città e paesi della Sardegna, Carbonia, Cagliari, Nuoro, Iglesias, Carloforte, Portoscuso, Sant’Antioco, San Giovanni Suergiu, Capoterra e tanti altri ancora; gli incontri al Museo della Liberazione a Roma, al Liceo artistico di Roma, a Cerveteri; e, soprattutto, il viaggio di ritorno in Austria, con base a Linz (dove abbiamo dormito nella stessa camera d’albergo) e destinazioni Mauthausen e Gusen, concluso con una visita al centro di Vienna, dove, alla bella età di 94 anni e mezzo, ha percorso chilometri e chilometri a piedi, concedendosi solo qualche breve sosta, per un leggero dolore alle gambe e ai piedi…

Un’altra grandissima emozione, l’11 aprile 2015, il giorno del suo 95° compleanno, che ha voluto festeggiare rivivendo l’esperienza del lancio con il paracadute da 4.500 metri di altezza, nel centro di volo di Serdiana. Una volta toccata terra, tra le braccia dell’istruttore Valentino, le sue prime parole, ancor prima di abbracciare la moglie e i figli, furono: «Quando organizziamo il prossimo lancio?» Un anno dopo avrebbe voluto ripetere il lancio, mi ha contattato per chiedermi di prenotare il volo, per poi desistere, con grande delusione, quando i familiari lo hanno convinto che sarebbe stato meglio evitarlo…

Dal mese di aprile 2014 si è dedicato anche alla sezione di Carbonia dell’associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra, nella quale ha ricoperto la carica di presidente.

Negli ultimi mesi le condizioni di salute non gli hanno consentito di continuare gli incontri con i giovani ai quali si era tanto affezionato. Nelle ultime settimane il suo “fisico d’acciaio” che in gioventù riuscì a superare prove incredibili che per tanti anni non ha potuto neppure raccontare perché nessuno gli credeva, ha iniziato a cedere. Alle 17.30 di oggi, 9 gennaio 2017, si è arreso.

Con la scomparsa di Modesto Melis, Carbonia, il Sulcis e la Sardegna intera perdono uno straordinario testimone della storia del XX secolo.

Allego un’ampia documentazione fotografica sui numerosi momenti gioiosi vissuti da Modesto Melis negli ultimi anni.

Ciao Modesto

Giampaolo Cirronis

     

 

 

In una giornata grigia di gennaio persino il sole ha pensato di venire ad accompagnare Modesto Melis nel suo ultimo viaggio.

Stretti intorno alla moglie Lucia e ai figli Bruno, Teresa e Renato, tanti  parenti, amici cari e conoscenti, hanno voluto rendere omaggio ad un piccolo grande uomo. Piccolo di statura, ma grande per umiltà e cuore, Modesto lascia un segno in tutte le persone che lo hanno conosciuto. Il suo sorriso, la sua battuta scherzosa, il suo sguardo vispo ed attento, tutto faceva di lui una bella persona. Un uomo che aveva tanto sofferto prima per le atrocità vissute e viste da vicino nei campi di concentramento, e poi per non averle potute raccontare per tanti lunghissimi anni, vista la reticenza delle persone nel credergli. Ricordi che ha dovuto tenere dentro sino a quando, finalmente, qualcosa è cambiato, verità nascoste iniziavano a prendere forma, anche attraverso altri testimoni. Finalmente arrivava la sua rivalsa… far sapere di quali nefandezze era stato capace l’essere umano.

Oggi, commossa per la sua dipartita, una grande folla ha seguito la messa nella chiesa di San Ponziano dove don Giampaolo Cincotti lo ha voluto ricordare nella sua semplicità, nel suo modo allegro di prendere la vita: «Con lui se ne va un pezzo di storia», ha concluso il sacerdote.

Una storia che Giuseppe Mura ha voluto raccontare, nel libro “L’animo degli offesi”, per fermare nella memoria di tutti atrocità che devono essere da monito per le nuove generazioni, che devono bandire la violenza in virtù della pace. Nuove generazioni che devono debellare per sempre l’insana idea di popoli superiori ad altri. Modesto ciò lo sapeva bene e, proprio per questo motivo, ha voluto dedicare gli ultimi anni della sua vita, a far conoscere una verità per molti scomoda.

Alla fine della funzione, la lettura della preghiera dei paracadutisti, i suoi compagni d’avventura, fatta dal presidente dell’associazione Nino Cossu… e poi il ricordo di Agnese Delogu con cui ha diviso nell’associazione dei mutilati e invalidi di guerra tante esperienze in giro per la Sardegna… scuole, associazioni, biblioteche.

Tra i presenti, alcuni assessori e il vicesindaco della città che tanto lo ha amato, forze dell’ordine in divisa. E poi il silenzio… non solo quello dei presenti ma anche quello che la tromba di Alessandro Sciascia gli ha regalato.

Un applauso, un grande applauso per omaggiarlo ed un grido “Folgore” per rendergli onore.

Si potrebbero riempire pagine intere di ricordi ed aneddoti ma fra le tante parole io ne sceglierei una nella certezza di catturare la stessa che voi tutti decidereste di usare… una e una sola…

GRAZIE!

Per essere entrato nelle nostre vite, per sempre nel cuore di chi ti ha conosciuto.

Che la terra ti sia lieve Modesto.

Nadia Pische

    

   

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In una giornata grigia di gennaio persino il sole ha pensato di venire ad accompagnare Modesto Melis nel suo ultimo viaggio.

Stretti intorno alla moglie Lucia e ai figli Bruno, Teresa e Renato, tanti  parenti, amici cari e conoscenti, hanno voluto rendere omaggio ad un piccolo grande uomo. Piccolo di statura, ma grande per umiltà e cuore, Modesto lascia un segno in tutte le persone che lo hanno conosciuto. Il suo sorriso, la sua battuta scherzosa, il suo sguardo vispo ed attento, tutto faceva di lui una bella persona. Un uomo che aveva tanto sofferto prima per le atrocità vissute e viste da vicino nei campi di concentramento, e poi per non averle potute raccontare per tanti lunghissimi anni, vista la reticenza delle persone nel credergli. Ricordi che ha dovuto tenere dentro sino a quando, finalmente, qualcosa è cambiato, verità nascoste iniziavano a prendere forma, anche attraverso altri testimoni. Finalmente arrivava la sua rivalsa… far sapere di quali nefandezze era stato capace l’essere umano.

Oggi, commossa per la sua dipartita, una grande folla ha seguito la messa nella chiesa di San Ponziano dove don Giampaolo Cincotti lo ha voluto ricordare nella sua semplicità, nel suo modo allegro di prendere la vita: «Con lui se ne va un pezzo di storia», ha concluso il sacerdote.

Una storia che Giuseppe Mura ha voluto raccontare, nel libro “L’animo degli offesi”, per fermare nella memoria di tutti atrocità che devono essere da monito per le nuove generazioni, che devono bandire la violenza in virtù della pace. Nuove generazioni che devono debellare per sempre l’insana idea di popoli superiori ad altri. Modesto ciò lo sapeva bene e, proprio per questo motivo, ha voluto dedicare gli ultimi anni della sua vita, a far conoscere una verità per molti scomoda.

Alla fine della funzione, la lettura della preghiera dei paracadutisti, i suoi compagni d’avventura, fatta dal presidente dell’associazione Nino Cossu… e poi il ricordo di Agnese Delogu con cui ha diviso nell’associazione dei mutilati e invalidi di guerra tante esperienze in giro per la Sardegna… scuole, associazioni, biblioteche.

Tra i presenti, alcuni assessori e il vicesindaco della città che tanto lo ha amato, forze dell’ordine in divisa. E poi il silenzio… non solo quello dei presenti ma anche quello che la tromba di Alessandro Sciascia gli ha regalato.

Un applauso, un grande applauso per omaggiarlo ed un grido “Folgore” per rendergli onore.

Si potrebbero riempire pagine intere di ricordi ed aneddoti ma fra le tante parole io ne sceglierei una nella certezza di catturare la stessa che voi tutti decidereste di usare… una e una sola…

GRAZIE!

Per essere entrato nelle nostre vite, per sempre nel cuore di chi ti ha conosciuto.

Che la terra ti sia lieve Modesto.

Nadia Pische

    

   

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Don Luigi Sulas, nato 49 anni a Carbonia, parroco della chiesa di San Narciso, a Serbariu, è il nuovo cappellano dell’Ospedale Sirai di Carbonia. Subentra a don Giulio Demontis, 46 anni, nominato alcune settimane fa nuovo parroco della chiesa della Vergine d’Itria, a Portoscuso, al posto di don Antonio Carta, 55 anni, nominato parroco della chiesa della Beata Vergine Addolorata, a Carbonia, in sostituzione a sua volta di don Gianni Cannas, 68 anni, nominato parroco della chiesa di San Carlo Borromeo, a Carloforte. Quest’ultimo, nell’Isola di San Pietro, ha preso il posto lasciato vacante da don Francesco Pau, 45 anni, nuovo parroco della Cattedrale di Santa Chiara, a Iglesias, al posto di don Antonio Mura, da un paio di mesi rettore del seminario regionale. Oltre alla nomina a cappellano dell’Ospedale Sirai, don Luigi Sulas ha ricevuto anche quella di parroco della chiesa San Camillo di Sirai che dividerà con quella della parrocchia San Narciso di Serbariu.

Il panorama delle nuove nomine nelle parrocchie della diocesi di Iglesias, si va via via completando. Don Giampaolo Cincotti, nato 46 anni fa a Carbonia, parroco della chiesa di Gesù Divino Operaio, a Carbonia, ha ricevuto anche la nomina ad amministratore parrocchiale della chiesa della Vergine delle Grazie di Barbusi, lasciata da don Giulio Demontis unitamente a quelle di parroco della chiesa di San Camillo e di cappellano dell’Ospedale Sirai.

Ad oggi resta da coprire solo un posto vacante, quello di parroco della chiesa di San Giovanni Battista, a Masainas, lasciato da don Bachisio Carta, 60 anni, nominato recentemente parroco della chiesa della Vergine delle Grazie di Palmas.

Ricordiamo le altre nomine recenti: Ignazio Porcu, 62 anni, è il nuovo parroco delle due chiese di Teulada, quella della Beata Vergine del Carmelo (lasciata da don Melchiorino Dore per aver raggiunto i limiti di età, 83 anni) e quella della chiesa di San Giovanni Battista.

Alla chiesa della Vergine della Neve, a Villamassargia, lasciata da don Ignazio Porcu, è stato nominato don Antonio Manunza, 48 anni, che ha lasciato a sua volta, le parrocchie di San Giuseppe Sposo della Beata Vergine di Villarios e Vergine delle Grazie di Palmas. A Villarios è arrivato don Gabriele Culurgioni, amministratore parrocchiale.

Don Antonio Rubiu, 66 anni, già parroco della chiesa di San Giuseppe Artigiano, a Iglesias, è stato nominato anche nella chiesa della parrocchia di San Benedetto Abate, sempre a Iglesias; don Franco Pometti, 74 anni, già parroco della chiesa di San Paolo Apostolo, a Iglesias, guida ora anche la chiesa del Sacro Cuore di Gesù, sempre a Iglesias e, in entrambe le parrocchie, ha come vice parroco don Maurizio Mirai.

Don Giuseppe Tilocca, 48 anni, infine, è stato nominato Vicario Episcopale per la Pastorale.

Don Luigi Sulas.

Don Luigi Sulas.

Don Giampaolo Cincotti.

Don Giampaolo Cincotti.

Don Luigi Sulas.

Don Luigi Sulas.

Sono stati consegnati ieri mattina nella Chiesa di Gesù Divino Operaio, agli operatori della Caritas Diocesana, i giocattoli donati da tanti cittadini solidali a favore dei bambini poveri del territorio nell’ambito dell’iniziativa della segretaria sindacale FSM-CISL. Hanno partecipato in tanti all’iniziativa di grande solidarietà, durata due settimane: Rino Barca, Enea Pilloni, Massimo Cara, Claudia Mariani, Giuseppe Puddu, Franco Sanna, Gianluca Caria, Katiuscia Solinas, Cristina Bullegas, Remo Fantin, Simona Pabis, Marco Pisu, il delegato e responsabile della Caritas Giovanni Busia, Elio Acca, il sindaco di Carbonia Giuseppe Casti, l’assessore dei servizi sociali Maria Marongiu, il sindaco di Portoscuso Giorgio Alimonda, il consigliere regionale Ignazio Locci, la responsabile cittadina di Sel Laura Pilloni, il responsabile della Pastorale per il lavoro Don Salvatore Benizzi, il responsabile cittadino delle Caritas Don Giulio Demontis, il parroco di Gesù Divino Operaio, Don Giampaolo Cincotti, i lavoratori Meridiana che hanno spedito 1.200 giocattoli che uniti a quelli già raccolti permetteranno di accontentare gran parte dei bimbi poveri dell’intero territorio.

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E’ in corso di svolgimento, a Serbariu, la festa patronale di #San Narciso e #Santa Giuliana. Questa sera, alle 20.30, si svolgerà la sagra de “Pani cun tamatiga e sartizzu arrustu”; alle 21.30, spettacolo musicale con il gruppo “I Jannas”.

Domenica mattina, alle 8.30, Santa Messa celebrata dal parroco, don Luigi Sulas; alle 11.00, Santa Messa celebrata da don Giampaolo Cincotti, parroco di Gesù Divino Operaio; alle 18.00, processione con partenza da Piazza Parrocchia e sviluppo attraverso Via Filzi, Via Diaz, Via Sant’Antonio, Via San Narciso, Via Cesare Battisti, Via Santa Caterina, Via San Giuseppe, Via Filzi ed arrivo in Piazza Parrocchia. Accompagneranno la processione i gruppi folk di Fluminimaggiore, Perdaxius, Villamassargia, Serbariu, la Banca Musicale di Carbonia e i suonatori di launeddas ed organetto. Alle 21.30, spettacolo di balli folkloristici con i gruppi di Serbariu, Villamassargia, Fluminimaggiore. A seguire “Ballus in pratza” con Bruno Camedda ed Orlando Mascia. Alle 22.45 spettacolo pirotecnico con premiazioni del concorso a premi e del terzo torneo di calcetto San Narciso.

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