18 July, 2024
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Anche la ASSL di Carbonia avrà la macchina per processare i tamponi, strumento necessario ed indispensabile per accertare i casi di positività al Covid-19, grazie a una donazione della Fondazione di Sardegna. L’intervento della Fondazione consentirà di dotare della preziosa apparecchiatura anche il Policlicnico “Duilio Casula” – Azienda Ospedaliera Universitaria di Cagliari, e di completare così il programma avviato dalla Regione Autonoma della Sardegna nelle altre Aziende Sanitarie dell’Isola. L’esclusione della ASSL di Carbonia dall’elenco dei laboratori designati per il Covid-19 era stato evidenziato qualche giorno fa dalla ConsultAnzianIglesias, in una nota inviata all’assessore della Sanità della Regione Sardegna, alla commissione Sanità del Consiglio regionale, al direttore della ASSL 7, ai sindaci dei comuni di Iglesias e Carbonia, a CGIL-CISL-UIL Territoriali, della Funzione Pubblica e dei Pensionati e, infine, alle associazioni di volontariato.

La Fondazione di Sardegna aveva già deciso il sostegno delle Istituzioni e delle organizzazioni della società civile della Sardegna nel contrasto agli effetti dell’emergenza Covid-19, stanziando un fondo straordinario di 2,4 milioni di euro per i primi interventi di carattere sanitario e sociale necessari nella prima fase di emergenza. Tra questi, in accordo con la Regione Sardegna, sono stati acquistati 60 ventilatori polmonari da mettere a disposizione del Sistema sanitario regionale.

I test diagnostici in uso in Italia per l’accertamento della positività alla Covid-19, sono basati sulla metodica molecolare di reazione a catena della polimerasi (Pcr), messa a punto in base alla sequenza genetica del virus Sars-cov-2. Con il “tampone” viene impiegato un po’ di muco (infetto se il Sars-cov-2 è presente), prelevato dal naso o dalla faringe e viene eseguita la Pcr, per accertare la presenza del virus nell’orofaringe.

Giampaolo Cirronis

Nella fotografia, la sede della Fondazione di Sardegna, in via Salvatore Da Horta n. 2, a Cagliari.

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Alessio Gaggioli è nato a Carbonia il 30 gennaio 1976. Ha indossato i primi pattini in tenerissima età, mostrando subito grandi qualità e conquistando le prime vittorie nelle gare regionali, con la società Euralsulcis guidata dal presidente Sandro Usai e dal tecnico Mariano Fenu. A distanza di alcuni anni dai trionfi di Luana Pilia, ha portato nuovamente alto il nome della città di Carbonia e i “4 Mori” della Sardegna in tutto il mondo.

Il suo palmares riporta complessivamente ben 41 titoli italiani, 23 titoli europei e due record del mondo sulla distanza dei 500 metri (uno presente nel Guinness dei primati, edizione 2003, come massima velocità media raggiunta sui pattini), 8 medaglie d’argento e 6 medaglie di bronzo ai campionati del mondo.

Tra i risultati di maggiore prestigio raggiunti da Alessio Gaggioli nei campionati europei, ricordiamo le tre medaglie d’oro su pista a Barañain, in Spagna, nel 1994, sulle distanze dei 500 metri sprint, 1.500 in linea e 10.000 all’americana; le due medaglie d’oro su pista a Saint Brieuc, in Francia, nel 1996, sulle distanze dei 300 metri a cronometro e dei 500 sprint; la medaglia d’oro su pista a Roseto degli Abruzzi, nel 1997, sulla distanza dei 300 metri a cronometro; e, infine, la medaglia d’oro su pista a Latina, nel 2000, sulla distanza dei 300 metri a cronometro.

Alessio Gaggioli ha ricevuto dal CONI la medaglia d’oro al valore atletico, il primo grado delle medaglie al valore atletico.

Oggi Alessio Gaggioli lavora e risiede a Londra.

Brano tratto dal libro “Dalla Carbosarda alla Pol. Carbonia – Io c’ero!”, di Elvio Verniani, Giampaolo Cirronis Editore.

Nella foto di copertina, Alessio Gaggioli giovanissimo, al centro, con il tecnico Mariano Fenu e le compagne di società Monica Uccheddu e Manuela Fulgheri.

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Luana Pilia è nata a Carbonia il 6 dicembre 1968. Si è avvicinata al pattinaggio a rotelle fin da giovanissima, con la maglia della società Pattinaggio a rotelle Carbonia guidata dal presidente Angelo Labate, nella quale il padre Luigi si occupava della preparazione tecnica. Luana Pilia è arrivata alla piena maturità tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90, quando in 4 stagioni ha centrato i massimi traguardi sia a livello europeo sia mondiale.

La prima medaglia d’oro tricolore a Santa Maria Nuova (Ancona) il 6 luglio 1986; la prima continentale, nel 1988, a Gujan Mestras (Francia), nei 500 metri su strada. Nel 1989 la definitiva consacrazione: 3 medaglie d’oro ai campionati del mondo di Hastings (Nuova Zelanda), nei 500 in linea, 1.500 in linea e 5.000 metri all’americana; 6 medaglie d’oro ai campionati europei a Madalena Pico Azores (Portogallo), 3 su pista (300 a cronometro, 1.000 in linea e 5.000 all’americana) e 3 su strada (300 a cronometro, 500 sprint e 5.000 in linea); 1 medaglia d’oro ai World Games di Karlsruhe (Germania).

Altra pioggia di medaglie d’oro nel 1990: 2 ai campionati del mondo su strada a Bello (Colombia), nei 500 in linea e nei 5.000 all’americana; e 7 ai campionati europei ad Inzell (Germania): 4 su pista (500 sprint, 1.000 in linea, 3.000 in linea e 5.000 ad eliminazione; e 3 su strada: 1.000 in linea, 5.000 in linea e 5.000 all’americana). L’ultima medaglia d’oriridata nel 1991, a Ostenda, in Belgio, nei 3.000 in linea.

Luana Pilia ha ricevuto dal CONI 5 medaglie d’oro al valore atletico, il primo grado delle medaglie al valore atletico. Oggi Luana Pilia lavora e risiede con la famiglia a Milano.

Brano tratto dal libro “Dalla Carbosarda alla Pol. Carbonia – Io c’ero”, di Elvio Verniani, Giampaolo Cirronis Editore.

Nella fotografia di copertina, Luana Pilia sul podio di uno dei trionfi iridati; nelle altre due fotografie, in una con il grande maestro Pinuccio Dettori e l’allora assessore dello Sport del comune di Carbonia Sandro Fois; nell’altra con il suo preparatore atletico Tore Casu, scomparso prematuramente diversi anni fa.

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Andrea Marras è il calciatore con il maggior numero di presenze nella storia dell’Iglesias. Iglesiente di nascita, iniziò a giocare al calcio nella Pro Ferrini Iglesias. Sebbene avesse ancora l’età per giocare nelle giovanili, passò nei dilettanti con la Juventus Club di Iglesias e con il Musei, squadra quest’ultima dalla quale l’Iglesias lo acquistò per il campionato di Promozione 1982/1983.

Giocatore dotato di piedi buoni, riusciva con le sue giocate a dare un grande contributo alla squadra nel ruolo di centrocampista. Con il passare degli anni arretrò il suo raggio d’azione, collocandosi a ridosso della difesa con maggiori compiti di interdizione, ossia alla vecchia maniera del centromediano metodista. Insomma, era il classico mediano o mezzala di regia con spiccate doti realizzative, grazie ai calci di punizione e ad un ottimo tiro in porta. Alla fine della stagione 1995/1996, dopo 13 stagioni consecutive in maglia rossoblù, lasciò il sodalizio minerario per passare al Pula. Ritornò all’Iglesias nella stagione 1999/2000, dove disputò il suo ultimo campionato in Eccellenza che concluse da allenatore, dopo l’allontanamento di Mariano Dessì.

Complessivamente Andrea Marras ha giocato 14 campionati in rossoblù, intervallate dalle tre stagioni giocate a Pula, per un totale di 331 presenze e 37 reti, che lo collocano al primo posto in assoluto in fatto di presenze nella storia rossoblù. Nel campionato 2000/2001 disputò la sua ultima stagione agonistica con l’Assemini ed intraprese poi quella di allenatore, prima con l’Iglesias e poi con Arbus e San Sperate. Nella passata stagione è tornato alla guida della Monteponi, esperienza conclusa dopo otto giornate.

Vive a Iglesias e lavora presso il Comando di Polizia Municipale.

Brano tratto dal libri “80 anni di calcio rossoblù Monteponi Iglesias 1925-2005”, di Franco Reina, Giampaolo Cirronis Editore.

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Number one!!! Sotto tutti i punti di vista. Giocatore straordinario, Rafael Pascual ha vissuto a Sant’Antioco alcune stagioni indimenticabili, tappe fondamentali sia per la promozione dell’Olimpia in serie A, sia per la sua crescita personale, proseguita con la maglia dell’Alpitour Cuneo, con la Nazionale spagnola e con tantissime squadre di “mezzo mondo”. Per alcuni anni venne incoronato miglior schiacciatore al mondo!
Rafael Pascual, nato a Madrid il 16 marzo 1970, arrivò a Sant’Antioco quando aveva 23 anni, alla vigilia della stagione 1993/1994, in A2, proveniente dal Club Voleibol Almería (aveva iniziato a giocare a 15 anni, e con il Bomberos de Barcelona arrivò in Superliga nelle stagioni 1988-89 e 1989-90. Successivamente giocò con l’Universidad de Granada ed il Club Voleibol Gran Canaria). Fece il suo esordio nella squadra di Radames Lattari poche ore dopo l’arrivo nell’Isola, nella prima delle due sfide dell’Italian Open con il Charro Padova, manifestazione coda della stagione 1992/1993. Il suo fu un autentico show! Attaccò come un indemoniato da tutte le posizioni, trascinando la squadra ad una vittoria schiacciante: 3 a 0 (15-11, 15-10, 15-12). Il suo score personale fu incredibile, considerati i punteggi minimi dei parziali: 7 punti e 24 cambi palla!
Da quel giorno la sua è stata un’ascesa irresistibile, il suo inserimento fu la classica ciliegina su una torta già ben farcita dalla società, guidata dal presidente Antonello Aste, dal direttore sportivo Nereo Baliello e dagli altri dirigenti guidati da Tore Solinas, che in estate completò l’organico con alcuni inserimenti di grandissima qualità. Con Rafael Pascual e Krzystof Stelmach, i fratelli Esteban e Manuel De Palma. Giorgio Baldi e Mimmo Polito, Giorgio Esposito e Waldemaro Gustinelli, i giovanissimi Mario Bonamici, Sandro Stangoni ed Alessandro Mascia e, soprattutto, capitan Giuseppe Lai, l’Olimpia conquistò una storica promozione in A1!
L’annata in A1 fu importante per la promozione del movimento, con l’arrivo in Sardegna di tutti i grandi del volley nazionale ed internazionale (tra iquali goi azzurri Andrea Zorzi, Lorenzo Bernardi, Andrea Lucchetta, Andrea Giani, Luca Cantagalli, Ferdinando De Giorgi, Pasquale Gravina, Andrea Gardini, Paolo Tofoli, Samuele Papi, Marco Bracci, solo per citarne alcuni) non altrettanto per i risultati, condizionati anche da qualche scelta di mercato sbagliata che portò a smantellare parzialmente l’organico protagonista della storica promozione, con l’inserimento di alcuni giocatori il cui rendimento si rivelò inferiore alle attese. Arrivò, inevitabile, la retrocessione immediata in A2…
Rafael Pascual era giocatore tecnicamente immenso e dalle caratteristiche inimitabili ma anche dotato di un’incredibile generosità e di rarissime qualità umane. Al termine di ogni partita vinta (o persa, come accadde spesso nell’anno della A1), si fermava senza limiti di tempo con i ragazzi, molti giovanissimi, che affollavano il Palazzetto dello sport di via Rockfeller, a Cagliari, e lo assediavano letteralmente per firmare autografi. Non si sottraeva mai all’abbraccio entusiastico e non mostrava mai segni di insofferenza (come, purtroppo, accade ancora oggi a molti calciatori, anche i più idolatrati dai tifosi).
Rafael Pascual è rimasto nei cuori di tutti, dei tifosi dell’Olimpia e di quanti, ed erano tantissimi, allora si avvicinarono al volley in tutta la Sardegna.
Lasciata Sant’Antioco, Rafael Pascual approdò all’Alpitour Cuneo nell’estate 1995, per giocare al fianco di Samuele Papi, Ferdinando De Giorgi, Andrea Lucchetta e Claudio Galli. Nella prima stagione vinse quattro trofei: una coppa Italia, una Supercoppa italiana, una Supercoppa europea ed una coppa CEV. Nella seconda stagione una coppa delle Coppe ed una Supercoppa europea; nella terza la seconda coppa delle Coppe consecutiva; infine, nella quarta ed ultima stagione in Piemonte, la Coppa Italia e la Supercoppa italiana contro la Sisley Volley di Treviso, squadra dominatrice di quel periodo, nella quale militavano Pasquale Gravina, Lorenzo Bernardi, Samuele Papi e Damiano Pippi.
Nell’estate del 2000 Rafael Pascual lasciò Cuneo ed andò a giocare in Giappone, al Panasonic Panthers di Osaka, dove rimase un solo anno. Da lì in avanti cambiò spesso squadra, prima lo Stade Poitevin di Poitiers in Francia, poi tornò in Italia, al Top Volley di Latina, a Perugia e a Gioia del Colle.
Ancora in Spagna, al Club Voleibol Pòrtol di Palma di Maiorca, ritorno a Gioia del Colle, poi in Grecia, nel Panathinaikos Athlitikos Omilos, dove lasciò a metà stagione per andare a giocare in Portorico, nei Patriotas de Lares.
Il “giro del mondo” di Rafael Pascual proseguì con il ritorno nella massima serie italiana nella stagione 2005-06, nella Callipo Sport di Vibo Valentia, alla quale seguirono due stagioni con la maglia della Materdomini Volley di Castellana Grotte, Una breve esperienza in Bulgaria, nel CSKA Sofia. Nel 2007, a 37 anni, vinse il Campionato europeo con la sua Nazionale.
Firmò, infine, con l’Association Sportive Orange Nassau, in Francia, dove però decise di appendere le scarpette al chiodo con due anni di anticipo rispetto alla conclusione del contratto.
Giampaolo Cirronis

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Nino Falchi, una delle icone del calcio rossoblu dell’Iglesias e sardo per quasi mezzo secolo. Iniziò a giocare nella Monteponi ragazzi di Angelino Salis. Dopo la trafila nelle giovanili fece l’esordio in prima squadra nel campionato di IV serie 1957/1958 con l’allenatore Piccione. Con lo scioglimento della Monteponi passò al Cagliari di Stefano Perati per il campionato di B 1959/1960, dove bagnò il suo esordio con il Verona. Si dice che alla fine della stagione 1958/1959, prima del suo passaggio al Cagliari, il mitico Fulvio Bernardini allenatore della Lazio, lo avesse adocchiato per le sue qualità, ma la fine non si fece nulla.

Ala di ruolo, dotato di buona tecnica, dribbling e buona corsa, la sua caratteristica migliore era quella di involarsi sulla fascia puntando e superando il suo avversario al fine di pennellare palloni invitanti dal fondo per i suoi compagni in area di rigore. Dopo le tre stagioni di Cagliari, due delle quali in serie C, Nino varcò il mare per giocare prima con il Grosseto e poi con la Narnese, disputando con quelle squadre campionati di serie C e D. Alla fine dell’esperienza continentale, rientrò definitivamente in città per disputare con la squadra rossoblù dell’Iglesias il campionato dilettanti 1967/1968. Con i minerari di Iglesias disputò 6 campionati consecutivi, 2 dei quali in serie D, i quali sommati ai 2 precedenti giocati con la Monteponi, sono 8 in totale, per 176 presenze e 62 reti.

Alla fine del campionato di serie D 1972/1973, continuò a giocare come giocatore-allenatore, prima nel Domusnovas, poi nel San Giovanni Suergiu. Una volta appese le scarpette al fatidico chiodo, incominciò ad allenare, guidando Cortoghiana, Fersulcis, Assemini, Iglesias, Decimoputzu e Villacidrese, vincendo tra l’altro molti campionati.

Nel 1998/1999, Nino Falchi lasciò definitivamente anche la panchina e da allora vive alla periferia di Iglesias da pensionato. Recentemente ha pubblicato il libro della sua storia ed ha festeggiato i suoi primi 80 anni.

Brano tratto dal libro “80 anni di calcio rossoblù Monteponi Iglesias 1925 -2005”, di Franco Reina, Giampaolo Cirronis Editore.

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Ugo Corda è stato per oltre un quarto di secolo uno dei grandi protagonisti, prima da calciatore, poi da allenatore, del calcio sulcitano. Originario di Carbonia, iniziò a giocare al calcio con la squadra giovanile dell’Orione di Carbonia. Conclusa l’attività giovanile sembrava che dovesse passare al Carbonia in serie D, ma visti gli scarsi risultati per il tesseramento finì per giocare con il Cortoghiana nei dilettanti. Dopo alcuni campionati dilettantistici arrivò finalmente a coronare il suo sogno di giocare con la squadra della sua città, in serie D. Al termine del campionato 1968/69, conclusosi con la retrocessione del Carbonia nei dilettanti, lasciò la squadra biancoblù per passare all’Alghero, sempre in serie D. Dalla squadra catalana arrivò a Iglesias nella stagione 1972/73, in serie D, con Alvaro Amarugi presidente e Mariano Dessì allenatore. In rossoblù ha giocato 5 campionati consecutivi, tutti in serie D, per un totale di 157 partite e 7 reti.

Elemento dotato di buona tecnica e di un ottimo sinistro, ma anche giocatore di grande personalità e di un carattere forte, veniva considerato l’allenatore in campo, doti sulle quali il tecnico Mariano Dessì faceva grande affidamento, facendolo giocare in mezzo al campo da centromediano metodista con compiti sia di interdizione che di impostazione. Lasciato il sodalizio rossoblù al termine della stagione 1976/77, ha giocato prima con il Portoscuso, per poi tornare in serie D con il Carbonia.

Conclusa la carriera da calciatore, è rimasto nell’ambiente da allenatore ed ha guidato il Carbonia in serie C/2, il Carloforte, la Fermassenti e la Sguotti. E’ morto nel mese di maggio 2019, all’età di 75 anni.

Brano tratto dal libro “80 anni di calcio rossoblù Monteponi Iglesias 1925-2002”, di Franco Reina, Giampaolo Cirronis Editore

 

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Uno dei migliori talenti del calcio sulcitano degli anni ’70 è stato sicuramente Fulvio Cabiddu. Originario di Cortoghiana, iniziò a giocare al calcio nei NAGC del Cortoghiana, per passare successivamente alle giovanili del Cagliari. Durante il NAGC il giovanissimo Fulvio Cabiddu arrivò tra i primissimi posti a Coverciano nelle selezioni di categoria a livello nazionale. Conclusa l’esperienza con il Cagliari Primavera, passò all’Iglesias per disputare il campionato di Promozione 1971/1972.

Giocatore non molto dotato fisicamente, per il modo di giocare era considerato il classico centrocampista dai piedi buoni, utile sia nella fase di impostazione del gioco sia in quella di interdizione, nonché elemento tenace e determinato. Alla fine del campionato di serie D 1973/1974 Fulvio Cabiddu lasciò l’Iglesias per giocare con il Vittoria in Sicilia, sempre in serie D. Dopo avere contribuito a portare la squadra siciliana in serie C, rientrò in rossoblù alla vigilia del campionato 1978/1979, con l’Iglesias ancora in serie D. Ha giocato con i rossoblù 8 campionati, 2 in Promozione e 6 in serie D, per un totale di 202 presenze e 16 reti, intervallate da 4 stagioni trascorse a Vittoria. Lasciata la squadra rossoblù in Promozione alla fine del campionato 1982/1983, continuò a giocare ancora per qualche stagione con il Cortoghiana.

Abbandonata l’attività agonistica iniziò quella di allenatore, guidando tra l’altro lo stesso Cortoghiana, il Teulada, Tratalias, Rio Narcao, Carloforte e Villacidro.

Fulvio Cabiddu oggi vive a Cortoghiana, ha lavorato presso l’Azienda Regionale Trasporti (Arst), prima Fms, è in pensione dal 2018 ed è stato consigliere comunale a Carbonia.

Brano tratto dal libro “80 anni di calcio rossoblù Monteponi Iglesias 1925-2005“, di Franco Reina, Giampaolo Cirronis Editore.

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Pinuccio Dettori è stato un grande uomo di sport. Primatista italiano nel salto in alto dal 1941 al 1957 con metri 1,85, due volte nazionale, campione italiano 2ª e 3ª serie nel ’40, secondo agli assoluti nel ’41 e ’46, secondo agli Studenteschi del ’39 e vittorioso in gare nazionali a Roma, Torino, Napoli, Parma e Milano, si qualificò per le Olimpiadi a Firenze nel 1940, con la misura di 1,85, ma non poté rappresentare l’Italia nella rassegna iridata per lo scoppio della guerra.

Divenne allenatore federale di atletica e, sotto la sua guida, crebbero atleti di assoluto valore quali Franco Sar, Antonio Ambu, Giacomo Multineddu ed Angelo Defraia.

A Carbonia conobbe e sposò Angela Beccheroni, con la quale ebbe due figli: Manlio, scomparso a soli 25 anni in un tragico incidente automobilistico; e Lilia, docente liceale.

Maestro elementare, ha dedicato la sua vita alla formazione dei giovani, nella scuola e nello sport. A lui si deve la realizzazione del campo sportivo di Corso Albania, al quale poi Aldo Carboni diede i crismi dell’ufficialità.

Pinuccio Dettori nel 1996 partecipò all’inaugurazione del complesso sportivo di via Balilla che, dopo la sua scomparsa, gli è stato intitolato.

Pinuccio Dettori era nato a Sassari il 21.03.1920, è morto a Carbonia il 13.02.2004.

Brano tratto dal libro “Dalla Carbosarda alla Pol. Carbonia – Io c’ero”, di Elvio Verniani, Giampaolo Cirronis Editore

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Alessio Rondelli è nato a Carbonia il 19 ottobre 1975. Si è dedicato fin da giovanissimo ad una disciplina sportiva bella quanto impegnativa qual è il full contact, raggiungendo presto i vertici nazionali e poi quelli europei e mondiali.

Di seguito i risultati raggiunti.

1995: campione italiano dilettanti 3ª serie full contact Wako categoria 81 kg.

1996: campione italiano dilettanti 2ª serie full contact Wako categoria 81 kg.

1997/1999/2000/2001: campione italiano dilettanti 1ª serie full contact Wako categoria 81 kg.

Caorle 1999/Jugoslavia 2001: medaglia di bronzo ai campionati del mondo full contact Wako categoria 81 kg con la maglia azzurra.

Mosca 2000: medaglia di bronzo ai campionati europei full contact Wako categoria 81 kg con la maglia azzurra.

2001: vincitore del torneo internazionale di Casablanca (full contact Pro Italia-Marocco).

2001: campione italiano professionisti Wako – Pro full contact categoria 81,400 kg.

Dal 2004 al 2007 – 2 volte nel 2007: campione del mondo professionisti Wako – Pro full contact categoria 78,100 kg.

2003 e 2004: campione italiano universitario di boxe categoria 81 kg.

2008: campione internazionale WBF di boxe professionisti categoria mediomassimi.

2009: campione intercontinentale WBF di boxe professionisti categoria mediomassimi.

 

Brano tratto dal libro “Dalla Carbosarda alla Pol. Carbonia – Io c’ero”, di Elvio Verniani, Giampaolo Cirronis Editore