La ASSL di Carbonia è l’unica, in Sardegna, a non avere la macchina per processare i tamponi, strumento necessario ed indispensabile per accertare i casi di positività al Covid-19.
La Regione Autonoma della Sardegna, per fare fronte all’emergenza creata dalla diffusione del Coronavirus, ha creato la rete dei laboratori regionali di diagnosi molecolare, dalla quale – inspiegabilmente – è rimasta fuori la ASSL di Carbonia, con il suo laboratorio Analisi dell’ospedale Sirai.
In soccorso alla “inspiegabile” esclusione della ASSL di Carbonia dall’intervento della Regione, è intervenuta una donazione della Fondazione di Sardegna, destinata a dotare della preziosa apparecchiatura, con il laboratorio di Analisi dell’ospedale Sirai di Carbonia, anche il Policlinico “Duilio Casula” – Azienda Ospedaliera Universitaria di Cagliari, e a completare così il fondamentale programma di contrasto e prevenzione alla diffusione del Coronavirus, con l’effettuazione dei tamponi su larga scala tra la popolazione.
I test diagnostici in uso in Italia per l’accertamento della positività al Co-vid-19, sono basati sulla metodica molecolare di reazione a catena della polimerasi (Pcr), messa a punto in base alla sequenza genetica del virus Sars-cov-2. Con il “tampone” viene impiegato un po’ di muco (infetto se il Sars-cov-2 è presente), prelevato dal naso o dalla faringe e viene eseguita la Pcr, per accertare la presenza del virus nell’orofaringe.
La Fondazione di Sardegna aveva già deciso di sostenere le Istituzioni e le Organizzazioni della società civile della Sardegna nel contrasto agli effetti dell’emergenza Covid-19, stanziando un fondo straordinario di 2,4 milioni di euro per i primi interventi di carattere sanitario e sociale necessari nella prima fase di emergenza. Tra questi, in accordo con la Regione Sardegna, sono stati acquistati 60 ventilatori polmonari da mettere a disposizione del Sistema sanitario regionale.
Sono trascorsi ormai quasi due mesi dall’intervento della Fondazione di Sardegna con la donazione delle risorse necessarie per l’acquisto del macchinario, ma al laboratorio Analisi dell’Ospedale Sirai, di questo, non c’è traccia. L’Azienda Ospedaliera Universitaria di Cagliari ha ricevuto la donazione, effettuato l’ordine e, a fine luglio, avrà a disposizione un macchinario all’avanguardia, che consentirà di completare la rete dei laboratori di diagnosi molecolare nella Città Metropolitana di Cagliari.
E la ASSL di Carbonia? Perché il macchinario non è ancora a disposizione del laboratorio Analisi dell’ospedale Sirai e, stando alle informazioni raccolte che si spera non trovino conferma, non sarebbe stato neppure ordinato, nonostante la Fondazione di Sardegna abbia messo a disposizione, con una donazione, le risorse necessarie?
Il sistema sanitario pubblico, nel Sulcis Iglesiente, negli ultimi anni ha registrato ripetuti ridimensionamenti e tagli, con una crescita esponenziale della mobilità passiva, la “fuga” di diverse eccellenze in campo medico, disagi crescenti per quelle eccellenze che “resistono” (fino a quando?). I sindaci, negli ultimi mesi, si sono mobilitati per dire basta e rivendicare la “restituzione” di quanto è stato negli anni sottratto alla Sanità del territorio, e a tranquillizzarli non basta certamente l’annuncio dell’ormai certa re-istituzione della ASL del Sulcis Iglesiente, che si rivelerebbe quasi inutile – come ha denunciato a più riprese Paola Massidda, sindaca di Carbonia e presidente della conferenza socio-sanitaria di Carbonia Iglesias – se non venisse riempita di contenuti e quindi di adeguata autorità decisionale a livello territoriale.
Razionalizzazioni, ridimensionamenti, tagli… il Sulcis Iglesiente negli ultimi anni, in campo sanitario, ne ha visto tante, ma quest’ultima, legata alla fornitura della macchina processa-tamponi, per la quale la Fondazione di Sardegna “ha donato le risorse”, rischia di diventare la “beffa” più grande.
Giampaolo Cirronis