23 November, 2024
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Pinuccio Dettori è stato un grande uomo di sport. Primatista italiano nel salto in alto dal 1941 al 1957 con metri 1,85, due volte nazionale, campione italiano 2ª e 3ª serie nel ’40, secondo agli assoluti nel ’41 e ’46, secondo agli Studenteschi del ’39 e vittorioso in gare nazionali a Roma, Torino, Napoli, Parma e Milano, si qualificò per le Olimpiadi a Firenze nel 1940, con la misura di 1,85, ma non poté rappresentare l’Italia nella rassegna iridata per lo scoppio della guerra.

Divenne allenatore federale di atletica e, sotto la sua guida, crebbero atleti di assoluto valore quali Franco Sar, Antonio Ambu, Giacomo Multineddu ed Angelo Defraia.

A Carbonia conobbe e sposò Angela Beccheroni, con la quale ebbe due figli: Manlio, scomparso a soli 25 anni in un tragico incidente automobilistico; e Lilia, docente liceale.

Maestro elementare, ha dedicato la sua vita alla formazione dei giovani, nella scuola e nello sport. A lui si deve la realizzazione del campo sportivo di Corso Albania, al quale poi Aldo Carboni diede i crismi dell’ufficialità.

Pinuccio Dettori nel 1996 partecipò all’inaugurazione del complesso sportivo di via Balilla che, dopo la sua scomparsa, gli è stato intitolato.

Pinuccio Dettori era nato a Sassari il 21.03.1920, è morto a Carbonia il 13.02.2004.

Brano tratto dal libro “Dalla Carbosarda alla Pol. Carbonia – Io c’ero”, di Elvio Verniani, Giampaolo Cirronis Editore

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Alessio Rondelli è nato a Carbonia il 19 ottobre 1975. Si è dedicato fin da giovanissimo ad una disciplina sportiva bella quanto impegnativa qual è il full contact, raggiungendo presto i vertici nazionali e poi quelli europei e mondiali.

Di seguito i risultati raggiunti.

1995: campione italiano dilettanti 3ª serie full contact Wako categoria 81 kg.

1996: campione italiano dilettanti 2ª serie full contact Wako categoria 81 kg.

1997/1999/2000/2001: campione italiano dilettanti 1ª serie full contact Wako categoria 81 kg.

Caorle 1999/Jugoslavia 2001: medaglia di bronzo ai campionati del mondo full contact Wako categoria 81 kg con la maglia azzurra.

Mosca 2000: medaglia di bronzo ai campionati europei full contact Wako categoria 81 kg con la maglia azzurra.

2001: vincitore del torneo internazionale di Casablanca (full contact Pro Italia-Marocco).

2001: campione italiano professionisti Wako – Pro full contact categoria 81,400 kg.

Dal 2004 al 2007 – 2 volte nel 2007: campione del mondo professionisti Wako – Pro full contact categoria 78,100 kg.

2003 e 2004: campione italiano universitario di boxe categoria 81 kg.

2008: campione internazionale WBF di boxe professionisti categoria mediomassimi.

2009: campione intercontinentale WBF di boxe professionisti categoria mediomassimi.

 

Brano tratto dal libro “Dalla Carbosarda alla Pol. Carbonia – Io c’ero”, di Elvio Verniani, Giampaolo Cirronis Editore

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Roberto Masili è nato a Genova il 13 dicembre del 1969. Ha iniziato la pratica del ju-jitsu all’età di 5 anni, sotto gli insegnamenti del maestro Giuliano Masili (suo padre), dando subito dimostrazione di attitudine e passione verso la disciplina sportiva.

Nel 1981 si è aggiudicato, al palazzetto dello sport di Genova, il primo campionato italiano di ju-jitsu. Negli anni successivi, fino al 1989, ha vinto 2 campionati sardi e, per due volte, nel 1986 e 1987, è stato finalista ai campionati italiani, nei quali ha conquistato altrettante medaglie d’argento.

Nel 1983 Roberto Masili si è laureato per la prima volta campione italiano di judo, sotto la guida del maestro Settimio Pelliccioni (ex campione europeo di judo, nel 1975).

Nel 1986 ha deciso di dedicarsi a tempo pieno al karate sportivo (disciplina che pratica insieme a judo e ju-jitsu dal 1982), riuscendo a raggiungere i traguardi più importanti della sua carriera. Dal 1986 al 1993, si è aggiudicato per 6 volte il titolo di campione sardo (specialità kumité) e dal 1986 al 1993, è stato per 4 volte campione italiano.

Nel 1991, all’età di 21 anni, si è laureato per la prima volta campione europeo, al palazzetto dello sport di Cagliari, battendo l’atleta olandese Andreas Miller e si è ripetuto nel 2000.

Nel 2001, in Romania, e nel 2006 in Olanda, ha conquistato il titolo mondiale I.K.F. Roberto Masili è stato titolare della Nazionale di karate dal 1990 al 1999, titolare del GS nazionale Vigili del fuoco dal 1994 al 1999 ed è stato premiato dal Comitato Atleti Azzurri d’Italia.

Brano tratto dal libro “Dalla Carbosarda alla Pol. Carbonia – Io c’ero”, di Elvio Verniani, Giampaolo Cirronis Editore

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Per molti anni, nel Sulcis Iglesiente, le bocce (specialità raffa) sono state considerate uno sport minore, dopolavoristico più che agonistico, riservato quasi esclusivamente a quanti erano avanti con gli anni, prevalentemente pensionati…
Per molti anni…fino a quando…sono arrivati loro, i fratelli Massimo e Sandro Deias. La loro ascesa, a cavallo tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, quando erano giovanissimi, fu perentoria. I primi successi a livello regionale, lo sbarco oltre Tirreno, i piazzamenti in tornei prestigiosi fino alla definitiva consacrazione con la conquista dei titoli italiani!!!
Nel Sulcis Iglesiente ma, più in generale in tutta la Sardegna, tanti allora scoprirono le bocce, che diventarono uno sport per tutti e, ai massimi livelli, per i giovani. Sandro aveva appena superato i 20 anni, Massimo non li aveva ancora…Sulla loro scia è cresciuto l’intero movimento, anche a Carbonia – grazie all’impegno del Circolo Comunale guidato da Michele Collu, sono emersi altri giocatori di buon livello e per alcuni anni Carbonia è stata al centro delle cronache sportive nazionali anche nelle bocce.
Ma le bocce erano e sono rimaste uno sport povero. Massimo e Sandro Deias con le bocce non si sono certamente arricchiti ma…hanno risolto il loro problema principale, quello del lavoro. Grazie alle bocce hanno iniziato la carriera di rappresentanti, insieme al fratello maggiore Roberto, scomparso qualche anno fa in età ancora giovane…
Inevitabilmente, gli impegni lavorativi, con il passare del tempo li hanno distratti dall’impegno agonistico.
Recentemente hanno ripreso a giocare ma i risultati, inevitabilmente, non sono e non potranno più essere quelli che li portarono 39 anni fa alla ribalta nazionale!
A Carbonia, da qualche anno, l’attività ha ripreso vigore grazie all’entusiasmo e agli sforzi compiuti dall’ASD Circolo Bicciofilo Comunale guidato dal presidente Luca Saiu.
Giampaolo Cirronis

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In questi giorni di Primavera caratterizzati dalla paura di un nemico invisibile che ha fatto e continua a fare ogni giorno tante vittime, ci costringe ad un isolamento forzato e limita ai minimi termini i contatti tra le persone, tutto accade in un’atmosfera surreale, anche gli eventi più tristi.

Stamane è arrivata la notizia della prematura scomparsa di Livio Rivano, 71 anni, carabiniere in pensione, grande sportivo, già consigliere comunale di Portoscuso, amante del mare e di tutto ciò che gli ruota attorno, persona di grande umanità.

Conoscevo Livio Rivano da moltissimi anni, sapevo di godere della sua stima che non perdeva mai occasione di dimostrarmi ogni qualvolta ci si incontrava, era quasi sempre di buonumore, con il sorriso sul volto.

Le limitazioni imposte dai decreti del presidente del Consiglio dei ministri e dalle ordinanze del presidente della Regione, purtroppo, non consentiranno agli amici e conoscenti di partecipare alla cerimonia funebre, ma idealmente, l’intera comunità di Portoscuso e del Sulcis, dove aveva tantissimi amici, saranno al suo fianco per accompagnarlo in quest’ultimo viaggio.

Per ricordarlo, riporto quanto ha scritto stamane il sindaco di Portoscuso, Giorgio Alimonda, nella pagina facebook “Portoscuso Insieme”, con allegate due fotografie: una risalente al periodo dell’esperienza maturata in Consiglio comunale, l’altra con un amico su una barca a vela…

Giampaolo Cirronis

«Ci ha lasciati questa notte Livio, un carissimo amico, non solo personale ma di tutta la nostra Comunità. Non perdeva occasione per dare, con giovialità e simpatia, suggerimenti e spunti per il migliorare e far fare bella figura alla sua Portoscuso. Una cittadina che non ha mai voluto abbandonare anche quando da Carabiniere, dopo le sue esperienze sportive di alto livello, aveva preso servizio a Cagliari e dove, molto stimato per il suo delicato e importante servizio, si recava giornalmente per tanti anni.
Appassionatissimo di sport, dopo essere stato atleta olimpionico, unico caso fino ad oggi a Portoscuso, si è dedicato in particolare alla pratica e alla promozione del nuoto, della corsa e della vela, sua grande passione.
Lo ricordiamo e lo ringraziamo anche per il suo contributo da amministratore comunale e di persona sempre attiva, specialmente in ambito sportivo, dove non mancava mai il suo apporto con la sua carica e capacità di organizzatore di eventi, competizioni agonistiche e di richiamo turistico sportivo.
Livio mi mancherà e ci mancherà tantissimo, un forte abbraccio e sentite condoglianze alla sua cara famiglia, alla moglie ed ai figli che ha amato moltissimo.»

Giorgio Alimonda

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E’ una Pasqua diversa, per tutti, nell’intera comunità universale. Il Coronavirus in questa prima parte del 2020 ha letteralmente sconvolto la nostra vita, provocato decine di migliaia di vittime, tante altre, purtroppo, ne provocherà nelle prossime ore, nei prossimi giorni e settimane, forse anche nei prossimi mesi…L’uomo aveva conosciuto una Pasqua simile soltanto in altre cinque occasioni, in oltre due migliaia di anni (nel 541-542, con la peste di Giustiniano, che fece tra 50 e 100 milioni di morti; nel 1347, la Peste nera che si diffuse tramite i roditori e in Europa fece quasi 20 milioni di morti, e venne sconfitta nel 1353; la peste del 1630, diffusasi tra il 1629 ed il 1633, nota anche come peste manzoniana, che fece 1.100.000 morti; l’influenza spagnola, diffusasi tra il 1918 ed il 1920, che infettò circa 500 milioni di persone nel mondo, provocando almeno il 10% di morti, oltre 50 milioni; e, infine, l’influenza asiatica, pandemia di origine aviaria, che negli anni 1957/1960, fece circa due milioni di morti)

E’ una Pasqua assolutamente inedita, sia dal punto di vista religioso, sia da quello civile, da sempre caratterizzato da grandi festeggiamenti, pranzi in famiglia e tra amici, in casa o in vacanza, in giro per il mondo (quando si ha la possibilità di viaggiare), vigilia di una giornata, il Lunedì dell’Angelo, la Pasquetta, ancora più allegra e spensierata, da trascorrere al mare, in campagna o in montagna. Una Pasqua ed una Pasquetta rinchiusi in casa, in solitudine, che chi vivrà non potrà più dimenticare…

E’ una Pasqua diversa per tutti, ma resta una tappa transitoria, che rispettando le regole imposte a tutti noi dalle Istituzioni per contenere e prevenire la diffusione del virus, potremo presto metterci alle spalle. Non potranno farlo, purtroppo, le vittime di questo terribile nemico invisibile che si è introfulato tra noi e cerca, in ogni modo, di alimentare quanto più possibile il suo già terribile progetto distruttivo. E non potranno farlo i familiari delle vittime, così brutalmente colpite, che non hanno avuto neanche la possibilità di dare l’estremo saluto ai loro cari e assai difficilmente, anche in futuro, potranno ritrovare la serenità perduta, perché il dolore è troppo grande…

Anche in questa giornata di festa, dai più vissuta nelle rispettive abitazioni, sono tanti coloro che continueranno a lavorare, negli ospedali e nelle altre strutture sanitarie, ma anche nelle Istituzioni e nei presidi di Polizia, per assistere chi lotta contro questo terribile nemico invisibile…e questo pomeriggio, come ogni giorno ormai da oltre un mese, arriverà il bollettino della Protezione civile, a dirci quante vittime il Coronavirus ha fatto oggi in Italia e quanti sono coloro che sono stati contagiati nelle ultime ore, sicuramente ancora tanti, troppi, anche se negli ultimi giorni è emerso qualche timido segnale di inversione di tendenza…

E’ una Pasqua triste, come non l’avevano mai conosciuta, che trascorreremo ricordando prima a noi stessi e poi agli altri, che al di là degli sforzi che portano avanti da diverse settimane e continueranno a produrre con grande spirito di sacrificio e straordinaria solidarietà, medici, infermieri, tutto il personale delle strutture sanitarie, spesso ancora oggi non nelle migliori condizioni logistiche per la carenza degli strumenti necessari a “combattere il nemico” (il sistema sanitario pubblico nazionale italiano, pur all’avanguardia nel mondo, non era preparato per affrontare e sconfiggere in tempi brevi una simile pandemia e, ad emergenza finita, dovrà essere sicuramente rivisto e corretto), l’arma migliore e più efficace per vincere la sfida che ci ha lanciato il Coronavirus, è nella disponibilità di ciascuno di noi!

Innanzitutto, RESTIAMO A CASA! E quando proprio non possiamo fare a meno di lasciare le nostre abitazioni, per ragioni di lavoro (la nostra economia ha subito un tracollo senza precedenti e va sostenuto subito per evitare di intraprendere una strada senza uscita), sanitarie (andare in farmacia o a sottoporci a cure per le tante altre patologie che, purtroppo, non sono state cancellate dall’irruzione del Coronavirus) o di approvvigionamento viveri (da fare con coscienza e senso di responsabilità), tuteliamo noi stessi e gli altri, utilizzando correttamente i dispositivi di protezione individuale (DPI), ormai entrati nel linguaggio comune.

L’emergenza delle scorse settimane, quando trovare le mascherine protettive era praticamente impossibile, è stata in larga parte superata, perché le Istituzioni hanno provveduto a reperire sul mercato, soprattutto quello internazionale, ingenti quantitativi di mascherine, e perché un po’ ovunque si è sviluppato uno straordinario senso di solidarietà, attraverso la produzione artigianale. Anche nel Sulcis Iglesiente si sono moltiplicate, giorno dopo giorno, le produzioni, come abbiamo documentato a più riprese, e oggi, giorno di Pasqua, vogliamo segnalare le mascherine chirurgiche “agricole” create a Sant’Antioco dall’atelier di moda di Cristiana Marongiu, evoluzione del lavoro avviato dal team Salidu-Pinna-Marroccu, Le mascherine ci accompagneranno probabilmente a lungo nella nostra vita quotidiana, queste ci regalano almeno un sorriso…

Nonostante tutto…Buona Pasqua…rigorosamente A CASA!

Giampaolo Cirronis

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La vita di ciascuno di noi è costellata di gioie e dolori ma non dobbiamo smettere mai di coltivare dei sogni che, prima o poi, riusciremo a realizzare…
Modesto Melis (nato a Gairo l’11 aprile 1920, morto a Carbonia il 9 gennaio 2017), negli ultimi anni della sua vita terrena, tra i tanti sogni, ne ha coltivato due che è riuscito a realizzare…
Il primo, il 14 settembre 2014, quando, 69 anni dopo, è tornato a Mauthausen e Gusen, in Austria, in due degli oltre 42.000 campi di concentramento creati dai Nazisti e dai loro Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale, i luoghi che hanno segnato così profondamente gli anni della sua giovinezza, dai quali è riuscito a tornare miracolosamente vivo…
Il secondo, l’11 aprile 2015, il giorno del suo 95° compleanno, quando si è lanciato con il paracadute nel cielo di Serdiana, da 4.500 d’altezza, rivivendo in una manciata di minuti le fortissime emozioni di quando era giovane paracadutista…
Le emozioni che Modesto Melis ha saputo trasmettere, prima e dopo quei due eventi, ai suoi cari e a chi ha avuto la fortuna di stargli vicino, resteranno incancellabili, insegnamenti di vita straordinari per le presenti e future generazioni…
Nel 2014, alla vigilia del suo 94° compleanno, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha conferito a Modesto Melis, l’onorificenza di Cavaliere.
Sono tra quanti, negli ultimi anni della sua vita, hanno avuto la fortuna di stare vicino a Modesto Melis e, con il fondamentale apporto dell’autore Giuseppe Mura, ho avuto il privilegio di pubblicare il libro che racconta la sua storia: “L’animo degli offesi”.
CIAO MODESTO
Giampaolo Cirronis
 

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La gravissima emergenza creata dalla diffusione del Coronavirus, sta facendo emergere quotidianamente uno straordinario spirito solidaristico tra persone, associazioni, intere comunità. Esempi, in tal senso, si registrano a tutti i livelli ma una sottolineatura particolare la meritano quando arrivano da chi, nel corso della vita, è stato meno fortunato ed è chiamato ad affrontare ogni giorno grandissimi sacrifici. Merita una segnalazione ed un elogio l’iniziativa assunta ieri dall’A.S.D. Polisportiva Girasole di Carbonia, associazione che da diversi anni si occupa della promozione e del sostegno dell’attività sportiva di atleti paralimpici, con la donazione della somma di 2.000 euro al Centro Operativo Comunale di Protezione Civile, attivato dal sindaco di Carbonia, Paola Massidda, con ordinanza n. 31 del 13 marzo 2020, per coordinare tutti gli interventi necessari a fronteggiare l’emergenza da Covid-19. Il COC sta lavorando in sinergia con le associazioni presenti nel Piano di Protezione Civile e con tutti gli altri sodalizi e le formazioni sociali il cui contributo può essere utile in un periodo emergenziale come questo, caratterizzato dall’epidemia da Covid-19.

«L’emergenza sanitaria ha provocato la sospensione di tutte le attività della nostra Polisportiva e, soprattutto, le trasferte che ogni anno facciamo con i nostri atleti per partecipare a vari eventi sia in Sardegna sia nella Penisolaspiega il presidente Enzo De Nardised abbiamo deciso di destinare 2.000 del nostro mini bilancio annuale alle iniziative utili a fronteggiare l’emergenza da Covid-19, a sostegno delle tante famiglie che si trovano in condizioni di estrema difficoltà sociale.»

E’ auspicabile che l’esempio dell’A.S.D. Polisportiva Girasole di Carbonia venga seguito da tutti coloro che sono in grado di dare un contributo, piccolo o grande che sia, utile ad attenuare, almeno in parte, il grave disagio sociale presente nella città di Carbonia e nell’intero territorio.

Giampaolo Cirronis

 

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Continua ad essere Sassari, in Sardegna, la provincia con la più elevata concentrazione di casi di positività in Sardegna (complessivamente 585 su 874, il 66,93%). Nelle ultime 24 ore, sui 49 nuovi casi positivi complessivi, ben 38 sono stati riscontrati nella provincia del Nord Sardegna, 10 nell’Area Metropolitana di Cagliari, 1 a Oristano. Sono rimasti fermi i numeri dei casi positivi, nelle province di Nuoro e nel Sud Sardegna.

La provincia del Sud Sardegna, per il terzo giorno, negli ultimi cinque, non registra casi di positività, dopo quello della giovane estetista di Calasetta di ieri e i 4 del giorno precedente. Nella provincia di Nuoro, negli ultimi tre giorni, si è registrato un numero complessivo ancora inferiore di casi di positività, 3. Nella provincia di Oristano, negli ultimi tre giorni, il numero complessivo di casi di positività è stato pari a quello della provincia del Sud Sardegna, 5. Molto elevato il numero di casi nella provincia di Sassari, 88 in tre giorni, 28 quelli dell’Area Metropolitana di Cagliari.

Negli ultimi tre giorni in Sardegna sono stati registrati 5 decessi, mentre il numero di pazienti in terapia intensiva è stabile, 24, così come è sostanzialmente stabile il numero dei pazienti ricoverati con sintomi (117, 122, 123).

E’ in crescita il numero dei pazienti in isolamento domiciliare: 577 il 2 aprile, 598 il 3 aprile, 642 oggi 4 aprile. Il numero dei tamponi effettuati, oggi è diminuito rispetto agli ultimi due giorni: 469 il 2 aprile, 508 il 3 aprile, 311 oggi 4 aprile.

Giampaolo Cirronis

 

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#iorestoacasa…quante volte ce la siamo sentiti ripetere nelle ultime settimane, la parola d’ordine nella lotta contro quel nemico terribile ed invisibile che si chiama Coronavirus. Un nemico che, ad oggi 31 marzo 2020, nel nostro Paese ha già fatto 12.428 vittime, 31 in Sardegna, tiene in apprensione milioni di persone, ha già cambiato profondamente le nostre abitudini. Inevitabilmente, anche quando l’emergenza sanitaria sarà finita, resterà l’emergenza economica e…la nostra vita non sarà più la stessa…

Milioni di italiani sono chiusi in casa dall’inizio del mese di marzo, le scuole sono chiuse, la stragrande maggioranza degli esercizi commerciali sono chiusi, gli uffici pubblici hanno ridotto l’apertura ai servizi essenziali, molti altri servizi vengono assicurati con l’ormai noto sistema dello smart working, il lavoro da casa. E’ lo stesso sistema adottato dalle scuole per rendere meno traumatica la conclusione dell’anno scolastico, ormai vicina…

I DPCM del Governo Conte hanno imposto severe restrizioni, divenute sempre più rigide con il passare dei giorni e con l’aggravarsi dell’emergenza, ma i servizi essenziali sono stati sempre assicurati. E tra i servizi essenziali, indispensabile per mantenere in piedi lo stesso smart working, c’è internet, un mondo in continua evoluzione, divenuto ormai fondamentale nella vita quotidiana nella stragrande maggioranza delle persone.

In questi giorni così difficili, c’è chi è stato costretto a fermare la propria attività lavorativa e, i molti casi, accusa già forti difficoltà, alle quali le istituzioni stanno cercando di andare incontro con lo stanziamento di risorse straordinarie, e c’è invece chi non s’è mai fermato, proprio perché è chiamato ad assicurare la fornitura di servizi essenziali.

E’ il caso della Medianet, azienda nata e cresciuta a Carbonia, guidata dall’amministratore Pierpaolo Puddu, direttore generale Roberta Marchi, in continua espansione (oggi ha 24 dipendenti) che fornisce i propri servizi di telefonia e connettività internet a migliaia di clienti, da enti locali a grandi aziende, da piccole e medie imprese, a famiglie, con una rete che, dopo aver coperto l’intera provincia di Carbonia Iglesias (oggi provincia del Sud Sardegna), ha allargato i propri confini prima alla provincia di Cagliari (oggi Città Metropolitana), poi al resto del territorio regionale (già coperto al 70%); e dal 2018, con la fibra ottica FTTH (fibra ottica diretta al cliente), fornisce servizi di telefonia e connettività ad Enti, grosse e medie aziende e residenziali con prodotti dedicati e garantiti, con la possibilità di fornire contemporaneamente, lo stesso cliente, con infrastrutture diverse (radio, fibra, ecc.).

In questi giorni così difficili, anche con il ricorso allo smart working (per il 70% dei dipendenti), la Medianet sta facendo uno sforzo straordinario per garantire a tutti, in ogni angolo della Sardegna, continuità nella fornitura di un servizio che, oggi più che mai, è fondamentale per garantire i servizi pubblici, l’attività delle aziende chiamate a fornire i servizi essenziali e ai tanti cittadini che sono costretti a stare a casa, sia che lavorino sia che vogliano semplicemente tenere un contatto diretto con il mondo che li circonda, attraverso la rete.

Oggi c’è chi lavora con un solo obiettivo, il profitto. Ma c’è anche chi, è il caso della Medianet, alla ricerca del profitto, obiettivo primario per qualsiasi azienda, abbina una grande passione e, giorno dopo giorno, opera per non deludere la fiducia conquistata nei 20 anni di attività che si è messa alle spalle, con l’auspicio che la parola d’ordine #iorestoacasa…divenga, quanto prima possibile, solo il brutto ricordo di una fase terribile della nostra vita…sicuramente la peggiore dal dopoguerra ad oggi, e si possa, tutti insieme…iniziare la ricostruzione.

Giampaolo Cirronis