17 August, 2024
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IMG_6009IMG_5986IMG_6018IMG_6020L'arrivo di Modesto a Mauthausen 2Modesto Melis davanti al monumento agli italiani 2

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Grande successo, ieri sera, a Palmas Suergiu, per l’evento “Liberazione: se comprendere è impossibile, conoscere è necessario!” organizzato dall’associazione culturale Palmas Vecchio e dell’Unione Autonoma Partigiani Sardi, in collaborazione con la Società Umanitaria di Carbonia.

L’evento, che prendeva il titolo da una frase di Primo Levi, è stato un’importante occasione per raccontare, attraverso storie vissute e immagini, le atrocità dell’Olocausto e il tortuoso processo di liberazione del nostro paese attraverso la lotta di resistenza militare e politica attuata dalle forze partigiane durante la seconda guerra mondiale contro il governo fascista e l’occupazione nazista.

Il 27 gennaio del 1945 i soldati sovietici dell’Armata Rossa superarono il cancello del campo di sterminio nazista di Auschwitz e quel giorno finì ufficialmente il più grande omicidio di massa della storia avvenuto in un unico luogo; il 25 aprile 1945, alle 8.00 del mattino, via radio, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani (presenti, tra gli altri, il presidente designato Rofoldo Morandi, Giustino Arpesani e Achille Marazza), proclamò l’insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti. La Liberazione mise così fine a vent’anni di dittatura fascista e a cinque anni di guerra. «Arrendersi o perire!» fu la parola d’ordine intimata dai partigiani quel giorno e in quelli immediatamente successivi.

La serata è stata presentata da Francesco Castelnuovo, giornalista e critico cinematografico di Sky Cinema che ha moderato prima l’incontro con Massimiliano di Nicolantonio (autore del libro “All’ombra del Nocciolo” che racconta “Un viaggio che parte proprio da Palmas Suergiu e culmina a Sant’Anna di Stazzema, sterminata sotto la furia nazista”); poi quello con Modesto Melis, classe 1920, sopravvissuto al campo di concentramento nazista di Mauthausen e Giampaolo Cirronis, editore del libro “L’animo degli offesi – Storia di Modesto Melis, da Carbonia a Mauthausen e ritorno”.

Sia la storia raccontata nel libro di Massimiliano di Nicolantonio, sia quella del libro di Giuseppe Mura, con la straordinaria partecipazione del protagonista, il 95enne Modesto Melis, hanno catturato l’attenzione di tutti i presenti su quello che è stato il più grande dramma del XX secolo.

“All’ombra del nocciolo” è ambientato nel 1944: un militare e sua moglie, la figlia di pochi mesi e un ragazzo, loro nipote. La storia di una famiglia sarda che giunge in Toscana all’alba dei terribili accadimenti che sconvolgeranno quelle terre. Essi cercheranno, loro malgrado, di sfuggire le bombe, i rastrellamenti, le stragi naziste e la fame. Incroceranno le loro vite con quelle della Wehrmacht, delle Waffen-SS, dei partigiani e dei neri della 92ª Buffalo.

In questa storia i buoni lo saranno al di là della bandiera che indossano, mentre i cattivi oltre ogni umana aspettativa. Un viaggio che parte da Palmas Suergiu e culmina a Sant’Anna di Stazzema, sterminata sotto la furia nazista, intriso di speranze, disillusioni, pane raffermo e nocciole.

La serata si è conclusa con la proiezione del film “Jacob il bugiardo”, di Peter Kassovitz, protagonista il grande Robin Williams, presentato da Francesco Castelnuovo.

L'arrivo di Modesto a Mauthausen 2Modesto Melis davanti al monumento agli italiani 2

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Le atrocità dell’Olocausto e il tortuoso processo di liberazione dell’Italia verranno raccontate questa sera a Palmas Suergiu, nel corso di un incontro organizzato dall’associazione culturale Palmas Vecchio e dell’Unione Autonoma Partigiani Sardi, in collaborazione con la Società Umanitaria di Carbonia, intitolato: «Liberazione: se comprendere è impossibile, conoscere è necessario».

L’evento, che prende il titolo da una frase di Primo Levi, ha come scopo principale raccontare, attraverso storie vissute e immagini, le atrocità dell’Olocausto e il tortuoso processo di liberazione del nostro paese attraverso la lotta di resistenza militare e politica attuata dalle forze partigiane durante la seconda guerra mondiale contro il governo fascista e l’occupazione nazista.

Il 27 gennaio del 1945 i soldati sovietici dell’Armata Rossa superarono il cancello del campo di sterminio nazista di Auschwitz e quel giorno finì ufficialmente il più grande omicidio di massa della storia avvenuto in un unico luogo; il 25 aprile 1945, alle 8.00 del mattino, via radio, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani (presenti, tra gli altri, il presidente designato Rofoldo Morandi, Giustino Arpesani e Achille Marazza), proclamò l’insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti. La Liberazione mise così fine a vent’anni di dittatura fascista e a cinque anni di guerra. «Arrendersi o perire!» fu la parola d’ordine intimata dai partigiani quel giorno e in quelli immediatamente successivi.

La serata verrà presentata da Francesco Castelnuovo, giornalista e critico cinematografico di Sky Cinema che modererà l’incontro con Massimiliano di Nicolantonio (autore del libro “All’ombra del Nocciolo” che racconta “Un viaggio che parte proprio da Palmas Suergiu e culmina a Sant’Anna di Stazzema, sterminata sotto la furia nazista”).

Ospiti speciali della serata saranno Modesto Melis, classe 1920, sopravvissuto al campo di concentramento nazista di Mauthausen; Franco Boi, presidente UAPS; e, infine, Giampaolo Cirronis, direttore de “La Provincia del Sulcis Iglesiente”.

Seguirà la proiezione del film “Jacob il bugiardo”, di Peter Kassovitz, presentato dal critico cinematografico di Sky Cinema Francesco Castelnuovo.

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Si è tenuto questa mattina, nell’aula magna dell’I.I.S. “Gramsci Amaldi” di Carbonia, un nuovo open day di “Istantanee di sicurezza”, la campagna rivolta agli studenti e ai loro genitori per informare sui comportamenti responsabili durante la circolazione. Un progetto legato a un concorso a premi, che consente agli studenti di raccontare ai compagni la loro idea di sicurezza con disegni, foto o collage. L’immagine più rappresentativa diverrà cartellone autostradale per la prevenzione e sarà affisso inoltre su tutta la rete di Autostrade per l’Italia, durante il periodo dell’esodo estivo 2015. Inoltre comparirà in formato poster in tutti i rivenditori Goodyear e le autoscuole Confarca aderenti. L’iniziativa è promossa dal Moige – movimento genitori, associazione accreditata presso il ministero dell’Istruzione con la collaborazione della Polizia di Stato e con il contributo di Goodyear Dunlop Italia, Confarca, Autostrade per l’Italia e ASTM – SIAS.

L’iniziativa è stata voluta per sensibilizzare gli studenti delle quarte e quinte classi sul tema dell’educazione e sull’importanza di seguire le regole della sicurezza stradale, promuovere una cultura della legalità ed evitare che i ragazzi assumano comportamenti pericolosi, causa principale degli incidenti stradali. L’organizzazione è stata curata dal professor Maurizio Soddu.

I lavori, moderati dal giornalista Giampaolo Cirronis, direttore de “La Provincia del Sulcis Iglesiente”, sono aperti dai saluti della prof.ssa Tonina Puggioni, dirigente scolastica dell’I.I.S. “Gramsci-Amaldi”; Giuseppe Casti, sindaco di Carbonia; e del capitano Giuseppe Licari, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Carbonia.

Altamente qualificate le relazioni degli esperti che hanno sviscerato tutte le problematiche legate al tema della sicurezza delle strade, con l’esposizione di dati e filmati particolarmente significativi: Giulio Marongiu, funzionario della Polizia Stradale di Cagliari (V.Q.A.) che ha parlato delle cause degli incidenti e dei comportamenti sbagliati alla guida dei veicoli; Massimo Fornasier, comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia dei Carabinieri di Carbonia, che si è intrattenuto sulla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti ed alcool; Andrea Usai, comandante della Polizia Municipale di Carbonia, che ha parlato degli incidenti stradali in città e della necessità di modificare i comportamenti alla guida e dell’aspetto psicologico dell’utente; Cinzia Piga, volontaria della Croce Rossa Italiana di Cagliari, che ha parlato della sua lunga esperienza di volontaria sulle strade.

Molto significative e toccanti le testimonianze del fratello e della sorella di Mirko Masala e Anna Musa, due giovani vittime della strada nel Sulcis Iglesiente in tragici incidenti verificatisi rispettivamente nel 1994 e nel 2000, a Portoscuso e Villarios. Sara Carta, una studentessa della 5ª A del Liceo Classico, ha letto un toccante messaggio che Anna Musa scrisse venti giorni prima della tragedia che le costò la vita, dedicato ad un caro amico 17enne morto poche ore prima in un precedente incidente stradale.

Il convegno si è concluso con l’intervento del professor Kevin Legge che ha portato un’esperienza personale ed ha sottolineato i pericoli della guida in bicicletta ed ha presentato la pedalata per le vie della città organizzata nell’ambito del progetto “BiciSicura”, svoltasi nella tarda mattinata.

Alle 9,40 sul piazzale interno dell’istituto (per gli alunni delle classi  1ª-2ª-3ª dell’istituto e per gli alunni delle scuole medie della città), gli studenti hanno assistito a simulazioni d’incidenti e dimostrazioni pratiche d’intervento da parte delle forze dell’ordine (Polizia Stradale, Carabinieri, Polizia Municipale) e di soccorso, Croce Rossa Italiana e Vigili del Fuoco.

Secondo il rapporto Aci-Istat, nel 2013 ci sono stati 181.227 incidenti stradali con lesioni a persone, 3.385 morti e 257.421 feriti. Rispetto all’anno precedente si registra un calo significativo per tutte e tre le voci considerate, con un -3,7% sul fronte degli incidenti, -3,5% per i feriti e -9,8% per quanto riguarda i decessi. Tuttavia l’Italia resta oltre la media europea di decessi per milione di abitanti con 56,2 morti a fronte dei 51,4 registrati in ambito continentale. A farne le spese con maggior frequenza i giovani tra i 20 e 24 anni con 29.426 feriti e 305 decessi. In generale le vittime di incidenti stradali sono, 2 volte su 3, conducenti di veicoli (67,9%), seguiti, quasi a pari merito, da pedoni (16,2%) e passeggeri (15,9%). In totale i conducenti deceduti sono 2.297: tra loro 4 su 10 avevano un’età compresa tra i 20 e i 44 anni, con valori massimi registrati tra i giovani 20-24enni (219 occorrenze). Tra i passeggeri deceduti 1 su 5 è ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni, mentre per quanto riguarda i pedoni, i più colpiti sono gli anziani tra gli 80 e gli 84 anni (17,7% delle occorrenze). I veicoli più coinvolti da incidenti stradali sono le autovetture (2 casi su 3), seguite da motocicli (12,8%), autocarri (6,4%), biciclette (5,3%) e ciclomotori (4,5%). Il mezzo di trasporto più pericoloso resta il motociclo, con un indice di mortalità pari a 1,68 morti per 100 veicoli interessati; seguono biciclette (1,41) e ciclomotori (0,84). Le prime cause d’incidente sono, la distrazione alla guida, il mancato rispetto della precedenza e la velocità elevata, che sommate costituiscono il 44,5% dei casi.

La campagna coinvolge oltre 23.000 studenti, 42.000 genitori e 2.000 docenti di 75 scuole superiori in 13 regioni d’Italia, con l’obiettivo di sensibilizzarli sul tema della sicurezza stradale. Il progetto è partito ufficialmente il 24 e 25 febbraio con la formazione dei docenti, a cura di un team di esperti dell’Università “Sapienza” di Roma. Nel corso di questi appuntamenti, i professori hanno acquisito tutti gli strumenti per allestire, tra marzo e maggio, una serie di open day sulla sicurezza, rivolti ai ragazzi e alle loro famiglie. Agli studenti delle scuole partecipanti è inoltre riservato un concorso, che premierà l’immagine più significativa in tema di sicurezza stradale. L’elaborato vincitore sarà affisso, come cartellone autostradale, su tutta la rete di Autostrade per l’Italia, durante il periodo dell’esodo estivo 2015, e comparirà in formato poster in tutti i rivenditori Goodyear e le autoscuole Confarca aderenti.

Lunedì 4 maggio l’aula magna dell’I.I.S. “Gramsci – Amaldi” di Carbonia (Licei Classico, Linguistico, Scientifico, Sportivo), ospiterà un convegno organizzato nell’ambito delle iniziative per la Giornata della Sicurezza Stradale.

L’iniziativa si propone di sensibilizzare gli studenti delle quarte e quinte classi sul tema dell’educazione e sull’importanza di seguire le regole della sicurezza stradale, promuovere una cultura della legalità ed evitare che i ragazzi assumano comportamenti pericolosi, causa principale degli incidenti stradali.

I lavori, moderati dal giornalista Giampaolo Cirronis, direttore de “La Provincia del Sulcis Iglesiente”, verranno aperti dai saluti della prof.ssa Tonina Puggioni, dirigente scolastica dell’I.I.S. “Gramsci-Amaldi”; Giuseppe Casti, sindaco di Carbonia; e del capitano Giuseppe Licari, Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Carbonia.

Sono previsti i seguenti interventi:

  • Dott.  Giulio  Marongiu       Funzionario Polizia Stradale Cagliari ( V.Q.A.)
  • Ten.   Massimo Fornasier   Comandante Nucleo Operativo e Radiomobile Compagnia Carabinieri Carbonia
  • Magg. Andrea  Usai             Comandante Polizia Municipale Carbonia
  • Prof.ssa Cinzia Piga              C.R.I. – Croce Rossa Italiana Cagliari
  • Sig.ra  Cristina  Podda         Presidente A.I.F.e V.S. (Ass. Italiana Familiari e Vittime della Strada) Cagliari

Gli esperti saranno poi disponibili per rispondere alle domande dei ragazzi, fornendo approfondimenti e delucidazioni sulle questioni affrontate.

Alle 9,40 sul piazzale interno dell’istituto (per gli alunni delle classi  1ª-2ª-3ª dell’istituto e per gli alunni delle scuole medie della città), gli studenti assisteranno a simulazioni d’incidenti e dimostrazioni pratiche d’intervento da parte delle forze dell’ordine (Polizia Stradale, Carabinieri, Polizia Municipale) e di soccorso, Croce Rossa Italiana e Vigili del Fuoco.

Alle 12.00, pedalata nelle vie della città, nell’ambito del progetto “BiciSicura”, curato dal prof. Kevin Legge.

Modesto Melis ha festeggiato il suo 95° compleanno in un modo assolutamente originale e singolare per una persona “normale”, ancora di più per un nonnetto della sua “non più verde” età e, soprattutto, con una storia come la sua alle spalle. Questa mattina, sotto diverse centinaia di occhi quasi increduli per tanto coraggio, s’è lanciato con il paracadute dall’altezza di 4.000 metri in tandem con l’istruttore del centro di paracadutismo Skydive di Serdiana, Valentino Deriu. Il sogno che cullava da alcuni mesi, dopo aver realizzato, nel mese di settembre dello scorso anno, quello di ritornare nei luoghi della deportazione, a Mauthausen e Gusen, 69 anni dopo la liberazione, lo ha realizzato nella tarda mattinata di oggi, accompagnata da un tiepido sole primaverile.

Giunto al centro di paracadutismo poco prima delle 10.00, accompagnato dalla moglie Lucia, da figli e nipoti, oltre che dai soci della sezione Anmig di Carbonia, di cui è presidente, con la vicepresidente Agnese Delogu, e quelli dell’associazione A.N.P.d’I., sezione provincia di Carbonia Iglesias, di cui è socio, oltre che dal sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, e dal comandante della compagnia dei carabinieri di Carbonia, capitano Pino Licari, ha socializzato con tutti i presenti (troupe televisive, giornalisti e fotografi dei principali media della Sardegna) che hanno scattato centinaia di fotografie e realizzato numerosi filmati per documentare l’evento, si è rapidamente ambientato e poi è stato preparato dai tecnici per il lancio.

Una volta ricevute le istruzioni da Valentino Deriu e dai suoi più stretti collaboratori, immerso in una smagliante tuta gialla, è stato accompagnato nella zona d’imbarco sull’aereo che lo ha portato in quota per il lancio. A quel punto, è iniziata l’attesa per tutti i presenti. Uno dopo l’altro, sono arrivati a terra con i rispettivi paracadute, tutti i compagni di viaggio del centro di Serdiana e, infine, è stato annunciato il lancio di Modesto e Valentino, con un paracadute bianco. Un paio di minuti ed è comparsa la sagoma del paracadute che, accompagnato dal vento, è arrivato in zona d’atterraggio tra l’entusiasmo dei presenti e l’emozione dei parenti e degli amici più stretti. L’impatto con il suolo è stato dolce, come dolce è e resterà per sempre questa giornata dell’11 aprile che ha regalato ad uno degli ultimi sopravvissuti dei campi di concentramento nazisti la gioia di rivivere le emozioni di quando si lanciava, 74 anni fa, giovane paracadutista della Folgore, e ancora non sapeva quale terribile destino lo avrebbe portato, di lì a poco, nella realtà dei campi di concentramento di Mauthausen e Gusen.

Il dopo volo di Modesto Melis è stato incredibile. Solo leggermente affaticato, ha posato per altre centinaia di fotografie con parenti e amici, poi ha partecipato al rinfresco organizzato per festeggiare il suo compleanno, anche se la parte più bella della festa l’aveva ormai già vissuta con il lancio da quota 4.000 metri con il suo compagno di viaggio Valentino.

Negli ultimi dodici mesi Modesto Melis ha vissuto grandissime emozioni.

Il 10 aprile 2014 il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, gli ha conferito l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica, alla vigilia del suo 94° compleanno.

Cinque mesi più tardi è tornato a Mauthausen e Gusen, i luoghi della deportazione, 69 anni dopo la liberazione e l’ormai insperato ritorno alla libertà.

Oggi, sabato 11 aprile 2015, ha festeggiato il suo 95° compleanno lanciandosi con il paracadute.

Per una persona normale, probabilmente, ce ne sarebbe già abbastanza per poter definire esauditi tutti i desideri, dopo una vita tanto sofferta. Ma Modesto Melis, a questo punto, può davvero essere definito una persona speciale che difficilmente fermerà la sua voglia di avventura ed andrà alla ricerca di nuove esperienze. Oggi è difficile, forse impossibile, prevedere quali possano essere, ma la straordinarietà della sua vita, è solo in parte raccolta nel libro L’animo degli offesi, scritto da Giuseppe Mura e pubblicato da Giampaolo Cirronis Editore, ed integrata dagli avvenimenti che sono seguiti a quel gennaio 2013 che vide la sua prima presentazione. Modesto Melis non ha ancora finito di stupire.

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Si è svolta ieri, nella sala consiliare del comune di Portoscuso, la cerimonia di premiazione del Premio Letterario Città di Portoscuso “Su Marchesu”. Sono stati premiati i primi tre classificati e sono stati consegnati gli attestati di partecipazione ai presenti fra coloro che hanno aderito al concorso. La vincitrice è risultata Margherita Pellegrini, autrice di “Coraggio”, alla quale è andato un premio di 500 euro lordi; il secondo premio è andato ad un’autrice di Roma, Maria Cannavacciuolo, che riceverà 300 euro lordi; al terzo posto Cristina Contini, che ha ricevuto un premio di 200 euro lordi.
L’amministrazione comunale, rappresentata dal sindaco Giorgio Alimonda e dalla delegata alla Cultura Orietta Mura, ha ringraziato tutti coloro che hanno permesso la buona riuscita dell’evento culturale e in particolar modo i componenti della commissione valutatrice delle opere poetiche, composta dal dottor Silvestro Biggio; il maestro Renzo Sanna; la professoressa Valentini Zini; l’editore Giampaolo Cirronis; il dottor Daniele Pinna e la dottoressa Maria Luisa Lai.
Un ringraziamento, inoltre, è stato rivolto al presidente dell’Associazione II e III Età di Portoscuso, Nino Lugas, ex sindaco del paese, per la preziosa collaborazione ed il supporto offerto.

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Una gelida mattina del gennaio polacco del 1944 un primo drappello, avanguardia dell’armata sovietica raggiungeva un villaggio il cui nome, Oswiecim, era completamente sconosciuto al di fuori della Polonia. Nelle vicinanze del paese, chilometri di un doppio reticolato delimitavano un campo di centinaia e centinaia di baracche, allineate in lunghissime file diritte, intersecate ortogonalmente da strade che parevano allungarsi all’infinito, perdendosi nella foschia dei lontani boschi di betulle.

Così osservato da una certa distanza, tutto il complesso appariva completamente deserto ma, a mano a mano che il gruppo di militi russi, in sella a grossi cavalli pelosi, si avvicinava alla barriera di filo spinato, si videro uscire, qua e là, dalle baracche silenziose, figure macilente di larve umane, ricoperte di stracci a strisce biancoazzurre, zoppicanti scheletri viventi che sostenendosi, l’un l’altro o appoggiandosi a bastoni osservavano attoniti ed impauriti, quegli uomini in uniforme che abbattevano, per sempre i cancelli che li separavano dal mondo dei vivi.

Le SS, le temibili e spietate totenkopf, le teste di morto, così chiamate per le mostrine sulle quali ostentavano il distintivo in foggia di teschio, erano fuggite da qualche giorno, abbandonando i malati e i moribondi, trascinandosi dietro tutti i prigionieri, circa 20.000, in grado di camminare, facendo percorrere loro un viaggio micidiale, in parte a piedi, in parte in carri ferroviari aperti, nel mortale freddo invernale del nord Europa, che li uccise a migliaia prima che gli ultimi scampati raggiungessero i campi ancora efficienti all’interno del Reich. Questi viaggi dall’Est verso l’Ovest presero il nome di Marce della morte.

Era il 27 gennaio del 1944 e il nome tedesco di quel luogo, destinato ad essere tramandato quale simbolo stesso del male assoluto, era Auschwitz.

Negli anni futuri quella data sarebbe stata presa come ricorrenza della liberazione dall’orrore e dalla persecuzione, da ricordarsi, per le generazioni future, come Giorno della Memoria.

Allo scopo di onorare le vittime innocenti della crudeltà e del razzismo, e far sì che simili orribili misfatti, non si possano più ripetere, anche alla luce dei recenti avvenimenti di barbara intolleranza, lo Spi Cgil di Carbonia, con il patrocinio del comune di Carbonia, ha organizzato due incontri/conferenza con uno scampato alla retata di Ebrei italiani avvenuta a Roma nell’ottobre del ’43, l’ing. Fernando Tagliacozzo. Il primo si è svolto ieri sera al Teatro Centrale, il secondo si svolgerà oggi, dalle 9.30, sempre al teatro Centrale, riservato alle scuole.

Ospite dell’incontro sarà il cavalier Modesto Melis, sopravvissuto al lager di Mauthausen.

Una gelida mattina del gennaio polacco del 1944 un primo drappello, avanguardia dell’armata sovietica raggiungeva un villaggio il cui nome, Oswiecim, era completamente sconosciuto al di fuori della Polonia. Nelle vicinanze del paese, chilometri di un doppio reticolato delimitavano un campo di centinaia e centinaia di baracche, allineate in lunghissime file diritte, intersecate ortogonalmente da strade che parevano allungarsi all’infinito, perdendosi nella foschia dei lontani boschi di betulle.

Così osservato da una certa distanza, tutto il complesso appariva completamente deserto ma, a mano a mano che il gruppo di militi russi, in sella a grossi cavalli pelosi, si avvicinava alla barriera di filo spinato, si videro uscire, qua e là, dalle baracche silenziose, figure macilente di larve umane, ricoperte di stracci a strisce biancoazzurre, zoppicanti scheletri viventi che sostenendosi, l’un l’altro o appoggiandosi a bastoni osservavano attoniti ed impauriti, quegli uomini in uniforme che abbattevano, per sempre i cancelli che li separavano dal mondo dei vivi.

Le SS, le temibili e spietate totenkopf, le teste di morto, così chiamate per le mostrine sulle quali ostentavano il distintivo in foggia di teschio, erano fuggite da qualche giorno, abbandonando i malati e i moribondi, trascinandosi dietro tutti i prigionieri, circa 20.000, in grado di camminare, facendo percorrere loro un viaggio micidiale, in parte a piedi, in parte in carri ferroviari aperti, nel mortale freddo invernale del nord Europa, che li uccise a migliaia prima che gli ultimi scampati raggiungessero i campi ancora efficienti all’interno del Reich. Questi viaggi dall’Est verso l’Ovest presero il nome di Marce della morte.

Era il 27 gennaio del 1944 e il nome tedesco di quel luogo, destinato ad essere tramandato quale simbolo stesso del male assoluto, era Auschwitz.

Negli anni futuri quella data sarebbe stata presa come ricorrenza della liberazione dall’orrore e dalla persecuzione, da ricordarsi, per le generazioni future, come Giorno della Memoria.

Allo scopo di onorare le vittime innocenti della crudeltà e del razzismo, e far sì che simili orribili misfatti, non si possano più ripetere, anche alla luce dei recenti avvenimenti di barbara intolleranza, lo Spi Cgil di Carbonia, con il patrocinio del comune di Carbonia, ha organizzato due incontri/conferenza con uno scampato alla retata di Ebrei italiani avvenuta a Roma nell’ottobre del ’43. Un terzo incontro è in programma il 27 gennaio a Capoterra.

Il programma degli incontri:

27 gennaio – Biblioteca di Capoterra – ore 17.30 – Presentazione del libro: L’animo degli offesi – Storia di Modesto Melis da Carbonia a Mauthausen e ritorno – Autore Giuseppe Mura – editore Giampaolo Cirronis – (Carbonia). Saranno presenti l’autore, l’editore e il protagonista.

4 febbraio – Incontro con l’ing. Fernando Tagliacozzo, membro della comunità ebraica di Roma. Sfuggito alla retata nazista degli ebrei di Roma
Teatro Centrale di Carbonia ore 17.30 – ingresso libero.
Per il particolare contenuto degli argomenti trattati si sconsiglia la presenza ai minori di anni 14.

5 febbraio – Incontro con l’ing. Fernando Tagliacozzo, membro della comunità ebraica di Roma. Sfuggito alla retata nazista degli ebrei di Roma
Teatro Centrale di Carbonia ore 9.30 – Ingresso riservato alle scuole

Ospite degli incontri sarà il cavalier Modesto Melis, sopravvissuto al lager di Mauthausen.

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 Teatro Rio Murtas 2Teatro Rio Murtas 00 copia

Il Circolo / Oratorio ANSPI di Rio Murtas ha organizzato l’8ª edizione del Rio Murtas Teatro Festival. La rassegna è itinerante e coinvolgerà due comunità: Nuxis e Narcao. Gli spettacoli sono in lingua sarda. Sono previsti momenti di riflessione con mostre e dibattiti. Ingresso libero.

Questo il programma:

17 gennaio 2015, h. 18.30, c/o Centro Sociale di Nuxis

La Compagnia teatrale “SU FRAMENTU” di NURRI presenta “CHI S’INFIUDADA SA MERI” di Giorgio Pinna.

18 gennaio 2015, h. 18.30, c/o Centro Sociale di Nuxis

La Compagnia teatrale “KOMODIA” di Gonnosfanadiga presenta “VILLA FRIDA” di Giuliana Zurru e

Maria Bonaria Uccheddu.

24 gennaio 2015, h. 18.30, c/o Teatro Parrocchiale di Narcao

La Compagnia teatrale “JOSEPH TEATRUM” di Capoterra presenta “ANNARONA” di Franco Bayre.

30  gennaio 2015, h. 21.00, c/o Centro Sociale di Nuxis

La Compagnia teatrale “SANT’ELIA” di Nuxis presenta “SU SINDIGU” di Guido Cadoni.

31 gennaio 2015, h. 18.30, c/o Centro Sociale di Nuxis

Replica della commedia “SU SINDIGU”

Eventi collaterali c/o il Centro sociale di Nuxis:

  • 18 gennaio 2015 Mostra del giocatolo antico con Gianni Nocco, a cura del Circolo / Oratorio ANSPI di Sant’Anna Arresi
  • 30 e 31 gennaio 2015 Mostra di scultura, opere di Gianni Salidu
  • 30 e 31 gennaio 2015 Mostra “Il Cantico delle Creature” di P. Giulio Baldus, o.f.m. capp.
  • 30 e 31 gennaio 2015 Mostra di pittura con Paolo Arceri
  • 30 e 31 gennaio 2015 Mostra fotografica tematica di Nicola Pinna.

Presso la Scuola Media di Narcao:

Mostra per il 100° della Grande Guerra (in data da definire).

Obiettivi della mostra sono quelli di creare, tra i cittadini e gli studenti, motivazioni che li portino a ricercare nella storia generale un rapporto dialettico e costruttivo con la storia locale per una maggiore consapevolezza e comprensione dei meccanismi che regolano il rapporto presente/passato: essere cittadini consapevoli significa poter agire sulla realtà per modificarla, ma per agire sulla realtà occorre comprenderla e per comprenderla bisogna conoscere la storia.

Obiettivi specifici:

– comprensione degli elementi principali relativi agli aspetti geopolitici ed economici del periodo in esame;

– saper costruire il quadro d’insieme, nazionale e internazionale, prima e dopo la Grande Guerra;

– utilizzare i fatti storici ai fini della lettura critica dei problemi;

– sviluppare la consapevolezza della complessità del mondo contemporaneo.

La mostra si articola nel modo seguente:

– esposizione di 27 pannelli fotografici dim. 90×70;

– proiezione di un DVD e presentazione/esposizione della mostra a cura del prof. Angelo Cani;

– commenti musicali e canzoni dell’epoca a cura di Sandrina Collu e Alberto Balia;

• dibattito finale.

Presso il Ristorante Letizia di Nuxis

Books, beer and food (da confermare)

(Presentazione del Libro “L’animo degli offesi”, editore Giampaolo Cirronis, a seguire degustazione di birre artigianali con il mastro birraio e cena)

Chi di noi ha letto “Se questo è un uomo” di Primo Levi può farsi un’idea di quello che può aver patito un prigioniero dei nazisti: fame, umiliazioni, malattie. E la paura, costante, di essere tra quelli che, da un giorno all’altro, sparivano nel nulla. Il lager di Modesto Melis si chiamava Gusen ed era a circa quattro chilometri dal corpo centrale di Mauthausen. “Il ricordo dell’ultimo giorno al campo è dolce come un biscotto”, anzi come i biscotti che gli uomini delle jeep, gli americani, porsero a Modesto e ai suoi compagni di sventura che a stento, magri, ricoperti solo dai loro pigiami, camminavano ma credevano che fosse davvero finita. Era il 5 maggio 1945: Melis era entrato lì nell’agosto 1944. Internato come prigioniero politico, identificato con il triangolo rosso e marchiato con il numero di matricola 82.241. Una storia che ora è diventata un libro.

Durante l’RTF sarà attivo l’ANSPI POINT con informazioni sulla rassegna e sulla compagnia SA LANTIA, con materiale ANSPI e i libri della libreria LILITH di Carbonia.

Il Circolo/Oratorio Anspi (Associazione Nazionale San Paolo Italia) San Giuseppe nasce a Rio Murtas nel 1995, è affiliato all’Anspi nazionale attraverso il Comitato Zonale di Iglesias. Si è distinto in questi anni in particolar modo per le attività culturali: gite, conferenze, giornali interni, manifestazioni canore. Dal 2002, oltre alle attività citate, l’Anspi di Rio Murtas, si è affermata nel territorio con l’attività teatrale partecipando a manifestazioni e rassegne teatrali a livello territoriale e regionale. Dal 2007 il Circolo ha deciso di impegnarsi in prima persona organizzando una manifestazione (l’RTF, Rio Murtas Teatro Festival) che fosse promozione del teatro, della lingua e della cultura sarda e, allo stesso tempo, occasione di incontro, di valorizzazione della persona e delle risorse economiche del territorio.

La Compagnia Teatrale SA LANTIA nasce a Rio Murtas (Narcao) nel 2002, per volontà dei responsabili e degli animatori del locale Circolo ANSPI. L’impegno educativo e artistico va di pari passo. Proprio nel teatro il Circolo ANSPI ha trovato massimo coronamento. In questi anni numerosi sono stati gli spettacoli realizzati nel Sucis, nel Campidano e anche nell’Oristanese. Dal 2007 SA LANTIA cura la direzione artistica dell’RTF (Rio Murtas Teatro Festival). Il festival nasce con l’intento di portare un paese (Rio Murtas) a teatro per riscoprirsi nell’identità di un popolo, quello sardo. Nelle trascorse edizioni, a tal proposito, notevole è stato l’impegno profuso da parte degli organizzatori, per coinvolgere la comunità riomurtese e il territorio al fine di rendere gli spettatori protagonisti di un’iniziativa unica e coinvolgente. Attraverso questa rassegna, ormai giunta alla settima edizione, si esprime la volontà di valorizzare la lingua sarda attraverso il teatro, l’arte figurativa, la realizzazione di laboratori di scrittura creativa per ragazzi e di arti e mestieri legati alla cultura e alla storia del territorio del Sulcis.
Da dicembre 2007, inoltre, SA LANTIA partecipa all’Epifania Vivente, rappresentazione sacra della Natività e dell’Epifania del Signore. Nel 2008 la Compagnia intraprende un lavoro speciale e nuovo, la realizzazione di una docu-fiction dal titolo SU BOMBARDAMENTU, Gonnosfanadiga, 17 febbraio 1943. La storia è ambientata a Gonnosfanadiga e il fatto è realmente accaduto il 17 febbraio 1943: un bombardamento inaspettato uccise oltre cento persone e ne ferì più di trecento. La realizzazione dell’opera prevede l’interpretazione, da parte della compagnia SA LANTIA, di un’opera dello scrittore Giovanni Avanti (la fiction) e la selezione di immagini storiche dell’epoca e, in particolare, di Gonnosfanadiga, con rievocazioni storiche (documentario). Nel 2010 nascono anche Is Lantieddas, frutto della decisione della Compagnia di investire sui più giovani.

Il regista, Guido Cadoni, è laureato in Scienze Politiche, esperto di lingua sarda (corso regionale FOLS e universitario FILS) presso sportelli linguistici territoriali, nelle scuole (corsi agli alunni e agli insegnanti) e associazioni culturali. Conduttore radiofonico e collaboratore di diversi giornali e riviste: Sulcisiglesiente Oggi, La Provincia del Sulcis Iglesiente, Tuttomotori News, Ciclismo in Sardegna. Regista e animatore teatrale. Fondatore, nel 2002, della Compagnia Teatrale Sa Lantia di Rio Murtas, Direttore artistico del “Rio Murtas Teatro Festival”, Rassegna di Teatro in Lingua Sarda e del festival “Furriadroxus letterari”.

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Ieri, 20 dicembre, si è svolta nella splendida cornice di Villasimius, presso “Casa Todde” la IV giornata di studi numismatici “La moneta in tomba”. Il convegno, organizzato dall’associazione culturale Hermaea (archeologia e arte) in collaborazione con il museo archeologico comunale, per l’intera giornata ha visto il coinvolgimento di numerosi docenti e studiosi di fama nazionale appassionati di numismatica, che sono intervenuti per sviscerare i “misteri” racchiusi in tanti piccoli esemplari di metallo dal valore, oggi più che mai, inestimabile e per discutere delle problematiche e delle novità negli studi di numismatica in Sardegna e in particolare della moneta in tomba, in tutti i suoi molteplici aspetti e interpretazioni.

L’apertura dei lavori, ha avuto il via con i saluti dell’Amministrazione comunale di Villasimius da parte del delegato del Sindaco, il consigliere comunale Maurizio Marci ed è poi andata avanti con l’intervento del prof. Enrico Acquaro, docente dell’università di Bologna e Ravenna che ha esposto l’argomento “La moneta ibicenca dal tofet di Sulcis quarant’anni dopo”; successivamente sono intervenuti il prof. Fiorenzo Catalli, direttore medagliere del museo archeologico di Firenze con “L’uso culturale della moneta, dall’offerta in santuari all’obolo di Caronte” e la dottoressa Donatella Salvi, della soprintendenza di Cagliari e Oristano, intervenuta per parlare di  “Tombe con monete a Cagliari e Quartucciu. 8 secoli, tipologie funerarie diverse, uno stesso rito”; quindi è stata la volta del ten. col. Domenico Luppino con “Moneta in tomba e tombaroli… le monete dimenticate”.

Per concludere la prima parte dell’evento, ha preso la parola l’avvocato Michele Cappellari, appassionato di numismatica che ha presentato il suo ultimo libro dal titolo ”La monetazione dei Savoia per la Sardegna” Giampaolo Cirronis Editore. Dopo quest’ultimo intervento, gli ospiti, in compagnia degli studiosi e guidati dal dott. Alessandro Affinita, hanno visitato il museo archeologico e in seguito hanno piacevolmente degustato un buffet offerto dall’associazione culturale Hermaea.

Il convegno è poi ripreso con l’intervento del dottor Marco Piga, appassionato di numismatica che ha esposto l’argomento “Considerazioni su alcuni importanti ritrovamenti di monete puniche dalla Sardegna”; poi è stata la volta di Manuel Todde, dottore in beni culturali presso l’università di Cagliari che con le sue “Considerazioni preliminari sulla presenza della moneta nei contesti funerari e votivi punici della Sardegna” ha poi lasciato il posto alla dottoressa Carla Del Vais che ha parlato dei “Contesti tardo-repubblicani della necropoli di Othoca (Santa Severa-Santa Giusta)”; come ultimo relatore ha infine esposto il dottor Marco Muresu che ha presentato l’argomento “La moneta nelle sepolture della Sardegna bizantina”

Il convegno si è concluso con i ringraziamenti e i saluti da parte dell’associazione Hermae che si è dichiarata soddisfatta dell’esito dell’evento “partecipato e qualificato nella sua interezza” e con gli applausi dedicati alla dottoressa Elisabetta Gaudina, direttrice del museo nonché presidente dell’associazione organizzatrice del convegno che tanto si è data da fare affinché la “IV giornata di studi numismatici” segnasse un momento importante nella storia della “Moneta in tomba”.

Nadia Pische

Mirko Meloni

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