22 December, 2024
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Teatro per grandi e piccoli, suggestioni letterarie e poetiche, arte, musica e racconti: con la sesta edizione di Antas Apertas la storica compagnia di San Sperate Antas Teatro apre le sue porte e si presenta al pubblico con una selezione delle produzioni più significative e rappresentative della sua attività, che andranno in scena dal 29 ottobre al 22 dicembre nello spazio di via Arbarei 10.

«Con la riapertura dei teatri e la riconquista del quotidiano abbiamo pensato che sia giunto il momento di guardarci dentro e presentarci alla comunità con il nostro lavorosottolineano gli ideatori della rassegna un nuovo inizio, una ripartenza all’insegna della cultura, della poesia, della musica.»

Il calendario di Antas apertas prenderà il via venerdì, 29 ottobre, alle 21.00 con “Tree imaginary boys (+1)”, l’ultima produzione di Antas (anticipata da un primo studio presentato nel luglio scorso) in programma il 29, 30 e 31 ottobre. In scena l’attore Giacomo Casti, l’artista e scultore Gildo Atzori ed il musicista Francesco Medda conducono lo spettatore tra le memorie e le suggestioni di tre personaggi immaginari (più uno). Si replica sabato 30 e domenica 31.

«Dentro il totem artistico che abbiamo costruito con Francesco Medda e Gildo Atzori, c’è di sicuro l’amore e la passione che ognuno di noi tre ha per gli alberi, e c’è un immaginario che abbiamo messo in comune, un immaginario di forme, segni, suoni, memorie, storie, destinisottolinea sullo spettacolo Giacomo Casti. È un viaggio cupo quello che proponiamo, ma non nero. O almeno, bisognerebbe intendersi su cosa sia nero e cosa sia cupo, e forse non è un argomento così interessante. Di sicuro c’è molta vita, in questa evocazione che proviamo a compiere, e molto amore per chi abbiamo immaginato, protagonisti e comprimari di queste vicende, di totale immaginazione o esplicitamente ispirati a fatti realmente accaduti che siano.»

Il fine settimana successivo, tra venerdì 5 e domenica 7 novembre, l’appuntamento è con Àura, atti poetici in luogo pubblico”, uno spettacolo attorno alla poesia vista come strumento per leggere il momento storico che stiamo vivendo. Unica protagonista in scena Raimonda Mercurio. Lo spettacolo arriva a San Sperate dopo l’anteprima al Teatro Atlante di Palermo.

Terzo appuntamento della rassegna è “Rendez-vous comique”, spettacolo di clowneria con Raimonda Mercurio e Stefano Farris: un racconto tra due clown alle prese con sorprendenti sfide e prove di abilità, che ai colpi di scena preferisce la semplicità dello stupore e una scenografia fatta di oggetti inventati a partire da materiali di riciclo. Venerdì 12 e sabato 13 novembre sarà presentato ai ragazzi e ragazze delle scuole di San Sperate, domenica 14 alle 19 sarà presentato al pubblico dello spazio Antas.

L’appuntamento successivo, “Ballata del giudice bandito”, prende spunto dal romanzo “Apologo del giudice bandito”, il primo romanzo di Sergio Atzeni pubblicato da Sellerio nel 1986. In scena, da venerdì 19 a domenica 21 novembre, l’attore Stefano Farris e il musicista e cantautore Luca Marcia per la regia di Giacomo Casti.

L’ultimo fine settimana di novembre è dedicato ad Antonio Gramsci, filosofo, giornalista, politico e scrittore sardo amato e conosciuto in tutto il mondo: L’isola di Antonio. Gramsci, la Sardegna e la memoria” di e con Giacomo Casti e Francesco Medda è un reading concerto su Gramsci, il suo rapporto con la Sardegna e i suoi affetti, colto attraverso le lettere che ha inviato alla famiglia e agli amici durante i dolorosi anni di prigionia. Gli spettacoli del 26 e 27 novembre sono per le scuole, domenica 28 sarà allo spazio Antas.

“Rio Murtas”, sesto titolo in cartellone, sarà presentato tra 3 e 5 dicembre. Scritto da Anselmo Spiga, storico protagonista del teatro di San Sperate e tra i fondatori di Antas, racconta un fatto di cronaca nera realmente accaduto nel 1943, in un momento drammatico e infelice in cui l’Italia usciva dal secondo conflitto mondiale sconfitta e in preda a una generale sfiducia verso la giustizia. Unico attore in scena è Giulio Landis, le musiche sono state interamente riscritte e saranno eseguite dal vivo da Francesco Medda.

“Moby Dick, o i classici punk”, produzione recente della compagnia sansperatina è un originale e suggestivo excursus storico- letterario attraverso il capolavoro scritto da Herman Melville nel 1851, considerato un caposaldo della letteratura americana. Giacomo Casti ci condurrà in un percorso ricco di assonanze che mostrano Moby Dick incredibilmente vicino al movimento punk di New York di fine anni Settanta. Con lui sul palco una delle migliori band attualmente in circolazione nell’Isola, La Città di Notte. Appuntamento il 10, 11 e 12 dicembre.

A chiudere la rassegna un appuntamento musicale: martedì 21 e mercoledì 22 dicembre alle 21 Francesco Medda e Mauro Palmas presenteranno “Meigama”, disco di musica elettronica e liuti di prodotto da Antas. Con loro Giampaolo Mameli, artista e ceramista di San Sperate, che ha confezionato l’artwork del disco in ceramica.

L’ingresso a tutti gli spettacoli avverrà nel rispetto della normativa per la prevenzione del Covid-19. Il biglietto è di 8 euro (ad eccezione di “Rendez-vous comique” con ingresso a 3 euro). Martedì, mercoledì, venerdì e sabato ingresso a teatro alle 21.00, domenica alle 19.00.

Antas Apertas è realizzato con il contributo del Fondo Unico Spettacolo, della Regione autonoma della Sardegna, del Comune di San Sperate.

 

 

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Convegni, festival, laboratori per le scuole, realizzazione di nuovi murales. E ancora: apertura di spazi da cui valorizzare il prezioso patrimonio culturale di San Sperate e accogliere le idee artistiche capaci di esprimere la dimensione internazionale in cui il comune è proiettato.

Il 2108 è l’anno in cui cadono i cinquant’anni della nascita del Paese Museo, e l’amministrazione comunale ha deciso di celebrarlo dichiarandolo “Anno del Paese Museo, Paese della creatività”.

Un anniversario che vale doppio: non solo perché era proprio nella primavera del 1968 che, dietro la regia di Pinuccio Sciola, San Sperate conobbe quella rivoluzione artistica da cui nacque un nuovo modo di pensare il rapporto tra spazio e comunità, ma anche perché questo è l’Anno europeo del patrimonio culturale di cui, pochi giorni fa, il Cinquantennale ha ottenuto il riconoscimento dall’Unione Europea dopo un’attenta selezione.

Per celebrare l’importante ricorrenza è stato pensato un ricco calendario di attività che accompagneranno lungo tutto l’anno. Attività che vedono lavorare a stretto gomito una rete di partenariato composta da diverse associazioni locali e internazionali tutte unite, per la prima volta, nella realizzazione di un unico progetto la cui direzione artistica è affidata al muralista Angelo Pilloni, e quella scientifica a Paolo Lusci e all’associazione Noarte, fondata nel 2005 da Pinuccio Sciola, Paolo Lusci e dall’artista Mariano Corda.

Momenti clou dell’intera programmazione saranno due convegni – il primo il 25 maggio, il secondo a ottobre-, l’inaugurazione del Centro civico culturale, nell’ex Palazzo civico (un polo turistico volto alla valorizzazione e comunicazione del patrimonio esistente), e la realizzazione -entro la fine dell’anno- dell’Exe, il Centro internazionale di scambi e confronti culturali, concepito come luogo di produzione e ospitalità di artisti.

Dopo una fase preparatoria partita a marzo, con attività dedicate alle scuole (ai ragazzi è stato chiedere di immaginare il paese tra cinquant’anni e di ripensare il Monumento alla frutta, opera-simbolo di una rivoluzione culturale figlia di una società contadina), la relizzazione del logo “50 anni del Paese Museo” da parte degli artisti Archimede Scarpa e Angelo Pilloni, e la “pulizia” del paese, una tradizione introdotta da Pinuccio Sciola, ora si entra nel vivo.

Sabato 5 e domenica 6 maggio, in concomitanza con la manifestazione Monumenti aperti, San Sperate inaugura ufficialmente l’Anno del Paese Museo. Per l’occasione nel palazzo municipale Angelo Pilloni realizzerà un murale con in logo del Cinquantennale. Domenica alle 18 sarà inoltre proposto “Semjai”, spettacolo itinerante, per la regia di Mariano Corda, in cui attraverso la riproposizione della semina si omaggiano i 50 anni del Paese Museo, centro dalle spiccate origini contadine.

I quatto mesi di laboratori che hanno portato a questo esito scenico saranno ripercorsi nella mostra fotografica di Lieven Loots, esposta nel Museo del crudo.

Venerdì 25 maggio, l’appuntamento è con “50 anni di Paese museo… Il Paese della creatività_Socializzare l’arte, Socializzare la Vita”, convegno organizzato dall’amministrazione comunale, con cui si apre il festival Sant’Arte organizzato dalla Fondazione Sciola, che proseguirà sino a domenica 27. Questo primo appuntamento seminaristico sarà incentrato sulla storia del Paese Museo che verrà ripercorsa dalla stessa voce dei suoi protagonisti (Nino Landis, Giampaolo Mameli e Ottavio Olita), ma anche dal punto di vista di accademici di grande levatura e studiosi, tra cui il filosofo Diego Fusaro.

A giugno arriva “Da nuraghes a murales”, iniziativa del Circolo scientifico della cultura italiana dell’Università di Varsavia e dell’Associazione culturale polacco-sarda.

Tra luglio e settembre un nuovo murale impreziosirà la via Cagliari, porta d’ingresso al paese: a realizzarlo sarà Angelo Pilloni in collaborazione con diversi artisti stranieri. Il progetto prevede la ripartizione in quadranti del muro di cinta del campo sportivo, ognuno dei quali ospiterà l’opera di un artista diverso. Oltre alla realizzazione di nuovi murales è previsto anche il restauro di alcuni di quelli già esistenti: il lavoro, che vedrà all’opera Angelo Pilloni ed Archimede Scarpa, sarà promosso e finanziato dall’associazione Art&venti.

A luglio ritornano anche i consueti appuntamenti con la Sagra delle pesche e con il festival Cuncamias, curato dall’associazione Antas.

A ottobre arriva anche il secondo appuntamento seminaristico, dedicato stavolta all’architettura della terra cruda dall’età nuragica agli anni Sessanta: «La terra alle radici dell’Arte. Dai muri di fango alle tele d’autore: la nascita e lo sviluppo del Paese Museo inquadrata da un punto di vista architettonico e archeolgico», realizzato in collaborazione con l’Associazione della Terra cruda e l’Unione dei comuni del Basso Campidano.

Questo primo scorcio d’autunno vedrà anche ospitare artisti stranieri grazie alla Residenza artistica LXL, curata da Noarte. Un progetto, questo, che vedrà parallelamente avviare in tutta la Sardegna una campagna di diffusione e condivisione del messaggio culturale del Paese Museo.

A novembre è in programma la “Festa d’autunno”, a cura dell’associazione Gruppo micologico “Donato Zanda”.

 

Un messaggio di solidarietà, speranza e rinascita espresso in creazioni artistiche all’insegna di maestria artigiana e fede, di identità e originalità. L’assessorato regionale dell’Artigianato ha selezionato sulla base di padronanza della lavorazione, ispirazione alla tradizione, originalità ed espressione emotiva legata all’evento religioso rievocato, undici inediti presepi realizzati da maestri sardi di manufatti tradizionali, iniziativa che rientra nell’attività di valorizzazione e promozione dell’artigianato artistico. Le opere saranno esposte in dieci centri tra quelli maggiormente coinvolti dalla tragica alluvione del 18 novembre: una decisione a posteriori che rappresenta un simbolico segnale di solidarietà e ripresa per le popolazioni colpite.
«Durante l’estate avevamo ideato e attivato un bando per la realizzazione di presepi artigianali – ha spiegato l’assessore Luigi Crisponi durante la conferenza stampa di presentazione – una volta selezionati e realizzati, nei giorni della consegna delle creazioni artistiche la Sardegna ha vissuto una delle pagine più drammatiche della sua storia recente. Dal 18 novembre, giorno dell’alluvione, c’è un’altra Sardegna, perciò a quel punto abbiamo deciso di destinare ognuno dei presepi ad alcuni dei centri più colpiti, in segno di solidarietà e volontà di rinascita, un simbolico abbraccio verso chi ha sofferto di più. Dietro il presepe quest’anno c’è la Sardegna in tutto il suo valore solidale, grazie all’opera di artigiani che hanno messo a disposizione arte e passione.»
I presepi selezionati sono stati realizzati da tre artigiani di Nuoro, le botteghe Arte Metalli ed Etoile e da Roberto Ziranu, da Federico Coni di Ales (OR), di Gianni Deledda di Bultei (SS), Nicola Filia di Olbia, Antonella Musu di Samugheo (OR), Giampaolo Mameli di San Sperate (CA), Alessio Vilia di Sarule (NU), Costantino Puddu di Sedilo (OR) e Matteo Loi di Ussassai (OG); tre manufatti sono in ferro battuto, due in ceramica, due in cuoio, uno in legno, uno in vetro, uno in pietra e uno in argento e tessuto. I pezzi dei vari manufatti occupano lo spazio di circa un metro di ampiezza per circa mezzo metro di altezza

«Le opere degli undici artigiani – ha aggiunto Crisponi – alcuni dei quali hanno partecipato in questi giorni ad Artigiano in Fiera a Milano, sono un tributo alla maestria manufatturiera che custodisce le radici della Sardegna ma che mostra sperimentazioni originali, espressione di una costante ricerca artistica.»

Saranno destinati a dieci comuni colpiti dagli straordinari e drammatici eventi atmosferici: a Bitti, alla questura di Nuoro (dove andrà uno in ferro fiammato), per il coinvolgimento degli agenti e in ricordo della scomparsa dell’ispettore Luca Tanzi, a Olbia, Oliena, Onanì, San Gavino, Siliqua, Terralba, Torpè e Uras; l’undicesimo, resterà in esposizione nei locali dell’assessorato a Cagliari.

A corredo dell’iniziativa saranno distribuite in tutta la Sardegna le cartoline riportanti gli undici centri in cui verranno posizionate le creazioni artistiche per invitare i fedeli a stringersi in segno di solidarietà con le popolazioni colpite e incentivare la visita dal vivo nei luoghi dei presepi. Inoltre, è in corso di realizzazione il catalogo che raffigura le opere con immagini e descrizione della realizzazione degli undici presepi.