Per la festa patronale di Santa Maria Goretti, a Sant’Antioco, è stato ristampato un giornale di 50 anni fa: Il Dialogo.
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Un’edizione speciale del “Il Dialogo”, il settimanale della parrocchia di Santa Maria Goretti di Sant’Antioco, contenente la ristampa del numero unico “Campane a festa”, è stato distribuito gratuitamente ai fedeli in occasione della festa patronale. Pubblicato nel 1966, a cura di dottor Luciano Ibba e di Giampaolo Piras, rispettivamente direttore responsabile e redattore che hanno dato il benestare per la ristampa, racconta la consacrazione della nuova chiesa parrocchiale dedicata a Maria Goretti. Il vecchio giornale messo a diposizione da Rita Sabeddu, una parrocchiana che lo ha conservato per ricordo, ha dato la possibilità alla redazione di “il Dialogo” di poterlo riproporre con un altro numero unico, per farne un omaggio ai fedeli della parrocchia in occasione della festa patronale di Santa Maria Goretti di ieri, 6 luglio, che ha segnato anche il sessantesimo anniversario della fondazione della comunità parrocchiale.
L’edizione speciale del giornalino parrocchiale, con una nuova copertina a colori, ha voluto così ricordare, a distanza di cinquant’anni, una pagina di fede, di volontà, voglia di fare e di carità cristiana di sacerdoti operosi che si intreccia con gli ultimi sessant’anni della storia di Sant’Antioco. E’ il sogno diventato realtà di costruire una nuova chiesa che inizia i primi passi subito dopo la guerra, in un’Italia devastata e povera, dove le periferie, come a Sant’Antioco, non facevano eccezione. Con la gente che riprendeva a vivere, a pregare e ripopolare la città, si materializzava il sogno di edificare un nuovo edifico sacro: è la chiesa della nuova parrocchia dedicata a Santa Maria Goretti in una zona allora periferica del paese che però vede crescere abitanti che risiedono in nuove case private e popolari. Il numero unico di “Campane a Festa” di cinquant’anni fa, oltre a narrare la storia della nascita della nuova parrocchia e del nuovo tempio, racconta anche le speranze di una comunità che dai focolari delle abitazioni, si sono concretizzate in nuove opportunità di aggregazione sociale, nello sport e nella cultura di cui Sant’Antioco è fucina. Racconta dei tanti benefattori che si sono spesi affinché il sogno di don Antonio Mereu, il primo parroco dell’allora neonata parrocchia, potesse concretizzarsi, come poi è avvenuto. E il nome di don Antonio Mereu è destinato a durare nel tempo, nei ricordi degli antiochensi.
Un comitato spontaneo ha già raccolto oltre 500 firme per una petizione che chiede al sindaco di intitolare lo spazio davanti alla chiesa di Santa Maria Goretti come “Sagrato don Antonio Mereu”.
Tito Siddi