22 November, 2024
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Cosa spinge uomini e donne di ogni momento storico a vivere in comunità? Come nascono le città, come interagiscono, perché vengono abbandonate? Queste e altre domande sono al centro del Sardinia Archeo Festival, evento divulgativo di archeologia (e non solo) giunto quest’anno alla sua quarta edizione ideato e organizzato dall’associazione Itzokor.
Il Festival ha esordito venerdì e sabato a Cagliari, negli spazi del Ghetto, con una riflessione attorno al tema “Ritorno a Itaca”: «Una riflessione sottolineano gli organizzatorisulla mitica città omerica simbolo di viaggi e ritorni ma soprattutto di sapere e conoscenza». Il calendario si concluderà sabato 17 giugno all’ExMe di Carloforte

Dopo gli interventi di studiosi e studiose di archeologia, storia, geografia, antropologia provenienti dal mondo dell’università e della ricerca che hanno fatto il punto sulle indagini più affascinanti e aggiornate attorno alle nostre città, il festival si chiuderà sabato 17 giugno, dalle 16.30, a Carloforte con l’intervento degli storici Lorenzo Benedetti “La Livorno delle nazioni: una città cosmopolita nel Mediterraneo in età moderna” e Giampaolo Salice in “Fondatori di città nel Mediterraneo delle diaspore”. In chiusura concerto del musicista Battista Dagnino. L’ingresso è libero e gratuito.

L’evento è realizzato con il contributo della Fondazione di Sardegna e il patrocinio del comune di Cagliari e in partenariato con i comuni di Allai, Carloforte e Samugheo.

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Inizieranno domani e si concluderanno il giorno successivo (giovedì 9 luglio), dalle 9.00 alle 12.00, le due giornate di orientamento sulle lauree magistrali e sul post lauream della Facoltà di Studi umanistici.
Un’iniziativa che vedrà coinvolti docenti, studenti, specializzandi e dottorandi che illustreranno l’offerta formativa, con gli annessi sbocchi professionali, sulla piattaforma Microsoft Teams dell’Università di Cagliari.
La giornata di domani sarà aperta alle 9.00, dai saluti della presidente della facoltà Rossana Martorelli e dalla presentazione dei corsi di laurea magistrale in Archeologia e Storia dell’arte, Filologie e letterature classiche e moderne, Filosofia e Teorie della comunicazione, Lingue e letterature moderne europee e americane, Scienze della formazione primaria, Storia e società, Traduzione specialistica dei testi.
Alle 15.00, invece, spazio all’illustrazione dei corsi magistrali in Scienze della produzione multimediale, Scienze Pedagogiche e dei servizi educativi, Psicologia clinica e di comunità. Alle 16.30, spazio alle scuole di specializzazione in Beni archeologici e in Psicologia della Salute. Chiuderà il pomeriggio la presentazione del Cediaf, il Centro istituito dall’Ateneo per l’alta formazione delle professionalità educative e del management della scuola.
Il 9 luglio, sarà la volta dei dottorati di ricerca: dalle 9.00, saranno presentati i percorsi dei dottorati in Storia, Beni culturali e Studi internazionali, Studi Filologico Letterari e Storico Culturali e in Filosofia, Epistemologia, Scienze Umane.
A chiudere, quattro seminari tematici dal titolo “La Psicologia in pillole” con Ferdinando Fornara, Jessica Lampis e l’introduzione di Cristina Cabras (coordinatrice del corso di laurea magistrale in Psicologia clinica e di comunità); “Lo scavo di Nora. Didattica, ricerca e valorizzazione” con Romina Carboni; “Scienze umane e Professioni digitali” con Gianni Fenu, Giampaolo Salice, Simone Ciccolone introdotti da Immacolata Pinto (coordinatrice dei corsi di laurea magistrale in Filologie e letterature classiche e moderne e Storia e società) e, infine, “La formazione alle professioni della comunicazione” con Antioco Floris ed Elisabetta Gola.
Antonio Caria

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Venerdì 28 giugno, dalle 18.00 alle 20.00, presso Corso Repubblica (fronte Casa Pirinu), a Domusnovas, si terrà l’incontro di divulgazione scientifica dei lavori del prof. Giampaolo Salice dell’Università degli Studi di Cagliari in merito ai fenomeni migratori e coloniali in Sardegna e, nello specifico, nel paese di Domusnovas.

«L’occasione è stata ben accolta dal prof. Salice in quanto spera di riuscire ad avere la collaborazione della comunità di Domusnovas al fine di recuperare maggiori informazioni grazie alla memoria storica del paese, per le sue ricerche. Ne siamo davvero entusiasti», ha detto Alessio Siciliano, presidente dell’associazione APS Progetto Giovani.

«La promozione culturale della storia e della ricerca nel territorio del Sulcis Iglesiente è da considerarsi momento di approfondimento sul nostro passato e sulle nostre radici. I focus sulle comunità locali portano sempre a grandi ed importanti avanzamenti in ambito scientifico e storico-documentale». ha detto Luca Biggio, segretario generale dell’associazione Ersulo.

L’evento è organizzato dall’Associazione Elda Mazzocchi Scarzella, l’APS Circhiola, l’Associazione Francesco Lamieri e la Libera Università della Terza Età di Domusnovas (L.U.T.E.D.), con la collaborazione dell’associazione culturale studentesca Ersulo ed il patrocinio dell’Università degli Studi di Cagliari ed il comune di Domusnovas.

A fine incontro, APS Progetto Giovani e le altre associazioni partecipanti saranno liete di invitare i presenti ad un piccolo rinfresco post conferenza.

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Sono iniziati ieri gli appuntamenti culturali inseriti nel programma della 660ª edizione della Festa di Sant’Antioco Martire, in programma dal 4 al 6 maggio. Nel Palazzo del Capitolo (piazza De Gasperi), è stata inaugurata la mostra pittorica dell’artista Angelo Maggi. Angelo Maggi vive e lavora a Sassari. Un artista la cui attività spazia attraverso diversi campi: pittura, scultura, scenografia, decorazione, pubblicità. Allievo di diversi maestri sassaresi: Stanis Dessy, Aldo Contini, Gavino Tilocca, studia nel locale istituto d’arte muovendosi poi negli anni ’70 alla ricerca di un proprio stile in diverse esposizioni nazionali: Milano, Firenze, Roma, Lucca, Berlino sono alcune di queste. Nella serata di inaugurazione della mostra pittorica, in Piazza De Gasperi, si è tenuta una sfilata di moda con gli abiti creati in collaborazione con lo stilista Tore Oppes ed ispirati alle stampe dei quadri che compongono l’esposizione.

Oggi 1° e domani 2 maggio, sono possibili visite guidate al Museo Ferruccio Barreca, al Tofet, al Villaggio Ipogeo, al Museo etnografico e al Forte Sabaudo, al costo ridotto di 10 euro, comprensivo di: mercoledì primo maggio aperitivo al museo “Il vino nell’antichità” presso il MAB; giovedì 2 maggio aperitivo al museo “Il vino nella tradizione” presso il Museo Etnografico ed il Villaggio ipogeo. Venerdì 3 maggio, alle 18.00, presso la sala conferenze de I Sufeti, in Piazza De Gasperi, si terrà una conferenza storica sul Santo Antioco, tenuta da Giampaolo Salice. A seguire, alle 19.30, importante momento culturale con l’inaugurazione della mostra “Italo Diana: ordito e trama di un’arte antica”. La mostra verrà allestita negli spazi del Museo Archeologico di Sant’Antioco Ferruccio Barreca.

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Domani, sabato 13 aprile, a Cagliari si chiude con un doppio appuntamento “Musica e Storia”, la rassegna organizzata dalla Fondazione di ricerca Giuseppe Siotto dedicata quest’anno ai genocidi perpetrati tra l’Ottocento ed il Novecento.

Si comincia la mattina, alle 9,30, nel Palazzo Siotto di via dei Genovesi 114, con “Raccontare la storia”, un incontro rivolto alle scuole in cui insigni studiosi spiegheranno ai giovani e alle giovani i massacri che hanno colpito interi gruppi di popolazioni.

Dal genocidio armeno alla Shoah, sino al genocidio in Rwanda, gli studenti percorreranno un pezzo di storia recente insieme ai docenti di Storia dell’Università di Cagliari Aldo Accardo e Giampaolo Salice, al presidente dell’Associazione delle istituzioni di cultura italiana (già ministro dell’Ambiente, sottosegretario agli Esteri e sottosegretario alla Difesa) Valdo Spini, e a Nicoletta Zannier, assistente legale ai richiedenti protezione internazionale.

La manifestazione prosegue alle 19, sempre nel Palazzo Siotto, con Hotel Rwanda, una serata dedicata alla lotta tra Hutu e Tutsi e il genocidio del Ruanda del 1994. Saranno ospiti per l’occasione Francoise Kankindi, ed Eric Wibabara, dell’associazione Bene Rwanda Onlus, che faranno il punto su uno dei più sanguinosi fatti che hanno segnato la storia dell’Africa nel ventesimo secolo. Eric Wibabaraparlerà in particolare della sua esperienza di combattente nei ranghi del fronte patriottico rwandese.

In occasione della giornata di sabato da ieri notte, nel quartiere Sant’Elia, sono esposti di fronte allo stadio dei poster curati da Alonso Crespo e Giulia Casula del collettivo Home. Si tratta di lavori che indagano i concetti di “confine” e “genocidio culturale”.

 

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Sabato 13 aprile a Cagliari si chiude con un doppio appuntamento Musica e Storia, la rassegna organizzata dalla Fondazione di ricerca Giuseppe Siotto dedicata quest’anno ai genocidi perpetrati tra l’Ottocento ed il Novecento.

Si comincia la mattina alle 9,30, nel Palazzo Siotto di via dei Genovesi 114, con Raccontare la storia, un incontro rivolto alle scuole in cui insigni studiosi spiegheranno ai giovani ed alle giovani i massacri che hanno colpito interi gruppi di popolazioni.

Dal genocidio armeno alla Shoah, sino al genocidio in Rwanda, gli studenti percorreranno un pezzo di storia recente insieme ai docenti di Storia dell’Università di Cagliari Aldo Accardo e Giampaolo Salice, al presidente dell’Associazione delle istituzioni di cultura italiana (già ministro dell’Ambiente, sottosegretario agli Esteri e sottosegretario alla Difesa) Valdo Spini, e a Nicoletta Zannier, assistente legale ai richiedenti protezione internazionale.

La manifestazione prosegue alle 19.00, sempre nel Palazzo Siotto, con Hotel Rwanda, una serata dedicata alla lotta tra Hutu e Tutsi ed il genocidio del Ruanda del 1994. Saranno ospiti per l’occasione Francoise Kankindi ed Eric Wibabara, dell’associazione Bene Rwanda Onlus, che faranno il punto su uno dei più sanguinosi fatti che hanno segnato la storia dell’Africa nel ventesimo secolo. Eric Wibabara parlerà in particolare della sua esperienza di combattente nei ranghi del fronte patriottico rwandese.

In occasione della giornata di sabato da ieri notte, nel quartiere Sant’Elia, sono esposti di fronte allo stadio dei poster curati da Alonso Crespo e Giulia Casula del collettivo Home. Si tratta di lavori che indagano i concetti di “confine” e “genocidio culturale”.

 

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Venerdì 1 giugno, nei locali del Montegranatico di Nuraminis, verrà presentato il libro “Nuraminis attraverso i secoli. Storia e Tradizioni” (Grafiche del Parteolla, Dolianova 2018, 325 pagine).

Nuraminis attraverso i secoli” ricostruisce la storia antica del territorio nuraminese e quella bizantina; la prima fondazione di Nuraminis nel Medioevo giudicale e la sua rifondazione cinquecentesca; le vicende feudali del villaggio, i tempi del lavoro contadino e dell’azienda agraria; dà conto della partecipazione dei nuraminesi ai moti rivoluzionari di fine Settecento, al dibattito sul Risorgimento, alle battaglie politiche nell’Italia postunitaria.

Soprattutto, questo libro racconta una comunità attraverso i suoi riti religiosi e civici, i suoi costumi, le sue tradizioni e mentalità, le sue memorie orali, i fatti di cronaca locale che l’hanno segnata ed i racconti leggendari di cui oggi si è perso ricordo. Questo libro è la storia di un paese che per secoli ha vissuto d’agricoltura ed allevamento, ma che tra Ottocento e Novecento è stata anche sede di giudice e carcere mandamentali, collegio elettorale per la Camera dei deputati e patria di un vescovo d’Ogliastra e dell’arcivescovo di Cagliari Paolo Giuseppe Maria Serci, a riprova di un protagonismo finora poco conosciuto e ancora da scoprire.

La pubblicazione di “Nuraminis attraverso i secoli” è curata dello storico Giampaolo Salice ed è il frutto di un laboratorio di “Public History” attivato dall’Associazione Khorakhané, che ha visto la partecipazione di professionisti della ricerca storica insieme a cittadini impegnati nella valorizzazione culturale del proprio territorio. L’originale dattiloscritto cartaceo è stato trasferito in formato digitale da Francesco Caredda, l’apparato critico che lo accompagna è stato predisposto dal curatore, in collaborazione con Sara Caredda ed Andrea Pergola, specialisti rispettivamente in Storia dell’arte moderna e paleografia. Il gruppo Fotografica di Khorakhané ha selezionato le immagini che fanno da corredo al libro, estraendole dall’archivio digitale dell’associazione “Fotografica”.

La presentazione, moderata da Francesco Caredda, avrà inizio alle ore 18.00, sarà introdotta dai saluti del sindaco di Nuraminis Mariassunta Pisano ed accompagnata dalla voce di Andrea Ibba Monni, che leggerà alcuni passi dell’opera. In chiusura, l’esibizione del gruppo folk “Sa Corona”. Al termine sarà offerto un piccolo rinfresco ai presenti, come è tradizione negli incontri organizzati da Khorakhané.

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Giovedì 17 maggio, a Cagliari, si terrà un un seminario sulla fondazione settecentesca di una nuova Barcellona.

Tra il 1735 ed il 1738, un gruppo di esuli politici provenienti da Spagna, Sardegna e Regno di Napoli fonda nel cuore del banato di Timisoara, nell’attuale Serbia, nell’ambito di un più ampio piano di colonizzazione interna promosso dagli Asburgo d’Austria sui Balcani recentemente strappati agli Ottomani.

In occasione del 6° appuntamento di “Colonizzazioni interne e migrazioni”, la rassegna seminariale internazionale che indaga il tema dei riassetti insediativi europei attraverso l’impiego di coloni migranti, la storia della Barcellona mittle-europea verrà ricostruita dal suo massimo studioso, il prof. Agustí Alcoberro i Pericay, docente dell’Università di Barcellona. Insieme a lui, sarà protagonista del seminario il geografo dell’Università di Cagliari Andrea Corsale, studioso delle colonie forestiere ancora oggi presenti nello scacchiere balcanico.

Il seminario avrà inizio alle ore 15.30, nella Sala Settecentesca della Biblioteca Universitaria di Cagliari.

Interverranno: Agustí Alcoberro i Pericay, Università di Barcelona, “La fondazione di una Nueva Barcelona nella Timosoara austriaca del Settecento”, ed Andrea Corsale, Università di Cagliari, “Colonizzazioni e minoranze nell’Europa centro-orientale tra geografia e geopolitica”.

Modererà i lavori Giampaolo Salice, dell’Università di Cagliari.

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Il comune di Masainas, col patrocinio dell’assessorato regionale dei Beni culturali, ha organizzato per giovedì 7 dicembre 2017, presso il Centro di aggregazione sociale, il convegno Sa Die Ónnia Die, all’interno del percorso di conoscenza storica e attualizzazione dei principi autonomistici della Sardegna della L.R. 44/93.

Negli ultimi anni sta riprendendo piede, con forza, il discorso relativo all’autonomia della Sardegna. Il dibattito sulle origini, e gli sviluppi, del percorso identitario sardo sta riconquistando la scena sia dal punto di vista politico, sia da quello culturale e linguistico. In tale prospettiva si colloca l’impegno della Regione Sardegna e del convegno del 7 dicembre a Masainas: animare una discussione che parte da Sa Die de sa Sardìnnia e arriva fino ad oggi, portando con sé riflessioni in un quadro internazionalista.

La giornata comincerà alle ore 10,00, con i saluti dell’assessore regionale dei Beni culturali, Giuseppe Dessena. In questa prima parte del convegno, Giampaolo Salice, docente di storia moderna presso l’Università di Cagliari, terrà un incontro con i ragazzi della quarta e quinta liceo, in cui, partendo da alcune serie tv (come Game of Thrones), sfaterà i falsi miti che essi contengono e li userà come specchio per analizzare, e sfatare anche in questo caso, alcuni falsi miti della storia della Sardegna e arrivare così ad una riflessione sul concetto di autonomia.

I lavori riprenderanno alle 17,00, con il saluto del sindaco di Masainas, Ivo Melis. Sarà un incontro aperto al pubblico tra lo storico Giampaolo Salice e l’antropologo Francesco Bachis, coordinati dal giornalista Marco Corrias. Questa fase, “Autonomia e Identità si Parlano”, sarà un dialogo su diversi aspetti del percorso autonomistico sardo, sino ad arrivare ai temi di attualità che riguardano oltre la Sardegna, il panorama internazionale. Al termine si aprirà un confronto con il pubblico e, infine, sarà offerto un piccolo rinfresco.

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Con l’inaugurazione della mostra Exodus, del fotografo ungherese Attila Kleb, domani, venerdì 2 dicembre, alle 10.30 prende il via la terza edizione del Cagliari film festival, tre giorni di appuntamenti organizzati per vedere, in prima regionale, numerosi lavori che solitamente non entrano nelle sale cinematografiche, ma anche per scoprire i giovani autori e le giovani autrici, sardi/e e non.

La mostra di Attila Kleb è un percorso in 32 fotografie che catturano gli sguardi dei migranti ospiti del campo profughi sorto ai margini di Budapest nell’agosto 2015. L’esposizione, organizzata in collaborazione con l’associazione NoArte di San Sperate, a marzo è stata presentata nello stesso Paese- Museo da Pinuccio Sciola.

Alle 11.00 si prosegue con un’intera sezione dedicata ai corti sulle tematiche ambientali proposti dalla Fondazione Sardegna film commission (sarà presente la direttrice Nevina Satta) all’interno del progetto Heroes 20.20.20. Celebrating Sardegna “The sustainable Endless island”. Sono in programma proiezioni e incontri con alcuni autori e autrici dei corti City of Eden e The colour of energy di Gemma Lynch; Sardinia green trip di Andrea Mura, Piccoli grandi eroi di Giorgia Soi, S’istentu di Nicola Contini, UBM in Cagliari di Marilisa Piga, e Sulla rotta verde di Silvia Perra, autrice reduce dall’ultimo Torino film festival. 

Alle 17.30 si apre la sezione Scenari sardi, con proiezioni e incontri con gli autori. Sarà presentato il documentario “Cagliari 1943 memorie di uno sfollamento”, firmato da Stefano Sernagiotto su un’idea dello storico dell’età moderna Giampaolo Salice. Attraverso un minuzioso lavoro di ricerca archivistica e numerose interviste il film ricostruisce lo sfollamento del capoluogo sardo durante l’ultima Guerra. Alle 18.30 è la volta di un altro documentario dedicato alla cultura hip-hop nell’isola: “Ca4arts- quattro arti una sola strada. Hip hop” di Roberto Pili. Chiude questo spazio il delicato lavoro “Armenia dimenticata”, di Ignazio Mascia, da tempo impegnato in azioni di volontariato internazionale.

Alle 21.00, per la sezione Anteprime CFF, si parla d’amore con “Oggi insieme domani anche” (Italia, 2015, 85’), documentario curato da Antonietta De Lillo, regista amatissima da critica e pubblico, rimasta nel cuore degli italiani per il suo ritratto ad Alda Merini tracciato con il film. “Oggi insieme domani anche” è un lavoro partecipato che mette insieme volti, storie, sguardi raccolti in giro per l’Italia da numerosi autori, per raccontare come sono cambiati i rapporti d’amore nel Belpaese, mirabilmente ricomposti in questo mosaico dalla De Lillo, che del progetto è anche ideatrice. Il film è introdotto da Pia Brancadori del Circola del cinema Alice Guy.

La prima giornata del CFF si chiude alle 23.00 con un progetto di ibridazione dedicato a linguaggi diversi: sarà proposto il cine-concerto “L’Age D’or”, un evento musicale curato dalle associazioni No Mos e Spazio musica, che rende omaggio a Luis Buñuel, con la proiezione delle immagini dell’omonimo film del regista spagnolo.

L’ingresso a ciascuna serata è di 3,00 euro – 1,00 euro la tessera FICC, facoltativa.