22 November, 2024
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Sennori riscopre l’arte teatrale con la rassegna “Autunno a Teatro”, in programma per cinque domeniche all’auditorium “Antonio Pazzola”, nel Centro culturale di via Farina, con le rappresentazioni della compagnia Teatro Sassari.

Il primo appuntamento in cartellone è domenica 13 ottobre, alle 18.00, con “Cant’è mara la fammi”. Si prosegue il 27 ottobre con “Fuga dall’Asinara”, quindi il 17 novembre con “Lu cuzineri”, e il 15 dicembre con la celebre “Miseria e nobiltà” scritta da Eduardo Scarpetta, per la regia di Giampiero Cubeddu e coordinamento scenico di Alfredo Ruscitto. Dopo le feste natalizie il programma riprenderà con l’ultimo appuntamento, il 12 gennaio 2020, sempre alle ore 18.00, con la Serata Feydau, due farse in un atto, che porterà in scena “La notti chi la mamma è mortha” e “Il rimedio è peggiore del male”.

«Sennori è onorata di ospitare la rassegna di una compagnia teatrale così importante, che ha fatto del teatro in vernacolo una vera e propria missione – commenta l’assessora comunale della Cultura, Elena Cornalis -. Differenziare l’offerta culturale che proponiamo ai sennoresi è fondamentale per far sì che tutti possano coltivare e arricchire le proprie passioni.»

Per l’ingresso agli spettacoli è previsto un biglietto a prezzi vantaggiosi per i residenti, oltre alla formula abbonamento che consente di assistere all’intera rassegna.

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Oggi, martedì 29, e domani, mercoledì 30 maggio, alle 21.00, al Teatro delle Saline di Cagliari – va in scena l’opera “Miseria e nobiltà” di Eduardo Scarpetta. Coordinamento scenico di Alfredo Ruscitto e regia di Giampiero Cubeddu. Lo spettacolo della Compagnia Teatro Sassari, è in calendario per “1 €uro festival” 2018, curato dalla compagnia Akròama.

Per festeggiare i 40 anni dal debutto, avvenuto il 14 ottobre 1977, al Teatro Civico, ora Palazzo di Città, con i due atti unici di Giovanni Enna “Ziu Luiginu e li tempi nobi” e “Paj vinzì vi bò la strumbadda”, la Compagnia Teatro Sassari ripropone la commedia in tre atti “Miseria e nobiltà”, rappresentata per la prima volta, con grande successo di pubblico e critica, al Teatro Civico il 26 marzo 1983, con numerose repliche e poi ripresa nel 1994, ora in un nuovo allestimento, parzialmente rinnovato nel cast, ma con la medesima impostazione registica di Giampiero Cubeddu. La trama è nota e l’adattamento del testo alla realtà sassarese nulla toglie alla felice commedia di Scarpetta, scritta nel 1887, resa ancora più popolare dalla trasposizione cinematografica del 1954 a colori di Mario Mattoli con Totò, Sophia Loren, Carlo Campanini e Carlo Croccolo, che offre una visione più fresca della commedia di Scarpetta. Il protagonista è Felice Sciosciammocca, celebre maschera di Eduardo Scarpetta, sempre senza soldi, che vive con la compagna Luisella, il figlio Peppiniello e l’amico Pasquale, anche lui poverissimo, Concetta, moglie di Pasquale e lo loro figlia Pupella. La trama ruota attorno all’amore del giovane nobile Eugenio per Gemma, figlia di Gaetano Semolone, un cuoco arricchito. Il ragazzo è però ostacolato dal padre, il marchese Ottavio Favetti, che è contro il matrimonio del figlio per via del fatto che Gemma è la figlia di un cuoco. Invece il padre di Gemma, Don Gaetano, apprezzerebbe molto un matrimonio che nobiliterebbe la sua famiglia. Eugenio si rivolge quindi allo squattrinato Felice per trovare una soluzione. Felice e Pasquale, assieme alle rispettive famiglie, si introdurranno a casa del cuoco fingendosi i parenti nobili di Eugenio. La situazione si ingarbuglia poiché anche il vero Marchese Favetti è innamorato della ragazza, al punto di frequentarne la casa sotto le mentite spoglie di Don Bebè. Il figlio, scopertolo e minacciatolo di rivelare la verità, lo costringerà a dare il suo consenso per le nozze.