22 November, 2024
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Mentre la squadra ha superato il Chievo, allungando la serie positiva e portando a +7 punti il margine sulla terz’ultima posizione, l’assemblea dei soci del Cagliari Calcio ha approvato il bilancio al 30 giugno 2018 che per il quarto anno consecutivo ha fatto registrare un risultato positivo chiudendo l’esercizio con un utile di 2.182.739 euro.

Contro la squadra dell’ex Giampiero Ventura, i rossoblu hanno fornito una prestazione eccellente, controllandola fin dall’inizio, sbloccandola con l’incornata del solito Leonardo Pavoletti al 15′, mettendola al sicuro con un grande goal dell’ex Castro al 14′ della ripresa e non soffrendo neppure dopo il goal di Stepinski che ha dimezzato lo svantaggio, nonostante gli sforzi prodotti dal Chievo per riagganciare un insperato pareggio.

«Per larghi tratti abbiamo dominato – ha commentato alla fine Rolando Maran, una vita sportiva vissuta con i colori del Chievo, prima da calciatore, poi da allenatore -. Forse l’unico torto è stato quella di non chiuderla, avremmo dovuto essere incisivi nel momento in cui caliamo la pressione: questo rischia di dare fiducia agli avversari. Negli ultimi dieci minuti non abbiamo accorciato bene, dobbiamo migliorare nella gestione sotto ritmo, ma preferisco soffermarmi sugli aspetti positivi: contro una squadra che darà filo da torcere a tutti – ha concluso il tecnico rossoblu -, abbiamo condotto gran parte della partita in maniera esemplare.»

L’assemblea dei soci di Cagliari Calcio, intanto, come sottolineato all’inizio, ha approvato il bilancio al 30 giugno 2018 che per il quarto anno consecutivo ha fatto registrare un risultato positivo chiudendo l’esercizio con un utile di 2.182.739 euro.

Il fatturato è di 74.148.455 euro, con una crescita del 10% rispetto all’anno precedente, mentre il costo del personale è pari al 40% del valore della produzione.

Con l’approvazione del bilancio è stato inoltre rinnovato il Consiglio d’Amministrazione della società che ha visto confermare con le medesime cariche i consiglieri uscenti nelle persone dei signori:

– Tommaso Giulini, presidente

– Stefano Filucchi, vice presidente

– Carlo Catte, amministratore delegato

– Massimo Delogu, consigliere

– Pasquale Lavanga, consigliere

– Lior Metzinger, consigliere

– Stefano Signorelli, consigliere

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Alla Sardegna Arena arriva il Chievo dell’ex Giampiero Ventura, per una delle partite più importanti della stagione. La squadra veneta è ultima in classifica a -1 per effetto della penalizzazione iniziale di 3 punti inflittagli dalla federazione, ed è reduce da un’umiliante sconfitta casalinga subita ad opera dell’Atalanta (1 a 5) all’esordio dell’ex CT della Nazionale in panchina.

Il Cagliari è in salute, lo ha confermato a Firenze, ed oggi deve assolutamente vincere per aggiungere alla sua classifica un tassello fondamentale per la costruzione del mosaico salvezza.

Per il tecnico rossoblù Rolando Maran, un passato di 14 anni al Chievo prima da giocatore poi da allenatore, il Chievo non va sottovalutato. «Conosco bene il Chievo, la classifica non testimonia il suo vero valore. Dovremo concentrarci sulla prestazione, scendere in campo con la massima concentrazione per giocare una grande partita. Il pareggio di Firenze ci ha lasciato la consapevolezza che con la testa e la personalità giusta si può andare a giocare anche in campi difficili. Sappiamo che tutto passa attraverso il lavoro settimanale e quello che la squadra immagazzina in allenamento giorno dopo giorno. Firenze è stato un tassello, ora dobbiamo fissare gli altri per dare la continuità necessaria».

Fischio d’inizio alle 15.00, dirige Marco Piccinini di Forlì.

Joao Pedro.

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Il Cagliari torna sconfitto anche dal Giuseppe Meazza di Milano ma come è più di quanto è accaduto la scorsa settimana all’Allianz Stadium di Torino, con la consapevolezza di aver giocato una bella partita, al cospetto di un avversario che per larghi tratti ha subito l’iniziativa rossoblu. E le recriminazioni aumentano, pensando ad alcuni episodi più che dubbi verificatisi nell’area di rigore rossonera, sui quali il direttore di gara, Luca Pairetto, non ha ritenuto, incomprensibilmente, di fare ricorso alla VAR.

Dopo aver subito il goal del Milan, autore ancora una volta il giovane Patrick Cutrone, già al 10′, il Cagliari ha iniziato a macinare gioco e al 22′ Marco Sau ha fatto tremare il Milan, cogliendo un palo pieno con Gianluigi Donnarumma battuto. Il resto del primo tempo è stato quasi interamente di marca rossoblu, senza fortuna nelle conclusioni. Ma al 36′ il Cagliari ha protestato per una trattenuta di Leonardo Bonucci su Joao Pedro, lanciato a rete, sulla quale ha ritenuto di non dover chiedere l’intervento della VAR.

Al ritorno in campo dopo il riposo, il Cagliari ha continuato a macinare gioco e al 12′ ha riagguantato il pari, con una precisa conclusione di Joao Pedro, sugli sviluppi di un’azione innescata da un errato disimpegno di Franck Kessié.

A quel punto Vincenzo Montella ha tentato la carta Lucas Biglia, al rientro da un infortunio, inserito al posto di un evanescente Hakan Çalhanoğlu e di lì a poco il Milan s’è riportato in vantaggio, al 24′. Suso ha messo in crisi la difesa rossoblu con un’azione personale, Nicolò Barella lo ha fermato fallosamente al limite dell’area e l’esterno spagnolo (convocato in Nazionale per la decisa sfida per le qualificazioni mondiali di sabato prossimo contro l’Italia) ha scavalcato la barriera con una parabola micidiale che non ha lasciato scampo ad Alessio Cragno.

Cinque minuti dopo Joao Pedro è stato costretto a lasciare il campo dopo uno scontro con Leonardo Bonucci, sostituito da Duje Čop. Montella ha fatto esordire anche Nikola Kalinić, mandato in campo al posto di Patrick Cutrone, osannato dai suoi tifosi, e Massimo Rastelli ha inserito Paolo Faragò per Simone Padoin.
Il Cagliari non s’è arreso fino alla fine, l’arbitro ha concesso ben 9′ di recupero ed il tecnico rossoblu ha concesso cinque minuti anche ad Andrea Cossu al posto di Diego Farias. Il Cagliari ci ha provato ancora, prima con Marco Sau, servito da Andrea Cossu, poi con Paolo Faragò, imbeccato ancora da Andrea Cossu, ma il risultato non è più cambiato.

Il Cagliari torna  a casa a mani vuote dopo le trasferte di Torino e Milano, ma – come già sottolineato – con la consapevolezza di essere sulla strada giusta e fiducioso, in attesa dell’inserimento di Gregory van der Wiel e del nuovo centravanti, che dovrebbe essere Leonardo Pavoletti.

Il campionato ora si ferma per lasciare spazio al doppio impegno della Nazionale di Giampiero Ventura (sabato 2 agosto al Santiago Bernabéu di Madrid con la Spagna, martedì 5 agosto al Mapei Stadium-Città del Tricolore di Reggio Emilia, con Israele). Alla ripresa del campionato, il Cagliari affronterà il Crotone, primo avversario pienamente alla sua portata, una delle rivali dirette per la salvezza, quasi certamente nel nuovo stadio provvisorio, realizzato a tempo di record sul piazzale del vecchio stadio Sant’Elia che verrà quindi demolito per lasciare spazio alla nuova “Sardegna Arena” rossoblu.

Joao Pedro.

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Il Cagliari ha centrato ieri pomeriggio la seconda vittoria consecutiva, mettendo il Crotone ko al Sant’Elia: 2 a 1. La vittoria è maturata con una prova convincente, prima per la qualità del gioco e nel finale per il carattere, quando la squadra calabrese ha dimezzato lo svantaggio scaturito con i goal di Davide Di Gennaro e Simone Padoin ed ha tentato con la forza della disperazione di riagganciare il pareggio. La squadra di Massimo Rastelli ha confermato di essere molto competitiva al Sant’Elia (da dove sono uscite sconfitte, nell’ordine, Atalanta, Sampdoria e Crotone, tre dirette concorrenti nella lotta per la salvezza), anche a dispetto della sfortuna e delle numerose assenze, da quelle di Diego Farias e Artur Ionita a quelle più recenti di Marco Storari e Joao Pedro.

Tutti i giocatori impiegati dal tecnico si sono espressi sopra la sufficienza, con note di merito speciali per gli uomini del centrocampo, da Davide Di Gennaro, autore dello splendido goal che ha sbloccato il risultato nel finale del primo tempo, a Panagiotis Tachtsidis e Simone Paodin, e ancora ai difensori Nicola Murru e Luca Ceppitelli.

Il campionato ora si ferma, per la seconda sosta riservata alla Nazionale di Giampiero Ventura. Alla ripresa, il 16 ottobre, i rossoblu renderanno visita all’Inter, al Giuseppe Mezza di Milano.

Massimo Rastelli 2 bis

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Si terrà martedì 27 settembre, con inizio alle 16.30, a Bosa, la cerimonia di consegna dei Premi Ussi Sardegna 2016. Ospitato nell’ex convento dei Cappuccini, in via Logudoro 2, l’evento si tiene grazie alla fattiva collaborazione della municipalità locale e prevede riconoscimenti per atleti e club isolani che si sono messi in evidenza nel corso dell’ultimo anno agonistico.

L’Ussi è orgogliosa di applaudire e premiare gli atleti sardi che hanno gareggiato alle Olimpiadi di Rio de Janeiro: Fabio Aru, Manuel Cappai, Francesca Deidda, Luigi Lodde, Stefano Oppo e Alessia Orro. Tra i circa quaranta premiati, don Paolino Fancello (fondatore e presidente Calmedia calcio), Giulia Masala e Alessandro Pantaleo (campioni nazionali ballo latinoamericano), Gianluca Stara (organizzatore Corritemo); Nino Ruggiu (presidente Canottaggio Sannio), Renzo Puggioni e Tore Carboni (allenatore e attaccante Bosa calcio), Tommaso Giulini e Massimo Rastelli (presidente e allenatore Cagliari), Giuseppe Tomasini, Cesare Poli, Mario Brugnera e Adriano Reginato (ex rossoblù scudetto 1969-70), Sergio Bertola (primo portiere sardo a esordire in A), Claudia Cabula (bronzo mondiali canottaggio junior), Sara Spano (quattro ori mondiali atletica leggera per affetti sindrome di Down). Riconoscimenti anche per i campioni italiani Alessio Spina (Wingsuit – tuta alare) e Sub Cagliari (hockey subacqueo). Tra le premiate, brilla Ilaria Meloni (maglia rosa Giro d’Italia Paracycling italian tour). Sono, inoltre, previsti gli interventi di Giovanni Malagò (presidente Coni), Giampiero Ventura (commissario tecnico Italia), Claudio Ranieri (tecnico Leicester). Riconoscimenti particolari per Elio Minnei (salvato con il defibrillatore durante un torneo amatoriale, Sa Rodia), Michele Serra – HellMike (unico stunt-man sardo).

I Premi Ussi – su “Sport e territorio”, oltre a riconoscere gli exploit sportivi ed etici in ambito regionale – sono occasione per riflettere e ampliare il confronto. Con forti riverberi mediatici locali e nazionali. I Premi hanno, tra gli altri, il patrocinio di presidenza della Giunta regionale, assessorati regionali Sport e pubblica istruzione e Turismo, artigianato e commercio, Coni, Ussi nazionale, Università di Cagliari, corsi di laurea in Scienze della comunicazione e Scienze motorie e sportive. La manifestazione è supportata da Banco di Sardegna, Coni Sardegna, Fondazione Banco di Sardegna e Ordine dei giornalisti Sardegna. L’evento prevede anche la consegna del premio Ussi – Banco di Sardegna 2016 a Marco Sau, attaccante del Cagliari, e il premio Joseph Vargiu a Fabrizio Cappai, ex pugile e attuale allenatore.

Fabio Aru 1

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Fabio Aru 2016 5

E’ in programma martedì 27 settembre, alle ore 17.00, nell’ex convento dei cappuccini, in via Logudoro 2, a Bosa, cerimonia di consegna dei premi USSI 2016. L’evento, realizzato grazie alla fattiva collaborazione della municipalità locale, prevede riconoscimenti per atleti e club isolani che si sono messi in evidenza nel corso dell’ultimo anno.

Tra i premiati della manifestazione, a cui hanno aderito le massime cariche politiche e istituzionali locali e nazionali, gli atleti sardi che hanno partecipato alle recenti Olimpiadi di Rio de Janeiro (Fabio Aru, Manuel Cappai, Francesca Deidda, Luigi Lodde, Stefano Oppo, Alessia Orro), Giovanni Malagò e Roberto Fabbricini, presidente e segretario generale del Coni, Giampiero Ventura, commissario tecnico della nazionale di calcio, Claudio Ranieri, tecnico del Leicester vincitore della Premier League, Tommaso Giulini, Massimo Rastelli e Marco Sau, presidente, allenatore e attaccante del Cagliari, Riva, Tomasini, Poli, Brugnera, Greatti e Reginato, ex rossoblù dello scudetto 1969-70, i giornalisti Davide Bucco, Gianluca Di Marzio, Diletta Leotta (Sky tv), Alessandro Dedoni, presidente Amsicora campione d’Italia hockey su prato, Andrea Monti, Alessandro Vocalelli e Anthony Muroni, direttori Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport e Unione Sarda, Gianni Mura, inviato speciale di Repubblica, Antonio Ledà, capo servizio Sport Nuova Sardegna, Andrea Lecca, maestro e pluricampione sardo di tennis, Claudia Cabula, bronzo ai mondiali di canottaggio junior, la società Bosa Calcio, vincitrice Coppa Italia Promozione, Sara Spano, quattro ori ai mondiali di atletica leggera per affetti da Sindrome di Down.

I Premi Ussi – su “Sport e territorio”, oltre a riconoscere gli exploit sportivi ed etici in ambito regionale – sono un’occasione per riflettere e ampliare il confronto. Con forti riverberi mediatici locali e nazionali. I Premi hanno, tra gli altri, il patrocinio di presidenza della Giunta regionale, assessorato regionale Sport e pubblica istruzione, Coni, Ussi nazionale, Università di Cagliari, corsi di laurea in Scienze della comunicazione e Scienze motorie e sportive. La manifestazione è supportata da Banco di Sardegna, Coni Sardegna, Fondazione Banco di Sardegna e Ordine dei giornalisti Sardegna. L’evento prevede anche la consegna del premio Ussi – Banco di Sardegna 2016.

Massimo Rastelli, 46 anni, campano di Torre del Greco, è il tecnico scelto dal Cagliari per tentare l’immediato ritorno in serie A. Arriva a Cagliari da un’eccellente stagione alla guida dell’Avellino, con il quale, a sorpresa, ha sfiorato la promozione in serie A nei play off.

Dopo la conclusione del campionato e la retrocessione in serie B, il presidente Tommaso Giulini si è messo al lavoro con i suoi più stretti collaboratori per trovare un tecnico d’esperienza in grado di guidare la squadra nella difficile stagione che l’attende e sono stati fatti tentativi per riportare in Sardegna prima Giampiero Ventura, attualmente al Torino, già protagonista di due promozioni in serie A alla guida del Cagliari, poi Claudio Ranieri, libero dopo una non positiva esperienza alla guida della Nazionale greca ed una straordinaria carriera alle spalle, iniziata proprio a Cagliari con la doppia promozione consecutiva dalla C1 alla A ed una salvezza nella prima stagione nella massima serie, ma ha incontrato non poche difficoltà ed alla fine ha intrapreso un’altra strada che lo ha portato ad un giovane in ascesa come Massimo Rastelli.

Il nuovo tecnico ha alle spalle una buona carriera da calciatore (102 presenze e 12 reti in serie A; 386 presenze e 68 reti in serie B) ed una carriera da allenatore iniziata a Castellammare di Stabia, alla guida della Juve Stabia, conquistando la promozione dalla Seconda alla Prima Divisione e proseguita a Brindisi e Portogruaro, prima dell’approdo ad Avellino, nel 2012, dove ha vinto subito il campionato di Prima Divisione, riportando la squadra in serie B e vincendo la Supercoppa di Lega di Prima Divisione. Nella stagione successiva è rimasto ad Avellino, sfiorando i play off, traguardo raggiunto quest’anno, fino alla semifinale persa con il Bologna di Delio Rossi, poi promosso in serie A vincendo la finale con il Pescara, con due pareggi, grazie al miglior piazzamento nella stagione regolare.

Tribuna Stadio Sant'Elia copia

Il Cagliari, dopo undici anni, retrocede in serie B. Il goal realizzato dal talento italo-argentino Vasquez al 9′ del primo tempo, ha ufficializzato un destino segnato ormai da tempo, in una stagione iniziata male e finita peggio. Con l’addio di Massimo Cellino, la scorsa estate, era finito un ciclo societario durato 20 anni; a distanza di dieci mesi, finisce anche un ciclo tecnico che per diversi anni ha regalato alla Sardegna più gioie che sofferenze sportive, ma da qualche tempo lanciava segnali di sofferenza che non sono stati raccolti per tempo ed hanno finito per segnare in maniera irrimediabile la stagione.

L’addio di Massimo Cellino, un anno fa, probabilmente, non era stato analizzato fino in fondo. Sulla decisione dell’attuale presidente del Leeds hanno influito sicuramente le lunghe traversie burocratiche e giudiziarie che hanno caratterizzato le vicende legate al progetto di costruzione del nuovo stadio, ma non vanno trascurate le motivazioni economiche e, conseguentemente, tecniche.

Oggi fare calcio in Italia è molto difficile. Per una squadra di medio-piccola dimensione qual è il Cagliari, una sana gestione può garantire una lunga permanenza in serie A con bilanci sani e persino utili per chi lo dirige (Massimo Cellino ha più volte ammesso di aver avuto anche utili personali nelle stagioni migliori del lunghissimo ciclo alla guida della società rossoblù, attraverso un contenimento del monte ingaggi e oculate operazioni di mercato), ma quando certi equilibri saltano (a Cagliari è accaduto soprattutto con le operazioni legate al nuovo stadio, tra Sant’Elia, Elmas e Quartu Sant’Elena), i conti non tornano più e condizionano inevitabilmente i risultati in campo.

Nel calcio finiscono i cicli societari e anche quelli tecnici. Il Cagliari ha dovuto spesso “sacrificare” i suoi “pezzi migliori”, quasi sempre costruiti in casa, e lo ha fatto anche alla vigilia di questo campionato di serie A. Le sirene arrivate da più parti per Radja Nainggolan e Davide Astori, respinte per alcuni anni, alla fine sono state accolte ed entrambi sono stati ceduti alla Roma. A metà stagione, anche Victor Ibarbo ha raggiunto la Capitale.

Il problema del Cagliari non è mai stato quello di cedere i migliori, quanto quello di rimpiazzarli con qualche giocatore di esperienza e giovani talenti da valorizzare. Per anni questa formula ha funzionato bene, talvolta benissimo. Quest’anno, sotto la nuova gestione di Tommaso Giulini, erede di Massimo Cellino, questo non è successo. I tanti nuovi acquisti arrivati la scorsa estate si sono rivelati inadeguati a coprire, almeno in parte, il “gap” negativo creato dalle partenze e quelli seguiti al cambio tecnico tra Zdenek Zeman e Gianfranco Zola, non hanno fatto il miracolo, nonostante le concorrenti, Atalanta in testa, abbiano atteso a lungo un’impennata del Cagliari, prima di innestare la marcia giusta (nel caso dei bergamaschi, sotto l’esperta guida dell’ex tecnico rossoblù Eddy Reja) verso la salvezza.

La retrocessione del Cagliari in serie B ha anche altre ragioni tecniche. Le prime riguardano il lento ma ormai evidente calo di rendimento di due “senatori” che hanno dato tanto al Cagliari, Daniele Conti (36 anni, da 16 stagioni a Cagliari) e Andrea Cossu (35 anni, nove stagioni a Cagliari, le ultime otto consecutive), e negli ultimi mesi sono stati impiegati poco. I loro sostituti, purtroppo, in alcuni casi per ragioni anagrafiche e quindi di esperienza, in altre per limiti tecnici, non si sono rivelati all’altezza, almeno nell’immediato, e il rendimento della squadra e i risultati ne hanno risentito.

Altre ragioni riguardano le scelte dei tecnici, tre, per quattro gestioni. Tommaso Giulini, al suo arrivo a Cagliari, ha accarezzato il sogno di ricreare il sogno “Zemanlandia”, con l’ex tecnico della Roma che tre anni fa si rese protagonista di una stagione straordinaria alla guida del Pescara, trascinato in serie A contro ogni pronostico con un calcio spettacolare e redditizio, e lanciò nel calcio italiano ed internazionale tre grandi talenti in erba: Marco Verratti (oggi al Paris Saint Germain, laureatosi ieri campione di Francia al fianco di Zlatan Ibrahimovic ed Edinson Cavani, inseguito dai più grandi club al mondo, Bayern Monaco e Real Madrid in testa), Ciro Immobile (oggi al Borussia Dortmund) e Lorenzo Insigne (oggi al Napoli), tutti e tre nel giro della Nazionale. Il sogno è durato alcune settimane, con alcune gemme (4 a 1 sull’Inter di Walter Mazzarri a San Siro, 4 a 0 all’Empoli di Maurizio Sarri in Toscana e 3 a 3 a Napoli con la squadra di Rafael Benitez) e tante, troppe delusioni. La classifica precaria, determinata probabilmente dalle scelte e dal sistema di gioco del tecnico boemo ma anche e, soprattutto, dalla modestia tecnica dell’organico, e la paura della retrocessione, hanno spinto la società a tentare il cambio, chiamando un ex tanto amato dalla piazza qual è Gianfranco Zola, ma già dalla prima uscita a Palermo (umiliante 0 a 5) si capì che il miracolo sarebbe stato difficilmente realizzabile e, sulla spinta della piazza che non aveva ancora dimenticato il “sogno Zeman”, Tommaso Giulini ha cambiato nuovamente, richiamando il boemo. Ma ben presto anche Zdenek Zeman s’è arreso, lasciando questa volta lui l’incarico ed il terzo tecnico stagionale, Gianluca Festa, quando ormai era tutto compromesso, ha accettato di guidare il “suo” Cagliari nelle ultime giornate, con il proposito di chiudere dignitosamente questa stagione “disgraziata”. Il Cagliari, grazie al lavoro serio e competente del 46enne tecnico di Monserrato, effettivamente, lascia la serie A con due giornate di anticipo ma a testa alta ed ora la società è chiamata a ricostruire tutto per tornare presto in serie A con un nuovo progetto.

Difficilmente il nuovo Cagliari ripartirà da Gianluca Festa che, comunque, con questa breve esperienza probabilmente ha posto le basi per una sua carriera da tecnico e forse un giorno ritroverà la panchina del “suo” Cagliari. Oggi, per ripartire, il Cagliari ha bisogno di una guida esperta, un tecnico che conosce la serie B come le sue tasche e, al tempo stesso, sa lavorare con i giovani. I tecnici che rispondono a queste caratteristiche sulla piazza non sono tanti ed uno di questi, forse il nuovo “sogno numero 1” di Tommaso Giulini, si chiama Giampiero Ventura, 67 anni, una carriera quasi quarantennale alle spalle, oggi al Torino, già a Cagliari dal 1997 al 1999 e dal 2002 al 2004. Dopo quattro promozioni (la prima alla guida del Lecce, con il 3° posto al termine della stagione 1996/97, seguita ad una promozione dalla serie C1; due alla guida del Cagliari, la prima raggiunta con il terzo posto al termine della stagione 1997/98, seguita da un 12° posto in serie A e la seconda con il secondo posto al termine della stagione 2003/2004, dopo l’8° posto della stagione precedente; la quarta alla guida del Torino con il 2° posto al termine della stagione 2011/2012), il tecnico genovese potrebbe essere tentato di concludere la carriera con una nuova promozione, la terza, in una città che lo ha tanto amato e che lui ha amato quasi quanto la sua Genova.

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