30 June, 2024
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L’on. Tarcisio Agus è il nuovo commissario straordinario del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna. Lo ha nominato il ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Gian Luca Galletti, nelle more del perfezionamento del decreto di nomina in qualità di Presidente. Subentra al dottor Giovanni Pilia, il cui mandato è scaduto martedì 27 giugno 2017, che ha manifestato con una nota ufficiale l’intenzione di non accettare eventuali proroghe dell’incarico.

La nomina avrà la durata di quattro mesi a decorrere da ieri, 28 giugno 2017, e comunque non oltre la costituzione degli organi del Consorzio, in particolare del Presidente e del Consiglio direttivo. Il Commissario relazionerà, al termine del mandato, al ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare in merito alle azioni poste in essere per la migliore funzionalità del Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna. Salvo sorprese che, al momento, sembrano da escludere, Tarcisio Agus sarà poi il nuovo presidente del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna.

Tarcisio Agus è nato nel 1950. È stato sindaco di Guspini e consigliere regionale nella XIII e XIV legislatura.

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«Interroghiamo il ministero dell’Ambiente per sapere se il sindaco del comune di Assemini abbia presentato il parere sanitario in sede di autorizzazione integrata ambientale (AIA) e per capire su quali basi normative il procedimento sia stato finalizzato». Lo ha dichiarato l’on. Samuele Segoni, deputato di Alternativa Libera e membro della Commissione Ambiente alla Camera dei deputati che, su sollecito del gruppo locale di Alternativa Libera, ha presentato ieri un’interrogazione scritta al ministro Gian Luca Galletti sullo stabilimento Fluorsid s.p.a., ubicato nel comune di Assemini e recentemente sotto osservazione per i fatti relativi all’interramento di rifiuti industriali pericolosi.

«Il sindaco Mario Puddu è la massima autorità sanitaria locale – aggiunge Irene Piras, consigliera comunale – vogliamo capire come sia stato possibile concedere l’autorizzazione sanitaria all’azienda nonostante fossero noti i superamenti delle soglie di emissione della qualità dell’aria. Vogliamo assicurarci che non sia stato a guardare silente e capire se avrebbe potuto fare qualcosa in sede di conferenza di servizi a tutela della salute e dell’ambiente.»

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Il comandante della Capitaneria di Porto di La Maddalena, il capitano di fregata Leonardo Deri è stato prorogato alla guida del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena per altri sei mesi a partire dalla data del 7 giugno 2017. La proroga dell’incarico di commissario straordinario ricevuto lo scorso dicembre dal ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare Gian Luca Galletti è arrivata ufficialmente negli Uffici dell’Ente Parco. Il comandante Leonardo Deri guiderà l’Ente Parco per tutta la stagione estiva e concluderà il suo mandato il prossimo 7 dicembre, restando in attesa del raggiungimento dell’intesa tra ministero dell’Ambiente e Regione Sardegna per la nomina del nuovo presidente e dell’intero Consiglio direttivo.

«Mi sono messo a disposizione per proseguire con l’incarico affidatomi lo scorso dicembre – ha detto il comandante Deri ricevendo il decreto di nomina sottoscritto dal ministro Galletti – in questi mesi abbiamo impostato un lavoro per la stagione estiva che dobbiamo proseguire. Ringrazio il ministro Galletti e l’intera struttura della Direzione Protezione della natura del Ministero per la fiducia accordatami.»

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L’ex consigliere regionale ed ex sindaco di Guspini Tarcisio Agus, sarà il nuovo presidente del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna. Lo scrive il web magazine Geoparchi online.

La nomina sarà ufficializzata all’inizio della prossima settimana con il rientro del ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, dal G7 di Bologna. Con la firma del decreto, che porrà fine a 10 anni di gestione commissariale, sarà contestualmente insediato anche il nuovo Consiglio direttivo del Geoparco.

 

 

 

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«Una situazione a rischio per la qualità dell’ambiente marino e per la salute di residenti e turisti. Carloforte non può continuare ad essere priva di un depuratore delle acque reflue fognarie. Circostanza di per sé grave a cui si aggiunge la beffa di dover pagare un servizio che non c’è.»

È quanto segnala il deputato del Movimento 5 Stelle, Andrea Vallascas, in un’interrogazione al ministro dell’Ambiente, della Salute del Territorio e del Mare, Gian Luca Galletti, a cui chiede di intervenire in merito all’assenza di un depuratore nell’isola di San Pietro, mancanza che mette a rischio la qualità dell’ambiente e che impone ai residenti oneri in bolletta per servizi non erogati.

«L’isola di San Pietro – spiega Vallascas – è servita attualmente da un impianto di pretrattamento delle acque reflue del centro abitato, “collettate” attraverso una rete fognaria di tipo separato. Mentre lo scarico è effettuato mediante una condotta sottomarina, interrata per i primi 50 metri, della lunghezza complessiva di 1.700 metri. In pratica, i reflui fognari pretrattati vengono versati in mare in mezzo a prateria di posidonia e negli habitat marini battuti dagli operatori della piccola pesca.»

«La realizzazione di un impianto di depurazione – aggiunge il deputato del Movimento 5 Stelle – venne pianificata oltre dieci anni fa, con uno stanziamento di 5 milioni di euro, ma l’intervento è tuttora bloccato anche a causa di un contenzioso tra Comune ed Abbanoa.»

«E’ il caso di rilevare – sottolinea ancora Andrea Vallascas – che l’isola di San Pietro, con oltre 6mila residenti, a cui si aggiungono nel periodo estivo decine di migliaia di turisti, è una comunità popolosa, circostanza che rende irrimandabile la realizzazione di un vero e proprio depuratore, visto il sottodimensionamento e l’inadeguatezza dell’attuale impianto di pretrattamento.»

«La situazione, non più sostenibile, ricade sugli abitanti anche sotto il profilo economico, visto che sono costretti a pagare in bolletta un servizio che non viene erogato perché non c’è l’impianto. Proprio per questo, e per ottenere la cancellazione della voce depurazione dalla bolletta, la comunità dell’isola ha avviato una sottoscrizione pubblica in vista di un’azione legale collettiva nei confronti di Abbanoa. La mancanza di un impianto di depurazione rappresenta una componente di forte rischio per la qualità dell’ambiente marino, con ripercussioni per la salute di residenti e turisti. Oltre a questo, però, si potrebbe anche configurare una pratica commerciale non corretta da parte di Abbanoa – conclude Andrea Vallascas -, perché inserisce in bolletta la voce riferita alla depurazione, peraltro particolarmente onerosa, nonostante il servizio non venga erogato.»  

  

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Il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, ha scritto una lettera al premier Paolo Gentiloni, nella quale gli chiede di intervenire per impedire la realizzazione dei due impianti di solare termodinamico di Gonnosfanadiga e di Flumini Mannu che, per le loro caratteristiche, non rientrano nella visione del Piano energetico ambientale regionale e nella strategia di sviluppo energetico ed economico adottata dall’Esecutivo regionale.
La commissione tecnica nazionale di Valutazione dell’Impatto Ambientale, infatti, ha concluso il lavoro istruttorio sul progetto da realizzarsi nei comuni di Gonnosfanadiga e Guspini esprimendo parere positivo, analogamente a quanto già fatto in relazione all’identico progetto “Flumini Mannu” che interessa i Comuni di Villasor e Decimoputzu.
«La Regione Sardegna ha sempre manifestato la propria netta contrarietà – spiega nella lettera il presidente Pigliaru, citando i pareri tecnici inviati alla Commissione nazionale, la lettera al ministro Gian Luca Galletti dell’assessore dell’Ambiente e la mozione del 28 settembre scorso del Consiglio regionale e il parere negativo del ministero dei Beni Culturali -. Su Flumini Mannu la decisione finale è stata già deferita alla Presidenza del Consiglio dei ministri e presumibilmente avverrà lo stesso per il progetto Gonnosfanadiga. Ciò rende opportuno e doveroso ribadire ancora una volta la forte contrarietà delle istituzioni regionali e locali, nonché dei territori.»

Nella lettera Pigliaru spiega come il piano energetico ambientale della Sardegna riconosca strategici «la generazione distribuita da fonti rinnovabili e lo sviluppo di azioni destinate all’aumento della quota di autoconsumo. Con particolare riferimento alle tecnologie per la produzione di energia da fonte solare, la Regione Sardegna promuove e favorisce la diffusione degli impianti e delle istallazioni di taglia medio-piccola” che occupano poco territorio e soddisfano le esigenze energetiche locali e la diffusione delle reti intelligenti. I progetti Flumini Mannu e Gonnosfanadiga, invece, occupano superfici importanti e non riducono il costo dell’energia per l’utenza finale».

«La realizzazione di questi impianti – prosegue la lettera – comporterebbe il sacrificio di un’area produttiva, attualmente adibita ad uso agricolo e al pascolo di bestiame. Ciò sarebbe in contrasto con gli obiettivi della politica agricola regionale per il consistente consumo di suolo agrario, per non parlare della mortificazione delle aziende agricole operanti in quei territori alle quali verrebbe negata la disponibilità di quelle aree con effetti di carattere economico-sociale facilmente immaginabile. Inoltre, si determinerebbe un inevitabile impatto negativo anche sugli ecosistemi coinvolti.»

Francesco Pigliaru, poi, evidenziando come la condizione di insularità della Sardegna determini uno svantaggio anche sul fronte energetico, sottolinea la necessità di «intervenire con decisione sulla legislazione nazionale, in conformità con la normativa comunitaria, per consentire alle Regioni, attraverso i propri strumenti pianificatori, di poter intervenire efficacemente». In chiusura, ribadendo ancora una volta che i progetti Flumini Mannu e Gonnosfanadiga si pongono «in netto contrasto con le strategie di sviluppo energetico ed economico che la nostra Regione intende promuovere anche a livello nazionale attraverso la modifica sostanziale della Strategia Energetica Nazionale», il presidente Pigliaru sottolinea «il forte malcontento e la netta contrarietà della popolazione alla realizzazione di questi impianti» e le «forti tensioni di carattere economico-sociale che potrebbero derivarne».

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I “Centristi per la Sardegna” preparano l’appuntamento elettorale amministrativo di Primavera.
Con le adesioni nei consigli comunali di Cagliari, Quartu, l’ex sindaco della terza città della Sardegna, Davide Galantuomo, Sestu, il giovane consigliere Gianluca Usai e della Città metropolitana, si inizia a radicare nel territorio il movimento politico “Centristi per la Sardegna”, emanazione del progetto nazionale “Centristi per l’Europa”, promosso da Pier Ferdinando Casini e guidato dal ministro dell’ambiente, Gian Luca Galletti e dal presidente della Bicamerale per gli affari Regionali ed ex ministro della funzione pubblica, Gianpiero D’Alia.

Federico Ibba, consigliere comunale del capoluogo, nominato negli scorsi mesi coordinatore regionale del movimento, annuncia oggi la presenza di liste e di candidati a sindaco nei principali centri che andranno al voto in primavera come Selargius, popoloso comune dell’area metropolitana di Cagliari ed il capoluogo di provincia di Oristano. «L’obiettivo – spiega Ibba – è quello di creare le condizioni di riaggregare gli elettori moderati e gli amministratori che credono nei valori del popolarismo europeo contribuendo a costruire una casa non preconfezionata a Roma o a Bruxelles ma che sia espressione di movimenti civici dai quali cresca una nuova classe dirigente».

«Nessuna alleanza precostituita con partiti o coalizioni che ricalcano quella del governo nazionale – aggiunge Federico Ibba -, valutiamo caso per caso il nostro sostegno privilegiando i movimenti e partiti che fanno parte della famiglia dei popolari europei ma ad una sola condizione: liste e sindaci con un forte segno di rinnovamento e discontinuità col passato.»

Federico Ibba.

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«I lavori di demolizione e bonifica dei gruppi 1 e 2 nella centrale di Fiumesanto se non sono fermi procedono con grande ed incomprensibile lentezza, a meno di un anno dalla scadenza delle autorizzazioni. Questo non può che creare dubbi e preoccupazioni sia dal punto di vista dello stato di inquinamento del sito che per quanto riguarda i problemi legati alla sicurezza. Chiediamo che Eph chiarisca quali siano i motivi dei ritardi. Non basta più affermare che i lavori termineranno nel febbraio del 2018 ma si deve procedere definendo con chiarezza tempi e modi di realizzazione del decommissioning.» Lo afferma in un comunicato il senatore del Partito Democratico Silvio, Lai nel quale illustra la lettera scritta al ministro Gian Luca Galletti la quale chiede una maggiore vigilanza.

«È trascorso quasi un anno e mezzo dall’interrogazione che insieme ad altri colleghi senatori avevamo presentato per chiedere i motivi del blocco dei cantieri delle bonifiche dei gruppi 1 e 2 ad olio combustibile. In quell’occasione – aggiunge Silvio Lai – avevamo ricordato come la demolizione e lo smaltimento con bonifica e ripristino dell’area sarebbe dovuto avvenire entro il dicembre del 2014. C’è stato poi il sequestro del cantiere da parte della magistratura ma successivamente anche questo ostacolo all’avvio dei lavori era venuto meno. Oggi, nonostante le affermazioni rassicuranti sul rispetto del crono programma definito da EPH i cantieri risultano praticamente fermi, questo almeno è quanto emerso dall’esito dell’audizione del dirigente del settore ambiente della Provincia nella competente commissione consiliare del Comune di Sassari, che con la presidente Fadda ha dato vita ad un’opportuna indagine conoscitiva sulla situazione. In questi anni ci sono stati molti cambi di programma e impegni sottoscritti e poi disattesi da parte di chi gestiva la centrale di Fiumesanto. Non ultimo sulla realizzazione del quinto gruppo, anche se il cerino acceso é stato lasciato da EOn e non intendiamo attribuirlo all’azienda della Repubblica Ceca.»

L’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano, questa mattina ha inviato una lettera al ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, nella quale ha scritto «in vista dell’imminente espressione del parere da parte della Commissione tecnica nazionale di valutazione dell’impatto ambientale, intendo ribadire la contrarietà della Regione Sardegna alla realizzazione dell’impianto solare termodinamico da 55 MWe denominato ‘Gonnosfanadiga, Comuni di Gonnosfanadiga e Guspini’».

La posizione espressa oggi ribadisce la linea che la Regione aveva manifestato in passato a proposito dell’analogo progetto “Fluminimannu” da realizzarsi, secondo le proposte, nei territori dei Comuni di Villasor e Decimoputzu. Per tale progetto è in corso la procedura, indicata dalla normativa, che prevede «il deferimento alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per una valutazione complessiva a seguito di pareri, tra loro contrastanti, resi dalle Amministrazioni competenti, a diverso titolo, per la definizione di atti e provvedimenti».

Lo scorso 28 settembre, con la mozione n. 250, il Consiglio regionale impegnava il presidente della Giunta a porre in essere, in tutte le sedi istituzionali, ogni azione utile a impedire la realizzazione degli impianti nei territori di Gonnosfanadiga e Guspini.
Le motivazioni. Sul progetto, gli uffici della direzione generale dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente avevano già espresso parere tecnico negativo con due distinte note: una del 22 ottobre 2015 e l’altra del 14 giugno 2016. «Le motivazioni che sottendono al netto diniego da parte della Regione Sardegna – è scritto nella lettera – sono riconducibili alle seguenti notevoli criticità: la sottrazione di suolo all’uso agricolo; l’incoerenza col Piano energetico regionale; la forte opposizione del territorio in merito alla realizzazione dell’impianto».

Per quanto riguarda il primo aspetto, la dimensione degli spazi interessati per la realizzazione del sito comporterebbe il sacrificio di un’area produttiva, attualmente adibita a uso agricolo e al pascolo del bestiame. Ciò sarebbe in contrasto con gli obiettivi della politica agricola regionale per il consistente consumo di suolo agrario e produrrebbe un inevitabile impatto negativo anche sugli ecosistemi coinvolti, che svolgono un ruolo ecologico di primaria importanza per il mantenimento dell’agro-biodiversità, per il flusso dei servizi ecosistemici e per la capacità di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Allo stesso tempo si mortificherebbero le aziende agricole che operano in quei luoghi alle quali verrebbe negata la disponibilità di quegli spazi con effetti di carattere economico-sociale facilmente immaginabili generic zithromax online.
L’incoerenza col Piano energetico regionale deriva dal fatto che un impianto di tali dimensioni non è in linea con la strategia energetica regionale che si basa invece su principi europei di generazione distribuita ed efficiente, con impianti di piccola taglia e micro reti di distribuzione. Va quindi ulteriormente evidenziato il forte malcontento e la netta contrarietà della popolazione alla realizzazione del progetto, soprattutto per le forti tensioni di carattere economico-sociale che potrebbero derivarne.

«Con questa nota – si conclude l’assessore Spano nella lettera al ministro Galletti – chiedo un suo autorevole intervento affinché, nell’ambito delle procedure di legge, siano tenute nella giusta considerazione tutte le osservazioni evidenziate nei pareri resi dalla Regione Sardegna e nelle quali sono stati analizzati gli aspetti di impatto negativo dell’impianto e i pareri di altri enti e soggetti che operano sul territorio e conoscono perfettamente la realtà nella quale esso si inquadra.»

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Il ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha concluso oggi la sua visita a La Maddalena.

Nel suo secondo giorno di permanenza nell’Arcipelago il ministro, guidato dal personale del Parco e della Capitaneria di Porto, ha potuto scoprire le particolarità storiche, ambientali e culturali che fanno dell’Isola di Caprera un museo a cielo aperto. Accompagnato per alcuni sopralluoghi alla Spiaggia del Relitto, il Ministro ha poi fatto visita al Compendio Garibaldino di Caprera. Un occhio particolare è stato dedicato alla presentazione dell’area intorno agli “Orti di Garibaldi”.

La visita informale si è conclusa con un passaggio al Centro V.T.S di Guardia Vecchia, dove sono state presentate le importanti attività di monitoraggio del traffico marittimo rese dalla struttura della Capitaneria di Porto di La Maddalena nata per incrementare la sicurezza sullo stretto di Bonifacio e che opera h 24 per mantenere elevatissimi standard di tutela su uno degli stretti più importanti al mondo dal punto di vista del patrimonio ambientale.

Il ministro Galletti ha poi voluto concludere la sua presenza a La Maddalena con una passeggiata nel centro storico con la famiglia.