22 November, 2024
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La commissione “Attività Produttive” ha avviato l’esame della proposta di legge sulla riorganizzazione del comparto ippico della Sardegna presentata dal consigliere Gaetano Ledda (La Base).

Il provvedimento punta a un intervento complessivo a favore del settore equestre. Obiettivo dichiarato, la tutela e la valorizzazione del cavallo anglo-arabo sardo riconosciuto come prodotto principe dell’allevamento isolano. Un’attenzione particolare è prevista anche per il purosangue arabo, il cavallino della Giara, il cavallo del Sarcidano, l’asino sardo e dell’Asinara.

Nella proposta, il compito di governare e coordinare gli interventi viene affidato all’Agris che si avvale, per la definizione degli obiettivi e delle strategie tecniche, della collaborazione del Comitato Ippico, organismo composto da 7 esperti indicati  dall’assessorato dall’agricoltura, dalle associazioni degli allevatori e dalle università. Un Comitato ristretto, composto dal direttore di Agris, da un veterinario esperto e da un componente del Comitato Ippico, si occupa invece dell’acquisto e individuazione dei riproduttori per l’incremento delle razze equine allevate in Sardegna.

L’iniziativa legislativa introduce, inoltre, specifiche norme a sostegno della formazione degli operatori, dell’ippoterapia, della diffusione della cultura ippica nelle scuole. Per il settore turistico, oltre al riconoscimento e alla valorizzazione dei numerosi pali, sagre e feste caratterizzati dalla presenza dei cavalli, è prevista l’istituzione di un registro regionale delle ippovie.

Per un primo confronto sui contenuti della proposta di legge, l’organismo consiliare, presieduto da Luigi Lotto, ha sentito i rappresentanti dell’ANACAAD (Associazione nazionale allevatori del cavallo anglo-arabo e derivati), della CIAA Confederazione internazionale dell’anglo-arabo, della FISE (Federazione italiana sport equestri) e degli ippodromi di Sassari e Villacidro.

Da tutti è arrivato un plauso per l’iniziativa. «Il settore attraversa da anni una crisi profonda – ha detto il presidente di Anacaad, Mario Salvatore Cossu – serve una legge di riordino da approvare in tempi rapidissimi se non si vuole rischiare la scomparsa dell’allevamento del cavallo anglo-arabo. Il provvedimento più urgente è quello per una corretta gestione del libro genealogico».

«La crisi degli ultimi 10 anni ha determinato la perdita del 65% della produzione regionale. Nonostante tutto la Sardegna tiene duro a livello nazionale – ha aggiunto il segretario generale della CIAA Raffaele Cherchi – gli allevamenti isolani producono ancora il 70% dei cavalli da sella per il mercato nazionale. Ora è necessaria una norma che consenta di ridare fiato a tutta l’economia che ruota attorno al mondo del cavallo. Per far questo occorre distinguere tra produzioni globali e allevamenti che tutelano le nostre specificità».

Giudizio condiviso dal presidente della Fise, Stefano Meloni, che ha sollecitato un coinvolgimento maggiore della Federazione sport equestri negli organismi tecnici (Comitato Ippico).

Il consigliere della Società ippica sassarese, Pasquale Ittiresu, e il direttore dell’Ippodromo di Villacidro, Roberto Sanna, hanno infine suggerito alcune integrazioni alla proposta di legge. «Agli ippodromi non è riconosciuto il ruolo dovuto – hanno detto Ittiresu e Sanna – eppure hanno avuto da sempre una funzione non solo sportiva ma anche sociale e culturale per le comunità di appartenenza. La legge deve partire da un dato: il primo obiettivo di un allevatore è portare il proprio cavallo all’ippodromo, tutte le altre attività vengono dopo». I rappresentanti degli ippodromi hanno per questo proposto di introdurre in legge un comma aggiuntivo all’art 15 che preveda il sostegno per le manifestazioni finalizzate a “testare” le razze allevate in Sardegna e la promozione di tutte le attività svolte all’interno degli ippodromi e finalizzate alla selezioni di soggetti sportivi.

Le audizioni proseguiranno alle 17.00 con i rappresentanti delle associazioni regionali e provinciali degli allevatori e gli allenatori sportivi Tonino Cottu, Francesco Brocca, Gian Marco Pala e Mario Migheli.

Palazzo del Consiglio regionale 3