26 December, 2024
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Religione, identità e cooperazione tra Europa, Africa e vicino Oriente saranno questi i temi della quarta edizione di Dialogando in programma a Stintino sabato 24 e domenica 25 novembre al Mut. L’evento, che dal 2015 a oggi ha messo il paese di pescatori al centro del bacino Mediterraneo, rappresenta una vera e propria occasione di apertura e dialogo tra popoli.

In questi anni i protagonisti sono stati i rappresentanti delle comunità cristiane e musulmane in Italia, in Europa e nel Medio Oriente. Tra loro confronto e condivisione apertura, cooperazione e desiderio di pace.

«La voglia di dialogo non è mai mancata – afferma il primo cittadino di Stintino Antonio Diana – come dimostrano le testimonianze portate dagli stessi Imam e rappresentanti della religione cristiana che hanno partecipato ai due convegni del 2015 prima e a quello del 2016 poi. Con l’edizione di quest’anno vogliamo proseguire sul cammino della costruzione di un ponte con le religioni e favorire nuove occasioni di dialogo e di incontro.»

L’edizione di Dialogando 2018 quindi si aprirà sabato mattina, alle 9,30, nella sala riunioni del museo della Tonnara. Sono due le sessioni mattutine ed una quella pomeridiana.

La prima sessione, dal titolo Il Sudan come modello di Cooperazione allo sviluppo e moderata dal rettore dell’Ateneo turritano Massimo Carpinelli e dal rappresentante dell’Accademia nazionale dei Lincei Piero Cappuccinelli, sarà preceduta dalla lettura magistrale dell’assessore regionale agli Affari Generali personale e riforma Filippo Spanu che illustrerà «il ruolo della Sardegna nella cooperazione internazionale». Alla prima sessione parteciperanno l’ambasciatore italiano nella Repubblica del Sudan, Fabrizio Lobasso, e l’ambasciatore sudanese in Italia Abdelwahab Hijazi.

Sono stati invitati a partecipare anche il presidente della Regione Francesco Pigliaru ed il presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau.

La seconda sessione, dal titolo Il Libano come modello di dialogo interreligioso e civile, sarà moderata dall’arcivescovo di Sassari monsignor Gianfranco Saba. Tra i partecipanti di questa sessione il principe libanese Magid Talal Arslan, ricercatore in Scienze Politiche e Relazioni internazionali, quindi monsignor Youhanna Jihad Battah, vicario patriarcale della Chiesa Siro-Antiochena cattolica e vescovo di Beirut.

La terza sessione, quella pomeridiana, con inizio alle ore 15.00, dal titolo Identità religiose e culturali tra conflitto e cooperazione in Europa sarà moderata da Graziano Milia della Fondazione di Sardegna. All’incontro parteciperanno studiosi e docenti delle Università di Sassari, di Bologna, della Calabria e di Skopje.

La sessione sarà chiusa della presentazione del corso di laurea in “Sicurezza e Cooperazione internazionale” dell’Università degli studi di Sassari.

Il convegno quindi si concluderà con l’inaugurazione dell’edizione 2018 del presepe internazionale a grandezza naturale, realizzato a Stintino dall’associazione “Il tempo della memoria” ,in collaborazione con l’Amministrazione comunale.

Domenica 25 novembre, invece, gli ospiti si sposteranno sull’isola dell’Asinara, per una visita ai luoghi della memoria della Grande Guerra.

L’organizzazione dei convegni Dialogando vede protagonisti, oltre all’amministrazione comunale stintinese, l’Arcidiocesi di Sassari, l’associazione “Il Tempo della Memoria”, l’Università di Sassari, il Centro studi il Mediterraneo, Al Mutawassit ed il Centro studi Golfo dell’Asinara.

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Donatella Spano, assessore regionale della Difesa dell’Ambiente.

Lunedì 19 novembre, nella sede della Camera di Commercio di Nuoro, in via Papandrea 8, l’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, inaugurerà l’Anno forestale della Sardegna 2018-2019. Al convegno intitolato “Foreste e turismi”, in programma alle 12.00, interverranno gli assessori dell’Ambiente Donatella Spano e del Turismo Barbara Argiolas. Istituzioni, ricerca, studenti e imprese e professionisti del settore porteranno un contributo al dibattito intorno ai temi della valorizzazione dei percorsi forestali ed ambientali della Sardegna.

L’iniziativa, ideata nelle giornate del 19, 20 e del 21 novembre tra convegni, workshop e spazi espositivi, è organizzata dall’agenzia regionale Forestas, dall’Università degli Studi di Sassari, Consorzio Uni Nuoro, del Corpo forestale, della Camera di Commercio di Nuoro e con la collaborazione di Isre (Istituto Superiore Regionale Etnografico), Make in Nuoro, Sardegna Ricerche, Aspal (Agenzia Sarda per le Politiche Attive del Lavoro), Biblioteca S. Satta, Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Nuoro e CAI – Club Alpino Italiano. Alla tre giorni è affiancato un percorso didattico rivolto a tutte le scuole che resterà disponibile per le visite a partire dal 19 fino al giorno 24 novembre.

La mattina di lavori sarà aperta da Giuseppe Pulina, amministratore unico di Forestas, dal sindaco di Nuoro Andrea Soddu, dal presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, dall’amministratore della provincia di Nuoro Costantino Tidu, dal presidente Camera di Commercio Nuoro Agostino Cicalò, dal coordinatore del S.O.S.e.C. del CAI nazionale Alfredo Gattai, dal presidente Banco di Sardegna Antonello Arru, dal rappresentante regionale albergatori di Federalberghi Paolo Manca, dal comandante Carabinieri Forestali Cristiano Manni, dal presidente della federazione regionale degli Ordini dei Dottori agronomi e dei Dottori forestali della Sardegna Ettore Crobu. Tra gli interventi in programma anche quelli del direttore generale di Forestas Giuliano Patteri, del comandante del Corpo forestale Antonio Casula, del direttore del Dipartimento di Agraria di Sassari Antonello Pazzona, del commissario UniNuoro Fabrizio Mureddu e del direttore generale dell’assessorato della difesa dell’ambiente Paola Zinzula.

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Il Consiglio regionale ha dato il via libera alla legge sull’inquadramento del personale dell’Agenzia Forestas.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la discussione degli articoli e degli emendamenti collegati al Testo unico sul nuovo contratto dell’Agenzia Forestas.

Aprendo la discussione dell’art. 1 Daniela Forma, del Pd, ha ribadito il suo dissenso rispetto al testo della commissione perché, fra l’altro, «appare slegato dalle attività esercitate dall’Agenzia, per cui ci saranno sicuramente grandi problemi di attuazione; inoltre, resta inalterato il problema dei semestrali con nuove disparità normative ed economiche, per cui auspico che con emendamenti che hanno ottenuto un certo consenso si possa migliorare il testo per renderlo più accettabile e meno iniquo».

Messo ai voti, l’articolo è stato approvato con 34 voti favorevoli ed 1 contrario.

Successivamente è iniziata la discussione dell’art. 2.

Esponendo il parere della Giunta sugli emendamenti l’assessore degli Affari generali Filippo Spanu ha ricordato che, già in sede di discussione generale, «è stata evidenziata la necessità di affrontare il problema in modo pragmatico con un contratto pubblico inserito nella 31 per poi affrontare la questione dei lavoratori a tempo determinato per ridurre al massimo le incertezze di questa aliquota del personale». Filippo Spanu ha poi ribadito l’appello rivolto all’Aula ed anche all’esterno «per soluzioni che, fermo restando l’obiettivo generale, togliessero incertezze contrattuali, organizzative e finanziarie su un contratto che, di fatto, riguarda la metà dei dipendenti del sistema Regione». Per queste ragioni, ha aggiunto, «abbiamo favorito emendamenti mirati, anche se non proposti direttamente dalla Giunta, superando la logica maggioranza-opposizione». In definitiva, ha concluso Filippo Spanu, «su questo articolo che è il cuore del testo, stiamo cercando di restare all’interno della 31 facendo chiarezza sulla specificità di questi lavoratori, perché inserirli tutti insieme dentro un contratto di impianto amministrativo significa determinare poi problemi di attuazione, di rappresentatività nell’ambito dello stesso contratto, di impatto finanziario: siamo dunque favorevoli all’emendamento 10/28 ed al 4, mentre per il resto ci rimettiamo all’Aula».

Il presidente della commissione Autonomia e personale Francesco Agus ha sottolineato che «come commissione abbiamo sempre osservato il principio della delegificazione perché troppo invasivo e, in particolare, perché le leggi statali lasciano ampi spazi alla contrattazione e le norme regionali sono troppo farraginose». I vincoli sono stati ridotti per quanto possibile, ha concluso Francesco Agus, annunciando un emendamento orale all’articolo cambiando una definizione da adeguata a coerente».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha ripercorso l’attività sempre più intensa dei giorni scorsi per migliorare testo evitando contrapposizioni anche se, ha lamentato, «un certo clima ricorda tempi ormai superati con la diffusione di manifesti necrologici di contenuto fuori luogo che non mostrano volontà costruttiva ma solo la cura di interessi particolari». Antonio Solinas ha poi confermato le sue numerose perplessità di fronte all’ipotesi prospettata dalla Giunta nella quale, ha sostenuto, «prevale una visione burocratica inserendo nella 31 Forestas che dovrebbe essere invece uno strumento agile e dinamico». Ora, ha avvertito, «siamo ad un bivio: inserire il personale nella 31 o ipotizzare un contratto pubblico di comparto, e la differenza sta nel collocarli all’interno del ruolo unico del sistema Regione nel primo caso e, nell’altro, delineare una contrattazione a parte». Penso che per Forestas, ha concluso, «sia molto meglio la seconda ipotesi, anche se molti sindacati e molti consiglieri la rifiutano e forse ora non c’è più tempo, per cui comunque ritengo necessario fare un ulteriore sforzo per non lasciare nessuno indietro».

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha espresso la volontà del suo gruppo di aderire alla proposta del presidente della commissione Francesco Agus.

Successivamente il Consiglio ha approvato con 46 voti favorevoli e 2 contrari l’emendamento n. 10 (Agus e più) che prevede l’avvio della contrattazione entro il 31 dicembre del 2018. Il testo è stato integrato dall’emendamento orale proposto dallo stesso Francesco Agus. Subito dopo il voto favorevole al testo dell’articolo (44 favorevoli, 1 contrario) che, fra l’altro, ha determinato la decadenza dell’emendamento n. 4 su cui aveva espresso parere favorevole la Giunta che prevedeva l’istituzione di “una area di contrattazione separata” all’interno del sistema Regione.

Approvati gli articoli 3 e 4, l’Aula è passata all’articolo 5 e ai relativi emendamenti.

L’on. Daniela Forma (Pd) ha insistito «sulle perplessità del passaggio contrattuale alla legge 31 dei 4.200 dipendenti assunti a tempo indeterminato. Ritengo che ci saranno notevoli difficoltà nel processo di stabilizzazione dei dipendenti a tempo indeterminato. Ho molti dubbi su questa procedura, assai diversa per modalità rispetto a quella che era stata indicata dalla Prima commissione. Non so più a che santo appellarmi, l’Aula ha imboccato una via senza uscita».

Per il presidente della commissione Bilancio, on. Franco Sabatini, «non è possibile che si faccia confusione e si inventino le cose. E’ inaccettabile che ci siano ancora semestrali: devono essere stabilizzati con contratto semestrale come già abbiamo fatto per l’Ente foreste. Ma questa legge, con l’articolo 5 modificato integralmente dall’emendamento 8, mette in sicurezza gli operai forestali che non corrono più nessun rischio rispetto alla stabilizzazione. Basta con le ipotesi e le paure. Il governo centrale deve darci, in deroga, la possibilità di stabilizzare tutti i semestrali evitando così allo Stato di pagare per sei mesi l’indennità di disoccupazione».

Per il Pds ha preso la parola l’on. Gianfranco Congiu, secondo cui «si potrebbe incorrere in un vizio di compilazione della norma. Per questo annuncio un emendamento orale all’articolo 8 per sostituire con “dipendenti con il rapporto a tempo determinato” la formula “dipendenti con rapporto semestrale».

L’on. Francesco Agus (Campo progressista) ha presentato un altro emendamento orale all’emendamento 8 mentre l’on. Paolo Truzzu (Fdi) ha detto di aver presentato l’emendamento 9 proprio «con lo scopo di evitare i problemi segnalati poco fa dall’on. Gianfranco Congiu».

Per l’on. Daniele Cocco (Art. 1 – Mdp) «bisogna stare attenti a non confondere le tipologie dei lavoratori e definire chi è il lavoratore trimestrale. Altrimenti tutto il lavoro svolto non serve a nulla».

Il presidente Gianfranco Ganau ha ritenuto opportuno sospendere i lavori dell’Aula per un approfondimento sulle perplessità manifestate dall’on. Cocco.

Alla ripresa, l’on. Gianfranco Congiu (Pds) ha spiegato che l’intento che si era proposto “può essere soddisfatto anche con un ordine del giorno. Dunque, ritiro l’emendamento orale”.

Respinto l’emendamento 24, ritirati i 34 e 35.

Sull’emendamento 8 (personale assunto a tempo determinato) ha preso la parola il presentatore, on. Antonio Solinas, che ha detto: “Una volta che saranno stabilizzati i 1300 lavoratori vedremo se sarà necessario procedere ad altre ulteriori stabilizzazioni”.

Tutti i gruppi politici hanno dichiarato di condividere l’emendamento 8, che è stato approvato all’unanimità. L’emendamento 8 prevede che “per il personale dipendente a tempo determinato in regime di tempo parziale il transito nel nuovo inquadramento avviene a seguito della definizione del processo di stabilizzazione. Al fine di superare il precariato e valorizzare la professionalità acquisita

Sull’articolo 6 ha preso la parola l’on. Daniela Forma (Pd), che ha illustrato l’emendamento 27, soppressivo dell’articolo 6. Anche l’on. Francesco Agus (Campo progressista) è intervenuto come primo firmatario dell’emendamento 36 e ha detto: «Sarà la contrattazione a definire le categorie all’interno del contratto regionale e stiamo prevedendo oneri finanziari per 9 milioni di euro per via di una simulazione ma sappiamo che quella somma andrà in diminuzione. Non si tratta, dunque, di un costo certo, che sarà chiaro solo al termine della contrattazione».

Per l’on. Roberto Deriu «in quest’Aula più che alla post-verità siamo alla pre-verità e siamo ormai anche ai preconcetti. Si confondono con partigianeria le possibilità con le probabilità e si sono fatti esercizi numerici in libertà per influenzare il corso di questa legge. Noi ci basiamo con prudenza su valutazioni accertate, come ha ribadito il presidente Francesco Agus. Questa è una legge anti populista e anti demagogica: è falso che si dilati la spesa pubblica e il futuro si incaricherà di dimostrare anche questo. Questa riforma, questa buona legge è compatibile con la finanza regionale».

«Il buon lavoro del Consiglio regionale va premiato con un applauso visto che il Consiglio si è dovuto sostituire alla giunta regionale per scrivere questa riforma», ha detto l’on. Mario Floris (Udc). «Con la prima repubblica i provvedimenti che entravano in Consiglio regionale erano pressoché perfetti perché erano già passati alla concertazione con le parti sociali. Oggi non è proprio così e mi meraviglia che l’assessore dica che vuole migliorare un testo di cui dice di non condividere la sostanza. La stabilizzazione è una medaglia che i partiti politici tradizionali si devono mettere».

Il presidente del Consiglio ha dato la parola a Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp), che rivolgendosi alla collega Daniela Forma (Pd) ha affermato che il suo intervento “è in contrasto con quanto detto precedentemente”. E ha aggiunto: «Quando si tratta di dipendenti noi vogliamo che questo Consiglio sia unito, quando ci sono dei miglioramenti della situazione contrattuale dei dipendenti, soprattutto per quelli lasciati indietro nel corso degli anni, noi siamo favorevoli». Eugenio Lai ha poi proseguito: «L’efficienza dell’agenzia Forestas merita più rispetto e quindi fossero anche 15 milioni di euro, questo il Consiglio ha il dovere di recuperarli” e “voterò l’aumento di spesa di 9 milioni di euro».

Giorgio Oppi (Udc), dichiarando il suo voto favorevole, ha affermato che le osservazioni dei colleghi Roberto Deriu e Franco Sabatini hanno centrato perfettamente il problema. «Credo che con questo provvedimento stiamo rendendo giustizia ai lavoratori. E  credo che, anche se i nostri nemici dicono che abbiamo troppi dipendenti, l’inserimento dei semestrali darà lustro all’agenzia».

Piermario Manca (Pds) ha espresso dubbi sull’emendamento 36, presentato all’ultimo minuto, in quanto si stanno destinando i 9 milioni di euro, già previsti  per il funzionamento di Forestas, agli stipendi dei dipendenti. Piermario Manca ha chiesto chiarimenti al presidente della Commissione.

Pietro Cocco (Pd) ha ricordato che era necessario modificare un contratto che non è più adeguato ai tempi e alla trasformazione dell’ente Foreste in agenzia Forestas. Cocco, rivolgendosi al consigliere Mario Floris, ha ricordato che «è vero che è un problema vecchio di cui però nessuno si è mai occupato». Cocco ha poi evidenziato che, nonostante la Giunta abbia una sua posizione, non ha votato contro ma si è rimessa all’Aula. «E’ un atteggiamento di rispetto nei confronti del Consiglio».

Daniele Cocco (capogruppo Art. 1 – Sdp), ha concluso gli interventi dei capigruppo ribadendo il convinto sostegno al provvedimento evidenziandone le ricadute positive per i dipendenti e le comunità sarde. L’esponente della maggioranza ha ringraziato dunque l’assessore per “essersi rimesso alla volontà dell’Aula” ed il relatore di maggioranza “per la coerenza di comportamento dimostrata”.

Posto in votazione, l’Aula non ha quindi approvato l’emendamento n. 27 ed ha dato il via libera all’emendamento sostitutivo totale n. 36 (Agus e più)  che stabilisce che “a decorrere dal 2019 una quota di 9.349.000 annui delle risorse trasferite a Forestas è destinata a fare fronte agli oneri dell’attuazione dell’articolo 2 della legge”.

Invitato dal presidente Gianfranco Ganau, il segretario d’Aula, Gianni Lampis (FdI), ha dato lettura dell’ordine del giorno collegato alla legge, primo firmatario il consigliere Stefano Coinu (FI) che impegna la Giunta a far sì che “il personale, incluso quello semestrale che a seguito di pensionamento o di altre cause che ne determino la cessazione dal lavoro, viene reintegrato dall’agenzia attraverso le procedure selettive previste dalla legge per la categoria degli operai, in un numero pari a quello cessato dal servizio attraverso la predisposizione di un piano triennale di assunzioni. L’agenzia provvede al reintegro tenendo conto delle mansioni mancanti e dal numero di ettari conferiti dai Comuni in ogni complesso forestale”. 

 L’assessore del personale, Filippo Spanu, ha espresso un sostanziale parere favorevole evidenziando che in realtà l’ordine del giorno tratta il tema del cosiddetto turnover che – ha ricordato l’assessore – potrà essere garantito nell’ambito degli spazi assunzionali concessi alla regione sarda.

A favore dell’ordine del giorno si sono espressi il consigliere Stefano Coinu (Fi) e il relatore Giuseppe Meloni (Pd) mentre perplessità sono state espresse da Alessandro Collu (Pd). Posto in votazione l’ordine del giorno è stato approvato e sono incominciate le dichiarazioni di voto sull’intero provvedimento.

A favore Luigi Crisponi (Riformatori) che ha evidenziato la spaccatura interna alla maggioranza e quella con la Giunta, mentre Oscar Cherchi (Fi) dichiarandosi a favori ha parlato di “giustizia fatta” ed ha sottolineato “la sconfitta della Giunta del centrosinistra”. Favorevole anche il consigliere di CP-Misto, Francesco Agus («perché si conclude un lavoro con un accordo virtuoso che risolve un problema sentito e conclamato»). Convintamente a favore anche il consigliere dei Riformatori, Alfonso Marras, («finalmente arriva il riconoscimento per l’operato di oltre 5.000 lavoratori al servizio delle nostre comunità»)e il capogruppo Psd’Az, Gaetano Ledda («un plauso alla maggioranza e alla minoranza e a tutti i dipendenti Forestas che oggi entrano a far parte del sistema regione»).

Voto di astensione è stato invece preannunciato dalla consigliera del Pd, Rossella Pinna («non siamo riusciti a rimettere sul binario giusto la norma e mi rammarica il fatto  che non sia stata trovata una sintesi in maggioranza per dare a dipendenti Forestas una soluzione concertata e non una prospettiva incerta come è quella del ricorso alla legge 31 per il loro inquadramento»).

Favorevole anche Giovanni Satta, Psd’Az («a contrarietà della giunta c’è solo perché non vuole fare torto ai sindacati confederali»); Marco Tedde, Fi («ma gli applausi sono fuori luogo perché la legge passa per il senso di responsabilità e l’impegno mostrato dell’opposizione») e Piermario Manca (Pds) seppur con i dubbi sulle coperture finanziarie dell’emendamento n. 36.

A favore Gianluigi Rubiu (FdI) che ha evidenziato il ruolo delle opposizioni e denunciato “la pesante sconfitta della Giunta”.

Critico il giudizio di Gigi Ruggeri (Pd) che ha espresso dubbi sulla necessità di stipulare un nuovo contratto ai dipendenti per restituire efficienza all’Agenzia Forestas. «Ci sarà invece un’amplificazione di costi – ha detto Gigi Ruggeri – verrà raddoppiata la consistenza del personale che riportiamo in ambito di contrattazione pubblica. Stiamo dicendo al personale a tempo indeterminato che per loro non ci sarà più posto».

Voto favorevole ha invece annunciato Edoardo Tocco (Forza Italia): «L’Aula dà un segnale importante all’Agenzia che non aveva ancora una piena identità. Da oggi i lavoratori hanno una certezza per il loro futuro. Il Consiglio ha fatto un buon lavoro, l’opposizione non ha ostacolato nessuno».

Sulla stessa lunghezza d’onda il collega Antonello Peru (Forza Italia) che ha espresso soddisfazione per il grande lavoro svolto: «E’ merito della maggioranza ma un plauso speciale va alla minoranza per l’impegno dimostrato – ha detto Antonello Peru – da oggi i dipendenti Forestas sono figli della stessa madre e dello stesso padre. Oggi non ci sono vincitori né vinti, ha solo prevalso il buonsenso. Questa riforma ha un grande obiettivo e ne siamo tutti orgogliosi. La motivazione professionale dei dipendenti determinerà più efficacia nei servizi».

Soddisfatto anche il capogruppo dei Cristiani Popolari Socialisti Pierfranco Zanchetta: «Abbiamo fatto il nostro dovere di legislatori – ha detto – è ingeneroso l’attacco fatto all’assessore Spano che invece si è rimesso al volere dell’Aula. Questa è una legge che esprime la volontà del Consiglio. Oggi si ridà speranza ai lavoratori e una prospettiva importante all’Agenzia Forestas che, per me, è la nostra Guardia nazionale».

Paolo Truzzu, capogruppo FdI ha ringraziato l’on. Daniela Forma (Pd) e tutti i colleghi che hanno manifestato dubbi: «Ci hanno aiutato a scrivere una legge migliore. Dal dubbio nasce la saggezza. Con questa legge si pone rimedio a un errore. Quando fu costituito l’Ente Foreste c’era già la volontà di inserire i dipendenti nella legge 31. Noi lo avevamo già richiesto in questa legislatura. Oggi non facciamo altro che rispettare quelle volontà». Due, secondo Paolo Truzzu, i fatti politici rilevanti: «La legge è figlia della minoranza Senza di noi, viste le divisioni interne alla maggioranza, non sarebbe passata. Altro elemento: è una vittoria del Consiglio che per una volta ha avuto uno scatto d’orgoglio ed è riuscito a imporre una sua scelta all’esecutivo».

Convintamente favorevole si è dichiarato anche Paolo Zedda (Art. 1 – Mdp): «La legge dà attuazione a una nostra competenza primaria – ha affermato – portiamo all’interno del comparto unico di contrattazione il personale di Forestas. L’ordinamento precedente non funzionava, abbiamo corretto un’anomalia».

Antonio Solinas (Pd) ha invece dichiarato la propria astensione ribadendo i dubbi manifestati nel corso del dibattito: «Spero che l’on. Roberto Deriu, che ha parlato di scelte demagogiche, non si riferisse a me. C’è massima serietà nel lavoro fatto. I dubbi c’erano e chi voleva fare la legge in fretta lo ha capito. Mettiamo tutto nella “31” ma questa legge dovrà essere modificata e adeguata. non prendiamoci in giro: i costi saranno superiori e dovranno essere reperiti dal bilancio regionale. Cosa farà Forestas quando i dipendenti non potranno essere dichiarati idonei per la campagna antincendi ai sensi della 31? Oggi quando piove gli operai vengono messi in cassa integrazione, cosa succederà domani? Pagherà Forestas?».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco, nel difendere la legge, si è rivolto ai consiglieri di minoranza Paolo Truzzu e Marco Tedde: «Con in numeri non ci azzeccate. La maggioranza può approvare il provvedimento da sola. Questa legge non ha padrini, sono contento di averla fatta perché so quanto ci è costata. Sono orgoglioso e contento di esserci riuscito». Rivolto all’on. Antonio Solinas (Pd), Daniele Cocco ha poi detto: «Antonio Solinas ha parlato di cassa integrazione: finalmente non ci saranno operai mandati a casa e altri mantenuti al lavoro. Confido tantissimo nell’assessore che avrà adesso il compito di entrare nella fase contrattuale».

Giudizio positivo anche da parte di Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp): «Abbiamo migliorato una situazione dando una prospettiva ai 6000 dipendenti. L’Ente Foreste era in default. E’ stata questa maggioranza a pagare gli oneri professionali e a riprendere il percorso delle stabilizzazioni. La Giunta Cappellacci non lo ha fatto. Sentir dire che tutto quanto dipende dalla minoranza mi lascia basito. Noi abbiamo i numeri per approvarla da soli. Questa discussione ha fatto chiarezza: la legge che andiamo ad approvare è un altro tassello per sconfiggere il precariato in questa Regione».

A Lai ha replicato Giuseppe Fasolino (Forza Italia): «Peccato, ci eravamo quasi riusciti, poteva essere una pagina positiva della politica regionale. Noi politici siamo spesso additati per aspetti negativi, oggi abbiamo l’opportunità di dare un messaggio importante. Il Consiglio, al di la delle casacche, ha capito di poter fare una legge migliore. Possiamo essere esempio di buona politica. Prendiamoci entrambi i meriti andando oltre i colori e le appartenenze».

Giuseppe Meloni (Pd), dopo aver annunciato il suo voto favorevole ha rimarcato il suo ruolo di relatore unico: « Non è un caso, in Commissione ci si è resi conto che la legge non poteva avere colori ma aveva l’obiettivo di andare incontro alle esigenze dei dipendenti di Forestas. E’ un errore individuare vincitori. Gli unici vincitori sono i lavoratori. La strada sarà lunga ma si è messo rimedio a una situazione che così non poteva andare avanti».

L’assessore al Personale Filippo Spanu ha difeso l’azione dell’esecutivo: «La nostra presenza in Consiglio non è stata formale. E’ stato un dibattito pubblico, giocato prima in Commissione e poi in Aula – ha detto Filippo Spanu – abbiamo mantenuto rapporti trasparenti con tutti gli attori, sintomo importante di una cultura di Governo. La cultura di questa Giunta è basata sulla concertazione, proprio per questo, visto che non c’era un risultato condiviso, pensavamo si potesse fare meglio. Abbiamo cercato di migliorare la legge anche quando il Consiglio ha preso l’iniziativa. La politica si fa con la costruzione faticosa delle idee. La concertazione non ha portato al risultato sperato ma ci siamo confrontati in Consiglio cercando di affrontare tutte le questioni di Forestas nel miglior modo possibile. Ci sono ancora incertezza normative, contrattuali e di tempi, cercheremo di risolverle».

Secondo Stefano Coinu (Forza Italia) non esistono buoni e cattivi: «Ci sono persone che fanno delle scelte e per questo verranno giudicate. Dissento da Gianfranco Congiu: oggi non si scrive una pagina normale ma eccezionale. Non vorrei che venisse rovinato tutto. C’è una cronistoria, gli atti lo dimostrano. In ogni caso occorre recuperare il senso vero della politica».

Per Angelo Carta (Psd’Az)  poter parlare di persone che non stanno perdendo il lavoro è una fortuna: «Parliamo di un’azienda che non è in crisi e di persone che non rischiano il posto. Questo ci ha consentito di discutere in modo franco e di dissentire. Resta un punto: i lavoratori semestrali che con questa legge stiamo tentando di tutelare con un sistema binario. Deve esserci la consapevolezza che servirà un duro lavoro per poterli tutelare al meglio dal punto di vista contrattuale».

Franco Sabatini (Pd), dopo aver annunciato il suo voto favorevole, ha rivolto un monito all’Aula: «Non capisco il teatrino della politica: davvero pensiamo che quello che diciamo condizionerà il voto alle prossime elezioni regionali? I cittadini ragionano ed esprimono il voto in piena libertà – ha affermato Franco Sabatini – non capisco l’attacco alla Giunta. Il Consiglio ha fatto la legge di riforma che ha allargato le competenze dell’Agenzia Forestas. Abbiamo fatte 450 stabilizzazioni, un grande risultato seppur non definitivo. Avevamo 42 milioni di buco sul Tfr. Giunta e Consiglio hanno fatto un buon lavoro».

Daniela Forma (PD) ha ribadito che si tratta di una legge non solo sbagliata ma anche demagogica. «Ci siamo fatti trascinare dal popolo – ha detto – perdendo una grande occasione. Con l’approvazione di questa legge non si avrà un miglioramento contrattuale ma solo un inquadramento sbagliato per i dipendenti con conseguente difficoltà nell’applicabilità del provvedimento. La consigliera ha annunciato il voto contrario.

Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha annunciato il voto favorevole alla legge. «Oggi siamo finalmente alla fine di questa grande battaglia – ha sottolineato – e siamo rimasti fedeli ai nostri valori e principi. Speriamo che i futuri amministratori abbiano maggiore sensibilità nei confronti dei lavoratori».

Per Gianfranco Congiu (Partito dei sardi) oggi il Consiglio ha solo rimesso le cose al loro posto. «Per questo meglio tacere: abbiamo rifatto quello che doveva essere fatto 20 anni fa. Sono lieto – ha concluso – di aver dato il mio contributo».

Pietro Cocco (PD) ha ricordato che quello di oggi è la conclusione di un percorso nato 10 anni fa. «Era necessario trovare strumenti nuovi anche dal punto di vista contrattuale e lo abbiamo fatto. Oggi non esistono né vincitori né vinti. L’Agenzia Forestas ha sempre avuto il massimo impegno da parte del Consiglio regionale. Oggi l’attenzione è sempre sui “semestrali” su cui occorre vigilare».

Alessandra Zedda (FI), annunciando il voto a favore, ha detto: «Meglio tardi che mai. Con il nostro voto diamo dignità al personale e rispettiamo gli uomini e le donne che difendono la nostra Sardegna». La capogruppo di Forza Italia ha detto di avere grande rispetto, pur non condividendo le loro posizioni, nei confronti dei colleghi Daniela Forma, Antonio Solinas e dell’assessore degli Affari generali Filippo Spanu che sono stati i più critici nei confronti del provvedimento.

La legge è stata approvata (votanti 43, sì 41, 2 contrari) tra gli applausi del pubblico.

Il presidente Gianfranco Ganau ha chiuso la seduta. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

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Il Consiglio regionale ha approvato il passaggio agli articoli del testo unificato su “Norme in materia di inquadramento del personale dell’Agenzia ForeSTAS”.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame del Testo unico riguardante “Norme in materia di inquadramento del personale dell’Agenzia Forestas” con l’intervento dei capigruppo.

Il primo a prendere la parola è stato il presidente del gruppo Fdi Paolo Truzzu che, riprendendo il dibattito della mattinata, ha ricordato che «molti hanno espresso dubbi ed in effetti è così anche se sono quelli classici del legislatore, a mio giudizio gli stessi di quando fu istituita Forestas, scelta strettamente collegata con la situazione attuale, quella cioè di portare il mondo forestale all’interno del sistema Regione». La domanda centrale, ha detto, «è chi fa, cosa fa e perché lo fa; siamo la Regione più boscosa d’Italia con un patrimonio immenso che va valorizzato perché oggi si fa troppo poco, ecco l’interesse pubblico da tutelare, senza soluzioni diverse dalla 31, mettendo i lavoratori alla pari degli altri». Quanto ad altri dubbi, ha aggiunto, «siamo fuori tempo massimo con soluzioni quasi obbligate che non lasciano spazi a compromessi al ribasso, l’Agenzia ed i suoi dipendenti devono essere messi nelle condizioni di dare il meglio, per diventare non un carrozzone ma uno straordinario motore dello sviluppo della Sardegna, per cui non c’è un problema di costi ma di missione di Forestas». Con questa operazione verità, ha concluso, «riusciremo anche a difendere i diritti dei più deboli, per cui questa legge va approvata con correttivi come divisioni contrattuali e soluzioni ad esaurimento per operai trimestrali».

Per l’Udc il consigliere Giorgio Oppi ha raccontato di aver fatto uno sforzo di memoria rispetto ad alcuni interventi «non pertinenti e puntuali, soprattutto in materia di stabilizzazioni bloccate e poi sbloccate già nel 2011 con accordi sindacali salvo interventi esterni e nuove difficoltà come quelle derivate dall’azione della Corte dei conti che impose la restituzione delle retribuzioni per tre anni». Giorgio Oppi ha poi ricordato la sua esperienza di assessore, mettendo in luce le tante anomalie di una ripartizione territoriale molto sbilanciata dei lavoratori Forestas con casi estremi come quello dell’Ogliastra con 600 unità e quasi nessuno a Sassari ed in Gallura». Le vere carenze, secondo Giorgio Oppi, «riguardano la forte scopertura di figure amministrative e non è corretto fare sempre riferimenti al passato; ora bisogna rendere giustizia e il problema dei fondi non c’è, andiamo invece con decisione verso un modello razionale valorizzando intelligenze e professionalità interne come abbiamo fatto in tanti altri casi».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni, soffermandosi sulle varie posizioni in campo le ha definite «piuttosto confuse e in alcuni casi demagogiche», soffermandosi sul fatto che «in realtà si sta parlando di una legge arrivata in Aula dopo oltre un anno e mezzo di dibattito interno durante il quale si è parlato di tutto senza mettere a fuoco un problema strettamente collegato ad esigenze vitali della Sardegna». La mancanza di una progettualità forte è stata il punto debole di Forestas, ha continuato, «così come è mancata una riflessione sull’utilizzo sbagliato delle sue risorse umane e professionali, un po’ come tutte le agenzie regionali; Forestas invece deve essere ricostruita sulla base di ciò che serve alla Sardegna, tagliando clientelismi e rendite di posizione». Agendo in questa direzione, ha concluso, «risolveremo anche il problema semestrali con soluzioni intelligenti e di prospettiva, fermo restando che oggi stiamo costruendo uno strumento ma non possiamo tralasciare di indicare una strategia che metta al centro le foreste anche come mezzo naturale di contrasto al dissesto idro geologico del territorio».

Il capogruppo di Art. 1 – Sdp Daniele Cocco ha sottolineato la necessità di riportare il dibattito sul tema concreto del contratto dei lavoratori dell’Agenzia, spiegando che «a proposito della definizione della missione di Forestas il nuovo contratto previsto da questa legge è coerente, a parte i dubbi che ancora ci sono ma non possiamo fermare il Consiglio all’infinito tralasciando la tutela di diritti acquisiti che finora non sono stati rispettati facendo emergere profonde differenze fra Forestas e le altre agenzie del sistema Regione». La commissione ha lavorato bene col supporto dei capigruppo, ha proseguito Daniele Cocco, «ponendo le migliori premesse per la legge ora in discussione, ma ora come Consiglio abbiamo il dovere politico e morale di dare una risposta alle tante domande che ci hanno sottoposto migliaia e migliaia di dipendenti; abbiamo sempre ascoltato tutti a cominciare dalle organizzazioni sindacali che spesso hanno chiesto tavoli separati alimentando confusione, ad esempio, fra semestrali che sono comunque dipendenti e trimestrali a rotazione». Ora, ha concluso, «lavoreremo su alcuni emendamenti qualificanti con lo scopo di dare più sicurezza ai semestrali».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha dichiarato di non poter affermare che «si sta scrivendo la storia con pagine nuove e inedite, abbiamo invece il grande merito di rimettere le cose al loro posto, cioè all’interno della 31 del ’98 che già allora faceva riferimento all’Azienda foreste demaniali e il fatto grave, semmai, è che ci siano voluti vent’anni». Il nostro gruppo, ha concluso, «è qua per lavorare e collaborare impedendo che si facciano fesserie e tutelando professionalità e competenze al servizio del nostro patrimonio ambientale, mettendo al centro il futuro dei 1220 dipendenti a tempo determinato che meritano ogni tutela».

Il capogruppo del Pietro Cocco ha osservato che il dibattito propone alcune questioni oggettive sulle quali riflettere. Abbiamo fatto Forestas in coerenza con la politica dell’Ente foreste, ha ricordato, «per dare valore al patrimonio ambientale e valorizzare conoscenze e professionalità di lavoratori nel campo ambientale e a stretto contatto con gli Enti locali, anche se ci sono problemi che risalgono al passato ed hanno la loro complessità ma, come in ogni materia complicata, bisogna moltiplicare gli sforzi per arrivare ad una soluzione nell’interesse generale». Arriviamo a questa legge dopo un grandissimo lavoro che non può essere liquidato con un’alzata di spalle, ha aggiunto, «per cui adesso bisogna scegliere se fermarsi al passato o cambiare e noi abbiamo fatto quest’ultima scelta, per un giusto riconoscimento retributivo e normativo a lavoratori il cui contratto nazionale vigente è legato a quello dei boscaioli toscani e delle comunità montane, realtà che non esistono più», Oggi non c’è più tempo e bisogna decidere, ha ammonito, «senza protagonismi ma con responsabilità e sotto questo profilo è giusto andare verso un contratto regionale che equipari i dipendenti di Forestas a quelli di altri enti ed agenzie; nel nostro gruppo abbiamo gruppo libertà di voto ma la maggioranza si è espressa per il sì, con una particolare attenzione per i semestrali che hanno diritto a risposte in poco tempo».

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha detto che «se ci è voluto tutto questo tempo significa che i problemi sono stati tanti ma anche che la legge va approvata, anche se restano tante discrasie e non è che le responsabilità di governo possano essere cancellate con qualche amnesia». In questi anni, ha ricostruito, «la maggioranza ha fatto la politica del gambero non modificando la legge 1/77 sull’organizzazione della Regione e poi, quando è stata costituita l’Agenzia, è rimasta ferma senza prendere in esame la situazione del personale pensando di più alle designazione dei vertici». Il risultato di questo immobilismo, ha riassunto Alessandra Zedda, «è che i lavoratori di Forestas sono gli unici esclusi dal comparto regionale e questo è inaccettabile anche a fronte di lavoratori assunti per concorso, dipendenti con posizioni non adeguate al loro titolo di studio, o entrati nel sistema Regione con chiamate dirette; di qui la necessità di rendere giustizia a migliaia di lavoratori appartenenti ad una società di diritto pubblico controllata dalla Regione, con lo stesso sistema informatico e lo stesso regime di contabilità». Arriveremo a martedì con le nostre proposte per i semestrali, ha concluso, «ma la strada è quella di una legge giusta ed equa».

A nome della Giunta l’assessore agli Affari generali Filippo Spanu ha precisato, in apertura, che «i lavoratori sono già interessati dalla legge 31/98 in larga parte». In questa lunga fase istruttoria della legge, ha ricordato, «l’obiettivo della Giunta è stato sempre quello di migliorare per quanto possibile la piattaforma legislativa per fare in modo che raggiunga gli obiettivi che ci si propone, mantenendo un rapporto sempre molto stretto con la commissione arricchito da ampie occasioni di confronto esterno con tutte le parti interessati, nell’ottica del dialogo sociale e della coesione sindacale». Nel dibattito, ha aggiunto, «è stato messo l’accento sul cosa bisogna fare ma a nostro avviso anche il come riveste grande importanza; oggi Forestas ha le sue difficoltà ma ha fatto molti passi avanti sotto ogni punto di vista anche con disponibilità di risorse che assicura buone prospettive». Sul piano contrattuale, ha spiegato Filippo Spanu, «abbiamo un contratto regionale fondamentalmente per amministrativi ed uno per dirigenti, per cui i lavoratori di Forestas potrebbero sì arrivare ad un contratto pubblico ma, nella fase transitoria del confronto fra datore di lavoro e parti sociali, il contratto resterebbe quello attuale anche a non voler far cenno alla situazione dei dipendenti a termine». Alla fine, ha concluso, «avremo problemi di applicazione e di attuazione puntuale, di inquadramento, difficoltà di gestione delle rappresentanze e conflittualità sindacale, per cui assicuriamo l’impegno ad introdurre miglioramenti significativi del testo finalizzati a garantire funzioni omogenee con contratti omogenei, norme di pari livello alla 31/98 e soluzioni per le unità a tempo determinato. Di qui l’invito a collaborare ricercando la miglior coesione sindacale».

Dopo l’assessore Donatella Spano ha preso la parola l’on. Stefano Tunis (FI), che ha detto: “Platealmente in questi giorni i lavoratori di Forestas hanno abbandonato il Consiglio regionale e mi chiedo perché parte della maggioranza e la Giunta avessero interesse a far slittare sino a oggi una riforma che poteva essere fatta prima. Quali sono le forze oscure e gli obiettivi sottesi in questa vicenda? Ve lo dico io: l’interesse supremo della tutela dell’ambiente boschivo deve essere integrato con chi ha la responsabilità di tutelarlo. E la settimana prossima, piaccia o no alla Giunta, noi approveremo questo provvedimento e non un provvedimento modificato dalla Giunta”.

Per l’on. Luigi Lotto (Pd) “va respinto con forza l’atteggiamento anche arrogante del collega Stefano Tunis e va incaricato l’assessore a lavorare sino all’ultimo minuto utile per arrivare alla soluzione migliore”. Anche l’on. Eugenio Lai (Articolo 1) ha difeso il lavoro della maggioranza: “Noi e non altri non abbiamo bisogno di proconsoli romani o di commissari incaricati. Noi ci confrontiamo e non ascoltiamo le strade indicate da Roma. Ribadiamo che oggi voteremo il passaggio agli articoli per mettere poi tutti i dipendenti sotto il cappello della legge 31 e per migliorare la condizione dei semestrali. Vogliamo dire senza retorica che il confronto lo si fa soltanto con chi condivide queste proposte e conosce le attese dei dipendenti di Forestas. Non ci sono vie alternative alla legge 31 per il personale”. Un concetto confermato anche dal capogruppo Daniele Cocco (Art. 1 – Sdp), che ha chiesto al presidente Gianfranco Ganau di procedere al voto per il passaggio agli articoli.

Fratelli d’Italia è intervenuta con l’on. Gianni Lampis, che ha detto: “Basta fare allusioni sui proconsoli romani, ognuno guardi in casa sua. Avremmo fatto meglio ad affrontare questa legge non alla fine della legislatura ma è chiaro che lo si deve fare almeno ora. Non è accettabile che ci siano dipendenti regionali di serie A e di serie B: per questo chiedo che si voti il passaggio agli articoli”. Anche l’on. Antonio Solinas (Pd) ha ricordato la necessità di “usare questi giorni per riflettere sulla legge e ci vuole coraggio a parlare della poca coesione della maggioranza se nella minoranza ci sono consiglieri come Stefano Tunis che stanno facendo la propria lista fuori dal partito”.

Favorevole al passaggio agli articoli anche l’on. Francesco Agus (Campo progressista), che ha aggiunto: “Lavoriamo sino alla fine per migliorare ma non accetto che questo testo di legge sia considerato come un oggetto che è entrato in aula forzatamente. La Prima commissione aveva un mandato chiaro: applicare ai lavoratori di Forestas il contratto regionale. E così è stato. Abbiamo fatto un lavoro buono: l’ottimo non è di questo pianeta”.

Per il gruppo Articolo 1 anche l’on. Paolo Zedda si è detto favorevole al voto per il passaggio agli articoli e così l’on. Attilio Dedoni (Riformatori), che ha “apprezzato l’intervento del presidente della commissione Autonomia, Francesco Agus”.

Per la capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, “il passaggio agli articoli è necessario e la proposta appare soddisfacente. Cercheremo un voto all’unanimità e non siamo disponibili a fare passi indietro accogliendo tutte le richieste della Giunta”. Per l’on. Mario Floris “se l’assessore ha un’altra idea la dica ma la commissione ha già trovato una soluzione”.

Dal Pd il capogruppo on. Pietro Cocco ha ribadito la posizione della maggioranza: “Abbiamo detto che è necessario fare modifiche sulla materia contrattuale e questa è la posizione che teniamo. Occorre intervenire soltanto sul tema dei lavoratori semestrali, definendo bene chi sono e che compiti hanno secondo il contratto”.

L’Aula ha approvato il passaggio agli articoli e il presidente Gianfranco Ganau ha tolto la seduta ricordando che il termine ultimo per il deposito degli emendamenti alla legge Forestas scade martedì 13 novembre alle 11 mentre i lavori del Consiglio regionale riprenderanno dall’articolato di legge mercoledì alle 10.00.

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Il Consiglio regionale stamane ha approvato la risoluzione sul risarcimento dei danni da calamità naturali alle attività di pesca nella laguna di Santa Gilla, una legge di variazione del Bilancio e l’ordine del giorno che limita alla sola popolazione interessata, la consultazione referendaria, per la legge di ridefinizione dei confini tra i Comuni di Magomadas e Tresnuraghes.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio il presidente ha comunicato il rinvio dell’esame della proposta di legge n. 524 sul risarcimento dei danni da calamità naturali alle attività di pesca nella laguna di Santa Gilla. La commissione Attività produttive, ha aggiunto il presidente, ha predisposto sul problema una specifica risoluzione che ora sarà sottoposta al Consiglio.

Il presidente della commissione Luigi Lotto (Pd) ha affermato in apertura che «per approvare la legge non c’erano le condizioni, nonostante la commissione abbia lavorato a fondo anche di concerto con assessori dell’Agricoltura e del Lavoro per arrivare ad un intervento immediato che però si è rivelato impossibile». Per questo, ha proseguito, «si è deciso comunque di prendere posizione su una situazione di oggettiva difficoltà a Santa Gilla ma anche nelle acque interne di tutta la Sardegna, con una risoluzione che dà mandato alla Giunta di intervenire su più fronti: verificare una azione congiunta per sostenere le imprese con il concorso dei Comuni, introdurre nelle aree il progetto Lavoras, far partire entro novembre un bando per l’accesso ai fondi europei, ed incrementare risorse per le zone umide». Su quest’ultimo punto Lotto ha proposto una modifica per inserire, oltre alle acque interne, il riferimento al mare territoriale, per dare agli assessorati possibilità più concrete di agire in tutti i siti colpiti da calamità naturale.

Il vice presidente della commissione Luigi Crisponi (Riformatori) ha chiarito che l’astensione della minoranza «è stata una decisione necessaria, sia perché la legge evidentemente non aveva basi solide sia perché la stessa risoluzione appare inadeguata rispetto a quanto sta accadendo, posto gli enti climatici non possono più essere considerati qualcosa di imprevisto che coglie le istituzioni impreparate». Inoltre, ha aggiunto, «non abbiamo condiviso l’ipotesi di un intervento su un caso specifico anche perché la Sardegna presenta numerose realtà analoghe, per cui abbiamo chiesto un quadro ben definito dal punto di vista normativo ed amministrativo in grado di salvaguardare anche le altre attività produttive dell’agro alimentare colpite dal maltempo».

Per Forza Italia il consigliere Edoardo Tocco ha sostenuto che «a questo punto la risoluzione rappresentava l’ultima scialuppa di salvataggio anche se con una legge regionale ci sarebbero state migliori prospettive dal punto di vista finanziario nei confronti di lavoratori che non hanno protezione ed ammortizzatori sociali; temo però che alla fine, nonostante l’impegno, non si risolverà granché».

Il consigliere di Fdi Gianluigi Rubiu ha lamentato che «si sta liquidando l’argomento e la legge con una certa superficialità come un qualunque incidente di percorso, parlando di una inapplicabilità che prima non era stata riscontrata; di fatto i pescatori restano senza indennizzi e risarcimenti e si tratta di un piano B che allontana la soluzione del problema dei pescatori di Santa Gilla e di tutti i pescatori sardi». Gianluigi Rubiu ha poi espresso preoccupazione per il riferimento ai Comuni attraverso servizi sociali, al progetto Lavoras nei confronti di soci di cooperative che non sono lavoratori dipendenti, ed ai fondi europei che hanno un tetto massimo di 200.000 euro da dividere fra tutti».

Il consigliere Pier Mario Manca (Pds) ha sottolineato che «il momento climatico particolare che stiamo vivendo si caratterizza per eventi eccezionali che diventano molto frequenti, per cui bisogna orientarsi su misure europee per l’agricoltura presenti all’interno del Psr con la misura 5 e due sottomisure, che prevedono un intervento attraverso bandi relativi a misure post-calamità naturali, dalla prevenzione al ripristino ambientale». La commissione ha lavorato bene, ha continuato, «ma sarebbe più utile agire sulla leva del Psr magari rimodulandola a vantaggio del settore primario e lagunare dopo aver acquisito un quadro del fabbisogno, attivando un unico procedimento amministrativo gestito da Argea».

Ancora per Forza Italia, il consigliere Oscar Cherchi ha riconosciuto che «la commissione ha lavorato a fondo, anche se la risoluzione è una soluzione a metà e traccia un percorso insoddisfacente inferiore alle attese dei pescatori di Santa Gilla e di tutti i pescatori sardi; sarebbe stato preferibile attivare un sistema di perizie sui danni alle produzioni con conseguente riconoscimento dello stato di calamità naturale da parte del ministero e della commissione europea, forse ci sarebbe voluto più tempo ma ci sarebbero state più certezze». Cherchi ha, infine, annunciato il suo voto contrario alla risoluzione.

Il consigliere di Art. 1 – Sdp Francesco Agus ha dichiarato che «ciò che era straordinario è diventato ordinario e così sarà anche nel futuro e bisogna quindi aggiornare in modo radicale gli strumenti di intervento per affrontare e superare le emergenze». La commissione ha lavorato per settimane positivamente, ha detto ancora, «ma non è arrivata ad un risultato tempestivo e tuttavia va ricordato che la situazione di Santa Gilla non va confusa con altre della Sardegna, perché qui c’è un processo irreversibile che, senza bonifica, farà diventare quella diventerà sterile». La risoluzione, ha concluso, «non è uno strumento strutturale, non potrà avere respiro pluriennale, e quando arriveranno in fondi sarà forse troppo tardi».

Il consigliere del Pd Gianmario Tendas ha concordato con molte delle dichiarazioni del collega Luigi Crisponi sulla necessità di una cornice normativa comune per affrontare le emergenze della pesca in Sardegna. Però, ha osservato, «al termine di ogni possibile verifica possiamo dire che non c’erano alternative e la risoluzione si è rivelata l’unica strada percorribile coinvolgendo 3 assessorati ed utilizzando anche alcune buone pratiche del passato sperimentate per la stessa Santa Gilla, con fondi specifici per consentire agli stessi pescatori di riqualificare il compendio ittico».

Il consigliere Antonio Gaia (Cps) ha espresso apprezzamento sia per il lavoro in commissione che per la disponibilità degli assessorati, «che hanno operato con buon senso affermando il principio che il Consiglio non è un bancomat; ciò premesso c’è tutto l’impegno ad intervenire ma bisogna anche diffondere la cultura di impresa trovandoci di fronte a problemi strutturali che impongono soluzioni stabili anche attraverso i consorzi di categoria e, ad esempio, l’obbligo di stipulare polizze assicurative, senza essere schiacciati da emergenze e con evidente risparmio di risorse».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha posto l’accento sul fatto che «il problema in discussione ci interpella su diversi fronti e ci spinge ad un ragionamento più ampio sui comparti economici più vulnerabili della nostra Regione; da questo dato occorre partire per attrezzare la Regione con un fondo consistente per risarcire i danni da calamità naturali, altrimenti continueremo a produrre piccole norme parziali senza efficacia e, sotto questo profilo, quella dell’assicurazione è una buona proposta». Quanto alla risoluzione, secondo Dedoni richiede precisazioni «perché in Sardegna ci sono l’80% delle zone lacustri d’Italia che a sua volta ha l’80% delle zone lacustri d’Europa».

Dopo l’on. Attilio Dedoni ha preso poi la parola l’on. Valter Piscedda, come capogruppo del Pd, già sindaco di Elmas, uno dei quattro Comuni della laguna di Santa Gilla. “Facciamo un passo indietro, intorno agli anni ’90, quando il piano Life viene realizzato nello stagno con diversi miliardi di lire. A seguito del Piano Life, i comuni di Elmas, Assemini, Capoterra e Cagliari hanno cercato di tenere vivo il compendio autotassandosi. Ma in pochi anni, complice la crisi, siamo passati a duecento pescatori iscritti alle coop che operano a Santa Gilla in una situazione di complessivo disinteresse della Regione. In questa legislatura invece abbiamo istituito in presidenza una cabina di regia in capo all’assessore Paci per dare allo stagno una tutela concreta senza dover costituire carrozzoni ma inserendo Santa Gilla ed il Poetto nel territorio del Parco di Molentargius. Tre settimane fa, andando nel dettaglio, il tavolo di lavoro ha avuto un esito favorevole perché la Giunta ha dirottato 4 milioni sulla laguna di Santa Gilla delegando a realizzare le opere la città metropolitana di Cagliari. Non bastano? Può essere che ne siano necessari altri, visto che l’abbandono di questi anni ha generato danni strutturali”.

Per Forza Italia la capogruppo Alessandra Zedda ha ricordato “i fenomeni climatici che spesso mettono in crisi le nostre attività produttive” ma ha aggiunto;. “Dobbiamo confrontarci con questi problemi e mi chiedo se questa risoluzione sia davvero risolutiva del problema, al di là della buona volontà del collega Lotto. I pescatori di Santa Gilla sono bloccati e non hanno reddito: dobbiamo trovare una soluzione veloce, con una task force che possa intervenire in tempi rapidissimi. Non bisogna illudere i pescatori sui tempi di ristoro del danno”.

L’assessore Pier Luigi Caria, delegato alla Pesca, ha preso la parola per la Giunta e ha affermato: “Ho avuto modo di dire già che la proposta di legge 524 è condivisibile perché davanti agli eventi eccezionali si devono avere risposte eccezionali, ma nelle forme consentite e non con procedure farraginose. Per quanto riguarda la misura 5 del Psr, si riferisce a danni strutturali:  quindi non è applicabile a Santa Gilla, oltre al fatto che ad oggi sul Psr ci sono fondi zero. Bisognerebbe trasferire fondi nuovi dal bilancio regionale ma con i tempi noti. 

Per Santa Gilla, come è stato ricordato dall’on. Valter Piscedda, abbiamo appena stanziato 4 milioni di euro a favore della città metropolitana  ma è chiaro che bisogna intervenire in modo strutturale per evitare che un’alluvione porti ancora al fermo della pesca, com’è accaduto”. Secondo l’assessore “ci sono risorse per questa emergenza ma il vero tema è quali sono i tempi di intervento per la spesa di queste risorse. Vedremo se è possibile dare in tempi davvero veloci questo ristoro ai pescatori. Quanto alla risoluzione segnalo la necessità che si comprendano tutte le richieste di indennizzo che sono arrivate dalle acque di pesca dell’Isola, non solo quella di Cagliari. E’ chiaro a tutti noi, comunque, qual è la dimensione del problema che i lavoratori di Santa Gilla stanno vivendo”.

Per il relatore, on. Luigi Lotto (Pd) “si può valorizzare in questa occasione il dibattito affrontato in Consiglio regionale. Ma non è vero che le commissioni abbiano perso tempo: Non serve a nessuno ironizzare e delegittimare il nostro stesso lavoro. Nella nostra risoluzione c’è un chiaro mandato agli assessori perché facciano quello che è possibile fare ma una nuova legge non è necessaria”.

L’on. Francesco Agus (Campo progressista Sardegna) ha annunciato l’astensione alla risoluzione: “La modifica al dispositivo rischia di depotenziare il senso dell’iniziativa politica che stiamo portando avanti. Ho apprezzato parte della risposta della Giunta ma non ho visto in quella risposta un’adeguata definizione delle tempistiche di indennizzo ai pescatori. Ci sono parecchie strade ma parlare di cantieri di lavoro per dipendenti di cooperative che non possono essere inseriti nei cantieri perché non sono disoccupati”.   

Dai banchi di Forza Italia l’on. Edoardo Tocco: “Con gli onorevoli Francesco Agus e Valter Piscedda abbiamo scritto quella leggina e non posso non notare che con questa risoluzione non stiamo dando certezze ma fimo ai lavoratori. Io faccio affidamento sull’assessore Pier Luigi Caria ma vorrei decisioni e interventi risolutivi: qui siamo davanti a un caso sociale, non a un caso di lavoro. E dobbiamo preoccuparci”.

Per Fratelli d’Italia ha preso la parola l’on. Gianluigi Rubiu: “Non è in questa risoluzione la risposta ai problemi dei lavoratori di Santa Gilla. Per questo ci asteniamo e indicheremo soluzioni alternative”.

Anche l’on. Luigi Crisponi (Riformatori) ha annunciato insoddisfazione verso lo strumento della risoluzione  annunciando l’astensione, come l’on. Alessandra Zedda: “A oggi non stiamo risolvendo nulla e i tempi mi preoccupano. Non vogliamo creare fase illusioni ai lavoratori danneggiati dal maltempo”.

Favorevole, invece, l’on. Antonio Solinas (Pd) secondo cui “siamo tutti consapevoli che non è facile trovare soluzioni. Nemmeno dall’opposizione sono arrivate però proposte concrete migliori di quelle contenute nella risoluzione”.

Sempre dai banchi della maggioranza l’on. Valter Piscedda (Pd) ha ribadito: “Io stesso non considero la risoluzione come la panacea di tutti i mali ma è il massimo che siamo riusciti a ottenere in queste poche ore, senza il contributo dei colleghi della opposizione. Invito i colleghi a ripensarci perché alla Giunta stiamo affidando un impegno concreto”.

Per l’on. Oscar Cherchi (FI) “la risposta che i pescatori si attendono non è quella contenuta nella risoluzione e questa è l’ennesima dimostrazione della distanza tra il Consiglio e la Giunta. Ed è la dimostrazione della totale fallimento della gestione del sistema agricolo regionale e della pesca”.

Dal Psd’Az l’on. Angelo Carta ha annunciato il voto a favore “perché la risoluzione non ha controindicazioni e forse è più veloce pure della proposta di legge bipartisan Edoardo Tocco, Valter Piscedda e Francesco Agus. Segnalo poi che Insar ha 45 milioni di euro in cassa per la misura Lavoras e se i Comuni competenti per Santa Gilla li chiedono potranno utilizzarli, almeno in parte, a favore della coop”.

Il presidente Gianfranco Ganau ha messo al voto la risoluzione, che è stata approvata con 34 voti favorevoli.

Alla conclusione della votazione il presidente del Consiglio ha concesso la parola all’assessore della Programmazione per l’illustrazione di una proposta di variazione del Bilancio. L’assessore Paci ha quindi spiegato all’Aula la volontà di destinare immediatamente 7 milioni di euro impegnati nel Bilancio ma non spesi, unitamente ad altri 2 milioni di avanzi, per un totale di 9 milioni di euro, nel fondo FitQ, così da poterli trasferire tra le risorse a disposizione della legge di Stabilità 2019. Posti in votazione, il passaggio agli articoli, gli  articoli 1 e 2 e l’allegato sono stati approvati per alzata di mano mentre la votazione finale della legge di variazione di bilancio, a scrutinio elettronico, ha registrato 35 voti a favore su 35 votanti.

All’unanimità, 49 favorevoli su 49 votanti, è stato approvato anche l’ordine del giorno che limita, alla popolazione interessata, il referendum per la ridefinizione dei confini tra i comuni di Magomadas e Tresnuraghes, la cui legge era stata rigetta dalla Consulta proprio perché non prevedeva la consultazione popolare.

Il presidente del Consiglio ha quindi dichiarato conclusi i lavori ed ha convocato l’Assemblea per domani, giovedì 8 novembre 2018, alle 10.00.

 

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E’ stata presentata questa mattina, nella Sala Transatlantico del Consiglio regionale, la prima edizione del Premio regionale “Gianni Massa” sui temi delle disparità di genere. Erano presenti i relatori: Mario Cabasino, presidente del Corecom Sardegna, Susi Ronchi, coordinatrice di Giulia giornaliste Sardegna, Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio della Regione Sardegna, Francesco Mola, Prorettore Vicario dell’Università di Cagliari, Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”.

Inoltre sono intervenuti alcuni dei nomi storici del giornalismo in Sardegna quali Franco Siddi, Gianni Filippini, Gianni De Candia, e ancora Cristina Maccioni, Marzia Cilloccu, assessore delle Attività produttive, Turismo e Politiche delle Pari opportunità del Comune di Cagliari, Dandy Massa, figlio di Gianni Massa a cui è dedicato il Premio, Tiziana Troja delle Lucido Sottile che ha curato la drammaturgia e la regia dello spettacolo teatrale “La conosci Giulia?”, promosso dal Corecom e da Giulia giornaliste Sardegna.

«Ringrazio il Corecom per il grande lavoro che sta portando avanti, rispondendo appieno in questi anni al mandato che il Parlamento sardo e questa Presidenza gli ha dato al momento del suo insediamento – ha detto il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau -. Per noi è stato da subito evidente appoggiare la scelta, accogliendo la richiesta di patrocinio, di lavorare al progetto per istituire un premio regionale intitolato a Gianni Massa e dedicato a Piera Mossa. Quando la memoria di figure così autorevoli e significative che hanno contribuito a rendere migliore la nostra terra serve a promuovere iniziative di questo genere, credo sia il modo migliore e forse più giusto per onorarle e ricordarle. Un plauso va anche all’associazione “Giulia giornaliste Sardegna” per il contributo e la collaborazione che sta offrendo al Corecom in questi mesi, non solo con l’organizzazione del premio ma anche per la realizzazione dello spettacolo “La conosci Giulia”. Dopo il successo cagliaritano, lo spettacolo verrà replicato anche a Sassari, a gennaio al teatro Verdi, nell’ottica di un’attività di decentramento anche dei servizi che in questi anni abbiamo portato avanti insieme al Corecom.»

«Parto da un dato molto aggiornato che ci fa riflettere: siamo molto lontani oggi dal trovare una pari rappresentanza all’interno dell’informazione, tra i generi – ha detto Susi Ronchi, coordinatrice di Giulia giornaliste –. Lo spazio mediatico riservato alle donne è solo il 21% e da lì non ci allontaniamo, un dato fermo da anni. Uno spazio dedicato alle donne come voci qualificate, come esperte. Cosa significa? Che il restante spazio del 79% è riservato agli uomini. Ne consegue che il mondo è raccontato, visto e interpretato sotto un unico punto di vista, con occhi e con voci di uomini. Quindi noi, Giulia giornaliste, con questo primo Premio regionale sulla parità di genere vogliamo prima di tutto arrivare a tutte le fasce di età tra scuola, università e professione, per orientare l’opinione pubblica su queste tematiche e superare insieme questo squilibrio del 79% che al giorno d’oggi è veramente diventato inaccettabile. Il premio è dedicato al giornalista Gianni Massa, per me un grande maestro, e per la sezione “Giornalismo” abbiamo proposto al Corecom che fosse intitolato a una donna, Maria Piera Mossa, regista e programmista della sede Rai Sardegna. Una professionista che malgrado non fosse iscritta all’Ordine dei Giornalisti ha portato avanti un grande lavoro di informazione sulla cultura e sulla identità della Sardegna. Ci ha lasciato decine e decine di documentari e filmati che sono stati super premiati. È stata inoltre una donna attentissima alle questioni di genere, e ha lavorato all’interno del centro di produzione Rai finché era attivo.»

«Il motivo principale del mandato del Rettore è quello di portare l’Università fuori dall’Università e quindi questa diventa un’occasione ghiotta per fare questa operazione, e per questo ringraziamo abbiamo aderito all’invito del Corecom e di Giulia giornaliste per collaborare alla realizzazione del premio Gianni Massa – ha sottolineato Francesco Mola, prorettore vicario dell’Università di Cagliari -. Ci sarebbero tanti motivi per giustificare il perché. Io sono anche il presidente del Comitato di garanzia dell’Ateneo dove trattiamo anche i temi della parità di genere. Uno per tutti è legato a quello che fa l’Università: la ricerca. Per definizione “discriminazione” e “ricerca” non vanno mai a braccetto. Anzi. Per un ricercatore accettare la discriminazione significa fare ricerca nascondendo dei risultati, nascondendo quindi l’evidenza, e questo non appartiene al nostro modo di operare. L’impegno quindi diventa un meccanismo fondamentale e questo impegno della ricerca si rivolge anche alla didattica. E la prossima settimana proprio nell’ambito delle comunicazioni verrà presentato il Corso magistrale di produzioni multimediali. Era un corso che mancava, una cosa importante proprio perché tra Cagliari e Sassari si possa dare la possibilità ai nostri giovani di rimanere qui a fare quello che poi per necessità farebbero fuori dall’isola.»

«Ringrazio tutti i presenti che hanno accolto calorosamente il nostro invito a partecipare: il Presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, il Prorettore dell’Università di Cagliari Francesco Mola,  Susi Ronchi coordinatrice di Giulia giornaliste Sardegna, Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti e Riforme”, la Commissaria delle Pari opportunità, l’Ordine degli Avvocati, tutte le associazioni di donne quali i centri antiviolenza, Maria De Matteis, con cui abbiamo portato avanti un bel lavoro sulla tutela dei minori, i maestri del giornalismo, Gianni Filippini, direttore storico dell’Unione Sarda, Gianni De Candia, Franco Siddi, Giorgio Greco, Mauro Manunza, Filippo Peretti, e tantissimi colleghi», ha detto Mario Cabasino, presidente del Corecom Sardegna.

«Ringrazio il presidente Gianfranco Ganau per l’ospitalità, Mario Cabasino per essere riuscito a promuovere e sostenere con determinazione il Premio “Gianni Massa” – ha detto Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”. Grazie anche a Giulia giornaliste e a Susi Ronchi per avermi concesso questa opportunità. Gianni Massa è stato socio fondatore, ideologo e segretario della associazione “Socialismo Diritti e Riforme”, l’unica in Sardegna che entra nei penitenziari, che vuole dare voce ai diritti in un periodo in cui il rispetto delle prerogative dei cittadini senza aggettivi e delle comunità sono spesso calpestate. Un’associazione che cerca di interpretare e dare corpo allo spirito di Gianni Massa, un giornalista integerrimo, militante, idealista: un giornalista che è entrato nella storia della professione per le scelte che ha fatto.»

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Martedì 6 novembre alle ore 10.30 si terrà nel Consiglio regionale di via Roma a Cagliari, Sala Transatlantico, la conferenza stampa di presentazione della prima edizione del Premio regionale sulla parità di genere e media “Gianni Massa”, promosso dal Corecom Sardegna, il comitato di garanzia per le comunicazioni della Regione Sardegna, in collaborazione con Giulia giornaliste Sardegna, associazione impegnata nel contrastare le disparità di genere legate agli stereotipi nei media e la cultura delle divisioni e delle disuguaglianze. Il Premio, intitolato al giornalista Gianni Massa, è suddiviso nelle tre sezioni “Giornalismo”, dedicato alla programmista e regista della Rai Piera Mossa, “Università” e “Scuola”, e si sviluppa in un percorso articolato che include anche il coinvolgimento degli studenti.

Durante l’incontro verranno illustrati nel dettaglio il programma e gli intenti del Premio e delle diverse iniziative tra le quali le repliche dello spettacolo teatrale “La conosci Giulia?”, produzione di Lucido Sottile con la regia di Tiziana Troja che ha debuttato con un “tutto esaurito” al Teatro Massimo di Cagliari. La pièce, promossa dal Corecom, a cura di Giulia Giornaliste Sardegna, affronta i temi delle discriminazioni con una particolare attenzione al linguaggio discriminatorio poco attento e rispettoso delle differenze il cui utilizzo spesso disinvolto danneggia l’immagine delle donne. Il bis della rappresentazione cagliaritana vede la partecipazione anche dell’Università degli Studi di Cagliari e del comune di Cagliari, assessorato e commissione Pari opportunità.

Saranno presenti alla conferenza stampa il presidente del Corecom Mario Cabasino; la coordinatrice di Giulia giornaliste Sardegna, Susi Ronchi; Francesco Mola, prorettore vicario dell’Università di Cagliari; Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio regionale; Francesco Birocchi, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna; Celestino Tabasso, presidente dell’Assostampa; Marzia Cilloccu, assessore delle Attività produttive, Turismo e Politiche delle Pari opportunità del comune di Cagliari, i familiari di Gianni Massa e di Piera Mossa.

La conferenza stampa vedrà inoltre un’ampia partecipazione di donne impegnate nei vari ambiti, che ricoprono ruoli apicali, istituzionali e strategici o in prima linea nelle politiche di genere.

 

 

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Martedì 6 novembre, alle ore 10.30, verrà presentata nella Sala Transatlantico del Palazzo del Consiglio regionale, in via Roma, a Cagliari, la prima edizione del Premio regionale sulla parità di genere e media “Gianni Massa”, promosso dal CORECOM Sardegna, il comitato di garanzia per le comunicazioni della Regione Sardegna, in collaborazione con Giulia giornaliste Sardegna, associazione impegnata nel contrastare le disparità di genere legate agli stereotipi nei media e la cultura delle divisioni e delle disuguaglianze. Il Premio, intitolato al giornalista Gianni Massa, è suddiviso nelle tre sezioni “Giornalismo”, dedicato alla programmista e regista della Rai Piera Mossa, “Università” e “Scuola”, e si sviluppa in un percorso articolato che include anche il coinvolgimento degli studenti.

Durante l’incontro verranno illustrati nel dettaglio il programma e gli intenti del Premio e delle diverse iniziative tra le quali le repliche dello spettacolo teatrale “La conosci Giulia?”, produzione di Lucido Sottile con la regia di Tiziana Troja che ha debuttato con un “tutto esaurito” al Teatro Massimo di Cagliari. La pièce, promossa dal Corecom, a cura di Giulia Giornaliste Sardegna, affronta i temi delle discriminazioni con una particolare attenzione al linguaggio discriminatorio poco attento e rispettoso delle differenze il cui utilizzo spesso disinvolto danneggia l’immagine delle donne. Il bis della rappresentazione cagliaritana vede la partecipazione anche dell’Università degli Studi di Cagliari e del comune di Cagliari, Assessorato e commissione Pari opportunità.

Saranno presenti alla conferenza stampa il presidente del Corecom Mario Cabasino; la coordinatrice di Giulia giornaliste Sardegna, Susi Ronchi; Francesco Mola, prorettore vicario dell’Università di Cagliari; Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio regionale; Francesco Birocchi, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna; Celestino Tabasso, presidente dell’Assostampa; Marzia Cilloccu, assessore delle Attività produttive, Turismo e Politiche delle pari opportunità del comune di Cagliari, i familiari di Gianni Massa e di Piera Mossa.

La conferenza stampa vedrà inoltre un’ampia partecipazione di donne impegnate nei vari ambiti, che ricoprono ruoli apicali, istituzionali e strategici o in prima linea nelle politiche di genere.

 

La protesta dei comitati per la “difesa della sanità pubblica” e degli ospedali di Ghilarza, La Maddalena, Ozieri, Tempio, Iglesias, Lanuesi, Isili, Muravera e Sorgono, dopo aver animato la manifestazione di piazza che ha attraversato via Roma a Cagliari, è sbarcata in tarda mattinata in Consiglio regionale, sul tavolo della conferenza dei capigruppo che, guidata dal presidente Gianfranco Ganau, ed alla presenza dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, ha ascoltato la rabbia e gli appelli dei piccoli centri della Sardegna che reclamano il diritto alle cure ed alla salute. «Basta tagli alla Sanità e stop ai disagi ed alla cancellazione dei servizi nei piccoli centri dell’Isola», è stato il motivo ricorrente dei diversi interventi che si sono succeduti e che hanno rappresentato, con toni a tratti crudi e ruvidi, le difficoltà e le penalizzazioni cui vanno incontro le comunità sarde per effetto delle novità introdotte con la istituzione della Asl unica e per effetto delle riforme che hanno riguardato la rete ospedaliera ed il servizio dell’emergenza- urgenza. Carenze negli organici («mancano medici, infermieri, personale sanitario e amministrativo») e nelle forniture («non ci sono medicinali, garze, siringhe e persino le sacche per la diuresi sono di infima qualità») insieme con incongruenza gestionali («ad Iglesias per un semplice tamponamento si interviene con l’elisoccorso») e organizzative («chiudono i laboratori, tante sale operatorie non sono a norma mentre si continuano a trasferire reparti sena alcuna logica»): sono state queste le lamentazioni “spicciole” dei portavoce dei comitati che sul piano prettamente politico hanno affermato un giudizio tranciante sull’operato dell’assessore Arru («sta distruggendo la sanità sarda e insieme con il direttore dell’Ats continua a smantellare i presidi del sistema sanitario in tutti i territori dell’Isola»). Claudia Zuncheddu (Rete sarda a difesa della sanità pubblica) e Monia Piano (Comitato Cagliari) si sono concentrate sulle strutture del capoluogo ed in particolare “sul disastroso stato in cui versa l’ospedale Civile” e sulle incertezze che riguardano il futuro dell’ospedale Marino, del Santissima Trinità, dell’Oncologico e del Binaghi («sono stati mortificati persino i servizi per la sclerosi multipla»). «Dal Brotzu al Policlinico – ha dichiarato Piano – si è assistito al trasferimento dei primariati e non dei servizi, come è avvenuto per quelli rivolti alle grandi ustioni che possono essere trattate però solo a Sassari». «Alla Maddalena non ci si può ammalare e non si può nascere», ha incalzato Emanuela Cauli a nome del comitato che occupa il Paolo Merlo e che ha accusato senza mezzi termini l’assessore Arru di essere stato smentito, dal direttore generale dell’Ats nel corso della recente visita sull’isola dell’arcipelago, a proposito del mantenimento di strutture e reparti («nel frattempo ci è stato tolto anche il pediatra e non sono garantite neppure le visite agli anziani»). «I medici – ha incalzato Marco Fenudi (Ozieri) – non vogliono più venire a lavorare nei piccoli centri della Sardegna perché sanno che hanno il futuro segnato». «Così la gente non si sente più sicura nei nostri paesi – hanno incalzato i rappresentanti di Lanusei (Carla Lai), e Muravera (Lidia Todde) – e si alimentata di disastroso fenomeno dello spopolamento mentre gli hub sanitari di Cagliari e Sassari sono già al collasso». «Nell’arco di vent’anni – ha aggiunto Adriano Urru (Sorgono) – nel Mandrolisai si sono persi diecimila residenti e nel nostro ospedale non c’è neppure più un ortopedico mentre un pezzo delle sale operatorie è già stato spostato all’ospedale di Nuoro». «Rivisitare la rete chirurgica regionale è la necessità urgente – ha dichiarato Luigi Pisci (Isili) – perché contraddice il piano di riordino della rete ospedaliera e la paventata cessazione del servizio chirurgico nei piccoli ospedali preannuncia lo smantellamento, nei fatti, delle strutture sanitarie nei nostri territori». «Ad Iglesias avevamo tre ospedali – ha spiegato Rita Melis – ed oggi siamo ridotti ad avere dei semplici ambulatori che di altisonante hanno solo i nomi in “inglese”». L’otorino e il punto nascita sono invece la preoccupazione di Nicola Luciano che reclama “un futuro” per l’ospedale di Tempio e “più attenzione per la Gallura”. La presa di distanze del capogruppo Upc, Pierfranco Zanchetta («i consiglieri regionali fanno le leggi ed hanno approvato il piano di riordino della rete ospedaliera ma spetta ad altri applicarla e garantirne la piena e corretta attuazione») ha preceduto la replica, a tratti stizzita, dell’assessore Luigi Arru che, così come aveva fatto in occasione dell’incontro con il comitato per l’ospedale di Ghilarza, ha difeso le riforme sanitarie della legislatura ed ha escluso “la chiusura degli ospedali nei piccoli centri dell’Isola”. «Abbiamo attivato processi straordinari – ha affermato Arru – che hanno bisogno di tempo per dispiegare i loro effetti positivi ma pretendo lealtà e rispetto anche nelle critiche». «Non corrisponde al vero – ha proseguito l’assessore – che si vogliano ridurre i servizi, che le scelte siano di tipo ragionieristico ed all’insegna della riduzione dei costi, che si voglia fare una vera e propria macelleria sociale, la verità è che stiamo facendo quello che in dieci anni in questa Regione non si è avuto il coraggio di fare per migliorare la sanità sarda e garantire l’efficacia delle cure a tutti i sardi». «Basta allarmismo – ha tuonato Arru – e chi mi vuole criticare lo faccia con i fatti e non con i sentito dire perché noi procediamo con la stabilizzazione del personale, con gli investimenti, con i concorsi, lavoriamo cioè per creare centri di alta specialità che da decenni sono stati invece sacrificati in nome dell’iper-frammentarietà dei servizi e delle strutture sanitarie». L’animato scambio di vedute è stato riportato a sintesi con l’intervento del presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, che ha escluso la chiusura degli ospedali nei piccoli centri ed ha ribadito la difesa del piano di riordino della rete ospedaliera, proprio nell’ottica della tutela di tutti i presidi sanitari e di tutti i territori della Sardegna. «Gli atti aziendali dell’Ats – ha puntualizzato Ganau – adottati in difformità dalle previsioni del piano di riordino della rete ospedaliera dovranno essere aggiornati alla luce di quanto stabilito nel documento approvato dall’assemblea sarda». Il presidente del Consiglio regionale ha quindi rassicurato i comitati sulla stabilizzazione e il reclutamento del personale sanitario («ma la carenza degli anestesisti è un problema nazionale legato all’accesso alla professione») ed anche sulle modifiche da apportare in sede di Giunta alla rete chirurgica («ho notizia che si sia già provveduto ad adeguarla»).

Il presidente nazionale delle Acli Roberto Rossini sarà a Sassari sabato prossimo 27 ottobre, in occasione del 25° congresso provinciale dell’associazione che si terrà a partire dalle 9,00 nelle sale dell’Hotel Grazia Deledda. Roberto Rossini, 54 anni, bresciano, nelle Acli dal 1994, dal 2008 al 2016 è stato presidente provinciale delle Acli di Brescia, dal 2013 è stato responsabile dell’ufficio studi nazionale. Nel congresso nazionale del 2016 è stato eletto a larghissima maggioranza nuovo presidente nazionale. Roberto Rossini è tra i principali protagonisti del mondo del terzo settore nazionale e in particolare del tavolo nazionale sulla povertà che ha ottenuto l’introduzione del reddito di inserimento nel 2017 e che opera nel contrasto alle povertà in Italia e in Europa. La presenza del presidente Rossini contribuisce a dare ancora più importanza all’appuntamento congressuale che oltre a rinnovare i vertici locali sancisce la ripartenza della presenza e dell’azione delle Acli nel nostro territorio. Gli spunti per un utile e proficuo dibattito non mancano. Si parte dal tema della discussione che animerà la mattinata: il nord Sardegna e il capitale sociale, numeri e idee per la ripartenza. La relazione introduttiva curata dallo Iares, l’istituto di ricerca che studia l’economia sociale e civile in Sardegna, anticiperà alcuni dati di una ricerca regionale sul capitale sociale nel quale emergeranno alcuni indicatori non ancora pubblicati riguardanti il territorio. Oltre al già citato Roberto Rossini e ai padroni di casa il presidente regionale Franco Marras e ed il commissario provinciale delle Acli Antonello Caria, dopo i saluti istituzionali del sindaco della città Nicola Sanna e del presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, sono previsti gli interventi dell’Arcivescovo di Sassari mons. Gianfranco Saba, del rettore dell’Università Massimo Carpinelli, del commissario provinciale già dirigente delle Acli negli anni 70 Guido Sechi, del presidente della Camera di Commercio Gavino Sini e dei segretari e presidenti di alcune tra le più importanti organizzazioni del territorio. Presenti anche gli ex presidenti regionali dell’associazione Ottavio Sanna e Silvio Lai. Al termine della mattinata la celebrazione della Santa Messa. Nel pomeriggio, dalle 15.00, il dibattito dei delegati aperto dal vice commissario provinciale Salvatore Sanna e, alle 19.00, la chiusura con l’elezione degli organismi dirigenti provinciali e territoriali, che eleggeranno il nuovo presidente provinciale che sarà a chiamato a guidare le Acli nei prossimi anni.