24 November, 2024
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Ieri sera il Consiglio regionale ha approvato gli articoli del testo unificato sulla lingua sarda. Il presidente Gianfranco Ganau ha aperto la seduta alle 16.39. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha ripreso l’esame del Testo Unico sulla lingua sarda interrotto la scorsa settimana subito dopo l’approvazione dell’art. 8.  La discussione è ripartita dall’art. 9 “Norma ortografica e norma linguistica di riferimento della lingua sarda” considerato il cuore della nuova disciplina di tutela dell’idioma isolano e sul quale nelle scorse settimane si sono confrontate le forze di maggioranza.

Sull’ordine dei lavori ha chiesto la parola il consigliere di Forza Italia Antonello Peru per segnalare la grave situazione in cui si trovano i diabetici sardi per la mancata fornitura dei sensori per la glicemia. «E’ una situazione preoccupante – ha detto Antonello Peru – sarebbe opportuno che l’assessore alla Sanità Luigi Arru riferisse in Aula. Arrivano ogni giorno numerose segnalazioni, abbiamo appreso dei gravi disagi che si trovano ad affrontare i diabetici sardi, in particolare i bambini. Tanti di questi pazienti saranno presto costretti a rivolgersi alle strutture sanitarie di altre regioni, in particolare il Piemonte, dove i sensori vengono forniti gratuitamente».

Il presidente Gianfranco Ganau, dopo aver ringraziato il consigliere Peru, ha messo in votazione l’emendamento n. 126. Per dichiarazioni di voto è intervenuto il consigliere di Forza Italia Stefano Coinu che, in fonnese stretto, ha rivelato all’aula la tentazione di esprimersi nella parlata del suo paese in modo da rendere difficoltoso l’ascolto: «Se parlo in fonnese probabilmente qualcuno mi insulterà, se uso l’italiano rischio che nessuno mi ascolti – ha detto Stefano Coinu – ma ho fede e provo a dire alcune cose importanti nel tentativo di convincere la maggioranza dei consiglieri a desistere». Secondo Stefano Coinu, il tema in discussione avrebbe meritato un trattamento diverso: «Sono certo che le buone intenzioni non bastano per produrre buone cose. Esitare per forza e a qualunque costo questa legge può provocare un aborto. Ciò che uscirà da quest’Aula sarà negativo, apprezzo l’impegno del relatore ma quando si arriva a trattare un argomento di questa portata a fine mandato si produce solo un danno».

Prima della votazione, l’emendamento n. 126 è stato ritirato.

Successivamente è stato messo in votazione l’emendamento n. 377 che è stato respinto con 28 no e 19 sì.

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento all’emendamento n396 che sostituisce totalmente il testo dell’art. 9. La proposta correttiva prevede l’istituzione di una Consulta regionale che avrà il compito di individuare un’unica norma linguistica di riferimento e una norma ortografica che tenga conto delle macrovarietà linguistiche e letterarie campidanese e logudorese e delle parlate diffuse nelle singole comunità locali. 

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni, pur  apprezzando lo sforzo dei proponenti (Pinna-Deriu-Zedda P.) li ha invitati a un ulteriore riflessione sul contenuto dell’emendamento. «Il testo ripropone quanto espunto in precedenza con la soppressione dell’art. 2 – ha sottolineato Attilio Dedoni – meglio sopprimere i punti 4 e 9 che fanno riferimento a macrovarianti e a standard delle parlate alloglotte.. Se così fosse l’emendamento si potrebbe votare. Altrimenti ritengo sia divisivo del popolo sardo. Serve una lingua ufficiale, tutte le altre possono essere parlate. Quanto alla Consulta mi sembra una nuova pletora di nominati. Se l’articolo resta tale non lo votiamo. State obbligando il popolo sardo a dividersi anche sulla lingua».

Stefano Coinu (Forza Italia), dopo aver annunciato il suo voto contrario, si è soffermato sulla Consulta per la lingua proposta dalla norma: «Qui dentro siamo 60 consiglieri e stiamo discutendo da giorni – ha detto Stefano Coinu – pensate davvero che una Consulta di 28 esperti possa decidere all’unanimità? Questo emendamento non mette d’accordo chi d’accordo non è. Meglio fare un passo indietro in favore della lingua e dell’unità linguistica».

Rossella Pinna (Pd), prima firmataria dell’emendamento, ha difeso l’impianto della norma. «Voglio tranquillizzare chi esprime dubbi – ha detto Pinna – non c’è né l’intento di dividere né quello di prevaricare la volontà del popolo sardo. Parliamo di una comunità regionale che ha il dovere di partecipare alla definizione della grafia e dello standard linguistico della lingua sarda. C’è rispetto nei confronti di una Consulta numerosa in cui tutti sono rappresentati. Il comma 4 prevede una proposta che non è vincolante ma tiene conto non solo delle macrovarietà del sardo ma di tutte le parlate locali e tiene conto del lavoro fatto in questi anni».

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha espresso apprezzamento per la collega Pinna ma, allo stesso tempo, ha manifestato forti perplessità sul metodo seguito nella discussione della legge: «Proponendo una nuova norma ortografica rischiamo di aggravare la situazione oltre che procedere in modo antidemocratico. L’individuazione di una norma linguistica e ortografica doveva essere fatta dal Consiglio ma non ci sono le condizioni. Stiamo andando avanti a tentoni. Il rischio è dividere un popolo anziché unirlo».

Roberto Deriu (Pd) ha invece difeso il contenuto dell’emendamento: «Sono d’accordo con Attilio Dedoni e Stefano Coinu, le motivazioni esposte sono quelle che ci hanno indotto a presentare l’emendamento – ha spiegato Roberto Deriu – dobbiamo fare in modo che su questa legge confluisca il dibattito di 30 anni, un dibattito che non si esaurisce qui dentro. Mi pare giusto individuare un organismo ristretto, rispetto alla complessità del tema e alla ricchezza delle posizioni, per elaborare una proposta. In questo modo parteciperanno anche le comunità locali. Esprimo il mio voto favorevole ed invito a non ostacolare questo processo».

Il relatore della legge Paolo Zedda (Art. 1 – Mdp) ha spiegato le ragioni che hanno convinto i proponenti a presentare l’emendamento: «I motivi sono due: il primo è la ricerca di una koinè del sardo a seguito di decine di incontri sulla standardizzazione, il rispetto delle varietà che hanno dato vita a un dibattito amplissimo, a tratti infuocato. L’altra ragione è rappresentata dalla decisione di rinunciare all’istituzione dell’Agenzia sarda delle lingue. I suoi compiti sono affidati in questo emendamento a una Consulta che lavorerà a titolo gratuito per individuare le norma linguistiche ed ortografiche tenendo conto delle varietà del sardo ma con lo scopo di produrre norme unificanti valide per tutti».

Posto in votazione l’emendamento all’emendamento n. 396 è stato approvato con 25 voti a favore e 14 contrari. A seguito del via libera all’emendamento sostitutivo totale sono stati dichiarati decaduti tutti gli altri emendamenti.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in discussione l’art. 10 “Certificazione linguistica”. Dopo aver ottenuto i pareri della Commissione e della Giunta sugli emendamenti, il presidente ha messo in discussione l’emendamento n. 5=206=289=378 che è stato respinto.

Approvato invece l’emendamento all’emendamento n. 395 che sostituisce il comma 5 dell’art. 10. Il nuovo testo stabilisce che «nelle more dell’adozione del sistema di certificazione linguistica la conoscenza della lingua sarda e del catalano di Alghero è certificata in via provvisoria dall’assessorato competente in materia, previa valutazione da parte di una commissione nominata a tale scopo». L’emendamento introduce inoltre il comma 5 bis che recita: «Tali certificazioni possono essere utilizzate per le finalità previste dalla presente legge solo fino alla messa a regime delle modalità di rilascio della certificazione prevista dal presente articolo».

Disco verde anche per l’emendamento n. 239 che estende le modalità di certificazione previste dal comma 5 dell’art.10 anche per il sassarese, gallurese e tabarchino.

Successivamente il Consiglio ha approvato con 28 voti a favore e 17 contrari, il testo dell’art. 10.

Cancellato, invece, con la votazione dell’emendamento soppressivo totale n. 210 (Deriu-Cocco Pietro) l’articolo 11 della legge che prevedeva l’istituzione della Agenzia sarda per le lingue.

Stessa sorte per l’articolo 12 “Statuto, struttura organizzativa e personale dell’Agenzia Sarda per le lingue”, eliminato con l’approvazione dell’emendamento soppressivo totale n. 211 ( Deriu-Cocco).

E’ quindi intervenuto il capogruppo dei riformatori Attilio Dedoni che ha chiesto chiarimenti sul contenuto degli articoli precedentemente approvati lamentando un modo di procedere confusionario.

Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda: «Stiamo facendo l’esatto contrario di ciò che si dovrebbe fare nella formazione di una legge. Si procede in modo schizofrenico. Si cassano articoli che potrebbero aver una utilità successiva».

Critico anche Marco Tedde (Forza Italia): «E’ un modo di lavorare singolare. Abbiamo censurato il metodo che ha prodotto una babele di linguaggi. Siamo passati da un’esplosione di particolarismi a un accentramento verso una fonte unica.  Tutto questo all’interno di un percorso pasticciato. Abbiamo chiesto di arrivare alla massima condivisione. Il fatto che vengano proposti emendamenti soppressivi che vengono condivisi è la prova che l’impianto della legge è un fallimento totale. La maggioranza sta destrutturando un provvedimento che essa stessa ha proposto. Questo perché il progetto aveva necessità di una ristrutturazione totale. Non lo avete voluto fare, avete preferito scomporlo e decomporlo. Alla fine sarà un risultato negativo che non accontenterà nessuno».

Il relatore Paolo Zedda (Art. 1 – Mdp) ha spiegato i motivi della cancellazione dell’Agenzia sarda per le lingue: «La decisione di sopprimere l’agenzia è arrivata dopo una riflessione meditata – ha detto Zedda – ci sono due ragioni: la prima è che si aveva paura di un nuovo carrozzone. L’altra è rappresentato dai tempi. Non si può fare un Agenzia in questa legislatura. Così abbiamo deciso, anche a malincuore, di procedere con uno strumento più agile come la Consulta. Su questo punto c’è l’impegno della Giunta».

All’articolo 13 è stato presentato l’emendamento 212 ed altri aggiuntivi.

Per l’on. Stefano Coinu (FI) «i colori del tabellone cambiano anche su proposte identiche, a secondo di chi è il proponente. Non ho scoperto l’acqua calda: mi sembra di essere finito in un romanzo di Kafka, in una babele legislativa che invito a demolire prima che ci caschi addosso. Abbiamo una atavica tendenza alla divisione e dobbiamo contrastarla per garantirci un maggiore peso politico anche in Europa. Da Abbasanta a Zerfaliu tutti i dialetti vanno difesi: ci manca solo che venga nominato un commissario per la lingua sarda».

Ha preso poi la parola l’on. Paolo Zedda, che ha detto: «Una norma ortografica può essere capace di rappresentare tutte le varietà del sardo e l’articolo 13 e anche l’articolo 19 con la rete degli sportelli linguistici sono norme fondamentali per ravvivare e diffondere la lingua nelle istituzioni. Sarà la Sardegna con la Regione, non più il ministero, a gestire gli sportelli»”.

Per il Pd è intervenuto l’on. Roberto Deriu (Pd), che ha risposto all’on. Coinu: «Sono importanti le sue considerazioni ma io non sono d’accordo sul fatto che il Consiglio non debba più svolgere il suo ruolo perché siamo vicini alle elezioni. Ogni nostra valutazione risente sempre di cosa succede nella società sarda, anche se le elezioni sono vicine. Noi possiamo avviare una procedura di riesame dell’esperienza pregressa per non fare quegli errori che paventava l’onorevole Coinu. Oggi noi facciamo passi avanti e questa legge è davvero condivisibile: mi fa piacere che stiano arrivando segnali favorevoli anche dall’opposizione. E non è un male, anzi: vuol dire che questo testo lo si sta capendo davvero».

L’on. Gianluigi Rubiu (Udc) ha preso la parola e ha detto: «Questo testo è soltanto l’inizio ma l’impianto normativo è criticato da più parti, non solo da noi. Non è una legge che convince:questo testo nega l’unitarietà della lingua sarda. Sarà necessario proseguire nel percorso iniziato, anche con interventi scientifici sulla lingua sarda e scongiurando la divisione localistica che porta al blocco dei processi di modernizzazione e standardizzazione del sardo».

L’Aula ha poi approvato un pacchetto di emendamenti di maggioranza: si tratta del 390 (Zedda); 382 (Usula sui corsi alla cittadinanza e sul sostegno alle imprese nella comunicazione in lingua sarda); 388 (Congiu sugli sportelli linguistici a Carloforte, in Gallura, a Sassari e Alghero); 389 (Cacciotto – Tedde sullo sportello linguistico nel territorio di Alghero) e il 212 (Deriu) sull’attività e sul funzionamento degli sportelli linguistici.

Esaminato l’articolo 14, l’Aula ha approvato l’emendamento soppressivo totale 213.

All’articolo 15 sono stati presentati l’emendamento soppressivo totale 214 (col parere favorevole del relatore on. Paolo Zedda) ed il 347 (invito al ritiro). Il 214 è stato approvato mentre il 347 è decaduto.

All’articolo 16 il relatore ha dato parere favorevole agli emendamenti 215 (soppressivo totale), 348, 78; parere contrario agli emendamenti 312, 271, 89, 79, 90.

Sull’emendamento 215 l’on. Marco Tedde (FI) si è lamentato «per la quantità di emendamenti soppressivi che vanno in direzione contraria al lavoro fatto in commissione». Il vicecapogruppo del Pd, on. Roberto Deriu, ha replicato così: «E’ del tutto normale che si modifichi un testo in Aula, soprattutto quando ce n’è bisogno. Altrimenti, che ci stiamo a fare noi qui? A passare le carte?».

Della stessa opinione l’on. Piermario Tendas (Pd): «Una volta che abbiamo fatto decadere l’articolo 12 e l’Agenzia della lingua sarda è chiaro che decadono tutte le norme collegate come il direttore dell’agenzia. Per due anni la commissione ha fatto il suo lavoro e le sue audizioni e mai una volta l’opposizione ha avuto da lamentarsi, se non per l’idea dell’agenzia della lingua sarda».

Sempre per il Pd l’on. Rossella Pinna ha aggiunto che «proprio il contenuto dell’articolo 16 è riportato nell’emendamento 396. Sarebbe il caso che qualcuno abbandonasse i preconcetti».

Per il relatore on. Paolo Zedda «il comitato tecnico scientifico confluisce nella Consulta e non decade mentre sull’Agenzia abbiamo tenuto conto delle obiezioni dell’opposizione».

L’emendamento 215, soppressivo dell’articolo 16, è stato approvato.

Anche l’articolo 17 è stato soppresso con l’approvazione dell’emendamento 216. E così l’articolo 18 per effetto dell’approvazione del soppressivo totale 217.

All’articolo 19 sono stati presentati emendamenti. Il 349 (Congiu e più) è stato respinto mentre è stato approvato il 222 (soppressivo del comma 3 dell’articolo 19).

Approvato anche l’emendamento 397 (Zedda e Cacciotto) sulle lingue delle minoranze storiche.

Sì dall’Aula all’emendamento 260 e anche al 259 e il 258 (Tedde e Cacciotto). Il presidente Ganau ha messo in votazione il testo dell’articolo 19, che è stato approvato. Respinto invece l’emendamento 141 (Fuoco). La Commissione e la Giunta hanno espresso il parere sull’articolo 20 e sugli emendamenti. Approvato l’emendamento 223 (Deriu), soppressivo del comma 5 dell’articolo 20; respinto il 35 (Contu). Approvato il 272 (Cacciotto, Tedde) sulle minoranze storiche nella politica linguistica regionale.

L’Aula ha poi approvato il testo dell’articolo 20.

Successivamente il Consiglio ha approvato l’art. 21 (Toponomastica e cartellonistica in lingua sarda) il cui testo è stato integrato dai seguenti emendamenti: 225 (soppressione comma 4). 273 (inserimento di catalano di Alghero, sassarese, gallurese e tabarchino). 224 (catalogazione, in collaborazione con le autonomie locali, del patrimonio linguistico e toponomastico storico). 230 (denominazione della toponomastica di Alghero a cura del Comune). 80 (specifici accordi con Anas, province e comuni per la segnaletica stradale bilingue). 

L’art. 22 (Comunicazione eventi culturali e promozione del territorio in lingua sarda) è stato modificato dai seguenti emendamenti: 229 (soppressione del comma 2) .274 (inserimento del catalano di Alghero, del sassarese e del tabarchino)

L’art. 23 (Quota regionale dei piani di studio) è stato integrato dai seguenti emendamenti: 275 (inserimento del catalano di Alghero). 391 (inserimento di catalano di Alghero, sassarese, gallurese e tabarchino).

Sull’articolo, il relatore Paolo Zedda ha sottolineato che si tratta di una competenza importantissima che consentirà di studiare la storia sarda nelle scuole grazie alla c.d. legge Moratti che assegna alle Regioni la facoltà di indicare i contenuti del 20% dei programmi.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha osservato che la quota regionale del  20%  esiste da sempre ed è stata riconosciuta anche dalla Corte costituzionale, aggiungendo che evidentemente «gli assessori regionali succedutisi del tempo non se ne sono occupati».

L’art. 24 (Coordinamento dei compiti in materia di uso e insegnamento della lingua sarda) è stato modificato dai seguenti emendamenti: 226 (soppressione della lettera E del comma 2) 267 (soppressione dell’aggettivo “sarda”), 276 (inserimento della dizione “lingue delle minoranze storiche”), 257 (inserimento della dizione “lingue delle minoranze storiche”), 128 (aggiunta della dizione “pianificazione del percorso educativo partendo dalla parlata locale”), 392 (inserimento della dizione “di apprendimento”).

L’art.25 (Insegnamento della lingua strada e utilizzo veicolare) è stato integrato dai seguenti emendamenti: 278 (inserimento della dizione “delle lingue delle minoranze linguistiche e quello nelle lingue delle minoranze storiche”), 279 (idem), 256 (idem) ,281 (idem) ,255 (idem), 240 (inserimento della dizione “al sassarese, gallurese e tabarchino”), 280 (inserimento della dizione “catalano di Alghero”).

L’art. 26 (Insegnamento della storia e della letteratura della Sardegna) è stato modificato dal seguente emendamento: 241 (abrogazione del comma 3), 358.

L’art. 27 (Laboratori didattici extracurriculari in lingua sarda) è stato modificato dai seguenti emendamenti: 242 (soppressione del comma 4), 282 (inserimento della dizione “catalano di Alghero, sassarese, gallurese e tabarchino”).

L’art. 28 (Docenti di lingua sarda) è stato integrato dai seguenti emendamenti: 283 (soppressione della parola “sarda”), 58 (soppressione della parola “prioritariamente”), 284 (soppressione della parola “sarda”), 285 (idem), 60 (reclutamento di docenti esterni qualificati nelle istituzioni scolastiche) 393 (soppressione della dizione “qualora non via sia disponibilità di docenti”), 227 (inserimento al comma 2 della dizione “assicura la tenuta”).

L’art. 29 (Docenti di lingua sarda) è stato modificato dai seguenti emendamenti: 243 (soppressione del comma 3), 286 (inserimento della dizione “catalano di Alghero, sassarese, gallurese e tabarchino”).

L’art. 30 (Interventi nei settori dei mass media, dell’editoria, dell’informatica e del web) è stato integrato dai seguenti emendamenti: 244 (soppressione del comma 5), 287 (rimando alla definizione di “lingue” del comma 1), 254 (idem), 253 (idem), 246 (idem), 247 (idem).

L’art. 31 (Contratto di servizio per la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo) è stato integrato dai seguenti emendamenti: 248 (inserimento della dizione “lingue delle minoranze storiche”), 236 (inserimento di “catalano di Alghero, sassarese, gallurese e tabarchino”).

L’art. 32 (Collaborazione con le università della Sardegna) è stato modificato dai seguenti emendamenti: 83 (soppressione delle parole “della Sardegna”), 249 (soppressione delle parole “lingua sarda”), 84 (istituzione della “Academia de su sardu” con il compito di ricerca e consulenza sulle caratteristiche strutturali e funzionali della lingua), 383 (inserimento della dizione “e della sua evoluzione”).

L’art. 33 (Sostegno ad organismi privati) è stato approvato assieme ai seguenti emendamenti: 245 (soppressione del comma 2) 288 (inserimento della dizione “catalano di Alghero, sassarese, gallurese  e tabarchino”).

L’art. 34 (Interventi a favore delle arti proprie della Sardegna) è stato integrato dai seguenti emendamenti: 251/252 (soppressione della parola “sarda”), 394 (inserimento della dizione “catalano di Alghero, sassarese, gallurese a tabarchino”).

Gli articoli (Modalità attuative), 36 (Concessione dei contributi), 37 (Clausola valutativa) e 39 (Abrogazioni e modifiche legislative) sono stati approvati senza emendamenti.

L’art. 40 (Norma finanziaria) è stato completamente sostituito dall’emendamento della Giunta n. 169.

Al termine di questa votazione il presidente ha tolto la seduta riconvocando il Consiglio per questa mattina alle 10.30. Inoltre ha comunicato l’elenco dei componenti della commissione speciale di inchiesta sul sito industriale di Ottana: Forma, Cozzolino, Deriu, Solinas, Contu, Congiu, Coinu, Gaia, Rubiu, Crisponi, Cocco Daniele, Truzzu e Usula. La commissione si riunirà alle 15.30 per l’insediamento.

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L’editore Carlo Delfino rilancia la collana che racconta i 377 comuni della Sardegna e che si propone non solo come tradizionale guida cartacea ma come un vero e proprio portale on line che «racchiude il patrimonio di storia, identità, saperi e cultura della nostra Sardegna».

Ad incoraggiare lo storico editore sassarese «nella sua monumentale impresa», il presidente dell’Assemblea sarda, Gianfranco Ganau, che nei locali del Transatlantico in Consiglio regionale ha presentato questa mattina l’opera, insieme con  l’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu; il direttore dell’Anci, Umberto Oppus; il presidente dell’Unione delle Pro Loco, Raffaele Sestu; i sindaci di Allai, Antonio Pili, e quello di Castelsardo, Franco Cuccureddu.

Sono 53 le guide dei singoli paesi già pubblicate (Allai è il centro più piccolo tra quelli editati mentre Castelsardo è l’ultima guida che è stata data alle stampe) e la collana potrebbe essere ultimata entro il 2022, grazie al contributo dei Comuni (acquistano mille copie al costo complessivo di 4.500 euro direttamente dalla casa editrice) ed all’impegno e agli investimenti della Delfino editore che, con il curatore Salvatore Tola, garantisce la salvaguardia del progetto editoriale caro al compianto Manlio Brigaglia e che si sviluppa con i seguenti tematismi: geografia e storia, economia e personaggi, feste, ricorrenze e costume tradizionale, gastronomia, piccola antologia, l’itinerario e informazioni utili.

«Un progetto pensato per i sardi – ha dichiarato Carlo Delfino – ma che offriamo a chi arriva nella nostra Isola per riscoprirne tradizioni e fascino». Una vetrina dell’identità che valorizza i nostri piccoli centri, l’ha definita Umberto Oppus, mentre l’assessore Erriu, nel ribadirne l’importanza e l’interesse anche per contrastare il fenomeno dello spopolamento, ha evidenziato il rischio che in tempi di crisi, soprattutto nelle amministrazioni locali, troppo spesso «si trascurino colpevolmente cultura e bellezza».

L’attenzione delle istituzioni, ad incominciare da quella del Consiglio regionale, è stata assicurata dal presidente Gianfranco Ganau che ha sottolineato l’unicità della collana (in nessuna delle Regioni italiane è stato sviluppato un progetto di cosi ampia portata) e la strategicità della proposta multimediale con il portale “Sardegnaincomune.it”.

Le singole guide sono distribuite in 1.100 edicole ed in 40 librerie della Sardegna, nonché negli aeroporti dell’Isola, nei circoli dei sardi in Italia e nel Mondo e offerte alle Pro-loco, alle amministrazioni locali ed alle biblioteche comunali.    

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È stato finanziato con 195 milioni – oltre la metà del Patto per la Sardegna – il nuovo ospedale di Sassari, i cui lavori partiranno con la demolizione del palazzo rosso, nel quale sorge il reparto Materno infantile.
La consegna dei lavori è avvenuta oggi con una cerimonia cui hanno preso parte il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, l’assessore della Sanità, Luigi Arru, l’assessora dell’Industria, Maria Grazia Piras, il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, il rettore dell’Università di Sassai, Massimo Carpinelli, il sindaco della città turritana, Nicola Sanna. A illustrare brevemente il progetto del nuovo ospedale Materno infantile – per la realizzazione del quale ci sono a disposizione 95 milioni di euro da finanziamento Fsc -, insieme al direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria, Antonio D’Urso, era presente l’architetto Massimo Peresso della Salc, la società che si è aggiudicata la gara.
Il rettore dell’Università di Sassari ha sottolineato la perfetta sintonia con l’azienda ospedaliera e le importanti risorse umane ed economiche messe a disposizione dall’Ateneo. Anche per il sindaco Nicola Sanna il nuovo ospedale sarà un importante segnale per Sassari e per tutto il Nord Sardegna.
La demolizione del palazzo rosso prevede prima lo svuotamento (stripping) di impianti ed infissi interni, quindi si partirà con la demolizione vera e propria con una sorta di escavatore dotato di pinza idraulica. Tempo complessivo previsto, circa sei mesi. Nel frattempo dovranno essere realizzate le nuove camere mortuarie al palazzo Clemente quindi si dovrà procedere alla demolizione delle camere mortuarie del SS. Annunziata per poter iniziare gli scavi e realizzare i sotterranei (parcheggi) del nuovo materno infantile.
Il finanziamento iniziale è di 95 milioni a valere su fondi FSC: l’importo di contratto è di poco superiore ai 71 milioni, dei quali un milione e 700 mila euro per oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso d’asta.

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«La nostra volontà comune è quella di trovare una soluzione per tutti i lavoratori dell’Agenzia Forestas ma, per quanto riguarda i precari, questa soluzione ancora non c’è e ci potrebbe essere, al momento, solo con una deroga del Ministero.»

Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, al termine dell’incontro con i lavoratori di Forestas che hanno manifestato questa mattina sotto il palazzo di via Roma.

Nel corso dell’incontro, i rappresentati dei lavoratori hanno messo l’accento con decisione sulla grave situazione dell’Agenzia che dura ormai da troppo tempo, criticando sia “i tempi biblici” del Consiglio che il protrarsi di una evidente contraddizione vissuta da migliaia di dipendenti regionali, con un contratto diverso da quello del sistema Regione.

«Noi comunque non molleremo», hanno proseguito annunciando, se la vertenza non si dovesse sbloccare, altre due giornate di sciopero per il prossimo mese di luglio. La delegazione dei dipendenti Forestas ha infine invitato i capigruppo ad esercitare ogni pressione possibile sul governo formulando una proposta forte della Regione, sia sul piano della copertura finanziaria che su quello delle stabilizzazioni.

Francesco Agus, presidente della commissione Autonomia che su mandato dei capigruppo ha lavorato alla stesura di un testo di legge condiviso, ha riassunto i termini della complessa questione, ricordando fra l’altro che «tutte le verifiche tecnico-giuridiche condotte dagli uffici concordano sul fatto che, in base alla normativa vigente (dal Dlgs 165/2001 al Jobs Act del 2015), è impossibile assumere con un contratto diverso dall’attuale i circa 1250 precari semestrali di Forestas».

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Il Consiglio regionale ha rinviato in Commissione il Testo Unico sulla lingua sarda.

La 302esima seduta del Consiglio regionale è stata aperta dal presidente dell’Assemblea, Gianfranco Ganau, che concluse le formalità di rito, ha dichiarato aperta la discussione dell’articolo 1 e degli emendamenti presentati al testo unificato sulla disciplina della politica linguistica regionale (TU 36-167-228). Prima del parere agli emendamenti da parte del relatore Paolo Zedda (Art. 1 – Sdp), i capigruppo di Fdi, Paolo Truzzu e del Pd, Pietro Cocco, hanno polemizzato sul ritardo con il quale si è proceduto all’apertura dei lavori del Consiglio.

Acquisiti i pareri di relatore e Giunta, agli emendamenti presentati all’articolo 1 del testo unificato, si è sviluppato un acceso dibattito sull’opportunità di procedere con l’esame e la votazione del provvedimento o sul rinvio in commissione del testo in materia di lingua sarda.

Il primo ad intervenire è stato il consigliere del Pd, Roberto Deriu, che ha criticato la proposta normativa ed anche il lavoro conclusivo svolto dalla commissione Cultura, rivolgendosi direttamente al vice presidente facente funzioni, Alfonso Marras (Udc). L’esponente della maggioranza ha parlato delle difficoltà emerse nel considerare il catalano o il tabarchino come ricompresi nel sardo ed ha evidenziato una serie di incongruenze fino ad affermare che «alcune proposte correttive presentate sconvolgono le teorie sulla lingua degli ultimi 50 anni». «Non ci sono le condizioni per incominciare l’esame dell’articolato – ha concluso il consigliere dei democratici – né è ammissibile un’approvazione per pezzi della norma e quindi propongo che il testo venga riportato in commissione per gli opportuni approfondimenti».

A favore del il rinvio in commissione si è espresso il consigliere di Fi, Stefano Tunis, mentre il consigliere dell’Udc, Alfonso Marras, ha spiegato all’Aula la difficoltà della commissione Cultura nel procedere con correttezza ed efficacia nei suoi lavori «vista la mancata indicazione, da parte della maggioranza, di un nuovo presidente della commissione, in seguito alle dimissioni del neo deputato Gavino Manca».

Marco Tedde (Fi) ha affermato: «Il collega Deriu ha dato il crisma dell’ufficialità ai problemi della maggioranza ed è riuscito a far capire all’Aula che questa proposta di legge nasce malata e piena di lacune». L’esponente della minoranza ha difeso l’operato del vice presidente della commissione, Marras, ed ha concluso dichiarando sostegno alla proposta del rinvio nel parlamentino della Cultura.

Giuseppe Meloni (Pd) ha espresso “perplessità sul testo unificato” e dichiarandosi contrario alla “lingua sarda comune” ha affermato: «Sostengo che si debba parlare di lingue sarde, compreso il gallurese, e non di lingua sarda e voterò dunque per il rinvio in commissione della proposta di legge». A favore del rinvio anche i Riformatori con Luigi Crisponi («assistiamo al campionato di sardo a ostacoli») e col capogruppo, Attilio Dedoni, che ha svolto un puntuale intervento sulla opportunità di riconoscere una sola lingua ufficiale per i sardi («corriamo il rischio di fare un errore storico, riconoscendo più lingue, dividendo così la Sardegna e negando il principio identitario di una lingua, un popolo, un’isola»). Pierfranco Zanchetta (capogruppo Upc) ha svolto il suo intervento concentrandosi sulla necessità di garantire salvaguardia e tutela a tutte le minoranze linguistiche della Sardegna, ricomprendendo tra le lingue oltre al gallurese anche l’isolano della Maddalena. L’esponente della maggioranza ha quindi proposto come modello di riferimento quello elvetico dove coesistono 4 lingue ufficiali.

Il capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, ha ribadito l’opportunità del rinvio in commissione («non ci sono le condizioni per discutere una legge che dovrebbe unire i sardi ed invece rischia di dividerli») mentre Gianfranco Congiu (Pds) ha evidenziato il persistere in Sardegna di sistemi linguistici plurimi insieme con la necessità che tale peculiarità trovi pieno riconoscimento nella legge sulla lingua.

Dopo l’on. Gianfranco Congiu ha preso la parola l’on. Paolo Zedda, che ha parlato in sardo e ha detto: «La questione della lingua accende gli animi, non soltanto in Sardegna. E’ successo in Friuli, per i ladini e non solo. A parte questo, devo dire che la commissione ha lavorato per due anni e ha lavorato bene, con trenta audizioni e ha preso in esame parecchi documenti. Chi dice che c’è una gerarchia nelle lingue e io sono costretto a rileggere questo testo che abbiamo in esame: non c’è traccia di una gerarchia. Alla luce di queste norme mi sembra dunque difficile affermare che le lingue parlate in Sardegna non siano considerate nello stesso modo da questa proposta legislativa. Non è vero nemmeno  che la lingua deve essere organizzata in vari standard: su questo nulla ha mai detto la Corte costituzionale. Non credo sia utile dunque che questa legge torni in commissione perché questo testo è scritto bene, secondo me».

Per l’on. Alessandra Zedda (FI) «stiamo parlando di un argomento che dovrebbe vederci uniti e accogliere tutte le diversità. Ma su una cosa sono d’accordo con l’on. Deriu: che è necessario vedere la legge in tutte le sue complessità e alla luce delle proposte di modifica giacenti. Dunque, per quanto ci riguarda siamo dell’opinione che sia giusto tornare in commissione».

L’on. Pietro Cocco ha preso la parola come capogruppo del Pd: «Teniamo i nervi a posto, la materia è delicata e dobbiamo ragionare. Non è un caso che da tantissimo tempo cerchiamo di metterci mano e ancora non lo abbiamo fatto. Dagli interventi dei colleghi appare chiaro che sia necessario approfondire e i trecento emendamenti presentati stanno a testimoniarlo. Non dobbiamo approvare una legge qualunque ed è giusto sospendere i lavori oggi consentendo alla commissione di verificare se l’Aula è in grado di esitare il testo. Non faremo una legge a colpi di maggioranza ma una legge condivisa da tutti e se abbiamo bisogno di qualche giorno in più prendiamocelo».

Il presidente Gianfranco Ganau ha messo in votazione la proposta del capogruppo del Pd, per un rinvio del testo alla commissione. L’on. Daniele Cocco (Art. 1 – Sdp) ha ricordato che già i capigruppo si erano espressi in tal senso.

L’Aula ha votato all’unanimità per il rinvio della proposta di legge in commissione ed il presidente Ganau ha convocato il Consiglio per martedì 19 giugno alle 10.30.

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Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge n. 507/A. “Misure urgenti per il reclutamento di personale nel sistema Regione. Modifiche alla legge regionale 13 novembre 1998, n. 31”.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il disegno di legge n. 507/A-Misure urgenti per il reclutamento del personale nel sistema Regione – Modifiche alla legge regionale 31/88. Per illustrare il provvedimento il presidente ha dato la parola alla relatrice, la consigliera Daniela Forma del Pd.

Nel suo intervento, Daniela Forma ha dichiarato che il disegno di legge, nonostante l’applicazione degli strumenti giuridici disponibili, ha determinato nella Regione una situazione complessiva di sofferenza rispetto alla normativa nazionale di contenimento della spesa pubblica e di forte limitazione del turn over, e difficoltà strutturali collegate alle loro dimensioni, che la Sardegna ha peraltro ridotto nel 2014 e nel 2015 riducendo anche il numero dei dirigenti: ora sono 96 che diventeranno 80 entro la fine dell’anno e 78 entro il 2019. «Con uno specifico piano triennale – ha aggiunto la Forma – sono stati riavviati concorsi ed i procedimenti di mobilità per dirigenti e funzionari, introdotte norme per il superamento del precariato e le assunzioni delle categorie protette, ma servono correttivi per migliorare la qualità dei processi concorsuali per dirigenti ed assicurare copertura delle posizioni vacanti nelle more di espletamento dei concorsi». «Fra questi correttivi – ha specificato la relatrice della legge – la soppressione del divieto di ricorso a dirigenti esterni, il ruolo unico del personale, la contrattazione regionale, la retribuzione dei coorl’affidamento dei bandi alla struttura interna».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha criticato la legge, a suo giudizio «singolare perché punta ad accrescere il numero dei dirigenti della Regione attraverso uno strumento ordinario e flessibile per fare fronte alle carenze di queste figure, ma in realtà serve a mettere alcune toppe agli errori della Giunta su alcuni concorsi». «Inoltre – ha osservato – non è vero che la Regione ha pochi dirigenti: attualmente nel sistema Regione, in media, c’è un 1 dirigente ogni 24 dipendente ed in alcuni casi anche 1 ogni 10, mentre il rapporto su scala nazionale è di 1 a 50 e al Nord addirittura 1 ad 80; peraltro nella nostra Regione vi sono situazioni ben più anomale con un rapporto paritario di 1 ad 1 fino ad un massimo di 1 a 16, per cui non si può parlare di penuria ma semmai di pletora e con questa legge si aumentano ancora». «Non mancano altre anomale – ha detto ancora Marco Tedde – che riguardano le assunzioni senza concorso di dirigenti nel Corpo forestale ed il recente annullamento del Tar di un concorso per 20 posti da dirigente, eludendo il percorso tracciato per le assunzioni nella pubblica amministrazione». «In definitiva, ha concluso l’esponente di Forza Italia, «emerge una gestione del tutto insufficiente frutto di palesi incapacità cui si cerca di mettere rimedio, perpetuando inoltre l’ambiguità di fondo per le aliquote di personale che si trovano ora dentro ed ora fuori dal sistema Regione, come Forestas e l’Ats».

Per la Giunta l’assessore del Personale Filippo Spanu ha affermato che, con il provvedimento, «si fa un passo avanti rispetto alla legge 24 istitutiva del sistema Regione, che doveva razionalizzare risorse umane evitando sovrapposizioni, (a parte l’Ats e le agenzie sanitarie), senza però creare percorsi concreti, per cui questo disegno di legge è un passaggio necessario che consente di inquadrare la dimensione enti per il futuro in tanti settori. In questo contesto si colloca, ha proseguito l’assessore, «il deficit strutturale della dirigenza derivante in parte dal blocco turn over e dall’età media elevata determinando la necessità di un nuovo reclutamento, mirato, aggiornato e specialistico». «La Regione – ha ricordato ancora Filippo Spanu – ha tentato di fare immediatamente un concorso pur in assenza di un concreto strumento normativo, cosa che avviene in tutta la pubblica amministrazione per quanto riguarda l’assunzione di dirigenti a termine per almeno una quota, ma queste iniziative hanno avuto difficoltà». Abbiamo quindi rilanciato a tutto campo il confronto sindacale, con giudizi sostanzialmente positivi ed in qualche caso del tutto positivi prima di sottoporre questa norma al Consiglio. «Di qui – ha concluso – la previsione dell’assunzione di dirigenti a termine, attivando il corso-concorso che non si poteva fare con la 31/88, valorizzando per il 40% le figure interne ed aprendo all’esterno, per creare una nuova classe dirigente testata sul campo». Quanto al numero ha detto, infine, l’assessore del Personale, «non è massimo possibile ma sta dentro il limite fissato dal quadro di finanza pubblica e comunque di dirigenti c’è bisogno perché le posizioni sono diminuite nel tempo da 195 a 152 a 137 (60 in meno dall’inizio della legislatura) e forse con il ruolo unico potremo fare ancora di più in termini di razionalizzazione, di miglioramento della circolazione interna delle competenze e della stessa contrattazione».

Successivamente, il presidente ha messo in votazione il passaggio agli articoli che il Consiglio ha approvato con 29 voti favorevoli e 9 contrari. A seguire è stato approvato anche il titolo della legge.

Subito dopo è iniziata la discussione dell’emendamento aggiuntivo n.13 (prima firmataria la relatrice Forma) collegato all’art. 1/bis (Modifiche all’art.21 della legge regionale 31/98 – Ruolo unico del personale dirigenziale) che prevede la possibilità per le amministrazioni del sistema Regione «di attivare contratti di diritto privato a tempo determinato per la copertura di posizioni dirigenziali nei limiti dell’8% delle dotazioni organiche». La proposta prevede di lasciare all’Aula la decisione finale.

Il consigliere di Campo Progressista Francesco Agus ha preannunciato la sua astensione, sostenendo che «interventi emergenziali non si adattano alla fine della legislatura dopo ripetuti rinvii che, in enti ed agenzie, hanno lasciato mano troppo libera alle singole amministrazione, causando una serie di ricorsi che determinando una situazione di incertezza».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha ribadito le sue censure alla legge aggiungendo che «rispetto alle fattispecie astratte che devono caratterizzare ogni legge sono comparsi emendamenti molto particolari che la stravolgono, motivati da esigenze pre-elettorali che configurano pericolosi processi di stabilizzazioni ed assunzioni»

Per il Pd la relatrice Daniela Forma ha sottolineato che «in realtà l’emendamento è ragionevole, non inventa nulla ma introduce nella 31 un istituto proveniente dal Dlgs 165/2001 che consente flessibilità nell’assunzione dei dirigenti, con procedure selettive collegate ad incarichi e contratti di diritto privato fino ad un massimo dell’8% delle dotazioni organiche».

Il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu, favorevole, ha detto di non capire le letture negative della proposta provenienti dalle opposizioni, perché a suo avviso l’emendamento ha il solo scopo di far funzionare meglio il sistema.

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione sia l’art. 1/bis che l’emendamento che il Consiglio ha approvato.

Approvato anche l’art. 1/ter (Modifiche all’art.32 della Legge regionale 31/98 – Accesso alla dirigenza), integrato dall’emendamento n.18 proposto dal capogruppo di Fdi Paolo Truzzu, riguardante la definizione recisa della retribuzione spettante al personale delle Unità di progetto non in possesso della qualifica di dirigente.

Sull’articolo 2 e sugli emendamenti il presidente Ganau ha dichiarato aperta la discussione. L’on. Forma (Pd) ha illustrato l’emendamento 15 e ha chiesto all’Aula di poter aggiungere un emendamento orale. L’on. Paolo Truzzu (Fdi) ha dichiarato il voto favorevole all’emendamento 5, «teso a porre rimedio a un’evidente disparità tra amministrazioni differenti».

L’articolo 2 è stato approvato insieme all’emendamento 5 (uguale al 15).

E’ stato respinto l’emendamento aggiuntivo 4. Invece, l’on. Gennaro Fuoco (Fdi) ha spiegato il senso dell’emendamento 6: «Lo scopo è coprire, con mobilità preconcorsuale tra gli attuali dirigenti della Regione, la carenza di dirigenti del Corpo forestale di vigilanza ambientale». L’assessore Filippo Spanu ha confermato «la grave criticità del Corpo forestale ma questo emendamento introduce un automatismo che creerebbe problemi procedurali». L’emendamento 6 al termine del dibattito è stato respinto dall’Aula.

Approvati senza emendamenti gli articoli 2 bis e l’articolo 3.

In discussione poi l’articolo 3 bis, approvato. Respinto invece l’emendamento 7 (Fuoco e più).

Approvato l’articolo 3 ter e pure il 3 quater con l’emendamento soppressivo totale 12 a firma Forma e più.

In discussione l’articolo 3 quinquies, sul quale l’on. Gianfranco Congiu (Pds) ha detto: «Mi chiedo per quale ragione slitti di un anno il termine per concludere i processi di stabilizzazione in corso ai sensi della legge 37».

L’assessore Filippo Spanu ha ricordato le procedure di inserimento nei ruoli previste per il personale precario nella legge 37: «La Regione ha esaurito la fase della stabilizzazione a domanda con 103 nuovi dipendenti inseriti. Ci sono poi 16 persone che hanno diritto alla stabilizzazione con procedura riservata e le procedure sono in corso. Per quanto riguarda i soggetti che hanno la proroga dei contratti ma hanno titolo a partecipare ai bandi di concorso generali, avranno una procedura che scavallerà il 31 dicembre prossimo  ma ci stiamo già lavorando. La proroga che abbiamo previsto è dunque un atto di prudenza da parte nostra».

Sull’emendamento 2 è intervenuto anche l’on. Francesco Agus (CpS), che ha detto: «Una modifica anche di un comma della legge 37 potrebbe avere il risultato di bloccare le procedure in atto. Dunque abbiamo scelto di  procedere con l’emendamento 2, fissando una proroga».

L’on. Gianfranco Congiu (Pds) ha suggerito di «precisare che la proroga è dato soltanto ai fini del reclutamento del personale di cui alla lettera C».

Approvato dunque l’emendamento sostitutivo totale 2 (Agus). Ritirato l’emendamento 3 (a firma Eugenio Lai e più) relativo ad altre stabilizzazioni di personale non dirigente e respinto l’emendamento 8 (Fuoco e più).

Sull’emendamento 10 (accesso alla dirigenza del Corpo Forestale mediante corso concorso) l’on. Forma si è rimessa all’Aula in considerazione del fatto che la Prima commissione sta già lavorando a un testo di disciplina organica del Corpo forestale. Per questo l’oratrice ha chiesto una sospensione breve dei lavori, accordata dal presidente Gianfranco Ganau.

Alla ripresa dei lavori la relatrice Daniela Forma (Pd) ha comunicato il ritiro dell’emendamento n. 10 a causa del mancato accordo tra le forze della maggioranza e si è proceduto con l’approvazione dell’emendamento n. 14 (Forma e più) che introduce l’articolo 3 quinquens bis e riguarda il trasferimento del personale degli uffici territoriali della protezione civile.

Sul contenuto dell’emendamento n. 17 (Forma e più) è intervenuto con tono critico il consigliere del Partito dei sardi, Piermario Manca, che ha lamentato in materia di contrattazione collettiva negli enti del comparto regionale un sostanziale aumento della spesa in contrasto con quanto disposto dall’articolo 4 del provvedimento in discussione. L’intervento dell’assessore del Personale, Filippo Spanu, che ha affermato che quanto previsto dal secondo comma dell’emendo 17, non rappresenta un aumento della spesa ma è da considerarsi come l’autorizzazione agli enti regionali ad approvare variazioni di bilancio una volta ottenuti gli stanziamenti, non ha convinto il consigliere della maggioranza Piermario Manca che ha dichiarato voto contrario. Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha dichiarato voto contrario ed ha chiesto l’inserimento agli atti della seduta di una «procedura – a suo giudizio – contra legem con il relativo aumento di spesa».

Posto in votazione, l’emendamento 17 sulla integrazione del fondo per la contrattazione collettiva, è stato approvato con 24 favorevoli e 16 contrari. Approvati, di seguito, l’emendamento n. 11 (Forma e più) che sostituisce totalmente l’articolo 4 (Copertura finanziaria)  e l’articolo 5 (Entrata in vigore).

Il Consiglio regionale ha quindi approvato il testo finale del provvedimento con 28 sì e 10 contrari. Il presidente Ganau ha quindi ricordato il termine delle 20 per la presentazione degli emendamenti al testo unificato sulla lingua, la convocazione per domani, alle 11.00. della commissione Cultura ed ha annunciato la convocazione dell’Aula per domani alle 15.30.

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«Siamo qui, anche con questa mostra, per ricordare i momenti della storia che uniscono le nostre due nazioni. Vi ringrazio per il lavoro e l’impegno nella salvaguardia della memoria che è fondamentale per ricordare il passato e costruire in nostro futuro». Così ieri l’ambasciatore slovacco in Italia, Jàn Soth, ha chiuso la mostra “Centenario della Prima Guerra Mondiale 1914-1918” che, dal 15 maggio scorso, ha trovato ospitalità nelle sale del museo della Tonnara di Stintino.

Una mostra che, in quindici pannelli fotografici, ha ripercorso la storia di una Nazione, la Cecoslovacchia, e ha mostrato i soldati cechi e slovacchi al fronte e in Italia durante il primo conflitto mondiale. La mostra è stata curata da Gabriela Dudeková dell’Istituto di storia dell’Accademia slovacca delle Scienze, in collaborazione con l’Archivio del Club di storia militare “Beskydy”, ed ha ottenuto l’alto patronato del ministero degli Affari esteri della Repubblica Slovacca.

«Il mio paese – ha detto ancora l’ambasciatore – in occasione delle commemorazioni della Grande Guerra, vuole sottolineare l’importanza storica della Ue, l’unica formazione postbellica che ha saputo riportare nel nostro Continente la garanzia della pace.»

Il comune di Stintino ha voluto inserire l’esposizione nel lungo programma di eventi che hanno preso il via nel 2013, con il progetto “Commemorazioni di pace: i profughi ed i prigionieri nell’isola dell’Asinara”.

Perché sull’Asinara, in quei tristi anni del primo conflitto mondiale, assieme ai prigionieri austro-ungarici, furono deportati anche cechi e slovacchi e di questi, ha ricordato lo stesso ambasciatore slovacco, circa 3.200 sono sopravvissuti.

«Sull’isola dell’Asinara si ritrovarono 23mila persone – ha ricordato il primo cittadino di Stintino Antonio Diana – che dovevano essere approvvigionate ogni giorno. Fu un vero e proprio sforzo per la Sardegna. Seguì quindi un grande lavoro dell’esercito italiano che, con cura e pietà, per i tanti che morirono sull’isola, trasferirono i resti dei defunti dalle fosse comuni all’ossario. Con questo progetto – ha concluso Antonio Diana – che ci vede comune capofila, abbiamo voluto ricordare quei tragici eventi, fare in modo che la memoria non venisse persa ma anche sottolineare come l’Italia e le nostre comunità si adoperarono in un’operazione, forse la prima, di tipo umanitario.»

Un messaggio di pace quindi un invito a mantenere viva la memoria e a rafforzare i rapporti tra i popoli sono stati espressi dal prefetto Giuseppe Marani, dal generale Giovanni Domenico Pintus comandante del Comando militare Esercito Sardegna, dal delegato del rettore dell’Università di Sassari Luciano Gutierrez. L’assessora comunale alla Cultura Francesca Demontis, inoltre, ha letto una lettera di saluti inviata dal presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau.

Alla cerimonia hanno partecipato anche il sindaco di Sassari Nicola Sanna e il sindaco di Porto Torres Sean Wheeler.

Prima della chiusura della mostra l’ambasciatore, accompagnato dalla curatrice del Mut Esmeralda Ughi, ha fatto visito al museo.

Quindi nel pomeriggio, accompagnato dal sindaco di Stintino e dal sindaco di Porto Torres che ha fatto gli onori di casa, l’ambasciatore ha fatto visita all’Asinara e tappa all’Ossario di Campo Perdu. Qui, alla presenza dell’arcivescovo di Sassari, monsignor Gianfranco Saba, le autorità civili e militari hanno deposto una corona di fiori in memoria delle oltre seimila persone che tra il 1915-1918 morirono nei campi allestiti sull’isola dell’Asinara.

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Il Consiglio regionale ha approvato misure in favore dei lavoratori ex Saremar, modifiche alla legge regionale contenente disposizioni urgenti per l’eradicazione della peste suina africana e la mozione che censura Abbanoa per l’azione legale intrapresa nei confronti dell’on. Marco Tedde (Forza Italia).

In apertura di seduta il presidente Ganau ha comunicato la decisione della Conferenza dei Capigruppo di inserire all’ordine del giorno, con procedura d’urgenza prevista dall’art. 102 del Regolamento interno, la proposta di legge n. 518 “Misure a favore dei lavoratori ex Saremar”.

Ha quindi preso la parola per l’illustrazione il primo firmatario del provvedimento, il capogruppo dei Cristiano Popolari Socialisti Pierfranco Zanchetta. «C’è la necessità di riprendere in mano un problema complesso che riguarda i lavoratori ex Saremar, vittime di un disagio sociale ed occupazionale – ha detto Pierluigi Zanchetta – la Regione per porre rimedio a questa situazione ha avviato un programma finalizzato alla salvaguardia delle professionalità e dei livelli occupazionali. Questa proposta di legge integra quel programma ed autorizza la spesa di 2,5 milioni di euro per l’attuazione di alcuni interventi. I lavoratori potranno fruire di diverse misure alternative: un contributo economico una tantum e l’impiego nei cantieri comunali come richiesto dai comuni di Carloforte e La Maddalena».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Gianfranco Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato all’unanimità.

L’Aula, sempre all’unanimità, ha poi approvato in rapida successione i due articoli della legge ed il testo finale.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in discussione il secondo punto all’ordine del giorno: il Testo unificato sulla lingua sarda. Sull’ordine dei lavori è intervenuto il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu che ha chiesto un rinvio della legge alla prossima settimana. «Abbiamo dato disponibilità per discutere la proposta di legge ma crediamo sia meglio rimandare l’esame del provvedimento per consentire ai consiglieri di impegnarsi nella campagna elettorale in vista del voto di domenica per le elezioni amministrative – ha detto Gianluigi Rubiu – i tempi per gli emendamenti sono ristretti. Vista l’importanza della legge sarebbe meglio rimandare di qualche giorno la discussione.»

Contro la richiesta di rinvio si è schierato Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp). «I capigruppo hanno deciso di portare oggi in Aula la legge e di rimandare a lunedì prossimo la presentazione degli emendamenti – ha detto Eugenio Lai – ci sono già stati dei rinvii, abbiamo avuto tutto il tempo per approfondire».

Il presidente Gianfranco Ganau ha messo in votazione la richiesta di rinvio della legge che è stata accolta dal Consiglio.

Gianfranco Ganau ha quindi sospeso la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il presidente ha comunicato la decisione di capigruppo di anticipare la discussione del disegno di legge n. 513 “Modifiche alla legge regionale n.34/2014 sull’eradicazione della peste suina”.

Sull’ordine dei lavori ha chiesto di intervenire la consigliera di Forza Italia Alessandra Zedda: «E’ successo un fatto grave, la minoranza ha deciso di indire per domani una conferenza stampa per stigmatizzare una situazione grave che vede coinvolto il collega Marco Tedde denunciato dai vertici di Abbanoa per aver espresso le proprie opinioni nei confronti della società di gestione del servizio idrico. Sono state lese le prerogative di un consigliere regionale».

Anche per Stefano Tunis (Fi) la questione è delicata e merita attenzione. «Il tema della tutela delle prerogative dei consiglieri è tutto in capo all’Assemblea e alla sua presidenza. Esprimo solidarietà a Marco Tedde, è in discussione la legittimità dell’intero Consiglio. Chiedo al presidente Gianfranco Ganau di farsi carico di questa tutela».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha parlato di «fatto di una gravità inaudita» che offende tutto il Consiglio regionale. L’esponente della minoranza ha chiesto di occupare simbolicamente l’Aula per un’ora in segno di solidarietà all’on. Marco Tedde.

Una presa di posizione forte ha invocato anche Annamaria Busia (Campo Progressista): «Quando non c’è la politica interviene la giustizia ma in questo caso la politica c’è. Quanto accaduto è grave, non soltanto la minoranza deve chiedere e sollecitare una presa di posizione del Consiglio ma lo dobbiamo fare tutti insieme. La politica faccia sentire la sua voce, l’intervento della magistratura deve essere l’ultima ratio. Noi abbiamo diritto di intervenire, ispezionare e criticare ovviamente nei termini consentiti ma non si può contrapporre alle nostre richieste una minaccia grave».

Per il capogruppo del Pd Pietro Cocco la questione riguarda tutti. «E’ grave limitare le prerogative di un Consigliere regionale – ha detto Pietro Cocco – vale la pena far suonare un campanello d’allarme per dire che non va assolutamente bene. Oggi è capitato a Tedde, domani capiterà a qualche altro. Con forza occorre dire che bisogna abbassare i toni. Se Abbanoa ritiene di aver subito un torto e si rivolge a un magistrato è assolutamente sbagliato. Intervengo a difesa di un’istituzione che non può essere messa sotto scacco».

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori sardi: «L’istituzione consiliare è stata vilipesa. Questo accade perché l’autonomia non viene difesa, è già capitato in più di una circostanza. E’ ora di riaffermare la dignità dell’istituzione autonomistica. E’ tempo di dire basta».

Il consigliere Gianni Lampis, a nome del gruppo Fratelli d’Italia, ha espresso solidarietà nei confronti di Marco Tedde contro un’aggressione “da muretto a secco”. Gianni Lampis ha richiamato l’art 25 dello Statuto che garantisce i consiglierei regionali per le opinioni espresse nell’esercizio delle proprie funzioni. «Sono d’accordo con l’on. Gianluigi Rubiu e dichiaro la disponibilità del mio gruppo ad occupare per un’ora l’Aula».

Secondo Angelo Carta (Psd’Az), le dichiarazioni dell’amministratore di Abbanoa Alessandro Ramazzotti sembrano una difesa nei confronti dell’operato della Giunta regionale. «Per questo motivo credo che  sia il caso che intervenga la Giunta regionale per dire che l’esecutivo si tutela da solo e non ha bisogno di nessun avvocato difensore. Alessandro Ramazzotti ha fatto di tutto per mettere Abbanoa al centro del bersaglio».

Il consigliere dell’Upc Antonio Gaia ha espresso solidarietà a Tedde e ha denunciato il mancato rispetto delle norme che regolano i rapporti tra i diversi organi istituzionali della Regione. «La Giunta ha il dovere di rispondere alle interpellanze e interrogazioni presentate dai consiglieri regionali, non devono farlo gli uffici amministrativi. Gli atti ispettivi sono legittimi ma spesso mancano le risposte da parte della Giunta e degli assessori. Presidente Ganau, sta a lei fare rispettare le norme di funzionamento ed evitare interferenze esterne sull’attività ispettiva e di controllo. Non è ammissibile che risponda il soggetto che si vuole controllare».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha chiesto al presidente Ganau di informare l’Aula sui dettagli della vicenda appresi durante la Conferenza dei Capigruppo. «Esisterebbe un atteggiamento che travalica le prerogative proprie del consigliere. Lei ha parlato di affermazioni che vanno oltre l’esercizio delle proprie funzioni, di denuncia prudenziale perché si paventava ipotesi di falso in bilancio da parte di Abbanoa. Lei si è speso per favorire un chiarimento. Prima di invischiarci in questo ragionamento occorre riflettere. L’Aula disinformata dove arriva?»

Ha quindi preso la parola Marco Tedde: «Non intendevo intervenire ma sono stato tirato per la giacchetta. Le spiegazioni agli atti di sindacato ispettivo le deve dare la Giunta che ha il dovere di rispondere soprattutto di fronte a casi gravissimi. Abbanoa è una Repubblica indipendente: l’amministratore nomina il direttore generale per tre anni senza selezione. Potrei parlare per ore di ciò che fa e non fa. L’ultima perla è lettera ai dipendenti in cui si parla di una mozione sottoscritta da 24 consiglieri piena di calunnie. Ringrazio i colleghi che sono intervenuti in mia difesa ma si tratta di un attentato nei confronti di questo consesso. Se iniziamo con queste intimidazioni non lavoreremmo più serenamente. Io sono attrezzato per difendermi potrebbe esserci però qualche altro meno attrezzato. Noi dobbiamo lavorare senza pressioni, la Costituzione e lo Statuto ci tutelano. Il Regolamento dice che Lei, presidente Gianfranco Ganau, deve tutelare le prerogative dei consiglieri. Chiedo anch’io che lei intervenga con forza nei confronti di questi signori».

Il consigliere Stefano Tunis (Fi) ha invocato un intervento formale del Consiglio. «La discussione sta mantenendo toni civili. L’intervento dell’on. Gianfranco Congiu evita un processo sommario. Credo sia necessario procedere con un atto di censura del Consiglio nei confronti di Abbanoa altrimenti rimarrà una discussione che non lascerà traccia».

L’on. Giuseppe Fasolino (FI) ha detto: «Mi chiedo perché la politica si trovi a questo livello e l’antipolitica ha preso il sopravvento su tutto. Il collega Marco Tedde si difende da solo ma se capitasse a una persona normale, dovrebbe rivolgersi a un avvocato per difendersi dopo aver fatto il suo dovere. E allora mi chiedo: qual è il nostro ruolo?».

Per l’on. Luigi Lotto (Pd) «sarebbe utile che il presidente della Regione si facesse dare gli atti del personale di Abbanoa negli ultimi tre anni, per verificare chi ha perso il lavoro e perché». Sulla proposta dell’on. Gianluigi Rubiu, ossia sospendere i lavori per un’ora e occupare l’Aula, l’on. Gianfranco Congiu (PDS) ha dato parere contrario mentre l’on. Stefano Tunis (FI) ha suggerito la redazione di un documento come «un ordine del giorno che metta insieme le posizioni emerse». Anche l’on. Gianluigi Rubiu (Udc) si è associato alla proposta di redigere un ordine del giorno mentre l’on. Antonio Solinas (Pd) ha aggiunto: «Stiamo rasentando il ridicolo con la proposta di occupare l’Aula, veda la conferenza dei capigruppo se è possibile votare un ordine del giorno condiviso». Favorevole anche l’on. Francesco Agus (Cps). Il presidente Ganau ha sospeso la seduta per convocare la conferenza dei capigruppo e definire il proseguo dei lavori.

L’Aula è ripresa con l’esame del disegno di legge 513 in materia di eradicazione della peste suina africana. L’on. Francesco Agus, presidente della commissione Autonomia, ha predisposto un emendamento sul personale chiamato a lavoro straordinario in occasione delle tornate elettorali. Il presidente Gianfranco Ganau ha giudicato inammissibile l’emendamento e ha invitato l’oratore alla presentazione di una proposta di legge.

 L’on. Piermario Manca (PDS) ha detto con riferimento all’articolo 1 della disegno di legge: «Qual è la motivazione che possa consentire a ciascun lavoratore del campo dell’eradicazione della peste suina a fare ottanta ore di straordinario ogni mese? Noi diamo lo straordinario sempre ai soliti: che razza di organizzazione è questa?».

Della stessa opinione l’on. Augusto Cherchi (PDS) mentre per l’on. Crisponi (Riformatori sardi) «è impensabile che l’obiettivo dell’eradicazione possa essere raggiunto con l’attività ordinaria di un ufficio. Mi pare che il corpo forestale abbia faticato non poco in alcune circostanze per eseguire l’attività e non vedo perché essere contrari alla proposta della Giunta.  Siamo davanti a uno straordinario impegno lavorativo di ordine pubblico e di protezione civile che deve essere riconosciuto, anche per il passato».

Per l’on. Pietro Cocco (capogruppo del Pd) «da anni lottiamo per eradicare la peste suina africana e questa battaglia sembrava non risolvibile. Quest’anno invece abbiamo contato appena tre, quattro focolai. E sono risultati che non si raggiungono per caso ma perché uomini competenti si sono dati da fare. Non deve essere messo in discussione il fatto che si debba pagare qualche ora di straordinario, visti gli obiettivi dell’Ue e i risultati che stiamo raggiungendo».

L’assessore del personale Filippo Spanu ha affermato che «il provvedimento all’attenzione del Consiglio si inquadra in una serie di atti finalizzati a dare accelerazione al contrasto della peste suina africana. Siamo ad un momento di svolta, ha sostenuto, dopo una battaglia quarantennale di cui ora abbiamo trovato la chiave decisiva; nel 2018 ad oggi sono segnalati solo 3 focolai, nel 2017 erano 17 e la tendenza è molto chiara, ora è necessario dare il colpo giusto in termini organizzativi». «E’ importante sottolineare – ha proseguito l’assessore – che la condivisione con la popolazione ha determinato, dopo un periodo iniziale complesso, una vera e propria inversione di tendenza, con attività massicciamente presidiate con continuità a seconda esigenze, un impegno che rendeva problematica la rotazione difficile del personale; di qui problema di far operare queste squadre con un sistema collegato a specifiche funzioni (ed altri incarichi) fino al limite di 80 ore, secondo lo schema della protezione civile, all’interno dei vincoli per gli straordinari fissati dalla Ue».

Per dichiarazione di voto il presidente della commissione Attività produttive Luigi Lotto (Pd) ha affermato la correttezza del provvedimento ricordando soprattutto la grande difficoltà incontrata sia nell’organizzazione delle squadre che nella costruzione di un apparato di grande efficienza, prova ne sia che nei giorni scorsi focolaio sviluppatosi all’interno di una azienda regolare scongiurato immediatamente. «Insomma – ha concluso – un approccio molto diverso che ha dato grandi risultati e fra qualche mese le squadre di emergenza non serviranno più».

Il consigliere Augusto Cherchi (Pds) ha ribadito di non aver mai voluto mettere in discussione mezzi e fini del progetto, precisando che a suo avviso restava da chiarire il suo inquadramento all’interno della normativa europea che fissava un tetto per gli straordinari settimanali. In conclusione il consigliere ha annunciato la sua astensione.

Piermario Manca, sempre del Pds, si è detto invece soddisfatto della risposta dell’assessore, anche se ha osservato che a suo giudizio sarebbe bastata una relazione di accompagnamento. Voterà a favore.

Successivamente il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli con 44 voto e, a seguire i tre articoli che la compongono.

Successivamente la seduta è stata brevemente sospesa per la presentazione di un ordine del giorno (Alessandra Zedda e più) firmato da gruppi di maggioranza ed opposizione con il quale, dopo aver ribadito le prerogative dei consiglieri regionali contenute nell’art. 122 della Costituzione, nell’art.25 dello Statuto e nell’art. 107 del regolamento del Consiglio in relazione «alle opinioni espresse ed ai voti dati nell’esercizio delle loro funzioni», si invita il presidente dell’Assemblea a «prendere atto della censura del Consiglio regionale nei confronti di un atto lesivo delle prerogative degli stessi consiglieri». Il riferimento è alla querela presentata dall’amministratore unico di Abbanoa Spa nei confronti del vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, oggetto di numerosi interventi sull’ordine dei lavori e di un successivo dibattito.

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha ribadito la sua decisione di dissociarsi dal documento. «Anzi – ha affermato – esorto il presidente a riferire all’Aula ciò che ha detto alla conferenza dei capigruppo dove i contorni della vicenda sono apparsi diversi; questo non ci consente di partecipare, non siamo in condizioni di esprimere censure e non capiamo come lei abbia valutato la fondatezza di profili lesivi dell’onorabilità di consigliere. Manca poi ogni riferimento al presidente della Regione consentendo di passare all’Aula il cerino per chiedere copertura politica senza poter capire realmente cosa è accaduto». «Ho sempre apprezzato –  ha concluso il capogruppo del Pds rivolto al presidente Ganau – la sua terzietà ma in questo caso, a nostro giudizio, invece ha favorito una deriva verso la censura secondo noi priva dei necessari elementi di valutazione, una pagina non edificante del Consiglio: il Pds abbandonerà l’Aula».

Il consigliere del Pd Antonio Solinas, ricostruendo le interlocuzioni fra i gruppi durante la sospensione della seduta, ha detto di «aver ricavato l’impressione che con ci fossero certezze sulle motivazioni della mozione, suggerirei un ordine del giorno più generale senza espliciti riferimenti alla censura ma, in assenza delle correzioni che auspico, annuncio il mio voto contrario».

Dopo una ulteriore breve sospensione il presidente ha messo in votazione l’ordine del giorno, che il Consiglio ha approvato con 39 voti favorevoli ed 1 contrario.

Successivamente il presidente ha invitato l’Assemblea ad esprimere il voto finale sul DL n. 513, che è stato approvato con 38 voti.

Al termine dello scrutinio ha tolto la seduta. Il Consiglio riprenderà i suoi lavori martedì prossimo, alle 10.30.

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Il Consiglio regionale ha approvato la mozione n. 226 (Truzzu e più) sull’adeguamento dei guardrail lungo le strade urbane ed extraurbane della Sardegna, nuove “Disposizioni urgenti in materia di continuità territoriale marittima tra la Sardegna e la Corsica” e le modifiche alla legge di stabilità 2018.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la mozione n. 226 (Truzzu e più) «sull’adeguamento dei guard rail lungo le strade urbane ed extra urbane della Sardegna, al fine di diminuirne la pericolosità per i conducenti di veicoli a due ruote».

Il presidente ha dato quindi la parola al primo firmatario della mozione, il capogruppo di Fdi Paolo Truzzu, per illustrarne il contenuto.

Paolo Truzzu, dopo aver ricordato che la mozione che risale a circa due anni fa ha riconosciuto che qualche intervento è stato fatto, anche se la situazione resta complessa: fra il 2011 ed il 2016 ci sono stati 637 incidenti mortali dei quali 164 hanno visto coinvolti motoveicoli con 40 morti, causati dall’arto contro il guard rail o altre infrastrutture, determinando indirettamente costi socio-sanitari di circa 1 miliardo. Fornendo dati più recenti, Paolo Truzzu si è riferito agli anni 2017 (4 morti) e 2018 (1) con alcuni episodi significativi come quello di una ragazza che, vicino Cagliari, ha perso la gamba sbattendo contro il guard rail e quello in cui un’auto è stata trafitta dallo stesso guard rail presso Monastir.

«E’ vero – ha detto ancora il capogruppo di Fdi – che l’Anas sta installando una quarantina di nuovi dissuasori ma ritengo che sia necessario riflettere sulla funzione di questo strumento che serve a mantenere il veicolo all’interno della sede stradale ma succede che spesso non lo fa ed anzi provoca altri danni, specialmente ai motoveicoli, anche a basse velocità». «I rimedi tecnici piuttosto semplici – ha sostenuto Truzzu – perché si tratta di utilizzare barriere diverse con elementi nella parte inferiore che consentono di tenere i veicoli all’interno dell’asse stradale e costano appena 50/60 euro a metro quadro; inoltre, si potrebbe prendere contatto con la Provincia di Bolzano che ha realizzato un nuovo brevetto di guard rail leggero.»

«In definitiva – ha concluso – l’intervento proposto ha lo scopo di migliorare la sicurezza stradale e ridurre i costi socio sanitari e sociali per le famiglie ed il sistema pubblico ma anche di dare ai tanti turisti che frequentano la Sardegna in moto un messaggio nuovo.»

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi ha apprezzato l’iniziativa del collega Paolo Truzzu «soprattutto perché – ha affermato – le cronache quotidiane ci propongono da molti anni troppe tragedie che coinvolgono i motociclisti in Sardegna, da sempre territorio ideale per tantissimi appassionati internazionali delle due ruote, in modo particolare nelle zone interne; quindi installare sule nostre strade barriere di ultima generazione sarebbe non solo un segno di civiltà ma uno straordinario messaggio civile per sui nostri meravigliosi paesaggio i motociclisti di tutto il mondo». «Sulla nuova Sassari-Olbia – ha poi ricordato – i nuovi guard rail ci sono già, però segnalo che servirebbe moltissimo anche sulla Nuoro Macomer, una strada con un fondo pessimo ed una pendenza sbagliata dove proprio sul guard rail qualcuno ha messo un lenzuolo, simbolo della volontà di tante persone che vogliono dire basta agli incidenti».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha definito la mozione «attualissima» convivendo anche le dichiarazioni del collega Luigi Crisponi perché, ha detto, «sulla 129 Macomer Nuoro si deve intervenire immediatamente; su quella strada sono morte 13 persone in 10 anni e in effetti qual lenzuolo spinge tutti ad occuparci del problema, in parte è stato fatto con un tavolo tecnico attivato dall’assessore Edoardo Balzarini ma occorre fare di più installando, se necessario, anche un autovelox nel tratto più pericoloso».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, che ha chiesto di apporre la sua firma sulla mozione, ha parlato di «una scelta di responsabilità e civiltà, una presa di coscienza su una situazione che va affrontate con decisione, perché forse molte vittime potevano essere evitate».

Anche il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha espresso la posizione favorevole del suo gruppo sulla mozione, auspicando un sollecito intervento «rivolto in modo particolare ai giovani, a condizione che il ricorso alle nuove tecnologie sia accompagnato da una maggiore attenzione alle condizioni del manto stradale e ad altri correttivi per migliorare la sicurezza».

Gaetano Ledda (Psd’Az – La Base) ha anch’egli aggiunto la propria firma alla mozione, ricordando che la Sardegna ha due emergenze: la 554, strada più trafficata d’Europa, e la 129 Macomer Nuoro nel tratto fino al bivio di Orotelli.

A nome della Giunta l’assessore dei Trasporti Carlo Careddu, in sostituzione dell’assessore competente Edoardo Balzarini del quale ha letto una nota, ha garantito l’impegno dell’Esecutivo per porre rimedio alle situazione segnalate dal Consiglio.

Il problema dell’installazione di nuove barriere di sicurezza, ha sostenuto, è stato affrontato dall’assessorato dei Lavori pubblici fin dal 2012 con una serie di attività di collaborazione sia col Ministero delle Infrastrutture per quanto riguarda i fondi del piano nazionale che con gli Enti locali, anche se la Regione ma non ha una rete stradale propria. Nello specifico, ha proseguito, la Regione è comunque intervenuta presso l’Anas segnalando la necessità di nuovi sistemi di sicurezza per i motoveicoli, che infatti sono stati installati sulla Sassari-Olbia, sistemi tuttavia che la normativa attuale non qualifica come obbligatori. Per quanto riguarda, infine, il nuovo brevetto messo a punto dalla Provincia di Bolzano, Carlo Careddu che comunicato che sono stati già attivati contatti con quella amministrazione per verificare l’utilizzo del brevetto anche in Sardegna.

Prendendo la parola per la replica il primo firmatario della mozione Paolo Truzzu ha auspicato l’intervento sempre più incisivo della Regione sugli altri enti che hanno competenza sulle strada, anche attraverso l’inserimento della nuova barriere nei bandi di gara.

Intervenendo per dichiarazione di voto, altri consiglieri hanno annunciato di voler sottoscrivere la mozione. Daniele Forma, del Pd; ha affermato che la Regione deve cogliere l’occasione per intervenire (sia pure indirettamente) sulla rete stradale regionale in modo innovativo, anche con campagne di informazione rivolte ai turisti.

Emilio Usula (Misto-Rossomori) ha sollecitato una maggiore attenzione sulla rete stradale sarda, dalla nuove barriere alla segnaletica, ricordando in particolare che sulla 131 Dcn, prima dell’ingresso a Nuoro, c’è un guard rail centrale con una altezza anomala in una posizione pericolosissima.

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta, firmatario della mozione, ha lamentato che «in due anni si potevano fare molte cose che purtroppo non si sono fatte e le strade provinciali della Sardegna sono in condizioni pietose, per cui la Regione se ne deve occupare anche perché spesso si finisce contro il guard rail dopo essere finiti dentro una buca».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha chiesto di apporre alla mozione la firma di tutto il gruppo.

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, uno dei firmatari e favorevole, ha rilanciato il problema complessivo della sicurezza stradale in Sardegna, richiamando l’attenzione del Consiglio sul fatto che molte strade si trovano in completo stato di abbandono e in questa stagione non si taglia nemmeno l’erba impedendo la visuale della segnaletica verticale.

Il consigliere Antonio Gaia (Cps), infine, dopo aver sottoscritto la mozione ha raccomandato la migliore collocazione degli autovelox attraverso un monitoraggio serio, perché spesso accade che non ci sono dove sarebbero necessari ed in altri casi vengono installati in punti strategici solo per fare cassa.

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la mozione che il Consiglio ha approvato all’unanimità con 44 voti.  

E’ stata poi approvata all’unanimità e senza discussione la proposta di legge 516 “Disposizioni urgenti in materia di continuità territoriale”.

La proposta di legge è stata illustrata da Pierfranco Zanchetta (Cristiano Popolari Socialisti). La legge regionale 6 febbraio 2018, n. 4 (disposizioni in materia di continuità territoriale marittima tra la Sardegna e la Corsica) autorizza – ha detto – la spesa complessiva di euro 2.557.500, suddivisa in 852.500 euro per ciascuno degli anni 2018, 2019 e 2020, per l’affidamento con procedure di evidenza pubblica del servizio pubblico di collegamento marittimo nella tratta Santa Teresa-Bonifacio.  Si rende necessario, pertanto, autorizzare il servizio pubblico anche per tutto il 1° trimestre dell’anno 2021 e cioè fino al 31 di marzo.

Anche questa proposta di legge è stata approvata all’unanimità e senza discussione. Questa proposta di legge abroga il comma 5 dell’articolo 7 della legge regionale 11 gennaio 2018 n. 1 (legge di stabilità) e prevede che «Gli enti locali eroghino le somme agli enti e istituti che effettuano il trasporto delle persone con disabilità dietro presentazione di apposita richiesta» I due emendamenti presentati alla legge sono stati approvati. Dopo l’approvazione il presidente del Consiglio ha convocato la commissione speciale sulla grave situazione delle imprese attive nell’artigianato, nel commercio al dettaglio e sulle politiche commerciali nella grande distribuzione ed ha riconvocato il Consiglio per martedì 5 giugno, alle 16.00.

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Domani, venerdì 1 giugno alle 18,30, presso la sala conferenza dell’ExArt (ex istituto artistico) in piazza Dettori a Cagliari, nell’ambito della manifestazione Arte al Centro, promossa da GIA Comunicazione, si terrà un incontro sul tema del riconoscimento costituzionale del principio di insularità. Interverranno: Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio regionale; Stefano Tunis, consigliere regionale; Guido Portoghese, presidente del Consiglio comunale di Cagliari. Modera Elena Secci, del Comitato promotore

Sempre domani, alle ore 10.30, presso la stazione ferroviaria di Sassari, si terrà una conferenza stampa sul tema “Insularità e infrastrutture  la situazione delle ferrovie in Sardegna”. Verrà presentato un dossier sul gravissimo gap esistente tra la Sardegna e le altre regioni d’Italia.