25 November, 2024
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Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, insieme con il presidente della Fondazione Univerde, Alfonso Pecoraro Scanio, ha consegnato questa mattina, negli uffici della presidenza, il premio “Green Pride” alla società sarda “Veranu” per l’ideazione e la produzione della mattonella che produce energia dai passi. «Il sistema – ha detto il responsabile di Veranu, Alessio Calcagni – consente la conversione di una fonte rinnovabile, i passi, in energia elettrica e può facilmente trovare applicazione nelle grandi piazze urbane o anche nei centri commerciali e in ogni caso in luoghi dove è elevato il flusso pedonale».

«Siamo orgogliosi – ha aggiunto il presidente della fondazione Univerde, Alfonso Pecoraro Scanio – di attribuire il riconoscimento del Green Pride a giovani sardi intraprendenti, preparati e sensibili ai temi della sostenibilità.»

Soddisfazione per il riconoscimento della fondazione Univerde, istituito nel 2011 per valorizzare le best practice di green economy in Italia, è stata espressa dal presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, che ha consegnato ai fondatori di Veranu (Alessio Calcagni, Giorgio Leoni e Simone Mastrogiacomo) e a Giovanni e Riccardo Sanna (responsabili dell’incubatore di strat up “Clhub”, dove ha sede operativa Veranu) anche la medaglia ricordo dell’assemblea sarda.

«Siamo sensibili a tutte le iniziative promosse per il risparmio energetico, per le rinnovabili e che siano all’insegna della sostenibilità ambientale – ha detto il presidente Ganau – e ribadisco l’impegno delle istituzioni sarde per il drastico abbattimento delle emissioni in atmosfera ed è anche per queste ragioni che auguro dunque a Veranu un’applicazione massiccia dell’innovativo quanto semplice sistema di conversione dei passi in energia elettrica.»

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La squadra del Cagliari Calcio sarà ricevuta, domani alle 11,30 nell’Aula consiliare, dal presidente Gianfranco Ganau, dal presidente della Regione Francesco Pigliaru e dall’intera Assemblea regionale. Nel corso dell’incontro sono stati espressi alla squadra rossoblu la gratitudine ed il riconoscimento per il risultato ottenuto nella stagione 2015-2016, nella quale è stata conquistata l’agognata promozione in serie A.

«Alla società Cagliari calcio per la promozione in Serie A con l’augurio di più grandi successi». È questo il testo riportato sulla targa celebrativa che il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha consegnato al numero uno del Cagliari, Tommaso Giulini, al termine dell’incontro in Aula con l’intera compagine rossoblù ed al quale ha partecipato il presidente della Regione, Francesco Pigliaru.

«Giochiamo insieme per far vincere la nostra Sardegna», ha detto Ganau nel suo breve intervento di benvenuto rivolgendosi ai dirigenti, allo staff tecnico e ai giocatori rossoblù seduti tra i banchi dell’assemblea sarda, complimentandosi quindi, a nome di tutti i sardi, per «i risultati non solo sportivi conseguiti dal Cagliari.»

«Siete ambasciatori dei sardi nel mondo» ha aggiunto il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, prima di cedere la parola al patron del gruppo Fluorsid che ha ricordato il profondo senso di gratitudine, personale e della sua famiglia, verso la terra sarda: «Ho scelto di impegnarmi in prima persona per il Cagliari ma il Cagliari è di tutti i sardi e insieme lavoriamo per salvaguardare questo patrimonio fatto di sport, valori, storia, cultura e identità.»

Non sono mancati gli auspici perché possa finalmente realizzarsi il nuovo stadio e con la proiezione del video celebrativo la conquista del campionato cadetto nella stagione sportiva 2015-2016 si è dato il via al tradizionale scambio degli omaggi.

Il Presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, oltre alla targa ricordo ha consegnato nelle mani del presidente Giulini la bandiera della Sardegna ed al mister Massimo Rastelli e ai calciatori le spille del Consiglio regionale raffiguranti i Quattro Mori. Il presidente Giulini ha invece donato al presidente del Consiglio la maglia ufficiale del Cagliari con il  numero 10 e la scritta Ganau e a quello della Regione la casacca con stampato Pigliaru.

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La squadra del Cagliari Calcio sarà ricevuta, domani alle 11,30 nell’Aula consiliare, dal  presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, dal presidente della Regione Francesco Pigliaru e dall’intera Assemblea regionale. Sarà presente anche il presidente del Cagliari Calcio Tommaso Giulini. L’incontro, si legge nella lettera che il presidente del Consiglio regionale ha inviato al presidente del Cagliari Calcio, sarà l’occasione per esprimere alla squadra la gratitudine ed il riconoscimento per il risultato ottenuto nella stagione 2015-2016 nella quale è stata conquistata l’agognata promozione in serie A.

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Tommaso Giulini copia

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Anche nel municipio di Iglesias la bandiera dei Quattro mori e un sit-in listata a lutto per sostenere l’introduzione della doppia preferenza di genere nella legge elettorale regionale.

La Sardegna risponde in massa alla mobilitazione promossa dall’Associazione Meglio in Due, che che ha visto protagonista anche il comune di Iglesias: tante, in tutta l’isola, le persone che hanno manifestato contro il disinteresse del Consiglio regionale, che ancora non ha modificato la legge.

«Tutta la Sardegna vuole il rinnovamento ma il Palazzo Regionale è sordo – dice Valentina Pistis, capogruppo di Cas@ Iglesias -. La nostra è una battaglia di democrazia e di civiltà. Vogliamo, come già accade per i Comuni sopra i 5.000 abitanti, che anche in Consiglio regionale venga garantita la doppia preferenza di genere.»

«Con questo gesto simbolico vogliamo che in consiglio regionale arrivi il messaggio forte e chiaro. Ci appelliamo ancora una volta al presidente Gianfranco Ganau. Chiediamo un incontro urgente per discutere della nostra proposta, sottoscritta da numerosi Comuni dell’isola. Ricordo, che ad Iglesias – conclude Valentina Pistis –, la mozione presentata qualche settimana fa, verrà discussa questa sera.»

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ll sindaco di Masainas, Ivo Melis, ha deciso di portare all’attenzione del Consiglio regionale il problema dell’applicazione dell’istituto dell’Amministrazione di Sostegno in capo agli assessorati sociali dei Comuni. Domani, sulla materia, invierà una lettera al presidente della VI commissione Raimondo Perra, a tutti i componenti della commissione e, per conoscenza, al presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau,

Di seguito il testo integrale della lettera. 

Pregiatissimi Onorevoli,

con la presente mi faccio portavoce di un problema che sempre più sta investendo il sistema della gestione delle politiche sociali negli enti locali. E’ noto, infatti, come sempre più i Comuni siano diventati  l’ultimo baluardo per i cittadini, a difesa di diritti e di condizioni sempre più drammatiche.

Non ci tiriamo indietro: siamo convinti che sia dovere dell’amministratore pubblico farsi portavoce dei propri elettori e lavorare attivamente per risolvere quante più situazioni di disagio o, in mancanza, per evidenziare agli enti sovraordinati le criticità su cui agire.

Tuttavia, tale senso di responsabilità non può e non deve essere estremizzato fino al punto di portare un sindaco o un assessore a spostare la propria attenzione dall’amministrazione del pubblico alla gestione di singole situazioni private.

E’ oramai prassi, infatti, delegare funzioni proprie di soggetti qualificati e professionalizzati agli amministratori locali. E’ questo il caso della sempre più frequente nomina degli assessorati ai servizi sociali (e quindi degli assessori) quali amministratori di sostegno di soggetti parzialmente o totalmente prive di autonomia. Questo importante compito, definito dalla legge n. 6 del 9 gennaio 2004, permette di tutelare maggiormente i destinatari dei provvedimenti di parziale o totale incapacità per salvaguardarne dignità e diritti, ma per la delicatezza della questione andrebbe trattato e affidato a operatori in grado di operare con la più ampia diligenza e preparazione.

Ritengo, ma credo che questo pensiero sia condiviso da tutti i sindaci e gli amministratori locali, che  nessuno di noi sia attualmente in grado di reggere situazioni di questo genere, soprattutto nelle piccole comunità, in cui sia a causa di strette relazioni di conoscenza sia a causa della volontarietà con la quale il compito di amministratore locale viene svolto, tale incarico diventa un incombenza che difficilmente viene portata a buon fine. 

Credo, pertanto, che la Regione Sardegna possa e debba trovare delle soluzioni, anche normative, per dispensare gli amministratori locali da tale compito e, soprattutto, nell’interesse di coloro che sono interessati da questi provvedimenti di limitazione della capacità di agire, lavorare alla creazione o la nomina di professionalità specificatamente orientate a questo delicato incarico.

Ivo Melis

Sindaco di Masainas

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Gianfranco Ganau Q

Sono stati eletti i 28 componenti del Consiglio delle autonomie locali (Cal). Il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, al termine delle operazioni di voto e di scrutinio, ha proclamato in Aula gli eletti in rappresentanza dei sindaci, tra i quali ci sono anche i presidenti degli enti locali sovra comunali di rilievo costituzionale, qualora in carica; il sindaco di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano e alternativamente i primi cittadini dei comuni di Carbonia o Iglesias, Sanluri o Villacidro, Lanusei o Tortolì; Olbia o Tempio (così come da modifiche intervenute con la legge n. 15 del 29 giugno 2016).

Entrano a fare parte dell’organismo istituito con la legge n. 1 del 17 gennaio 2005, per garantire la partecipazione degli enti locali ai processi decisionali regionali di loro diretto interesse, quattro sindaci eletti nel collegio unico regionale per i comuni con popolazione superiore ai 10mila abitanti: Stefano Delunas (Quartu), Giuseppe Morghen (Sorso), Tomaso Locci (Monserrato) e Pietro Paolo Piras (Terralba) e 24 sindaci eletti nei rispettivi collegi di appartenenza.

Nel collegio di Sassari gli eletti per i comuni al di sotto dei tremila abitanti sono: Gianfranco Satta (Tergu) e Sabrina Sassu (Cossoine) mentre per i comuni con popolazione compresa tra i 3.001 e 10mila abitanti l’eletto è Gianfranco Soletta (Thiesi).

Collegio Carbonia Iglesias: gli eletti per i comuni sotto i 3mila abitanti sono Laura Cappelli (Buggerru) e Mariano Cogotti (Piscinas) mentre per i comuni tra i 3.001 e 10mila abitanti l’eletto è Giorgio Alimonda (Portoscuso).

Collegio di Nuoro: gli eletti per i comuni sotto i 3mila abitanti Franco Saba (Ottana) e Gianluigi Littarru (Desulo) mentre per i comuni tra i 3.001 e 10mila abitanti l’eletta è Daniela Falconi (Fonni).

Collegio di Lanusei-Tortolì: gli eletti per i comuni sotto i 3mila abitanti sono Roberto Uda (Loceri) e Franco Tegas (Talana) mentre per i comuni tra i 3.001 e 10mila abitanti l’eletto è Salvatore Corrias (Baunei).

Collegio Sanluri-Villacidro: gli eletti per i comuni sotto i 3mila abitanti sono Francesco Cotza (Villasalto) e Fernando Cuccu (Villamar) mentre per i comuni tra i 3.001 e 10mila abitanti l’eletto è Roberto Montisci (Sardara).

Collegio di Oristano: gli eletti per i comuni sotto i 3mila abitanti sono Anita Pili (Siamaggiore) e Lino Zedda (Baradili) mentre per i comuni tra i 3.001 e 10mila abitanti l’eletta è Manuela Pintus (Arborea).

Collegio Olbia-Tempio: gli eletti per i Comuni sotto i 3mila abitanti Antonio Tirotto (Aglientu) e Antonio Satta (Padru) mentre per i comuni tra i 3.001 e 10mila abitanti l’eletto è Pietro Sircana (Oschiri).

Collegio di Cagliari: gli eletti per i Comuni sotto i 3mila abitanti sono Stefano Soro (San Nicolò Gerrei) e Alessandra Corongiu (Villa San Pietro) mentre per i comuni tra i 3.001 e 10mila abitanti l’eletto è Salvatore Mattana (Sarroch).

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Si è conclusa nell’Aula del Consiglio regionale, con l’incontro con la conferenza dei capigruppo guidata dal presidente dell’Assemblea legislativa sarda, Gianfranco Ganau, la manifestazione dei sindaci che questa mattina hanno marciato a Cagliari, per protestare contro i vincoli di bilancio e per chiedere alla Regione sarda di farsi parte attiva con il governo perché siano modificate le norme che impediscono l’utilizzo del cosiddetto avanzo di amministrazione.

Le dieci richieste dei primi cittadini, contenute in un documento consegnato ai capigruppo e alla Giunta, sono state illustrate e argomentate oltreché dal presidente dell’Anci, Piersandro Scano, anche dagli undici sindaci intervenuti in Aula (Marco Lampis, Escalaplano; Andrea Piroddi, Bono; Antonio Tirotto, Aglientu; Enrico Collu, San Sperate; Fausto Piga, Barrali; Anna Paola Marongiu, Decimomannu; Anita Pili, Siamaggiore; Efisio Arbau, Ollolai; Angelo Sini, Pattada; Massimo Zedda, Cagliari) che hanno sollecitato un impegno della Regione perché si adoperi con il Governo al fine di iscrivere in bilancio l’avanzo di amministrazione almeno nella parte relativa alla quota di investimenti e che vengano considerate fuori dai vincoli di spesa le risorse destinate alla messa in sicurezza dei territori e degli edifici scolastici nonché quelle riferite all’accoglienza dei migranti.

«Questa è una battaglia che la Regione deve condurre con i sindaci sardi – ha dichiarato Piersandro Scano – perché le nostre amministrazioni sono ormai stremate e costrette alla paralisi dopo anni di tagli “selvaggi”, di blocco degli investimenti e per via  un generale aumento delle competenze e delle responsabilità a fronte di una riduzione delle risorse trasferite dallo Stato ai Comuni.»

Le fasce tricolori hanno invece chiesto alla Regione alcuni impegni precisi sul mantenimento dei livelli di stanziamento nel fondo unico per gli Enti Locali; sul rispetto dei termini per la redistribuzione degli spazi finanziari così da consentire ai Comuni la tempestiva programmazione della spendita delle risorse; una programmazione partecipata con gli Enti Locali; provvedimenti normativi utili ad impedire la revoca delle opere pubbliche nel caso risulti impossibile procedere con l’impegno della spesa per l’espletamento delle procedure di gara; ed hanno insistito sulla necessità di scongiurare “politiche di stampo neocentralista”, sull’esigenza di assicurare una maggiore efficienza all’apparato regionale e sull’opportunità di “azioni ferme” verso il governo, a tutela del ruolo e delle prerogative dei Comuni della Sardegna.

Il presidente della commissione consiliare del Bilancio, Franco Sabatini (Pd), nel ribadire pieno sostegno all’azione dei sindaci («la Regione non può essere la controparte dei primi cittadini ma siamo qui perché vogliamo e dobbiamo lavorare insieme»), ha quindi rilanciato la proposta perché la Regione sarda possa sostituirsi totalmente allo Stato nel finanziamento degli Enti locali, a condizione che lo Stato riduca, almeno in pari misura, la trattenuta annuale sulle quote di entrate spettanti alla Sardegna.

Piena disponibilità al dialogo e alla collaborazione per la ricerca delle soluzioni condivise, nell’interesse dei Comuni e dell’intera Sardegna, è stata manifestata dal capigruppo del Psd’Az, Angelo Carta; dal presidente della commissione Autonomia, Francesco Agus (Sel); dal capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni; da quello dell’Udc, Gianluigi Rubiu; del Pd, Pietro Cocco e dalla vice capigruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda che, nel corso dei rispettivi interventi e seppur con differenti sottolineature critiche, hanno confermato l’impegno di tutte le forze politiche presenti in Consiglio, a dare seguito alle richieste formulate dai primi cittadini della Sardegna.

L’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, in rappresentanza della Giunta (era presente anche l’assessore degli Enti Locali, Cristiano Erriu) ha quindi riaffermato la volontà di collaborazione dell’esecutivo regionale («non vogliamo e non possiamo essere la controparte dei sindaci») insieme con la disponibilità ad “discutere e lavorare insieme” per superare i problemi delle entrate finanziarie. «Dobbiamo tutti tener conto però – ha affermato il vice presidente della Regione – che esistono, per i Comuni come per la Regione, precisi vincoli di spesa per effetto della zavorra del debito pubblico italiano di cui tutti dobbiamo farci carico».

«Abbiamo mantenuto i livelli di stanziamento del fondo unico per gli Enti locali – ha aggiunto l’assessore – e sono quantificabili in circa due miliardi di euro gli interventi della Regione che vanno al sistema dei Comuni sardi (progetto @Iscola, biblioteche, musei, cantieri verdi e altri interventi simili) e invito, dunque, quanti affermano l’opportunità di  collegare gli stanziamenti del fondo unico con le entrate della Regione, a valutare il fatto che in tempi di crisi economica le entrate tributarie (in testa l’Irpef) si riducono e di conseguenza diminuirebbero anche gli stanziamenti ai Comuni.»

«La battaglia dei sindaci sui vincoli del bilancio armonizzato e per l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione – ha sottolineato Raffaele Paci – è la stessa che conduciamo come Regione sarda in sede di conferenza unificata delle Regioni, perché vogliamo anche noi il superamento dei troppo stringenti limiti di spesa imposti dallo Stato».

«L’assemblea di oggi segna il primo passo di un confronto e di una nuova collaborazione con gli Enti locali – ha concluso l’incontro tra la capigruppo e i sindaci, il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau – e saluto con favore gli impegni assunti per garantire maggiore efficienza al sistema regionale e per condurre insieme una battaglia comune con lo Stato e l’Europa per allentare i vincoli di spesa.»

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Alcune centinaia di persone, con in testa i sindaci di numerosi comuni di diverse aree della Sardegna, hanno risposto all’invito “della Rete Sarda – Sanità pubblica”, partecipando a Cagliari alla manifestazione di protesta contro il Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, a difesa dei piccoli ospedali e dei servizi sanitari delle zone interne. Al termine della manifestazione, una delegazione ha incontrato il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, al quale hanno esposto le ragioni della protesta.

Il gruppo consiliare di Sel (Daniele Cocco, Eugenio Lai, Luca Pizzuto, Francesco Agus) ha diffuso una nota, nella quale sostiene che «comprende le ragioni della protesta di amministratori locali e comunità delle zone interne per la razionalizzazione della rete ospedaliera. E’importante però sottolineare, anche in questa occasione, che la missione della maggioranza sia rivolta verso il rilancio delle aree più marginali della Sardegna, cominciando dalla salvaguardia dei diritti essenziali dei cittadini come quello alla salute».

«I piccoli ospedali ed i servizi ad essi collegati sono quindi un elemento imprescindibile della nostra azione politica – aggiungono i consiglieri regionali di SEL -. Riteniamo che questo debba essere il punto di partenza per gli interventi di razionalizzazione della rete, che devono certamente eliminare gli sprechi ma in un quadro di garanzie fondate sia sulla migliore accessibilità al sistema sanitario che sulla qualità delle prestazioni. L’azione politica di Sel sarà comunque diretta alla difesa delle periferie e dei piccoli ospedali ed alla tutela dei servizi nella zone più svantaggiate.»

«Occorre garantire nell’immediato la qualità e la sicurezza  dei servizi sanitari ai cittadini – ha detto da parte sua Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale -. Anche nel Sulcis Iglesiente ci aspetta una sfida decisiva, con l’impegno di preservare e rafforzare i presidi ospedalieri all’interno del distretto. Il rischio del nuovo disegno è il declassamento dei poli ospedalieri dell’interno, veri punti di riferimento nel territorio e con reparti che rappresentano l’eccellenza della sanità. Si pensi alle criticità del Cto di Iglesias e del Sirai di Carbonia, con il trasloco dei reparti ed il taglio dei servizi destinati ai pazienti. Una confusione che sta generando una battaglia di campanile assurda ed inconcepibile. Ci sono poi le situazioni relative agli ospedali di Isili e Sorgono. Non è certo questa la finalità della Asl unica – conclude Gianluigi Rubiu – E’ necessario preservare e salvaguardare i servizi sanitari sul territorio, scongiurando una razionalizzazione basata su tagli privi di logica e le sforbiciate delle prestazioni specialistiche.»

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Il neo consigliere regionale Alfonso Marras (Udc), subentrato a Gianni Tatti, decaduto dal 31 ottobre 2016 per effetto di una decisione giudiziaria. ha giurato nell’Aula di via Roma, a norma dell’articolo 23 dello Statuto speciale.

L’Aula è poi passata all’esame del Regolamento sul Registro regionale dei tumori. Il regolamento è stato illustrato dall’on. Raimondo Perra, presidente della commissione Sanità, secondo cui «non si può prescindere, per la prevenzione, della valutazione dell’incidenza e della tipologia dei tumori. Il registro è un archivio volto a raccogliere, per finalità di studio e di ricerca, tutti i dati relativi ai tumori nel rispetto delle norme sulla tutela delle persone».

Il relatore ha riferito che «lo schema di regolamento della Giunta, trasmesso al garante per la protezione dei dati personali, è stato poi esaminato in commissione Sanità che ha sostanzialmente condiviso il testo del proponente».

Per la discussione generale è intervenuto l’on.Emilio Usula (Rossomori), che ha detto: «Il registro è uno strumento indispensabile di conoscenza, di cui si potranno avvalere gli operatori sanitari ma ancora prima i decisori politici in ordine a tutte le scelte che possono avere conseguenze sulla salute, come le decisioni in materia di ambiente e di industria. Sarà un ottimo strumento di guida: a oggi esistono in Sardegna soltanto il registro di Sassari e quello di Nuoro, con una copertura pari al 43 per cento della popolazione regionale».

Per l’on. Luca Pizzuto (Sel) «oggi c’è da essere orgogliosi perché il Registro è un grande strumento di crescita della nostra isola. Con questa legge stiamo realmente facendo qualcosa di concreto verso di chi oggi vive problemi di salute ed è questo un modo per testimoniare a queste persone la nostra concreta vicinanza».

La Giunta ha espresso un parere favorevole con l’assessore Luigi Arru, che ha detto: «Il garante della privacy Antonello Soro ha detto con orgoglio che la Sardegna è la prima regione ad adottare il registro nel rispetto delle norme sulla tutela dei dati personali. E’ un motivo in più di orgoglio questo nostro regolamento che ha regole chiare, anche organizzative, e che terrà conto delle positive esperienze di Sassari e poi di Nuoro». L’assessore ha aggiunto: «Potremo finalmente monitorare i dati delle cartelle cliniche e incrociarli per studiare i fenomeni epidemiologici. I dati saranno raccolti su base aziendale».

L’Aula ha approvato gli articoli 1, 2, 3, 4. L’on. Lorenzo Cozzolino (Pd) ha presentato un emendamento e ha ricordato che «anche Cagliari ha inviato all’Osservatorio epidemiologico i suoi dati. Tutti i dati dovrebbero essere inviati a Sassari e poi da Sassari a Cagliari. Vorrei capire perché il coordinamento regionale del registro tumori non è all’Ospedale Oncologico di Cagliari. Dite con chiarezza se il coordinamento sarà a Cagliari o a Sassari».

L’assessore Arru ha detto in replica: «L’Oncologico di Cagliari sarà il punto di riferimento della rete oncologica sarda ma non possiamo non tenere conto che negli ’90 la Asl 1 di Sassari ha iniziato a occuparsi per prima del problema. La funzione di coordinamento sarà a Sassari ma non ci saranno problemi di dislocazione fisica perché l’informatica mette a disposizione i dati in tempo reale. Non verrà meno il ruolo dell’area sociosanitaria di Cagliari, con il suo 57 per cento della demografia e della casistica dei tumori sardi».

L’on. Lorenzo Cozzolino ha ritirato l’emendamento e l’articolo è stato approvato.

Così anche l’articolo 5 e poi il 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15 e l’allegato A. Il Regolamento che istituisce il Registro dei tumori è stato approvato in via definitiva.

L’Aula è quindi passata all’esame della mozione n. 267 presentata da tutti i capigruppo sulla paventata chiusura degli uffici postali nelle zone più disagiate della Sardegna a seguito del nuovo piano di privatizzazione e riassetto di Poste Italiane Spa.

Il primo firmatario, Daniele Cocco (Sel) ha illustrato il documento scaturito da un incontro con i sindacati in occasione della manifestazione di protesta tenuta nei giorni scorsi a Cagliari dai dipendenti di Poste Italiane. «Si va verso la privatizzazione della società con la cessione di un ulteriore 30% del pacchetto azionario – ha ricordato Cocco – la procedura potrebbe avere effetti devastanti per la Sardegna con decine di posti di lavoro a rischio e la probabile chiusura di molti uffici postali nei piccoli paesi dell’Isola».

Il documento impegna la Giunta a intervenire con urgenza nei confronti del Governo: «La maggioranza ha sottoscritto un progetto per il rilancio delle zone interne, la Giunta ha presentato un Master Plan per i comuni minori – ha affermato Cocco – le Poste in alcuni centri hanno la stessa importanza degli uffici comunali e delle stazioni dei carabinieri. La procedura di privatizzazione non deve andare avanti, porterebbe ulteriori criticità alla Sardegna, siamo certi che il Presidente Pigliaru interverrà perché venga scongiurato questo rischio».

Antonio Solinas (Pd) ha ricordato che da tempo di sparla di adottare misure finalizzate a bloccare, o almeno attenuare, il fenomeno dello spopolamento delle zone interne. «Giunta e maggioranza, ma credo anche l’opposizione, vogliono dedicare la seconda parte della legislatura al problema dello spopolamento dei piccoli comuni – ha detto Solinas – credo che sia importante che il Consiglio nella sua interezza chieda al Governo nazionale, vista la particolarità orografica della Sardegna, di evitare i tagli ipotizzati da Poste Italiane». Secondo Solinas, gli sforzi della Regione a favore dei piccoli comuni rischiano dei essere vanificati dalla cancellazione di servizi importanti per i cittadini. «La scorsa settimana ad Aritzo abbiamo discusso di zone interne – ha detto il consigliere di maggioranza – il sindaco di quel paese ci ha ricordato che è inutile parlare di lotta allo spopolamento se poi vengono a mancare servizi come la scuola e i trasporti. Sono convinto che i giovani possano continuare a vivere nei piccoli comuni ma servono servizi essenziali per garantire a tutti un vivere dignitoso, tra questi servizi ci sono quelli svolti da Poste Italiane». Solinas ha quindi concluso il suo intervento chiedendo che eventuali provvedimenti di razionalizzazione vengano preventivamente discussi e concordati con la Giunta regionale.

Anche per Gigi Ruggeri (Pd) questa vicenda non può trovare la Sardegna come spettatore passivo. «Non va trascurato che siamo di fronte alla più importante azienda in Sardegna in termini di capitale umano e di presenza nei piccoli centri – ha detto Ruggeri – noi siamo attenti ai processi di razionalizzazione dei servizi, a questo miravano le riforme della sanità e il dimensionamento della rete scolastica. In questo caso non si parla di razionalizzare per offrire un servizio migliore ma si ragiona secondo logiche economiche. Siamo in presenza di un rischio grosso. Le Poste nei piccoli paesi hanno una funzione centrale di riferimento, non hanno solo una declinazione economica ma anche sociale. Nei piccoli comuni i servizi devono avere la stessa qualità garantita nei centri maggiori».

L’esponente del Pd ha poi invitato la Giunta a far valere le prerogative contenute nello Statuto: «La Provincia di Bolzano ha ottenuto da Poste Italiane un particolare trattamento per i propri comuni. C’è bisogno di una evidente mobilitazione da parte della Giunta. Il nostro territorio non è come quello di Roma o Milano».

Giudizio condiviso da Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori. «Non capisco se la controparte siano le Poste o il governo centrale – ha esordito Dedoni – è ora di finirla di parlare dei problemi della Sardegna bisogna risolverli alla fonte. La questione riguarda molti lavoratori che da domani potrebbero essere espulsi dal mercato del lavoro ma riguarda anche un importante servizio che potrebbe mancare nei piccoli centri. Il piano di razionalizzazione di Poste Italiane deve tener conto dell’orografia della Sardegna, della sua viabilità e del problema dei trasporti. Già oggi in alcuni centri gli uffici postali aprono per due giorni alla settimana, sembra di essere nel Far West. E’ ora di dire basta».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha ricordato che si parla di un’operazione finanziaria multiforme che modifica gli assetti societari di Poste Italiane. «C’è da preoccuparsi sugli effetti diretti e indiretti dell’operazione – ha sottolineato Congiu – . La Cassa Depositi e Prestiti continuerà ad assolvere il suo compito originario di assistenza degli enti locali o diventerà un soggetto con un ruolo importante nel sistema della finanza pubblica italiana? Il presidente Francesco Pigliaru ponga il tema della tenuta finanziaria della Cassa e del suo ruolo. Occorrono rassicurazioni sul fatto che non cambi la sua mission».

Per Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc, le Poste sono un simbolo della presenza dello Stato italiano nell’Isola. «La società ha un fatturato di 30 miliardi di euro con utili di 500 milioni – ha ricordato Rubiu – in Sardegna ha 3500 dipendenti. Il Consiglio ha il potere di condizionare il Governo chiedendo che Cassa Depositi e Prestiti mantenga solo il 35% della quota azionaria. E’ necessario l’impegno del presidente affinché il contenzioso venga risolto. Non ci si può permettere di perdere un servizio così importante per i cittadini sardi. Siamo  con i lavoratori».

Pietro Cocco, capogruppo del Pd, ha detto di condividere le preoccupazioni per la situazione di Poste Italiane in Sardegna. «Abbiamo presentato in passato un’interrogazione sulla vicenda – ha ricordato Cocco – il tema dello spopolamento delle piccole comunità è un tema ricorrente su cui concentrare la nostra attenzione. Questa è una risposta che può scontrarsi con le logiche economiche ma è un tema decisivo per il futuro delle comunità che sono il cuore e l’anima dell’Isola».

Secondo Cocco, quella del Consiglio non è una battaglia di retroguardia: «Siamo pronti alla sfida della globalizzazione, ma questa talvolta non coincide con la necessità di salvaguardare le proprie comunità – ha detto il capogruppo del Pd – occorre valorizzare la nostra autonomia, bisogna avere la capacità di scrivere regole nuove per tutelare i nostri diritti. Saremo vigili e metteremo in piedi tutte le iniziative necessarie e i nostri buoni uffici nei confronti del governo nazionale».

Per Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia, le Poste italiane hanno rappresentato un presidio pubblico nell’interesse della collettività e hanno esercitato un ruolo sostitutivo degli istituti di credito in alcuni piccoli centri per la raccolta del denaro e per i servizi agli anziani. La responsabilità della vicenda deve però essere chiara: «Se non si dà nome e cognome a chi sta mettendo in piedi questa operazione si rischia di abbaiare alla luna – ha detto Pittalis – non si può tollerare il silenzio della Giunta di fronte allo smantellamento di servizi importanti. Pigliaru non deve aspettare una mozione o un ordine del giorno del Consiglio. La Giunta deve esercitare le prerogative che lo Statuto le attribuisce pretendendo di essere sentita dal Consiglio dei Ministri, non dobbiamo chiedere nulla ma far valere i nostri diritti. La mozione è importante, da sola però non è sufficiente se non c’è una presa di coscienza da parte della Giunta».

Pietro Pittalis ha poi ribadito che il collocamento del restante 30% di azioni di Poste Italiane è stato deciso dal Governo italiano. «Se è in atto un processo di privatizzazione questo può essere accompagnato da direttive nazionali che tengano conto della specificità della Sardegna. Non parliamo di razionalizzazione ma di smantellamento di servizi. La Giunta faccia pressione sul governo Renzi».

A nome della Giunta, l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha recepito le preoccupazioni espresse dal Consiglio sottolineando che «sono anche quelle della Giunta ed assicurando il massimo impegno dell’Esecutivo regionale e del presidente Pigliaru». «Piuttosto – ha osservato – la mozione non deve essere considerata contro il governo Renzi o contro la privatizzazione di Poste Italiane, perché allora sarebbe inutile chiedere la riduzione delle tasse o misure più incisive per sostenere il rilancio dell’economia; è vero invece che il processo di razionalizzazione di una grande azienda come Poste Italiane non può avere le stesse connotazioni in una Regione a bassissima densità di popolazione come la Sardegna ed è evidente che ci deve essere riconosciuta quella peculiarità che le stesse Poste hanno rappresentato come presidio sociale e bancario». «Il nostro impegno – ha proseguito Paci – è continuare il dialogo fra istituzioni ciascuna con la propria autonomia, superando la politica dei ricorsi che non ha prodotto risultati; con la nostra azione, al contrario, abbiamo dimostrato a partire dal problema delle entrate che siamo sulla strada giusta». Quanto alle aree interne – ha concluso – va ricordato che la Sardegna è pienamente inserita nella strategia nazionale per le aree interne con le zone dell’Alta Marmilla e del Mandrolisai, una strategia che mette al centro proprio il mantenimento ed il potenziamento dei servizi di pubblica utilità come sanità, trasporti ed istruzione».

Per dichiarazione di voto il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha valutato positivamente che «il Consiglio abbia manifestato una forte coesione anche se il punto dolente di questo momento unitario è quello dell’assessore Paci che ha fatto un pistolotto giustificazionista nei confronti di Renzi ma le cose non stanno così perché le responsabilità devono emergere e deve essere riconosciuto che chi governa ha la piena responsabilità dell’arretramento dello Stato in Sardegna». «La soppressione di tribunali, uffici del giudice di pace, scuole e perfino della motorizzazione civile – ha concluso Tedde – sono scelte che in un’Isola come la nostra hanno effetti devastanti, soprattutto perché nel caso specifico delle Poste si stanno mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro, ecco perché il presidente Pigliaru deve alzare la voce nei confronti dell’azienda ma anche di Renzi».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco, primo firmatario della mozione, ha ricordato che «non capita troppe volte che il Consiglio regionale si trovi unito sulle stesse posizioni e, in particolare, su una mozione con un contenuto molto chiaro e concreto». «Nella nostra Regione – ha aggiunto – ci sono 400.000 cittadini che vivono sotto la soglia di povertà e quindi non ci possiamo permettere non di perdere ma nemmeno di mettere a rischio un solo posto di lavoro; piuttosto deve essere riconosciuta la specificità della nostra Regione e su questo non abbiamo dubbi sull’impegno della Giunta».

Il consigliere Angelo Carta, sardista, ha annunciato il voto favorevole esprimendo però alcune perplessità, a cominciare da «alcuni precedenti come quello di Tossilo in cui la volontà dell’Aula è stata ignorata». «Si parla tanto di zone interne – ha lamentato Carta – ma poi non ci preoccupiamo quando si chiudono le scuole, una decisione che non ha preso il Governo Renzi ma la Regione, ultima di una serie di inadempienze che ci metterebbero in difficoltà nel caso di un confronto serrato con lo Stato».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd), favorevole, ha messo però l’accento sul fatto che «lo spirito della mozione è quello di unire le forze politiche in una azione forte nei confronti di Poste italiane, un obiettivo che non può essere offuscato da accuse strumentali contro il Governo Renzi, con cui si dimentica troppo in fretta che i processi di razionalizzazione del sistema pubblico hanno attraversato centro destra e centro sinistra e non si possono concentrare le accuse su una sola parte». «Sulle scuole – ha detto infine – non è vero che le ha chiuse la Regione ma ha dato seguito agli indirizzi del Governo; resto peraltro convinto che le pluriclassi debbano essere chiuse mentre invece è necessario potenziare i collegamenti fra i diversi centri».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente Gianfranco Ganau ha messo in votazione la mozione che il Consiglio ha approvato con 47 voti. Successivamente ha tolto la seduta aggiornando i lavori dell’Aula a domani alle 16.00, mentre per le 15.30 è stata convocata la conferenza dei capigruppo. Per le 12.00 infine è prevista la riunione della commissione Autonomia.

 

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Silvio Lai 1

«L’impegno della Giunta per la ricapitalizzazione totale della Sogeaal utilizzando la novità del decreto Madia è un fatto positivo e concorre ad una strategia di salvataggio dell’aeroporto di Alghero. A questo proposito occorre valutare anche la possibilità di supportare le politiche di sostegno alle compagnie low-cost correlate.»

Lo ha detto il senatore del PD Silvio Lai a margine della riunione con i sindaci e i consiglieri regionali convocata stamane negli uffici di Sassari della Regione con il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau.

«Occorre tuttavia essere consapevoli che, con la norma Madia, si sta percorrendo una strada inesplorata e non certa anche sul piano dei tempi, i quali che devono essere compatibili con il codice civile e la responsabilità di chi deve apporre le firme. Per questo è necessario mantenere come via maestra quella della privatizzazione, l’unica certa e conosciuta sul piano giuridico, compatibile con i tempi a disposizione. Tutto il territorio – ha concluso Silvio Lai – è unito e consapevole che solo un’ampia e leale collaborazione tra i livelli istituzionali può consentire di raggiungere il risultato che tutti auspichiamo.»