Il Consiglio regionale ha approvato le norme di attuazione dello Statuto per la tutela della lingua sarda.
Il Consiglio regionale ha approvato questo pomeriggio le norme di attuazione dello Statuto per la tutela della lingua sarda e la proposta di legge per la realizzazione di campagne pubblicitarie degli attrattori e dei prodotti della Sardegna attraverso le società sportive.
La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau, il quale ha comunicato l’adesione del consigliere Alessandro Collu al gruppo di Soberania e Indipendentzia e del consigliere Edoardo Tocco al gruppo di Forza Italia Sardegna.
Il presidente ha poi aperto la discussione sul primo punto all’ordine del giorno: lo “Schema di norme di attuazione n. 3/XV/A. Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione Sardegna per il trasferimento delle funzioni in materia di tutela della lingua e della cultura delle minoranze linguistiche storiche nella Regione”.
Il testo approvato dalla Prima commissione, con il parere favorevole della Seconda, prevede che lo Stato trasferisca alla Regione le funzioni in materia di tutela della lingua e della cultura delle minoranze sarde e catalane, in modo da avere autonomia legislativa, pur nel rispetto delle norme nazionali generali.
Un provvedimento importante ha affermato il relatore, Roberto Deriu (Pd), che deve far gioire il Consiglio, vista l’importanza di un tema così centrale per la Sardegna. Con l’articolo 4, ha spiegato il relatore, viene liberato il legislatore da ogni vincolo per poter attuare l’articolo 3: inserire l’uso della lingua sarda negli uffici e presso il giudice di pace, la distribuzione dei finanziamenti, ma anche l’utilizzo della lingua della minoranza nella scuola dell’infanzia, scuole primarie e secondarie di primo grado. Per Deriu è importante che la Sardegna attui appieno lo Statuto speciale.
Per Marco Tedde (Fi) è un giorno parzialmente felice, perché secondo il consigliere la Giunta Pigliaru ha avuto una battuta d’arresto, dopo il duro lavoro portato avanti negli ultimi 10 anni per la tutela e la valorizzazione della lingua sarda, ma anche del tabarchino, del catalano di Alghero e del gallurese. Battuta d’arresto che si è manifestata nell’incapacità della maggioranza di tutelare le minoranze linguistiche sarde e che ha visto la bocciatura dell’emendamento dell’on. Luciano Uras (Sel) in Senato che prevedeva l’inserimento della lingua sarda nelle trasmissioni della Rai.
Tedde ha affermato che avrebbe preferito che negli articoli 3 e 5 fosse stata fatta una distinzione tra il sardo e il catalano algherese.
Per Paolo Zedda (Soberania e Indipendentzia) «è nostro dovere votare a favore dello schema di attuazione». Secondo Zedda, che ha svolto tutto il suo intervento in sardo, sono fondamentali gli articoli 3 e 4 perché consentiranno alla Regione di avere l’autorità e la capacità di legiferare per tutelare appieno la cultura e la lingua sarda. Per il consigliere è molto importante l’insegnamento del sardo nelle scuole e lo stanziamento delle risorse. Ma la strada è ancora lunga, ha affermato, riferendosi a quanto accaduto in Senato con la bocciatura dell’emendamento dell’on. Uras. «Un fatto grave, gravissimo», ha detto, ricordando che il Consiglio regionale aveva espresso chiaramente la sua volontà con l’approvazione dell’ordine del giorno 36 (Paolo Zedda e più), il 10 marzo scorso, che chiedeva al Parlamento «di garantire un’effettiva salvaguardia delle lingua sarda e del catalano di Alghero prevedendo, all’interno della Carta, un innalzamento del livello di tutela in particolare nei settori dell’insegnamento e dell’informazione; di procedere con ogni consentita urgenza a completare l’iter parlamentare per la ratifica da parte dell’Italia della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie».
Per Angelo Carta (Psd’Az) «la bocciatura dell’emendamento presentato dall’on. Uras in Senato è la bocciatura della possibilità di parlare con la lingua dei nostri padri». Il consigliere sardista ha confermato la volontà di approvare l’ordine del giorno sullo schema di attuazione, ma ha affermato che non si può parlare di testo unitario perché è stato sottoscritto solo da alcuni partiti. Carta avrebbe preferito che venisse inserito nel testo il rammarico per quanto accaduto in Senato e ha auspicato che il presidente Pigliaru difenda la Sardegna davanti al premier Renzi.
Il presidente Ganau ha poi dato la parola all’assessore della Cultura, Claudia Firino. Per la prima volta, ha affermato l’esponente della Giunta, la regione sarda può disciplinare la tutela e la valorizzazione della cultura e della lingua sarda attraverso una politica linguistica che coinvolga, soprattutto, le nuove generazioni. Anche per Firino questo è un giorno felice perché si è raggiunto un risultato importante ricercato e perseguito da tanto tempo. L’assessore ha poi condiviso la gravità della bocciatura da parte del Senato dell’emendamento che inseriva la lingua sarda nelle trasmissioni regionali Rai e ha annunciato dure prese di posizione nei confronti del Governo.
Il presidente Ganau ha poi annunciato all’Aula che è pervenuto un ordine del giorno (Agus e più) che esprime parere favorevole sullo schema di norme di attuazione dello Statuto speciale per il trasferimento delle funzioni in materia di tutela delle lingua e della cultura sarda. I consiglieri sardisti Solinas e Carta hanno chiesto una piccola sospensione dei lavori per valutare se ci fossero le condizioni per arrivare a un ordine del giorno unitario.
Il presidente ha accolto la richiesta e sospeso i lavori per cinque minuti.
Alla ripresa dei lavori, il presidente ha annunciato la presentazione di un altro ordine del giorno, firmato dai consiglieri sardisti Angelo Carta, Christian Solinas e Marcello Orrù che «impegna la Giunta ad attivarsi con i parlamentari sardi per modificare alla Camera il testo approvato in Senato».
Il presidente ha messo in votazione il primo testo (Agus e più) che è stato approvato con 39 voti favorevoli e due voti contrari.
Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame di un altro punto dell’ordine del giorno, la proposta di legge n.237/A, che ha come primo firmatario il consigliere Roberto Desini (Sdl) ma è stata sottoscritta da altri consiglieri di maggioranza ed opposizione, relativa alla “Realizzazione di campagne pubblicitarie degli attrattori e dei prodotti della Sardegna”.
Il presidente ha quindi dato la parola al relatore, il consigliere di Sdl Roberto Desini. Nel suo intervento Desini ha affermato che «con il provvedimento si intende fare chiarezza in un contesto caratterizzato dal confine molto sottile fra sponsorizzazioni e sostegno alle società sportive; scopo della legge quindi è consentire alla Regione di avviare campagne pubblicitarie attraverso società sportive professionistiche, ottimo veicolo di una comunicazione articolata che non si limita alla citazione di un brand ma si estende ad una serie di attività collaterali». «Si tratta di una legge semplice e snella che fra l’altro – ha concluso Desini – assegna alla Giunta il compito di definire le modalità concrete ed i criteri di attuazione della stessa legge e prevede, per il 2015, un investimento di oltre 2 milioni di euro».
Il consigliere Mario Floris ha detto che la proposta appare rivolta ai soggetti più capaci di attrarre attenzione ed investimenti ma, in realtà, «consiste in un provvedimento tappabuchi che sana solo in parte una situazione che era sfuggita di mano; sarebbe invece necessaria una riflessione più ampia sul turismo sardo ed una visione strategica del settore». Se l’obiettivo qualificante della legge, ha sostenuto ancora Floris, «è quello di destagionalizzare i flussi turistici è condivisibile ma occorre spingersi più avanti se si vuole guardare alla Sardegna del futuro, ad una Sardegna in grado di proporsi per tutto l’anno con natura arte e tradizioni uniche al mondo; la pubblicità, sotto questo profilo, è una sorta di campo minato, un terreno da azzeccagarbugli, perché il convitato di pietra è la capacità della Regione di essere se stessa ed attrarre flussi turistici ed investimenti». In questi anni, a giudizio di Floris, «la Regione ha perso smalto ed il riordino degli enti di settore si è rivelato deludente, perché si è cancellato tutto (compresa l’agenzia Sardegna promozione) accorpando ogni competenza sull’assessorato con risultati molto scadenti e velleitari rispetto alle ambizioni». Nel merito, ha concluso il consigliere, «la proposta è insufficiente rispetto alle progettualità che avrebbe dovuto esprimere».
Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha sostenuto che la condivisione della proposta da parte del gruppo di Forza Italia «nasce dalla necessità di promuovere la Sardegna attraverso le società sportive professionistiche, in particolare il Cagliari calcio e la Dinamo Sassari; si tratta di una iniziativa meritoria e tuttavia abbiamo formulato con due emendamenti alcune proposte a favore dello sport e degli atleti sardi che primeggiano nelle varie discipline come il velista Andrea Mura, anche per ovviare alle lacune della legge 17».
Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi), ha dichiarato che «quello della legge è un intento nobilissimo che mette in luce il ruolo delle società sportive professionistiche ma in realtà non è cosa molto diversa dalle campagne di co-marketing svolte in precedenza, anzi è una specie di auto-goal perché preleva risorse dal sistema turistico già abbondantemente saccheggiato, visto che non è stato emanato un bando degno di nota, e si ripete la commistione con l’assessorato allo sport che ha compiti completamente diversi». «Il problema dell’attrattività della Sardegna come sistema – ha aggiunto Crisponi – è un problema enorme che non si può risolvere con uno stanziamento così esiguo e limitato, con una leggina che in realtà è sotto-dimensionata se vuole dare una risposta forte all’esigenza di richiamare nuovi flussi turistici nazionali ed internazionali verso la Sardegna». «Se vogliamo rilanciare l’economia regionale – ha proseguito Crisponi – non possiamo trascurare il turismo che sta dando oltretutto buoni risultati ma dobbiamo farlo con strumenti e risorse adeguate».
Il consigliere Luigi Ruggeri (Pd) ha espresso chiaramente il suo parere contrario alla legge, «una legge sostanzialmente inutile che aggiunge surretiziamente risorse all’assessorato al turismo che già dispone di fondi per interventi istituzionali, non ultimo l’abbinamento della Dinamo Sassari con i Giganti di Mont’Prama». Sarebbe stato meglio, a suo avviso, «lasciare inalterato lo spazio esistente presso l’assessorato per interventi specifici su singoli obiettivi, mentre va detto anche che per quanto riguarda la distinzione fra sponsorizzazione e comunicazione pubblicitaria il problema esiste ma non basta una legge regionale a risolverlo; anzi, con la legge si alimenteranno nuovi equivoci non molto diversi da quelli registrati con Sardegna Promozione, senza dimenticare che, sotto un altro aspetto, si introducono nuove spese obbligate che non appaiono in linea con una corretta politica di intervento pubblico nello sport». «Non è nemmeno etico – ha continuato Ruggeri – spendere risorse pubbliche per comporre il budget della società sportive o pagare parte degli ingaggi degli atleti; era ed è giusto intervenire ma con strumenti del tutto diversi».
Ha quindi preso la parola il consigliere di Forza Italia Marco Tedde che ha rimarcato la ratio della norma: sostenere le attività sportive che contribuiscono a diffondere l’immagine della Sardegna in Italia e all’estero. «Abbiamo ben presente la differenza tra sponsorizzazione e pubblicità – ha detto Tedde – qui si parla di soggetti che sono in grado di calamitare l’attenzione del mondo nei confronti dell’Isola che ha una grande necessità di essere promossa. Molti non conoscono ancora la Sardegna ma solo la Costa Smeralda, se questo è vero non ci possiamo dimenticare delle squadre che partecipano a campionati nazionali e contribuiscono a promuovere gli attrattori e i prodotti dell’Isola».
Il consigliere azzurro ha poi annunciato il voto favorevole all’emendamento presentato da alcuni esponenti di Forza Italia (primo firmatario Ignazio Locci) con il quale si propone di finanziare anche atleti e squadre che, pur non svolgendo attività professionistica, partecipano a campionati e manifestazioni di rilevanza nazionale e internazionale.
Forti perplessità sull’impianto della proposta di legge ha espresso Christian Solinas (Psd’Az). «Ho votato contro la copertura finanziaria di questa legge in Commissione. Anziché affrontare le emergenze e risolvere i nodi della crisi della Sardegna ci intratteniamo in argomenti di scarsa rilevanza – ha affermato Solinas – qui si stanziano 2,1 milioni di euro senza conoscere la reale situazione di cassa della Regione».
Il consigliere sardista ha poi ricordato la drammatica situazione del bilancio della Sanita, con circa 350 milioni di deficit, e la possibilità «che a settembre non si riesca a sostenere le spese ordinarie». Al termine del suo intervento, Solinas ha invitato l’Aula a interrompere la discussione del provvedimento: « Forse – ha concluso l’esponente dei Quattro Mori – sarebbe meglio impegnare il nostro tempo ad esaminare il consuntivo della Regione e a delineare una prospettiva di sviluppo per la Sardegna».
Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha rimarcato la necessità di restituire dignità alle politiche per il turismo e al ruolo dell’assessorato competente. «L’industria delle vacanze ci permette di attenuare gli effetti devastanti della crisi che ha colpito la nostra Isola – ha detto Carta – l’assessorato al Turismo ha sempre svolto un’azione di supporto fondamentale. Nel disegno di legge non basta parlare di attrattori per nascondere il fatto che stiamo sminuendo il ruolo dell’assessorato al Turismo, ormai ridotto a un mero esecutore di ordini».
Il capogruppo sardista ha infine auspicato la bocciatura del provvedimento: «Non si può dire all’assessorato al Turismo come deve utilizzare le risorse per poi sottrargli 3,7 milioni di euro dal settore dell’artigianato per trasferirli al trasporto locale. La proposta di legge va cassata ed eliminata dalla discussione»
Gianluigi Rubiu, capogruppo di Area Popolare Sarda ha aperto il suo intervento annunciando il voto contrario al provvedimento. «Stiamo snaturando il ruolo dell’assessorato al Turismo – ha detto Rubiu – si vuole dare denaro a chi ha già denaro, in legge per correttezza si dovrebbero indicare anche i nomi delle società professionistiche a cui andranno le risorse».
Secondo l’esponente dell’opposizione «lo sport va sostenuto ma non si può pensare solo alle società professionistiche. Ci sono atleti e squadre che hanno necessità di denaro e vengono sistematicamente ignorate. Avete idea di quanto costa una trasferta a una squadra non professionistica – ha affermato Rubiu – la maggior parte vive grazie all’autofinanziamento delle famiglie e dei sostenitori. Con questa legge si regalano due milioni di euro, non c’è rispetto per i ragazzi che portano il nome della Sardegna nel mondo. Occorre cassare il termine “professionistiche” e aprire a tutti la possibilità di accedere ai finanziamenti».
Il presidente Ganau ha quindi dato la parola all’assessore al Turismo Francesco Morandi per la replica.
L’esponente della Giunta ha difeso la proposta di legge e invitato l’Aula ad esprimere un voto favorevole. «Si tratta di una proposta interessante – ha sottolineato Morandi – già nel titolo sono chiari gli obiettivi. Vogliamo utilizzare alcuni canali privilegiati per promuovere i prodotti e le bellezze della Sardegna così come fanno altre regioni italiane».
Nessun rischio, secondo l’assessore, di sostenere finanziariamente società professionistiche. «Si tratta di pubblicità – ha affermato Morandi – in legge vengono definiti con chiarezza mezzi, strumenti e tempi delle procedure. Non c’è sostegno alle società ma si parla solo di pubblicità attraverso soggetti con un’elevata potenzialità di diffusione del messaggio promozionale, in grado di raggiungere un pubblico ampio e diversificato».
Al termine del suo intervento, Morandi ha assicurato che «l’assessorato non verrà privato della possibilità di definire gli strumenti per la promozione turistica».
Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato dall’Aula. Si è quindi passati all’esame dell’articolo 1 e dell’unico emendamento presentato alla legge.
Non essendoci iscritti a parlare, il presidente ha posto in votazione il primo articolo che ha ottenuto il via libera dal Consiglio.
L’Aula è poi passata all’esame dell’emendamento. Il primo firmatario, Ignazio Locci (Forza Italia), ha chiarito l’obiettivo della sua proposta: sostenere atleti non professionisti che partecipano a manifestazioni sportive di grande rilevanza internazionale come il velista Andrea Mura che viene escluso da questa norma.
Edoardo Tocco (Forza Italia), firmatario della proposta di legge, ha espresso un giudizio positivo sull’emendamento «che consente di inserire società non professionistiche in senso stretto ma che hanno un ruolo fondamentale nei campionati nazionali. Non sono tantissime, si tratta di trovare la formula giusta per consentire a queste società di continuare ad operare».
Favorevole all’emendamento anche il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta. «Una sua approvazione mitigherebbe gli effetti negativi della legge – ha detto Carta – prevedere un sostegno anche agli atleti non professionisti eviterebbe una destinazione specifica della legge, sarebbe un buon segnale da parte del Consiglio».
Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi ha ricordato che, senza una correzione, dai benefici della legge sarebbero esclusi campioni come il velista Gaetano Mura e il pugile Alessandro Goddi, entrambi vincitori di numerose manifestazioni nazionali e internazionali. «Si tratta di personaggi che da anni portano in giro nel mondo una bella immagine della Sardegna. A questi atleti orgogliosi occorre dare il sostegno della Regione. Basta un semplice sì all’emendamento».
Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento che è stato bocciato con 27 voti contrari e 18 a favore.
Subito dopo il voto, il consigliere Ignazio Locci ha annunciato il ritiro della sua firma dalla proposta di legge.
Si è poi passati alla votazione dell’articolo 2 per il quale il capogruppo di Area Popolare Sarda Gianluigi Rubiu ha chiesto il voto a scrutinio segreto. La norma è stata approvata con 24 sì e 21 no.
Via libera anche all’articolo 3 (a scrutinio palese), mentre per la votazione al testo finale della legge è stato richiesto ancora una volta lo scrutinio segreto. Questo l’esito del voto: votanti 45, favorevoli 24, contrari 21.
Al termine della votazione è stata convocata la conferenza dei Capigruppo.Alla ripresa dei lavori, il presidente Ganau ha dichiarato chiusa la seduta e aggiornato i lavori a domani alle 10.30.