22 November, 2024
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Gli ex lavoratori ex Ati-Ifras sono scesi dal Duomo di Sassari e stamane si sono recati in miniera ad Olmedo dai minatori. Si unificano così le vertenze di un terrirorio martoriato dalla crisi.

Ci sono uomini che non si rassegnano e dall’oscuro silenzio della miniera continuano a lottare a 180 metri di profondità dalle viscere della terra.

Chiedono ciò che dovrebbe essere un diritto: «Che venga loro restituito l’orgoglio della  professione, la “dignità” di un lavoro».

E non come gentile concessione, ma come “diritto” costituzionale.

La speranza che si trovasse una soluzione si è trasformata in delusione per non avere ancor oggi ottenuto delle risposte, la pazienza lentamente si affievolisce.

I minatori si alternano dal sottosuolo a turni di quattro, ma non e’ salendo in superficie che si stà meglio.

I pensieri sono gli stessi, i problemi comuni: «Manca lo stipendio e gli ammortizzatori sociali son scaduti a luglio grida il più giovane», la precarietà a cui sono costretti rende il futuro pieno di incognite ed incertezze, le esigenze primarie delle famiglie non ammettono le tempistiche di una politica che rimanda le soluzioni di settimana in settimana che unite fanno due anni e mezzo.

Al presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru, viene loro da fare una sola domanda: «Come facciamo a sopravvivere?»

Tra le tante cose di cui si sta occupando, e siamo onesti, alcune con temi di minor valore, possibile che non si abbia avuto da lui un segnale? E’ possibile che una situazione riguardante il bene comune di un diritto fondamentale sia passata così inosservata? 

I segretari generali della Filtcem Cgil Femca Cisl e Ugl Chimici Gianfranco Murtinu, Luca Velluto e Simone Testoni che affiancano dal primo giorno i minatori nelle loro rivendicazioni e che ne ascoltano il grido di dolore e lo rilanciano categoricamente, sperano ancora in una politica che curi l’interesse delle persone in maniera responsabile, prudente ed imperativa. Esigono correttezza ed impegno alla stessa stregua degli altri minatori sardi, perché sentono che la pazienza sta finendo e sanno che nessuno lascerà la miniera sino a quando non si otterrà un risultato che può essere solo uno: il LAVORO.

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I minatori della miniera di bauxite di Olmedo hanno raggiunto in cima al duomo di Sassari gli operai del Geoparco che occupano il tetto di San Nicola da cinque giorni.

L’incontro fra i due presìdi di protesta unisce due vertenze fondamentali per il territorio: le tute arancioni di Olmedo da oltre un mese stanno occupando la miniera per chiedere che la Regione Sardegna trovi una soluzione alla lunga agonia del giacimento di bauxite.

Mentre i lavoratori ex Ati-Ifras, fino al 31 dicembre scorso impiegati come manutentori nei vari siti del parco geominerario, aspettano che il piano di ricollocamento proposto dalla Regione tre giorni fa diventi operativo, e chiedono che non lasci fuori nemmeno una persona delle 520 parcheggiate in disoccupazione da nove mesi.

La delegazione di minatori guidata dai segretari generali della Filtcem Cgil Femca Cisl e Ugl Chimici, Gianfranco Murtinu, Luca Velluto e Simone Testoni, ha portato la solidarietà e pieno sostegno agli uomini dell’ex Ati-Ifras sul Duomo di Sassari. 

La promessa degli ex lavoratori Ati-Ifras è stata: «Presto verremo in miniera, ed assieme, se non ci saranno risoluzioni positive uniremo le forze per farci sentire in maniera univoca».

Successivamente, insieme ai loro rappresentanti sindacali i minatori, hanno incontrato il prefetto di Sassari, Giuseppe Marani, a cui hanno riferito sulla situazione nel sito minerario e della loro condizione attuale. Il dottor Marani, ha ascoltato con attenzione quanto riportato dai rappresentanti sindacali, dimostrando di conoscere la situazione e acquisendo dettagli utili per monitorare il proseguo della vertenza, dichiarando la propria disponibilità a dialogare con le istituzioni preposte con il fine di individuare, al più presto, una soluzione positiva per i minatori ed il giacimento di Olmedo.

    

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Tutti i minatori hanno occupato la miniera di Olmedo e gli uffici, e chiedono l’allontanamento della società greca Elmin.

«Dal mese di maggio 2015 abbiamo assistito al valzer della cessione della miniera, alla sua inattività, al suo abbandono – si legge in una nota sindacale diffusa dopo l’assemblea dei minatori -. Nel frattempo abbiamo ascoltato sistematicamente le varie promesse disattese, le dichiarazioni di soluzioni imminenti, le risposte concrete e reali a salvaguardia di chi per quella miniera ha sempre lavorato: i minatori che fuori dalle logiche delle azioni strategiche pagano le conseguenze di un disinteresse politico. Se non possiamo accusare questa Giunta dell’inefficienza gestionale della S&B Industrials Minerals, possiamo però chiedere conto di come si sia potuti arrivare a questo punto, della mancanza di monitoraggio su una situazione cosi’ incerta già dal suo inizio.»

I lavoratori accusano il presidente della Regione Francesco Pigliaru e la sua Giunta di scarsa considerazione per il comparto e di non essersi nemmeno resi conto dell’importanza che la miniera di bauxite ha per il nostro territorio regionale e nazionale e del fatto che, investendoci, potrebbe essere un settore di risposta strategico non solo alle attuali tensioni che si registrano sul mercato del lavoro. E ancora di aver dimenticato la sua unicità in Italia in una regione come la Sardegna che ha una grande storia mineraria.

«Ci siamo ripresi ciò che ci appartiene la miniera, TUTTI DENTRO è la parola d’ordine, categorica, imperativa per tutti.»

«Siamo stati all’incontro di ieri con l’assessore regionale Maria Grazia Piras, non da spettatori, e con rammarico, rabbia, frustazione abbiamo ascoltato le parole dell’assessore – si legge ancora nella nota –, forse non ci ha capiti, eravamo li non per discutere di sviluppo ma di sopravvivenza, la politica non ha colto il dramma, il gesto odierno di ESPROPRIO sindacale è AUTOGESTIONE dei minatori è inequivocabile, lottiamo per la soppravvivenza dei nostri minatori e le loro famiglie, e di tutto un territorio che rivendica il sacrosanto diritto al lavoro ed autodeterminazione.

Le segreterie di Filctem Cgil, Femca Cisl e Ugl Chimici con a capo i segretari Territoriali Gianfranco Murtinu, Luca Velluto e Simone Testoni, sono e saranno al fianco dei lavoratori per fare la nostra parte e mostrare per l’ennesima volta che siamo in grado di dare più di quello che abbiamo ottenutoPerché il momento è delicato e non possiamo permetterci di puntare il dito solo su quello che non si è fatto o su ciò che è stato fatto male.»

«Da parte nostra – conclude la nota scaturita dall’assemblea – vi è la ferrea volontà di voler andare avanti avanzando proposte e richieste concrete che passano per le società in house della stessa RAS, l’Igea e il Geoparco minerario della Sardegna, che ci auspichiamo possano essere argomento di discussione durante il prossimo incontro, ma rimarremo comunque in ascolto di qualsiasi altra proposta che possa ridare dignità e speranza a chi chiede solo di poter esercitare il diritto al lavoro. Noi siamo ancora propositivi, nonostante siano passati anni senza che nessun politico che governa abbia ascoltato e risolto le continue richieste che anche oggi, all’ottavo giorno di occupazione arrivano dalle viscere della terra, Forza Paris.»