Negli ultimi anni si osserva chiaramente un periodo di stress, ritmi frenetici, crisi socio-economica e di incertezza sul futuro, ciò incide sul benessere della persona e sul suo sviluppo armonico. In particolar modo, riscontriamo in zone come il #Sulcis Iglesiente, che il disagio psicologico rappresenta una realtà sempre più presente. Si osserva che la necessità di risposta a questa problematica viene a scontrarsi con la mancanza di servizi psicologici-psicolterapeutici accessibili economicamente a tutti. In ambito privato l’utente si trova a vivere una situazione di confusione rispetto a quale professionista scegliere, spesso a causa di una inadeguata conoscenza delle competenze specifiche; vedi ad esempio la differenza tra psicologo, psicoterapeuta, psichiatra e neurologo rispetto ai diversi ambiti di intervento di ciascuno. Tale confusione determina il ricorso a professionisti differenti dallo psicologo-psicoterapeuta, come il nutrizionista, il medico di base o il farmacista per problematiche che in realtà riguardano la sfera emotiva determinando un carico eccessivo per tali figure e risposte che esulano dalla chiarificazione del problema specifico riportato dall’utente. Le più recenti ricerche in psicologia della salute e in psicosomatica mostrano come sia possibile riscontrare una maggiore efficacia nella risoluzione della problematica se si prende in carico qualunque problema medico considerandolo sia in termini biologici che inquadrandolo nel contesto relazionale e nel ciclo di vita della persona.
Prendendo spunto da tale consapevolezza e grazie alla sensibilità dei medici di famiglia al benessere dei loro assistiti è nata la collaborazione tra diverse figure specialistiche, il dott. Giuseppe Locci; Marco Martinetti, medico di medicina generale e chirurgo; Massimo Meloni, medico di medicina generale e geriatra; e Gianfranco Olianas, medico di medicina generale e neurologo che, con la dott.ssa Ilenia Trullu, psicologa-psicoterapeuta analista transazionale hanno aderito al Progetto “AscoltaTi”, iniziato ad Osimo (Ancona). Il progetto è stato avallato dalla #SIMG (Societa Italiana Medicina Generale), di cui gli stessi medici aderenti al progetto fanno parte, ed autorizzato dall’Ordine degli Psicologi della Sardegna. Esso ha avuto una durata di tre mesi, da giugno ad agosto 2014, con la possibilità di essere rinnovato ed ha offerto uno spazio d’ascolto agli utenti dell’ambulatorio dei medici su citati, rappresentando un’occasione per dar modo alla persona di conoscere un nuovo professionista andando oltre il pregiudizio e la poca conoscenza della professione dello psicologo-psicoterapeuta. Gli utenti degli studi medici aderenti al progetto hanno potuto incontrare, su invito dello stesso medico o su accesso diretto, per un giorno a settimana (il mercoledì dalle 16.00 alle 19.00), la psicologa-psicoterapeuta, che è stata disponibile per tre incontri di consulenza a titolo gratuito in cui la persona è stata aiutata a comprendere e dare senso al proprio disagio, vedendo insieme quali sono le difficoltà che sente, le strategie utilizzate per farvi fronte e le risorse personali e sociali a cui attingere nei momenti di maggiore difficoltà. Tale spazio d’incontro, ha rappresentato un’occasione per parlare con un professionista dei propri vissuti, difficoltà emotive e relazionali, per riflettere insieme su problematiche individuali, familiari, di coppia avendo il vantaggio per la persona di guardare alla sua difficoltà e poter, se lo desidera, trovare insieme strategie per farvi fronte piuttosto che lasciare che il piccolo disagio si incancrenisca. Un luogo di confronto per genitori che si trovano a gestire difficoltà che naturalmente possono sorgere nella relazione con un figlio che cresce.
Il vantaggio nello svolgere il progetto, ha riguardato anche le stesse figure professionali che hanno avuto così modo di confrontarsi sulle tematiche emerse apportando ciascuno le proprie competenze per rispondere al bisogno espresso dalla persona. È interessante notare come, nonostante i problemi di natura psico-sociale occupino un’ampia parte delle consultazioni mediche a livello di cure primarie, l’accesso volontario e diretto da uno psicologo o psicoterapeuta continua ad essere una delle criticità riscontrate per via del pregiudizio sociale nei riguardi dei servizi per la salute mentale, con la conseguente permanenza in una condizione di sofferenza e disagio. Pertanto, sembra importante considerare la necessità di potenziare un percorso sinergico volto alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sull’importanza di prendersi cura di sé e la cultura dello psicologo-psicoterapeuta a cui rivolgersi come figura di sostegno e prevenzione, non necessariamente nelle situazioni di patologia conclamata. Un’altra criticità, riguarda la diffidenza dell’utente in merito a ciò che si svolge nello studio dello psicologo ed al suo ruolo, forse dato dalla scarsa conoscenza ed all’uso di scorciatoie come le credenze pregiudiziali. Ampliando il concetto, un macro obiettivo può riferirsi al miglioramento della qualità della vita della popolazione territoriale consentendo a ciascuno, indipendentemente delle risorse economiche di cui dispone, di intraprendere un percorso per ampliare la conoscenza di sé e migliorare il proprio benessere, grazie al supporto di professionisti esperti. Pertanto, il progetto ha rappresentato anche la realizzazione di una rete di collaborazione tra professionisti della salute, permettendo una presa in carico globale della persona. I risultati emersi sono stati positivi e nel momento in cui verranno presentati quelli completi verrà valutata la riattivazione o meno del progetto.
Gli organizzatori auspicano che, come avvenuto ad esempio nella Regione Veneto, a Reggio, a Valle del Boite, anche in Sardegna possa essere inserita nel sistema di assistenza territoriale una nuova figura sanitaria come lo psicologo di base. Il medico di medicina generale sarà così coadiuvato nel trattamento dei pazienti che presentano difficoltà di tipo psicologico oltre che fisico, quindi in linea con il concetto di salute, come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stessa definisce quale “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”.
Sabato 10 maggio, in occasione della seconda tappa della Festa dell’Europa 2014, evento itinerante organizzato dalla Regione Sardegna in collaborazione con il comune di Carbonia, si sono svolte le premiazioni dei partecipanti al concorso “L’Europa a casa mia”. Tra i 388 elaborati in concorso, a classificarsi nei primi tre posti è stato l’istituto comprensivo “Deledda Pascoli”. I tre cortometraggi sono stati selezionati con la seguente motivazione: «Perché testimoniano il legame tra la storia passata e quella futura e valorizzano la realtà locale proiettandola nel più ampio contesto europeo».
Al secondo e terzo gradino del podio rispettivamente, “Carbonia stella d’ Europa”, realizzato dalla classe terza B e “Le 12 stelle della salvezza per Carbonia”, della classe prima B, mentre a ricevere il premio (materiale didattico) per il primo classificato assoluto, dalle mani del sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, “Da Addis Abeba a Tembien, Carbonia, gli alberghi operai tra passato e futuro”, realizzato dai ragazzi della seconda C e della terza D.
I ragazzi hanno ripercorso la storia della fondazione di Carbonia, focalizzando la loro ricerca su quelli che furono gli alloggi, dove vivevano i primi minatori che diedero il via all’epopea mineraria, e della città di Carbonia, ovvero gli alberghi per operai e impiegati e la loro trasformazione nel tempo, sino all’utilizzo dei giorni nostri, inseriti nella struttura abitativa, pubblica e sociale di quegli edifici. Interessante l’intervista a chi di quegli alloggi fu ospite, il novantaduenne ex minatore Antonino Moi. A coordinare e supportare il lavoro degli studenti, le docenti Laura Cicilloni, Simona Basciu, Teresa Florio e, per le riprese, Gianfranco Olianas.