21 November, 2024
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Il Consiglio regionale ha approvato la prima variazione di bilancio per l’avvio delle attività del Mater Olbia.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame del primo punto all’ordine del giorno, la convalida dei consiglieri regionali eletti ai sensi dell’art. 17 del regolamento, che è stato però rinviato per la necessità espressa dalla Giunta delle elezioni di approfondire la documentazione riguardante la delibera.

A nome di tutto il Consiglio, il presidente ha poi espresso il cordoglio dell’assemblea regionale per la recente scomparsa del Sindaco di Maracalagonis Mario Fadda, pronunciando inoltre parole di ferma condanna per gli attentati, che ha definito “indegni di una democrazia”, contro il sindaco di Cardedu Matteo Piras e la sezione del Pd di Dorgali, oggetto di una intimidazione giudicata dagli inquirenti “di tipo terroristico”.

Analoghe espressioni sono state successivamente formulate da tutti i gruppi consiliari: hanno preso la parola il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ed il vice Roberto Deriu, Elena Fancello e Desirè Manca del M5S, Massimo Zedda dei Progressisti, Daniele Cocco di Leu, Francesco Mura di Fdi, Franco Mula del Psd’Az, Pietro Moro dell’Udc, Michele Cossa dei Riformatori e Dario Giagoni della Lega.

Il consigliere del Pd Salvatore Corrias, in particolare, ha annunciato la presentazione di una mozione, per la quale ha auspicato l’adesione unanime dei gruppi.

A nome della Giunta e del presidente della Regione Christian Solinas, è intervenuta il vice presidente Alessandra Zedda.

Il presidente Pais, nel condividere l’iniziativa, ha comunicato che l’argomento sarà all’attenzione della conferenza dei capigruppo mentre, per quanto riguarda la mozione, eventualmente potrà essere discussa (tempi permettendo) alla fine della seduta.

Il Consiglio ha quindi iniziato la discussione del Disegno di legge 24/A – Giunta regionale – sulla variazione di bilancio per l’avvio del Mater Olbia.

Il relatore di maggioranza Domenico Gallus, presidente della commissione Sanità, ha ripercorso l’iter del provvedimento, approvato il 9 luglio scorso dalle commissioni Sanità e Bilancio in sede congiunta con il voto favorevole della maggioranza, l’astensione del Pd ed il voto contrario di Leu e Progressisti. Si tratta, ha ricordato Domenico Gallus, «di una vicenda articolata e complessa scandita da diversi passaggi istituzionali: il piano sanitario regionale del 2008 che prevedeva la realizzazione di un nuovo ospedale ad Olbia, territorio in forte crescita demografica interessato da consistenti flussi turistici, il progetto di una struttura integrata con il sistema pubblico, inserito nel memorandum del 2013 fra Regione Qatar Foundation (Giunta Cappellacci), confermato nel 2014 dal protocollo sottoscritto dalla stessa Regione (Giunta Pigliaru) con il Governo nazionale, ed inserito successivamente nel documento di ridefinizione della rete ospedaliera approvato dal Consiglio del 2017». Altri momento qualificanti del percorso del provvedimento, ha specificato Domenico Gallus, «hanno riguardato la rimodulazione dell’offerta da parte della Giunta, la definizione tetto massimo di spesa a 60.6 milioni, l’accreditamento provvisorio della struttura per 12 mesi, e le necessarie autorizzazioni di spesa fino al 2021 oggetto di specifiche variazioni di bilancio». L’auspicio comune, ha detto in conclusione riservandosi un ulteriore intervento in sede di discussione generale, «è quello del miglioramento del sistema sanitario regionale».

Per la minoranza il relatore Cesare Moriconi, del Pd, ha rilanciato in apertura i dubbi sulla sostenibilità tecnica della norma già emersi in commissione sui quali si attende ancora una posizione chiara della Giunta. E’ vero, ha sostenuto, «che questo provvedimento arriva da lontano e si è formato con passaggi istituzionali diversi al di là delle differenze di merito emerse in Consiglio ed anche all’interno delle parti sociali, ma va ricordato che anche che costa tanto perché lo Stato consente il superamento del tetto massimo della spesa sanitaria fino al 20%, calcolo secondo il quale si arriverebbe però a 32 milioni e non ai 60 considerati a regime». Occorre insomma capire, ha sollecitato Moriconi, «se siamo all’interno della deroga autorizzata nonostante le rassicurazioni di carattere generale fornite dall’assessore, così come non è chiaro l’utilizzo di eventuali economie a favore del sistema pubblico che a nostro giudizio sarebbero fuori dal perimetro tracciato dal legislatore statale, e infine non esiste alcuna certezza su quanto potrebbe accadere dal 2021 in poi».

Al termine dell’intervento il di Cesare Moriconi il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha chiesto una breve sospensione della seduta che il presidente ha accordato.

Alla ripresa dei lavori ha chiesto la parola l’on. Gianfranco Satta (Progressisti), che è intervenuto per dire: “Non si comprende perché dovrebbe essere ammesso il trasferimento di risorse pubbliche ai privati che operano in campo sanitario, in assenza di una procedura di evidenza pubblica.   Va bene il sostegno al privato ma fino al momento in cui non tocca i servizi sanitari pubblici già esistenti: non si devono finanziare i servizi già offerti da altri ospedali pubblici ma quelli non offerti, che costringono invece i malati sardi a lasciare la Sardegna. Non accetteremo di finanziare con denaro di tutti servizi in concorrenza con il pubblico, a vantaggio del Qatar e non del nostro popolo. Se approverete questa legge, farete a brandelli la Sanità sarda ed è per questo che voterò contro ogni provvedimento che lederà il diritto alla salute dei sardi”.

Dai banchi del Pd ha preso la parola l’on. Giuseppe Meloni: “E’ il bello della democrazia il fatto che io sia in totale disaccordo con chi mi ha preceduto. Per noi è invece importante portare a casa questo risultato: si è già detto tanto su questo tema e se ci sono ancora dubbi possiamo discuterne. Ma dobbiamo arrivare al traguardo e si tratta di una variazione di bilancio: avremo altri momenti per discutere della rete ospedaliera e dell’offerta dei servizi sanitari in Sardegna. Non è solo la Gallura che ha bisogno di questo ospedale ma tutta la Sardegna”.

Ha preso la parola il presidente della Commissione Sanità, Domenico Gallus (Udc), il quale ha ricordato che la vicenda del Mater Olbia ha viaggiato attraverso la spinta trasversalmente condivisa da un ampio spettro delle forze politiche, le quali ne hanno condiviso il progetto e le finalità. Domenico Gallus ha ricordato che l’iter è iniziato con la Giunta Cappellacci e proseguito con la Giunta Pigliaru, evidenziando l’importanza dell’iniziativa e delle sue ricadute positive sul sistema sanitario sardo.

Per Gallus il Mater Olbia non andrà a incidere sui posti letto della rete ospedaliera dell’Isola, in quanto le assegnazioni per esso sono già definite e recepite nella stessa. Il consigliere dell’Udc ha esortato tutti a valutare il progetto con spirito laico. Domenico Gallus ha poi evidenziato le diverse posizioni emerse in Commissione Sanità all’interno della minoranza e si è augurato che nel corso del dibattito possa trasformarsi nuovamente in consenso. Domenico Gallus ha assicurato che le diverse posizioni emerse in Commissione saranno prese in esame con molta attenzione e che ogni contributo sarà positivamente accolto.

Il presidente della Sesta commissione ha specificato che l’obiettivo di questa struttura non è quello di  generare doppioni ma di creare nuove eccellenze. E ha affermato che la presenza del Mater Olbia non dovrà creare un danno agli ospedali pubblici e che su questo ci sarà un attento controllo. Domenico Gallus ha poi proposto di attivare una Stroke Unit per gli interventi d’emergenza per i casi di pazienti colpiti da ictus ed emorragie cerebrali e un reparto multidisciplinare per curare i disturbi dell’alimentazione. Domenico Gallus ha poi sottolineato la grave situazione in cui versa la sanità sarda, con alcuni reparti che rischiano di chiudere come nel caso dell’ospedale Delogu di Ghilarza e del San Martino di Oristano. Per Domenico Gallus c’è stata una cattiva programmazione dei pensionamenti da parte della precedente amministrazione, ma ha affermato che l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, se ne sta occupando e sta cercando di trovare una soluzione per evitare la chiusura dei reparti.

Domenico Gallus ha anche ricordato, in chiusura d’intervento, che non approvare questa variazione di bilancio porterebbe la Regione Sardegna a dover pagare ingenti penali.

Ha poi preso la parola Antonio Mundula (Fratelli d’Italia), il quale ha ripercorso l’iter che ha portato oggi alla votazione di questa variazione di bilancio. Un iter lungo, che ha preso avvio con la Giunta Cappellacci, e che oggi vede questo Consiglio regionale  chiamato a dare il via libera finale oppure a bloccare una realtà ormai consolidata con un grave danno per la Sardegna. Per Antonio Mundula si tratta di una struttura d’avanguardia anche se ci sono alcuni aspetti che andrebbero chiariti: quali patologie saranno trattate e se la struttura sarà in grado di ridurre la mobilità passiva. Per il consigliere di maggioranza, pur avendo preferito avere alcune certezze, ormai non si può più tornare indietro. Il consigliere di FdI si è detto però convinto che monitorando l’attività del Mater Olbia sarà possibile anche valutarne l’efficacia ed eventualmente apportare dei correttivi. Mundula ha annunciato voto favorevole accettando “una scommessa di speranza”: dare alla Sardegna una sanità all’avanguardia.

Il vice presidente Giovanni Antonio Satta ha assunto la presidenza dell’Aula.

E’ quindi intervenuto Eugenio Lai (Leu), il quale ha ricordato che l’argomento in esame è la variazione di bilancio e non il Mater Olbia. Il consigliere di minoranza ha ricordato di aver espresso voto negativo in Commissione e che anche parte della maggioranza aveva delle perplessità. Lai ha detto di capire i colleghi galluresi che vogliono tutelare un territorio in forte sofferenza, ma avrebbe preferito che quei 147 milioni fossero andati alla sanità pubblica, che ha bisogno di soluzioni e prospettive e che, a sei mesi dall’avvio della legislatura, la Giunta regionale non ha ancora trovato. Per Eugenio Lai, d’accordo con il collega Moriconi, ci sono dubbi di costituzionalità e sulle modalità di reperimento delle risorse, ossia dalle perenzioni e dagli accantonamenti.  Il consigliere di Leu ha inoltre sollevato il problema della scadenza della deroga prevista per il 2021 e che, a oggi, non ci sono certezze per il futuro. Lai ha annunciato voto contrario dicendo che avrebbe preferito che quelle risorse fossero andate alla sanità pubblica e che il Mater Olbia andrà a incidere negativamente su situazioni di eccellenza già presenti nell’Isola.

Ha preso la parola Giovanni Satta (Psd’Az), il quale ha ricordato che il progetto del Mater Olbia è nato in un territorio che in cui la media dei posti letto era molto al di sotto della media regionale. Il consigliere di maggioranza ha ricordato che c’è stato un importante investimento privato e che la struttura ha l’obiettivo di ridurre la mobilità passiva dei pazienti sardi, che oggi vale circa 80 milioni l’anno, ma saranno risultati da valutare nel lungo periodo. Per Satta bisogna votare a favore di questa variazione di bilancio perché si tratta di un’eccellenza. E ha ricordato che grazie a un accordo con il Gaslini di Genova, il pre-operatorio e il post-operatorio dei bambini, che saranno sottoposti a interventi al Gaslini, sarà gestito al Mater Olbia. “E questo è già un risultato”. Per Satta bisogna partire dal presupposto che si ha a che fare con persone serie che hanno l’obiettivo di realizzare una struttura di avanguardia.

Ha preso la parola Massimo Zedda (Progressisti), ribadendo che non sia in discussione il fatto che il Mater Olbia sia utile o meno per il territorio gallurese, ma un testo che tratta di dove vengono attinte le risorse per che cosa vengono destinate e a favore di chi.  Su questo aspetto Massimo Zedda ha sollevato dubbi di legittimità sul comma 3 dell’articolo 1 che recita “Nel caso che non siano entrate pienamente a regime le attività programmate, eventuali economie realizzate sulle risorse di cui al comma 2 possono essere destinate, esclusivamente per l’annualità di riferimento, agli altri operatori privati accreditati con il sistema sanitario regionale, nei limiti previsti e in conformità alla normativa vigente”. Massimo Zedda ha sottolineato di non aver alcuna preclusione verso il privato né verso il pubblico, ma che la norma, così scritta, potrebbe essere impugnata dal Governo e subire i rilievi della Corte dei Conti.

L’altro aspetto sottolineato dal consigliere di minoranza è che bisogna subito attivarsi con il Governo per ottenere la proroga oltre il 2021 e, contestualmente, trattare con Roma per ottenere una deroga anche per la sanità pubblica, in particolare per quanto riguarda le tante patologie autoimmuni che hanno un’elevata incidenza in Sardegna.

Giorgio Oppi (Udc) si è detto meravigliato perché tutti i dubbi sollevati in passato dalla minoranza nella scorsa legislatura, oggi vengano sollevati da quella che allora era la maggioranza. Giorgio Oppi ha ricordato che il Protocollo d’Intesa è stato firmato nel 2014 dalla Giunta Pigliaru, la stessa Giunta che ha firmato a febbraio 2019 il secondo Protocollo d’Intesa. Per il consigliere di maggioranza non è accettabile che oggi l’opposizione cambi linea, dopo aver approvato gli atti precedenti. Oppi ha spiegato che la deroga del Mater Olbia non deve danneggiare il budget riservato alle strutture private. Per il consigliere dell’Udc il conteggio dei 25 milioni per il 2019 è sbagliato e, secondo i suoi calcoli, ci saranno economie per 15 milioni di euro. Risorse che Giorgio Oppi auspica che siano destinate all’abbattimento delle liste d’attesa e ad intervenire sulla sanità pubblica in difficoltà.

Daniele Cocco (capogruppo LeU) ha ripercorso le diverse fasi del dibattito ed ha evidenziato i principali problemi che affliggono la sanità sarda, ad incominciare da quelli che attengono le liste d’attesa, per la riduzione delle quali, a giudizio del consigliere della minoranza, “niente è stato ancora fatto”. Il capogruppo di LeU ha quindi riaffermato il principio che “la realizzazione del Mater di Olbia non avrebbe dovuto ridurre alcun posto letto del comparto pubblico” ed ha però affermato: «Nessuno è contro per la sanità privata ma tutti vogliamo una sanità che funzioni». Daniele Cocco ha auspicato una “reale ed efficace azione di monitoraggio sulla mobilità passiva” ed ha rimarcato le eccellenze dell’ospedale privato di Olbia.  L’esponente della minoranza ha confermato le perplessità sulla eventuale destinazione delle risorse non utilizzate per i servizi del Mater, a favore dell’acquisto di prestazioni offerte da altre strutture private («potrebbe essere oggetto di impugnativa da parte del Governo»). Daniele Cocco ha quindi avanzato la ferma richiesta affinché “tutto il personale impiegato al mater Olbia sia sardo” ed ha chiesto lumi sul futuro della breast unit di Nuoro.

Il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau ha ricordato i diversi passaggi politici e amministrativi che hanno interessato il Mater, dalla deroga statale del 2019 per lo sforamento del 20% del tetto di spesa per la sanità privata, fino all’autorizzazione sperimentale con scadenza 2021 («sarebbe opportuno avviare una nuova contrattazione col governo»). L’ex presidente del Consiglio ha quindi insistito sul via libera della scorsa legislatura alla struttura privata olbiese “con la condizione che non andasse a discapito del sistema sanitario pubblico: «Il Mater deve offrire servizi di eccellenza in grado di integrare e non deve competere con il sistema pubblico». Gianfranco Ganau ha manifestato perplessità sui contenuti della delibera 59\1 per una serie di incongruenze nei posti letto di varie specialità ed ha citato il caso dei reparti di chirurgia e ortopedia. «Chiedo a questo proposito – ha aggiunto l’esponente della minoranza – che l’assessore si impegni a verificare la rimodulazione dell’offerta dei posti letto del Mater Olbia ed annuncio la presentazione di un ordine del giorno sul tema, stigmatizzando la sottrazione dei migliori specialisti impegnati nella sanità pubblica a favore del Mater, come accade nella chirurgia».

Il capogruppo della Lega, Dario Giagoni ha criticato alcune dichiarazioni dei consiglieri del centrosinistra («annunciano voto contrario su una convenzione firmata dall’ex presidente Pigliaru con il Qatar») ed ha ribadito il diritto di Olbia “ad avere una sanità efficace che non costringa residenti e turisti a cercare cure altrove”. «Il Mater – ha aggiunto l’esponente della maggioranza – è una eccellenza e rappresenta un’opportunità anche per ciò che attiene gli sbocchi lavorativi».

«La Lega – ha proseguito Dario Giagoni – voterà favorevolmente per una sanità migliore ma non intende creare alcun divario con la sanità pubblica ed è per questo che annuncio un emendamento per destinare le economie previste negli stanziamenti a favore del Mater, alle strutture pubbliche in zone disagiate come La Maddalena, Bosa e Isili».

Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus (Progressisti) ha rammentato il voto contrario in commissione “perché al comma 3 articolo 1 è stata inserita una pillola avvelenata”. L’esponente della minoranza ha ricordato, dunque, quanto stabilito nel provvedimento e cioè che “ciò che avanza del non speso dal Mater nel 2019 sarà destinato a strutture private non previste nella deroga al tetto di spesa concessa dallo Stato per il Mater”. Agus ha evidenziato il rischio di impugnativa e le ripercussioni nell’erogazione delle risorse “dinanzi ad un evidente conflitto tra le norme statali e la legge regionale”. Il capogruppo dei Progressisti ha dunque dichiarato di non aver condiviso l’iter del provvedimento in discussione ed ha sollevato perplessità sul reale impatto del Mater sul sistema sanitario pubblico ed ha auspicato una puntuale verifica sull’abbattimento dei tempi delle liste d’attesa e la riduzione della cosiddetta mobilità passiva.

L’assessore della Sanità, Mario Nieddu, ha ricordato il lungo percorso del Mater («è un progetto che parte da lontano ed oggi appare molto difficile pensare di ritornare indietro») ed ha illustrato i punti cardine del provvedimento, soffermandosi sulla configurazione dei rimborsi: «Sono di tre fattispecie, la prima riguarda il 20% del tetto complessivo della medicina convenzionata, il resto sono risorse erogate per alta specialità e quindi in deroga con la spending review e sono risorse derivanti dal risparmio considerando tutte le prestazioni sanitarie erogabili, mentre la terza fattispecie sono remunerazioni per funzioni assistenziali, circa 8 milioni».

In merito all’altro tema oggetto del dibattito in Aula e cioè la destinazione delle risorse risparmiate rispetto allo stanziamento in favore delle prestazioni del Mater (nel 2019 la struttura privata gallurese non potrà erogare 25 milioni di prestazioni sanitarie), l’assessore si è detto favorevole ad un eventuale impiego delle rimanenti somme per l’acquisizioni di altri servizi sanitari offerti da soggetti privati («da almeno cinque anni la Regione nega agli operatori privati e accreditati l’extra budget»).

«Per ciò che attiene le attività di monitoraggio delle prestazioni – ha spiegato Mario Nieddu – abbiamo i fari ben puntati sul Mater Olbia ma non per preconcetto quanto perché ha il compito di abbattere la mobilità passiva e garantirci alte prestazioni sanitarie». L’assessore ha quindi concluso auspicando che i dieci milioni di euro previsti per la ricerca possano essere gestiti direttamente dall’assessorato della Sanità.

L’assessore della Programmazione, Giuseppe Fasolino, ha rammentato l’accordo sottoscritto nella precedente legislatura tra il presidente della Regione a guida centrosinistra e la Qatar Foundation, nonché la deroga ai tetti di spesa autorizzata dal precedente governo italiano e ripresentata dall’attuale governo Conte. Giuseppe Fasolino ha insistito sul concetto che ai sardi ciò che interessa è una sanità che funzioni («poco importa ai nostri concittadini se i servizi sono offerti da strutture pubbliche o private») ed ha citato i casi dell’efficienza dei sistemi di Lombardia e Veneto, dove la maggior parte dei servizi sono erogati dalle strutture private. L’assessore ha quindi precisato che i fondi (25 milioni di euro per il 2019 e 60.600.000 per gli anni 2020 e 2021) hanno copertura finanziaria attraverso la riduzione delle somme iscritte al “Fondo di accantonamento per la salvaguardia degli equilibri di bilancio destinato all’accantonamento al fondo perenzioni che confluisce nel risultato di amministrazione”.

Il Consiglio ha quindi approvato con votazione a scrutinio palese il passaggio agli articoli e il relatore di maggioranza, Domenico Gallus (Udc), ha quindi dichiarato il parere sugli emendamenti presentati all’articolo 1 (Autorizzazioni di spesa): invito al ritiro per l’emendamento n.1, contrario agli emendamenti n. 2 e n. 4, favorevole all’emendamento n. 3 (Oppi e più).

La Giunta ha dichiarato parere conforme con quello del relatore Domenico Gallus ed il consigliere del Pd, Giuseppe Meloni, è intervenuto auspicando una valutazione positiva dell’Aula per l’emendamento n. 4 che propone di destinare le risorse in economia dal Mater alle strutture pubbliche in zone disagiate. Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, che ha invitato il Consiglio ad esprimersi favorevolmente su quanto proposto negli emendamenti n. 1 e n. 4.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau, prendendo atto dei pareri di presidente ed assessore, ha affermato che il provvedimento è a forte rischio di impugnazione perché “si sta eludendo il tetto del Mater Olbia per pagare altre prestazioni”. L’esponente della minoranza ha concluso proponendo una breve sospensione.

Il vice capogruppo Roberto Deriu, sullo stesso punto, ha chiesto alla maggioranza maggiori certezze sulla destinazione delle economie, che hanno una destinazione precisa e non possono essere oggetto di “furbizie” contabili.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha sottolineato che i consigli dei colleghi Ganau e Deriu sono da tenere in considerazione, per evitare problemi maggiori in un secondo momento. Basterebbero pochi minuti di riflessione, ha concluso, per evitare una scelta sbagliata.

Il consigliere Eugenio Lai, sempre di Leu, criticando il parere del relatore sugli emendamenti, ha chiarito che l’opposizione non vuole fare ostruzionismo ma affermare con certezza l’opzione a favore della sanità pubblica e in particolare al sostegno delle strutture più disagiate.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori il capogruppo del Psd’az Franco Mula ha chiesto una breve sospensione della seduta che è stata accordata.

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha proposto un emendamento orale concordato con l’assessore e l’opposizione, con il quale nel caso non siano entrate a regime le strutture del Mater Olbia le risorse rientrano nel bilancio regionale.

L’assessore Fasolino è intervenuto per aggiungere l’impegno della Giunta a tener conto anche delle esigenze delle strutture sanitarie disagiate.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha sollecitato una decisione, considerando la contemporanea convocazione di alcune commissioni. Da questo punto di vista si è detto convinto che la precisazione dell’assessore sia superflua.

Il consigliere della Lega Michele Ennas ha chiesto una breve sospensione della seduta.

Il presidente, precisando di non voler richiamare nessuno, ha invitato i consiglieri ad attenersi ad un contegno consono alla dignità dell’Aula, con riferimento all’uso di telefoni cellulari.

Il consigliere Massimo Zedda dei Progressisti, nel condividere il richiamo del presidente, ha affermato che alcune prese di posizione, nel momento in cui si discutono provvedimenti di spesa, sono censurabili.

Il consigliere Francesco Agus dei Progressisti ha chiesto la sorte della richiesta di sospensione chiesta dalla Lega.

Il consigliere Pierluigi Saiu della Lega ha ribadito la necessità di una breve sospensione per valutare le modifiche ad un provvedimento così importante.

Il presidente ha accordato la sospensione richiesta dal gruppo della Lega.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha preso atto che non c’è nessuna opposizione all’emendamento orale proposto dal capogruppo del Psd’Az Francesco Mula. Il quale ha chiarito che va votato l’emendamento n.3 corretto dalla sua proposta orale.

Il consigliere del Pd Gianfranco Ganau ha annunciato il ritiro del suo emendamento (il n. 4).

Successivamente è stato messo in votazione l’emendamento n.3, comprensivo della modifica orale proposta da Francesco Mula, che il Consiglio ha approvato con 47 voti favorevoli, 5 contrari e 1 astenuto.

Subito dopo sono stati approvati i 3 articoli della legge più i 2 allegati con 39 voti favorevoli, 14 contrari e 2 astenuti.

Prima della votazione finale il capogruppo di Pd Gianfranco Ganau ha presentato un ordine del giorno che, in sostanza, impegna l’assessore della Sanità a modificare ove necessario lo schema della rete ospedaliera per rendere più funzionale e compatibile la stessa con la presenza del Mater Olbia, evitando sovrapposizioni di strutture.

L’assessore della Sanità ha espresso parere favorevole.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, sull’ordine dei lavori, ha ricordato che il pronto soccorso di Ozieri è a rischio chiusura per mancanza di medici, per cui va valutata la possibilità di modificare il protocollo di intesa.

Messo ai voti, l’ordine del giorno è stato approvato con 48 voti favorevoli e 2 astenuti.

Sul voto finale, per dichiarazione di voto, il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha detto di sentirsi in difficoltà rispetto alle indicazioni del suo partito, da sempre contrario. Inoltre ha espresso valutazione positiva sul contenuto dell’emendamento integrato dalla proposta del collega Mula. Cocco ha infine annunciato la sua astensione.

Massimo Zedda, per i Progressisti, ha ricordato che resta centrale il problema dell’uso corretto delle risorse pubbliche che viene vanificato da una ampia maggioranza alimentando ulteriori preoccupazioni. Sulle dinamiche contabili ha poi sollecitato il parere dei revisori della Regione.

E’ intervenuto per dichiarazione di voto Francesco Agus (capogruppo dei Progressisti), il quale ha evidenziato due lati positivi. Il primo è  la modifica dell’articolo 1 a larga maggioranza  che “riporta il testo nel solco della legittimità”, evidenziando che può essere utile ascoltare i consigli dell’opposizione per migliorare un testo. “Credo che sia un buon precedente per quest’aula”. Il secondo lato positivo è stato l’approvazione dell’ordine del giorno.  Il capogruppo di Forza Italia, Angelo Cocciu, ha annunciato il voto favorevole ringraziando tutti coloro che hanno lavorato per realizzare questo progetto e tutti i centri ospedalieri di tutta l’Isola. Per Angelo Cocciu il Mater Olbia non risolverà tutti i problemi della sanità, ma darà un contributo importante. Voto favorevole anche da parte di Giovanni Antonio Satta (Riformatori), che ha voluto ringraziare chi ha lavorato per arrivare a questo risultato, la Commissione Sanità ed il presidente Domenico Gallus. Voto favorevole è stato annunciato anche dal capogruppo del Psd’Az, Francesco Mula, che ha auspicato che il Mater Olbia porti benefici per tutta la Sardegna. Francesco Mura, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha annunciato il voto favorevole, come atto di coraggio per il bene della Sardegna, ma con la volontà di monitorare con attenzione i risultati che porterà il progetto. Il presidente Pais ha aperto la votazione finale del testo, che è stato approvato con 39 voti favorevoli e 2 astenuti). Il Consiglio si riunirà giovedì alle 10,30.

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La V commissione presieduta da Piero Maieli ha accolto la richiesta presentata dal consigliere di minoranza Gianfranco Satta (Progressisti) che sollecitava un’accelerazione delle procedure di stabilizzazione di 252 lavoratori (agronomi, veterinari e amministrativi) rimasti senza occupazione dopo la messa in liquidazione di Aras.

La decisione è arrivata al termine delle audizioni dell’assessore all’agricoltura Gabriella Murgia e degli ex direttori delle agenzie regionali Argea e Laore, Gianni Ibba e Maria Ibba. Maggioranza e opposizione si sono dunque trovate d’accordo sulla necessità di attuare al più presto le disposizioni contenute nella legge 47 approvata dal Consiglio regionale lo scorso 20 dicembre.

Nel corso dell’audizione, l’assessore all’agricoltura Gabriella Murgia ha annunciato che il bilancio di Laore sarà all’attenzione dell’esecutivo nella seduta di domani.

«Il documento contabile ha appena ottenuto il parere positivo dell’assessorato alla Programmazione – ha spiegato Gabriella Murgia – venerdì sarà approvato in Giunta. Ci sono però alcuni aspetti da verificare sulla copertura finanziaria. Un’altra questione riguarda i possibili malumori che questo piano di stabilizzazioni potrebbe avere sul personale della Regione assunto con concorso pubblico e da anni in attesa di un avanzamento di carriera. Alcuni dipendenti potrebbero infatti sentirsi scavalcati da altri colleghi arrivati attraverso una semplice selezione per titoli. E’ mio dovere segnalare queste criticità.»

Il presidente Piero Maieli ha accolto con soddisfazione il voto unanime della commissione e annunciato un’audizione dei sindacati per la prossima settimana: «E’ nostro intento sentire tutte le parti in causa, per questo abbiamo deciso di convocare anche i rappresentanti dei sindacati confederali. La commissione sta lavorando con grande senso di responsabilità come dimostra il voto unanime di questa mattina, arrivato dopo una lunga, e a tratti vivace, discussione».

La Commissione, nella seduta odierna, si è occupata anche dello stato di avanzamento dei bandi del PSR.

Il direttore uscente di Argea, Gianni Ibba, ha fornito i numeri aggiornati al 26 giugno scorso: «E’ una situazione in chiaroscuro – ha detto Gianni Ibba -. L’aspetto positivo è dato dal raggiungimento dell’obiettivo di spesa fissato al 31 dicembre 2019: su 1,3 miliardi di euro di stanziamento sono stati erogati 537 milioni. L’aspetto negativo è invece rappresentato dall’alto numero di istruttorie non ancora chiuse.» 

Gianni Ibba ha poi spiegato alla commissione la complessità delle procedure e le difficoltà operative su alcune misure del Piano di sviluppo rurale. «La Sardegna, storicamente, ha un alto grado di efficienza – ha proseguito l’ex numero uno di Argea – siamo quinti in Italia per capacità di spendita delle risorse europee. A differenza di altre regioni, però, spendiamo molto per le misure di sostegno e meno per quelle di sviluppo. Alcuni bandi, come quello sull’ammodernamento delle aziende, hanno infatti avuto poche risorse disponibili (circa 70 milioni di euro) rispetto alla richieste presentate (1.300). Per questo circa 400 aziende rimarranno fuori».

Altra criticità riguarda le due misure indirizzate ai giovani sardi (pacchetto giovani e primo insediamento in agricoltura). «Siamo riusciti per ora ad accontentare solo 850 richieste delle circa 3.000 pervenute per i due bandi. La procedura a sportello ha funzionato male. Sono arrivate troppe domande rispetto alle risorse disponibili».

Alla seduta della Commissione sono intervenuti anche i rappresentanti della Federazione degli Ordini dei dottori agronomi e forestali della Sardegna. Il presidente Ettore Crobu ha segnalato le criticità operative e burocratiche incontrate dai professionisti nella redazione dei progetti: «Chiediamo di rivedere in futuro le procedure per permettere a tutti gli operatori di lavorare al meglio – ha detto Ettore Crobu – noi siamo disponibili a dare il nostro contributo per migliorare il sistema». Agronomi e forestali hanno avanzato alcune proposte: l’eliminazione delle procedure a sportello, la pubblicazione dei bandi contestualmente all’apertura delle domande; l’ampliamento dei tempi per la presentazione dei progetti (8 mesi); la visualizzazione in tempo reale delle disponibilità finanziarie per le singole misure del Psr attraverso un contatore telematico; la possibilità di presentare nuove domande in caso di bocciatura della prima istanza.

Dalla Federazione dei professionisti, infine, è arrivata anche la richiesta di regole certe e chiare sui bandi: «Chi presenta i progetti deve avere un quadro esauriente da subito – ha concluso Ettore Crobu – per molte misure abbiamo dovuto far fronte a difficoltà interpretative che hanno rallentato la redazione delle domande e, nel peggiore dei casi, ne hanno determinato la bocciatura».

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Il Consiglio regionale ha approvato la proroga del Piano casa al 31 dicembre 2019 ed il programma delle attività 2019 del Corecom.

La seduta si è aperta sotto la presidenza dell’on. Michele Pais. Dopo le formalità di rito, il presidente ha messo in discussione il primo punto all’ordine del giorno: la proposta di legge per la proroga del “Piano Casa” presentata dal capogruppo del Psd’Az Franco Mula.

Sull’ordine dei lavori ha chiesto di intervenire il consigliere del Pd, Piero Comandini, che ha sollecitato la presenza in aula del presidente della Regione Christian Solinas: «C’e un’emergenza occupazionale in atto che riguarda i lavoratori del Porto canale di Cagliari. 200 dipendenti della società CICT hanno ricevuto le lettere di licenziamento – ha detto Piero Comandini – su questa vicenda, lo scorso 28 maggio, il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno rimasto inevaso. Sarebbe opportuno che il presidente Solinas riferisse in aula sulle interlocuzioni avute con il Governo».

Sull’ordine dei lavori sono intervenuti anche i consiglieri Domenico Gallus e Pietro Moro che hanno comunicato la loro adesione al gruppo Udc.

L’Aula è quindi passata all’esame della proposta di proroga del Piano Casa. Il relatore di maggioranza, Franco Mula, ha ringraziato le opposizioni per aver consentito di portare in tempi rapidi la proposta in Consiglio. «Avrei preferito approvare una legge più organica. Ho presentato io stesso una proposta che spero venga calendarizzata al più presto. La proroga prevista è di sei mesi in attesa di un esame più approfondito delle modifiche alla legge regionale n. 8 del 2015 contenute nella mia proposta di legge n. 11. Allo stesso tempo vogliamo imprimere un’accelerazione dei lavori al fine di concluderne l’approvazione entro la fine del 2019».

Ha quindi preso la parola Maria Laura Orrù (Progressisti) per la relazione di minoranza. «Noi siamo contrari a una proroga di sei mesi – ha detto Maria Laura Orrù – preferivamo legare la scadenza all’entrata in vigore della nuova legge urbanistica per garantire certezza e continuità normativa ai professionisti e a tutti gli operatori del settore. La nostra proposta non è stata accolta. E’ assurdo prorogare il Piano Casa per un tempo così breve e pensare di approvare una legge così complessa entro Natale». Secondo l’esponente dell’opposizione è mancato il confronto con professionisti e operatori del settore: «L’iter di approvazione della nuova legge può essere lungo. Non possiamo permetterci di creare instabilità».

Orrù è poi entrata nel merito della proposta di legge presentata dal Psd’Az e depositata in Commissione Urbanistica: «La proposta di legge n.11 persegue un modello arcaico che non tiene conto della tutela dei beni ambientali e paesaggistici. La proposta aggredisce l’agro con la possibilità di costruire in superfici di un solo ettaro anche su terreni non contigui. E’ una gestione del territorio scellerata che darà il via libera a costruzioni a macchia di leopardo senza servizi. C’è il rischio di un abusivismo diffuso. Sarebbe meglio sentire gli ordini professionali e intervenire sul già costruito. I temi urbanistici vanno discussi con serietà per evitare l’assalto al territorio. Occorre seguire l’esempio delle regioni più ricche  che non svendono i loro beni ambientali. Dobbiamo essere orgogliosi del nostro PPR che ha tutelato l’ambiente costiero, il paesaggio e i centri storici. Dovremmo estenderlo anche alle zone interne».

A favore della proroga si è espressa la capogruppo del Movimento 5 Stelle Desirè Manca: «La legge 8 va modificata ma, quando si è deciso di approvare la proroga del Piano Casa in commissione, dovevamo fare una scelta: bloccare il settore dell’edilizia o consentirgli di andare avanti. Abbiamo scelto di non farlo per questo siamo favorevoli».

Il consigliere Giovanni Satta (Psd’Az) ha replicato all’intervento dell’on. Orrù: «Bisogna innanzitutto chiarire che stiamo prorogando una legge esistente. E’ un atto dovuto. Maria Laura Orrù ha parlato di catastrofe. La proposta n. 11 è da discutere, non vogliamo svendere niente. Amiamo la nostra terra più di altri». Giovanni atta, interrotto dai banchi del centrosinistra, ha polemizzato con alcuni consiglieri di minoranza: «Io non interrompo mai nessuno e vorrei che si facesse lo stesso quando parlo io. Non è la prima volta che lo fanno. Dove è scritto che faremo costruire tutti con una superficie di un ettaro? Noi parliamo solo di imprenditori agricoli». Giovanni Satta ha quindi accusato la sinistra di aver alimentato inutili polemiche sui vitalizi: «E’ vergognoso aver scomodato le televisioni nazionali per parlare di questo. Nessuno vuole il vitalizio, diverso è invece applicare un regime contributivo previsto da una legge nazionale approvata in Parlamento. Dire menzogne alla stampa non è corretto».

Gianfranco Satta (Progressisti) ha smorzato i toni e ricordato l’atteggiamento collaborativo della minoranza. «Non abbiamo creato ostacoli alla proroga del Piano Casa. La disciplina urbanistica è del 1989, sono passati ormai 30 anni – ha ricordato Giovanni Satta – solo 12 comuni in Sardegna hanno adeguato i loro piani urbanistici al PPR e al Piano di assetto idrogeologico. Dal 2009 abbiamo perso 30mila lavoratori in edilizia. Questo è il vero problema da affrontare. Come dare risposte agli ordini professionali e ai lavoratori? Permettere di edificare in un ettaro non risolve il problema, è solo un palliativo. Il nostro obiettivo deve essere quello di recuperare e riqualificare. Si pensi a Sassari, uno dei pochi comuni ad aver adeguato il Puc al PPR: il loro piano è dimensionato per 600mila abitanti, quello di Trinità d’Agultu su 25mila abitanti. Nel frattempo abbiamo norme di attuazione del PPR come l’art.15 che blocca urbanizzazioni già pianificate nei PUC. Basterebbe chiarire quali sono le situazioni da mandare avanti. Ci sono questioni che meritano più attenzione. Solo così si risolvono i problemi di 156 comuni che hanno zone di espansione pronte a partire e creare economia».

Massimo Zedda (Progressisti) ha dichiarato la sua astensione. «Sono in conflitto d’interesse perché la mia famiglia possiede proprietà che potrebbero beneficiare del Piano casa. Chiedo al Presidente e al Segretario Generale come dobbiamo comportarci». Massimo Zedda ha poi proseguito il suo intervento invitando l’Aula a concentrarsi su una nuova legge urbanistica: «Non mi appassiona il dibattito sul Piano Casa. E’ solo un palliativo, va a beneficio del settore dell’edilizia, dei fornitori di materiali, professionisti etc. Ma è la dimostrazione dell’incapacità di legiferare del Consiglio. Da 15 anni la politica è concentrata sul PPR che rappresenta solo una cornice. Nessuno di noi quando si reca in un museo guarda le cornici, l’attenzione va alle opere d’arte delimitate da cornici. E’ da troppo tempo che si discute della cornice, pensiamo invece a definire un quadro normativo di riferimento».

Massimo Zedda ha quindi concluso il suo intervento con una proposta: «E’ chiaro che serve una nuova legge urbanistica ma la vera legge di sblocco sarebbe dotare i comuni di personale in grado di sbrigare le migliaia di pratiche giacenti negli uffici».

Giuseppe Meloni (Pd) ha ricordato che la precedente scadenza del Piano Casa (al 30 giugno 2019) venne proposta a dicembre del 2018 nella consapevolezza che la legislatura sarebbe finita a febbraio. «Volevamo dare alla nuova maggioranza il tempo di presentare una nuova proposta di legge. Tre mesi non sono bastati nonostante gli impegni assunti in campagna elettorale. Le note vicende sulla formazione della Giunta hanno procrastinato i tempi. Fissare adesso solo sei mesi significa che si è sicuri di approvare una nuova proposta in tempi rapidi».

Meloni ha poi invitato la maggioranza a riflettere meglio sulla proposta di modifica del Piano Casa: «Mi sarei aspettato nella proposta n.11 qualcosa sulle zone F invece non si dice nulla. Lo dico perché nel 2015 ho condotto una battaglia perché pensavo fosse un errore non prevedere incrementi anche in zona F oltre la fascia dei 300 metri dal mare. Mi aspetto che ci sia un segnale in questo senso. Mi aspetterei inoltre da parte dell’assessore una risposta sui 27 milioni di euro stanziati dalla precedente Giunta per le ristrutturazioni. Quelle somme devono essere impegnate e spese».

Il consigliere del Pd, infine, ha suggerito di avviare una discussione per differenziare gli interventi nei territori: «Non bisogna generalizzare: ci sono zone agricole, particolarmente sensibili, che devono essere tutelate ancora di più rispetto a quanto previsto dall’attuale normativa. In altre invece si può anche decidere in modo diverso».

Il capogruppo dei Riformatori Michele Cossa ha invitato il Consiglio a ragionare attentamente sull’urbanistica. «L’on. Gianfranco Satta ha evidenziato alcune criticità sull’attuazione dei piani urbanistici comunali – ha detto Michele Cossa – è evidente il danno che è stato fatto all’economia sarda senza un vantaggio reale per l’ambiente». L’esponente della maggioranza ha quindi rivolto un appello all’Aula: «Affrontiamo il tema dell’urbanistica senza pregiudiziali ideologiche ma con pragmatismo. Chi ha fatto l’amministratore locale conosce i problemi. Serve una legge urbanistica chiara e organica che si presti il meno possibile a interpretazioni. Gli uffici tecnici comunali danno interpretazioni opposte alla stessa norma. La colpa però è nostra, la burocrazia applica leggi approvate dal Consiglio. Dovremmo ragionare, inoltre, su un altro aspetto: non  sarà il caso di portare a regime il Piano Casa? Noi lo stiamo prorogando di anno in anno, ragioniamo se prorogarlo sine die. In questo modo daremmo certezze ai professionisti, agli uffici tecnici ma soprattutto ai cittadini che tirano fuori i soldi per gli investimenti e consentono all’economia sarda di girare».

Ha preso poi la parola l’on. Angelo Cocciu (Forza Italia), secondo cui “il gruppo di Forza Italia sta lavorando a un proposta di legge in materia urbanistica. Intanto oggi cerchiamo con questa proroga di non creare un vuoto normativo e un danno alle amministrazioni della Sardegna. Noi non siamo gente che fa speculazione, anche se siamo più liberali di voi. Noi amiamo le campagne e le città quanto voi, amiamo il paesaggio e riflettiamo sempre su come devono essere concepiti gli interventi in campagna  e più in generale le costruzioni. Non vogliamo dare adito a speculazioni edilizie ma nelle zone F alcuni aggiustamenti possano essere fatti, ampliando oltre i duecento metri dal mare”. L’oratore si è rivolto alla minoranza e ha detto: “Vi riempite la bocca di ambiente ma per cosa avete fatto per il problema idrogeologico di Olbia? Avete impedito un piano idrogeologico che avrebbe eliminato ogni rischio: questa è la vostra sensibilità ambientale”.

Per l’on. Daniele Cocco (Leu) “bisogna ripartire senza pregiudizio ideologico e noi siamo consapevoli di non essere riusciti nella scorsa legislatura ad approvare la legge urbanistica. Abbiamo davanti quasi cinque anni per farlo ma io spero che lo si possa fare entro il 2019, perché il provvedimento è davvero necessario e gli amministratori locali sono impossibilitati in queste condizioni a dare risposte alle imprese e ai cittadini. Non si può avere un dogma su un ettaro o tre ettari in campagna, se poi alla fine noi con questi sbarramenti impediamo la nascita di aziende agricole. Per questo voteremo a favore della proposta di proroga”.

Sull’ordine dei lavori l’on. Massimo Zedda (Progressisti) ha  chiesto al presidente di promuovere un incontro con i lavoratori e i sindacati del porto canale di Cagliari, che stanno manifestando sotto il Consiglio regionale.

Il dibattito è ripreso sul piano casa con l’intervento dell’on. Francesco Mura (FDI): “E’ una proroga giusta e non troppo lunga, in sei mesi abbiamo tutto il tempo per approvare un nuovo strumento normativo”.

Per l’on. Dario Giagoni (Lega) «bisogna intanto ringraziare l’on. Franco Mula per la proposta odierna, che dà risposte immediate al piano casa, la legge 8 del 2015. E’ necessaria però la nuova legge urbanistica che metta insieme il patrimonio immobiliare e il paesaggio, posto che il Piano paesaggistico regionale ha contribuito a causare danni disastrosi. La Sardegna può vivere di ambiente con strumenti normativi certi per le aziende e per le famiglie. In questa situazione il piano casa si è rivelato l’unico provvedimenti capace di tenere in piedi il settore delle costruzioni, devastato in Sardegna dalla crisi economica degli ultimi anni. Non è un caso che anche l’attuale opposizione nella scorsa legislatura abbia approvato il piano casa. Annuncio per questo il voto a favore».

L’on. Franco Mula (capogruppo Psd’Az) ha preso la parola e ha detto rivolto all’onorevole Orrù: “Io non ho padroni, nessuno mi chiama la mattina per dirmi cosa devo fare. Ho presentato questa proposta nella piena consapevolezza del fatto che è necessario davvero ottenere questa proroga e fare tesoro di questo dibattito, dal quale stanno emergendo spunti importanti per costruire la nuova legge urbanistica. Questa materia porta dividere, non a unire: non usciremo certamente presi per mano dalla commissione ma mi auguro che nelle diversità si arrivi a un testo condiviso”.

Per il capogruppo dei Progressisti, on. Francesco Agus, “sarebbe stato anomalo non parlare di urbanistica in questa occasione, anche se questa legge consta di un solo articolo. Non potremo che trovarci d’accordo su questa proroga ma non sono positivo sulla vostra idea di una deregulation delle costruzioni in agro, che rischia soltanto di far nascere qualche casetta in campagna ma non un’agricoltura di livello. C’è il rischio che ogni deregulation in materia urbanistica possa generare rischi per la vita umana, come talvolta accade. Ecco perché raccomando davvero prudenza, perché possiamo tutti continuare a confrontarci con lo specchio e con la nostra coscienza”.

Per la Giunta ha preso la parola l’assessore all’Urbanistica, on. Quirico Sanna, che ha detto: “Ci interessa il risultato di una proroga perché non potevamo permettere un vuoto legislativo e un danno ai sardi. Ma ci siamo dati un tempo certo per scrivere una buona legge urbanistica col contributo di tutti e portarla poi in Aula. Spero di avere l’apporto di tutti in questo senso”.

L’Aula ha approvato il passaggio agli articoli. L’on. Massimo Zedda ha riconfermato la sua mancata partecipazione al voto per ragioni di conflitto di interesse “avendo la mia famiglia proprietà interessate dal provvedimento”.

Approvato poi l’articolo 1, poi l’articolo 2 e il testo di legge.

Il presidente Pais è passato all’esame del secondo punto all’ordine del giorno e ha dato la parola all’on. Alfonso Marras (Riformatori) per la relazione sull’attività del Corecom per l’anno 2019. L’on. Marras ha parlato a nome della Seconda commissione, che presiede.

Approvato un ordine del giorno e il documento sull’attività del Corecom.

Al termine, il presidente Pais ha sospeso i lavori per convocare la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente Michele Pais ha chiuso la seduta e ha comunicato che alle 15,30 si riunirà la Terza Commissione e alle 16.00 la Seconda Commissione.

Il Consiglio è stato convocato per martedì, 25 giugno, alle 11, per l’esame della proposta di istituzione della “Commissione di inchiesta n. 1 sul perdurare dello stato di insolvenza economica dell’AIAS nei confronti dei propri dipendenti, sulla qualità dei servizi e la tutela dei diritti dei lavoratori (ai sensi dell’art. 125, comma 4, del Regolamento del Consiglio regionale)”.

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L’assessore del Lavoro, Alessandra Zedda ha illustrato, nella Seconda commissione del Consiglio regionale, presieduta da Alfonso Marras (Riformatori), le linee programmatiche ed i principali interventi dell’assessorato regionale del Lavoro e della Formazione professionale, con particolare riferimento alle vertenze in atto.

Nel corso dell’audizione, la consigliera di Forza Italia ha sostanzialmente evidenziato un generale ritardo nell’applicazione di alcune misure ed ha lamentato anche una non efficace organizzazione interna dei diversi servizi dell’amministrazione. «La sfida – ha dichiarato Alessandra Zedda – è sulle politiche attive del  lavoro che devono essere semplificate nelle norme e nelle procedure con l’obiettivo di agevolare i meccanismi di sgravio per le imprese a vantaggio delle assunzioni». Nell’ambito delle politiche per l’impresa l’assessora ha definito la Sfirs “un partner non ideale per la gestione del microcredito” ed ha preannunciato l’integrazione  delle agevolazioni del microcredito con quelle del programma “Resto al Sud”. Un ulteriore sottolineatura critica ha riguardato l’assenza di una legge organica sulla cooperazione ed, alla luce di tale carenza, la consigliera Fi, ha auspicato la discussione a breve di un apposito disegno di legge,  nella stessa commissione e con il pieno coinvolgimento del sistema cooperativistico isolano. In ordine alle politiche di inclusione al lavoro, Alessandra Zedda ha insistito sulla necessità di aumentare la spesa a valere sui fondi Fse ed ha confermato l’imminente pubblicazione del bando “Alimentis”.

Un giudizio positivo è stato invece espresso sulla situazione organizzativa dei centri per l’impiego e l’assessora, a tale proposito, ha informato i commissari del Lavoro sulla volontà di migliorare le strutture e gli immobili (offerti dai Comuni) che ospitano tali centri, attraverso l’approvazione di un progetto di riqualificazione redatto in accordo con l’assessorato degli Enti Locali ed interamente finanziato con fondi europei. «Il sogno – ha dichiarato Alessandra Zedda – è però la realizzazione di una vera e propria cittadella del lavoro, ubicata a Cagliari negli spazi del Cisapi».

L’assessora ha inoltre promosso il piano “Lavoras” e ne ha ipotizzato la modifica con il coinvolgimento di tutti gli enti e le agenzie del “Sistema regione” ad iniziare da Arst, Abbanoa e Laore. «Serve un cambio di passo – ha dichiarato l’esponente della Giunta – e lavorerò in stretta collaborazione con gli assessorati di volta in volta interessati dalle misure e dalle azioni che dipendono strettamente dal Lavoro».

In ordine alle principali problematiche e sulle vertenze attualmente aperte, l’assessora Zedda, sollecitata anche dalle domande dei consiglieri Francesco Stara (Progressisti), Desirè Manca (Movimento 5 Stelle), Laura Caddeo (Progressisti), Piero Comandini (Partito Democratico) e Gianfranco Satta (Progressisti) ha salutato con soddisfazione il progetto sperimentale condotto con successo a favore dei 123 operatori del Policlinico sassarese che «grazie alle politiche attive del lavoro potranno, per i prossimi sei mesi, non soltanto avere una paga ma collaborare nella riduzione delle liste d’attesa e a migliorare, con la loro professionalità, i servizi del sistema sanitario a Sassari». Ulteriore soddisfazione è stata espressa per l’ottenimento della “mobilità in deroga” per gli 844 lavoratori delle aree industriali in crisi complessa nel Sulcis e a Porto Torres (impegnati circa 12 milioni di euro).

Non è ancora certa, invece, la pubblicazione del bando da 39 milioni di euro per il Parco geominerario. L’assessora ha infatti espresso perplessità sulla durata (soltanto due anni) ed ha mostrato favore per un affidamento almeno triennale con un sistema “misto” (operatori privati e sistema degli enti e delle agenzie regionali) con l’obiettivo della stabilizzazione dei lavoratori.

Alessandra Zedda non ha escluso inoltre la messa in liquidazione dell’Insar («difficile dimostrarne la strategicità») ma ha garantito la salvaguardia occupazionale per gli attuali 15 dipendenti della società partecipata per il 53% del capitale dalla Regione e per il 47% dall’Anpal. In ogni caso sembra difficile scongiurare la chiusura della sede di Sassari («eventuali progetti di rilancio non possono essere vincolati al mantenimento delle attuali sedi»).

Ulteriori approfondimenti hanno riguardato l’apprendistato («abbiamo salvato fondi per 2.700.000 euro: 700.000 destinati a Uniform per chiudere tutti i tirocini in programma fino alla fine del 2019 e due milioni da destinare al bando per le agenzie della formazione») e ai cosiddetti lavoratori in utilizzo («permangono discrasie sugli aventi diritto ma risultano concluse il 50% delle convenzioni con gli Enti Locali»).

A conclusione dell’articolato intervento dell’assessore Alessandra Zedda, il presidente Alfonso Marras ha ringraziato l’esponente dell’esecutivo regionale ed auspicando una sempre più proficua collaborazione, ha dichiarato l’impegno ad esprimere il parere della commissione in tempi celeri sull’ancora non pervenuta proposta di modifica del comma 38, articolo 6 della legge di Stabilità 2018 (delibera n.19/32 del 23 maggio 2019) riguardante interventi a favore dei lavoratori ex Sardinia Green Island, Keller, Vesuvius, Ottana Polimeri, Ottana energie e S&B Olmedo.

Terminata l’audizione dell’assessora Alessandra Zedda, la commissione Lavoro ha proceduto con l’audizione dei rappresentanti dei lavoratori del Centro antisetti (Pierfrancesco Pagliani, Luca Locci, Mauro Fois, Mario Tilocca) che hanno denunciato carenza di personale, di mezzi,  di organizzazione e di risorse per i servizi in capo ai centri provinciali antinsetti nella lotta antilarvale, nella deblattizzazione, nella disinfestazione e contro i ratti. Una situazione – così è stato detto – insostenibile per i circa 90 addetti che operano con tre differenti tipologie di contratto (regionale, enti locali e dei servizi).

Il presidente della commissione, Alfonso Marras, ha preso atto della rilevanza dei temi evidenziati ed ha preannunciato la convocazione dei diversi responsabili provinciali dei centri anti insetti, nonché un esame congiunto con la commissione Ambiente, in vista di una definitiva risoluzione del problema.

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Con l’audizione dei rappresentanti dei pastori è iniziato nel pomeriggio il ciclo di audizioni promosso dalla Commissione Attività produttive del Consiglio regionale sulla vertenza latte.

Il parlamentino presieduto da Pietro Maieli (Psd’Az) ha sentito le delegazioni del Movimento Pastori Sardi, Più Sardegna, Aspi, Pastori autorganizzati e della cooperativa sociale Lait di Ittiri. All’incontro ha partecipato anche la neo assessora all’agricoltura Gabriella Murgia.

«Oggi abbiamo sentito i pastori, domani sentiremo associazioni di categoria, Consorsi di tutela e trasformatori – ha detto il presidente Pietro Maieli – vogliamo avere un quadro complessivo della situazione per poter mettere in campo al più presto azioni a sostegno del settore ovicaprino che in Sardegna conta oltre 18mila aziende.»

I rappresentanti dei pastori hanno sollecitato soluzioni rapide per affrontare la crisi e ottenere prezzi più remunerativi dalla vendita del latte.

Secondo l’MPS occorre mettere mano a una legge che regolamenti il sistema: «Il mercato è in mano ai trasformatori – ha detto Felice Floris – non è possibile che i rischi d’impresa siano scaricati solo sui produttori. Le eccedenze di produzione devono essere gestite da altri soggetti in modo da impedire azioni speculative. La nostra proposta è quella di una legge ad hoc per stabilire, una volta per tutte, regole certe e durature».

Secondo Andrea Cinus (Aspi), un ruolo fondamentale potrebbero svolgerlo le Op (organizzazioni di produttori): «La sovraproduzione di latte va indirizzata verso mercati esteri oppure verso una trasformazione diversificata del prodotto (pastorizzazione o polverizzazione del latte)».

Un contratto certo che stabilisca un prezzo annuale e distribuisca equamente vantaggi e rischi dell’andamento del mercato su pastori e trasformatori è stato invece chiesto dai rappresentanti dell’associazione Più Sardegna: «Non è possibile – ha sottolineato Arturo Marongiu – che ogni anno il prezzo del latte dipenda dalla volontà dei trasformatori. Si utilizzi lo stesso sistema presente nel mercato del latte vaccino».

Il movimento Pastori sardi autorganizzati, infine, ha sollecitato un azzeramento dei vertici dei Consorzi di tutela: «Sono governati da 30 anni dalle stesse persone – ha rimarcato Gianuario Falchi – serve un cambio di rotta. Devono essere i pastori a rappresentare la categoria. A guidare queste strutture serve un manager che studi i mercati e guidi la produzione».

Il vicepresidente della Commissione Gianfranco Satta (Progressisti) ha sollecitato una rapida chiusura del tavolo aperto dal Governo lo scorso 15 marzo: «Bene ha fatto la Commissione ad inaugurare un ciclo delle audizioni, i pastori, però, hanno bisogno di risposte rapide. Il tavolo aperto dal Governo deve dare un segnale».

Massimo impegno ha assicurato l’assessora Gabriella Murgia: «Sono al lavoro da pochi gironi ma stiamo  seguendo da vicino la vertenza per intervenire sulle criticità».

Al dibattito sono intervenuti i consiglieri Stefano Tunis (Sardegna 2OVenti) che ha auspicato la discussione, in tempi rapidi, della mozione da lui presentata per il rifinanzimento della legge 15, Eugenio Lai (Liberi e Uguali), Emanuele Cera (Forza Italia) e Franco Mula (Psd’Az).

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E’ stato costituito in Consiglio regionale il gruppo consiliare dei ”Progressisti”. Ne fanno parte Laura Caddeo, Maria Laura Orrù, Francesco Agus, Gianfranco Satta, Franco Stara, Antonio Piu, Diego Loi, e Massimo Zedda, che svolgerà in Consiglio un ruolo di coordinamento tra i gruppi di centrosinistra.

Il nuovo gruppo consiliare, uno tra quelli con il maggior numero di componenti in Consiglio, con Lega e PD, riunisce le esperienze degli eletti nelle liste di Campo Progressista Sardegna e delle liste civiche Noi la Sardegna, Futuro Comune e Sardegna in Comune che hanno partecipato alle regionali a sostegno della candidatura a presidente di Massimo Zedda.

E’ stato eletto all’unanimità capogruppo l’on. Francesco Agus, consigliere rieletto nel collegio di Cagliari, già presidente della I Commissione “Autonomia” nella XV legislatura.

«Il gruppo non nasce per ragioni “tecniche” – ha dichiarato l’on Francesco Agus al termine della riunione di Gruppo – visto che come è noto il regolamento consiliare favorisce la frammentazione, quanto per motivazioni politiche: da più parti, da anni, arrivano richieste affinché si lavori per grandi progetti unitari e propositivi e non alla formazione di piccole riserve in perenne conflitto interno.»

«Il gruppo dei “Progressisti” – aggiunge il neocapogruppo – nasce con questo spirito e con l’ambizioso obiettivo di contribuire al progetto di costruzione di una nuova coalizione di centrosinistra tanto in Sardegna e nelle sue realtà locali, quanto nel resto del Paese.»

Durante la prima riunione è stata completata anche la composizione dell’ufficio di presidenza del gruppo: il vicecapogruppo sarà l’on. Diego Loi mentre le funzioni di segretario saranno espletate dall’on. Maria Laura Orrù.

 

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Il sindaco di Carbonia, Paola Massidda, si trova a Bruxelles, insieme ad altri 9 primi cittadini di Comuni della Sardegna, tra i quali Giorgio Alimonda, sindaco di Portoscuso, per partecipare a un programma di formazione sulle politiche e le opportunità comunitarie per il territorio. Il viaggio è stato organizzato dal Cal (Consiglio autonomie locali) della Sardegna.

«La visita alle istituzioni comunitarie si sta rivelando particolarmente proficua, consentendoci di capirne a fondo i meccanismi di funzionamento, unitamente alle varie opportunità di finanziamento riservate agli enti locali – ha detto il sindaco di Carbonia Paola Massidda -. La capacità di intercettare i finanziamenti diretti europei risulta fondamentale per ovviare alle scarse risorse su cui le Amministrazioni pubbliche possono contare a causa di bilanci comunali sempre più contingentati».

I 10 amministratori locali sono partiti martedì 17 luglio alla volta della capitale belga, dove sono impegnati in una fitta serie di incontri e workshop con alti rappresentanti e funzionari delle istituzioni europee. Tra gli argomenti all’ordine del giorno: la questione dell’insularità della Sardegna; le politiche sociali, di formazione e cooperazione allo sviluppo.

In data odierna gli amministratori dei comuni della Sardegna hanno visitato il Parlamento europeo. Il ritorno in Sardegna è previsto per sabato 21 luglio.

Insieme al sindaco di Carbonia Paola Massidda e al sindaco di Portoscuso Giorgio Alimonda, sono presenti a Bruxelles; Salvatore Mattana, sindaco di Sarroch; Manuela Pintus, sindaco di Arborea; Franco Saba, sindaco di Ottana; Gianfranco Satta, sindaco di Tergu; Sabrina Sassu, sindaco di Cossoine; Pietro Giuseppe Sircana, sindaco di Oschiri; Gianfranco Soletta, sindaco di Thiesi; Robertino Uda, sindaco di Loceri. Il Cal Sardegna è rappresentato dal responsabile dell’Ufficio Segreteria, Luigi Mossa.

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Il Comitato regionale di coordinamento, nato con la legge istitutiva dell’Arpas (n.6/2006) – di cui oggi fanno parte il sindaco di Modolo, Omar Hassan, il sindaco di Tergu, Gianfranco Satta, e il sindaco di Baradili, Lino Zedda e, di diritto gli assessori della Difesa dell’Ambiente e della Sanità – ha dato via libera al “Programma di attività 2017-2019” e al Bilancio di previsione 2017-2019, proposti e illustrati dal direttore generale dell’Agenzia, Alessandro Sanna.
Aprendo i lavori del Comitato, l’assessore Donatella Spano ha sottolineato il ruolo di terzietà che l’Arpas ha sempre avuto, insieme all’indipendenza del ruolo nella tutela ambientale. «L’agenzia è cresciuta molto in questi tre anni – ha aggiunto Donatella Spano – e ha rafforzato la propria presenza sul territorio e nell’ambito nazionale». Il direttore generale, Alessandro Sanna, ha riassunto il lavoro fatto «con fatica, per le criticità legate alla carenza di personale, ma riuscendo ad ottenere risultati importanti. Stiamo lavorando per l’implementazione della rete, per la formazione nell’ambito della Protezione civile e previsione meteo, con il supporto nel 2016 per l’emissione di 38 avvisi di criticità. Abbiamo garantito la funzionalità della rete di monitoraggio della qualità dell’aria, attuato il programma di controlli sugli impianti soggetti ad autorizzazione integrata ambientale (AIA). Abbiamo raggiunto – ha concluso – uno degli obiettivi assegnatici dall’assessore, quello di essere presenti a livello nazionale: ripeteremo a Cagliari la Summer School con le agenzie di tutta Italia, a settembre, e ci è stato chiesto di organizzare la Water Conference».
Tra le attività svolte dall’Arpas nel corso del 2016 c’è stato il controllo degli impianti di depurazione, il presidio sui procedimenti riguardanti siti contaminati, il supporto alle ex Asl nella campagna di monitoraggio delle acque di balneazione, mentre i laboratori specialistici hanno lavorato a pieno regime per il controllo e la prevenzione della legionella e per quelli sull’amianto.
«Ora – ha detto l’assessora Spano – è importante recepire la legge 132 del 2016 che prevede l’istituzione del Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente, strumento che consente di prevedere aggiustamenti dell’organizzazione interna dell’Arpas e delle sue attività. Anche con il contributo del Comitato, procederemo con l’aggiornamento della legge regionale che ha istituito l’agenzia.»

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Si è svolta oggi la seduta congiunta del Consiglio regionale e del Consiglio delle autonomie locali (Cal) sullo stato delle autonomie locali della Sardegna.

Il presidente Gianfranco Ganau, in apertura di lavori, ha auspicato che l’incontro con il Cal segni l’avvio di un rapporto più stretto con il Consiglio regionale: «Perché una continua e corretta dialettica è alla base per un’adeguata gestione delle criticità che affliggono la nostra isola». Ganau ha proseguito ricordando la ormai imminente discussione in Aula della Legge stabilità 2017 ed ha evidenziato come la finanziaria sia chiamata a confronto con le emergenze della Sardegna che, ha proseguito il presidente, se non opportunamente affrontate “si ripercuotono sugli enti locali e i sindaci che rappresentano il riferimento diretto dei cittadini. «Le mancate risposte – ha spiegato Ganau – provocano gravissime tensioni sociali ed ai sindaci va tutta la nostra solidarietà e il nostro supporto».

Il massimo esponente dell’assemblea sarda ha poi ricordato ruolo e funzioni del Cal ed ha affermato che è necessaria la revisione della istitutiva del Consiglio delle autonomie locali (legge1/2005), in particolare per ciò che attiene i cosiddetti pareri («in caso di parere contrario, per esempio, bisognerebbe prevedere l’obbligo di ritorno in commissione del provvedimento per una nuova audizione ed una delibera motivata della commissione»).

Nella fase finale del suo articolato intervento, Gianfranco Ganau, ha posto l’accento sulle riforme della legislatura (principalmente sanità, enti locali e Forestas) e, soprattutto, sull’opportunità che queste siano condivise nei territori («la riforma sanitaria viene percepita come un’azione che sottrae servizi ai territori piuttosto che come efficientamento e miglioramento nella qualità dei servizi»).

«Siamo chiamati ad un confronto sulle criticità di sempre – ha spiegato il presidente – come il tema dell’insularità o quelli legati alla specificità della nostra terra che a causa della sua dispersione demografica non consente l’applicazione automatica di parametri nazionali». «Anche su questi temi – ha concluso Ganau – abbiamo l’obbligo di confrontarci per definire una piattaforma comune di riconoscimenti dovuti che sappia superare le differenze di appartenenza e rilanci la vertenza Sardegna».

Il presidente del Cal, Andrea Soddu, ha aperto il suo intervento con un messaggio di collaborazione e cooperazione con il Consiglio regionale ed ha affermato: «Vogliamo aprire una stagione di riflessione intorno ai temi cruciali per lo sviluppo della Sardegna ed aprire un dialogo serrato sulle questioni fondamentali per la crescita e il lavoro».

Il neo presidente del Cal ha quindi illustrato il “nuovo metodo di lavoro” adottato dal Consiglio delle autonomie e la costituzione di sette commissioni di lavoro (tra queste: trasporti, scuola, protezione civile, finanza locale, riforme della Regione) per “costruire una gamma di proposte da offrire al Consiglio regionale”.

Il primo cittadino di Nuoro ha insistito sulla volontà degli amministratori locali di voler risolvere i troppi problemi che affliggono l’Isola ed ha auspicato un progetto di riforma strutturale della Regione secondo i principi di sussidiarietà, efficienza e adeguatezza. «La Regione così come è – ha dichiarato il numero uno del Cal – è malata di centralismo e dopo la legge di riordino degli Enti locali attendiamo la legge di riforma della Regione».

In conclusione del suo intervento il sindaco di Nuoro ha auspicato un “ripensamento delle risorse”: «I Comuni sono ormai in brache di tela e in alcuni casi sono persino impossibilitati a pagare gli stipendi».

Il sindaco di Padru, Antonio Satta, ha ricordato ruolo e funzioni dei Comuni («sono l’ossatura della democrazia nel nostro paese e meritano attenzione particolare», nonché le difficoltà dei sindaci («devono amministrare la disperazione»).
Il leader Upc nell’Isola ha quindi auspicato un incremento delle risorse destinate al sistema degli Enti Locali e l’apertura dei cosiddetti nuovi “spazi finanziari” («nonostante gli sforzi gli stanziamenti non sono sufficienti e arrivati a marzo dobbiamo ricevere ancora parte dei fondi del 2016»). «La Sardegna – ha concluso Satta – ha bisogno di più risorse per crescere e per sostenere il cambiamento».

La sindaca di Fonni, Daniela Falconi, ha definito il Comune “come l’osservatorio privilegiato sulla vita delle persone che permette agli amministratori di toccare con mano ogni singolo dolore e ogni singola gioia delle persone amministrate”. «Dalle nostre decisioni – ha aggiunto – dipende il futuro delle persone che amministriamo e gli attentati agli amministratori rischiano però di uccidere le forme libere di impegno pubblico nelle nostre comunità».

Falconi è entrata quindi nello specifico di temi e situazioni che decisi dalla Regione hanno ripercussioni “devastanti” nei territori e nelle comunità dell’isola. «Nel mio paese – ha dichiarato – con l’Asl unica 100 paziente psichiatrici non hanno più assistenza ed è evidente quanto si destabilizzante per l’esistenza di centinaia di miei compaesani».

Daniela Falconi ha quindi rivolto il primo appello al Consiglio: «Prima di votare un provvedimento accertatevi quali siano le ricadute sociali ed umane nei territori della Sardegna» e delle zone interne («il crollo demografico nei nostri paesi deve essere contrastato con politiche fiscali nuove e politiche che tengano contro delle peculiarità dei nostri territori»). «La Sardegna – ha dichiarato Falconi – non esiste senza Cagliari e senza Sassari ma non esisterebbe senza i suoi paesi». La sindaca ha quindi concluso il suo intervento auspicando una modifica della legge di riordino degli Enti che tenga conto degli esiti referendari sul mantenimento delle province: «Basta gestioni commissariali, si convochino le elezioni».

Il sindaco di Sarroch, Salvatore Mattana non ha nascosto il rammarico per le aspettative tradite in ordine all’istituzione del Cal («non esercita come dovrebbe il suo ruolo») ed ha definito le Autonomie locali “la spina dorsale del Paese e il primo interlocutore dei cittadini”.

Mattana ha evidenziato le difficoltà finanziarie e di bilancio delle amministrazioni locali («col pareggio di bilancio il sistema è ancora più rigido e si blocca l’avanzo di amministrazione») ed ha chiesto al Consiglio regionale che siano ripristinati gli stanziamenti (8 milioni di euro) sul fondo unico degli Enti locali. Il primo cittadino di Sarroch ha concluso con l’invito alla Regione perché sia “sanata” la mancata partecipazione del Cal alla conferenza delle Regioni.

Il sindaco di Tergu, Gianfranco Satta, ha denunciato la progressiva riduzione di risorse e competenze per il Cal ed ha elencato una serie di criticità nei rapporti con la Regione anche per ciò che attiene lo scarso “peso” attribuito alle Autonomie locali in seno ad Area e Forestas. «È necessario invertire la rotta – ha dichiarato Satta – e garantire il protagonismo del Cal nella programmazione territoriale e nel piano di sviluppo rurale».

«Non mettete i territori gli uni contro gli altri – ha insistito il primo cittadino – è dal 1990 che leggo nei i documenti per lo sviluppo dei territori il riferimento all’integrazione tra costa e interno, per questo affermo che bisogna prevedere opportune premialità per chi persegue tali obiettivi nella costituzione degli ambiti territoriali ottimali».

Il presidente del Cal Andrea Soddu, intervenendo in sostituzione del Sindaco di Padru Antonio Satta che aveva preso la parola in precedenza, ha manifestato la preoccupazione dei Sindaci per i problemi del personale di Forestas «per la situazione che si sta venendo a creare anche in prospettiva della prossima stagione antincendi». Abbiamo chiesto, ha ricordato, «un incontro con l’assessore dell’Ambiente ed i capigruppo che non è avvenuto, ma vogliamo ribadire che ci teniamo molto a dire la nostra e confrontarci con il Consiglio, ascoltando sia le preoccupazioni dei lavoratori che quelle dei territori». Colgo l’occasione, ha concluso il presidente del Cal, «per esprimere solidarietà e vicinanza al Sindaco di Sorso Giuseppe Morghen, componente del Cal, perché stanotte è stata data alle fiamme la porta di ingresso del Comune, ennesimo attentato che richiama alla nostra attenzione il problema della sicurezza e della legalità nelle nostre comunità».

Il presidente del Consiglio Ganau, a nome dell’Assemblea, ha espresso al Sindaco di Sorso la solidarietà del Consiglio regionale.

Aprendo la serie degli interventi dei consiglieri regionali, il capigruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha detto che «i temi sottoposti dai sindaci all’attenzione del Consiglio sono il segnale importante di un malessere profondo, per cui va senz’altro raccolto l’appello a fare fronte comune, anche se emerge la mancanza di una idea comune della Sardegna, che deve vedere il Cal protagonista come seconda istanza istituzionale dell’isola». Manca una visione comune, ha ribadito Dedoni, «una idea guida, sostenuta a nome di tutta la Sardegna al di là degli schieramenti nei confronti dello Stato, a cominciare dal problema delle entrate; questo deve essere il tema centrale della battaglia dell’unica grande isola del Mediterraneo, del suo sviluppo, di una crescita che riesca ad includere giovani, famiglie ed imprese». No alle guerre fra schieramenti e governi regionali di questo o quel colore, ha concluso esponente dei Riformatori, «perché il risultato reale è che i problemi che abbiamo di fronte sono sempre gli stessi, invece dico sì alla leale collaborazione fra istituzioni autonomistiche».

Per il Psd’Az il capogruppo Angelo Carta ha detto di non essere interessato «ad un rito che si ripete uguale a se stesso, dato che la Costituzione indica ruoli e competenze delle istituzionali regionali e locali e forse, quando si è fatta la riforma in Sardegna, si è tralasciato proprio l’aspetto organizzativo e del ruolo degli Enti locali». Non esiste autonomia senza autonomia finanziaria, ha sostenuto Carta, «e ciò è accaduto perché, sotto questo profilo, la Regione si è comportata esattamente come lo stato nei confronti della Regione, con Province e Comuni pieni di progetti che poi rimangono lettera morta perché non si riesce a realizzarli, se non attraverso i bandi dove qualcuno fa la parte del leone e gli altri rimangono a bocca asciutta». Questa, ha terminato, «è la violazione più evidente del principio di sussidiarietà ed insieme la chiave per far ripartire lo sviluppo della Sardegna».

Daniele Cocco, capogruppo di Sel, ha detto, rivolgendosi ai sindaci, di non volersi trovare nelle loro condizioni pur essendo un sindaco «ed ha ragione il sindaco di Fonni Daniela Falconi sulle zone interne, io stesso credevo che con la riforma avessimo cominciato a risolvere i problemi dei territori sancendo i principi della sussidiarietà e della perequazione fra aree diverse ma ancora i risultati non si vedono». Però, ha osservato, «a questi problemi non può rispondere solo la Regione, tutti dobbiamo aprire una nuova vertenza con lo Stato per avere le risorse che ci spettano, altrimenti non potremo concretamente rispondere alle domande che i rappresentanti delle autonomie hanno posto con forza». Oggi sono qui alcuni lavoratori demansionati di Forestas, ha concluso Cocco, «per una decisione del vertice dell’Agenzia; incontriamoci dopo la seduta con il Cal perché il problema è davvero urgente, abbiamo completato le audizioni ed ora dobbiamo decidere perché i cantieri sono fermi in tutta la Sardegna».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, dopo aver ricordato l’esito del referendum del 4 dicembre scorso, ha sostenuto che «anche la riforma degli Enti locali varata dal Consiglio regionale contiene profili di incostituzionalità ed accanto a questi temi c’è l’urgenza di ricostituire gli enti territoriali intermedi fra Regione e Comuni, perché Città metropolitana e unioni dei Comuni sono organismi senz’anima e non in grado di perseguire l’interesse generale; c’è in altre parole un disordine istituzionale che crea una gravissima incertezza ed allontana le istituzioni dai cittadini, anche per i tagli pesantissimi delle risorse che non consentono di assicurare i servizi di pubblica utilità, per cui la Sardegna ha bisogno di una vera riforma».

Il presidente del gruppo Cps Pierfranco Zanchetta ha affermato che «le istanze dei sindaci della Sardegna sono condivisibili compresa la bacchettata che richiama l’attenzione del Consiglio su una certa mancanza di sensibilità istituzionale e non solo di risorse; dobbiamo fare di più per i Comuni della Sardegna ma l’Aula del Consiglio non deve mai diventare il luogo del conflitto, piuttosto quello da cui parte una rivendicazione forte della Sardegna nei confronti dello Stato per il riconoscimento reale dello status di insularità e della nostra specificità». Neve mare e montagne sono risorse di tutta la Sardegna, ha aggiunto citando l’intervento del sindaco di Fonni, «e su questo dobbiamo tutti lavorare, la recente riforma va consolidata e potenziata ma non basta; i territori vanno ascoltati, a cominciare dalla Gallura che ha chiesto un riconoscimento istituzionale non per tornare indietro ma per andare avanti verso la costituzione della provincia del nord est».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha dichiarato che «in questo periodo stanno arrivando al pettine molti nodi che toccano da vicino gli Enti locali e le loro risorse e bisogna chiedersi se ciò dipende dallo Stato o dalla Regione». La Sardegna in particolare, ha detto Congiu, «è l’unica nel cui ordinamento è presente il fondo unico per gli Enti locali e nella stessa riforma degli Enti locali è stato inserito il principio della perequazione fra territori, anche questo unico nel panorama nazionale; sono due segni di attenzione della Regione verso i Comuni, attenzione che possiamo migliorare ma con attenzione ai dati reali nell’ottica di un ragionamento complessivo fra parti dello stesso sistema perché la vera controparte non può che essere lo Stato e, da questo punto di vista, auspico che si apra davvero una stagione nuova».

Il consigliere Pietro Cocco, capogruppo del Pd, ha ricordato che «quando si decise di istituire il Cal fu per rendere partecipi i Comuni dell’attività delle istituzioni autonomistiche come secondo organo costituzionale e, quanto alla retorica, possiamo evitarla se tutti svolgiamo fino in fondo il loro ruolo, in una dialettica che può essere anche forte in qualche caso, ma orientata all’interesse generale». Per amore di verità, ha continuato Cocco, «bisogna riconoscere che la Regione trasferisce 620 milioni l’anno ai Comuni attraverso il fondo unico, fatto senza precedenti in Italia, oltre a trasferimenti su servizi sociali nell’ordine di 350/400 milioni l’anno, cifra che ci vede al quarto posto al livello nazionale». Abbiamo preso l’impegno di fare importanti riforme in questa legislatura, alcune le abbiamo fatte come quella degli Enti locali ed altre le stiamo concludendo, come quella della sanità sulla quale ci confronteremo nel merito per dare vita ad una nuova rete ospedaliera che garantisca lo stesso livello di servizi a tutti i sardi».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha sostenuto che «dal dibattito è emerso un dato inconfutabile, lo stato pessimo del rapporto fra Regione ed Enti locali, così come è inconfutabile la scarsa attenzione verso il Consiglio delle autonomie locali, forse perché ci siamo abituati ad esercitare un ruolo, dimenticando il Cal quando si è trattato di partecipare al procedimento legislativo». La Regione, ha protestato Pittalis, «accentra ruoli e funzioni e si comporta come fa lo Stato con la Regione, riproducendone gli stessi vizi, infatti nella realtà il ruolo degli Enti locali nella programmazione è inesistente e la Regione, come ha fatto nell’emergenza neve, ha fatto lo scaricabarile». Abbiamo salutato con favore l’elezione del Sindaco di Nuoro Soddu alla presidenza del Cal anche per il metodo, ha concluso il capogruppo di Forza Italia, «ma questo non deve farci dimenticare che prima questo organismo aveva una posizione supina rispetto alla Regione». Riferendosi infine alla vicenda dei lavoratori di Forestas, Pittalis ha accusato la maggioranza di «girare intorno ai problemi, come sull’immigrazione e la protezione civile, invece i problemi bisogna aggredirli altrimenti, dopo questa riunione, tutti torneremo a casa e le cose saranno rimaste tali e quali».

A nome della Giunta l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu ha ricordato l’importante volume di risorse che la Regione trasferisce agli Enti locali. Il fondo unico 2016, ha detto, «è stato pagato per l’80% più tutti i residui degli anni precedenti per un totale di circa 800 milioni di euro che consentiranno alle amministrazioni locali di superare gli annosi problemi di liquidità». Dopo il documento dei Sindaci dell’11 novembre scorso in cui si manifestava preoccupazione per i numerosi cantieri bloccati a causa dell’introduzione del bilancio armonizzato che indubbiamente ha rallentato la macchina amministrativa, Erriu ha fatto cenno alla «battaglia comune contro il taglio delle risorse agli enti intermedi che la Regione ha vinto grazie al lavoro di squadra fatto con le rappresentanze degli Enti in conferenza unificata». Contesto invece la lettura negativa dello stato di attuazione della riforma, ha proseguito Erriu, «una legge fondamentale che dà grande ruolo ai comuni; è vero che ci sono ritardi ma non solo della Regione, ci sono Unioni che sono più avanti, lavorano, gestiscono funzioni e risorse, ed altre che sono in ritardo, ma la conferenza Regione-Enti locali ha lavorato praticamente ogni settimana su moltissime partite aperte di enorme importanza come banda ultra larga, zone interne, sicurezza e legalità». Quanto alle province, ha affermato ancora Cristiano Erriu, «bisogna ridare voce alla democrazia di secondo livello e lo faremo subito dopo il turno delle amministrative, per far funzionare meglio i territori anche nella prospettiva di una regionalizzazione della finanza locale che rivendicheremo nei confronti dello Stato, sul piano generale per avere le risorse necessarie per fare fronte alle spese correnti e svolgere le funzioni fondamentali, e su problematiche particolari come l’Imu e le concessioni demaniali il cui gettito deve restare in Sardegna».

L’assessore della Programmazione Raffaele Paci, in apertura, ha riconosciuto che «il superamento del patto di stabilità e lì introduzione del bilancio armonizzato hanno rallentato l’azione della macchina amministrativa regionale che ora però sta recuperando mentre, nel tavolo col governo, si sta affrontando il grande tema della regionalizzazione della finanza locale, battaglia importante dell’autonomia sulla quale siamo tutti d’accordo perché in concreto i vincoli della Regione si riversano poi sui Comuni, anche in Sardegna abbiamo introdotto sono forti devoluzioni verso la periferia». Il governo regionale, ha proseguito Paci, «è impegnato anche nella battaglia su accantonamenti come seconda fase di vertenza entrate e puntiamo ad una risposta importante perché senza queste risorse non si riesce a rispondere ai territori». Per quanto riguarda la programmazione territoriale, l’assessore ha affermato che «copre quasi tutta la Sardegna e sta dando buoni risultati con progetti di qualità sullo sviluppo locale, soprattutto su aree interne e in coerenza con le vocazioni del territori, completando la ricucitura fra coste ed aree interne». Rivolgendosi infine al Cal, Raffaele Paci ha definito molto positiva l’elezione dei nuovi vertici, assicurando che la Giunta recepirà per intero le istanze di collaborazione e maggiore rappresentanza che le sono state sottoposte.

Conclusa la riunione congiunta con il Cal, il Consiglio è passato, in seduta ordinaria, all’esame della proposta di modifica della legge n.25 del ’98 (Organizzazione e funzionamento delle compagnie barracellari), arrivata in aula con procedura d’urgenza ai sensi dell’articolo 102 del Regolamento interno.

Non essendoci iscritti a parlare, il presidente Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato dall’Aula.

Il presidente ha quindi aperto la votazione del testo della legge, composto da un solo articolo, che è passato all’unanimità (43 voti su 43 votanti).

Il provvedimento approvato dall’Assemblea interviene sul comma 6 dell’art. 13 della legge 25/1998  stabilendo che ogni componente delle compagnie barracellari riveve una patente vidimata dal sindaco secondo modalità indicate con decreto assessoriale. Con lo stesso decreto, inoltre, si disciplinano,  nel rispetto del divieto di assimilazione a quelle militari, le caratteristiche delle uniformi e degli elementi identificativi da apporre su mezzi e strumenti operativi degli addetti al servizio barracellare.

Chiuso l’esame della proposta di legge, il presidente Gianfranco Ganau ha dichiarato chiusa la seduta e convocato la Conferenza dei capigruppo.

Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

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Gianfranco Ganau Q

Domani, alle 11.00, nell’aula del Consiglio regionale si insedierà il Consiglio delle autonomie locali. Una volta insediato, si procederà con l’elezione del nuovo presidente.

Ricordiamo che i 28 componenti del Consiglio sono stati eletti un mese e mezzo fa. Tra gli eletti ci sono anche i presidenti degli enti locali sovra comunali di rilievo costituzionale, qualora in carica; il sindaco di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano e alternativamente i primi cittadini dei comuni di Carbonia o Iglesias , Sanluri o Villacidro, Lanusei o Tortolì; Olbia o Tempio (così come da modifiche intervenute con la legge n. 15 del 29 giugno 2016).

Sono entrati a fare parte dell’organismo istituito con la legge n. 1 del 17 gennaio 2005, per garantire la partecipazione degli enti locali ai processi decisionali regionali di loro diretto interesse, quattro sindaci eletti nel collegio unico regionale per i comuni con popolazione superiore ai 10mila abitanti: Stefano Delunas (Quartu), Giuseppe Morghen (Sorso), Tomaso Locci (Monserrato) e Pietro Paolo Piras (Terralba) e 24 sindaci eletti nei rispettivi collegi di appartenenza.

Nel collegio di Sassari gli eletti per i comuni al di sotto dei tremila abitanti sono: Gianfranco Satta (Tergu) e Sabrina Sassu (Cossoine) mentre per i comuni con popolazione compresa tra i 3.001 e 10mila abitanti l’eletto è Gianfranco Soletta (Thiesi).

Collegio Carbonia Iglesias: gli eletti per i comuni sotto i 3mila abitanti sono Laura Cappelli (Buggerru) e Mariano Cogotti (Piscinas) mentre per i comuni tra i 3.001 e 10mila abitanti l’eletto è Giorgio Alimonda (Portoscuso).

Collegio di Nuoro: gli eletti per i comuni sotto i 3mila abitanti Franco Saba (Ottana) e Gianluigi Littarru (Desulo) mentre per i comuni tra i 3.001 e 10mila abitanti l’eletta è Daniela Falconi (Fonni).

Collegio di Lanusei-Tortolì: gli eletti per i comuni sotto i 3mila abitanti sono Roberto Uda (Loceri) e Franco Tegas (Talana) mentre per i comuni tra i 3.001 e 10mila abitanti l’eletto è Salvatore Corrias (Baunei).

Collegio Sanluri-Villacidro: gli eletti per i comuni sotto i 3mila abitanti sono Francesco Cotza (Villasalto) e Fernando Cuccu (Villamar) mentre per i comuni tra i 3.001 e 10mila abitanti l’eletto è Roberto Montisci (Sardara).

Collegio di Oristano: gli eletti per i comuni sotto i 3mila abitanti sono Anita Pili (Siamaggiore) e Lino Zedda (Baradili) mentre per i comuni tra i 3.001 e 10mila abitanti l’eletta è Manuela Pintus (Arborea).

Collegio Olbia-Tempio: gli eletti per i Comuni sotto i 3mila abitanti Antonio Tirotto (Aglientu) e Antonio Satta (Padru) mentre per i comuni tra i 3.001 e 10mila abitanti l’eletto è Pietro Sircana (Oschiri).

Collegio di Cagliari: gli eletti per i Comuni sotto i 3mila abitanti sono Stefano Soro (San Nicolò Gerrei) e Alessandra Corongiu (Villa San Pietro) mentre per i comuni tra i 3.001 e 10mila abitanti l’eletto è Salvatore Mattana (Sarroch).

Il presidente uscente è l’ex sindaco di Carbonia Giuseppe Casti, dimessosi contestualmente all’elezione del nuovo Consiglio.