22 November, 2024
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E’ acceso il dibattito sui temi ambientali, a Villacidro, dopo che con deliberazione n. 13/32, lo scorso 13 marzo, la Giunta regionale ha formalizzato l’acquisizione della discarica di Iglesias da parte del Consorzio industriale provinciale di Cagliari – CACIP.

«In questo modo Iglesias sostituirà Villacidro come destinataria dei rifiuti del sud Sardegna e, presumibilmente, delle ceneri dell’inceneritore di Macchiareddu – scrive in una nota l’assemblea permanente di Villacidro -. Con quest’operazione, con la quale si è posata una pietra tombale sulla realizzazione del terzo modulo di Villacidro, Governo Sardo e CACIP si scrollano di dosso due fastidiosi problemi: il primo dovuto alle carenze progettuali e ai vizi procedimentali legati alla gara d’appalto per la realizzazione del terzo modulo a Villacidro, e l’altro, non meno importante, rappresentato dalla comunità sollevatasi contro le ingerenze e l’arroganza degli amministratori politici, responsabili di voler risolvere la vertenza rifiuti esclusivamente attraverso la banale realizzazione di enormi e costosi vasconi in cui riversare l’impensabile.»

«Da anni, senza sottrarci alle nostre responsabilità, rivendichiamo il diritto di essere partecipi nei processi decisionali del nostro territorio – aggiunge l’assemblea permanente di Villacidro -. All’imposizione della mega discarica abbiamo sempre risposto in maniera decisa con la pretesa di studiare soluzioni alternative, da tempo disponibili e oggi largamente collaudate, per il trattamento e la separazione spinta dei rifiuti per il recupero della materia utile e l’ottenimento del minimo impatto ambientale. La megadiscarica sarebbe stata comunque sovradimensionata, anche prescindendo dalle valide soluzioni alternative. I numeri del piano regionale dei rifiuti non sono mai tornati, non tornano i numeri per i due inceneritori, abbondantemente sovradimensionati, e non tornano i numeri per i volumi delle discariche, ingiustificabili agli occhi di chiunque non consideri la matematica una mera opinione.»

«Se da una parte possiamo ritenerci soddisfatti per aver evitato la realizzazione di un mega mostro, dall’altra non possiamo che denunciare le gravi colpe e l’irresponsabilità del governo sardo, della Giunta di Villacidro e del presidente del consorzio industriale di Villacidro – sottolinea ancora l’assemblea permanente di Villacidro –. Che fine faranno ora i dipendenti della Villaservice? Perché come è vero che la megadiscarica non è da farsi, è altrettanto vero che quei posti di lavoro possono e devono essere salvati e valorizzati; e la politica ha la responsabilità di farsi carico dei lavoratori, con soluzioni, in questo caso, largamente alla loro portata. E invece hanno preferito temporeggiare, insistendo nella linea intrapresa, e mentire, facendo finta di voler ascoltare e addirittura farsi portavoce delle istanze territoriali.»

«Noi proseguiremo la nostra battaglia, e ci batteremo affinché Iglesias non diventi una nuova pattumiera, non siamo infatti dell’avviso che i problemi altrui non ci riguardino – conclude l’assemblea permanente di Villacidro -. E ci continueremo a battere affinché a Villacidro si realizzino gli impianti di trattamento e separazione spinta dei rifiuti, trovando sistemazione o nuova collocazione per i dipendenti della Villaservice.»

    

Palazzo Regio Cagliari 1

E’ stato costituito lo scorso 7 luglio, a Cagliari, l’#Osservatorio Sardo Riforme Istituzionali.

Alla costituzione dell’organismo si è pervenuti a seguito dell’iniziativa delle associazioni culturali #Fondazione Sardinia, #Carta di Zuri e #Sardegna Soprattutto, che hanno promosso a Cagliari, palazzo viceregio, il recente seminario-convegno “Est ora, move(m)us”, nelle due giornate del 9 e del 23 giugno u.s.

All’Osservatorio aderiscono liberamente singoli cittadini, tra i quali parlamentari sardi, consiglieri regionali, operatori politici, sociali e culturali di diverse associazioni e gruppi.

L’Osservatorio si propone di monitorare costantemente quanto accade nel Parlamento italiano in materia di riforme istituzionali, paventando e contrastando il pericolo della perdita della nostra specialità sarda e dello svuotamento del nostro statuto autonomistico.

I partecipanti opereranno informandosi e informando su quanto sta avvenendo, valutando le possibili conseguenze e decidendo le eventuali iniziative di contrasto.

Il lavoro dell’Osservatorio, senza preclusioni di sorta, giacché riguarda tutti i sardi, corrisponde e dà seguito all’urgenza segnalata dalla commissione regionale Autonomia nel documento del 26 giugno 2014 e intende fornire uno strumento utile alle finalità da esso proposte.

Già nella prima riunione costitutiva sono state segnalate alcune iniziative possibili:

• riunione solenne dei parlamentari sardi tra loro e con il Consiglio regionale;

• riunione solenne dei parlamentari e consiglieri sardi coi parlamentari e coi consiglieri delle altre regioni a statuto speciale;

•creazione di una rete tra tutti i soggetti interessati, compresi i canali informatici;

• diffusione dell’informazione in materia sia attraverso la stampa e i media locali, come avviene in altre regioni a statuto speciale, e attraverso internet;

• riunioni periodiche dell’Osservatorio e promozione di incontri pubblici.

All’Osservatorio hanno aderito al momento i parlamentari Roberto Cotti, Michele Piras e Pierpaolo Vargiu, i consiglieri regionali Gavino Sale e Paolo Zedda, i sindaci Piersandro Scano (Villamar) e Guido Tendas (Oristano), insieme a operatori politici, sociali e culturali di diverse associazioni e gruppi come Gianluca Argiolas, Bachisio Bandinu, Vito Biolchini, don Pietro Borrotzu, Mario Carboni, Nello Cardenia, Salvatore Cubeddu, Bustianu Cumpostu, Federico Francioni, Enrico Lobina, Piero Marcialis, Pierluigi Marotto, Piero Marras, Monica Mascia, Valerio Medda, Mario Medde, Franco Meloni, Giacomo Meloni, Vincenzo Migaleddu, Nicolò Migheli, Luigi Mossa, Giancarlo Nonnis, Fabrizio Palazzari, Lorenzo Palermo, Oreste Pili, Vindice Ribichesu, Michele Schirru, Carlo Serra.