22 November, 2024
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E’ stato firmato ieri sera nella sala Giunta di Viale Trento, dall’assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci, con la presidente dell’Unione Lucia Meloni e i sindaci del territorio coinvolto (Barrali, Dolianova, Donori, Serdiana, Settimo San Pietro, Soleminis), il primo progetto della nuova Programmazione Territoriale della Regione, presentato dall’Unione di Comuni Parteolla-Basso Campidano, per il quale sono stati stanziati quattro milioni di euro.
Trecentomila euro sono subito disponibili per la creazione di un Club di prodotto ovvero di una rete di imprese che lavori a un’offerta turistica, enogastronomica, esperienzale ed escursionistica ben definita. L’obiettivo del progetto, finanziato con soldi europei, è infatti incrementare la competitività turistica del territorio, puntando sulle eccellenze locali, trasformandole in una leva per promuovere l’intero sistema economico territoriale e aiutando le imprese a imporsi sui mercati nazionali e internazionali.
Alla firma del progetto erano presenti anche gli imprenditori Sandro Murgia delle Cantine Dolianova e Vittorio Tomasiello di Argiolas formaggi.
«Un progetto di sviluppo locale estremamente interessante, nel quale le imprese del territorio sono coinvolte dal primo momento e che punta molto sulle eccellenze dell’agroalimentare locale – ha detto il vicepresidente della Regione -. Intorno a queste eccellenze, a questi valori della cultura locale si costruisce un percorso di ricettività, di ristorazione, di capacità del territorio di crescere e svilupparsi. Questa è esattamente l’essenza della nostra programmazione territoriale: i territori propongono, la Regione valuta e in tempi brevi si arriva alla firma e al finanziamento. Questo progetto sicuramente porterà un valore aggiunto al territorio e darà anche ai giovani l’opportunità di avere possibilità di lavoro. Non stiamo finanziando una serie di infrastrutture e opere pubbliche ma proposte concrete che puntano allo sviluppo economico del territorio, che si fa con le imprese che sanno stare sul mercato. È questa la scommessa che portiamo avanti oggi.»
Il direttore del Centro Regionale di Programmazione, Gianluca Cadeddu, sottolinea l’originalità della proposta del Parteolla-Basso Campidano. «Di progetti ne ho visti molti in questi anni, e questo è davvero diverso dagli altri. Amministratori e imprenditori locali sono ben consci delle potenzialità del loro territorio, sono concentrati sul progetto e puntano molto su questo per rilanciarne l’economia». Un territorio «dalle enormi potenzialità con una concentrazione di imprese molto valide che sono delle vere e proprie eccellenze a livello regionale e una percentuale di residenti in età lavorativa molto alta, intorno al 72% – ha detto Lucia Meloni, nella doppia veste di presidente dell’Unione e sindaco di Donori -. Abbiamo firmato questo progetto in tempi brevissimi, ora siamo pronti a partire».
I prossimi accordi di programma che si avviano alla chiusura sono quelli con le Unioni di Comuni Ogliastra, Parte Montis e Alta Gallura, che vanno ad aggiungersi a quello dell’Alta Marmilla finanziato con la Strategia nazionale per le aree interne e ai tre Interventi Territoriali Integrati da 15 milioni ciascuno per Cagliari, Sassari e Olbia.
Programmazione Territoriale

 

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Raffaele Paci 4
L’assessore regionale della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci, ha partecipato stamane al workshop organizzato a Cagliari dal Banco di Sardegna, nel quale sono stati illustrati i risultati ottenuti durante i tre anni di attività dal Fondo di sviluppo urbano Jessica, iniziativa congiunta della Commissione Europea e della Banca Europea per gli investimenti, che mettendo in campo 33 milioni di euro grazie all’effetto moltiplicatore del Fondo ha permesso di finanziare 10 progetti per un valore complessivo di opere pari a 112 milioni di euro circa.

«Quello di oggi è un segnale importante – ha detto Raffaele Paci -, dimostra che quando si mettono in campo strumenti innovativi come Jessica le risposte ci sono da parte delle imprese e dei Comuni. La Regione, da parte sua, sta facendo il possibile per accompagnare le imprese e in generale l’economia sarda in questa fase di ripresa.»
Al workshop, con l’assessore Paci, hanno partecipato il presidente del Banco di Sardegna Antonello Arru, il direttore generale Giuseppe Cuccurese, il capo divisione Infrastrutture Energia e Settore Pubblico della Banca europea per gli investimenti Andrea Tinagli, il direttore del Centro regionale di Programmazione Gianluca Cadeddu e il direttore generale della Pianificazione urbanistica, territoriale e della vigilanza edilizia Elisabetta Neroni.
La Regione ha attivato Jessica nel 2011 come progetto pilota: gli interventi finanziati hanno riguardato servizio pubblico locale, miglioramento della mobilità urbana sostenibile, recupero del patrimonio architettonico.
«Stiamo rafforzando questi strumenti di ingegneria finanziaria aprendoli anche ad altri settori. Il principio del fondo di rotazione supera la vecchia idea del fondo perduto e punta sulla restituzione, il che dà anche agli attori interessati molta più autonomia, perché non sono più dipendenti dal contributo regionale. Vale per le imprese ma anche per i Comuni, che hanno così un’occasione importante per essere protagonisti di un’altra sfida. La prossima fase di programmazione prevede di estendere il fondo Jessica agli attrattori ambientali culturali e turistici, punti forti della Sardegna, ma anche di puntare su altri strumenti finanziari a favore dell’alta tecnologia che stiamo mettendo in campo. I segnali della ripresa ci sono – ha concluso il vicepresidente della Regione -. Ora bisogna cavalcare questi segnali e rafforzarli, e uno dei modi per farlo è immettere liquidità nel mercato.»

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Nella giornata di mercoledì 22 luglio, alle ore 9,30, nell’Auditorium del Banco di Sardegna in viale Bonaria 33 a Cagliari (8° piano), si terrà un workshop finalizzato ad illustrare i risultati ottenuti durante i tre anni di attività dal Fondo di Sviluppo Urbano Jessica Sardegna lotto 1 (FSU), gestito dall’Ufficio Finanza d’Impresa e Crediti Speciali del Banco di Sardegna, con l’ausilio di Sinloc S.p.A., in qualità di advisor tecnico.

Lo strumento Jessica (Joint European Support for Sustainable Investment in City Areas) è un’iniziativa congiunta della Commissione Europea e della Banca Europea per gli Investimenti (BEI), per la promozione di strumenti di ingegneria finanziaria, quali i Fondi di Sviluppo Urbano finanziati attraverso le risorse F.E.S.R. (Fondi Europei di Sviluppo Regionale) al sostegno di interventi di sviluppo urbano sostenibile nelle città europee. Nel 2011 la Regione Autonoma della Sardegna ha attivato Jessica come Progetto Pilota.

Nel mese di luglio 2012 il Banco di Sardegna SpA ha sottoscritto con la Banca Europea per gli Investimenti un contratto per la gestione del Fondo dedicato alla Riqualificazione Urbana attraverso una dotazione di 33 milioni di Euro a valere su risorse dell’ASSE V – Sviluppo Urbano del POR FESR Sardegna 2007-2013.

Grazie all’ effetto moltiplicatore del Fondo sono stati finanziati progetti per un valore complessivo di opere pari a circa 112 milioni di euro attraverso la concessione di finanziamenti ad imprese ed Enti pubblici e mediante operazioni di project financing, nella forma sia di senior loan, sia di investimento nel capitale di rischio delle società veicolo.

Gli interventi finanziati hanno riguardato opere destinate alla valorizzazione del servizio pubblico locale, al miglioramento della mobilità urbana sostenibile, al recupero del patrimonio architettonico esistente, al miglioramento dell’attrattività turistica dei centri urbani ed al sostegno dell’inclusione sociale.

Il Banco di Sardegna, in collaborazione con la Regione Autonoma della Sardegna, la Banca Europea per gli Investimenti e l’advisor tecnico Sinloc SpA, illustreranno il progetto JESSICA ed i risultati raggiunti in questa prima fase.

Nell’occasione verranno raccolte le testimonianze dei beneficiari delle risorse Jessica e saranno approfondite le prospettive di sviluppo del FSU, considerato dalla BEI un esempio di “best practice” in Italia.

Interverranno come relatori: il Direttore Generale del Banco di Sardegna, Giuseppe Cuccurese; l’assessore regionale della Programmazione, Raffaele Paci; il Capo Divisione Infrastrutture, Energia e Settore Pubblico della Banca Europea per gli Investimenti, Andrea Tinagli; l’Amministratore Delegato della Sinloc SpA, Antonio Rigon; il Responsabile Operativo del Fondo JSA Lotto 1, nonché Responsabile dell’Ufficio Finanza d’Impresa e Crediti Speciali del Banco di Sardegna, Paola Del Fabro; il responsabile dell’Autorità di Gestione del POR FESR, Gianluca Cadeddu; il Direttore Generale della pianificazione urbanistica territoriale e della vigilanza edilizia della Regione, Elisabetta Neroni; il Capo Unità Strumenti Finanziari, Dipartimento Mare Adriatico di BEI, Andrea Bua. 

Sede Banco di Sardegna Cagliari 6

E’ in corso di svolgimento, a Cagliari, il CLab (ContaminationLab dell’Università di Cagliari). Oggi, la seconda giornata evidenzia il rafforzamento dei legami e delle sinergie con enti e aziende pubbliche e private. “Cagliari ha la leadership dei percorsi innovativi in ambito nazionale. Siamo riusciti a creare un circuito virtuoso che aggrega e amplia le opportunità di successo per i nostri allievi” dice Maria Grazia Di Guardo, docente e direttore scientifico di CLab. La presentazione ai 120 iscritti alla terza edizione del CLab, della rete di competenze e servizi del territorio, si è sviluppata con gli interventi di esperti di vaglia. Domani – sempre nell’aula magna di Medicina, Cittadella universitaria, Monserrato – dalle 9.30 alle 13.30, interventi di docenti dell’ateneo di diversi ambiti disciplinari.

«Cagliari ha un territorio tecnologico digitale ad elevata densità, accadono cose molto interessanti seguite dai mercati internazionali. Ad esempio – dice Mario Mariani, The Net Value – abbiamo 112 start up innovative, Cagliari è al primo posto in Italia per start up con fatturato superiore a due milione di euro (Applix srl e DoveConviene srl), al quarto posto per start up innovative pro capite, al quinto per start up con produzione di software (28 su 758), all’ottavo per start up innovative di servizi (47 su 1937) e al decimo posto per start up di start up innovative (57 su 2514). The Net Value? È l’asilo nido delle start up”. Per Ivan Stammelloti (The European House – Ambrosetti) “in Italia esperienze come il ContaminationLab sono utili per recuperare il gap tecnologico e innovativo. Le aziende hanno opportunità per incontrare le idee e le start up migliori e tradurle in business di successo”. Monica Scanu (direttore Istituto europeo design) non ha dubbi: «Anche nel nostro settore iniziative come questa dell’Università di Cagliari sono indispensabili per formare figure che conoscano materie quali marketing ed economia aziendale». Da Alessandro Vagnozzi, presidente dei Giovani di Confindustria, un assist mica male: «Le start up e CLab offrono integrazione e opzioni tra diversi settori produttivi. E pensiamo anche al manifatturiero e all’edilizia. Ovvero, innovazione tecnologica ma anche tradizione». Per Luigi Filippini, presidente del Crs4, la parola chiave è «contaminazione. Siamo specializzati nell’Ict, informatica e biomedicina. Il Clab amplia gli scenari e ha una forza aggregativa che fa crescere tutti». Sandra Ennas (Sardegna Ricerche) sfodera uno slogan incisivo: «Pensa a cento all’ora e realizza a chilometro zero. Noi offriamo servizi, in collaborazione con l’università di Cagliari, e supporto sul fronte marchi e brevetti. Il nostro laboratorio di fabbricazione digitale assiste anche nella realizzazione dei prototipi». Gianluca Cadeddu, direttore Centro programmazione regionale, lancia un messaggio agli allievi che gremiscono l’aula magna: «In Sardegna i fondi non sono mai mancati. Abbiamo avviato la Strategia di specializzazione intelligente. Si tratta di storie di valori aggiunti, basate su analisi e verifica dei vantaggi competitivi del territorio: ovvero, dove sei più forte per competenze e attualità. Il settore pubblico deve dare una mano per irrobustire il vantaggio competitivo. Ad esempio, va garantita la banda larga da qui al 2023». Sull’argomento denari, è incoraggiante la posizione della Sfirs: «A disposizione di CLab ci sono risorse ingenti. Offriamo – spiega il presidente Antonio Tilocca – le istruzioni per l’uso di ingegneria finanziaria. Per la prima fase ci sono 60 milioni di euro del Fondo sociale europeo. Nella seconda siamo a 240 milioni del Fondo di garanzia, nella terza i 15 milioni del Fondo dedicato che coinvolge la start up sostenuta dall’assessorato regionale all’Industria».

Ai lavori hanno preso parte anche Giuseppe Serra (Sardegna ricerche), Luigi Minerba (comune di Cagliari) e Alice Soru (Open Campus Tiscali).

Domani, mercoledì 15 luglio, dalle 10.00, nella sala congressi di Medicina – Cittadella Universitaria, Monserrato – si apre la tre giorni sul CLab-Cagliari. Il progetto di formazione e accompagnamento su innovazione e imprenditorialità è nato nel 2013 dall’Università di Cagliari (progetto INNOVA.RE – Innovazione in rete) con l’esperienza di InnovAction Lab e The Net Value. Giovedì 16 e venerdì 17 i lavori proseguiranno con relazioni e interventi sulla Rete di competenze e servizi del territorio.

La terza edizione del Contamination Lab Cagliari ha avuto oltre 270 iscritti. Tra questi, dopo il test motivazionale del 2 luglio, sono 120 tra studenti, laureati e dottorandi provenienti dalle sei facoltà dell’ateneo, quelli all’opera da settembre. Gli allievi, raggruppati in team interdisciplinari, svilupperanno progetti di start up, frequenteranno sessioni formative e training sul campo.

Il rettore Maria Del Zompo apre i lavori. A seguire, interventi di Annalisa Bonfiglio (prorettore Territorio e innovazione), Maria Chiara Di Guardo (direttore scientifico CLab). Partecipano, tra gli altri, Augusto Coppola (InnovAction Lab), Mario Mariani (The Net Value), Gianluca Cadeddu (Crp-Regione Sardegna), Luigi Minerba (Comune di Cagliari), Antonio Tilocca (Sfirs), Monica Scanu (Istituto Europeo Design), Alessandro Vagnozzi (Confindustria Sardegna), Luigi Filippini (Crs4), Sandra Ennas e Giuseppe Serra (Sardegna Ricerche), Alice Soru (Open Campus Tiscali).

«L’Università di Cagliarei offre ai “contaminati” le sue competenze: ricercatori appartenenti a diverse anime dell’ateneo presenteranno innovazioni e sfide emergenti legate a potenziali opportunità di business. Il CLab – spiega Annalisa Bonfiglio – crea un network operativo e relazionale che sostiene i ragazzi dall’idea imprenditoriale al suo consolidamento, fornendo gli strumenti professionali di formazione e conoscenza». E ancora. «La logica della “contaminazione” si è dimostrata vincente, favorendo la creazione di idee di impresa particolarmente innovative e promettenti (è stata depositata anche una domanda di brevetto). Il Clab – prosegue il pro rettore – ha già cambiato la vita a più di 200 ragazzi, sono state generate circa 15 iniziative imprenditoriali, alcune start-up hanno ricevuto riconoscimenti e premi nazionali e hanno attratto investimenti privati. Inoltre, una delle start-up create è a Chicago da Google-1871 in un percorso di accelerazione di eccellenza, altre stanno validando la loro idea in acceleratori di impresa in Europa. Intendime (start-up vincitrice della seconda edizione) volerà a New York per incontrare vari investitori privati, grazie alla sponsorizzazione dell’Ambasciata Americana». Maria Chiara Di Guardo aggiunge: «Vogliamo potenziare il ruolo di CLab nell’ecosistema regionale per la promozione della nuova imprenditoria. Da questa edizione sono state attivate importanti collaborazioni con attori istituzionali (esempio Sardegna Ricerche e Crs4) e privati (Istituto Europeo di Design e Confindustria): permetteranno ai ragazzi di far crescere velocemente il valore del loro progetto». Ma non è tutto: «Abbiamo attivato opportunità riservate alle start-up generate nelle precedenti edizioni con la finalità di sostenerle nel lungo periodo e dare continuità al progetto. Si apre una nuova stagione di politiche di apertura dell’ateneo al tessuto sociale ed economico sardo, in grado – rimarca il direttore scientifico Clab – di favorire imprenditorialità innovativa e trasferimento tecnologico. L’obiettivo? Confermare il ruolo di motore della promozione dello sviluppo sul territorio».

Si discuterà dei risultati della “Cooperazione Interregionale per l’innovazione sostenibile”, progetto ideato e finanziato dalle Regioni Sardegna e Veneto, e delle nuove opportunità di finanziamento del POR FSE-FESR 2014-20120 per le imprese, nel workshop pubblico che si svolgerà domani 14 luglio, a Cagliari, presso la sala Convegni di Confcooperative Sardegna, in piazza Salento 5, e organizzato dalla stessa Associazione delle Cooperative, Confartigianato Imprese Sardegna e Confindustria Sardegna.

Nell’incontro di domani, che avrà inizio alle 9.30, il coordinatore della cabina di regia POR FESR, FSE, FEASR e FEAMP, Gianluca Cadeddu, relazionerà su “L’esperienza della cooperazione Sardegna-Veneto sul Progetto: la prospettiva della Regione Sardegna”. Successivamente Gilberto Marras, direttore di Confcooperative Sardegna, presenterà “Il Punto sullo Sviluppo del Progetto: dai seminari ai servizi alle imprese”. A seguire la relazione di Stefano Mameli, segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, dal titolo “Supportare l’innovazione sostenibile: gli Investimenti sulle Risorse Umane e gli Aiuti Finanziari alle reti d’impresa”. Verrà dato poi spazio alle testimonianze delle aziende e degli enti beneficiari degli Aiuti. Chiuderà la relazione di Titti Paderi, funzionario Servizio di supporto AdG POR FSE Regione Sardegna, dal titolo “Come supportare lo sviluppo delle imprese: le nuove opportunità di finanziamento POR FSE FESR 2014-2020”.

Durante i lavori si terrà un collegamento in videoconferenza con la Regione Veneto.

Il “Progetto di Cooperazione Interregionale per l’Innovazione Sostenibile”, da 18 mesi sta interessando circa 300 imprese sarde e venete, dell’ICT, dell’agroalimentare, dell’edilizia sostenibile, del turismo e della green economy attraverso la creazione di “reti”, l’intensificazione degli scambi e l’allargamento dei mercati.

Ideato dalla Regione Autonoma della Sardegna e dalla Regione Veneto, attraverso un precedente accordo, e finanziato nell’ambito della Sovvenzione Globale Sardegna – Veneto del PO FESR Sardegna 2007-2013 e del PO FSE Veneto 2007-2013, il progetto nell’isola viene sviluppato da un Organismo Intermedio costituito da tre partner: Confindustria Sardegna, Confcooperative Sardegna e Confartigianato Imprese Sardegna.

Cagliari 7

Il vicepresidente della Regione, Raffaele Paci, e il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, hanno sottoscritto stamane un protocollo d’intesa da 55 milioni di euro per la riqualificazione urbana e l’inclusione sociale di Cagliari. Le risorse arrivano da fondi europei: una parte di questi, 15 milioni del Por (Programma operativo regionale), sarà utilizzata per l’edilizia popolare a Is Mirrionis e San Michele con il recupero di alcuni stabili. Gli altri 40 milioni sono invece fondi del Pon (Programma operativo nazionale) destinati a Cagliari, città metropolitana individuata come Autorità urbana nel Programma operativo nazionale Metro, e prevedono quattro “azioni”: agenda digitale metropolitana (banche dati), mobilità ciclopedonale, illuminazione pubblica, telecontrollo e telegestione e social innovation (ad esempio autogestione dei palazzi comunali da parte dei condomini). In questo caso, la Regione fornirà al Comune supporto tecnico-logistico.
Per quanto riguarda Is Mirrionis, non si faranno solo ristrutturazioni col riuso dell’hangar del quartiere e di alloggi, ma sono previsti interventi “sociali” anche per aiutare la nascita di nuovi posti di lavoro. «È un momento di forte innovazione, siamo i primi in Italia a fare programmazione unitaria, a mettere insieme le risorse, a intervenire sulle aree urbane e le zone interne e a raccordare il tutto con i programmi nazionali del Pon Metro nel quale Cagliari è una delle 14 aree urbane selezionate – dice il vicepresidente Paci -. Questo ci consente di fare interventi mirati, senza sovrapposizioni, mettendo insieme risorse e procedure, per la riqualificazione della città. Questo protocollo d’intesa viene preso ad esempio anche da altre realtà che si sono dimostrate molto interessate a procedere sulla stessa strada. Nella programmazione precedente con i fondi europei abbiamo aperto molti cantieri, fatto interventi infrastrutturali sulle strade e sugli apparati tecnologici. Adesso c’è bisogno di pensare alla coesione sociale e a dare servizi, infatti l’intervento su Is Mirrionis vuole ridare tessuto sociale al quartiere e risposte alla popolazione».
«Siamo intervenuti su Sant’Elia e lo stiamo facendo su San Michele e Is Mirrionis, con una cifra importante per migliorare le condizioni dei cittadini che vivono nel quartiere – dice il sindaco Zedda –. Migliorarle dal punto di vista sociale ma anche economico, per le attività produttive presenti nella zona, e urbano con la riqualificazione dei luoghi, anche quelli di aggregazione e incontri. È previsto anche il recupero di strutture pubbliche già esistenti per realizzare servizi di cura socio-sanitaria e il miglioramento della qualità degli spazi di vita nel quartiere, ma quello che fa la differenza – conclude Zedda – è che questa volta gli interventi principali sono di carattere sociale ed economico.»
Il direttore del Centro Regionale di Programmazione, Gianluca Cadeddu, sottolinea proprio l’inedita collaborazione fra due amministrazioni, quella regionale e quella comunale. «Credo che siamo le uniche amministrazioni in Italia a collaborare prima dell’approvazione del programma da parte di Bruxelles, anzi le altre neanche si parlano, per decidere cosa fare e come farlo. Abbiamo una grande responsabilità rispetto a queste risorse – sottolinea Cadeddu – dobbiamo usarle rispettando i tempi e usarle bene, e per questo è fondamentale la collaborazione: perché altrimenti i soldi che si perdono, quelli che non vanno a Cagliari, non è che vengono dirottati altrove, se ne tornano a Bruxelles».

Search engine friendly contentL’assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci, il direttore del Centro Regionale di Programmazione, Gianluca Cadeddu, e l’Autorità di gestione dei fondi Fesr, Graziella Pisu, hanno presentato ieri pomeriggio al partenariato socio-economico e istituzionale della Sardegna lo stato di avanzamento del negoziato sui fondi europei Fesr, a disposizione dell’Isola ci sono 930 milioni di euro, per illustrare le modifiche apportate in base alle indicazioni dell’Europa e accogliere eventuali ulteriori suggerimenti. Entro questo mese il programma Fesr sarà definito per essere poi approvato dall’Unione Europea fra luglio e settembre prossimi. Subito dopo, si potrà dare concretamente il via agli interventi.
Sono passate da 120 a 35 le linee di intervento per concentrare le risorse dei fondi Por Fesr 2014-2020 sui settori più strategici, come richiesto dall’Unione Europea, passando per un confronto costante con sindacati, associazioni, parti economiche, enti locali e una visione unitaria della programmazione dei fondi.
«Dobbiamo correre, fare bene e non perdere tempo – ha detto l’assessore Paci -. Siamo nella fase finale del negoziato e l’incontro di oggi serve a presentare al nostro partenariato le novità che si sono avute in questi mesi dopo il dialogo con l’Unione Europea e ad ascoltare le loro opinioni. Pur non avendo ancora tutti i programmi operativi approvati, finora infatti è stato approvato solo il Programma Operativo Fse (Fondo sociale europeo), stiamo già lavorando all’interno della Cabina di regia e dell’Unità di progetto della programmazione unitaria per definire gli interventi con la visione d’insieme che è alla base della programmazione unitaria dei fondi sulla quale è impostata la manovra finanziaria. Abbiamo già chiuso gli interventi sulla priorità Istruzione, quindi Scuola e Università, porteremo in Giunta la prossima settimana quella del lavoro e siamo a un buon stato di elaborazione anche per competitività e quindi la strategia per le imprese.»
Durante l’incontro, svoltosi nella sala anfiteatro di via Roma, a Cagliari, è stato anche presentato il Pra, Piano di rafforzamento amministrativo, ossia uno strumento necessario per l’approvazione del programma che ha l’obiettivo di migliorare la gestione dei fondi strutturali anche attraverso il rafforzamento delle competenze interne all’amministrazione regionale, puntando sulla indispensabile qualità istituzionale necessaria alla gestione delle risorse. L’assessore Paci spiega poi la filosofia d’intervento rispetto ai territorio.
«Stiamo lavorando per garantire la crescita armonica delle aree interne e di quelle urbane, basandoci sugli attrattori ambientali, culturali, turistici delle singole zone, facendo cioè una lettura ambientale del territorio. Per fare tutto e bene dobbiamo superare la lettura settoriale dei fondi: la visione dev’essere unitaria per diventare sempre più strategica. Infine – ha concluso il vicepresidente della Regione – maggiore concentrazione dei fondi che significa maggiore sicurezza di riuscire a spendere i soldi, perché le risorse sono più legate alle vere priorità.»

 

Palazzo della Regione 3 copia

Il presidente della Regione Francesco Pigliaru, gli assessori della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci e degli Enti locali Cristiano Erriu e i presidenti di Anci Pier Sandro Scano e Cal Giuseppe Casti, hanno presentato nel corso di una conferenza stampa, la nuova programmazione territoriale.

Gli obiettivi sono rilanciare i territori, combattere lo spopolamento delle zone interne e favorire lo sviluppo dell’intera Sardegna puntando sulle vocazioni locali.

L’avviso pubblico attua la strategia regionale della Programmazione territoriale prevista nel Programma regionale di sviluppo 2014-2019: i Comuni, che dovranno associarsi in Unioni di Comuni – a loro volta anche associate fra loro – devono presentare i loro progetti. A disposizione, fra fondi europei infrastrutture, fondi nazionali e mutuo ci sono circa 4 miliardi di euro, e ogni Comune in forma associata non può partecipare a più di un progetto territoriale.
«Il modo per diffondere lo sviluppo è quello di ragionare insieme sulle possibilità che ogni territorio ha e, insieme, decidere su cosa scommettere, programmando il lavoro di tutti in quella direzione – ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Dove esistono opportunità di sviluppo e di lavoro è molto più semplice mantenere i servizi e, di conseguenza, combattere lo spopolamento di cui soffrono le aree interne. Il nostro compito è, prima, dare un indirizzo, perché senza un’idea di sviluppo generale della regione ogni progetto resta isolato; poi, dialogando con i territori, dobbiamo lavorare sui dettagli. Dobbiamo essere consapevoli che lo sviluppo passa per le Unioni di Comuni che devono individuare strategie comuni: per raggiungere l’obiettivo gli interlocutori devono essere i territori.»

L’assessore Paci ha sottolineato che per la nuova programmazione territoriale sono stati fissati un orizzonte temporale molto ampio che si protrae per tutta la legislatura e una procedura aperta per consentire a tutti i territori di organizzarsi e presentare il proprio progetto. «Questo perché se un’Unione di Comuni non è pronta oggi, ha ancora molto tempo a disposizione. È importante che ci sia una forte visione di coerenza fra i progetti del territorio e la l’azione di questa giunta basata su una visione forte di politica anti-spopolamento che punta sugli attrattori culturali, naturali, turistici dei singoli territori. Abbiamo lanciato l’idea della programmazione unitaria – ha concluso il vicepresidente della Regione -. Adesso diamo valenza territoriale alla programmazione».

L’assessore Erriu ha ricordato che «siamo in fase di riforma degli enti locali, una riforma che punta a costruire un nuovo assetto istituzionale», all’interno del quale si colloca appunto la nuova programmazione territoriale. «Stiamo costruendo una dimensione del tutto nuova, molto stimolante: i Comuni sono il vero motore dello sviluppo e i protagonisti del cambiamento».

Oltre al via libera ufficiale alla programmazione territoriale, per Anci e Cal è molto importante l’avvio di un diverso rapporto istituzionale fra Regione e Enti locali. «C’è un ruolo nuovo rispetto al passato che si sta iniziando a costruire per i processi di programmazione fra amministrazione regionale e sistema degli enti locali – ha sottolineato Pier Sandro Scano -. Finora gli Enti locali erano parte dei progetti territoriali, ora c’è qualcosa di nuovo, che passa da un confronto serio e importante. La programmazione territoriale richiede una governance molto ben organizzata, in parte le Unioni ci stanno già lavorando ma serve la riforma. Utilizziamo l’autonomia speciale per potenziare Regione ed Enti locali e raggiungere risultati efficaci: la sfida da vincere – ha concluso Scano – è che tutta la Sardegna dev’essere abitata». Dunque, in questa nuova programmazione territoriale, la Regione «fa da cornice – ha spiegato il presidente del Cal Giuseppe Casti – ma dice ai territori: fate progetti, non potete sempre lamentarvi, mettetevi insieme e fate proposte mai più scollegate dal territorio. Ecco questa è la sfida da vincere: individuare le vocazioni dei territori, presentare progetti che le incarnino e avviare il rilancio dell’intera Sardegna».

«Una sfida che non è una gara fra territori – ha precisato il direttore del Centro regionale di programmazione Gianluca Cadeddu -. Non stiamo attuando una procedura competitiva, stiamo dicendo ai territori che di qui al 2018 possono presentare il loro progetto di sviluppo».

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Regione e Sfirs lanciano quattro nuove misure anti-crisi per rilanciare l’economia della Sardegna. Si tratta di un fondo per la patrimonializzazione delle imprese, dei minibond, delle cambiali finanziarie e delle obbligazioni convertibili.

L’obiettivo di questa combinazione di nuovi strumenti finanziari è quello di far arrivare alle imprese nuova liquidità proveniente dal mercato, meno dipendente dalle banche e con garanzia pubblica. Per rendere possibile l’operazione, la prima del genere in Italia con un progetto pilota, la Giunta a fine gennaio aveva istituito un Fondo rischi da 25 milioni di euro, finanziato dalla Sfirs, per contribuire ad accrescere la competitività delle aziende interessate: si punterà soprattutto sulle imprese capaci di fare filiera (dunque di guidare anche tanti piccoli imprenditori che fanno rete, per esempio nell’industria agroalimentare, e che potranno così ricevere benefici) e fortemente orientate all’internazionalizzazione, e si daranno risposte concrete al sistema produttivo sardo, potenziandolo per favorire l’occupazione. I settori prioritari di intervento saranno agroindustria, turismo, energia sostenibile, logistica e trasporti, biomateriali. I finanziamenti dovranno essere restituiti a tassi di mercato in tempi molto lunghi, fino a dieci anni, e saranno integrati da cofinanziamenti di mercato.

«Questi nuovi strumenti consentiranno alle imprese piccole e medie di raccogliere nuove risorse finanziarie, diversificando così le proprie fonti di finanziamento a titolo di debito – spiega l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci -. Con l’assessorato dell’Industria stiamo anche lavorando ad un nuovo strumento per favorire le start up tecnologiche: iniziative che, insieme all’azzeramento dell’Irap per le nuove imprese e al taglio permanente del 25% per le altre che garantisce l’imposta più bassa d’Italia, rientrano nella politica di forte rilancio delle imprese messa in atto da questa Giunta.»

Secondo il presidente della Sfirs, Antonio Tilocca «riuscire a finanziarsi in modo alternativo può ridurre i rischi tipici di quando si dipende troppo dal modo tradizionale di ottenere capitale, legato dunque alle banche, e in più consente alle imprese di accedere direttamente al mercato nazionale e internazionale fino ad oggi era irraggiungibile per chi non era quotato in borsa. È anche possibile ottenere importanti agevolazioni – sottolinea Tilocca – che rendono le piccole società non quotate del tutto simili, in termini di vantaggi legali e fiscali, alle grandi aziende che emettono titoli quotati».

Per il direttore del Centro regionale di Programmazione, Gianluca Cadeddu «questo è il momento di smettere di stare in difesa e scommettere invece sull’espansione puntando su quei settori che possono far ripartire l’economia. In Italia l’indebitamento delle imprese è ancora troppo legato al mutuo bancario, siamo al 65% contro il 30% dell’Inghilterra: certo il mutuo bancario non è sostituibile ma di sicuro affiancabile da un sistema alternativo. La Commissione europea ci sta chiedendo di potenziare gli strumenti di ingegneria finanziaria – conclude Cadeddu – e la Sardegna da tempo si sta muovendo in questa direzione».

Obiettivo del Fondo per la patrimonializzazione delle imprese è aumentare il livello di capitalizzazione delle imprese, con interventi a sostegno dei piani di sviluppo aziendale presentati da società di capitali, anche costituite sotto forma di cooperative. L’entità degli interventi del Fondo non potrà essere inferiore a 100.000 euro e superiore a 2.500.000. Il FIPI potrà coprire fino al 70 per cento degli investimenti, il resto andrà finanziato da soggetti privati. Gli strumenti finanziari utilizzati dal FIPI sono il leasing di azioni o quote, il prestito partecipativo e l’acquisto di azioni o quote sociali. Gli interventi sono destinati a imprese sane, dal punto di vista operativo ed economico, caratterizzate da interventi di riorganizzazione e sviluppo, dotate di un piano di sviluppo aziendale analitico. Gli investimenti avranno una durata non inferiore a tre anni e non superiore ai dieci.

I minibond sono strumenti obbligazionari e titoli affini. Li emettono le piccole e medie imprese. L’articolo 32 del Decreto Crescita assicura specifici benefici finanziari e fiscali. L’obiettivo che si pone la SFIRS è accompagnare almeno 15 imprese di eccellenza con sede operativa in Sardegna con l’emissione dei nuovi strumenti alternativi al credito ordinario. 18 milioni di euro è l’impegno previsto del Fondo regionale di garanzia, 23 milioni la nuova finanza da immettere nel tessuto imprenditoriale sardo entro il 31 dicembre 2015.

Le cambiali finanziarie sono uno strumento di raccolta che consente alle piccole e medie imprese di finanziarsi a breve termine direttamente sul mercato, a costi più contenuti rispetto a quelli legati al credito bancario, con titoli immediatamente esecutivi per gli investitori. Tecnicamente, le cambiali finanziarie sono titoli di credito all’ordine, emessi in serie ed aventi scadenza non inferiore a 1 mese e non superiore a 36 mesi dalla data di emissione, e soprattutto prevedono la presenza di uno sponsor.

L’ultimo strumento messo a punto è il rimborso delle obbligazioni alla scadenza può avvenire, a discrezione del sottoscrittore, attraverso la consegna di quote del capitale della società emittente.

«Con i minibond e le altre misure – sottolinea il vicepresidente della Regione – migliora anche la struttura finanziaria della piccola e media impresa rispetto alle scadenze: parliamo di strumenti finanziari di medio-lungo periodo, la cui emissione può generare un effetto stabilità nel credito dell’impresa, dovuto all’allungamento della durata media delle sue fonti di finanziamento. Di conseguenza – conclude Paci – migliora anche il rating dell’impresa, il che rende meno costoso accedere anche al credito bancario tradizionale.»