21 November, 2024
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Banco di Sardegna 9

Con l’obiettivo di favorire i processi di crescita e di sviluppo tecnologico del sistema delle imprese isolane, con particolare attenzione rivolta alle Start-Up, oggi a Cagliari, nella sede del Banco di Sardegna, è stato firmato un Protocollo d’intesa tra Regione, Sardegna Ricerche, Sfirs e Banco di Sardegna.

Il Protocollo stabilisce che il Banco di Sardegna potrà concedere un’anticipazione bancaria fino all’80% dell’incentivo pubblico erogato da Sardegna Ricerche (con un importo limite massimo di 50.000 euro) a sostegno delle attività innovative con l’assistenza del Fondo regionale di Garanzia per le PMI gestito dalla Sfirs.

Il Fondo è stato costituito appositamente dalla Regione Sardegna con risorse del FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) per favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese della Sardegna e così stimolare anche gli investimenti innovativi necessari per espandere la base e agevolare le diversificazioni produttive.

Maria Paola Corona (Presidente di Sardegna Ricerche): «Per il successo di un’attività d’impresa, soprattutto se si tratta di un’impresa innovativa, il fattore tempo è fondamentale. Grazie a questo accordo le imprese beneficiarie dei nostri bandi avranno l’opportunità di iniziare subito a investire, concentrandosi sullo sviluppo dei propri prodotti e servizi, senza doversi preoccupare della complessa gestione delle procedure finanziarie».

Giuseppe Cuccurese (Direttore Generale del Banco di Sardegna): «L’intesa siglata oggi ha valenza di sistema e consente di mettere a fattore comune le competenze dei diversi attori, favorendo gli interventi nella ricerca e nell’innovazione da parte delle imprese sarde che puntano a migliorarsi ed a competere sui mercati, a prescindere dalla loro modesta dimensione; in questo ambito, confidiamo molto anche sulla nascita di iniziative start-up che, proprio grazie all’innovazione, potrebbero far nascere un nuovo tessuto produttivo.»

Alla sottoscrizione del Protocollo d’intesa hanno partecipato anche il Presidente della Sfirs Antonio Tilocca e il Direttore del Centro Regionale di Programmazione Gianluca Cadeddu.

Gli assessori regionali della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci e degli Enti locali Cristiano Erriu si sono confrontati oggi con i presidenti di Anci e Cal, Pier Sandro Scano e Giuseppe Casti, insieme a Gianluca Cadeddu e Graziella Pisu del Centro regionale di Programmazione, sui temi legati a programmazione territoriale, programmazione unitaria e fondi comunitari.

Sulla programmazione territoriale, Anci, Cal Sardegna e tutto il partenariato socio-economico regionale saranno regolarmente coinvolti nel dialogo istituzionale con i territori, ed è stata ipotizzata la possibilità di dare continuità a progetti locali già presentati in passato finora rimasti senza copertura finanziaria, purché coerenti con la nuova strategia regionale.

«Sulla programmazione unitaria, abbiamo ribadito l’intenzione della Giunta – peraltro già inserita nella legge finanziaria – di istituire una cabina di regia con tutte le autorità di gestione degli strumenti finanziari della programmazione unitaria 14-20, in modo da garantire il miglior coordinamento possibile ed evitare così che ciascun fondo vada per conto suo», ha spiegato l’assessore Paci. Infine, i fondi comunitari: il direttore del Crp Cadeddu ha spiegato che si sta intervenendo sul documento Po Fesr 2014-2020 sul quale la Commissione Europea ha espresso le sue osservazioni, per migliorare il documento nel suo complesso e in particolare sul Piano di rafforzamento amministrativo.

«Questi incontri sono per noi importanti per individuare insieme al partenariato istituzionale e sociale un metodo che porti a una strategia condivisa nell’azione di governo sul territorio», ha sottolineato il vicepresidente della Regione.

«Abbiamo espresso forte apprezzamento per il metodo imboccato – hanno detto Scano e Casti -. Era appunto la nostra proposta che il confronto avvenga prima delle decisioni e non a cose fatte. Sulla programmazione territoriale abbiamo sottolineato due punti: il primo che i territori abbiano il medesimo accesso agli strumenti e alle risorse con parità di opportunità. Secondo, che la programmazione avvenga attraverso procedure trasparenti e processi di valutazione ancorati a criteri oggettivi e non determinati dalla volontà politica.»

Per quanto invece riguarda il confronto sui fondi europei, i presidenti di Anci e Cal hanno detto «di aver manifestato la preoccupazione del sistema delle autonomie locali per i ritardi accumulati e soprattutto per la severità delle osservazioni rivolte al nostro Fesr dalla commissione europea. Va straordinariamente rafforzata la capacità di programmazione, attuazione e gestione».

«Da ultimo – hanno concluso – abbiamo sottolineato la necessità di un coinvolgimento effettivo del partenariato istituzionale e socio-economico.»

Palazzo della Regione 1 copia

In Sardegna aprono centinaia di cantieri per un totale di 70 milioni di euro in 101 Comuni grazie al bando a sportello che ha messo a disposizione fondi europei Fesr 2007-2013 per progetti in fase definitiva. Le opere dovranno essere tutte consegnate entro il 30 settembre di quest’anno: tempi brevi, dunque, che consentiranno di rimettere subito in moto l’economia dell’isola creando molte centinaia di nuovi posti di lavoro. Il bando, approvato in Giunta il 25 novembre scorso e pubblicato il 3 dicembre con scadenza al 31 gennaio, ha ricevuto finora 482 domande per un totale di 232 milioni di euro, presentate da 255 Comuni e 7 fra Consorzi, Unioni di Comuni e Commissari delle Province.

«Il successo del bando ci dimostra che avevamo ragione a sperimentare una strada nuova puntando su un bando a sportello per provare a salvare soldi europei che altrimenti sarebbero andati perduti e dare così subito una sferzata alla nostra economia – dice l’assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci -. Siamo partiti con 20 milioni, dopo due giorni viste le tantissime richieste abbiamo raddoppiato a 40 e oggi stiamo erogando 70 milioni. E chi è rimasto fuori potrà rientrare nei bandi successivi su cui stiamo già lavorando: abbiamo dunque dimostrato di poter lavorare bene insieme ai Comuni, con più assessorati, su più linee di azione ma con un’unica regia con l’obiettivo di spendere presto e bene i fondi europei e dare risposte certe e rapide ai territori.»

Risparmio energetico, dissesto idrogeologico, itinerari culturali, salvaguardia del patrimonio architettonico e riqualificazione dei centri minori sono i cinque settori interessati dai cantieri. L’analisi delle richieste ammesse e finanziate in questa prima fase mostra che la provincia di Oristano conta il numero più alto di Comuni finanziati, 28 per un totale di 14 milioni e mezzo. Seguono Sassari (22 per 19,8 milioni), Nuoro (15 per 8 milioni), Cagliari (14 per 10,8 milioni), Ogliastra (9 per 14,5 milioni), Medio Campidano (6 per 4,9 milioni), Carbonia Iglesias (5 per 4,8 milioni) e Olbia Tempio (2 per 1,6 milioni). L’importo più corposo, 44 milioni di euro, finanzierà interventi di risparmio ed efficienza energetica; 10,2 milioni andranno alla riqualificazione e valorizzazione dei centri minori, 8,9 agli interventi contro il dissesto idrogeologico, 3,8 al recupero architettonico e 3,1 alla valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale.

«Questo è solo un primo ma importantissimo passo verso l’approccio che il presidente Pigliaru aveva detto di voler avere con i fondi europei, ovvero bandi multilinee e multifondo – sottolinea l’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda -. Questo bando ha avuto successo ben oltre le aspettative, il che dimostra che i Comuni hanno imparato bene a fare progettazione definitiva, ad andare oltre il preliminare. Sicuramente, la carta vincente è stata riuscire a incrociare perfettamente le richieste degli Enti locali sardi con l’offerta della Regione, è la risposta più corposa è arrivata dai Comuni di piccole dimensioni.» 

Si tratta di interventi ammissibili a finanziamento nelle linee di attività del POR FESR 2007/2013, la cui previsione di spesa è inserita nel programma triennale delle opere pubbliche, dotate almeno di progettazione definitiva, che abbiano acquisito tutte le autorizzazioni amministrative necessarie e per le quali, entro trenta giorni dalla data di comunicazione dell’avvenuta selezione, l’amministrazione si impegni all’approvazione del relativo progetto esecutivo e all’indizione della gara di appalto entro i quindici giorni successivi.
Sono stati inoltre considerati ammissibili gli interventi per i quali a oggi sia già stato disposto l’affidamento mediante procedura di appalto di progettazione ed esecuzione sulla base di un progetto preliminare o definitivo. Infine, sono stati ammessi interventi di pronta cantierabilità, dotati di progettazione esecutiva, proposti dagli enti locali a valere sull’Avviso Opere pubbliche cantierabili, non ancora finanziate.

Per i comuni sardi è importantissimo il bando per l’immediata spendibilità di questi fondi europei, non vincolati dal patto di stabilità – dice l’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu -. Per quanto concerne il tema del risparmio energetico abbiamo Comuni che hanno firmato patti tra sindaci e che mirano alla sostenibilità energetica, ora tutto questo può trovare sfogo progettuale. L’efficientamento energetico consente un risparmio notevole negli edifici pubblici molto significativo: scuole, piazze, pubblica illuminazione, parchi, centri urbani. L’obiettivo è quello di valorizzare il patrimonio pubblico all’insegna del risparmio e del miglioramento delle performance.»

Il direttore del Centro regionale di programmazione Gianluca Cadeddu ha sottolineato che questo bando a sportello «non comporta assolutamente il rischio di perdere in qualità dei progetti, per esempio nell’idrogeologico sono tutti progetti già a un livello molto alto. Poi è chiaro che ognuno deve fare la sua parte, la Regione sta mettendo in atto importanti politiche keynesiane che vanno capitalizzate al meglio».

L’Unione Europea promuove la Giunta Pigliaru che, con una corsa contro il tempo, è riuscita a recuperare 180 milioni di euro di fondi europei FESR da spendere obbligatoriamente nel 2014 a causa dei ritardi accumulati nella precedente legislatura, cifra che rischiava di andare perduta, e destinata soprattutto a interventi per ricerca e innovazione (in imprese e Università) e opere pubbliche nei Comuni (riqualificazione urbana ed efficientamento energetico). La rendicontazione complessiva all’interno della programmazione 2007-2013 del fondo FESR si chiude così a fine 2014 con una spesa totale di 963 milioni. Per il 2015 restano da spendere ancora 397 milioni di euro.
«È un risultato importantissimo e non affatto scontato, dovuto a un lavoro costante e alla grande collaborazione fra tutte le strutture della Regione con il coordinamento dell’Autorità di gestione del programma, Gianluca Cadeddu. Si tratta della cifra più alta in un singolo anno mai raggiunta nella spesa dei fondi europei al netto delle operazioni di ingegneria finanziaria – dice l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci – In aggiunta, grazie ad una continua interlocuzione con gli uffici di Bruxelles siamo riusciti a sbloccare le procedure di pagamento dei fondi che l’Unione europea aveva bloccato dal 2013 e così entro i primi tre mesi dell’anno arriveranno dall’Europa in Sardegna ben 318 milioni di euro – 285 milioni di fondi Fesr compresi gli arretrati 2013 e 33 di fondi Fsesoldi che utilizzeremo per pagare i residui passivi, cioè debiti e impegni di spesa dell’amministrazione regionale con enti locali, imprese, associazioni e cittadini».
La dotazione finanziaria dell’intero programma è pari a 1.361.343.530 euro: al 31 dicembre 2014 la Sardegna ha speso 963.985.436 euro (erano 784.838.891 il 31 dicembre 2013, a cui vanno appunto aggiunti i 179.146.545 spesi quest’anno). Per centrare l’obiettivo di utilizzare tutta la dotazione finanziaria dell’intero programma e recuperare così il ritardo accumulato negli anni passati, nel 2015 si dovranno spendere ancora 397.358.093 euro. Impresa non facile, sottolinea il vicepresidente della Regione. «C’è sicuramente molta strada da fare perciò stiamo mettendo in campo ogni strumento possibile per riuscire nell’impresa, che non è affatto semplice – assicura Paci – Ci saranno convenzioni con società esterne per agevolare il controllo dei pagamenti itineranti nei Comuni, procedure straordinarie come il bando multifunzione e un rigoroso monitoraggio mensile dell’organizzazione regionale interna per tenerne sotto controllo l’attività cercando di limitare al massimo i ritardi».
Fra i progetti più importanti e strategici all’interno del programma ci sono: robot chirurgici multidisciplinari per gli ospedali della Sardegna, tessera e fascicolo sanitario elettronico, laboratori altamente specializzati per il superamento del divario digitale nelle Università di Cagliari e Sassari, progetti per la scuola digitale, centri di aggregazione sociale in vari comuni della Sardegna. Molti i progetti in campo energetico: impianti fotovoltaici per le imprese, impianti solari integrati per gli ospedali, sostituzione di impianti di illuminazione pubblica in quasi tutti i comuni della Sardegna. E ancora: messa in sicurezza delle zone costiere, aggiornamento e completamento del SIRA (Sistema informativo regionale ambientale), bonifica dall’amianto, ecocentri, interventi migliorativi e di valorizzazione dei musei (percorsi multimediali, ammodernamento tecnologico), riqualificazione urbana nei centri storici, infrastrutture stradali, Metro di Cagliari, piste ciclabili, aiuti per start up innovative.
Quella sui fondi europei è, per l’assessore Paci, una battaglia che la Sardegna non può permettersi di perdere. Tanto importante da aver, per la prima volta, utilizzato la programmazione integrata (fondi europei 2014-2020, nazionali e regionali) nella manovra finanziaria per il 2015, con la precisa indicazione di spendere prima di tutto i fondi europei e solo dopo, dimostrato che non è possibile utilizzarli, passare a quelli nazionali e regionali. «Dobbiamo rafforzare la nostra capacità istituzionale anche in vista delle nuove sfide, a cominciare proprio dalla spesa dei fondi ancora ingenti della vecchia programmazione, ereditati con forti ritardi. E poi, appena approvata la finanziaria che segna una svolta nell’approccio con i fondi europei, dobbiamo subito iniziare a spendere le nuove risorse fortemente integrate con le risorse regionali nell’ottica della programmazione unitaria. L’ho già detto e lo ribadisco – conclude l’assessore del Bilancio – perdere soldi in un momento di crisi devastante come questo sarebbe inaccettabile.»
Raffaele Paci 12 copia

 

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La Terza commissione presieduta da Franco Sabatini, ha sentito oggi in audizione le autorità di gestione dei programmi operativi FESR, FSE, PSR. Nell’occasione, ha compiuto gli approfondimenti in merito al raccordo tra il programma regionale di sviluppo (Prs) e la programmazione europea; lo stato di avanzamento finanziario della programmazione 2007-2013; lo stato dei negoziati in corso relativi alla programmazione 2014-2020; il recepimento nei programmi operativi degli indirizzi deliberati dal Consiglio regionale con la risoluzione n. 2 del 10 luglio 2014.

Il direttore dell’assessorato del Lavoro, Eugenio Annicchiarico, ha illustrato il programma operativo Fse che vanta una media di spesa certificata a Bruxelles del 77.7% delle risorse, a fronte di una media nazionale del 62,2%. Il programma la cui dotazione 2007-2013 ammontava a complessivi 729.291.176 euro, conta al 28 ottobre 2014, ben 524.451.834 euro di spesa certificata ed ha raggiunto tutti gli obiettivi posti dalla Ue e dal dipartimento per lo sviluppo e la coesione sociale.

Il programma operativo 2014-2020 (dotazione complessiva 444.800.000 euro) dovrebbe ricevere a breve la decisione della Commissione Europea e la relativa approvazione è prevista entro i primi tre mesi del 2015.

Maggiori criticità in ordine all’andamento della spesa sono state evidenziate, nel corso del suo intervento in commissione, dal direttore dell’assessorato dell’Agricoltura, Sebastiano Piredda, per il piano di sviluppo rurale (Psr) 2007-2013 che nel 2014 conta 58 milioni di spesa realizzata; 87 milioni di spesa in attesa di autorizzazione; 47 milioni di euro di spesa da realizzare e che ha residui per il 2015 (spesa da realizzare) di importo pari a 263 milioni di euro.

Il direttore del centro regionale di programmazione, Gianluca Cadeddu, ha illustrato ai commissari lo stato di attuazione del Fesr 2007-2013 e si è soffermato sullo stato di avanzamento finanziario del relativo Por. A fronte di un finanziamento di 1.361.343.530 euro, alla data del 25 novembre 2014, risultano pagamenti effettuati per 1.036.733.245 euro, dei quali 809.220.881 euro certificati in sede europea ma  restano da “controllare” 121.245.343 euro di pagamenti netti. «La spesa è fatta – ha sintetizzato Cadeddu – ma serve espletare i controlli sulla spesa per la certificazione in sede europea e la procedura non ha tempi brevissimi per la mole di progetti da verificare».

Il responsabile del centro di programmazione ha quindi spiegato lo stato dei negoziati in corso per il Fesr 2014-2020 ed ha indicato nel primo semestre del 2015 il periodo di approvazione del Por-Fesr.

Annicchiarico, Piredda e Cadeddu hanno quindi consegnato alla commissione i documenti di sintesi delle rispettive autorità di gestione dei tre programmi comunitari ed hanno rassicurato la commissione in ordine al raccordo tra il programma regionale di sviluppo (Prs) e la programmazione europea, nonché il recepimento nei programmi operativi degli indirizzi deliberati dal Consiglio regionale con la risoluzione n. 2 del 10 luglio 2014.

Il presidente della commissione, Franco Sabatini, ha confermato l’efficacia della risoluzione consiliare dello scorso luglio per la spendita delle risorse ed ha auspicato una semplificazione dei bandi.

“Verso una nuova strategia degli appalti pubblici: quali opportunità per la Sardegna”, è il convegno che si svolgerà domani, martedì 18 novembre 2014, al Centro Culturale Lazzaretto di Cagliari.

Si tratta dell’evento conclusivo del secondo anno di attività dello Sportello Appalti Imprese, un servizio gratuito ideato e promosso da Sardegna Ricerche in collaborazione con Promo PA Fondazione e l’Università di Roma Tor Vergata con l’obiettivo di sostenere gli operatori economici sardi intenzionati a entrare o a consolidarsi nel mercato degli appalti pubblici fornendo consulenza, supporto ed affiancamento.

Il convegno si aprirà alle ore 10.00 con i saluti di Maria Paola Corona, Presidente Sardegna Ricerche e di Gaetano Scognamiglio, Presidente Promo P.A. Fondazione. Seguiranno una serie di interventi sulla sfida dell’innovazione negli appalti pubblici. Il contesto europeo sarà tracciato da Gustavo Piga dell’Università di Roma Tor Vergata che parlerà de «I nuovi orientamenti europei in materia di appalti: un passo avanti o un’occasione perduta?»

Antonio Bertelli, Delegato Anci al tavolo della presidenza del Consiglio per il recepimento delle Direttive Europee sugli Appalti punterà poi i riflettori sul contesto nazionale trattando il tema de «Il recepimento delle Direttive Europee in Italia e la riforma del Codice dei Contratti». «Il mercato degli appalti in Sardegna e l’impatto dello Sportello Appalti Imprese» sarà invece oggetto di analisi da parte di Annalisa Giachi, Responsabile Ricerche di Promo PA Fondazione mentre Vincenzo Francesco Perra dello Sportello Appalti Imprese illustrerà «L’azione dello Sportello Appalti Imprese nel suo secondo anno di attività: l’impatto sul territorio». Seguirà l’approfondimento di Gianluca Cadeddu, Centro Regionale di Programmazione – RAS, su «Le opportunità della programmazione regionale per le micro e piccole imprese sarde nel settore degli appalti pubblici». Concluderà il convegno una tavola rotonda con i vincitori del Premio «Appalto virtuoso» che esporranno i loro progetti e l’attività realizzata.

Il convegno sarà quindi l’occasione per presentare i risultati conseguiti dallo Sportello, per illustrare i dati più aggiornati relativi all’andamento del mercato regionale degli appalti e per fare il punto, adottando una prospettiva nazionale ed europea, sui cambiamenti che stanno trasformando il settore.

Il servizio dello Sportello di Sardegna Ricerche, del resto, si è consolidato in questi due anni di attività come un punto di riferimento di grande importanza per il mercato degli appalti in Sardegna.

Diciannove giornate formative, nove laboratori per il supporto alle imprese nella stesura dell’offerta tecnica, un master universitario e più di duemila partecipanti agli eventi organizzati. Sono solo alcuni dei numeri caratterizzanti l’attività 2014 dello Sportello che, grazie alle attività di simulazione bandi e all’azione di sensibilizzazione sui temi dell’aggregazione, ha permesso un netto miglioramento della capacità delle imprese sarde di fare partenariati e di strutturarsi per partecipare alle gare.

Se prendiamo, infatti, in considerazione tutte le imprese sarde che si sono aggiudicate le gare, sia come mandanti che come mandatarie, la quota di aggiudicazione alle imprese sarde (come numero di appalti aggiudicati) passa dal 35,7% del 2011 al 48,8% del 2013, dimostrando che gli operatori economici sardi stanno facendo “un salto culturale” e hanno compreso che il mercato degli appalti pubblici è sempre più complesso e va affrontato “facendo sistema” e costruendo alleanze.

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Una sessione dei lavori della Terza commissione interamente dedicata alla programmazione dei fondi europei per il nuovo settennio 2014-2020, è stata annunciata  dal presidente della commissione, Franco Sabatini, a conclusione dell’audizione del presidente della giunta regionale, Francesco Pigliaru, che è stata preceduta da quella del direttore del centro regionale di programmazione, Gianluca Cadeddu.

Il presidente Pigliaru ha confermato l’impegno per «dare attuazione e velocità alla spesa» e invitato il Consiglio regionale a proporre e varare una legge per la valutazione dell’efficacia delle politiche pubbliche. «E’ opportuno che l’iniziativa venga assunta dal Consiglio e non già dall’Esecutivo – ha dichiarato il presidente – perché al Consiglio spetta il ruolo di controllo e non può esserci un controllo efficace delle azioni e dei programmi se non si dispone di strumenti che garantiscano dati oggettivi per una corretta valutazione».

Il presidente della giunta ha definito «decisivi» i prossimi mesi in riferimento alla nuova programmazione dei fondi strutturali che deve procedere in parallelo (è questo l’intendimento della giunta) con il “programma regionale di sviluppo” (Prs). Il documento elaborato e approvato dalla giunta (che ha durata per l’intera legislatura) e che rappresenta il principale documento della programmazione regionale, da presentarsi al Consiglio entro 180 giorni dall’inizio della legislatura. Il presidente ha rimarcato a questo proposito la necessità di “un quadro unitario” della programmazione, come raramente si è avuto in passato nella Regione sarda.

L’audizione è proseguita con l’illustrazione dei documenti inerenti il “Fondo di sviluppo e coesione” (Fsc) per il periodo 2007-2013 e delle relative delibere del Cipe (62/2011; 78/2011; 8/2012; 60/2012; 93/2012) di importo complessivo pari a circa due miliardi di euro. Le delibere si riferiscono ai sei settori di intervento indicati dal piano strategico regionale: viabilità, mobilità, idrico multisettoriale; Università, Sanità; dissesto idrogeologico; fognario depurativo; bonifiche; Beni culturali, scuole, sport, Piano Sulcis. Ad oggi sono stati sottoscritti solo due “Accordi di programma quadro” (“Apq”, è uno dei tre strumenti attuativi dei programmi e delle deliberazioni Cipe): il 23 luglio 2013 è stato sottoscritto, con i competenti ministeri, quello relativo al “fognario depurativo” (circa 46 milioni di euro) e lo scorso 7 maggio è stata la volta dell’”Apq-conoscenza”, circa 200 milioni per le Università di Sassari e Cagliari. «Per gli altri accordi – ha rimarcato il presidente – serve correre e noi acceleriamo il più possibile perché con i fondi Fsc realizziamo cose strategiche con spese che stanno al di fuori del patto di stabilità». Il capo dell’esecutivo ha manifestato la volontà di procedere in tempi brevi con la sigla dell’”Apq-Sanità” («l’istruttoria è in fase di conclusione») e con l’”Apq-Bonifiche” (circa 110 milioni di euro) la cui istruttoria è conclusa e si è in attesa della sottoscrizione dell’accordo con il ministero dell’Ambiente e col Mise.

Il presidente ha dichiarato che intende avvalersi anche degli altri strumenti attuativi (oltre all’Apq) ed in particolare ha fatto riferimento al “contratto istituzionale di sviluppo” (Cis) per realizzare il piano per l’edilizia scolastica, sottolineando i positivi risultati ottenuti nel recente passato nel progetto per la nuova Sassari-Olbia.

Il presidente Pigliaru ha dunque illustrato il documento relativo al percorso di programmazione delle risorse Fsc per il periodo 2014-2020 (delibera del Cipe per il riparto programmatico e definizione delle regole; presentazione delle proposte, azioni, interventi da parte delle amministrazioni; istruttoria delle proposte da parte del Dps; esito positivo dell’istruttoria e dunque la delibera Cipe di assegnazione definitiva).

«Le linee di indirizzo – ha sottolineato il presidente – sono all’interno dell’orizzonte strategico unitario» e le scelte per il nuovo settennio tengono conto dell’”unitarietà delle programmazioni; dell’ampiezza degli squilibri da attenuare; della tipologia degli interventi; della specializzazione settoriale; dell’identificazione del livello amministrativo ottimale di programmazione e del completamento degli interventi.»

La giunta propone di focalizzare la programmazione del Fondo sviluppo coesione (Fsc) su i seguenti obiettivi tematici: agenda digitale; clima e rischi ambientali; tutela dell’ambiente e calorizzazione delle risorse culturali e ambientali; mobilità sostenibile di persone e merci; inclusione sociale e lotta alla povertà; istruzione e formazione; capacità istituzionale e amministrativa. Il quadro finanziario previsto dalla legge di stabilità 2014 per il Fsc (2014-2020) stabilisce un totale di risorse assegnate pari a 54 miliardi di euro con un quoziente di riparto proposto per la Sardegna pari a 10.69.

«Nel periodo precedente – ha denunciato il presidente Pigliaru – il quoziente di riparto era pari a 12.61 e per la Sardegna significa circa 400 milioni di euro in meno». Il presidente ha informato i commissari che sul punto è in corso una interlocuzione col governo per ridurre tale differenza e ha dichiarato che al momento «esistono margini perché tale differenza possa essere ridotta o eliminata.»

A conclusione dell’audizione, il presidente della commissione, Franco Sabatini, ha rimarcato la necessità che tutti gli atti relativi alla programmazione 2014-2020 siano trasmessi alla commissione per le opportune valutazioni e le eventuali proposte. Da qui l’annuncio di una intera sessione dei lavori della commissione Terza sulla programmazione per il nuovo settennio e con la comunicazione che nella prossima riunione della commissione si procederà con l’audizione dell’assessore all’Agricoltura, Elisabetta Falchi, con all’ordine del giorno i fondi per lo sviluppo rurale.

L’audizione del presidente della Giunta era stata preceduta da quella del direttore del centro regionale di programmazione, Gianluca Cadeddu, che ha illustrato ai commissari i documenti relativi al “Por Fesr 2014-2020” e annunciato che il prossimo 22 luglio la Regione trasmetterà alla commissione europea la programmazione dei fondi per il prossimo settennio. Da quella data incomincerà la fase del cosiddetto “negoziato programmi operativi” che si concluderà il 22 gennaio 2015 con l’approvazione dei programmi operativi. Il direttore del Crp tra le criticità rilevate nella programmazione 2007-2013 ha posto l’accento sul mancato adeguamento organizzativo per i controlli di primo livello sugli interventi, con conseguenti misure di definanziamento in sede comunitaria. Tra le altre carenze si segnalano: la parcellizzazione degli interventi, lo scarso allineamento tra indirizzo politico e priorità comunitarie, mancanza di strumenti settoriali di pianificazione e scarsa cantierabilità.

Gianluca Cadeddu ha illustrato le linee di indirizzo per la programmazione 2014-2020: concentrazione tematica (pochi obiettivi facilmente misurabili e concentrazione delle risorse); miglioramento organizzativo; definizione delle priorità (riferimento al Prs) e cantierabilità («finanziamo solo ciò che effettivamente possiamo realizzare»). Le risorse sono in totale 927,6 milioni di euro (le stesse del precedente periodo): circa 366 milioni per il fondo sociale europeo (Fse) e oltre 600 milioni per il Fesr, ripartite in sette assi di intervento.

Questa mattina l’aula magna della facoltà di Medicina della Cittadella universitaria di Monserrato, ha ospitato l’inaugurazione dei laboratori didattici dell’università di Cagliari. Il progetto è cofinanziato dall’Unione europea-FESR Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Potenziamento infrastrutture didattico scientifiche e Ict).  Ai lavori hanno preso parte il rettore, Giovanni Melis, il pro rettore Francesco Pigliaru, l’autorità gestione dei Fondi Fesr, Gianluca Cadeddu, i docenti responsabili dei quattro poli, Antonella Rossi (Scientifico), Elisabetta Gola (Umanistico), Elio Usai (Ingegneria e architettura) e Francesco Mola (Scienze sociali).

«Un balzo verso il futuro dedicato ai nostri giovani e a un’isola che ha bisogno di guadagnare in tecnologie e progetti innovativi. I laboratori – ha detto Alessandra Zedda, assessore regionale alla Programmazione – sono un ottimo esempio di sinergia tra accademia e amministrazione

Per il professor Melis, una partita ad alto valore aggiunto: «Rafforziamo le nostre peculiarità nella ricerca e negli studi avanzati. I laboratori rientrano in un quadro che vede la Sardegna e il suo tessuto imprenditoriale al centro del nostro sviluppo. Le risorse sono scarse e ce le dobbiamo contendere. Utilizzarle in progetti di questa portata permette di tenere elevata la qualità dei nostri studi».

Anche per Francesco Pigliaru, un momento di pregio: «L’Ateneo con oltre 500 postazioni prende parte alla sperimentazione nazionale. Con i laboratori didattici si comincia a gestire il futuro. Oltre ai nostri studenti, anche le scuole secondarie possono accedervi: i format didattici cambiano e noi vogliamo farci trovare pronti a imparare per migliorare.»

Fiducia e soddisfazione da Gianluca Cadeddu: «Un’idea buona per lo sviluppo del territorio i finanziamenti li trova sempre. La strada è segnata: i fondi vanno alla crescita che sia intelligente, inclusiva e sostenibile per l’ambiente». Un assist d’oro per la programmazione 2014/20.

L’Ateneo di Cagliari ha speso oltre sei milioni di euro dei sei milioni e mezzo finanziati, per mettere in rete con collegamenti ad altissima velocità i quattro Poli (allocati nelle strutture di viale Fra Ignazio, via Trentino, piazza d’Armi, via Corte d’Appello, via Porcell, Ponte Vittorio, Sa Duchessa, Cittadella Monserrato ecc.). Inoltre, sono state create 600 postazioni informatiche, circa 50 laboratori (25 ex novo, più il potenziamento di altri 30: tutti in rete tra loro) per oltre 1.250 posti/studente, l’osservatorio astronomico con il telescopio più grande in Sardegna. Gli studenti – che possono interagire da casa anche in e-learning – hanno a disposizione arredi, aule multimediali e attrezzature speciali per la formazione avanzata, informatica e tele trasmissione. Da citare il simulatore chirurgico (medicina), gli strumenti di fisica e astronomia, le macchine avanzate per grafica computerizzata e realizzazioni in 3D (Ingegneria e Architettura). Di rilievo anche connessione a un server centrale, connessione da computer remoto, wi-fi, messa a sistema della Biglioteca scientifica regionale. L’operazione è stata coordinata dalle direzioni Ricerca, Reti e Acquisti col supporto del corso di laurea in Scienze della comunicazione che ha curato anche un video esplicativo.

Domani, venerdì 22 novembre, dalle 10.00, nella sala conferenze facoltà di medicina – asse E, Cittadella universitaria – Monserrato – si inaugurano i laboratori didattici dell’università di Cagliari. Il progetto è cofinanziato dall’Unione europea-FESR Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Potenziamento infrastrutture didattico scientifiche e Ict). Ai lavori sono invitati i rappresentanti delle testate giornalistiche.

L’Ateneo di Cagliari ha speso oltre sei milioni di euro dei sei milioni e mezzo finanziati, per mettere in rete con collegamenti ad altissima velocità i quattro Poli (Scientifico, Umanistico, Ingegneria e Architettura, Scienze sociali). Inoltre, sono state create 600 postazioni informatiche, circa 50 laboratori, l’osservatorio astronomico con il telescopio più grande in Sardegna e messe a disposizione degli studenti attrezzature speciali per la formazione avanzata. Tra queste, un simulatore chirurgico (medicina) e le macchine avanzate per la grafica computerizzata e le realizzazioni in 3D (Ingegneria e Architettura).

Alla presentazione dei laboratori, prenderanno parte Giovanni Melis (rettore università Cagliari), Alessandra Zedda (assessore regionale programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio), Sergio Milia (assessore regionale Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport). Francesco Pigliaru (prorettore ricerca scientifica, rapporti istituzionali e innovazione) interviene su “La rete di laboratori e gli investimenti infrastrutturali per l’ateneo”. Gianluca Cadeddu (autorità gestione Fesr) presenta “La programmazione 2014-2020”. A seguire, proiezioni video, testimonianze e visite guidate a cura dei referenti di Polo e della Direzione per la ricerca e il territorio.

Al fine di stimolare la capacità innovativa delle imprese sarde, sostenerle in un percorso di adattamento ai rapidi cambiamenti globali e permettere loro di sfruttare il potenziale ancora inesplorato, confrontandosi costantemente con i competitors, la Regione Sardegna ha avviato un percorso di formazione in Innovazione d’impresa aperto a giovani laureati quali futuri professionisti competenti, opportunamente selezionati e formati che sostengano le imprese in questo percorso. 
In quest’ottica oggi, 30 settembre, dalle ore 9.00 alle ore 17.00, presso il Centro Comunale d’Arte e Cultura “Il Ghetto degli Ebrei” in via Santa Croce n. 18 a Cagliari, si terrà il convegno di apertura del Progetto I’M Sardegna, commissionato dal Centro Regionale di Programmazione al Formez e finanziato con il Fondo Sociale Europeo 2007-2013.

Il percorso formativo, che impegnerà 22 laureati, avrà una durata di 14 mesi. Molte lezioni si svolgeranno in lingua inglese per avvicinare i giovani alle più avanzate realtà imprenditoriali globali. Saranno applicate metodologie didattiche innovative, mediante laboratori di progettazione e collegamenti on line con esperti di enti e istituzioni localizzati fuori dalla Sardegna. Sono previsti infine degli stage presso associazioni di categoria e aziende sarde e presso agenzie di sviluppo e imprese estere.

Il convegno si aprirà con l’intervento di Alessandra Zedda, assessore regionale alla Programmazione e di Mariano Contu, assessore regionale alla Formazione e lavoro, nonché del direttore del Centro regionale di Programmazione, Gianluca Cadeddu, e del dirigente del FormezPA, Arturo Siniscalchi.

Nel corso della giornata si alterneranno gli interventi di Francesco Ventroni, referente regionale per il Progetto I’M Sardegna, Gianni Agnesa e Costanza Cuncu, staff di I’M Sardegna Formez PA; Francesco Molinari esperto di finanziamento dell’innovazione e, in teleconferenza, Jesse Marsh, esperto internazionale di innovazione sociale, per concludere con tre esperti e un’imprenditrice in un confronto moderato da Nicola Pirina, consulente scientifico del Progetto I’M Sardegna.

Il convegno tratterà i temi di maggiore attualità nel campo dell’innovazione e della loro applicazione nelle diverse realtà produttive, con il contributo tecnico di Gianluca Dettori, Mario Mariani, Dario Carrera e l’imprenditrice Graziella Caria della società “Nuove Tecnologie”.

Per maggiori informazioni o per iscriversi all’iniziativa, sul sito web del progetto sono disponibili il programma della giornata e la scheda di iscrizione da compilare online.