24 November, 2024
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Villamassargia ospita il primo Festival di Letteratura partecipata per ragazzi e ragazzeSi parte il 14 settembre con la conferenza stampa di presentazione “Incontri nella Terra di Mezzo”, alle 17,30, presso la Casa Fenu di via Santa Maria, a seguire alle 18,00  lectio magistralis della dott.ssa Mara Durante, direttore scientifico del Festival, che afferma: «Villamassargia è un luogo che ha portato il soffio delle storie nelle piazze e in natura; è un’intera comunità che si è mossa in modo partecipato per portare la narrazione in altri luoghi da quelli canonicamente preposti. Questa prima edizione vuole caratterizzarsi per la narrazione che esce dalle mura scolastiche e si riappropria di quegli spazi comunitari che hanno fatto sempre germogliare le storie e hanno fatto crescere le comunità, perché là dove circola la parola circola la memoria e là dove circola la memoria circola il senso di appartenenza».

L’iniziativa, orgogliosamente patrocinata e sostenuta dall’amministrazione comunale ed organizzata dall’Associazione AttivaMente, nasce su proposta del Consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze; tra i punti programmatici, infatti, presentati durante il loro insediamento, i piccoli amministratori chiedevano proprio un festival di letteratura. «Ci auguriamo che questo Festival prosegua nel tempo – dice Fabio Bernardini, assessore della Cultura del comune di Villamassargia – non potevamo non ascoltare una richiesta spontanea ma ricca di significato. È importante che i ragazzi custodiscano le proprie idee e le difendano in modo che la comunità non perda mai l’importanza di questo festival e della cultura in generale».

Villamassargia accoglierà nell’incantevole cornice di S’ortu Mannu, nelle piazze e case storiche, narrazioni all’aperto e laboratori partecipati a tema.

Il 28 e 29 agosto si è tenuta l’anteprima con le narrazioni de Il Signore degli Anelli a cura di Gianluca Medas, Direttore Artistico del Festival: «E’ il punto conclusivo di un percorso durato un anno, un percorso inclusivo, comunitaristico e orizzontale, che coinvolge le persone e le sollecita a dare il meglio di sé per gli altri: cultura che produce cultura».

Il 20 e 21 settembre saranno gli alunni dell’istituto comprensivo “F. Meloni” di Villamassargia i protagonisti dei laboratori teatrali curati da Gianluca Medas, mentre il 22 sarà la giornata dedicata al 111° compleanno di Bilbo Baggings, in collaborazione con l’associazione Attivamente che ne ha curato insieme a Medas l’organizzazione e i costumi,  l’uliveto storico di S’Ortu Mannu diventerà contea della Terra di Mezzo per festeggiare insieme a tanti hobbit con musica balli giochi e tanto cibo!

Il Festival si concluderà  il 19 ottobre 2018. In occasione della Sagra delle Olive, infatti, si terrà a S’Ortu Mannu “Narrando il Bosco”: incontri di lettura, incontri di natura con Mara Durante e le narratrici Valeria Cossu, Giusy Sestu, Alexandra Cabella, Giovanna Saba e con la partecipazione di Gianluca Medas. Alle 16.00 laboratorio aperto con l’autrice Chiara Lorenzoni e a seguire continuano le narrazioni del bosco negli angoli di Fate, Hobbit, Troll e Giganti.

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Da lunedì 10 a lunedì 17 settembre si svolgerà a Carbonia la Festa Patronale della Parrocchia Beata Vergine Addolorata, situata in via Liguria nel cuore del quartiere di Rosmarino. L’evento è stato organizzato con il patrocinio e il contributo economico del Comune di Carbonia. «Si tratta di una bellissima iniziativa che ogni anno dà appuntamento a centinaia di nostri concittadini per commemorare la Beata Vergine Addolorata con una serie di festeggiamenti civili e religiosi organizzati da una delle principali parrocchie cittadine, punto di ritrovo, aggregazione e socializzazione di un’ampia comunità di fedeli», ha detto il sindaco Paola Massidda.

Il ricco programma della Festa Patronale prevede eventi civili e religiosi:

Lunedì 10 settembre: ore 18.00, la prima solenne celebrazione Eucaristica ad opera del novello sacerdote don Marco Olianas.

Martedì 11 settembre: ore 17.30 Santo Rosario e Santa Messa; ore 18.45, nel salone Giovanni Paolo II, incontro dal titolo “Maternità oggi: il Signore mi ha favorita?”, con relatrice la dottoressa Maria Stella Leone.

Mercoledì 12 settembre: ore 17.30 Santo Rosario e Santa Messa; ore 18.45, incontro, nel salone Giovanni Paolo II, intitolato “Conversazione sull’Annunciazione”, relatore il maestro Gianluca Medas.

Giovedì 13 settembre: ore 17.30 Santo Rosario e Santa Messa; relazione di don Roberto Sciolla: “Accostarsi a Maria attraverso i vangeli”. Dalle 17.30 alle 20.30, torneo di calcio “Trofeo Beata Vergine Addolorata” e pesca di beneficenza con estrazione di una serie di premi a scopo sociale.

Venerdì 14 settembre: “Giornata dell’anziano e dell’ammalato”. Ore 17.00 Santa Messa; musica e canto con il Coro polifonico femminile di Portoscuso, il Coro polifonico maschile sulcitano e la partecipazione di Martina Marongiu (flautista) e Ivano Argiolas (chitarrista classico); dalle 17.30 alle 20.30 seconda giornata del “Trofeo di calcio Beata Vergine Addolorata”; cena a base di gnocchetti; alle 21.30 rassegna musicale con l’esibizione di tre gruppi: “I Colpevoli”, “The Elvis Tribute” e “Maluentu”.

Sabato 15 settembre “Giornata della Famiglia”: alle ore 18.00, la Santa Messa presieduta da don Cesare Concas; dalle ore 20.00 sarà attivo un punto di ristoro unitamente ai giochi gonfiabili per bambini. Alle 21.30 concerto musicale del gruppo “Jokers on Air”.

Domenica 16 settembre: Santa Messa alle ore 7.30 e alle ore 10.30; alle 17.30 concelebrazione solenne presieduta da don Salvatorangelo Manca. A seguire la processione, che si snoderà nel seguente percorso stradale: via Liguria, via Gobetti, via Lazio, via Satta, via Trexenta, via Messina, via Abruzzi, via Lombardia, via D’Annunzio e rientro in Chiesa. La processione sarà accompagnata dalla musica della Banda Vincenzo Bellini di Carbonia. Sfileranno alcuni gruppi folk e i Tamburini di Iglesias. Dalle ore 20.00 sarà operativo il punto di ristoro e i bambini potranno dilettarsi con i giochi gonfiabili. Alle 21.30 si terrà il concerto del gruppo “Tribù Mediterranea”.

Lunedì 17 Settembre alle ore 19.00 si svolgerà la Santa Messa per i defunti e benefattori con cui si chiuderà la settimana di festeggiamenti patronali in onore della Beata Vergine Addolorata.

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L’associazione culturale Bacu Abis e Sulcis Iglesiente ha organizzato con il patrocinio del Comune di Carbonia tre serate dalla forte valenza storica, incentrate su Bacu Abis, una delle principali frazioni della città. Il trittico di iniziative è intitolato “Un tuffo nella storia: Bacu Abis, dal carbone, verso i suoi 164 anni” e avrà luogo in piazza Santa Barbara nelle giornate del 31 luglio, 6 agosto e 9 agosto, con inizio alle ore 21.30.

«Si tratta di tre appuntamenti importanti che ci consentiranno di ripercorrere, anche attraverso la voce e le testimonianze dei suoi abitanti – alcuni dei quali centenari – le radici di Bacu Abis. In tale contesto, la memoria storica dei nostri anziani risulta una risorsa preziosa e insostituibile», ha detto il sindaco Paola Massidda.

Questo il calendario delle tre serate:

Martedì 31 luglio, alle ore 21.30, in piazza Santa Barbara: “Il Murale e la sua storia, le nostre radici”;
Lunedì 6 agosto, alle ore 21.30, in piazza Santa Barbara: “Schiavi di miniera…Eppure ho fatto cento anni”, con proiezione delle testimonianze rilasciate dai centenari. Parteciperanno alcuni centenari ed il regista-scrittore Gianluca Medas;
Giovedì 9 agosto, alle ore 21.30, in piazza Santa Barbara: “Gli anziani e i loro racconti di vita”, con proiezione delle testimonianze dei nostri anziani.

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Venerdì 18 maggio, alle 21.00, al Teatro delle Saline di Cagliari, va in scena l’opera “Angeli” dei Figli d’arte Medas. Lo spettacolo, testo e regia di Gianluca Medas, fa parte del calendario di“1 €uro festival” 2018, curato dalla compagnia Akròama.

Uno spettacolo di denuncia, avvincente e crudo, costruito per avviluppare e confondere. La trama si sviluppa con continui colpi di scena, tra disagi ed emarginazione. Nessuna concessione al buonismo di alcun tipo. La trama si sviluppa cambiando continuamente punti di vista, quello pubblico e quello dei media. Due versioni della stessa storia mostrate con immagini proiettate dallo schermo, presente sulla scena, e quello più intimo ed inaspettato dei personaggi coinvolti nella vicenda. “Angeli” è  una storia che si biforca nell’immaginario collettivo, racconta due storie parallele che sono la stessa storia vista da occhi differenti, il tutto attraverso la scelta estetica di una forma ibrida che resta in sospeso continuamente tra cinema e teatro, una forma drammaturgica che da qualche tempo distingue i nostri prodotti più importanti. Uno spettacolo ibrido, costruito con grande profusione di mezzi utilizzando la cinepresa per dare maggiore forza alle immagini, e ponendo l’accento sulla necessità di spezzare le barriere che separano il cinema dal teatro e così consentire alla narrazione di raccontare una difficile vicenda  permettendo al pubblico di scegliere da che parte stare invitandolo ad oltrepassare le coordinate normali del giudizio morale. Lo vicenda è semplice, e racconta di due giovani, appartenenti al microcosmo degli invisibili, uno dei quali con forti disagi personali. Questi due giovani si ritrovano, dopo una serie di scelte sbagliate, dentro una storia più grande di loro. Dopo una sfortunata e maldestra rapina e la conseguente precipitosa fuga, i due, vengono circondati e rinchiusi all’interno di un capannone, assieme ad un ostaggio, un vecchio signore. Lì si scoprono perduti e senza uscita. (…)

Angeli”, testo e regia di Gianluca Medas. Con Noemi Medas, Roberto Pettinau, Alessandro Pani, Piarpaolo Congiu. Nel video Agnese Fois, Filippo Salaris, Jo Perrino, Mauro Sollai, Lisa Zedde, Stefano Curgiolu.

Sabato 19, alle 21.00, al Teatro delle Saline va in scena l’opera “Donne dell’underground” di Marta Proietti Orzella.

“Donne dell’underground” propone una fusione di brevi monologhi brillanti. Piccoli “mostri”, brevi ritratti “maledetti” di donne “al margine”, donne “dell’underground”, alla ricerca di una rivincita, personaggi grotteschi e mostruosi, spesso odiosi e insopportabili. Le protagoniste, Marta Proietti e Carla Orrù, dividono la scena con ironia e leggerezza, offrendo agli spettatori un improbabile (ma non troppo!) “spaccato” femminile. I personaggi appartengono a storie che ci fanno sorridere, ma anche riflettere sulla condizione “underground” della donna. La liberazione da una condizione di sottomissione e di marginalità è l’elemento che accomuna la storia di queste donne alla ricerca di un riscatto personale e sociale. Il ritratto che ne viene fuori è quello di donne vulnerabili e umili, ma non arrendevoli, che si ribellano a una condizione di subordinazione ed inferiorità. Il linguaggio è quello tipico della commedia (qua e là si fa uso sapiente della lingua sarda). Le storie sono arricchite da suoni, musiche e immagini che sottolineano le azioni scena.

Drammaturgia e regia di Marta Proietti Orzella. Con Marta Proietti Orzella e Carla Orrù.

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Venerdì 11 maggio, nella Biblioteca comunale di Carbonia, alle ore 18,00, nell’ambito della rassegna “Carbonia scrive”, si terrà la presentazione del libro di Gianluca Medas: Schillelé.

Dialogherà con l’autore, il vicedirettore della Gazzetta del Sulcis, Carlo Martinelli. Parteciperà all’evento l’assessore della Cultura, Sabrina Sabiu.

Attraverso le esperienze di uno Schillelè, un ragazzo di periferia, l’Autore ci racconta Cagliari negli anni Sessanta e Settanta con gli occhi di un bambino. Una città ancora pura, ingenua e nel pieno della sua ricostruzione dove il nostro Schillelè cerca di scoprire il mondo misterioso degli adulti. Con la modernità e il boom economico cambia tutto. Arrivano la droga, l’aids, le retate della polizia e la città perde la sua spontaneità. Il libro di Medas è un affascinante affresco di un mondo in transizione, un viaggio in una città contaminata dal contatto con la modernità. Schillelè si fa adulto ma non perde la sua naturalezza, continuando a sorprendersi di fronte agli eventi e alle persone che popolano la sua città.

Schillelé racconta di quartieri popolari, di malandrini e innamoramenti platonici, di ambizioni che sbattono contro la realtà (e il Conservatorio), e di come si diventa adulti. Il tono stesso è quello di una confidenza, senza lungaggini o velleitarismi stilistici, con l’immediatezza di chi non vuol dimostrare nulla; perciò gli aneddoti, tutti, hanno il pregio di una levità nostalgica che accenna, evoca, spesso ammettendo sbagli e tardivi ravvedimenti.

Si fluttua tra l’alto e il basso: i tormenti dell’adolescenza, la ribellione, la solidarietà, la carezza della poesia sui fatti della vita, persino i più comuni; ma anche l’astuzia, i compromessi forzati o l’istintiva autodifesa rispetto alla malattia di un amico. C’è l’artista maturo, dietro, e una città – Cagliari – rappresentata nei suoi mutamenti, nei suoi rituali, talvolta nei suoi vizi. Un’epoca che sembra lontanissima, quando i bambini venivano ricoverati al Macciotta, per strada c’erano i telefoni pubblici, allo stadio si andava all’Amsicora e chi guidava la Cinquecento doveva impratichirsi nella doppia debraiata.

Medas girovaga per i tuguri di Villanova, cresce in palcoscenici di luoghi poveri, ancora semisepolti da macerie; trasloca in Via Quirra, in Via Is Maglias, poi a Samassi, e questo sembra già prepararlo a un’ardua collocabilità tra l’identità di cittadino e quella di “biddunculo”. Così il suo sentire diverso, che si misura nei bar, al capolinea di Piazza Matteotti o in una barberia di allegri pettegoli. In Schillelé, i cagliaritani ritrovano Piazza Pirri, i carri della Gioc, il Bastione con i santoni del bongo, e gli Anni Ottanta dell’eroina con i primi casi di AIDS.

Tutto è modulato, però, dall’ironia di uno sguardo curioso, che azzarda sogni, dalla vitalità di un ragazzino che sfida il bullo Polifemo, ma, al momento giusto, sa darsela a gambe. Non un eroe, insomma, ma un uomo di profondi sentimenti, e di fantasia; disposto a sorridere con tenerezza non solo degli altri, ma soprattutto di sé stesso.

Sul terreno abbandonato degli Ambu si potevano trovare tesori bizzarri, di ogni tipo, dai giornaletti porno ai telai dei motorini, dalle borsette rubate alle siringhe ancora insanguinate.Lì, tra i canneti, tutti i ragazzini avevano fumato le loro prime sigarette…

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Anche quest’anno la hall della Fondazione di Sardegna sarà la culla della rassegna Storytelling, evento in cui la Sardegna è protagonista, sfondo di cinque importanti eventi storici e di cronaca, organizzato dalla Compagnia dei Figli d’Arte Medas.

Verranno liberati cinque fatti della storia, intrappolati nel tempo col rischio di essere dimenticati, e saranno portati al pubblico con la naturalezza propria della narrazione, senza trascurare l’accuratezza storica.
Scrittura, cinema, narrazione, radiodramma ci aiutano a proseguire con la sperimentazione.

L’intento è dar vita ad una sorta di sincretismo tra le varie forme di comunicazione, che consenta di cogliere il meglio di ognuna, per portare al pubblico una “notizia” non asettica ma nemmeno romantica e intrisa di sentimentalismo.

L’obiettivo è di riportare alla luce l’umanità della notizia senza tentare un inquinamento dei fatti, elevandola dall’appiattimento della Cronaca per tramutarla in Storia da raccontare.

Il 20 ottobre, alle ore 21.00, si apre la rassegna con “Il giovane Gramsci“, di e con Gianluca Medas, all’ organetto Massimo Perra, con l’esplorazione di alcune pagine della vita del giovane Gramsci da sempre trascurate ma necessarie per comprendere l’uomo, l’intellettuale e il politico.

La storia è un affresco veloce e ironico della società sarda ed italiana tra la fine del XIX secolo e i primordi del XX secolo, si sviluppa percorrendo insieme i luoghi della memoria di Gramsci.

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La F.A.S.I. e i circoli dei sardi non hanno trascurato di valorizzare la figura e di divulgare il pensiero di Antonio Gramsci – l’intellettuale antifascista sardo (nato ad Ales il 22 gennaio 1891) le cui opere sono tradotte, conosciute ed apprezzate in tutto il mondo -, nella ricorrenza degli anniversari della sua morte, avvenuta il 27 aprile 1937, dopo oltre dieci anni di sofferenze nelle prigioni fasciste.

Nel 1997 la F.A.S.I. ha organizzato due convegni (il 29 novembre a Brescia; il 13 dicembre a Padova), per quali successivamente si è provveduto alla stampa degli atti in un unico volume dal titolo “Dibattito sull’attualità di Antonio Gramsci. Un sardo protagonista del Novecento ricordato nei circoli dei sardi a 60 anni dalla scomparsa” (240 pagine).

Nel 2007, a settant’anni dalla morte, la F.A.S.I. ed i circoli hanno organizzato una serie di manifestazioni, volte a commemorare e a diffondere la conoscenza della vita e delle opere del grande intellettuale sardo. In numerosi circoli della penisola, si sono svolti convegni, mostre, dibattiti, proiezioni di film e manifestazioni che hanno ripercorso la vita di Gramsci e il suo pensiero.

In particolare sono stati proposti tre spettacoli teatrali: “Il giovane Gramsci” ideato  e interpretato  da Gianluca Medas; L’albero del riccio: Antonio Gramsci, dal bambino all’adulto” scritto e interpretato da Giovanni Carroni; “Cena con Gramsci”, da un’idea di Roberto Rampi, testo di Davide Daolmi. Il progetto culturale elaborato da Rampi si è concretizzato anche nella realizzazione di una mostra e di un volume dal titolo “Nino. Appunti su Antonio Gramsci, 1937-2007” prodotti dall’Associazione Culturale ArteVox (referente Marta Galli).

La mostra ed il più ampio volume hanno inteso  favorire la scoperta della straordinaria attualità delle idee gramsciane nell’ambito della teoria  politica, della riflessione filosofica, dell’organizzazione culturale (con scritti di studiosi come Giuseppe Vacca, Edoardo Sanguineti, Giulio Giorello e di personalità della musica come Giorgio Gaslini e della pittura come Ernesto Treccani).

Questo volume curato da Rampi è ormai esaurito mentre nel 2012 è stato pubblicato, presso Becco Giallo di Padova, Cena con Gramsci”, a cura di Elettra Stamboulise e Gianluca Costantini, tratto dall’omonimo testo teatrale di Davide Daolmi sopracitato.

Gli otto istruttivi pannelli della mostra “Nino. Appunti su Antonio Gramsci. 1937-2007” mantengono intatto il loro valore documentario ed è intenzione della F.A.S.I. e dei circoli sardi  esporli in questo anno 2017,  in cui ricorre l’ottantesimo anniversario della morte di Gramsci, dichiarato “Anno Gramsciano” dalla Giunta regionale della Sardegna, e secondo quanto indicato da una mozione approvata all’unanimità il 2 marzo dalla Consulta regionale per l’Emigrazione della Regione Autonoma della Sardegna.

Il Circolo culturale “Nuraghe” di Fiorano modenese, presieduto da Mario Ledda, ha colto l’occasione della quinta edizione de “La Notte  Rossa”, cioè della Festa delle Case del popolo e dei Circoli culturali, non solo per esporre, presso la sede a Villa Cuoghi (a partire dal pomeriggio di sabato 14 ottobre), la mostra “Nino. Appunti su Antonio Gramsci” ma anche per organizzare un incontro sull’intellettuale sardo  annoverato, non solo in Italia, tra le figure più rilevanti della cultura del Novecento.

Al dibattito per cause di forza maggiore non ha potuto partecipare Luca Paulesu (nato a Firenze nel 1968, nipote di nonna Teresina Gramsci, sorella prediletta di Antonio, e di nonno Paolo Paulesu, che ebbero quattro figli: Franco, Mimma sposata con Elio Quercioli, Diddi e Marco; Luca è figlio di Marco), che alla professione di avvocato unisce un apprezzato lavoro di vignettista che gli ha permesso di pubblicare “Nino mi chiamo. Fantabiografia del piccolo Antonio Gramsci” (Milano, Feltrinelli, 2012).

Davanti a un nutrito uditorio, dopo i saluti del presidente Ledda e del sindaco Francesco Tosi (che ha lodato le iniziative “sempre di qualità” del circolo), stimolati  dalle domande di Alberto Venturi, addetto stampa del comune di Fiorano, sono intervenuti i relatori.

Maria Paola Bonilauri, docente di storia e filosofia, ha messo in evidenza che Gramsci, contro l’apatia degli “indifferenti”, ci richiama alla responsabilità e all’impegno individuale e sociale; egli propone una visione non meccanicistica della storia, in una proiezione futura che fa leva, sì, sul “pessimismo della ragione” ma anche sull’“ottimismo della volontà”. Compito dell’intellettuale, per Gramsci, è conoscere i problemi, ed abituare a diffidare dei “modelli assoluti” favorendo al contrario il formarsi  di una coscienza che consenta di respingere le manipolazioni provenienti dall’alto.   

Gerardo Bisaccia, vicepresidente dell’ARCI provinciale, ha sottolineato il ruolo decisivo delle case del popolo per la diffusione della cultura come la intendeva Gramsci (quindi non un sapere accademico fine a se  stesso). Ha sottolineato la forte vena pedagogica insita nelle riflessioni gramsciane e l’invito che in esse traspare ai valori della “partecipazione” e dell’“organizzazione” se si vuole immaginare una società basata su principi democratici. La Resistenza e la Costituzione sono nate dalla concretizzazione di questi fondamenti ideali.

Il senatore Stefano Vaccari ha definito “linfa vitale” per le comunità il ruolo delle case del popolo sia per la loro azione aggregatrice, sia per il fatto che consentono, soprattutto ai giovani, di formarsi una idea sulle questioni relative ai diritti (per esempio, in questo momento, i diritti di cittadinanza, lo “Ius Soli”). Stefano Vaccari ha sottolineato l’importanza del riconoscimento, voluto dal Parlamento, della casa Gramsci come monumento nazionale.

Nell’occasione è stato possibile anche presentare due libri su Gramsci editi in Sardegna. Franco Sonis, autore di Antonio Gramsci. Le radici materne” (edizioni Sguardi Sardi di Mogoro, Oristano, 2016), a seguito di approfondite ricerche d’archivio, ha sviscerato tutte le vicende delle famiglie degli ascendenti di Peppina Marcias, eroica mamma di Gramsci, figura di eccezionale forza fisico-morale, della quale ha certificato che non era nata a Terralba, come era stato finora ripetuto, ma che aveva origini riferite ai due paesi di Pabillonis, e Forru, oggi Collinas.

Tonino Cau, leader dei “Tenores di Neoneli”, sull’esempio di “Zuighes”, ha pubblicato (presso Nero a Colori, di Oristano), un volume intitolato “Gramsci, un’Omine, una Vida”). Centonovanta pagine, ciascuna delle quali riporta cinque ottave in sardo (con traduzione in italiano) scritte da Cau per raccontare la vita di quest’Uomo eccezionale qual è stato Antonio Gramsci.

Scrive Cau, in chiusura: «Io ho creato ‘un presupposto’, cioè il libro, un racconto in maniera originale (in lingua sarda, logudorese) della vita di Gramsci. Dal libro discende poi lo spettacolo dei Tenores di Neoneli, che abbiamo già cominciato a proporre e a lungo proporremo ovunque sarà richiesto. Il pubblico dirà, come sempre, e darà  il suo responso».

Paolo Pulina    

Foto di Giulio Cesare Pittalis: da sin. Gerardo Bisaccia, Maria Paola Bonilauri, Francesco Tosi, Stefano Vaccari, Paolo Pulina, Alberto Venturi.

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Dopo un mese e mezzo serrato di spettacoli dislocati in alcuni dei siti archeologici di maggior pregio dell’Isola, fra Ogliastra, Nuorese, Sulcis e Oristanese, cala il sipario sulla nona edizione del NurArcheoFestival, la rassegna organizzata dal Crogiuolo, con la direzione artistica di Rita Atzeri. A mettere il sigillo di chiusura sul festival sarà un doppio appuntamento.


“Genti, intendete questo sermone” (monologhi giullareschi medioevali e moderni), ancora una produzione nazionale in prima assoluta regionale, è lo spettacolo che andrà in scena domenica 17 settembre, alle 21.00, a Carbonia, nell’area archeologica di Monte Sirai. Autore e protagonista Matteo Belli, attore dalle brillanti mimica e recit-azione, dove emergono le potenzialità della sua voce – il suo maestro è stato Carmelo Bene – e la forte gestualità – la critica già diversi anni fa lo aveva definito “il nipotino di Dario Fo”. Con tali numi tutelari, sul palco nudo, Belli dà vita, riportandoli sulla scena, a testi letterari dimenticati dell’epoca medioevale.

“Genti, intendete questo sermone” è una lezione-spettacolo per nulla accademica, una sorta di florilegio di testi giullareschi italiani medioevali e moderni. Il percorso proposto è un’occasione per ascoltare e vedere rappresentati brani poetici del XIII e XIV secolo, esempi di una letteratura un tempo considerata minore e ancora oggi poco studiata ma di estremo interesse. Si va da un classico come “Rosa fresca aulentissima” di Ciullo o Cielo d’Alcamo ai sorprendenti giochi linguistici del “Bisbidis” di Manoello Giudeo, da altri celebri testi dell’epoca fino a un omaggio finale dedicato all’antica tecnica del grammelot, linguaggio quasi senza parole riconoscibili e basato sulla tecnica onomatopeica dell’imitazione di altre lingue, in cui proprio Fo era maestro.

Alle 19.00 la visita guidata della fortezza fenicio-punica di Monte Sirai, a cura della cooperativa Mediterranea.

 Sempre domenica 17, ma alle 19.30, Gianluca Medas sarà a Sinnai, al Nuraghe Sa Fraigada (in località Monte Cresia) con “Alla luna” (produzione Figli d’Arte Medas), spettacolo di narrazione dal titolo leopardiano, ideato appositamente per il NAF. Così l’aedo Medas, che sarà accompagnato dal suono del clarinetto da Valentina Fiore, descrive la messa in scena: «E’ notte. Il falò è acceso. Il pubblico seduto attorno. Il narratore spunta dal buio. Illuminato dalle fiamme comincia a raccontare. Le sue parole sono navicelle che solcano il mare oscuro della notte… Luna e i suoi compagni di avventura. Le leggende sono un viaggio nel tempo e nello spazio. Mille racconti dal sapore antico… Ed eccole, le evocazioni richiamate, giungono accompagnate dalle parole piene di energia, si chiamano coniglio lunare, rospo, scimmia, lontra, sciacallo, Inaba, il cui compito è forgiare le chiavi del destino, e Selene e la sua nemesi Ecate. Storie lunari sussurrate mentre le fiamme crepitano allegre e la notte spinge il buio…»

La coop. Bios propone un’escursione naturalistica notturna sulle orme del cervo sardo (per informazioni: 335 8091112). 

Il NAF 2017 avrà una coda non prevista: dopo il rinvio a causa del maltempo dello spettacolo del 10 settembre, DEINAS – testo di Clara Murtas, regia di Rita Atzeri – verrà recuperato e riproposto venerdì 22, alle 19.00, sempre a Villa Verde, nel complesso nuragico di Brunk’e s’Omu (loc. Mitza Margiani).

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I nuovi appuntamenti dell’Estate Iglesiente 2017.

Martedì 18 luglio
Cultura: Gianluca Medas presenta “Schillelè. Le avventure di un ragazzo di periferia”. Ore 19.00, Piazza Pichi
Teatro: “21 + alla Merica! Storie di migrazioni…” Regia di Monica Porcedda. A cura della Cernita Teatro. Ore 21.30, Castello Salvaterra
Cultura: “Estate d’autismo”. Ore 21.00, Chiesa del Santo Salvatore

Mercoledì 19 luglio
Cultura: Matteo Porru, presenta “Mission”. A cura della Libreria Mondadori. Ore 19.00 Piazza Lamarmora.

Giovedì 20 luglio
Cultura: Scuola civica di storia. “Vita e lavoro dei minatori iglesienti: il resoconto della Commissione d’indagine (1950-1960)”, a cura di Simone Cara. Ore 21.00, Piazza Municipio
Cinema sotto le stelle:“La luce sugli oceani”, di Dereck Cianfrance. A cura dell’Arci Iglesias. Ore 21.15, Giardino Biblioteca comunale, ingresso Via Diana
Musica: I “Cheyenne” in concerto. Ore 21.30, Piazza Sella.

Venerdì 21 luglio
Spettacolo: “Notteggiando”. Shopping, musica, cultura, spettacolo e mercatini per le vie del Centro Storico, a cura del Centro Commerciale Naturale “Centro Città”. Ore 21.00 Centro Storico
Cinema sotto le stelle: “La luce sugli oceani”, di Dereck Cianfrance. A cura dell’Arci Iglesias. Ore 21.15, Giardino Biblioteca Comunale, ingresso via Diana.

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I Figli d’Arte Medas presentano l’XI edizione de “Il Festival della Storia”, in programma a Iglesias, dal 22 al 24 luglio. Un evento straordinario che per tre giorni trasformerà la centralissima Piazza Municipio in un centro di cultura e storia internazionale, con l’intervento di ospiti illustri di levatura internazionale. Coraggiosi protagonisti della storia del loro Paese, del loro lavoro e della missione nei luoghi dove hanno operato e sofferto.

“Migrazioni e Mediterraneo” è il titolo scelto dai direttori del festival: Giampaolo Manca per la parte scientifica, Gianluca Medas per la parte artistica e Annalisa Zedde per quella organizzativa. Presidente onorario del festival sarà Gianni Andrea Deligia, già funzionario dell’ONU, nominato nel 1984 dal presidente Sandro Pertini Cavaliere all’Ordine del Merito della Repubblica Italiana “per meriti acquisiti nella protezione dei cittadini italiani e dei loro beni nella guerra civile in Ciad dal 1979 al 1982″. Nel 2001 gli è stato consegnato il Nobel della Pace come Membro del Dipartimento del Mantenimento della Pace dell’ONU.

Il Mediterraneo, un mare di storie, di partenze e di arrivi. Un mare di fughe, di migrazioni, di battaglie e di tragedie. Ma anche di proficui scambi commerciali. Su questo mare Zeus, come in una profezia ha incontrato Europa, suggellando quella che è la vocazione di questo spazio liquido: l’incontro fra alterità, popoli, lingue, costumi, generando un sincretismo che porta cultura. Con uno sguardo al passato e uno al futuro, il Festival della Storia cercherà di aprire una finestra sulla coscienza umana, senza preconcetti né pregiudizi, cercando di capire se questo mare viene percepito come un confine che rende straniere le persone o una strada che porta verso la speranza e l’accoglienza. E poi la Primavera araba, con il racconto della rivoluzione dei Gelsomini, e la faticosa conquista della libertà, il coraggio di rimanere, denunciare e lottare contro le torture agli oppositori del regime tunisino raccontate da una straordinaria donna, l’avv. Radhia Nasraoui.

Il delegato dalla Commissione europea per le Migrazioni Marc Arno racconterà, invece, cosa fa l’Europa per aiutare l’Italia nella gestione dei flussi migratori e cosa si prospetta in futuro. E poi il destino dei minori stranieri non accompagnati giunti in Italia senza genitori o di quelli che li hanno persi durante le traversate con i barconi. Ma il Festival sarà anche una particolare occasione per ricordare, attraverso le narrazioni di Gianluca Medas sul tema della solidarietà, un dramma che toccò profondamente la Sardegna durante il secondo conflitto mondiale. I devastanti bombardamenti su Cagliari da parte delle forze aeree anglo-americane del 1943, con l’80 percento degli edifici rasi al suolo, nei quali perirono oltre 2.000 persone, e migliaia furono gli sfollati che abbandonarono la città.

Il Festival della Storia attraverso le immagini, le musiche, le suggestioni del teatro e i dialoghi tra i principali protagonisti, si trasformerà in un poliedrico contenitore, un viaggio immaginario che per tre giorni vedrà Iglesias centro e capitale del Mediterraneo.

Il programma completo

22 luglio 2017 ore 21,00

Saluti e presentazione dell’XI edizione del Festival, avv. Giampaolo Manca

LA PRIMAVERA ARABA E LA “RIVOLUZIONE DEI GELSOMINI”

La rivoluzione del popolo tunisino e la faticosa conquista della libertà. Come un popolo che si affaccia sul Mediterraneo ha evitato la guerra civile e la migrazione delle sue genti.  Video e narrazione di Gianluca Medas

Dialogano con l’avv. Mauro Sollai:

Avv. Radhia Nasraoui, fondatrice dell’Associazione contro le torture in Tunisia e attivista leader per la libertà e tutela dei diritti nella Primavera Araba.

Dott. Gianni Andrea Deligia, già Funzionario dell’ONU e beneficiario del Nobel della Pace nel 2001 come Membro del Dipartimento del Mantenimento della Pace dell’ONU.

Marc Arno Hartwig, Rappresentante della Commissione Europea per la Migrazione in Italia e Grecia.

Proiezione delle immagini tratte dal Reportage del fotografo Andrea Cocco “OUMAR e la sua giornata in un centro di accoglienza per migranti in Sardegna”.

23 luglio 2017 ore 21,00

LE SENTINELLE DEL MARE

Spettacolo teatrale scritto e diretto da Gianluca Medas con l’esibizione dei ragazzi stranieri ospiti della Coop. Sociale La vela blu di Aritzo.

ACCOGLIENZA, SISTEMAZIONE, DESTINO DEI MIGRANTI MINORI NON ACCOMPAGNATI”.

Intervistati dall’avv. Mauro Sollai intervengono:

Dott.ssa Anna Cau, procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Cagliari.

Anna Melis, presidente della Cooperativa Sociale “La vela Blu”.

24 luglio 2017 ore 21,00

CAGLIARI, I BOMBARDAMENTI DEL 1943 E GLI SFOLLATI.

Narrazione di Gianluca Medas

MEDITERRANEO E SOLIDARIETA’

Intervistati dal giornalista Ottavio Olita intervengono:

Don Ettore Cannavera, responsabile e fondatore della Comunità La Collina.

Mimmia Fresi, coordinatore dei servizi per l’immigrazione della Cooperativa Il Seme.

Giovanna Grillo, responsabile della struttura Casa Emmaus.

Interventi musicali di Andrea Andrillo

Quando la solidarietà vince il terrore internazionale e costruisce un ponte di pace e speranza”.

Testimonianza dell’avv. Donatella Pau, presidente dell’Ordine degli avvocati di Oristano.

La manifestazione è realizzata col contributo del Comune di Iglesias, Fondazione Sardegna, Portovesme srl, Ordini degli avvocati di Oristano e Cagliari e associazione Fotografi di Sardegna.

L’evento è accreditato dall’Ordine degli Avvocati di Cagliari nell’ambito dell’aggiornamento professionale – 10 crediti formativi – iscrizioni le sere del Festival.