22 November, 2024
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Il 16 settembre si è conclusa la campagna raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare Pratobello 24. Il bilancio è ottimo. La partecipazione dei sardi è stata straordinaria, con oltre 100mila firme in poco tempo. In attesa che la proposta di legge arrivi al centro del dibattito in Consiglio regionale, come Comitato spontaneo di Iglesias, che ha collaborato con il Comitato Nuraxino e Comitato Sulcis Iglesiente, salutiamo i sardi nel mondo, dei quali abbiamo colto numerosi messaggi di incoraggiamento a resistere all’ennesima aggressione coloniale della nostra Terra. Sono stati numerosi gli emigrati sardi in vacanza nel Sulcis Iglesiente, ad aver fatto lunghe file ai nostri banchetti, senza poter apporre la propria firma in quanto non residenti. Come comitato spontaneo, ci siamo impegnati con forte determinazione e oggi con orgoglio cogliamo, insieme agli altri comitati, i preziosi frutti del nostro contributo alla causa sarda.

Un doveroso ringraziamento all’avvocato Gianluca Piras per il suo impegno costante e discreto, nel raccogliere e convalidare le firme.

Per tutti noi è stata una grande esperienza e ora non ci resta che attendere i frutti della volontà politica del Consiglio della nostra Regione Autonoma.

Intanto, le lotte e gli eventi proseguiranno in tutti i territori.

Rita Melis
Comitato spontaneo di Iglesias

I 24 candidati della lista “Patto civico Daniela Garau” che sostiene la candidatura a sindaco di Carbonia di Daniela Garau, consigliera di minoranza uscente, alle elezioni amministrative del 10 e 11 ottobre prossimi.

Candidati alla carica di consigliere comunale: Daniele Mele, Orietta Orrù, Gianluca Piras, Monica Matta, Gaetano Marco Catalano, Daniela Maria Carmen Scanu, Luigia Costa, Roberto Ionta, Gemma Rumore, Nadia Pittoni, Debora Loi, Paolo Alessio Concas noto Pierpaolo, Corrado Ledda, Rosanna Coda, Renato Cammarata, Lorenzo Atzori, Samuele Manca, Roberto Mereu, Mauro Rubiu, Arianna Basciu, Gisella Sulas, Fausto Casula, Valentina Farci, Alessio Scotto.

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L’8 e 9 settembre si sono tenute a Bobruysk, in Bielorussia, le “Giornate della Sardegna” che hanno visto l’Isola protagonista di una serie di iniziative a carattere socio-culturale.

La scelta di Bobruysk, non è stata casuale, infatti si tratta della città bielorussa non capoluogo di regione più importante del paese, con un patto di gemellaggio con la città di Iglesias firmato appena lo scorso ottobre, sede di una della più importanti rassegne internazionali di arte e cultura popolare dell’Europa orientale il “Festival Corona dell’Amicizia” che si tiene a cavallo di giugno e luglio a cadenza biennale, e che proprio nell’ultima edizione 2017 ha visto la prima presenza sarda con i Tenores “Su Cunsonu Santu Juanne” di Thiesi.

Le giornate sarde hanno visto fra i protagonisti Emanuele Garau interprete del canto popolare sardo, accompagnato da Mattia Murru (organetto), Gianluca Piras (lanuneddas, flauto di canna, scacciapensieri), Antonio Uccheddu (chitarra), che hanno presentato il loro concerto intitolato “Bolas Lizera” con un doppio spettacolo tenuto l’8 settembre presso la Sala Concerti “Olovnikov” ed il 9 settembre all’aperto nel parco della Gioventù di Bobruysk.

L’esibizione degli artisti sardi è stata accolta con grande calore e affetto, un pubblico numeroso e attento, che sotto la guida di Emanuele Garau si è persino lanciato in alcuni balli sardi e, con un gran finale di concerto, che ha visto la “Trallallera” cantata in coro da un pubblico che tutto i piedi ha voluto tributare il suo caloroso applauso alla Sardegna e alla sua cultura.

Ma anche gli artisti bielorussi hanno voluto omaggiare la Sardegna con il gruppo “Muzik Kvatro” che ha eseguito in lingua sarda “No potho reposare” con la splendida voce di Olga Avseyko, un regalo che ha emozionato la delegazione sarda presente.

Gli strumenti tradizionali sardi con particolare attenzione alle “launeddas” ed una partecipata “master class” di ballo sardo, sono stati al centro del seminario che Emanuele Garau coadiuvato dai colleghi musicisti ha tenuto per gli studenti di uno degli Istituti artistico/musicali di questo importante centro bielorusso.

Non poteva mancare la parte culinaria dedicata alla presentazione dei prodotti enogastronomici tipici della nostra Isola: una delle industrie alimentari leader del paese “Krasnyj pischevik” ha ospitato sotto il coordinamento di Simone Meloni, cuoco per passione e collaboratore della Comunità Mondiale della Longevità, una degustazione di piatti tipici della tradizione sarda. Dagli antipasti con olive sarde, bottarga, pecorino di varie tipologie, ai primi con la fregula e i malloreddus, alla panada presentata con ripieni diversi, i dolci come le sebadas, gli amaretti, i gueffus, senza dimenticare il pane carasau e guttiau. I vini hanno visto protagonisti il Nuragus di Cagliari, il Vermentino di Sardegna, il Cannonau, la Monica ed il Carignano del Sulcis con il mirto rosso e bianco a chiudere la presentazione dedicata ad operatori economici della città, opinion leaders ed autorità cittadine.

La preparazione dei malloreddus freschi declinati con vari condimenti tradizionali sardi è stata al centro di una puntata della trasmissione televisiva culinaria “In cucina con il capo” che verrà trasmessa questo fine settimana sulla principale rete regionale e ripresa sulla TV satellitare.

La longevità dei sardi, quale importante strumento di promozione territoriale della Sardegna, è stata al centro di alcuni seminari e simposi che hanno visto la partecipazione di esperti della Comunità Mondiale della Longevità guidati dal presidente Roberto Pili. La presenza di Donatella Petretto dell’Università di Cagliari ha consentito, inoltre, di approfondire alcuni temi di carattere scientifico dove la collaborazione sardo-bielorussa conosce ormai una consolidata tradizione.

La presenza di Ignazio Argiolas, allenatore professionista, già docente del settore tecnico FIGC a Coverciano e attualmente collaboratore della Comunità Mondiale della Longevità, ha consentito di allargare anche allo sport le giornate sarde in Bielorussia. Mister Argiolas ha visitato lo stadio cittadino, dove ha incontrato lo staff tecnico della Belshina che milita nella  prima lega nazionale (equivalente alla serie B italiana) per poi guidare una seduta di allenamento dimostrativa con una delle formazioni giovanili della locale scuola calcio.

A fare da filo conduttore, a tutte manifestazioni messe in campo a Bobruysk, la presentazione, anche in questo angolo della Repubblica Belarus, del progetto di cooperazione sostenuto dalla Regione Sardegna attraverso LR 19/96 e promosso dall’Associazione Cittadini del Mondo con il patrocinio del Consolato onorario bielorusso in Sardegna. Protagoniste di tale progetto sono in particolare le attività di formazione professionale realizzate dall’ente “Sardegna Global” di Minsk e le attività a sostegno dei rapporti fra enti ed organizzazioni dei due territori garantite dal Centro italo-Bielorusso di Cooperazione e Istruzione Sardegna in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione della Repubblica Belarus e la partnership dell’Università di Cagliari e per alcune attività del Comune di Iglesias.

Grazie al sostegno garantito dall’amministrazione comunale di Bobruysk è stato possibile il pieno coinvolgimento del mondo della scuola, delle organizzazioni sociali del territorio e della società civile nel suo complesso, contatti che porteranno ad un ulteriore rafforzamento delle collaborazioni in atto fra la Regione Sardegna e diversi territori della Belarus.

 

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Il suono di quelle launeddas arrivava da lontano ed era il testimone per eccellenza della Scuola del Campidano. Per questo il giovane antropologo danese Andreas Fridolin Bentzon, un pioniere nello studio dello strumento principe della tradizione sarda, arrivò nel 1958 fino a loro: ai “maestri di Pirri”, Tziu Efisiu Cadoni e Tziu Beniaminu Palmas. I due erano infatti considerati – insieme a Dionigi Burranca – massimi esponenti della scuola del sud Sardegna, sebbene entrambi fossero dei “trapiantati”: il primo da Ussana, il secondo da Sinnai. Erano arrivati molti anni prima nel centro alle porte di Cagliari per poter stare più vicino ai Maestri, apprendere tecniche e suonate, nonché trovare occasioni di ingaggio. Bentzon li consultò – durante una delle sue missioni sul campo – come suonatori, ma anche come “giudici” esperti; erano infatti anziani – soprattutto Palmas (classe 1875) ormai non suonava più – ma, considerata la proficua carriera, poteva prestare i suoi giudizi sulle registrazioni raccolte. In particolare si espresse sul lavoro di Pasquale Erriu, originario di San Nicolò Gerrei, allievo di Giannicu Pireddu; oltre alle consulenze, invece, Tziu Efisio Cadoni (classe1891) poté condividere anche la sua musica: era infatti ancora attivo. Bentzon non perse l’occasione e registrò alcuni brani religiosi di straordinaria potenza che furono inseriti nel disco preparato per il noto antropologo Alberto Mario Cirese, in seguito pubblicato in Lp nel 1974 e recentemente rieditato, in versione ufficiale, dall’associazione culturale Iscandula.

A quasi settant’anni da quell’incontro proprio l’associazione culturale Iscandula con la collaborazione della Regione Sardegna, del Comune di Cagliari, della Municipalità di Pirri, di Labimus/ Dipartimento di Storia Beni Culturali e del Territorio dell’Università di Cagliari e la Scuola Secondaria di primo grado Giacomo Leopardi di Pirri, ha realizzato alcune ricerche sulla biografia dei due Maestri, sui materiali lasciati e sui loro strumenti che, per l’occasione, riprenderanno vita e saranno suonati da alcuni giovani suonatori. A questo lavoro collettivo è dedicato l’evento aperto a tutti – estimatori, appassionati o semplici curiosi – di venerdì 22 dicembre (alle 17.00) presso il teatro della Scuola in via dei Partigiani a Pirri.

Il programma. A dare il benvenuto al pubblico saranno Valentino Pusceddu, dirigente scolastico; Paolo Secci, presidente della Municipalità di Pirri; Paolo Frau, assessore alla Cultura del Comune di Cagliari e le nipoti dei due suonatori: Maria Grazia Cadoni – nipote di Tziu Efisiu Cadoni – e Tilde Cabras, nipote di Tziu Beniaminu Palmas. Parola quindi a Dante Olianas, presidente dell’associazione culturale Iscandula, che coordinerà gli interventi arricchendo la serata di aneddoti e curiosità soprattutto sul rapporto tra il giovane Bentzon e i due Maestri di Pirri: spazio alle fonti dirette con la lettura di passi estrapolati dal Diario dello studioso danese. La prima relazione sarà a cura di Giulia Vaccargiu, ricercatrice dell’Università di Cagliari, collaboratrice di Labimus, dipartimento di Storia Beni Culturali e territorio, che illustrerà la sue ricerche sulla vita di Tziu Efisiu Cadoni e le sue attività artistiche condotte attraverso l’analisi incrociata di documenti e testimonianze.  

La biografia dell’altro Maestro, Tziu Beniaminu Palmas, sarà raccontata da Michele Deiana, suonatore di launeddas e ricercatore, che ha raccolto le informazioni “sul campo” direttamente dai familiari. All’ingegner Pitano Perra (esperto di musica tradizionale sarda e costruttore di strumenti) il compito di presentare l’analisi e le misurazioni fatte sulle launeddas originali di Palmas che risultano tra le più antiche di cui si abbia notizia. Non solo numeri e descrizioni ma si potrà ascoltare la loro melodia: saranno infatti suonate dal vivo insieme alle copie fedeli realizzate da Perra e dal Maestro costruttore Luciano Montisci. A seguire Gianluca Piras, anche lui ricercatore e suonatore, approfondirà il tema con un intervento dedicato: Is sonus de Tziu Beniaminu Palmas. Chiuderà il ciclo di interventi Pietro Frau, ricercatore e curatore della mostra sui due Maestri che il pubblico potrà osservare e commentare in serata. Prima dei saluti il concerto di launeddas di Michele Deiana e Gianluca Piras.

 

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Nel Campidano, nel Sarrabus, negli stagni di Cabras, Espedito Murgia, noto Editu, è stato un suonatore di launeddas atipico: di certo per la sua provenienza geografica, distante dalle zone di pianura considerate le patrie dei maestri. Era infatti un suonatore di montagna, della Barbagia di Seulo, di inizio Novecento: nei paesi dell’interno allora gli esperti erano rari e la melodia dello strumento a canne relegata a qualche festa patronale. Ad impressionare tziu Editu, classe 1912, fu proprio un maestro del Sarrabus: Giuseppinu Lara, padre di Emanuele e Antonio. È ormai trascorso un secolo da quelle sonate e gli strumenti sono molto diversi dagli attuali: di certo meno standardizzati. Anche le tecniche sono mutate, come ricorda lo stesso Murgia in un’intervista del 1982 dove racconta che Lara-padre non legava “su tumbu” a “sa mancosa manna” e, contrariamente a come fanno tutti al giorno d’oggi, teneva “sa mancosedda” con la mano sinistra.  

Alla figura straordinaria, di frontiera, di tziu Editu Murgia l’associazione culturale Iscandula – che da oltre trent’anni promuove la musica delle launeddas – con la collaborazione della Regione Sardegna e del comune di Seulo – ha realizzato alcune ricerche sulla sua biografia e sui materiali lasciati in eredità. I risultati degli studi (anche su documenti video, fotografici e audio) saranno illustrati durante un evento pubblico, nel suo paese. Si cercherà di tratteggiare il profilo del suonatore e del poeta dalla lunga carriera, conclusasi – tenendo fede alla leggendaria longevità dei seulesi – quando ormai era centenario, nel 2012. Durante l’incontro prima si parlerà delle scoperte e delle testimonianze dirette sul suo lavoro, a seguire ci sarà un concerto sulle note di launeddas e fisarmonica, una festa di musica e balli. L’appuntamento è per sabato 16 dicembre, alle 17.00, nella sala polivalente di Seulo, in via San Pietro.

Il programma. A introdurre le relazioni i saluti di Enrico Murgia, sindaco di Seulo, di Eugenio Lai, vice presidente del Consiglio regionale e di Maria Murgia, nipote di Tziu Editu. I lavori inizieranno quindi con l’intervento di Dante Olianas, presidente dell’associazione culturale Iscandula, che illustrerà la storia del Maestro e introdurrà un’intervista sonora da lui rilasciata nel 1982, nonché le pubblicazioni finora realizzate. La parola passerà quindi a Gianluca Piras, suonatore di launeddas e ricercatore che presenterà ‘Is sonus de Tziu Editu’, ossia ‘I suoni di Tziu Editu’: misurazioni, analisi e catalogazioni degli strumenti originali. Dalle caratteristiche tecniche al materiale multimediale: Pietro Frau, curatore della mostra dedicata a Murgia, scandirà aneddoti e curiosità sulle fotografie storiche e i filmati raccolti durante la ricerca. Spazio poi alla figura del maestro-poeta: Dario Loddo, racconterà il percorso dall’idea alla alla pubblicazione del libro ‘Poesias ‘e Barbagia e sa Martinica’ di Espedito Murgia, da lui curato curato e stampato dalla Tipografia TAIM di Cagliari. Infine, Piersandro Pillonca, giornalista e ricercatore della cultura sarda, partendo dal prodotto editoriale parlerà dell’immaginario poetico di Murgia e del suo stile.  

Lasciati da parte gli studi è tempo di concerti e di musica tradizionale isolana: si ballerà sulle note delle launeddas suonate da Gianluca Piras e Michele Deiana, alla fisarmonica Celio Mocco.

Biografia di tziu Editu Murgia.

Dopo l’illuminazione da giovanissimo, tziu Editu Murgia seguì in parte la scuola del Sarrabus: si trasferì prima a San Vito come servo pastore a venti anni e comprò un strumento da tziu Antoni Lara, era il 1932. Continuò via via con altri maestri anche una volta tornato a Seulo: firmò un contratto con un altro suonatore di launeddas di Villaputzu che abitava a Gergei, Giunchinu ‘e Seu. Secondo le regole del tempo si trasferì a casa sua e imparava sia il mestiere di calzolaio, sia quello di suonatore di launeddas. Poi la malaria – allora molto comune – lo costrinse a uno stop forzato. Ma il legame di Murgia con lo strumento restò forte, tanto da riprendere più tardi a Decimo da un maestro originario di Villaputzu, Agostinu Acca. Una vita di frontiera la sua: suonatore di Barbagia, distante e in parte isolato dal fermento musicale del Campidano si esibiva in tutti i paesi del circondario fino alle trasferte e ai concerti in Italia e, negli anni Settanta, la registrazione di un LP. Una lunga carriera che gli ha permesso festeggiare i cento anni nel 2012 con la moglie, gli amici e i paesani.

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Nella sua terra di nascita, a quarantasei anni dalla scomparsa, l’Università di Aarhus, grazie all’impegno del professor Peter Crawford, dedica all’antropologo danese Andreas Fridolin Weis Bentzon un convegno di due giorni (1-2 giugno 2017) sulla “ricerca audio-visuale sulla musica”.

Il giovane antropologo, morto ad appena 35 anni, ha lasciato un vuoto nella disciplina e un ritardo nello studio pionieristico, da lui intrapreso, delle launeddas, lo strumento a fiato tradizionale della Sardegna. Negli anni Cinquanta e Sessanta, infatti, Bentzon fece più viaggi nell’Isola, si innamorò del loro suono, e decise di studiare “sul campo” i maestri e i costruttori: dal Sarrabus all’Oristanese. Il suo straordinario metodo di ricerca era quello della “semplice” osservazione, indispensabile per capire il senso della musica, ancor più di quella isolana che raggiungeva picchi di raffinatezza in contesti estremamente poveri. Fu lui che per primo produsse centinaia e centinaia di registrazioni audio, foto e video: un repertorio prezioso e in parte inedito. Nessuno fino ad allora aveva pensato di studiare, osservare un pezzo fondamentale di identità culturale e antropologica. Così è nato un legame che va avanti nei decenni tra l’Isola e la Danimarca, un proficuo rapporto di scambi curato dall’Associazione culturale Iscandula e dal suo presidente Dante Olianas.

Uno sguardo al passato, dunque, e uno al futuro: con questo spirito è stato organizzato il convegno dal titolo “Da Fridolin Bentzon all’età digitale: un convegno sulla ricerca audio-visuale della musica del mondo”. A supportare l’Università danese di Aarhus, il Moesgaard Museum è la stessa associazione Iscandula con il patrocinio della Regione Sardegna. Protagonisti i progetti dei ricercatori nel campo dell’etnomusicologia ed etnografia musicale, con testimonianze che arrivano da tutto il mondo, per questo la due giorni non sarà un evento accademico in senso “convenzionale”. Due le aree di sviluppo: la prima è l’antropologia dei sensi, la seconda è il contributo del film antropologico.

Il convegno durerà due giorni fitti di appuntamenti e interventi multimediali, tutti in lingua inglese. Si inizia alle nove del primo giugno con il benvenuto del professor Peter I. Crawford, dalle 10.00 a mezzogiorno l’intervento di Dante Olianas, etnomusicologo e presidente dell’associazione Iscandula. Nel suo intervento, Il lavoro di Fridolin ha illuminato le antiche launeddas: presentazione della vita e del lavoro di A.F.W. Bentzon preceduto dalle launeddas di Gianluca Piras – parlerà della vita e dell’opera di Bentzon e racconterà come ha scoperto le pellicole che l’antropologo danese aveva girato con una macchina da presa asincrona la “Agfa Movex”, e di come, con il coinvolgimento di Fiorenzo Serra – uno dei registi sardi più importanti, nonché amico dello stesso Bentzon – è riuscito a realizzare il documentario “Is Launeddas, la musica dei sardi”. La presentazione di Olianas, sarà anche supportata dalla presenza della vedova di Bentzon, Sara (Ruth) Zedeler, che ha collaborato con lui in Sardegna negli anni Sessanta, e di Christian Ejlers, noto editore danese, amico del Bentzon e suo compagno di viaggio, in Sardegna nel 1955, quando lavorarono come garzoni nel Circo Zanfretta.

Dopo la pausa pranzo e il trasferimento nella sala Nobelasen Eva Fock, un’etnomusicologa indipendente e insegnante, parlerà al pubblico di come “Attraversare il mondo attraverso Google”. Dopo una pausa, alle 16.30, il compositore, pianista e ricercatore musicale italiano Mauro Patricelli, presenterà il suo ultimo lavoro teatrale-multimediale “Dansejægeren” (Il cacciatore di danze: un lavoro interamente dedicato alla figura di Bentzon che ha documentato una delle più antiche musiche popolari tradizionali in Europa). Dalle 18.00 inizia la serata con la musica tra cui anche le launeddas suonate da Gianluca Piras – la vera protagonista – e il vino. Alle 20.00 la cena al ristorante Olive.

Il secondo giorno i lavori partono alle 9.00 con il caffè, Maria Mendonça, professore associato in musica e cultura asiatica al Kenyon College nell’Ohio, apre i lavori. Parlerà dell’esperienze delle orchestre indonesiane Gamelan in Gran Bretagna: tra incontri e suggestioni. Alle 11.00 segue Balz Andrea Alter, dottore in antropologia visuale tra gli atenei di Aarhus e di Basilea: al centro della presentazione il progetto per la realizzazione di un film in stretta collaborazione con Otu Bala, intellettuale, cantante e compositore del Camerun. Nel pomeriggio altre storie ed esperienze musicali extra europee: Peter I. Crawford, antropologo e regista, parla della sua esperienza con i cantanti e la comunità delle isole Salomone. Infine, chiude il convegno Sebastian Lowe, musicista, antropologo visuale, sull’importanza dell’inchiesta sul campo, nel suo caso un lavoro in Nuova Zelanda, sulla musica tradizionale del Maori, il Taonga Pūoro.

 

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Una scoperta inattesa e una ricerca dettagliata a caccia dell’identità, della storia, e dei suoni di tre strumenti ritrovati. Si tratta di launeddas di autore ignoto – probabilmente costruite attorno agli anni Cinquanta – che appartengono alla collezione del Museo Sardo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Cagliari. Un tesoro nascosto rinvenuto dal presidente dell’Associazione Iscandula, Dante Olianas, durante una delle ricerche sulla musica tradizionale sarda, grazie ai suggerimenti del coordinatore del museo, il dottor Marco Melis.  

È nata così l’idea di scandagliare il loro passato con un esame scientifico a partire dalle loro caratteristiche tecniche. Il compito è stato affidato a due rinomati costruttori ed esperti di strumenti sardi: i maestri Luciano Montisci e Pitano Perra. Al loro fianco un team di tre giovani suonatori e costruttori – Gianluca Piras, Michele Deiana e Graziano Montisci – che hanno misurato, restaurato e reso di nuovo funzionanti gli strumenti. Nonché ne hanno riprodotto delle copie fedeli per ricrearne le sonorità.

Ai risultati di questo importante lavoro è dedicato l’incontro di martedì 20 dicembre, alle 18.00, a Cagliari presso la sede dell’Associazione, in via Azuni, 46. Gli interventi, destinati anche a semplici appassionati, saranno poi accompagnati dalle note della musica delle launeddas.

In apertura il saluto di Emanuele Sanna, docente di Antropologia dell’Università di Cagliari e responsabile del Museo; a seguire Paolo Frau, assessore alla Cultura del Comune di Cagliari e Dante Olianas, presidente dell’associazione Iscandula.

La parola passa quindi a Marco Melis, dottore di ricerca in Scienze Antropologiche, che illustrerà la storia e le rare collezioni conservate nel piccolo ma prezioso Museo dell’Università, spesso sconosciuto pure agli appassionati di etnografia. Dante Olianas racconterà come sono stati ritrovati gli strumenti e come è nato, e si è concretizzato, il progetto. Spazio quindi ai ricercatori: Michele Deiana, spiegherà l’analisi delle caratteristiche tecniche; parlerà poi Gianluca Piras che ha misurato le tre launeddas (secondo i parametri utilizzati dall’antropologo danese Andreas Bentzon, uno degli studiosi più importanti della musica tradizionale sarda); e infine Graziano Montisci, che ha collaborato con Perra alla ricostruzione.

A seguire i maestri Luciano Montisci e Pitano Perra illustreranno le loro impressioni: la datazione, il probabile identikit dei costruttori, la qualità dello strumento, l’uso che ne è stato fatto e le problematiche emerse durante le sessioni di lavoro. Dalla teoria alla pratica: a seguire un concerto di launeddas in cui verranno utilizzati sia gli strumenti ritrovati, sia le copie ricostruite. Si esibiranno i suonatori Gianluca Piras, Michele Deiana e Graziano Montisci. In chiusura un buffet aperto a tutti a base di prodotti sardi.

 

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Max Manfredi - 2014-07-05_Premio_Bindi_087-900x602_c

Spazio alla canzone d’autore nel cartellone della diciannovesima rassegna Forma e poesia nel jazz, in pieno svolgimento a Cagliari da sabato scorso fino al 28 del mese. La serie di concerti fa tappa domani sera (venerdì 20) al Jazzino, il club in via Carloforte, dove a partire dalle 21,45 (ingresso a dieci euro) tengono banco la voce e la chitarra di Max Manfredi, classe 1956, artista eclettico, trasversale, capace di spaziare dalla musica al teatro, dalla letteratura alla didattica, il cantautore genovese racconta di viaggi, climi, città e metropoli, storie d’amore e di disincanto, evoca atmosfere meridiane o crepuscolari in cui basta un minimo di abbandono per riconoscersi. Attraverso cinque album, tanti concerti, premi e riconoscimenti (a partire dalla Targa Tenco nel 1990 per il suo disco d’esordio, “Le parole del gatto”) Manfredi si è affermato nel corso del tempo come uno dei cantautori più apprezzati della scena nazionale: “il più bravo”, come lo ebbe a definire il suo illustre collega d’arte e concittadino, Fabrizio De André, rispondendo a una domanda sui cantautori italiani (sulla “Gazzetta del Lunedì” del 23 giugno 1997), mentre Roberto Vecchioni ha detto di lui: “E’ un capostipite (…), è uno che ha bazzicato col romanzo, con la poesia, col dialettale, con la canzone e senza, è un capace, uno che non posso nemmeno limitare con il termine di cantautore”.

Forma e poesia nel jazz, prosegue nel fine settimana con il concerto di uno dei musicisti sardi più apprezzati a livello internazionale, Gavino Murgia, di scena sabato 21 al Jazz’Art (lo Studio d’arte Paola Frau) in via Lamarmora (nel quartiere Castello). Il polistrumentista nuorese (suona sax soprano, tenore e baritono, flauti, duduk, launeddas e altri strumenti della tradizione sarda, oltre a cantare con voce di “bassu”) si presenta in quartetto con Leo Genovese al piano, Francesco Marcocci al contrabbasso e Francisco Mela alla batteria invece che con l’annunciato progetto in solo di sonorizzazione del film “Le stagioni” del regista armeno Artavazd Pelešjan. Si comincia alle 21.00 con ingresso a 15 euro su prenotazione telefonica al numero 070 657428.

Domenica 22 torna invece l’appuntamento tra musica e turismo culturale a “Sa domu ‘e s’orcu”, la Tomba dei giganti in località In Concias: un sito archeologico di grande interesse a poca distanza da Cagliari (si raggiunge facilmente svoltando al chilometro 20,3 della Strada Statale 125 in direzione di Muravera). Oltre all’opportunità di visitare un importante esemplare di architettura funeraria nuragica (a partire dalle 10.00), il programma prevede un bus navetta e un pranzo tipico campidanese a cura della proloco di Quartucciu, e poi musica, dalle 15,30, con Alberto Sanna & Fry Moneti, Eliana, il Coro Serpeddì, Mimmo Lussu e Gianluca Piras. Prenotazioni al 347 1340958 e al 340 8357730).

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Settimana intensa per Forma e Poesia nel Jazz, la rassegna organizzata a Cagliari dall’omonima cooperativa, che lo scorso weekend ha aperto i battenti della sua diciannovesima edizione. Dopo il trio Servillo-Girotto-Mangalavite, di scena ieri sera (lunedì 16) all’Auditorium del Conservatorio (che domani – mercoledì 18 – ospita il piano solo di Stefano Bollani proposto dalla SEM Organizzazione per il XIII Festival Internazionale Musica e Spettacoli Pop a Impatto Zero), il cartellone prosegue giovedì (19 maggio) con un concerto aperitivo nel negozio Sabores, del brand Sapori di Sardegna, in via Baylle, nel quartiere di Marina. Protagonista, a partire dalle 19.00, la cantautrice cagliaritana Chiara Effe accompagnata dal contrabbassista Alessandro  Atzori in “Maramao”, un omaggio alla canzone italiana degli anni ’30 e ’40.

L’indomani (venerdì 20) la rassegna fa tappa al Jazzino, il jazz club al civico 74 di via Carloforte, che alle 21,45 (ingresso a 10 euro) punta i suoi riflettori sul cantautore genovese Max Manfredi, artista eclettico, trasversale, vagabondo dalla musica al teatro, dalla letteratura alla didattica. 

Altre suggestioni e sonorità, sabato 21 al Jazz’Art, con uno dei musicisti sardi più apprezzati a livello internazionale, Gavino Murgia. Il polistrumentista nuorese (suona sax soprano, tenore e baritono, flauti, duduk, launeddas e altri strumenti della tradizione sarda, oltre a cantare con voce di “bassu”) si presenta in quartetto con Leo Genovese al piano, Francesco Marcocci al contrabbasso e Francisco Mela alla batteria invece che con l’annunciato progetto in solo di sonorizzazione del film “Le stagioni” del regista armeno Artavazd Pelešjan. Si comincia alle 21.00 con ingresso a 15 euro su prenotazione telefonica al numero 070657428.

Domenica 22 torna l’appuntamento tra musica e turismo culturale a “Sa domu ‘e s’orcu”, la Tomba dei Giganti in località Is Concias: un sito archeologico di grande interesse a poca distanza da Cagliari (si raggiunge facilmente svoltando al chilometro 20,3 della Strada Statale 125 in direzione di Muravera). Oltre all’opportunità di visitare un importante esemplare di architettura funeraria nuragica (a partire dalle 10.00), il programma prevede un bus navetta e un pranzo tipico campidanese a cura della proloco di Quartucciu, e poi musica, dalle 15,30, con Alberto Sanna & Fry Moneti, Eliana, il Coro Serpeddì, Mimmo Lussu e Gianluca Piras. Prenotazioni al 3471340958 e al 3408357730).

Si annuncia, intanto, un cambio di programma per l’ultimo appuntamento in cartellone: per motivi logistici ed organizzativi, il concerto della Reunion Big Band in omaggio alla memoria di Marco Tamburini, previsto per sabato 28, non si terrà. I biglietti già acquistati potranno essere rimborsati al Box Office oppure utilizzati, in alternativa, per il concerto di Elisabetta Antonini in quintetto con il suo progetto “The Beat Goes On”, in programma mercoledì 25 all’Auditorium Comunale in piazzetta Dettori.

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Riunione arbitri 2 copiaRiunione arbitri 1 Gianluca Piras

Nel tardo pomeriggio dell’undici dicembre, nei locali dell’agriturismo Agrifoglio a San Giovanni Suergiu, una carrellata di emozionanti ricordi, ha dipinto il panorama di cinquant’anni di storia dell’Associazione italiana arbitri (AIA), sezione di Carbonia.

Gli interventi, degli ospiti, mirati e precisi, hanno rievocato momenti e persone indimenticabili, che hanno dato vita ad una piacevole serata, nelle quale non sono mancate le battute, le risate e le lacrime di commozione.

Il presidente della sezione, Gianluca Piras, ha moderato la serata con abilità e maestria, evitando così che la stessa potesse diventare eccessivamente lunga e noiosa.

Particolare lustro all’evento è stato dato dalla presenza di Riccardo Cossu, ex presidente del CRA, comitato regionale arbitri, e attualmente presidente della commissione disciplinare; Vincenzo Zucca, ex vicepresidente della sezione di Carbonia nonché ex componente del comitato regionale; Paolo Pinna, ex arbitro ed ex assistente arbitrale in serie A; Giuseppe Urbano, ex arbitro di serie C ed assistente arbitrale in serie B, oggi vicepresidente regionale.

Nadia Pische

Nadia Pische