2 November, 2024
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Si avvia verso il rush finale Aprile alla Vetreria Aprile Resistente”, la rassegna organizzata da Cada Die Teatro, Il Crogiuolo e Cemea alla Vetreria di Pirri. Ad aprire l’ultimo fine settimana di appuntamenti sarà, venerdì 27 aprile, un altro omaggio a Gramsci,Gramsci Antonio: presente!”, alle 21.00, allo spazio Fucina Teatro. In scena Marta Proietti Orzella, anche coautrice del testo insieme a Rossana Copez, e Fausto Siddi (produzione Actores Alidos); la serata è organizzata con la collaborazione dell’Anpi di Monserrato e della Fondazione Gramsci. In una biblioteca: Terry è una ragazza alle prese con una tesina sulla figura di Antonio Gramsci. Completamente a digiuno sull’argomento, sembra arrendersi di fronte alla mole di libri e documenti, quando fa un incontro che cambierà il suo punto di vista. L’obiettivo dello spettacolo – che è stato studiato anche per il pubblico delle scuole – è fare emergere la stringente attualità del pensiero di Gramsci, quanto possa ancora “parlare” a un ragazzo di oggi: “Gramsci Antonio: presente!”, appunto.

I testi di riferimento sono tratti dai libri “L’albero del riccio” e “La città futura”. Nel primo, scritto dall’intellettuale e politico di Ales nel carcere di Turi fra il 1929 e il 1935, sono raccolte le lettere ai due figli, Delio e Giuliano, che non rivedrà più, nelle quali racconta “favole vere”, fra storie di briganti e di animali, ricordi della sua infanzia e della sua Sardegna. Un’opera “intima”, che di Gramsci esprime il voler essere padre nonostante la lontananza forzata, senza disgiungersi però dall’impegno civile e dalla militanza politica per i quali sacrificò la propria esistenza. Nel secondo libro sono invece raccolti tutti i testi che compongono il numero unico “La città Futura”, pubblicato nel febbraio 1917. Gramsci non era ancora l’intellettuale e la figura politica che poi sarebbe diventato, ma in quest’opera giovanile sono già contenuti gli autori e i temi su cui tornerà poi a scrivere e a riflettere: Gaetano Salvemini, Benedetto Croce, il carattere degli italiani, l’analfabetismo, l’insofferenza, la miseria e la ricchezza, la necessità di pensare una cultura per tutti, il mondo delle periferie, la società industriale.

Alle 20.30 la conversazione con Gianluca Scroccu introdurrà allo spettacolo.

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Non solo il tradizionale corteo del 25 aprile ma anche dibattiti, incontri, concerti e presentazioni di libri animeranno a Cagliari e in alcuni centri della provincia i giorni che precedono e seguono il 73° anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. A coordinare il cartellone è il Comitato 25 Aprile che riunisce da anni numerosi gruppi, associazioni, sigle sindacali, il cui obiettivo è quello di tenere viva, soprattutto tra le giovani generazioni, la memoria della lotta al nazifascismo e rinnovare l’impegno a favore dei principi di libertà, di democrazia e di partecipazione. 

Il programma delle iniziative prevede martedì 24 una serie di incontri nelle scuole di Senorbì, Mandas, Siurgus Donigala, a cura dell’Anpi della Trexenta. Alle 19.00 a San Basilio si terrà una fiaccolata in memoria del partigiano Pasquale Erriu. Alle 19.15 al Cinema Odissea di Cagliari si proietta il documentario “Libere” di Rossella Schillaci. Organizza l’associazione “Se non ora quando” con il patrocinio dell’Anpi di Cagliari.

Mercoledì 25 aprile, 73° anniversario dalla Liberazione dal nazifascismo, si terrà a Cagliari il tradizionale corteo. Dopo il raduno dei partecipanti a partire dalle 9.30 nella parte alta pedonale di Via Alghero, il corteo si snoderà per la via Sonnino, con una sosta al Parco delle Rimembranze, dove verrà depositata una corona d’alloro in ricordo dei caduti per la patria e la libertà dell’Italia nella guerra di Liberazione, a cura delle associazioni partigiane e delle istituzioni (Prefetto e Sindaco del Comune di Cagliari). Dopo un omaggio all’opera-monumento ad Antonio Gramsci di Pinuccio Sciola, il corteo riprenderà a sfilare in via Sonnino, piazza Emilio Lussu, via Roma, via Sassari e fino alla piazza del Carmine.

Qui sul palco i giornalisti Vito Biolchini e Alessandra Addari coordineranno gli interventi di saluto del Presidente del Comitato 25 Aprile e di giovani studenti. A scandire la mattinata saranno i canti partigiani del Coro Anpi delle sezioni di Cagliari e Trexenta (coordinati da Clara Murtas e Roberto Deiana), insieme a brevi testi poetici letti da Cristina Maccioni ed alcuni brani dal repertorio internazionale di protesta del “Red and Green Choir” di Londra, graditi ospiti del Comitato 25 Aprile. 

Le iniziative a Cagliari proseguiranno nel pomeriggio in piazza Gramsci con un presidio d’onore e letture e recite ispirate alla Liberazione.

Alle 18.00 invece nella sede della Fondazione Siotto in via dei Genovesi, dibattito sul tema “Resistenza e Shoah”, incentrato sulla medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza alla Brigata ebraica e a due scritti ritrovati dei sardi Giusti fra le nazioni, Gerolamo Sotgiu e Vittorio Tredici. Dopo il saluto del presidente dello Uaps Franco Boi, interverranno il presidente della Fondazione Siotto Aldo Accardo e il presidente dell’Associazione Chenàbura Mario Carboni. Organizzano l’iniziativa Uaps, associazione Chenàbura, Fondazione Siotto, Associazione Le Officine, Accus.

Alla Vetreria di Pirri, nell’ambito del Programma “Aprile Resistente” spazio a partire dalle 16.00 a musica e letture nel “Concerto per la Liberazione”. Alle 20.30 sarà invece lo storico Gianluca Scroccu a parlare del 25 aprile, prima dello spettacolo del regista Marco Parodi “Bachisio Spanu. L’epopea di un contadino sardo alla guerra”.

Il 25 aprile sarà celebrato anche in alcuni centri della provincia. A Quartu Sant’Elena sono previste di mattina una cerimonia istituzionale e di sera un presidio d’onore in piazza Sant’Elena con intrattenimenti, letture e recite, e a seguire in biblioteca comunale con filmati e canzoni ispirati alla lotta partigiana e alla Liberazione a cura dell’Anpi.

La mattina del 25 aprile San Nicolò Gerrei ricorderà Salvatore Corrias, Partigiano e Giusto tra le Nazioni, in una iniziativa dell’Anpi Trexenta.

A Monserrato la Liberazione verrà celebrata nel pomeriggio del 25 aprile con una messa Messa in suffragio e la deposizione corona d’alloro al Monumento ai caduti di tutte le guerre presso i giardinetti di via Del Redentore. L’Anpi inoltre parteciperà a San Sperate alla manifestazione Liberafest.

Le iniziative per il 70° anniversario della Liberazione non si fermano il 25 aprile.

Venerdì 27 aprile alle 17.00 presso Libreria La Feltrinelli Point di via Paoli 19 a Cagliari, verrà presentato il libro “La macchina imperfetta. Immagine e realtà dello Stato fascista” (Il Mulino) di Guido Melis. Intervengono insieme all’autore Luciano Marrocu (Università di Cagliari – Issasco) e Alessandro Pes (Università di Cagliari). Sarà presente l’autore. Organizza l’Issaco.

Sempre venerdì 27 ma alle 21.00 alla Vetreria di Pirri, per la rassegna “Aprile Resistente” va in scena lo spettacolo “Gramsci Antonio: Presente” con Marta Proietti Orzella e Fausto Siddi. 

Il calendario delle manifestazioni si chiuderà giovedì 3 maggio a Cagliari dove alle 10 presso la sede del  Circolo Lussu e dell’associazione Pixel Multimedia in via Tempio, verrà presentato il libro di Marco Sini “Antifascisti, Partigiani, Deportati. Appunti di storie monserratine”. Coordina Flavio Soriga, con interventi di Pietro Maurandi, Virginia Marci, Franco Boi, e letture di Rita Atzeri.

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Sabato 14 aprile, alle 21.00, nello Spazio Fucina Teatro, La Vetreria – Pirri, Cagliari, nell’ambito della rassegna “APRILE ALLA VETRERIA-APRILE RESISTENTE”, organizzata da il Crogiuolo e Cada Die dal 6 al 29 aprile 2018, la Cernita teatro presenta “Storia di una piccola città”progetto Il lavoro mobilita _ abitare le storie, di Monica Porcedda. Alle ore 20.30, lo spettacolo sarà introdotto dallo storico Gianluca Scroccucon: Pietro Carta, Piero Deidda, Lucia Longu, Mariella Mannai, Luciano Sulas, Rosanna Sulas; costumi di Lucia Longu, Mariella Mannai e Rosanna Sulas; oggetti di scena realizzati da Luciano Sulas; disegno luci di Giampietro Guttuso; regia di Monica Porcedda.

«Una piccola città, appena uscita dalla guerra, si stringe tutta intera attorno ai minatori scioperanti per affermare il suo diritto di esistere.»

Una piccola Città deve sorgere in men che non si dica. E’ una “Città Macchina”, costruita a bocca di miniera, il sogno di emancipazione per molti giovani attratti dalla speranza di un lavoro e di una nuova vita. Ingegneri, operai, muratori, manovali in men di tredici mesi costruiscono strade e piazze e case e palazzi per accogliere migliaia di persone provenienti da tutta l’Italia. 

E’ una migrazione verso un diverso modo di “coltivare”, a 100, 200, 300 metri di profondità dove il frutto della terra non è appannaggio dei lavoratori, ma serve a “forgiare le armi della guerra e della pace” secondo le logiche dell’autarchia fascista.

Così, nel profondo sud della Sardegna, nasce Carbonia.

Ma, a soli dieci anni dalla sua fondazione, già mostra i segni della sua esistenza precaria quando i più economici carboni esteri mandano in crisi il settore estrattivo. E’ la fine. 

Da obiettivo e rifugio sicuro per la sua gente essa diventa una temuta arma di ricatto in mano all’Azienda proprietaria di tutta la città. 

Contro le misure repressive e provocatorie a danno soprattutto dei lavoratori che lottano per diffondere il posto di lavoro, il 7 ottobre 1948, il sindacato proclama lo sciopero. 

Al centro di questo lavoro non c’è una storia che si conclude risolvendo il conflitto che l’aveva originariamente suscitata, ma il conflitto stesso, ancora aperto, su una rinascita economica e sociale che in Sardegna non è mai avvenuta, al di là dei problemi di natura geografica ed economica derivanti dall’essere un’isola. 

La narrazione compie un salto nel passato per ripercorrere alcuni tra i problemi emersi nel dopoguerra nel Sulcis Iglesiente, problemi ancora oggi non risolti a fronte di una condizione economica e sociale che alimenta il disagio, problemi che non riguardano solo la Sardegna. 

Questo lavoro, infatti, rappresenta il tentativo di scavalcare il leitmotiv di “Sulcis Iglesiente territorio più povero d’Italia” per guardare oltre: basterebbe volgere lo sguardo poco oltre l’isola per fermarsi in mezzo al mare che in questi anni ha un bel sacco di storie da raccontarci. 

Così la storia di una piccola città come Carbonia, è solo un pretesto per raccontare una storia più grande, una storia universale di potere, di abusi, di fame ma anche di lotte quotidiane e, soprattutto, di tanta dignità.                                                                                                                Lo spettacolo  è stato oggetto di studio e interesse all’interno del seminario per studenti dei corsi di laurea triennale e specialistica in Lettere, Filosofia, Beni culturali, Lingue, Scienze dell’educazione Università degli Studi di Cagliari.

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Sono iniziate questa mattina e si concluderanno domenica, a Buggerru, le celebrazioni per ricordare l’eccidio del 1904, gli avvenimenti e la figura di un protagonista della storia sarda, “Giuseppe Cavallera”, in tre giorni di eventi, incontri e spettacoli, lungo i sentieri della memoria. La manifestazione è organizzata dal comune di Buggerru con il contributo dell’assessorato della Cultura della Regione Sardegna. 

Stamane è stata celebrata la Santa Messa in memoria dei caduti  nella Piazza intitolata ai morti dell’eccidio di Buggerru del 1904 ed ha poi avuto inizio il convegno su “Giuseppe Cavallera” nella Sala convegni “La Centrale”. Una giornata dedicata al pioniere del socialismo in Sardegna e al ricordo dei tre minatori uccisi, simbolo della lotta di un’intera isola per il riscatto sociale e l’affermazione dei diritti dei lavoratori per una esistenza libera e dignitosa, valori richiamati in seguito nella nostra Costituzione.

Buggerru, domenica 4 settembre 1904. Due giorni prima i minatori della miniera di Malfidano, gestita da una società francese, la Societé anonime de mines de Malfidano, si erano visti ridurre di  un’ora dalla direzione la pausa tra i due turni di lavoro, quello mattutino e quello pomeridiano: era il  momento più caldo della giornata. La reazione fu immediata, cominciò lo sciopero dei lavoratori.

La “piccola Parigi”, così veniva chiamato allora il paese dell’Iglesiente, perché i dirigenti minerari, francesi e non solo, che si erano trasferiti nel borgo con le rispettive famiglie avevano anche ricreato un certo ambiente culturale. Ma i minatori lavoravano in condizioni disumane, sottopagati e costretti a turni massacranti, spesso vittime di incidenti mortali sul lavoro. Si erano organizzati nella Lega di resistenza di Buggerru, che contava circa 4mila iscritti. Moltissimi erano gli operai addetti all’estrazione dei minerali, senza contare le donne e i bambini impiegati nelle attività collaterali di cernita e lavatura.

Già nei primi mesi del 1904 i minatori, per cercare una risposta alle loro rivendicazioni e ottenere un miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, avevano attuato un’ondata di scioperi. Dirigente della Lega, insieme ad Alcibiade Battelli, era un militante socialista, Giuseppe Cavallera, piemontese, medico, pioniere del socialismo in Sardegna. Quel 4 settembre a trattare con il direttore della miniera, l’ingegnere turco, naturalizzato greco, Achille Georgiades, c’era anche lui. Gli operai si erano riuniti di fronte alla sede della direzione generale, per sostenere i loro delegati. Nel frattempo i titolari della società di gestione chiamarono l’esercito, che fece fuoco sui manifestanti: Salvatore Montixi, Felice Littera, Giustino Pittau morirono sul colpo, molti altri furono feriti. Quella domenica viene ricordata come l’eccidio di Buggerru.

Erano i tempi del secondo Governo Giolitti, che con il suo riformismo moderato non riusciva a rispondere alle esigenze del sempre più emergente proletariato agricolo e industriale, in particolare del Meridione. In seguito a quel tragico episodio le organizzazioni sindacali promossero il 16 settembre del 1904 il primo sciopero generale nazionale, al quale aderirono i lavoratori di tutte le categorie. Fu l’inizio di una nuova era nella storia della rivendicazione dei diritti della classe operaia: la storia del sindacalismo in Italia parte da un piccolo centro dell’Iglesiente, Buggerru. Da quel movimento di lotta e di protesta prese anche avvio il processo che portò tutte le Camere del Lavoro e le Federazioni di settore a unirsi fino alla nascita della Confederazione Generale del Lavoro (CGIL), il primo ottobre del 1906.

Giuseppe Cavallera nacque nel 1873 a Villar San Costanzo, in provincia di Cuneo. Aveva aderito giovanissimo alle idee socialiste. Nel 1895 fu costretto a lasciare il Piemonte a causa delle persecuzioni poliziesche a cui fu sottoposto per la sua militanza politica. Si trasferì a Cagliari, dove – come aveva stabilito la direzione del Partito Socialista – avrebbe potuto continuare i suoi studi in Medicina e allo stesso tempo dedicarsi all’attività politica in Sardegna, dove il suo partito era ancora privo di organizzazione e strutture. Vinse una borsa di studio della Facoltà di Medicina dell’Università di Cagliari, dove si laureò nel 1896.

In meno di un anno, in gran parte per la sua azione, nell’Isola erano sorti dieci circoli socialisti. Svolse la sua attività sociale e politico-sindacale soprattutto a Carloforte, a partire dal 1897, dove organizzò la Lega dei Battellieri e portò le idee del socialismo. In seguito fu attivo propagandista del socialismo e dell’organizzazione sindacale tra i minatori del bacino minerario del Sulcis Iglesiente Guspinese, dove ebbe un ruolo determinante nell’organizzare le Leghe dei minatori, associazioni operaie che fondevano gli obiettivi politici dei circoli socialisti con quelli sindacali.

Arrestato nel 1900 per gli scioperi verificatosi a Carloforte tra il 1897 e il 1899, venne condannato dal tribunale di Cagliari a sette mesi di carcere. Nel 1901 costituì le Società riunite dei lavoratori del mare, una sorta di Camera del lavoro alla quale facevano capo tutte le organizzazioni di categoria. Per suo volere, sull’esempio dei marittimi di Carloforte, i minatori dell’Iglesiente si unirono in leghe di resistenza. Nel 1904 fu eletto segretario della Federazione Regionale dei minatori sardi, che aveva sede a Iglesias. Nel 1906 venne eletto sindaco di Carloforte, nel 1913 deputato, e nel 1948, dopo la proclamazione della Repubblica, senatore per il Fronte democratico popolare. Sposatosi con una ragazza carlofortina, Anna Vassallo, ebbe sei figli. A lui è dedicato a Carloforte il Cineteatro Cavallera, costruito dai battellieri a memoria del lungo cammino di riscatto del proletariato. Morì a Roma nel 1952 e fu sepolto a Carloforte.

La giornata odierna proseguirà, alle 17.00, con i Percorsi della Memoria, visite guidate ai luoghi simbolo del 4 settembre 1904: Palazzina Beni Beni (che fungeva da foresteria per gli azionisti, per i dirigenti della miniera o anche per gli ospiti del direttore), Piazza delle Cernitrici (che ricorda la morte sul lavoro nel 1913 di quattro giovani donne addette alla cernita del minerale nella miniera di Gennarenas), il Museo del Minatore (luogo della memoria e dell’identità di Buggerru, ospitato in una struttura restaurata un tempo officina meccanica e falegnameria, scenario della rivolta del 1904, punto di riferimento dei minatori all’arrivo dei soldati) e la Galleria Henry (la più importante opera della grande miniera di Planu Sartu, scavata nel 1865, posta a 50 metri sul livello del mare, che consentiva il trasporto dei minerali per mezzo di una rotaia dai cantieri sotterranei alle laverie). Le visite alle quattro “stazioni” sono curate della Cooperativa Piccola Parigi di Buggerru.

Alle 20.00, narrazione sui piatti tipici della tradizione sulcitana e degustazione di vini  nella Sala delle Macchine del Museo minerario: il racconto della preparazione dei piatti tipici della tradizione locale con la partecipazione di chef esperti e degustazione di vini delle migliori cantine del Sulcis Iglesiente. Sarà proposto un menù degustazione a base di pesce spada pescato da pescatori buggerrai nei mari della Sardegna (costo: 12,00 euro a persona).

Alle 21.30 il Concerto musicale del duo “Su scannu sessions”, nel Cortile del Museo minerario. “Su scannu” è il nome di un progetto creato da alcuni ragazzi under 30, un format Web, ora anche live, dedicato all’interazione tra musica live e paesaggio. Un duo di chitarre e voce, Flavio Secchi e “Frank Sinatra”, con un repertorio che parte dalle canzoni di protesta americane di Bob Dylan fino alla musica italiana d’autore di Dalla e De André. Il concerto è organizzato in collaborazione con l’Associazione Enti locali per lo spettacolo.

Sabato 5, dalle 20.00, Artigianato e prodotti del Sulcis Iglesiente“, nel Piazzale del Porto Turistico: una fiera-mercato con espositori dell’artigianato e dei prodotti dell’enogastronomia del territorio, a cura della Cooperativa Piccola Parigi di Buggerru

Alle 21.30 va in scena La Bilancella, nella Banchina del Porto turistico, spettacolo teatrale scritto e interpretato da Gianluca Medas, con Emilio Puggioni, Glenda Cannas e Maurizio Liscia. Un omaggio al duro lavoro svolto dai minatori sulla Bilancella, imbarcazione utilizzata nel secolo scorso per il trasporto del minerale, simbolo fortemente evocativo delle tradizioni minerarie buggerraie, come testimonia la sua doppia figura riportata nel gonfalone del Comune di Buggerru.

Una bilancella al porto, alcuni galanzieri pronti alla partenza, un giovane marinaio, da avviare al mestiere, accolto come si fa con i neofiti, il figlio di Cicciu Rosso, un leggendario (immaginario) marinaio capace di trascinare una bilancella da solo in mare. Un pretesto, questo battesimo dell’acqua, per il racconto corale di un’epopea: quella dei Galanzieri, marinai abili, agili, fortissimi e coraggiosi, perennemente in gara con il tempo, con la fame, con le correnti capricciose, con il vento, con le furberie delle società minerarie, sempre pronte ad inventarsene una pur di pagare qualcosa di meno. Questi marinai con le loro imbarcazioni hanno svezzato migliaia di giovani. Una vita di corsa, senza fiato. Forza e grida: forza per arrivare per primi agli approdi e ai vagoni, poi ai luoghi dello scarico, e grida per difendere la paga dagli estimatori, persone legate alle società, con il compito di calcolare il materiale trasportato e perciò la paga. Le battaglie per la paga, gli scioperi, il Cavallera, la prigione, le fazioni… E poi il mare, mai davvero amico, infido e traditore…

Le tre giornate di “Giuseppe Cavallera a Buggerru” si chiudono domenica 6 settembre. Alle 9.30 Sulla rotta del minerale: dal Porto di Buggerru a Cala Domestica”, evento di ecoturismo con due itinerari diversi, via mare e via terra, per andare incontro a tutti gli appassionati di escursionismo. La partenza per i due percorsi proposti è prevista in contemporanea dal porto di Buggerru: la regata sulla rotta del minerale sarà guidata dall’imbarcazione d’epoca “La Bilancella”; l’altro itinerario seguirà i sentieri dei minatori e potrà essere percorso a piedi, a cavallo e mountain bike. All’arrivo dei gruppi a Cala Domestica è previsto un piccolo ristoro per tutti i partecipanti.

 Locandina

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Venerdì 19 giugno, a Cagliari, dalle 16.30 alle 19.00, nella Sala Settecentesca della Biblioteca Universitaria via Università, si terrà il quarto appuntamento del progetto “Alla ricerca della storia perduta”, organizzato dalla Presidenza FAI Sardegna, dalla Delegazione e dal FAI Giovani di Cagliari. Il romanzo e la ricerca che tematizzano la storia sono uno strumento per una diffusa pedagogia sul paesaggio ma anche per una didattica della storia in cui quella locale e comunitaria sia parte del vissuto collettivo.

Una narrazione che veicoli vicende, personaggi, modalità con cui si è costruito il particolare habitat – frutto dell’osmosi tra natura e storia – che fa dell’isola una regione tra le più importanti dal punto di vista ambientale e culturale. Per gli scrittori e le scrittrici di Sardegna protagonisti dell’attuale scena letteraria l’isola troneggia per la vasta declinazione non solo di personaggi ma di luoghi, dal naturalistico all’archeologico, dall’urbano all’agropastorale: una didattica parallela a quella scolastica, ma più incisiva.

Dalla fine del Settecento la più efficace pedagogia sulla storia e sulla geografia è stato il romanzo. Non solo quello riferito alle piccole patrie, ma più latamente a quello che sarà il futuro paesaggio italiano, così come i viaggiatori europei lo rivelarono al mondo.

Il quarto appuntamento di Alla ricerca della storia perduta non parte da un romanzo – come le altre volte – ma da un’impressionante ricerca raccolta in un volume, Il Museo Coloniale di Roma (1904-1971), di Francesca Gandolfo (Gangemi Editore). Il protagonista è un museo speciale e con esso una storia che riguarda anche la Sardegna e un personaggio che con l’isola ha avuto un rapporto tutto da studiare. È una sezione avvincente del libro, anzi, romanzesca. Si tratta del Tesoro archeologico della Libia che Gennaro Pesce, archeologo napoletano soprintendente reggente in Libia e nel secondo dopoguerra docente dell’Università di Cagliari e soprintendente archeologo, portò a Roma nel 1942.

Nei primi anni sessanta il tesoro fu riconsegnato ai libici e custodito nella Banca Commerciale Nazionale di Bengasi fino al maggio del 2011 quando, durante gli scontri tra i lealisti di Gheddafi e gli insorti del Consiglio Nazionale Transitorio, fu trafugato. Al Cairo ricomparve qualche moneta d’oro. Poi il silenzio.

Nell’inquietante nuovo scenario mediterraneo i reperti archeologici sono diventati merce di scambio commerciale, ideologico e politico. Attualmente il Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale, tra i più specializzati nel mondo, sta dando la caccia a quell’immane tesoro.

Nel corso della serata, organizzata dal FAI, si percorrerà un itinerario complesso quanto suggestivo, spesso ignorato nell’attività didattica, eppure fondamentale anche per la Sardegna, quale fu il secondo dopoguerra. Ne parleranno Gianluca Scroccu e Franco Masala. Nell’isola tale periodo fu straordinariamente ricco di personaggi che è necessario far conoscere alla comunità. Alcuni sono sardi illustri, altri si fecero tali e contribuirono alla ricostruzione e trasformazione della società sarda.

Tra questi Gennaro Pesce, di cui traccerà un ritratto Raimondo Zucca, che dopo gli scavi e gli studi sulla Cirenaica, di cui parlerà Attilio Mastino, approdò in Sardegna.

Arrivò in un luogo denso di esperienze nel settore archeologico. Vi avevano operato Antonio Taramelli, e successivamente Doro Levi, Massimo Pallottino, Ranuccio Bianchi Bandinelli, Ercole Contu e Giovanni Lilliu, con cui Pesce nell’agosto del 1949 diede vita a Venezia all’insuperata mostra sui bronzetti nuragici che poi girò per tutta l’Europa. L’archeologia sarda si declinò al plurale e divenne anche fenicia, punica, romana. Gli scavi a Tharros e a Nora lo esplicitano.

La serata sarà arricchita dalla presenza di Rafaele Pesce, figlio dell’illustre archeologo, curatore del suo archivio, che sta contribuendo ad acclarare, tra le altre, le vicende del Tesoro Archeologico della Libia, di cui tratteranno anche Paolo Montorsi, il Comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Sassari, e Franca Gandolfo autrice del volume su cui è imperniata la serata.

Gianni Cuperlo, Deputato PD ed ex presidente del Partito, sabato 28 febbraio sarà a Cagliari per incontrare i giornalisti e partecipare al convegno organizzato da “SinistraDem Sardegna”.

Alle 10.00 Cuperlo sarà in via Emilia 39, presso i locali della “Fondazione Berlinguer-Salone Renzo Laconi”, per incontrare i giornalisti e gli organi di informazione.

Successivamente, parteciperà al convegno organizzato da “Sinistra Dem Sardegna”, dal titolo “Un nuovo orizzonte per l’EuropaDalle politiche del rigore a quelle del lavoro e della giustizia sociale”.

All’incontro, introdotto da Yuri Marcialis, coordinatore SinistraDem Sardegna, e coordinato da Pietrina Canu, parteciperanno Renato Soru, segretario regionale PD, Ignazio Angioni, Senatore PD, Michele Carrus, segretario regionale CGIL, e Gianfranco Bottazzi, sociologo.

Previsti gli interventi di Claudio Atzori, Presidente Lega Coop Sardegna, Francesco Berria, Presidente Fondazione Enrico Berlinguer, Davide Burchi, Segretario PD Ogliastra, Salvatore Cherchi, presidente dell’Istituto di studi e programmi per il Mediterraneo, Bruno Concas, Vicesegretario GD Sardegna, Ninni Depau, Presidente Consiglio Comunale di Cagliari, Giampaolo Diana, SinistraDem Sardegna, Carlo Dore jr, Libertà e Giustizia Cagliari, Salvatore Multinu, SinistraDem Sardegna, e Gianluca Scroccu, presidente della Fondazione Luca Raggio.