«Le strade provinciali del Sulcis necessitano di un’immediata manutenzione e messa in sicurezza. Strade totalmente abbandonate, presenza di buche, crepe e dissesti, assenza di segnaletica orizzontale e verticale, guardrail incompleti o non correttamente posizionati, questa è la situazione nella quale si trovano le maggiori arterie stradali del Sud Sardegna. Ogni giorno di ritardo nella manutenzione delle strade provinciali comporta nuovi articoli nei giornali, nuovi feriti e nuovi morti.»
Lo scrive, in una nota, Gianluigi Rubiu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia.
«La Regione continua parlare di riordino delle Province, vengono nominati amministratori, commissari, commissari dei commissari ma la gente continua ad assistere al degrado delle infrastrutture di competenza della provincia e questo mette in pericolo la sicurezza di chi, ogni giorno, percorre quelle strade – aggiunge Gianluigi Rubiu -. Ben venga la riorganizzazione delle Province, fulcro importante nel governo del territorio, ma i tempi burocratici le lungaggini burocratiche e politiche non possono e non devono mettere in pericolo la vita di migliaia di sardi che quotidianamente transitano nel Sud Sardegna.»
«Ho presentato, come primo firmatario, un’interrogazione, unitamente a tutti i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, per chiedere quali siano gli interventi in programma e le risorse che si intendono stanziare per la messa in sicurezza della viabilità del Sulcis – conclude Gianluigi Rubiu -. La Regione intervenga immediatamente per mettere in sicurezza le strade provinciali del Sulcis.»
«Giusto riconoscimento al settore ittico. E’ inaccettabile che la pesca sia relegata ad una delle tante competenze in capo all’assessorato dell’Agricoltura e Riforma agro-pastorale. Si proceda con tempestività all’istituzione di un dipartimento che si occupi esclusivamente della pesca. Non possiamo lasciare un settore produttivo strategico per la Sardegna tra le competenze dell’Agricoltura. Non devono esserci settori produttivi di Serie A e di Serie B.»
Lo scrive in una nota Gianluigi Rubiu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia.
«Stesso ragionamento per gli indennizzi che cronicamente vengono erogati con forti ritardi e, soprattutto, senza nessuna certezza sulle tempistiche d’erogazione – conclude Gianluigi Rubiu -. La presidente Todde riceva urgentemente i rappresentanti delle associazioni di categoria e delle organizzazioni sindacali del settore per ascoltare le loro istanze. Come primo firmatario, ho presentato una mozione che impegni la Giunta su questi temi.»
«Dopo i tagli al numero delle prestazioni sanitarie erogabili delle RSA, per le Residenze Sanitarie Assistenziali sarde diventerà impossibile erogare lo stesso numero di prestazioni del 2023. ARES definisce i nuovi budget per le RSA convenzionate e pubbliche costringendo quindi tutte le strutture ad un immediata riduzione dei posti letto occupati. Ancora una volta a farne le spese saranno i sardi, ancora una volta l’incapacità nel gestire l’emergenza sanitaria in Sardegna finirà per costringere tantissimi sardi, che non potranno permettersi i costi di strutture private, a viaggi della speranza in cerca di accoglienza in altre RSA fuori dal territorio regionale.»
Lo scrive, in una nota, Gianluigi Rubiu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia.
«In prima battuta, la riduzione dei posti letto, avverrà semplicemente non riassegnando i posti letto che vengono a liberarsi a seguito di dimissioni già programmate, ma non si esclude che a breve dovranno effettuare una vera e propria dimissione di massa per poter rientrare nel numero delle prestazioni erogabili consentite dal nuovo Piano di acquisto delle strutture private accreditate per le prestazioni di RSA/CDI e Hospice per il triennio 2024/2026 ( approvato con la delibera n. 226 del 20.09.2024) che riduce il numero delle prestazioni erogabili – aggiunge Gianluigi Rubiu -. In Sardegna sono presenti 20 Residenze Sanitarie Assistenziali, di cui 13 private accreditate e 7 pubbliche per un totale di 1.431 posti letto accreditati. Strutture di ricovero temporaneo in regime di lungodegenza rivolte a persone non autosufficienti, affette da patologie cronico-degenerative o da patologie invalidanti, non assistibili a domicilio e bisognose di una riabilitazione di tipo globale.»
«In una Sardegna già provata da una crisi del settore sanitario, la giunta degli scienziati continua ad assistere inerme allo sfascio della sanità sarda – conclude Gianluigi Rubiu -. Sono primo firmatario, insieme a tutti i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, di un’interrogazione nella quale a gran voce chiediamo alla giunta risposte in merito a questa situazione.»
Errare è umano, perseverare è diabolico. In data 30.07.24 è stata adottata la deliberazione di Giunta n. 27/1 con la quale si dichiarava lo stato di emergenza in relazione al rischio derivante dalla situazione di deficit idrico in atto nel territorio della Regione Sardegna, confondendo lo “stato di emergenza” con lo “stato di calamità naturale”… cose completamente diverse.
Già da allora si sarebbe dovuto, infatti, contestualmente avviare l’iter per l’ottenimento dello stato di calamità naturale per i danni causati dalla siccità, strumento indispensabile per il riconoscimento economico delle perdite subite dal settore agricolo.
Solo in data 11.09.24, a seguito delle ripetute sollecitazioni della minoranza, l’assessore Gian Franco Satta inviava al ministero una sommaria richiesta di risarcimento dei danni per le produzioni assicurabili.
Tutto questo tralasciando:
• una preventiva concertazione con il governo, per il tramite del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, come correttamente fatto dalla Regione Sicilia concertando il tutto con la Conferenza Stato-Regioni;
• la richiesta del riconoscimento delle condizioni di forza maggiore e circostanze eccezionali dovute alla persistente siccità;
• la richiesta delle dovute deroghe in ambito di politica agricola comune, per ottenere il beneficio di rinvio dei pagamenti, sanzioni e oneri previdenziali;
Le aziende sarde, già provate da una forte crisi del settore, non devono, ancora una volta, subire il doppio danno della siccità e dell’incompetenza della politica.
Gianluigi Rubiu
Consigliere regionale Fratelli d’Italia
Oggi il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Gianluigi Rubiu ha presentato un’interrogazione con richiesta di risposta scritta alla presidente Alessandra Todde e all’assessore Armando Bartolazzi, per conoscere quali azioni voglia mettere in atto la Giunta per garantire l’erogazione dei servizi alla Casa della Salute di Fluminimaggiore.
«La Casa della Salute di Fluminimaggiore potrebbe rappresentare un’eccellenza nella Sanità del Sulcis e per questa ragione è urgente che si proceda all’autorizzazione dell’ampliamento dell’orario anche nella fascia pomeridiana e serale – spiega Gianluigi Rubiu -. Si consenta il servizio H12 al personale infermieristico della struttura.»
«La Direzione Generale ad oggi non ha dato seguito alla richiesta della Direzione del Distretto Socio Sanitario di Iglesias che chiede l’ampliamento dell’orario – aggiunge Gianluigi Rubiu -. La Casa della Salute di Fluminimaggiore rappresenta la sede pubblica dove trovano allocazione, in uno stesso spazio fisico, i servizi territoriali che erogano prestazioni sanitarie, ivi compresi gli ambulatori di Medicina Generale e specialistica ambulatoriale quali Dermatologia, Oculistica, Reumatologia, Neurologia, Cardiologia, Ginecologia e Pediatria, oltre che un consultorio, un ambulatorio infermieristico e un centro prelievi.»
«L’attuazione dell’orario H12 della struttura consentirebbe – conclude Gianluigi Rubiu -, unitamente agli orari della guardia medica presente in loco, una copertura sanitaria H24 in un territorio distante dalle strutture ospedaliere, già sacrificato in virtù della viabilità e della posizione geografica.»
«La situazione delle liste di attesa in Sardegna continua ad essere drammatica. A nulla è servita l’interrogazione urgente presentata ad aprile dal sottoscritto e a distanza di sei mesi
nulla è cambiato. Le cinque commissioni istituite mesi fa per l’abbattimento delle liste di attesa ad oggi non sono mai entrate in servizio. Presenteremo in questi giorni una mozione
da discutere in Consiglio regionale.»
A dirlo è Gianluigi Rubiu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia.
«Dinanzi alla massima assemblea sarda l’assessore e il presidente della regione non potranno esimersi dall’esprimere un loro punto di vista e soprattutto non potranno rimanere indifferenti ad una gravità inaudita – aggiunge Gianluigi Rubiu -. Restiamo dell’ avviso che occorre una presa di posizione forte e decisa da parte dell’esecutivo che non si riduca alla solita richiesta di ulteriore sacrificio al personale medico e amministrativo già fortemente sacrificati. Si individuino nuove figure che si rendano disponibili a svolgere l’esame e l’istruttoria delle visite mediche, anche fuori dal normale orario di lavoro, ovviamente con una compensazione economica adeguata e non offensiva, facendo ricorso magari alla corresponsione di appositi incentivi così come previsto dalla legge così come già avviene in alcune ASL sarde come ad esempio la ASL 8 di Cagliari.»
«Si proceda immediatamente all’esame delle pratiche di invalidità con estrema urgenza, l’emergenza va combattuta con strumenti straordinari, si dia corso all’ attività straordinaria con il riconoscimento al personale dei giusti incentivi – sottolinea Gianluigi Rubiu -. Non possono e non devono esistere cittadini di serie A e cittadini di serie B, il sistema sanitario sardo deve lavorare ad un unica velocità. Si intervenga immediatamente per ridurre le infinite liste di attesa che si registrano in alcune ASL sarde. Il mancato riconoscimento delle invalidità mette in ginocchio la vita di migliaia di sardi che attendono da mesi, in alcuni casi da anni, il riconoscimento di un loro diritto, al fine di poter accedere a tutti gli strumenti a loro disposizione per il l’ottenimento di aiuti economici e sussidi indispensabili per rendere la loro condizione meno difficile.»
Il Gruppo Pd nel Consiglio comunale di Carbonia ha presentato una mozione per la convocazione di un Consiglio urgente sulle vertenze industriali aperte nel Sulcis Iglesiente
Dopo aver evidenziato che il Sulcis ha attualmente circa 30.000 disoccupati ed è in atto un serio pericolo di desertificazione del tessuto industriale di Portovesme con un alta possibilità di perdere altri 6000 posti di lavoro tra diretti, indiretti e indotto, verificato che la società Portovesme S.r.l. nel 2023 ha bloccato la produzione della linea piombo e ha annunciato la fermata della linea zinco che rappresenta l’80% dell’attuale produzione, dichiarando di voler mantenere in esercizio solo i forni Welz e preso atto che l’impianto Eurallumina ha congelato la produzione dal 2009 e che a oggi non si conoscono programmi certi per la ripresa, verificato che Sideralloys Italia S.p.A subentrata alla società Alcoa nel 2018, non è ancora in piena produzione e non si conoscono né i tempi, né i programmi per la piena ripresa produttiva; lo stesso dicasi per la sala elettrolisi ferma ormai da troppo tempo e, infine, considerato che la centrale Enel terminerà la produzione di energia da fonti fossili nel 2025 (si è in attesa di una proroga per il 2028) e attualmente non si conoscono i programmi per le produzioni alternative, i I consiglieri Giacomo Guadagnini, Ivonne Fraternale e Alberto Pili, con la mozione impegnano il sindaco Pietro Morittu a programmare con urgenza un Consiglio aperto con tutti i sindaci del territorio, con la presenza del presidente della Regione Alessandra Todde, con l’assessore dell’Industria Emanuele Cani, con i consiglieri regionali del Sulcis Iglesiente Alessandro Pilurzu, Luca Pizzuto e Gianluigi Rubiu, con le organizzazioni sindacali e con gli imprenditori, per individuare ogni possibile iniziativa a sostegno di tutte le vertenze aperte.
Il Consiglio regionale ha approvato oggi un ordine del giorno unitario a sostegno della vertenza dei lavoratori della Portovesme srl.
La seduta del Consiglio regionale è stata aperta dal presidente Piero Comandini che ha dato notizia della sentenza n. 142 della Corte costituzionale relativa alla legge della Regione Sardegna n. 9 del 2023 che trattava “Disposizioni di carattere istituzionale, ordinamentale e finanziario su varie materie”. Il testo prevede, in particolare, l’illegittimità costituzionale degli articoli n. 123, comma 11, limitatamente all’inciso dei “limiti volumetrici”, n. 128, limitatamente all’inciso “condono”, n. 131, limitatamente all’inciso “pergole bioclimatiche intese come”. Il presidente Piero Comandini ha anche annunciato che nella Gazzetta ufficiale è stato pubblicato il ricorso della Regione sarda finalizzato a dichiarare l’illegittimità costituzionale della legge 26 giugno 2024, n. 86 sull’autonomia differenziata.
Il presidente, inoltre, ha comunicato che dal 10 settembre scorso i consiglieri regionali Alfonso Marras, Piero Maieli e Gianni Chessa hanno dichiarato di aderire al gruppo di Forza Italia, e che il gruppo Misto ha eletto presidente Alessandro Sorgia e vice Alice Aroni.
Franco Mula (Alleanza Sardegna-Pli), intervenendo sull’ordine dei lavori, ha chiesto maggiore rispetto sulla puntualità di inizio dei lavori e ha auspicato che il presidente intervenga per fare rispettare gli orari. Franco Mula ha anche evidenziato positivamente le migliorie del settore tecnologico apportare al funzionamento dell’Aula.
Il presidente Piero Comandini ha, quindi, aperto la discussione sul punto all’ordine del giorno della seduta di oggi: la mozione n. 15 (Solinas e più) sulla annunciata chiusura da parte della Portovesme Srl – Glencore della linea piombo e delle gravi conseguenze per i lavoratori e il territorio. Piero Comandini ha ringraziato per la presenza in tribuna dei sindaci dei territori del Sulcis Iglesiente e del Medio Campidano e le rappresentanze sindacali della Glencore. Piero Comandini ha ricordato che «siamo coinvolti in una vicenda estremamente negativa che riguarda la Glencore e sulle ripercussione che ha sui territori del Sulcis e del Medio Campidano» e che domani c’è un importante incontro al Ministero a Roma. La seduta di oggi, ha spiegato, ha l’obiettivo di avviare una discussione aperta che porti all’approvazione di un ordine del giorno unitario. «Non è il momento delle divisioni politiche, ma è il momento del sostegno a questa vertenza che è la vertenza di tutta la Sardegna», ha detto.
Il presidente ha dato quindi la parola al consigliere del Pd Antonio Solinas, presidente della IV commissione (Governo del territorio), che ha illustrato la mozione, le tappe della vertenza e ha sottolineato l’importanza di questa seduta e di questo dibattito che possa dare più forza alla Sardegna nella riunione di domani al ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla possibilità di chiusura della Portovesme srl da parte di Glencore.
Antonio Solinas ha ricordato l’importanza strategica dell’attività della Portovesme srl nella lavorazione dello zinco e del piombo, ma anche i 1200 lavoratori che rischiano di perdere il lavoro e dell’incertezza che stanno vivendo anche le loro famiglie. Per Antonio Solinas è evidente che la Glencore non ha intenzione di tener fede all’accordo sottoscritto con i sindacati sul progetto per la lavorazione dei materiali critici come il litio. Solinas, che ha voluto riunire la commissione che presiede a Portovesme per dare solidarietà ai lavoratori, ha ricordato che la cassa integrazione scade a ottobre. Serve unità, ha continuato, affinché la Glencore tenga fede agli impegni assunti e bisogna salvaguardare tutti lavoratori. Sicuramente, ha concluso, la Glencore potrà occuparsi delle bonifiche del territorio, attività a cui non potrà sottrarsi.
Per Gianluigi Rubiu (Alleanza Sardegna-PLI) la vertenza della Glencore richiede unità e un lavoro comune di tutte le forze politiche anche in previsione dell’incontro di domani al Ministero. E’ un’azienda strategica per la Sardegna, per il Sulcis Iglesiente, ma anche per l’Italia, ha detto, apprezzando la volontà del ministro Adolfo Urso di convocare il tavolo domani. Anche Gianluigi Rubiu ha ricordato che è in gioco il futuro di 3-4mila cittadini, se contiamo i 1200 lavoratori e le loro famiglie. E’ una vertenza, ha proseguito nel suo intervento, che riguarda la Sardegna intera e non un solo territorio. Portovesme srl rappresenta, ha detto, l’ultimo baluardo dell’industria in Sardegna, settore in questi anni abbandonato. Per Gianluigi Rubiu comunque c’è speranza per la Portovesme srl, con o senza Glencore, visto il grande interesse delle grandi aziende a investire nell’industria in Italia: ieri sono arrivate, ha detto, 15 manifestazioni di interesse per l’ex Ilva di Taranto. Una notizia che fa sperare anche per la Portovesme.
Per Alessandro Pilurzu (Pd) si tratta di una crisi industriale, ma è anche una questione di responsabilità. Per il consigliere quello che sta avvenendo rappresenta l’esempio di un’azione di sfruttamento e poi di abbandono. «Quello che sta avvenendo è inaccettabile», ha ribadito ricordando che nella gestione della crisi è stata evidente la mancanza di trasparenza da parte della Glencore. L’azienda, ha continuato, sembra prenda tempo e questo sta creando incertezza nel territorio. Per Alessandro Pilurzu non è soltanto un problema economico, ma anche etico e la politica sarda ha il dovere di intervenire con decisione in sinergia con il Governo. Il consigliere ha ribadito che la Sardegna non è un terreno da sfruttare e abbandonare e ci vuole rispetto per le lavoratrici, per i lavoratori e per tutto il territorio.
Gianluca Mandas (M5S) ha recitato l’articolo 1 della Costituzione, ricordando che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Ha poi definito drammatica situazione della Portavesme srl, sottolineando che 1200 lavoratori, le loro famiglie e un intero comparto industriale vivono nell’incertezza e nella disperazione. «Non è solo una questione economica ma di giustizia sociale e di responsabilità», ha detto. Non possiamo permettere, ha proseguito, che l’industria del Sulcis e della Sardegna muoia. Per Gianluca Mandas bisogna riprendere a parlare di industria, fare nuovamente programmazione, e ricordare le opportunità legate alla transizione energetica. Il primo obiettivo, però, ha continuato il consigliere è quello di difendere il lavoro affinché lavoratrici e lavoratori guardino al futuro con speranza e non con paura.
Per Alberto Urpi (Sardegna al centro 20Venti) è importante l’unità di tutte le forze politiche, dei lavoratori, dei sindaci e dei sindacati. «Questo è il momento dell’unità», ha detto, imputando dalla Glencore di aver giocato con il destino dei lavoratori sardi in due territori, il Sulcis Iglesiente e il Medio Campidano, interessati da una grande emergenza occupazionale. Alberto Urpi ha ricordato anche i 40 posti di lavoro persi con la VillaService e ha manifestato apprezzamento per la posizione assunta dal ministro Adolfo Urso.
Per Luca Pizzuto (Sinistra futura) aver dato sovranità ai mercati e alle multinazionali sta portando tutti a pagare un prezzo carissimo da decenni. Abbiamo delle leve che dobbiamo utilizzare, ha detto, ma rendendoci conto con chi abbiamo a che fare e che agiscono in base a leggi di mercato. Pizzuto ha esortato i colleghi a reagire uniti per dare un mandato pieno alla Regione Sardegna nella discussione di domani a Roma. Servono politiche nuove, ha continuato, e aprire a nuovi settori industriali. E’ necessario anche capire dove sono finiti, ha detto, i soldi del Piano Sulcis. Luca Pizzuto ha poi concluso annunciando il voto favorevole all’ordine del giorno e sottolineando che bisogna avere la possibilità di scrivere nuove pagine per il futuro del nostro territorio.
Stefano Tunis (Sardegna al centro 20Venti) ha ribadito il pieno sostegno ai lavoratori e alle loro famiglie. Il consigliere ha ripercorso le tappe della vertenza Glencore e ha detto che è fondamentale chiarirsi le idee su quale «partita vogliamo giocare: che Glencore rimanga attiva o giocare la partita del dopo». Stefano Tunis ha parlato di programmazione necessaria per attrarre gli investimenti e non certo, ha detto, con l’ultimo progetto di legge della Giunta regionale.
Solidarietà a tutti i lavoratori che lottano per il proprio posto di lavoro è stata espressa anche da Alessandro Sorgia, capogruppo del Gruppo Misto. Il consigliere ha ribadito la volontà della politica di salvaguardare i posti di lavoro e far sì che vengano rispettati gli impegni presi. Non è possibile accettare che 1200 famiglie rimangano senza reddito, ha detto, è a rischio la tenuta sociale del territorio. Per Alessandro Sorgia Regione e Ministero devono prendere posizione forte e decisa nei confronti della Glencore.
Dopo l’on. Alessandro Sorgia, l’on. Franco Mula (Alleanza Sardegna) ha preso la parola e ha detto: «Come disse il ministro Pisanu l’unità è una bambina e va coccolata, non presa a schiaffi. Se dobbiamo e vogliamo essere uniti, per il bene dei sardi e dei lavoratori della Glencore, è inaccettabile leggere i vostri comunicati trionfalistici sulla fine della peste suina. Allo stesso modo pensare di modificare lo Statuto senza chiedere il parere all’opposizione non è un atto molto intelligente né utile. Anche noi siamo pronti ad andare a Roma ma è necessario che la Regione non apra più la porta i “prenditori” come quelli che sono stati insediati negli anni a Ottana come nel Sulcis».
Per i Riformatori sardi l’on. Umberto Ticca «il colosso Glencore non ha messo al riparo negli anni i lavoratori e i siti produttivi. Abbiamo dunque armi spuntate ma al tavolo di domani deve giungere la voce forte e univoca di questo Consiglio. Non possiamo sederci con l’azienda dimenticando il sostegno pubblico che ha ricevuto né è accettabile che l’azienda pensi di non doversi occupare delle bonifiche o del futuro dei lavoratori che vorrebbe abbandonare».
Per Forza Italia l’on. Gianni Chessa è importante riflettere sul fatto che «in Romania ci sono 30 mila aziende italiane mentre la Sardegna non ha un piano industriale e se perdiamo anche i 1.200 posti della Glencore abbiamo perso l’ultimo pezzo di industria della Sardegna. Dobbiamo rafforzare la visita di domani della presidente Todde e dell’assessore Cani per evitare di raccogliere briciole ma per dare una prospettiva all’industria sarda. La speranza della cassa integrazione è un fallimento, dobbiamo puntare a qualcosa di più».
Dai banchi della maggioranza l’on. Sandro Porcu (Orizzonte Comune): «Esprimo solidarietà ai lavoratori della Portovesme srl e ai sindaci, perché non dimentico le vertenze alle quali ho partecipato con la fascia tricolore. Un ordine del giorno ci deve vedere davvero uniti, maggioranza e opposizione. Questi territori e la Sardegna non meritano quel che stanno vivendo».
Parola di sostegno anche da parte di Angelo Cocciu (Forza Italia): «Ho sentito e subito il dolore dei dipendenti di Air Italy, che potevano essere salvati ma la politica, quella che a Roma sta nei ministeri, non ha mosso un dito. Siamo arrivati a questa situazione perché abbiamo rifiutato nel tempo altre alternative nel campo energetico, come il nucleare, e ne paghiamo le conseguenze».
Dall’opposizione l’on. Paolo Truzzu (FdI): «E’ molto importante l’unità tra noi e con il governo Meloni, ma serve una consapevolezza: che idea di industria per la Sardegna ha la Regione? Piombo e zinco prodotti nel Sulcis sono fondamentali per l’Italia e possono interessare i nuovi acquirenti dell’Ilva ma senza una politica industriale per la nostra isola non andremo molto avanti. Mi dà anche molto fastidio il fatto che questa multinazionale ha fatto extraprofitti ma non ha reinvestito nulla in Sardegna e sui suoi lavoratori. Nessuno può avere carta bianca, nessuno può stare fuori dalle regole, nessuno può essere esente da responsabilità. Nemmeno la Glencore. E se sarà necessario andremo avanti da soli, anche senza la Glencore».
Per Giuseppe Frau (Uniti) «il momento riguarda l’intera comunità sarda e l’economia della nostra isola, migliaia di famiglie che rischiano di rimanere a terra, senza futuro. Di tutto questo alla multinazionale Glencore importa molto poco: per loro ci sono soltanto i numeri. Per noi ci sono le persone e intorno alle persone noi daremo un forte segnale collettivo».
A seguire, la Giunta. L’assessore all’Industria Emanuele Cani ha preso la parola e ha detto: «La vera questione è che l’Italia non ha una sua politica industriale e questa assenza di programmazione ci porta a vivere sempre sull’onda delle esigenze spicciole. Questa Giunta crede all’industria e in passato non tutti hanno avuto la stessa posizione. Qualcuno ha creduto in passato che la Sardegna possa vivere senza industria, noi abbiamo un’idea diversa e riteniamo che non si possa crescere davvero senza industria. E permettetemi anche di parlare di energia: non c’è industria senza un prezzo competitivo dell’energia e senza infrastrutture efficienti. Anche per questo riteniamo che un atto di democrazia sia fissare un prezzo energetico unico europeo per le industrie, dovunque si insedino».
Tornando alla crisi Glencore, l’assessore Emanuele Cani ha ringraziato «il governo Meloni per la risposta spontanea e contraria davanti all’annuncio di Glencore sullo smantellamento delle linee di produzione. Domani a Roma ribadiremo questo concetto insieme alla disponibilità della Regione a un dialogo con la multinazionale per ridurre il costo dell’energia, che è davvero difficilmente sostenibile».
Il presidente del Consiglio, Piero Comandini, ha quindi comunicato la presentazione di un ordine del giorno sottoscritto da tutti capigruppo. Il documento unitario ripercorre le diverse fasi della vertenza Glencore e impegna, in sintesi, la presidente della Regione e la Giunta «ad adottare tutte le iniziative necessarie e opportune, sia a livello nazionale che regionale, affinché la Glencore tenga fede agli impegni assunti con le parti sociali, con la presentazione del piano industriale, scongiurando il proseguo di attività con la sola linea Waelz e riveda la propria decisione di interrompere la linea zinco, mantenendo gli attuali livelli occupazionale della Portovesme srl, nonché di verificare altre soluzioni possibili per l’acquisizione dello stabilimento».
Hanno dichiarato il voto favorevole e dei rispettivi gruppi di appartenenza i consiglieri: Giuseppe Dessena (Avs); Stefano Tunis (Sardegna2020); Gigi Rubiu (FdI); Luigi Piano (Pd); Francesco Agus (Progressisti); Umberto Ticca (Riformatori) e Gianluca Mandas (M5S).
Posto in votazione l’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità ed il presidente dell’assemblea ha quindi rivolto parole di ringraziamento alle forze sindacali, ai lavoratori, agli amministratori ed ai consiglieri e alle consigliere regionali per il lavoro svolto, l’impegno e l’attenzione dimostrati nei confronti di una vertenza definita, da più parti, come cruciale per l’intera Sardegna.