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Ieri sera il Consiglio regionale ha approvato gli articoli del testo unificato sulla lingua sarda. Il presidente Gianfranco Ganau ha aperto la seduta alle 16.39. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha ripreso l’esame del Testo Unico sulla lingua sarda interrotto la scorsa settimana subito dopo l’approvazione dell’art. 8. La discussione è ripartita dall’art. 9 “Norma ortografica e norma linguistica di riferimento della lingua sarda” considerato il cuore della nuova disciplina di tutela dell’idioma isolano e sul quale nelle scorse settimane si sono confrontate le forze di maggioranza.
Sull’ordine dei lavori ha chiesto la parola il consigliere di Forza Italia Antonello Peru per segnalare la grave situazione in cui si trovano i diabetici sardi per la mancata fornitura dei sensori per la glicemia. «E’ una situazione preoccupante – ha detto Antonello Peru – sarebbe opportuno che l’assessore alla Sanità Luigi Arru riferisse in Aula. Arrivano ogni giorno numerose segnalazioni, abbiamo appreso dei gravi disagi che si trovano ad affrontare i diabetici sardi, in particolare i bambini. Tanti di questi pazienti saranno presto costretti a rivolgersi alle strutture sanitarie di altre regioni, in particolare il Piemonte, dove i sensori vengono forniti gratuitamente».
Il presidente Gianfranco Ganau, dopo aver ringraziato il consigliere Peru, ha messo in votazione l’emendamento n. 126. Per dichiarazioni di voto è intervenuto il consigliere di Forza Italia Stefano Coinu che, in fonnese stretto, ha rivelato all’aula la tentazione di esprimersi nella parlata del suo paese in modo da rendere difficoltoso l’ascolto: «Se parlo in fonnese probabilmente qualcuno mi insulterà, se uso l’italiano rischio che nessuno mi ascolti – ha detto Stefano Coinu – ma ho fede e provo a dire alcune cose importanti nel tentativo di convincere la maggioranza dei consiglieri a desistere». Secondo Stefano Coinu, il tema in discussione avrebbe meritato un trattamento diverso: «Sono certo che le buone intenzioni non bastano per produrre buone cose. Esitare per forza e a qualunque costo questa legge può provocare un aborto. Ciò che uscirà da quest’Aula sarà negativo, apprezzo l’impegno del relatore ma quando si arriva a trattare un argomento di questa portata a fine mandato si produce solo un danno».
Prima della votazione, l’emendamento n. 126 è stato ritirato.
Successivamente è stato messo in votazione l’emendamento n. 377 che è stato respinto con 28 no e 19 sì.
Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento all’emendamento n396 che sostituisce totalmente il testo dell’art. 9. La proposta correttiva prevede l’istituzione di una Consulta regionale che avrà il compito di individuare un’unica norma linguistica di riferimento e una norma ortografica che tenga conto delle macrovarietà linguistiche e letterarie campidanese e logudorese e delle parlate diffuse nelle singole comunità locali.
Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni, pur apprezzando lo sforzo dei proponenti (Pinna-Deriu-Zedda P.) li ha invitati a un ulteriore riflessione sul contenuto dell’emendamento. «Il testo ripropone quanto espunto in precedenza con la soppressione dell’art. 2 – ha sottolineato Attilio Dedoni – meglio sopprimere i punti 4 e 9 che fanno riferimento a macrovarianti e a standard delle parlate alloglotte.. Se così fosse l’emendamento si potrebbe votare. Altrimenti ritengo sia divisivo del popolo sardo. Serve una lingua ufficiale, tutte le altre possono essere parlate. Quanto alla Consulta mi sembra una nuova pletora di nominati. Se l’articolo resta tale non lo votiamo. State obbligando il popolo sardo a dividersi anche sulla lingua».
Stefano Coinu (Forza Italia), dopo aver annunciato il suo voto contrario, si è soffermato sulla Consulta per la lingua proposta dalla norma: «Qui dentro siamo 60 consiglieri e stiamo discutendo da giorni – ha detto Stefano Coinu – pensate davvero che una Consulta di 28 esperti possa decidere all’unanimità? Questo emendamento non mette d’accordo chi d’accordo non è. Meglio fare un passo indietro in favore della lingua e dell’unità linguistica».
Rossella Pinna (Pd), prima firmataria dell’emendamento, ha difeso l’impianto della norma. «Voglio tranquillizzare chi esprime dubbi – ha detto Pinna – non c’è né l’intento di dividere né quello di prevaricare la volontà del popolo sardo. Parliamo di una comunità regionale che ha il dovere di partecipare alla definizione della grafia e dello standard linguistico della lingua sarda. C’è rispetto nei confronti di una Consulta numerosa in cui tutti sono rappresentati. Il comma 4 prevede una proposta che non è vincolante ma tiene conto non solo delle macrovarietà del sardo ma di tutte le parlate locali e tiene conto del lavoro fatto in questi anni».
Alessandra Zedda (Forza Italia) ha espresso apprezzamento per la collega Pinna ma, allo stesso tempo, ha manifestato forti perplessità sul metodo seguito nella discussione della legge: «Proponendo una nuova norma ortografica rischiamo di aggravare la situazione oltre che procedere in modo antidemocratico. L’individuazione di una norma linguistica e ortografica doveva essere fatta dal Consiglio ma non ci sono le condizioni. Stiamo andando avanti a tentoni. Il rischio è dividere un popolo anziché unirlo».
Roberto Deriu (Pd) ha invece difeso il contenuto dell’emendamento: «Sono d’accordo con Attilio Dedoni e Stefano Coinu, le motivazioni esposte sono quelle che ci hanno indotto a presentare l’emendamento – ha spiegato Roberto Deriu – dobbiamo fare in modo che su questa legge confluisca il dibattito di 30 anni, un dibattito che non si esaurisce qui dentro. Mi pare giusto individuare un organismo ristretto, rispetto alla complessità del tema e alla ricchezza delle posizioni, per elaborare una proposta. In questo modo parteciperanno anche le comunità locali. Esprimo il mio voto favorevole ed invito a non ostacolare questo processo».
Il relatore della legge Paolo Zedda (Art. 1 – Mdp) ha spiegato le ragioni che hanno convinto i proponenti a presentare l’emendamento: «I motivi sono due: il primo è la ricerca di una koinè del sardo a seguito di decine di incontri sulla standardizzazione, il rispetto delle varietà che hanno dato vita a un dibattito amplissimo, a tratti infuocato. L’altra ragione è rappresentata dalla decisione di rinunciare all’istituzione dell’Agenzia sarda delle lingue. I suoi compiti sono affidati in questo emendamento a una Consulta che lavorerà a titolo gratuito per individuare le norma linguistiche ed ortografiche tenendo conto delle varietà del sardo ma con lo scopo di produrre norme unificanti valide per tutti».
Posto in votazione l’emendamento all’emendamento n. 396 è stato approvato con 25 voti a favore e 14 contrari. A seguito del via libera all’emendamento sostitutivo totale sono stati dichiarati decaduti tutti gli altri emendamenti.
Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in discussione l’art. 10 “Certificazione linguistica”. Dopo aver ottenuto i pareri della Commissione e della Giunta sugli emendamenti, il presidente ha messo in discussione l’emendamento n. 5=206=289=378 che è stato respinto.
Approvato invece l’emendamento all’emendamento n. 395 che sostituisce il comma 5 dell’art. 10. Il nuovo testo stabilisce che «nelle more dell’adozione del sistema di certificazione linguistica la conoscenza della lingua sarda e del catalano di Alghero è certificata in via provvisoria dall’assessorato competente in materia, previa valutazione da parte di una commissione nominata a tale scopo». L’emendamento introduce inoltre il comma 5 bis che recita: «Tali certificazioni possono essere utilizzate per le finalità previste dalla presente legge solo fino alla messa a regime delle modalità di rilascio della certificazione prevista dal presente articolo».
Disco verde anche per l’emendamento n. 239 che estende le modalità di certificazione previste dal comma 5 dell’art.10 anche per il sassarese, gallurese e tabarchino.
Successivamente il Consiglio ha approvato con 28 voti a favore e 17 contrari, il testo dell’art. 10.
Cancellato, invece, con la votazione dell’emendamento soppressivo totale n. 210 (Deriu-Cocco Pietro) l’articolo 11 della legge che prevedeva l’istituzione della Agenzia sarda per le lingue.
Stessa sorte per l’articolo 12 “Statuto, struttura organizzativa e personale dell’Agenzia Sarda per le lingue”, eliminato con l’approvazione dell’emendamento soppressivo totale n. 211 ( Deriu-Cocco).
E’ quindi intervenuto il capogruppo dei riformatori Attilio Dedoni che ha chiesto chiarimenti sul contenuto degli articoli precedentemente approvati lamentando un modo di procedere confusionario.
Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda: «Stiamo facendo l’esatto contrario di ciò che si dovrebbe fare nella formazione di una legge. Si procede in modo schizofrenico. Si cassano articoli che potrebbero aver una utilità successiva».
Critico anche Marco Tedde (Forza Italia): «E’ un modo di lavorare singolare. Abbiamo censurato il metodo che ha prodotto una babele di linguaggi. Siamo passati da un’esplosione di particolarismi a un accentramento verso una fonte unica. Tutto questo all’interno di un percorso pasticciato. Abbiamo chiesto di arrivare alla massima condivisione. Il fatto che vengano proposti emendamenti soppressivi che vengono condivisi è la prova che l’impianto della legge è un fallimento totale. La maggioranza sta destrutturando un provvedimento che essa stessa ha proposto. Questo perché il progetto aveva necessità di una ristrutturazione totale. Non lo avete voluto fare, avete preferito scomporlo e decomporlo. Alla fine sarà un risultato negativo che non accontenterà nessuno».
Il relatore Paolo Zedda (Art. 1 – Mdp) ha spiegato i motivi della cancellazione dell’Agenzia sarda per le lingue: «La decisione di sopprimere l’agenzia è arrivata dopo una riflessione meditata – ha detto Zedda – ci sono due ragioni: la prima è che si aveva paura di un nuovo carrozzone. L’altra è rappresentato dai tempi. Non si può fare un Agenzia in questa legislatura. Così abbiamo deciso, anche a malincuore, di procedere con uno strumento più agile come la Consulta. Su questo punto c’è l’impegno della Giunta».
All’articolo 13 è stato presentato l’emendamento 212 ed altri aggiuntivi.
Per l’on. Stefano Coinu (FI) «i colori del tabellone cambiano anche su proposte identiche, a secondo di chi è il proponente. Non ho scoperto l’acqua calda: mi sembra di essere finito in un romanzo di Kafka, in una babele legislativa che invito a demolire prima che ci caschi addosso. Abbiamo una atavica tendenza alla divisione e dobbiamo contrastarla per garantirci un maggiore peso politico anche in Europa. Da Abbasanta a Zerfaliu tutti i dialetti vanno difesi: ci manca solo che venga nominato un commissario per la lingua sarda».
Ha preso poi la parola l’on. Paolo Zedda, che ha detto: «Una norma ortografica può essere capace di rappresentare tutte le varietà del sardo e l’articolo 13 e anche l’articolo 19 con la rete degli sportelli linguistici sono norme fondamentali per ravvivare e diffondere la lingua nelle istituzioni. Sarà la Sardegna con la Regione, non più il ministero, a gestire gli sportelli»”.
Per il Pd è intervenuto l’on. Roberto Deriu (Pd), che ha risposto all’on. Coinu: «Sono importanti le sue considerazioni ma io non sono d’accordo sul fatto che il Consiglio non debba più svolgere il suo ruolo perché siamo vicini alle elezioni. Ogni nostra valutazione risente sempre di cosa succede nella società sarda, anche se le elezioni sono vicine. Noi possiamo avviare una procedura di riesame dell’esperienza pregressa per non fare quegli errori che paventava l’onorevole Coinu. Oggi noi facciamo passi avanti e questa legge è davvero condivisibile: mi fa piacere che stiano arrivando segnali favorevoli anche dall’opposizione. E non è un male, anzi: vuol dire che questo testo lo si sta capendo davvero».
L’on. Gianluigi Rubiu (Udc) ha preso la parola e ha detto: «Questo testo è soltanto l’inizio ma l’impianto normativo è criticato da più parti, non solo da noi. Non è una legge che convince:questo testo nega l’unitarietà della lingua sarda. Sarà necessario proseguire nel percorso iniziato, anche con interventi scientifici sulla lingua sarda e scongiurando la divisione localistica che porta al blocco dei processi di modernizzazione e standardizzazione del sardo».
L’Aula ha poi approvato un pacchetto di emendamenti di maggioranza: si tratta del 390 (Zedda); 382 (Usula sui corsi alla cittadinanza e sul sostegno alle imprese nella comunicazione in lingua sarda); 388 (Congiu sugli sportelli linguistici a Carloforte, in Gallura, a Sassari e Alghero); 389 (Cacciotto – Tedde sullo sportello linguistico nel territorio di Alghero) e il 212 (Deriu) sull’attività e sul funzionamento degli sportelli linguistici.
Esaminato l’articolo 14, l’Aula ha approvato l’emendamento soppressivo totale 213.
All’articolo 15 sono stati presentati l’emendamento soppressivo totale 214 (col parere favorevole del relatore on. Paolo Zedda) ed il 347 (invito al ritiro). Il 214 è stato approvato mentre il 347 è decaduto.
All’articolo 16 il relatore ha dato parere favorevole agli emendamenti 215 (soppressivo totale), 348, 78; parere contrario agli emendamenti 312, 271, 89, 79, 90.
Sull’emendamento 215 l’on. Marco Tedde (FI) si è lamentato «per la quantità di emendamenti soppressivi che vanno in direzione contraria al lavoro fatto in commissione». Il vicecapogruppo del Pd, on. Roberto Deriu, ha replicato così: «E’ del tutto normale che si modifichi un testo in Aula, soprattutto quando ce n’è bisogno. Altrimenti, che ci stiamo a fare noi qui? A passare le carte?».
Della stessa opinione l’on. Piermario Tendas (Pd): «Una volta che abbiamo fatto decadere l’articolo 12 e l’Agenzia della lingua sarda è chiaro che decadono tutte le norme collegate come il direttore dell’agenzia. Per due anni la commissione ha fatto il suo lavoro e le sue audizioni e mai una volta l’opposizione ha avuto da lamentarsi, se non per l’idea dell’agenzia della lingua sarda».
Sempre per il Pd l’on. Rossella Pinna ha aggiunto che «proprio il contenuto dell’articolo 16 è riportato nell’emendamento 396. Sarebbe il caso che qualcuno abbandonasse i preconcetti».
Per il relatore on. Paolo Zedda «il comitato tecnico scientifico confluisce nella Consulta e non decade mentre sull’Agenzia abbiamo tenuto conto delle obiezioni dell’opposizione».
L’emendamento 215, soppressivo dell’articolo 16, è stato approvato.
Anche l’articolo 17 è stato soppresso con l’approvazione dell’emendamento 216. E così l’articolo 18 per effetto dell’approvazione del soppressivo totale 217.
All’articolo 19 sono stati presentati emendamenti. Il 349 (Congiu e più) è stato respinto mentre è stato approvato il 222 (soppressivo del comma 3 dell’articolo 19).
Approvato anche l’emendamento 397 (Zedda e Cacciotto) sulle lingue delle minoranze storiche.
Sì dall’Aula all’emendamento 260 e anche al 259 e il 258 (Tedde e Cacciotto). Il presidente Ganau ha messo in votazione il testo dell’articolo 19, che è stato approvato. Respinto invece l’emendamento 141 (Fuoco). La Commissione e la Giunta hanno espresso il parere sull’articolo 20 e sugli emendamenti. Approvato l’emendamento 223 (Deriu), soppressivo del comma 5 dell’articolo 20; respinto il 35 (Contu). Approvato il 272 (Cacciotto, Tedde) sulle minoranze storiche nella politica linguistica regionale.
L’Aula ha poi approvato il testo dell’articolo 20.
Successivamente il Consiglio ha approvato l’art. 21 (Toponomastica e cartellonistica in lingua sarda) il cui testo è stato integrato dai seguenti emendamenti: 225 (soppressione comma 4). 273 (inserimento di catalano di Alghero, sassarese, gallurese e tabarchino). 224 (catalogazione, in collaborazione con le autonomie locali, del patrimonio linguistico e toponomastico storico). 230 (denominazione della toponomastica di Alghero a cura del Comune). 80 (specifici accordi con Anas, province e comuni per la segnaletica stradale bilingue).
L’art. 22 (Comunicazione eventi culturali e promozione del territorio in lingua sarda) è stato modificato dai seguenti emendamenti: 229 (soppressione del comma 2) .274 (inserimento del catalano di Alghero, del sassarese e del tabarchino)
L’art. 23 (Quota regionale dei piani di studio) è stato integrato dai seguenti emendamenti: 275 (inserimento del catalano di Alghero). 391 (inserimento di catalano di Alghero, sassarese, gallurese e tabarchino).
Sull’articolo, il relatore Paolo Zedda ha sottolineato che si tratta di una competenza importantissima che consentirà di studiare la storia sarda nelle scuole grazie alla c.d. legge Moratti che assegna alle Regioni la facoltà di indicare i contenuti del 20% dei programmi.
Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha osservato che la quota regionale del 20% esiste da sempre ed è stata riconosciuta anche dalla Corte costituzionale, aggiungendo che evidentemente «gli assessori regionali succedutisi del tempo non se ne sono occupati».
L’art. 24 (Coordinamento dei compiti in materia di uso e insegnamento della lingua sarda) è stato modificato dai seguenti emendamenti: 226 (soppressione della lettera E del comma 2) 267 (soppressione dell’aggettivo “sarda”), 276 (inserimento della dizione “lingue delle minoranze storiche”), 257 (inserimento della dizione “lingue delle minoranze storiche”), 128 (aggiunta della dizione “pianificazione del percorso educativo partendo dalla parlata locale”), 392 (inserimento della dizione “di apprendimento”).
L’art.25 (Insegnamento della lingua strada e utilizzo veicolare) è stato integrato dai seguenti emendamenti: 278 (inserimento della dizione “delle lingue delle minoranze linguistiche e quello nelle lingue delle minoranze storiche”), 279 (idem), 256 (idem) ,281 (idem) ,255 (idem), 240 (inserimento della dizione “al sassarese, gallurese e tabarchino”), 280 (inserimento della dizione “catalano di Alghero”).
L’art. 26 (Insegnamento della storia e della letteratura della Sardegna) è stato modificato dal seguente emendamento: 241 (abrogazione del comma 3), 358.
L’art. 27 (Laboratori didattici extracurriculari in lingua sarda) è stato modificato dai seguenti emendamenti: 242 (soppressione del comma 4), 282 (inserimento della dizione “catalano di Alghero, sassarese, gallurese e tabarchino”).
L’art. 28 (Docenti di lingua sarda) è stato integrato dai seguenti emendamenti: 283 (soppressione della parola “sarda”), 58 (soppressione della parola “prioritariamente”), 284 (soppressione della parola “sarda”), 285 (idem), 60 (reclutamento di docenti esterni qualificati nelle istituzioni scolastiche) 393 (soppressione della dizione “qualora non via sia disponibilità di docenti”), 227 (inserimento al comma 2 della dizione “assicura la tenuta”).
L’art. 29 (Docenti di lingua sarda) è stato modificato dai seguenti emendamenti: 243 (soppressione del comma 3), 286 (inserimento della dizione “catalano di Alghero, sassarese, gallurese e tabarchino”).
L’art. 30 (Interventi nei settori dei mass media, dell’editoria, dell’informatica e del web) è stato integrato dai seguenti emendamenti: 244 (soppressione del comma 5), 287 (rimando alla definizione di “lingue” del comma 1), 254 (idem), 253 (idem), 246 (idem), 247 (idem).
L’art. 31 (Contratto di servizio per la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo) è stato integrato dai seguenti emendamenti: 248 (inserimento della dizione “lingue delle minoranze storiche”), 236 (inserimento di “catalano di Alghero, sassarese, gallurese e tabarchino”).
L’art. 32 (Collaborazione con le università della Sardegna) è stato modificato dai seguenti emendamenti: 83 (soppressione delle parole “della Sardegna”), 249 (soppressione delle parole “lingua sarda”), 84 (istituzione della “Academia de su sardu” con il compito di ricerca e consulenza sulle caratteristiche strutturali e funzionali della lingua), 383 (inserimento della dizione “e della sua evoluzione”).
L’art. 33 (Sostegno ad organismi privati) è stato approvato assieme ai seguenti emendamenti: 245 (soppressione del comma 2) 288 (inserimento della dizione “catalano di Alghero, sassarese, gallurese e tabarchino”).
L’art. 34 (Interventi a favore delle arti proprie della Sardegna) è stato integrato dai seguenti emendamenti: 251/252 (soppressione della parola “sarda”), 394 (inserimento della dizione “catalano di Alghero, sassarese, gallurese a tabarchino”).
Gli articoli (Modalità attuative), 36 (Concessione dei contributi), 37 (Clausola valutativa) e 39 (Abrogazioni e modifiche legislative) sono stati approvati senza emendamenti.
L’art. 40 (Norma finanziaria) è stato completamente sostituito dall’emendamento della Giunta n. 169.
Al termine di questa votazione il presidente ha tolto la seduta riconvocando il Consiglio per questa mattina alle 10.30. Inoltre ha comunicato l’elenco dei componenti della commissione speciale di inchiesta sul sito industriale di Ottana: Forma, Cozzolino, Deriu, Solinas, Contu, Congiu, Coinu, Gaia, Rubiu, Crisponi, Cocco Daniele, Truzzu e Usula. La commissione si riunirà alle 15.30 per l’insediamento.