15 November, 2024
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«La situazione è precipitata nelle ultime settimane, con l’incremento dei focolai negli allevamenti isolani. Occorre un intervento urgente per arginare la propagazione del virus. Nelle campagne sarde il quadro è drammatico. La presidente Todde convochi immediatamente le associazioni di categoria per adottare una task force di contrasto alla lingua blu.»

È quanto auspica il consigliere Gigi Rubiu (FdI) sul fronte della nuova diffusione dell’epidemia tra gli ovini e i bovini sardi.

«Gli assessorati regionali competenti continuano a rimanere inattivi, aggravando una crisi che sta causando perdite ingenti non solo in termini di animali, ma anche di fatturato tra le aziendeaggiunge Gianluigi Rubiu -. È urgente rendere immediatamente operativa la campagna di vaccinazione dei capi. Non solo. Occorre agire per lo stanziamento di ingenti somme da destinare alle aziende come risarcimento dei danni.»
Il clima, che favorisce la proliferazione degli insetti vettori, dovrebbe alzare l’asticella sull’emergenza in atto nei capannoni rurali. Le ricadute rischiano di ripercuotersi sul mercato del latte e del formaggio.

«Purtroppo, gli appelli delle associazioni del comparto sono rimasti inascoltati. E siamo arrivati ad un nuovo aumento della blue tongue negli allevamenti di pecore e mucche. È necessario un impegno della Regione per mettere in campo tutte le soluzioni necessarie a tutelare la filiera zootecnica, proprio a partire dal reperimento dei vaccini immunizzando così il patrimonio degli ovini e dei boviniconclude Gianluigi Rubiu -. Penso sia indispensabile tutelare le aziende colpite, salvaguardando la pastorizia sarda da un’ulteriore diffusione del virus senza controllo, con gli indennizzi necessari per evitare altri danni economici.»

La Commissione Industria del Consiglio regionale ha incontrato le organizzazioni sindacali alla Portovesme srl e alcuni sindaci. Da parte dei componenti della Commissione, presieduta da Antonio Solinas, è arrivato pieno sostegno alla battaglia avviata dai lavoratori e dalle loro rappresentanze sindacali, condiviso dai sindaci, per impedire il disegno della Glencore di fermare la linea zinco, che se portato a termine, equivarrebbe quasi certamente ad un colpo mortale all’intero polo industriale di Portovesme e, conseguentemente, all’economia del territorio. La vertenza va portata ai tavoli del Governo, come peraltro è già avvenuto, perché solo un intervento forte a livello nazionale potrebbe aprire uno spiraglio per portare la Glencore a rivedere quanto già deciso.

Dopo i segretari di CGIL, CISL e UIL, sono intervenuti il sindaco di Portoscuso, Ignazio Atzori; il presidente della Commissione Industria, Antonio Solinas, e quattro consiglieri regionali eletti nel Sud Sardegna: Gianluigi Rubiu di Fratelli d’Italia, Luca Pizzuto di Sinistra Futura, Alessandro Pilurzu del Partito democratico e Gianluca Mandas del Movimento 5 Stelle. Tutti hanno sottolineato l’importanza di marciare uniti, al di là delle differenze politiche, per una causa fondamentale per il presente e il futuro del Sulcis Iglesiente.

Al termine dell’incontro, abbiamo intervistato il presidente della Commissione Industria del Consiglio regionale, Antonio Solinas.

                

 

 

«Sono stati vanificati tutti gli sforzi, le interlocuzioni e le concertazioni tra Azienda, Governo, Regione Sardegna e Sindacati dei lavoratori. Apprendiamo dalla Portovesme srl – Glencore e dalle Segreterie territoriali sindacali che si procederà alla fermata della linea zinco da parte dell’azienda. Si tratta di un illogico e irrazionale atteggiamento che fa saltare in aria progetti e sogni di un territorio già in forte sofferenza, un colpo mortale che andrebbe a infierire sull’intero comparto industriale del polo di Portovesme e, soprattutto, sull’asfittico sistema occupazionale.»

E’ duro il giudizio di Gianluigi Rubiu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, all’annuncio della fermata della linea zinco alla Portovesme srl, fatto dalle organizzazioni sindacali e confermato dalla società.

«Dubbi e perplessità sul progetto industriale sbandierato dall’azienda che, a questo punto, pone un quesito serio sulla sua credibilitàaggiunge Gianluigi Rubiu -. Governo e Regione attivino immediatamente le interlocuzioni con l’azienda per chiedere il rispetto degli impegni presi, con la convocazione immediata di un tavolo di discussione. Ho trasmesso al presidente della Commissione industria regionale, una richiesta di convocazione urgente della V commissione presso lo stabilimento della Portovesme srl», conclude Gianluigi Rubiu.

«Come se non bastassero le gli enormi costi dei biglietti aerei, le molteplici difficoltà a reperire un volo da e per la Sardegna, per migliaia di Sardi, costretti a doversi spostare per motivi di lavoro, di studio e sempre più per cure mediche, la Giunta Todde ha approvato la procedura telematica per poter accedere al sistema delle richieste dei contributi per le spese aeree (escluse le uniche rotte Roma e Milano in continuità) con un complesso meccanismo necessario per caricare una richiesta di contributo per l’abbattimento delle spese dei trasporti aerei sul portale Sardegna Trasporti, iter estremamente complicato, e talvolta impossibile. La Giunta (in piena continuità con tutta la loro azione politica finora attuata), dimostra ancora una volta le proprie abilità per andare contro i sardi!»

Lo scrive, in una nota, Gianluigi Rubiu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia.

«Per poter accedere al servizio è necessario, infatti, per ogni singola tratta e per ogni singolo passeggero, autenticarsi tramite SPID, inserire manualmente i propri dati, caricare la propria carta d’identità, la carta di imbarco e una serie di Autocertificazioni. Rammentiamo che questa procedura va ripetuta per ogni singola trattaaggiunge Gianluigi Rubiu -! Procedura estremamente difficoltosa, farraginosa e non permetta agli aventi diritto di accedere alle agevolazioni che spettano per garantire la sostenibilità dei trasporti per tutti i sardi. È chiaro che non tutti possono avere l’identità digitale SPID, le abilità, il tempo e le competenze per digitalizzare e caricare tutti i dati follemente richiesti. In Consiglio regionale intendiamo ancora una volta contrastare l’azione politica della Giunta Todde, che viola le esigenze dei sardi e attua dei meccanismi contorti e fortemente burocratizzati, figli di chi non conosce i sardi, non conosce i problemi della Sardegna e che pensa esclusivamente a danneggiare la nostra isola e i nostri concittadini!»

«Sarebbe opportuno creare un profilo sul sistema informatizzato con inserimento della sola carta di identità e utilizzare lo stesso per ogni viaggio successivo, andando così a snellire, semplificare e rendere usufruibile un servizio per i sardi che è sempre stato fondamentale e prioritario, un servizio che difende e fa valere il diritto fondamentale della libera mobilitàconclude Gianluigi Rubiu -. La Regione deve mettere subito mano a questo sistema folle e farraginoso, con una procedura snella oppure con l’abbattimento dei tagli del costo del biglietto al momento dell’acquisto.»

Gianluigi Rubiu, infine, ha annunciato la presentazione di un’interrogazione alla presidente della Regione Alessandra Todde e all’assessora del Lavoro Barbara Manca per conoscere quali azioni intendano adottare per rendere agevole e funzionale il
sistema di contributo regionale (dei costosissimi biglietti aerei) e, soprattutto, dell’urgenza di rivedere il sistema della continuità territoriale, prossimo alla scadenza nel mese di ottobre.

 

«Si attivino tutte le procedure per dare immediatamente corso al finanziamento dell’Igea e, quindi, al pagamento degli stipendi.»

È il monito che arriva dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia Gianluigi Rubiu sullo stato di crisi della società in house della Regione. Un ente impegnato nelle attività di messa in sicurezza, ripristino ambientale e bonifica di aree minerarie abbandonate o in via di dismissione. Il rischio è che si alimentino incertezze e preoccupazioni tra i 200 lavoratori operanti nei diversi progetti.

«Si tratta di una societàspiega Gianluigi Rubiu che è stata abbandonata dalla politica, lasciata nella più assoluta indifferenza, con bilanci non approvati da anni, bonifiche ambientali bloccate e programmi lasciati nel dimenticatoio. In tutto questo scenario, l’Igea può contrare su un personale efficiente e competente, che però è stato ignorato.»

Gianluigi Rubiu ha presentato un’interrogazione urgente all’assessore regionale dell’Industria Emanuele Cani.

«L’Igea al momento blocca le attività dei Comuni che vorrebbero avere più autonomia nell’utilizzo dei siti archeologici minerari di enorme pregio, grotte, siti minerari archeologia industriale e mineraria. Non è più il tempo di interventi a spot. È arrivato il momento di una rimodulazione delle attività dell’ente, con l’aggiornamento delle competenze e, soprattutto, l’eliminazione dei vincoli che bloccano qualsiasi sviluppo del territorio ove governa Igea. L’auspicioconclude Gianluigi Rubiuè che siano salvaguardati i lavoratori affidando loro un nuovo ruolo nella società regionale, dalle bonifiche alla salvaguardia dei siti minerari e archeologici.»

Alcune centinaia di persone hanno partecipato ieri sera all’incontro pubblico “Pale a mare: come salvare l’Isola” tenutosi negli spazi dell’antica Tonnara Su Pranu, a Portoscuso, organizzato dal comune di Portoscuso, in collaborazione con il Comitato “No speculazione energetica Carloforte”. Hanno partecipato, tra gli altri, don Antonio Mura, parroco delle chiese di Portoscuso e Paringianu e direttore della Pastorale per il Sociale e il Lavoro della diocesi di Iglesias; Ignazio Atzori, sindaco del comune di Portoscuso; Stefano Rombi, sindaco del comune di Carloforte; Salvatore Obino, presidente del comitato “No speculazione energetica Carloforte”; Rolando Marroccu, portavoce del comitato tecnico Sardegna sostenibile. I lavori sono stati moderati dalla giornalista Susanna Lavazza.

Gli interventi hanno ribadito la ferma opposizione all’imposizione di un numero abnorme di impianti eolici offshore (oltreché eolici a terra e fotovoltaici) la cui realizzazione minaccia una vera e propria nuova servitù per la Sardegna. Sono ben 23, infatti, le richieste di allaccio per impianti eolici offshore davanti alle coste della Sardegna, anche a sole 12 miglia dalle spiagge, come nel caso dell’isola Sant’Antioco (Toro1). Tre sono in dirittura d’arrivo. Sono ben 16 i progetti per impianti offshore nel Sud Sardegna, 8 attorno all’isola di San Pietro. Il più vicino alla definitiva approvazione è l’Ichnusa Wind Power, per il quale la richiesta è stata fatta nel 2020 e sono già iniziati i lavori di trivellazione dei fondali davanti a Carloforte e Portoscuso, benché non ci sia ancora il semaforo verde dopo le integrazioni alle osservazioni per la procedura di Via (Valutazione di impatto ambientale) che avevano come termine il 19 luglio.

Nel corso degli interventi, sono state sottolineate tutte le problematiche legate alla proliferazione di progetti e, unitamente alla forte preoccupazione che la mancanza di regole abbia concesso agli speculatori di portarsi avanti nelle fasi procedurali, anche la convinzione che la forte e crescente mobilitazione in atto possa frenare l’iter e attenuare quantomeno la portata degli interventi e, conseguentemente, i danni sul territorio.

Dopo gli interventi di don Antonio Mura, dei sindaci di Portoscuso Ignazio Atzori e Carloforte Stefano Rombi, dei rappresentanti delle associazioni Rolando Marroccu e Salvatore Obino, sono intervenuti anche alcuni rappresentanti di altre associazioni che portano avanti la stessa battaglia, giunti da Sant’Antioco, Nuraxi Figus, Quartu Sant’Elena, Selargius e Uta, nel corso dei quali sono state evidenziate anche le problematiche legate alla realizzazione del Tyrrhenian Link, il doppio collegamento sottomarino di Terna che collegherà la Sardegna alla Sicilia e alla Penisola, strettamente collegato all’insediamento di tanti impianti eolici (a terra e offshore) e fotovoltaici, per il trasferimento dell’energia prodotta in Sardegna, considerato che – com’è noto – l’Isola non ha bisogno di energia, dal momento che ne produce già in quantità superiore a quanto ne consuma.

Nonostante l’incontro fosse stato organizzato per trattare le problematiche legate all’eolico offshore, si è parlato anche della raccolta di firme in corso in tutta la Sardegna per il progetto di legge di iniziativa popolare denominato “Pratobello 24”.

Allegata l’intervista realizzata con don Antonio Mura al termine dei lavori.

   

«Come se non bastasse il problema della siccità a mettere in ginocchio il comparto agro pastorale, è esploso, con un mese di anticipo, il fenomeno della Blue Tongue, che sta già interessando numerosi allevamenti dell’Iglesiente. Sono diversi i casi che sono stati confermati dall’Istituto Zooprofilatico nella provincia del Sulcis Iglesiente, ma tanti altri sono già sotto esame e verranno ufficializzati nei prossimi giorni. Iglesias, Gonnesa, Fluminimaggiore sono solo alcuni dei comuni interessati, con un patrimonio ovicaprino di circa 275.000 capi. A tal fine si rende necessario un intervento urgente e non differibile per porre riparo ad un emergenza che rischia di diventare devastante per il mondo agro pastorale. In primis dando una risposta di natura economica a tutte le aziende colpite da questa emergenza, per cercare di fronteggiare il crollo della produzione dovuto ai danni che la blue tongue causa ai greggi. Moltissimi i capi che moriranno o che dovranno essere soppressi, e tanti altri che manifesteranno la sterilità e quindi non potranno andare in produzione con un danno che raggiungerà il suo picco in prossimità della fase produttiva autunnale.»
A dirlo è Gianluigi Rubiu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia.

«Allo stato attuale il sistema sanitario veterinario soffre già per un organico sottodimensionato e questa nuova emergenza richiede un incremento urgente degli organiciaggiunge Gianluigi Rubiu -. Ad oggi sono solo 4 i veterinari preposti ai controlli nelle aziende del comparto agropastorale per l’intera provincia del Sulcis Iglesiente, e con questi numeri sarà impossibile affrontare una emergenza di questa portata. Alla base del problema ci sono i ritardi con la campagna vaccinale dei capi ovini e l’inadeguatezza del sierotipo utilizzato per i vaccini.»
«E’ necessario inoltre programmare fin da ora tutti gli strumenti di prevenzione utili ad evitare che tale emergenza si riproponga ogni anno, causando ingenti danni all’economia agropastorale della Sardegna e ai suoi allevatori», conclude Gianluigi Rubiu.

«La moratoria approvata dalla maggioranza, che avrebbe dovuto bloccare la realizzazione di nuovi impianti eolici, si sta rivelando un bluff. Si tratta di una normativa che non ferma le procedure autorizzative. Non difende la Sardegna. Non solo dal provvedimento è totalmente rimasta fuori la partita relativa all’eolico offshore.»
A rimarcarlo è il consigliere regionale Gianluigi Rubiu (FdI), preoccupato per gli effetti devastanti dell’invasione delle pale anche sul Sulcis Iglesiente: «Nello specchio di mare davanti all’Isola di San Pietro, nell’area tra Portoscuso, Gonnesa, Iglesias e Buggerru la società Ichnusa Wind Power ha presentato un progetto per l’installazione di 42 torri gigantesche. La costruzione di questo complesso rappresenterebbe un danno all’economia del territorio, dal punto di vista turistico e produttivo. Il pericolo è che sia solo l’inizio, con molte aziende ad investire nell’area».

Un paradiso che rischia di essere deturpato nel cuore della rotta del tonno rosso, con le società Carloforte Tonnare e Tonnare Sulcitane che si sono mosse per evitare la realizzazione del parco eolico.

«È necessario conclude Gianluigi Rubiuche si eviti questa speculazione energetica, con un assalto senza precedenti alle coste della Sardegna, mettendo in ginocchio il sistema produttivo del territorio. Occorre bloccare l’eventualità che possano essere installate nuove torri, regalando l’economia agricola e le nostre coste ai signori del vento.»

«Migliaia di ettari di bosco di quercia da sughero minacciati dalla limantrya dispar, il lepidottero defogliatore (una farfallina la cui larva causa pesanti danni alle piante) che hanno infestato i boschi di quercia con la deposizione delle uova (l’ovideposizione) che avviene sui tronchi, dopo avere vandalizzato il fogliame, inoltre le piante diventano più sensibili al rischio di funghi lignicoli.»
Lo scrive, in una nota, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Gianluigi Rubiu.

«L’Iglesiente come è noto è la seconda zona della della Sardegna dopo laGallura per superficie imboschita a querceti per la produzione di sughero, che vanta un enorme patrimonio sia in ettari che in Pil per il settore sughericolo sardo, con produzione di alta qualità – aggiunge Gianluigi Rubiu -. Sono esposte a rischio, la vita delle piante, la perdita del sughero e sopratutto la produzione di ghiande e fogliame, alimento naturale per gli ovini e soprattutto caprini e suini, con gravi danni economici per le aziende agro pastorali, già fortemente martoriate da una pesantissima siccità.»
«In data odierna ho presentato un’interpellanza all’assessorato regionale dell’Ambiente affinché si attivino tutte le procedure per un intervento urgente e mirato, con sistemi di azione di lotta biologica, (l’ultimo risale a circa cinque anni addietro, con l’utilizzo di elicotteri) nell’intento di salvaguardare il grande patrimonio ambientale boschivo dell’Iglesiente», conclude il consigliere regionale di Fratelli d’Italia.

 

Elencare tutti i problemi nei quali versa la ASL 7 è diventato ormai impossibile. Ma in questi ultimi giorni ciò che maggiormente grida giustizia agli occhi dei cittadini è la situazione ormai disastrosa del Pronto Soccorso nei due ospedali del Sulcis. Questo fine settimana ho potuto constatare personalmente la situazione vergognosa nella quale operano, o sarebbe meglio dire NON OPERANO, le due realtà di pronto soccorso del Sulcis.
Ad Iglesias il Pronto Soccorso non esiste più, è presente unicamente un “Punto di Primo Intervento” ed è operativo solamente dal lunedì al venerdì e rimane chiuso durante il fine settimana… proprio in quei giorni in cui si registra il maggior numero di accessi.
Questo obbliga tutti i cittadini del Sulcis a fare riferimento solo e soltanto al Pronto Soccorso dell’Ospedale Sirai di Carbonia il quale, nonostante il lavoro encomiabile che il personale sanitario presente nella struttura cerca di svolgere con dedizione e impegno, non è assolutamente in grado di gestire la mole di lavoro che si riversa sull’unità di primo intervento. Questo produce tempi di attesa di infiniti per i pazienti che attendono di essere visitati, costretti a restare per lo più in piedi perché anche le sale di attesa risultano totalmente insufficienti ad accogliere le persone bisognose di cure.
Su queste tematiche intendo presentare un’interrogazione alla presidente Alessandra Todde e l’assessore regionale dell’Igiene e sanità e dell’assistenza sociale Armando Bartolazzi affinché diano risposte ai cittadini del Sulcis e per capire se abbiano o meno conoscenza di ciò che sta accadendo ormai da mesi negli ospedali della ASL 7.
Vedere decine di persone trascorrere la notte in barelle di fortuna negli anditi del pronto soccorso o le file di ambulanze che esternamente alla struttura si avvicendano senza sosta facendo confluire in un unico presidio ospedaliero tutte i pazienti da loro soccorsi in tutto il territorio del Sulcis, sono scene che non possono né devono essere tollerate oltre.
Qui non c’è solo in ballo l’ottimizzazione di un servizio o la credibilità del sistema sanitario regionale, qui c’è in ballo la vita delle persone e davanti ad un bene così prezioso non sono consentiti indugi né ritardi nel porre fine a questa situazione ormai divenuta ingestibile.
Si metta subito mano a questa situazione garantendo in primis l’adeguato numero di personale sanitario nelle strutture, in modo da consentire che entrambi i presidi abbiano il loro Pronto Soccorso operativo anche durante il fine settimana e si faccia quanto possibile per garantire una assistenza dignitosa e con tempistiche certe ai pazienti che necessitano di cure urgenti e non differibili.

Gianluigi Rubiu

Consigliere regionale FDI