16 November, 2024
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Ancora disagi per gli utenti e i pazienti del Sulcis Iglesiente, a causa di un problema al Centro unico prenotazioni dell’ospedale Santa Barbara causato da un blocco dei terminali che impedisce la normale attività. «Un contrattempo che purtroppo si ripete – spiega il capogruppo dell’UDC in Consiglio regionale Gianluigi Rubiu, che ha presentato un’interrogazione urgente all’assessore Luigi Arru – con il risultato che si allungano le liste d’attesa dei pazienti e le lunghe file per l’accesso ai servizi.  Con lo stop forzato sono saltati diversi esami medici e prelievi.»

«Il guasto si è verificato sin da venerdì mattina con una confusione senza precedenti per le prenotazioni degli esami. Da allora le procedure sono di fatto bloccate. Queste disfunzioni segnalano, ancora una volta – conclude Gianluigi Rubiu -, lo sfascio cui è sottoposta la sanità sarda, con una riforma della rete ospedaliera che rischia di provocare ulteriori difficoltà agli utenti del Sulcis Iglesiente.»

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Il capogruppo regionale dell’Udc Gianluigi Rubiu sollecita la Regione a supportare gli enti locali per l’immediata applicazione della legge, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dello scorso 12 agosto, che consente ai Comuni di riprendere ad assumere (a tempo determinato) per alcuni interventi importanti nei centri isolani. In base alla normativa contenuta nel provvedimento del giugno 2014, prorogata sino al 2019, si prevede un’apertura per il nuovo personale.

«Le assunzioni potranno essere effettuate – spiega Gianluigi Rubiu – per la prevenzione degli incendi, il dissesto idrogeologico e contro la diffusione delle discariche abusive e, nel caso dei cantieri verdi, quando devono essere realizzati progetti speciali in difesa dell’ambiente in Sardegna». Non ci saranno più, dunque, i vincoli con il rischio di infrazione del patto di stabilità interno. «I Comuni, dunque, potranno progettare e, soprattutto con le assunzioni, fronteggiare la disoccupazione – aggiunge Gianluigi Rubiu -. E’ indispensabile che la Regione si attivi per supportare le amministrazioni comunali, con migliaia di disoccupati che potrebbero avere una boccata di ossigeno da questo svincolo. Auspichiamo che si attivi per le procedure informative e burocratiche – conclude Gianluigi Rubiu – perché i Comuni siano messi nelle condizioni di predisporre i bandi in termini brevissimi».

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Il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, è uno dei quattro destinatari delle minacce contenute in una busta da lettera, inviata con francobollo e priva di mittente, fatta recapitare oggi al Consiglio regionale della Sardegna, con all’interno quattro cartucce da fucile calibro 12. Gli altri tre cognomi, tutti scritti con un pennarello blu, sono Letta, Carbini e Sanna.

Numerosi gli attestati di solidarietà arrivati al goveranatore Pigliaru.

«Esprimo tutta la mia solidarietà al presidente della Regione Francesco Pigliaru, destinatario assieme ad altri esponenti politici regionali, del messaggio intimidatorio – scrive in una nota il deputato del Partito democratico Emanuele Cani -. Simili gesti non possono essere né tollerati né ammessi. L’auspicio è che le indagini degli inquirenti consentano un’individuazione rapida dei responsabili.»

«In attesa che gli inquirenti facciano luce sull’atto intimidatorio subito dal presidente della Regione Francesco Pigliaru, esprimiamo la nostra vicinanza e solidarietà». E’ il messaggio del capogruppo regionale dell’Udc Gianluigi Rubiu che, con il leader dei centristi Giorgio Oppi e i consiglieri Giuseppino Pinna e Alfonso Marras. «Nessuno pensi che con queste intimidazioni si possa ostacolare l’attività politica e democratica all’interno dell’assemblea regionale – conclude Gianluigi Rubiu -. Auspichiamo si faccia chiarezza su quanto è accaduto, identificando i responsabili e assicurando il proseguimento del percorso di legalità».

Solidarietà al presidente Pigliaru e agli altri destinatari delle gravissime minacce arriva anche dai consiglieri regionali di Articolo UNO – SDP Daniele Secondo Cocco, Eugenio Lai, Luca Pizzuto, Paolo Zedda e dall’assessore regionale della Pubblica istruzione Giuseppe Dessena.

«Condanniamo quindi questo atto increscioso e ci stringiamo intorno al presidente Pigliaru e agli altri destinatari. Oggi e sempre viva la Democrazia.»

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Ancora una presa di posizione contro l’esclusione del Sulcis Iglesiente dalla ciclovia turistica della Sardegna. Ad intervenire è oggi Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale.

«Siamo condannati a restare senza strade alternative allo sviluppo – commenta Gianluigi Rubiu -. La nostra area è un cimitero di fabbriche, con un esercito di senza lavoro. Miniere abbandonate trasformate in cavità senza un futuro. Certo, nessuno può negare l’impatto che avrebbero avuto le ciclovie sui paesaggi mozzafiato, ma questa opportunità è stata negata con l’assenso del presidente Pigliaru. Così – aggiunge Gianluigi Rubiu – rischiano di bloccarsi anche i cantieri per la realizzazione delle piste ciclabili in diversi Comuni del territorio, con lo stop forzato al collegamento tra le miniere e le coste del Sulcis Iglesiente che si aprono a Nebida e dintorni». Gianluigi Rubiu chiede l’inserimento dell’area sulcitana nel progetto «perché, attraverso questo strumento, si può iniziare a costruire uno sviluppo alternativo, richiamando migliaia di turisti tra i sentieri ciclabili del Sulcis Iglesiente».

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Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale solleva ancora forti dubbi sulle risorse regionali che dovrebbero arrivare al comparto agroindustriale in grave crisi.

«Le promesse, purtroppo, dovranno scontare evidenti ritardi – attacca Gianluigi Rubiu -. La maggioranza sta illudendo i pastori con impegni impossibili da mantenere. Il programma degli interventi dovrà fare i conti con la realtà dei fatti. Si tratterà di trovare le risorse utili tra le pieghe della finanziaria regionale. Non basta. La manovra dovrà passare al vaglio delle commissioni, che si riuniranno a settembre, per poi passare in aula non prima di ottobre.»

«Sarà l’ennesima presa in giro di questa Giunta inadeguata a risolvere i problemi atavici dell’Isola – aggiunge Gianluigi Rubiu -. Non è la sola questione a preoccuparci. Perché le risorse per dare una risposta all’emergenza agricoltura risultano essere insufficienti.  Si pensi ai comparti dell’agroalimentare e della cerealicoltura, che devono fronteggiare la persistente siccità e i danni dovuti alle alte temperature. Ci vorrebbe uno stanziamento ulteriore per il ristoro del mancato reddito dovuto alla mancanza di risorse irrigue. Sarebbe opportuno – conclude Gianluigi Rubiu – reperire delle risorse nel calderone delle somme in perenzione per evitare inutili balletti di cifre impossibili per l’agricoltura sarda ormai al collasso.»

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«Con la proroga di sei mesi per poter conferire gli scarti di macellazione nelle discariche autorizzate, si è sbloccata una situazione assurda e ridicola, visto che durante il periodo estivo la Sardegna è affollata da migliaia di turisti e, per il periodo di Ferragosto, si è corso il pericolo di non avere la pietanza per eccellenza della cucina isolana, ovvero il maialetto. Sarebbe stata una beffa, non solo sotto il profilo economico, per allevatori e macellai isolani.»

Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, commenta così la nuova ordinanza contingibile ed urgente, della durata di sei mesi, per il conferimento dei sottoprodotti di origine animale (SOA), categorie 1 e 3, firmata dal presidente Pigliaru.

«Ora occorre lavorare subito per dare seguito ai bandi predisposti per l’autorizzazione e la costruzione di nuovi impianti per il trattamento dei sottoprodotti di origine animale – aggiunge Gianluigi Rubiu -. Solo così si uscirà dall’emergenza. E’ inoltre auspicabile liberalizzare il settore, autorizzando diverse imprese in Sardegna disposte a gestire gli scarti di macellazione. I costi di smaltimento dei residui – conclude Gianluigi Rubiu – stanno infatti condizionando il prezzo finale al consumatore, favorendo le vendite di carni non sarde».

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«E’ l’ennesimo schiaffo alle aziende agricole del Sulcis Iglesiente, costrette a subire l’interruzione dell’erogazione dell’acqua. Una decisione che mette a forte rischio le produzioni agricole e gli allevamenti del territorio.»

Così il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, mette l’accento sull’emergenza che si sta abbattendo nelle campagne tra Iglesias, Domusnovas e Villamassargia. Gianluigi Rubiu ha inviato una lettera urgente al prefetto Tiziana Giovanna Costantino e al presidente della Regione Francesco Pigliaru per denunciare la criticità della situazione e trovare soluzioni urgenti per scongiurare che le realtà produttive della zona restino prive di risorse idriche.

«L’ente acque della Sardegna – spiega nel documento Gianluigi Rubiu – ha deciso di bloccare la distribuzione dell’acqua alle aziende. Molte utenze rimangono a secco e impossibilitate ad effettuare il rifornimento. Un’emergenza che nasce dalla mancanza di piogge e dall’incapacità di gestione del bene acqua in Sardegna, problemi che si trascinano ormai da mesi. Come se non bastasse, è stata decretata la requisizione della diga di Punta Gennarta per scopi civili, come se le famiglie che risiedono in campagna e nelle periferie non fossero civili. Una condizione che si traduce in un rischio igienico e sanitario per animali e persone, con ricadute negative per l’ordine pubblico. E’ un’assurdità senza precedenti, perché il Sulcis Iglesiente è ricco di risorse alternative agli invasi di approvvigionamento. Le manifestazioni sono una logica conseguenza del malcontento per una decisione irresponsabile, che palesa l’inadeguatezza della Regione. E’ necessario provvedere immediatamente al ripristino della regolare erogazione del servizio – conclude Gianluigi Rubiu che ha presentato anche un’interrogazione urgente agli assessori ai lavori pubblici e all’agricoltura – assicurando alle aziende rurali un diritto inalienabile. Occorre adoperarsi per elaborare una pianificazione che elimini la necessità di interruzione o sospensione dell’erogazione.»

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«La conferenza dei servizi sulla Portovesme Srl si è chiusa con un esito negativo. A determinare la contrarietà dell’assise, che si è svolta oggi a Roma, alla realizzazione delle vasche per lo stoccaggio dei residui, il parere sfavorevole della Regione Sardegna.».

Ne dà notizia Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale.

«Una notizia che si proietta con pesanti ripercussioni sul futuro dello stabilimento dell’area industriale del Sulcis Iglesiente – aggiunge Gianluigi Rubiu -. A rischio ci sono oltre 1.200 operai, oltre l’indotto prodotto dalla fabbrica impegnata nella lavorazione di zinco e piombo. Un colpo durissimo per l’economia del territorio e non solo. L’azienda, i ministeri dei Beni culturali e dell’Ambiente, la Provincia e il comune di Portoscuso hanno dato il via libera alla realizzazione dell’intervento. La Regione ha detto no all’impianto. E’ inconcepibile che sia stata proprio la Regione a decretare lo stop ad un’opera fondamentale per lo stabilimento.»

«Sembra palese la volontà della Regione per la chiusura della fabbrica – aggiunge Gianluigi Rubiu -. E’ uno schiaffo ai lavoratori e a migliaia di disoccupati. E’ paradossale che, nonostante la decisione fosse in capo al Ministero, la Regione si sia ostinata a bloccare l’infrastruttura. Questa opportunità, per quanto provvisoria,  con tre vasche interne allo stabilimento della Portovesme srl, avrebbero dato respiro per tre mesi circa con il trattamento dei residui – conclude Gianluigi Rubiu -. Un’occasione persa che trascina l’azienda verso il baratro della chiusura, con un disastro per il Sulcis Iglesiente.»

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L’assessore regionale del Turismo, Bargara Argiolas, ha presentato in Commissione Attività produttive le linee-guida per l’attuazione della legge sulla “destagionalizzazione”.

«Abbiamo scelto di partire con un bando-pilota rivolo ai principali mercati di riferimento, da consolidare  e ampliare, quali Germania, Francia, Inghilterra, Olanda, Svizzera, Spagna e Russia, oltre al mercato Italia» ha detto Barbara Argiolas presentando lo schema delle direttive di attuazione della legge regionale 12/2017 sulla destagionalizzazione, che prevede un investimento complessivo di oltre 40 milioni di euro.

«Nel primo bando pilota che avrà un importo complessivo di 6.5 milioni di euro per le annualità 2017-2018 e sono previste – ha spiegato Barbara Argiolas – azioni complessive di comunicazione che prevedono presenze sui siti internet, aeromobili e social media, i cui effetti positivi potranno essere misurati attraverso il monitoraggio dei nuovi flussi di passeggeri.»

«Gli interventi – ha aggiunto l’assessore del Turismo – vanno inseriti in un ragionamento più ampio che interessa tutto il sistema turistico regionale, dalle camere di commercio con le quali stiamo attivando un piano di promozione internazionale negli stessi Paesi, ai bandi dedicati alle imprese del settore turistico legati sia ai progetti di internazionalizzazione che di ammodernamento delle strutture capaci di offrire servizi e ospitalità in linea con la stagionalità e con specificità diverse rispetto a quella estiva tradizionale.»

«A marzo 2018 – ha concluso l’assessore del Turismo – faremo un nuovo bando con cui contiamo di andare a coprire ulteriori spazi di mercato nazionale ed internazionale.»

Nel dibattito successivo hanno preso la parola i consiglieri regionali Luigi Crisponi (Riformatori sardi), Gianluigi Rubiu (Udc) e Piero Comandini (Pd).

Il presidente della Commisisone Luigi Lotto, nelle conclusioni, ha annunciato che l’assessorato fornirà per le vie brevi tutti i dettagli del Piano di destagionalizzazione ai commissari che, martedì prossimo, potranno discuterli e valutarli in una specifica riunione alla presenza dell’assessore.

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Il Consiglio regionale ha approvato nuove norme in materia di turismo.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la terza votazione per l’elezione del Garante per l’infanzia e l’adolescenza.

Prima di avviare le procedure di voto, sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto, «tenuto conto delle precedenti votazioni e della delicatezza dell’incarico, di valutare l’opportunità di un rinvio per evitare nuovi scrutini infruttuosi non in grado di dare l’esito positivo auspicato».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha condiviso la proposta di Pittalis che, messa ai voti, è stata approvata. L’elezione del Garante è stata quindi rinviata.

Sempre sull’ordine dei lavori, il consigliere del Psd’Az Christian Solinas ha sollevato un problema legato ad una recente delibera della Giunta con cui, a suo avviso, sono state di fatto anticipate alcune parti della nuova rete ospedaliera attualmente in discussione presso la commissione Sanità. Si tratta, ha sostenuto Solinas, «non solo di uno sconfinamento evidente rispetto alle prerogative del Consiglio, ma anche di un provvedimento che crea problemi alla ridefinizione del sistema ed apre la strada a ricorsi amministrativi, che metterebbero a rischio la stessa riforma».

L’Aula ha quindi ripreso la discussione del Testo unico del Turismo con l’art. 20 (Locazione occasionale a fini turistici) della legge.

Intervenendo nella discussione generale, il consigliere del Pd ha sollevato una serie di perplessità sul contenuto dell’articolo formulando successivamente una proposta di rinvio accolta dal Consiglio.

A seguire, il Consiglio ha approvato gli articoli art 21, 22 e 23.

Sull’art 24 (Stabilimenti balneari) il relatore Luigi Lotto, illustrando il parere della commissione, ha chiesto al consigliere Marco Tedde (Forza Italia), primo firmatario degli emendamenti aggiuntivi nn. 3 e 2 sulla classificazione degli stabilimenti e sull’installazione del servizio di wi-fi, di ritirarli accogliendone in sostanza il contenuto, inserito successivamente in una delibera di Giunta da sottoporre al parere della commissione.

Il consigliere Tedde ha accettato la proposta ed il Consiglio ha votato per l’accoglimento dell’emendamento orale del relatore di maggioranza Lotto.

L’Aula ha approvato subito dopo il testo modificato dell’art. 24.

Subito dopo sono stati approvati gli articoli dal 25 al 39.

L’art. 40 (Rete dei borghi della Sardegna) è stato integrato a seguito dell’approvazione dell’emendamento n.20 (Moriconi-Gaia) che assegna alla Giunta il compito di definire i requisiti necessari per l’iscrizione dei Comuni alla rete, «in base ai beni storici ed urbanistici presenti sul territorio ed alle iniziative intraprese per l’incremento delle attività turistiche»

A seguire, il Consiglio ha approvato gli articoli dal n. 41 al n. 51.

Subito dopo il presidente ha avviato la discussione dell’art 11 (Incentivi alle imprese turistiche), che l’Assemblea aveva deciso di rinviare nella seduta precedente.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha chiesto la sospensione della seduta. La richiesta è stata accolta.

Alla ripresa dei lavori l’Assemblea ha avviato la discussione degli emendamenti aggiuntivi 4 e 18, entrambi con parere negativo della commissione e della Giunta. Il primo (Peru e più) prevede che «le strutture turistiche che usufruiscono degli incentivi non possano svolgere servizio di accoglienza, pena la revoca degli stessi con obbligo di restituzione». Il secondo (Fasolino e più) assegna ai Comuni un contributo del 25%, a consuntivo, sulle spese sostenute per la promozione turistica».

Prima dell’esame delle due proposte il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, sull’ordine dei lavori, ha ricordato che in conferenza dei capigruppo si è stabilito di riprendere il primo di agosto ma, nel frattempo, «abbiamo ricevuto la richiesta di incontrare una delegazione del movimento pastori per il giorno 2». Pittalis ha infine invitato la presidenza a sottoporre l’argomento alla conferenza dei capigruppo al termine della seduta.

Il presidente Ganau ha comunicato che, al termine dei lavori, il problema sarà esaminato dalla conferenza dei capigruppo.

Tornando al dibattito sull’art. 11 e sugli emendamenti aggiuntivi presentati il consigliere di Forza Italia Antonello Peru, primo firmatario dell’emendamento n. 4, ha affermato che «l’articolo 11 è ottimo, va sostenuto e letto attentamente per le potenzialità che contiene, sia per la riqualificazione del sistema turistico regionale che per gli incentivi destinati alle strutture che vogliono ammodernarsi, dotarsi di nuove attrezzature e reti di trasporto, arredi, servizi, aree benessere». «La legge – ha aggiunto Peru – può rappresentare un fattore importante di crescita e sviluppo che premia aziende dinamiche e virtuose, e la tempo stesso la chiave per conseguire i veri obiettivi della legge a cominciare dalla destagionalizzazione, l’emendamento ha quindi queste finalità, distinguere il turismo dall’accoglienza che può essere sostenuta da altre tipologie di incentivi».

Sempre per Forza Italia il consigliere Stefano Tunis ha apprezzato la distinzione spiegata da Peru, definendola «una proposta ragionata che fa chiarezza sulle strutture e mette al riparo la Regione da accuse ingiustificate sulla commistione fra strutture di accoglienza e ricettività turistica, premiando chi ha scommesso sul turismo rispetto a chi ha scelto di preferire la rendita sicura dell’ospitalità».

Chiusa la discussione generale, il Consiglio ha approvato l’art. 11.

Subito dopo il capogruppo di Forza Italia Pittalis ha chiesto il voto segreto sull’emendamento n. 4.

Il Consiglio ha approvato l’emendamento con 27 voti favorevoli e 22 contrari.

Al termine dello scrutinio, il capogruppo del Pd Pietro Cocco, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha dichiarato di dissociarsi totalmente dall’esito del voto perché, ha sottolineato, «non esiste che si riducano le libertà e i diritti dei cittadini del mondo, alla prima occasione questa norma si dovrà correggere perché così è inaccettabile».

Successivamente, l’Aula ha inziato l’esame dell’emendamento n. 18.

Il primo firmatario Giuseppe Fasolino, di Forza Italia, ha sollecitato l’allargamento dello spazio che la legge assegna alle amministrazioni comunali, perché «la Regione può e deve dare ai Comuni la possibilità ai Comuni di investire sugli eventi con parte delle risorse del proprio bilancio, riconoscendo una quota di questo investimento da parte della Giunta». Non vorrei distrazioni causate dal voto precedente, ha aggiunto, «ma questa proposta è importante non solo e non tanto per le risorse ma anche perché introduce un modo di operare corretto per tutti valutando le spese dell’anno precedente a consuntivo: è una proposta fondata sulla meritocrazia.»

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, nel sostenere le argomentazioni del collega Fasolino, si è rivolto al capogruppo del Pd Pietro Cocco al quale ha ricordato che «bisogna avere rispetto delle decisioni dell’Aula anche quando non si condividono; non capisco poi le ragioni dello scandalo perché stiamo parlando di una legge per il turismo, cosa diversa dall’accoglienza che ha una sua importanza ma è cosa diversa e va sostenute con altre leggi». «Confondere le due cose – ha continuato Pittalis – significa strumentalizzate l’emendamento che invece va rispettato ed apprezzato, senza vanificare grande lavoro del Consiglio, di maggioranza e Giunta a sostegno di una industria fra le più importanti della nostra economia».

Sempre per Forza Italia il consigliere Stefano Tunis ha affermato che «l’emendamento 4 non ammette interpretazioni, perché a fronte della scarsa durata della stagione e della modesta competitività delle nostre strutture ricettive, molti hanno riconvertito le loro attività con una scelta rispettabile, ma diversa sul piano economico ed industriale, che non limita i diritti di nessuno».

Il consigliere di art. 1 – Mdp Luca Pizzuto, con grande amarezza, ha definito il voto «immorale». «Io voglio restare umano – ha continuato – e non voterò una legge che applica un principio razzista, nessuno obbliga operatori ad accogliere persone, è un voto degno del terzo reich, non voterò la legge e abbandono l’Aula».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha dichiarato che «si sta uscendo fuori strada, non si può offendere il Consiglio in questo modo dopo aver espresso un voto libero». «Non è questa la sede per una polemica di basso livello – ha aggiunto Tedde – perché è stato solo detto solo che non ci deve essere commissione fra leggi e politiche diverse, il problema vero è che non si accetta il confronto e si viene tacciati di immoralità per avere espresso idee diverse».

Il consigliere del gruppo Misto Francesco Agus ha ricordato che «è già capitato in passato che Consiglio tornasse sui suoi passi e dovrà farlo anche stavolta; presenterò una proposta di legge per l’abrogazione di questo articolo».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha espresso dispiacere per dover intervenire in questa circostanza perché, ha chiarito, «rispetto le idee di tutti ma quando si arriva a paragonare il Consiglio al terzo reich mi offendo, mi scandalizzo e mi sento in dovere io di stare fuori da quest’Aula, questa è una istituzione dove non è consentito di disprezzare gli altri, nessuno ha disprezzato nessuno, nessuno offenda quest’Aula e, presidente, mi sarei aspettato un gesto da lei».

La consigliera del gruppo Misto Annamaria Busia ha definito la questione «non di poco conto, ci troviamo contrapposti gli uni agli altri su una norma che a mio avviso presenta forti dubbi di costituzionalità per una limitazione che esclude chi si occupa di accoglienza». «Peraltro – ha osservato – i rimedi ci sono e non va dimenticato che la legge ha elementi positivi, non parlo di moralità ma si può sempre porre rimedio sempre che la questione non venga sottoposta ad una valutazione di costituzionalità per aspetti di tutta evidenza, auspico infine un abbassamento dei toni su una questione che comunque, per fortuna, fa emergere posizioni radicalmente diverse nella chiarezza».

Paolo Truzzu, consigliere del Misto-Fdi, ha esordito chiarendo di non voler scomodare «morale, etica e costituzionalità, basta ricorrere al semplice buon senso per accorgersi che stiamo discutendo una legge sul turismo che ha lo scopo di orientare lo sviluppo economico della nostra Regione». «Nel merito – ha continuato – l’emendamento fa una scelta discrezionale dicendo che chi fa turismo fa turismo e basso, come chi fa industria non fa artigianato, gli imprenditori sono liberi di scegliere, insomma siamo di fronte a scelte legittime che non comportano senza nessuna repressione; stiamo superando i limiti, in un modo emblematico che rappresenta purtroppo quello del Paese».

Il capogruppo di art.1-Sdp Daniele Cocco ha spostato la discussione su un altro terreno, sostenendo che «si può discutere di tutto ma senza voto segreto, noi non accettiamo questo per la nostra storia e per quello che rappresentiamo, per cui ribadiamo l’impegno per una legge abrogativa di questo emendamento inaccettabile». Troppe volte, ha concluso, «il voto segreto viene utilizzato per leggi incostituzionali, a questo punto sarebbe auspicabile un impegno comune della maggioranza per rendere inefficace questo emendamento».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha preso le distanza dalla «brutta pagina» del Consiglio, «non tanto per il merito e l’oggetto dell’emendamento che comunque è distonico quanto perché sarebbe stato molto meglio un confronto a viso aperto, guardandoci negli occhi, per interrogarci se siamo o non siamo per l’accoglienza, se siamo o non siamo d’accordo per evitare le stragi nel Mediterraneo». Che ci sia bisogno di uno scrutinio segreto, secondo Congiu, «è la vera ignominia e bassezza, perché è un voto che nasconde altri malesseri ed altri problemi di tenuta della maggioranza, noi comunque firmeremo per l’abrogazione».

Il capogruppo del Pd Angelo Carta si è dichiarato d’accordo sull’emendamento n.18 che assegna contributi ai Comuni di 18, mentre «sul n. 4 credo e confido in Macron perché la Francia ci avrà risolto i problemi alla radice molto prima dell’entrata in vigore». «Oggi – ha detto – discutiamo di qualcosa che non avrà nessuna efficacia, il razzismo non si misura con un voto segreto ma con la vita e gli atti di ciascuno, in ogni caso nessuno può lanciare una accusa del genere per una legge che parla di turismo e, sotto questo profilo, la maggioranza ha dato abbondanti dimostrazioni di come si fa razzismo con leggi su enti locali e sanità». Il voto di oggi non è un vulnus nei confronti di nessuno, ha concluso, «e se poi arriva una nuova proposta di legge ne parleremo serenamente».

Il consigliere di Forza Italia Stefano Tunis ha rivendicato il suo diritto «a non essere tacciato di razzismo e chiedo alla presidenza di tutelarmi, poi ricordo che quando una legge non riceve il voto per il passaggio agli articoli se ne rimanda la discussione, quindi continuiamo perché abbiamo molte cose importanti da fare».

Il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu, polemicamente, ha affermato di condividere l’emendamento 18, criticandone però la copertura finanziaria che sottrae risorse preziose alla sanità. Sul piano politico Deriu ha sostenuto che «questa bella legge sul turismo che cerca di portarci nella contemporaneità è stata oltraggiata, da un voto che dimostra la volontà della destra di cavalcare questo tipo di argomenti evocando l’arrivo dell’uomo forte», (interruzioni in Aula).

Dopo l’intervento dell’on. Deriu, ha preso la parola l’on. Luigi Crisponi (Riformatori), che ha detto: «Provo con evidente difficoltà a fare un passo avanti sul testo di legge e sull’emendamento 18. Se questa norma dovesse passare daremmo ossigeno a chi cerca di offrire qualità e servizi nei territori». Per l’on. Roberto Desini (Pds) «ognuno ha la propria coscienza e risponde di sé. Io non condivido lo spirito dei proponenti dell’emendamento 18 di Forza Italia ed è impostato in modo da tale da creare disparità tra i comuni costieri e quelli dell’interno. Per questo io voterò contro».

Sulla norma si è espresso anche l’on. Giorgio Oppi (Udc), che ha detto: «Voterò a favore ma sia chiaro che gli unici immorali sono gli otto, nove franchi tiratori della maggioranza che hanno votato a favore. Del resto anche ieri sera a voto palese si è manifestato il dissenso interno alla maggioranza».

L’emendamento 18 è stato respinto.

L’Aula è poi passato all’esame dell’articolo 15 (Definizione delle strutture ricettive all’aria aperta) e dei relativi emendamenti, riunificati nell’emendamento di sintesi 24 e nell’emendamento 19, come annunciato dal presidente Luigi Lotto.

L’emendamento 24 è stato approvato e anche il 19, che ha provocato la decadenza di alcuni emendamenti sostitutivi.

Sull’articolo 20 l’on. Luigi Ruggeri (Pd) ha chiesto il voto contrario all’articolo: «E’ una norma a rischio di impugnativa perché tra l’altro obbliga qualsiasi proprietario di due case che affitti  stagionalmente a costituire un’impresa. Credo che stiamo esondando dalla competenza legislativa del Consiglio regionale». 

Per l’on. Francesco Agus (Cps) «è giusto dare questo segnale scindendo tra chi ha una seconda casa e l’affitta nei mesi estivi e chi invece specula acquistando intere palazzine in frode a ogni norma. Per questo è giusto introdurre i correttivi e un tetto che separi chi affitta una casa da chi fa concorrenza sleale».

L’articolo 20 (Locazione occasionale a fini turistici)  è stato respinto a larghissima maggioranza.

Il presidente Ganau ha messo in votazione il testo definitivo della legge e sono iniziati gli interventi finali. Per l’on. Pierfranco Zanchetta (Upc) «non è chiaro come facciamo a normare i marina resort ma lascio tutto questo alla competenza dell’assessore, così come il tema del boat and breakfast. Intravedo rischi anche sull’articolo 15».

Il testo definitivo della legge è stato approvato con 42 votanti e 42 favorevoli.

Sulla proposta di legge 433 sulla raccolta funghi, il presentatore, on. Attilio Dedoni (Riformatori) ha detto: «Ci sono alcuni emendamenti, che sono migliorativi del testo in discussione. Pertanto, con un po’ di attenzione, possiamo approvare la norma».

Per l’on. Antonio Solinas (Pd) «al di là dell’intesa tra i capigruppo c’è una proposta di legge della commissione Ambiente esitata sentendo tutte le associazioni micologiche e le università. Per questo chiedo che la proposta 433 sia rinviata alla commissione.»

Il capogruppo di Forza Italia, on, Pietro Pittalis, ha definito la richiesta «schizofrenica: eravamo tutti d’accordo e si decide di ritornare in commissione per il man di pancia di qualcuno. Ne va della credibilità della conferenza dei capigruppo, che non hanno davvero più senso a questo punto. E noi se le cose stanno così non parteciperemo più. La maggioranza deve chiarirsi».

Per l’on. Michele Cossa (Riformatori) «il meglio è nemico del bene. Invito i colleghi ad approvare la legge sui funghi ipogei anche per non rendere la conferenza dei capigruppo una cosa ridicola».

Dopo l’intervento contrario dell’on. Gianluigi Rubiu (Udc) e Angelo Carta (Psd’az) e dell’on. Gianfranco Congiu (Pds) ed Antonio Solinas (Pd) sulla richiesta di rinvio l’Aula si è pronunciata a favore del rinvio in commissione.